Mane Lumen

由 SabbaAndRox

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Mane Lumen, dal Latino "La Luce Del Mattino". Tutto ciò che fin da bambini vi è stato insegnato sugli angeli... 更多

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由 SabbaAndRox

Le quattro figure erano intente ad ascoltare le voci che provenivano da quella liberatoria crepa nell'atmosfera, troppo piccola da attraversare ma abbastanza grande da recepire tutto ciò che succedeva intorno a loro. Troppo tempo erano stati isolati dall'universo, era ora che le loro orecchie tese assorbissero ogni parola che gli giungeva e preparassero un modo adeguato per tornare agli albori. Uno di loro, il più grande, rise teneramente verso la sua compagna dai capelli rossi e gli occhi glaciali, le prese dolcemente la mano e la avvicinò a sé.
-Cosa vedi, mia cara?- le chiese il giovane, guardandola con amore e venerazione. Lei sorrise verso il suo compagno e rivolse lo sguardo verso la crepa. -Vedo lui, vedo il suo cuore, vedo la sofferenza che le sue azioni porteranno... Ma vedo anche la liberazione da un tiranno che muove i fili della vita a suo gusto, incapace di vedere al di là delle sue regole, vedo il male causato per fare del bene. Porterà con sé molti dei suoi fratelli, sarà un duro colpo per il nostro Vecchio, ma tutto andrà come deve andare. Si, vedo lui, e ne sono orgogliosa!- la donna rivolse di nuovo lo sguardo verso l'uomo al suo fianco, con le mani intrecciate sul ventre piatto, si scambiarono un soffice bacio e ritornarono dai loro compagni. Li accolsero gaiamente, come fossero una famiglia, cosa che erano davvero. Si abbracciarono e negli occhi delle due coppie divampó una scintilla di potere che avrebbe cambiato il corso degli eventi.

***********

Si era sentito finalmente completo quella notte, aveva giaciuto con la sua donna e nulla poteva cambiarlo. L'aveva abbracciata, baciata e coccolata come meritava. Sentirla sotto di lui, che lo assecondava nei movimenti, che lo guardava con passione e.. Amore? No, amore non era, forse affetto, magari era riuscito a scalfire quella dura corazza che si era costruita dal momento che era "giunta" al suo fianco. Sentiva di aver fatto la cosa migliore, sapeva di averla amata come meglio poteva, era stato delicato e si era preoccupato delle sue sensazioni. Voleva renderla felice, voleva che fosse contenta di vivere lì con lui, di fare l'amore ogni notte e svegliarsi allo spuntar del sole uno accanto all'altra. Eppure sentiva anche che qualcosa non era andata proprio come voleva... Era mai possibile che dopo essere fuggita per giorni fosse tornata e avesse acconsentito di giacere con lui? Avrebbe mai potuto amarlo come l'amava lui? Non lo sapeva, forse non voleva saperlo perché il dolore di un possibile rifiuto lo avrebbe stravolto. Avrebbe fatto le cose con calma e chi lo sa, magari, un giorno le cose sarebbero cambiate.
Voleva darle un ottimo risveglio, perciò si era alzato prima che l'alba spuntasse dietro le sue amate colline e si era diretto nel folto della foresta per raccoglierle della frutta fresca e dei fiori. Conosceva bene quei luoghi, aveva passato molto tempo a esplorarli e amarli. Ma ciò che accadde lo lasciò molto turbato.
Era entrato nel vivo della vegetazione e stava raccogliendo prelibatezze per la sua amata, quando una voce possente e autoritaria riempì l'aria di quel luogo. Non era difficile capire chi fosse, ma quel timbro incuteva timore reverenziale. Il Creatore del cielo e della terra gli stava parlando dopo tanto tempo.
-Adamo, fermati e ascolta le mie parole. Ieri notte hai adempiuto il tuo dovere come marito e uomo, ma il cuore di Eva non ti appartiene. Devi renderla gravida, toglierle ogni possibilità di rifiuto nei tuoi confronti. È il tuo compito, la tua stirpe perdurerà nei secoli se farai come ti dico-. Così come la voce era apparsa se ne andò, lasciando Adamo confuso e turbato. Mai prima d'ora aveva parlato in quel modo, con un tono freddo e distaccato, del tutto estraneo dal padre amorevole che era, e mai aveva inondato l'ambiente con la sua voce, preferiva invadere la sua testa. Conscio di volere più informazioni, gridò con tutto il fiato che aveva in corpo per farsi ascoltare e rispondere, ma Dio faceva ciò che più lo aggradava, dunque non gli rispose. Si accontentó della frutta che aveva raccolto e tornò di gran fretta a casa.
Giunto alla sua destinazione, dopo aver corso a perdifiato, trovó Eva in uno stato pietoso, seduta con le ginocchia al petto e lo sguardo vacuo e spento, i capelli erano scarmigliati come se li avesse tirati, gli occhi gonfi e rossi dal pianto incessante, il letto disfatto e i fiori strappati... Una visione cupa e macabra. Adamo non capiva cosa poteva essere successo, ma mai avrebbe pensato che Eva potesse aver creato tutto quello dopo la notte che avevano passato. Le era parso che fosse felice e in un certo senso appagata. Cautamente si avvicinò alla ragazza come fosse una bestia selvatica pronta ad attaccare da un momento all'altro, le cinse le spalle con il braccio e cercò di attirarla verso di lui. Ella non si mosse, rimase impassibile nella sua posizione struggente, non si voltò per guardarlo né ebbe la forza di scansare il braccio. Rimase lì ferma a fissare il nulla.
Adamo cercó di svegliarla dal suo stato catatonico, provó a scuoterla, a chiamarla, ad abbracciarla, lei non dava cenni di vita. Era come in un altro mondo.
Quando finalmente si svegliò dal suo stato di trance volse lo sguardo verso il ragazzo accanto a lei, le labbra le tremarono e con un gesto rabbioso gli tolse il braccio.
-Non osare mai più toccarmi, vile. Hai perso ogni possibilità di guadagnare il mio affetto. Qualsiasi azione o parola tu dirai, sarà vana.- disse quelle parole con rabbia, una rabbia divampante che le incendió persino gli occhi. Si mosse velocemente e con uno scatto felino si alzò in piedi, decisa a scappare di nuovo. Adamo capí le intenzioni della ragazza di fronte a lui e provò a fermarla, farle cambiare idea. Quando però la mano DI Eva si scagliò con forza sulla sua guancia, Adamo rimase più stupito che arrabbiato. Lo aveva colpito? Ora il punto dove Eva lo aveva schiaffegiato pulsava fastidiosamente, un leggero prurito si era diffuso nel volto. La vide andare via senza voltarsi. L'aveva persa di nuovo nel giro di poche ore, ma non capiva cosa le aveva fatto. Questa volta non la chiamò, non la inseguí... Si adagió sul terreno freddo come il suo cuore e attese.

***********
Anche quella volta Asmodeus aveva assistito alla scena nascosto da dietro un albero. Non poteva farne a meno, non voleva farsi vedere ma allo stesso tempo voleva avere la possibilità di intervenire qualunque cosa fosse successa. Aveva visto tutto il dolore di Eva, aveva visto il suo volto distrutto dal dolore e dalla maledetta consapevolezza di aver commesso un grave torto contro di lui e se stessa. Ma allo stesso tempo la capiva... Come gli aveva detto Helel, lei era la più devota al Padre, e ogni sua richiesta, per quanto assurda e meschina, l'avrebbe accettata e resa realtà. Il problema era che le sue azioni andavano contro ciò che significavano l'una per l'altro. Non poteva farci nulla però, poiché le vie del Signore sono molte e misteriose, se non le avesse fatte spontaneamente avrebbe trovato un modo per far avverare i suoi propositi. Già da molto, però, il giovane angelo aveva intuito che ciò che accadeva ad Eva in certe situazioni erano frutto di un piano più ampio e grande di loro, opporsi sarebbe stato inutile ed Asmodeus temeva che questo si sarebbe ritorso contro di loro, in particolare contro di lei. Aveva percepito il richiamo di Eva tramite l'anello per tutto il dì, e ignorando il grande dolore al petto che lo braccava come un predatore, aveva cercato di ignorarlo volendo capirne di più della situazione. Quando aveva visto gli sforzi di Adamo di avvicinarsi alla fanciulla, aveva sentito montare dentro di sé un'ira celata da molto più tempo di quel che era davvero, con difficoltà si era trattenuto anche in quel momento di avvicinarsi e rigettarla contro il ragazzo che, volente o nolente, era anch'esso una pedina nelle mani di Dio. Lei se ne era andata dopo averlo colpito, un gesto mai successo tra gli angeli, e aveva riversato su di lui tutte le sue angosce. L'aveva seguita con lo sguardo, librandosi dal terreno per non produrre alcun suono l'aveva pedinata. Spinto da tutto il suo amore nei confronti della sua compagna, aveva deciso di mostrarsi a lei e parlare di ciò che era successo. Voleva seguire il consiglio di Helel e attendere, ma non si può pazientare quando il cuore sanguina e strepita come una creatura morente. Avrebbe fatto finta di non sapere nulla anche se era consapevole del fatto che Eva lo avrebbe capito guardandolo negli occhi. Come un sussurro di vento, la indusse ad incamminarsi verso il centro del giardino, dove l'albero proibito si mostrava in tutto il suo sinistro splendore.
Si appostó dove non avrebbe potuto vederlo e attese il suo arrivo.
La vedeva muoversi lentamente ma con decisione, un passo davanti l'altro come se il suo cammino fosse stato già percorso in passato e lei ne seguisse solo le orme ancora fresche. Giunta ai piedi del magnifico albero attese in silenzio il rivelarsi della voce che le aveva incitato di dirigersi proprio in quel punto.

Leggiadro come un petalo di un fiore posò i piedi a terra e uscì fuori dal suo nascondiglio.
Nel l'esatto momento in cui Eva lo vide scoppiò in un pianto disperato e struggente. Asmodeus fece ricorso a tutte le sue forze per non correre da lei e stringerla finalmente tra le sue braccia, per scacciare via il dolore che negli ultimi tempi aveva riempito di oscurità le giornate di entrambi. Voleva aspettare però che fosse lei la prima a parlare. Ma l'amore, quello vero, è una forza che non si può fermare, un incendio che non si può estinguere. Si avvicinò e la cinse tra le braccia forti.
-Cosa succede, amor mio? Quell'essere ti ha fatto del male?- stava riversando inconsapevolmente tutte le sue sensazioni negative in quelle parole, impercettibilmente aveva stretto i pugni contro la schiena di lei. Ancora grondante di lacrime la ragazza esitò nel parlare, timorosa della reazione dell'Angelo. -N-no, non mi ha f-fatto del male... Lui.. Noi... O Padre, perché mi fai questo? Io mi sono concessa a lui Asmodeus! Mi ha amata per una notte e io gli ho permesso di prendere la mia purezza!- i singulti aumentarono a dismisura, creando spasmi in tutto il corpo di Eva. Le sue gambe cedettero e si ritrovò piegata a terra mentre con le mani si copriva il viso. Asmodeus si irrigidí, serró pugni e mascella, inspirando rumorosamente. Non ebbe il tempo di parlare però, poiché Eva lo interruppe. - Non avercela con me mio amato, non ho giustificazioni veraci per ciò che ho commesso! Ma ti assicuro in nome dell'amore, quel sentimento dolceamaro e maledetto che ci unisce, che non ero in me! Appena ho capito cosa avevo fatto, il mio cuore si è tramutato in polvere e le lacrime hanno riempito i miei occhi. Ma tu questo già lo sapevi, vero? Tu eri lì, nascosto, ho avvertito la tua presenza, il tuo odore... E non hai fatto nulla. Non ti biasimo se non mi vorrai più!- Asmodeus soffriva nel vederla così, e mai si sarebbe permesso di dare la colpa a lei.. Si abbassò alla sua altezza e l'abbracció di nuovo. - Si, mia dolce Sirrah.. Io sapevo già cosa era successo, non sai quale immenso dolore ho provato nel vederlo con i miei occhi. Non potrei mai non volerti, tu sei compagna che io ho scelto. Ma rammenta le mie parole: c'è un motivo se il Creatore ti ha fatta giungere sulla Terra proprio nel punto in cui sorge l'albero proibito. Tu sei come questo albero, negato a tutti tranne ad uno che, per volere divino, non sono io. Tutto ciò che farai, tutto ciò che proverai verso quell'uomo andrà oltre la tua volontà, tu fai parte dei frutti maledetti che riempiono questo albero, bellissimo ma letale! Ti porterò via da qua appena i tempi saranno maturi. Abbi fede e pazienza... Comportati normalmente e vedrai che andrà tutto come deve andare-.
La guardò negli occhi affogando in quel colore così unico, sancirono quella promessa con un bacio di fuoco.


Spazio autore

Chi saranno mai le due coppie che assistono impotenti agli eventi che li circondano? Idee? Fatemi sapere! Si entra sempre più nel vivo della storia, mancano ancora i capitoli fondamentali, ma i vari colpi di scena stanno pian piano venendo fuori.
Alla prossima!
-Noir❣️


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