Di Nuovo Maggio | Achille Lau...

By lainil

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La curiosità analizza le persone. L'egoismo le divide. Samantha incarna perfettamente queste due caratteristi... More

Prologo
Citofoni senza cognomi
Il mondo non é come pensi
Solo ad essere cattivi
Le piccole poche cose da tenere strette
La gente spreca le anime
Volevamo libertà
Buoni a perderci e basta
Non so amarmi. So rovinarmi.
Perché cosi non può finire bene
Solo per paura di soffrirci
In fondo tu sei come me
Come il film di Parker
Intorno hai tanti, ma nessuno a fianco
Ogni giorno è come sia l'ultima notte
Hai mai visto qualcuno morire?
Sto per farlo un'altra volta, roulette russa
Mi rende solo più stronzo
È amara anche l'acqua del mare
Metà tempo a cercarsi, metà a dirsi basta
Carichi la pistola e poi ti sparo in testa
Tu non sai la vita che mi ha fatto
Un bacio e una pistola come Robert Aldrich
Perché si desidera ciò che ci uccide?
Avere il meglio tra le mani e non capire niente
Com'è che siamo buoni a perderci e basta?
Sotto lune pallide
Sai quanto conti per questi? Niente.
Cuori d'acciaio con una catena
Per noi che il paradiso è pure troppo grande
Fare finta che non ci interessi
E farai la stronza
Chiederai sempre di amarti
Fatti così, su una ruota con il casco slacciato
Con quel tuo vizio d'esse' er tipo d'assistenza sociale
Lei vuole perdersi
Dentro a un vuoto, fuori è vuoto
Un cuore sotto zero
Dentro quella stanza soli e in testa il finimondo
Crisi agli instabili tratti emotivi
Siamo soli in cento personalità
Ed io sono proprio come te
Destini rovinati che si intrecciano per sempre
Il cielo resta il limite per chi è come me
Questi bambini a letto senza cena
Strappalo ed incendiami
Un mondo distorto
Lei prega che la chiami e che le spari in bocca
Io sempre in cerca di quello che ho perso
Più di una vita voglio sia un museo
Insegnami com'è dire "addio"
Storie irreversibili, in sintesi invisibili
E non girarsi a guardare
Anni che le cose più belle le perdo
Per avere solo quello che avevano tutti
Finché cambi tu un giorno
L'amore confonde, la guerra é pace
Fare del bene, almeno a te
Solo chi perde qualcuno sa quanto fa male - Epilogo
Penelope - Finale Alternativo
Conclusioni e ringraziamenti

Nessuno che ti voglia così tanto come me

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By lainil


Penso che questo sia tra i miei capitoli preferiti, spero possa piacervi allo stesso modo.

Vi sta piacendo la storia?


"Sam..." La richiama lui: "Come stai ora?" Le domanda, indicandole con un leggero movimento del viso, il letto vuoto e freddo dell'amica e la ragazza per un attimo segue quell'occhiata, per poi tornare con l'attenzione su Lauro, sistemandosi con le gambe e fissandolo meglio. 

Il biondo le circonda i fianchi per non farla cadere o sbilanciare, attendendo ogni suo movimento.

Entrambi le mani della ragazza raggiungono il viso scavato di Lauro, stringendo tra le mani le sue guance magre, accarezzandogliele. Ruota leggermente il viso, sporgendosi e appoggiando le sue labbra su quelle asciutte e secche del maggiore, baciandolo come lui una quarantina di minuti prima.

Deve assicurarsi di star facendo la cosa giusta, sia lei per un punto di vista personale, sia per lui, per essere sicura che non voglia scappare né che quell'azione fosse un gesto di disperazione o ansia.

Le mani di Lauro, che ricambia il bacio, si stringono attorno alle cosce della ragazza, stringendole, tenendola ben vicino a lui, mentre quelle di Samantha, gli tirano e gli accarezzano i capelli biondi.
La stretta di Lauro si intensifica, preso da quel turbinio di emozioni, facendo alzare la ragazza sulle gambe e obbligando il ragazzo a tenerle una mano a circondarle la schiena, per mantenerla ferma, tirandola maggiormente su di sé, appoggiandosi con la testa al muro.

È lei a staccarsi da Lauro, che socchiude gli occhi, continuando a lasciarle piccoli baci sulle labbra, leccandogliele per inumidirle e mordendogliele per renderle ancora più gonfie, rosse e belle alla vista e da mordere.

Dopo una trentina di secondi ferma queste attenzioni, guardando Samantha, chiedendole con lo sguardo cosa la blocca:

"Senti, ma te lo fai per divertimento?"

Il biondo si allontana, abbandonando la presa sulla schiena di Samantha e portandosi la mano dietro la testa, guardandolo dubbioso di quella domanda:

"Questi baci, questi comportamenti, questo legame che stai avendo con me. Sono solo falsi? Lo fai solo per divertimento?"

"Perché pensi a questo? Davvero interrompi un momento del genere in questo modo? Con queste paranoie?"

Sbuffa lui annoiato, spostando la mano e circondando il collo di Samantha, accarezzandoglielo, tracciando linee discontinue:

"Rispondimi."

"No, non sei un divertimento, possiamo continuare?"

La sgrida, stanco di quelle preoccupazioni che Samantha non deve avere, sia perché rovinano il momento formato, sia perché, realmente, non le pensa. Magari in passato sì, magari in futuro lo penserà di nuovo, ma in quel momento, in quegli attimi, in quella camera, quei pensieri non alleggiano minimamente né nella sua mente, né nei suoi baci e nemmeno nelle sue carezze.

Lei lo guarda storta e lui capisce di non averla convinta, ma forse non si sarebbe convinto neanche lui con il tono che ha usato.
Le sue mani si spostano sui fianchi della ragazza, tenendola ben salda:

"Hey, Sam..."

Abbassa la voce, addolcendola come può e come riesce, iniziando ad accarezzare il corpo della ragazza tra le sue mani, che è bloccata da questa presa, ma il suo sguardo è infastidito, arrabbiato:

"No, ok? Non sei un divertimento, non sei il mio divertimento. Io sono un pazzo, un pazzo che gioca con l'amore come non ci fosse un domani, come se questo sentimento non esistesse e non fosse realmente importante. Non so amare e questa è una delle prime cose che dovresti aver compreso di me. Non so cosa mi stia succedendo né quanto durerà, ma ora mi sento bene e sono convinto di non starti usando."

Le dice, seriamente, alzando nuovamente la mano sul collo della ragazza, accarezzandole con un pollice la guancia e avvicinandola, piano a sé:

"Ne sei sicuro? Non mentirmi, sento troppe bugie."

"Senti..." Le afferra una mano, portandosela all'altezza del cuore e tacendo, permettendo alla ragazza di sentire il suo cuore battere più velocemente del solito: "Capito? Non voglio che sembri una stupida scena da cliché e da film di serie Z, ma se le mie parole possono trarti in inganno, ascolta il mio corpo e il mio cuore, quello non può mentire, non mente, non posso controllarlo. Capisci che non ti sto mentendo dicendoti che non sei un giochino?"

La guarda, cercando di convincerla anche con lo sguardo. Gli occhi di lei gli analizzano il volto, come per cercare un tratto di menzogna o di falsità, ma non lo trovano, non riescono a trovarlo negli occhi lucidi e stanchi del ragazzo:

"Ti fidi?" Sussurra lui sulle sue labbra:"Solo per stanotte... Fidati di me."

"Solo per stanotte?"

"Sì. Per stanotte." Le accarezza le dita della mano, alzandosela fino alle labbra e baciandola: "Domani ci ripenseremo. Stasera viviamocela. Ti va?"

Non le permette risposte né niente, le accarezza la nuca, afferrandola e avvicinandola, riprendendo a baciarla.
Nonostante il silenzio, Samantha ricambia, accarezzandogli il petto da sopra il tessuto della maglietta, tirandogliela, mentre le mani di Lauro finiscono sulla schiena di lei, sotto la maglietta, sfiorandole gli slip e tirandoli giocosamente.

Una volta staccatasi dalle sue labbra, Samantha inizia a baciargli il collo, accarezzandoglielo con le labbra e mordendolo leggermente:

"Levatela..."

Le ordina con un sussurro, tirandole i bordi della maglietta. Lei si allontana, tirandosi verso l'alto i lembi del tessuto, facendosi aiutare dal ragazzo, felice di spogliarla in quel momento delicato e particolare che hanno realizzato:

"Quanto sei bella..."

Le traccia la linea del torace, passandole le dita tra i seni, fino all'ombelico, sentendola rabbrividire sotto il suo tocco:

"Soffri il solletico?"

La deride, desideroso di sapere la sua risposta che, non arrivandogli, risulta retorica: il solletico non c'entra nulla in quel momento, sono ben altri brividi.
L'anticipa per l'ennesima volta, alzandosi poco sulla schiena, e togliendosi la maglietta, imitandola, restando a petto nudo:

"Questi tatuaggi Lauro..."

"Che hanno?"

"Sono tanti, sono grandi, ti coprono tutto il petto. Sono strani..."

"Cosa dovrei tatuarmi secondo te?"

Le domanda, curioso e interessato, accarezzandole i fianchi e facendole passare le mani sotto l'elastico degli slip, allargandoli con la propria presa e giocandoci, spostandola meglio sui suoi di fianchi:

"Delle piante."

"D'erba?" Ironizza lui, prendendola in giro, mentre lei sorride:

"No, no, pensavo a delle palme."

"Palme?" Inarca un sopracciglio, confuso:

"È qualcosa di bello, mi piacciono le palme, sono simbolo dell'estate, della libertà, delle spiagge sulle quali tutti vorremmo andare."

"Ti piacerebbe andarci un giorno?"

La guarda negli occhi con questa domanda, tornando serio e spostando le mani dall'intimo di lei. Samantha non lo guarda più. È come se fosse tornata a concentrarsi sul corpo di lui, tirandosi indietro ed afferrando tra le mani il bordo della tuta di Lauro, abbassandogliela e cercando di levarla:

"Rispondimi."

"Lauro, no, non mi piacerebbe..."

"Perché?"

Le blocca i polsi, evitandole di continuare a spogliarlo, per farla concentrare su di lui:

"Perché è felicità apparente e io odio questa cosa. Appena finisci quella settimana, quei giorni, quel mese, torni alla tristezza di tutti giorni, ancor più solo, ancor più abbandonato. Odio questo genere di cose, capisci? Sottolineano di più quanto la vita sia una merda."

"Ma l'hai detto te, è libertà, la libertà è bellissima e non è sempre apparente, quando inizi te ne innamori e non smetti più di sentirla addosso."

Samantha sbuffa, trattenendo una risata derisoria, limitandosi al sorriso e sobbalzando quando Lauro le afferra una mano, facendo intrecciare le loro dita:

"Un giorno ti porto a Miami, Miami Beach ti va?"

"Smettila con queste promesse, che poi penso davvero tu riesca a mantenere."

"Non mi credi? La mia musica piacerà e ci farò tanti soldi."

"Quando tu diventerai famoso, io sparirò dalla tua mente, ti dimenticherai di me e delle promesse."

"Non dire stronzate." Lauro si passa una mano tra i capelli, sgridandola: "Diventare famoso non mi cambierà la mentalità, non divento stupido, divento ricco. I soldi non annebbiano la mente, è l'importanza che noi scegliamo di dargli."

"Non dargli mai troppa importanza ai soldi, te ne prego Lauro, i soldi cambiano le persone, pur se loro sono convinte del contrario. Fai attenzione quando diventerai ricco, per favore."

"Certo. Per chi mi hai preso?" Lei non risponde, appoggiandosi con il viso al collo di lui e Lauro la stringe, accarezzandole la schiena: "La fama non mi cambierà, credimi. Non glielo permetterò."

"Non voglio perderti..."

"Non mi perderai." La tranquillizza lui, intrecciando le loro dita e guardandole: "Non mi perderai..." Le ripete come per assicurarla delle sue parole. La tira su di lui, baciandole il collo e accarezzandole i fianchi, passandole poi le mani sulla schiena:

"Possiamo continuare?"

Le domanda, dolcemente, per non farle credere che quello sia il suo obiettivo, ma ormai, pensa, non si torna indietro. Ha una ragazza mezza nuda sulla gambe, sarebbe da idiota lasciarsela scappare così. Le vuole davvero bene quella sera, si sente davvero bene con lei in quel momento, ma qualcosa lo vuole concludere.
È mentalmente diviso, come sempre.

Lei gli sorride, tranquillizzandolo e annullandogli ogni paranoia.
Gli prende i polsi tra le mani, portandoseli sulla schiena e facendogli un cenno con il viso, invitandolo a continuare.

Il biondo non se lo fa ripetere, le accarezza il pizzo del reggiseno per poi aprirlo, levandolo piano:

"Quanto sei bella..."

Le sussurra, ammirandola, perdendosi con gli occhi nelle forme del corpo minuto di Samantha, che sembra ancora più piccola, senza i vestiti, esclusi gli slip.
È lei che ricomincia a baciarlo, mentre lui la tira su di sé, sentendo il suo corpo contro il suo petto ed accarezzandoglielo dolcemente, facendola muovere sui suoi fianchi e facendola ansimare leggermente quando inizia a morderle il collo:

"Spogliati."

Le sussurra, eccitato, Lauro, mentre le accarezza i fianchi e la schiena, scendendo, fino a stringere in una sua mano una natica della ragazza, mordendole una spalla:

"Spogliami..."

Le risponde provocatoria la ragazza e lui non se lo fa ripetere, prendendo l'elastico del suo intimo e abbassandoglielo, levandoglielo definitivamente e aiutando lei a finire di spogliarlo. Scambia le posizioni, bloccandola sotto di sé e continuando a baciarle il collo, martoriandolo di morsi, così come fa coi seni, fino ad arrivare all'ombelico, guardandola negli occhi, come per chiederle un silenzioso permesso per proseguire.

È il sorriso di lei che lo invita a continuare, facendogli abbassare il viso tra le sue gambe, iniziando a morderle l'interno delle cosce, lasciandole dei segni rossi e facendola ansimare sotto i suoi baci:

"Sei così piccola e innocente, non so se me la sento di sporcarti."

Le dice, tornando a pochi centimetri dalle sue labbra e baciandole:

"Lo dici come se fossi vergine, La', ti prego." Gli risponde lei, quasi prendendolo in giro, accarezzandogli le braccia e il viso, passandogli poi i polpastrelli sul petto, facendolo fremere quando gli tocca determinate parti più sensibili di altre:

"Lo so... Ma mi sembra sempre di vedere in te una persona completamente opposta a me. Te non meriti questa vita e questo mondo."

"Va bene, forse hai ragione, ma non ha importanza, siamo entrambi chiusi in queste quattro mura di dolore e non ne usciremo mai."

"Perché continui a pensarlo? La musica mi porterà lontano e tu verrai con me, mica ti abbandono."

"Porterà lontano te." Gli accarezza il viso, baciandoglielo su alcuni punti: "Io resterò ingabbiata qua. Non esistono lieto fine per i ragazzi del blocco. Te non lo sei, non voglio che tu lo sia, tu sei un sognatore, Lauro.
Io solo un uccello in gabbia che ammira i gabbiani invidiandoli, conscio che non potrà mai essere come loro."

"Sam...Non dire 'ste cose sai che non è co..."

"Lauro ti prego, non parliamone, non siamo qua per parlare di queste cose. Scopami e basta..."

Sussurra, quasi addolorata, stringendosi alle spalle del ragazzo, che scuote leggermente la testa, in pieno disaccordo con le parole di lei e triste per le ultime tre parole da lei usate. Non le va contro, ma si è sentito quasi ferito da quelle parole: non se le aspettava.

Annuisce comunque, spostandosi da lei e prendendo il preservativo, non desideroso di dare alla ragazza una seconda gravidanza indesiderata da entrambe le parti.
Se lo mette, sistemandosi tra le gambe della ragazza e guardandola, mentre lei fissa un punto alla sua destra:

"Sam...Mi devi dire qualcosa prima che..."

"No. Vai."

Gli accarezza il viso, mentre lui, con una delicatezza che nei precedenti rapporti non aveva mai utilizzato, entra in lei, passandole le mani sui fianchi e sul viso. Quelle della ragazza giocano coi suoi capelli, passando poi sulla schiena, stringendolo a sé, baciandolo.

Non appena si stacca dal bacio, Samantha appoggia il viso nell'incavo del collo del biondo, mentre lui continua con i suoi movimenti, sempre dolci, per nulla violenti o rudi come suo solito. Si sente bene tra quelle braccia. Sa che sarà solo per quella sera, ma a lui sta bene anche così. Gli bastano quelle ore per sentirsi vivo con una persona con cui sta bene:

"Che ti succede Là? Non sei mai così silenzioso"

"Sono un po' esausto sinceramente, tante emozioni tutte insieme, stanno succedendo troppe cose. Voglio solo rilassarmi, non va bene?"

"Va benissimo, è perfetto." Sussurra, baciandogli il collo e ispirando il suo profumo, affondando in quei baci i pochi gemiti causati dalle poche spinte leggermente più decise del biondo.



Le braccia di Samantha si legano attorno al collo di Lauro, mentre un suo braccio le circonda la schiena:

"Che hai?"

Le domanda, chiedendosi perché, da quando hanno concluso il rapporto, la ragazza non lo guardi in faccia, lo eviti volontariamente.

Samantha non risponde, accarezzandosi i capelli, tornando a stringere il biondo, come fosse la sua unica salvezza:

"Ti ho fatto una domanda, gradirei una risposta."

"Nulla La'."

"L'unica risposta che non volevo. Dimmi che cazzo ti prende."

"Penso a Lisa."

Lauro tace, non pronto a quella risposta, per quanto potesse essere ovvia e il suo sguardo vaga sul letto vuoto a fianco al loro. Si limita a stringerla, accarezzandole i capelli:

"Dormi e non pensarci. Domani farà meno male."

"Cosa farò senza di lei, Lauro? Non posso continuare a vivere qua, non guadagno abbastanza per mantenere 'sta casa."

"Ci pensiamo..." Sospira Lauro, tracciando righe sulla schiena della ragazza: "Potresti venire a stare in villa e poi potrei aiutarti a mantenere un appartamento più piccolo."

"Sto perdendo tutto Lauro..." Singhiozza Samantha: "Sto perdendo ogni singola cosa che ho attorno, non posso fare niente per evitarlo. Mi sto uccidendo da sola, il mio carattere mi sta martoriando dall'interno. Il mio egoismo mangia vive le persone che ho attorno, la mia curiosità le distrugge una dopo l'altra, allontanandole. Non ne posso più."

"Per quello esistiamo assieme e funzioniamo come persone..." Le dice Lauro: "Le persone distrutte come noi, non funzionano con persone integre. Chi è spezzato non va d'accordo con chi è integro. Perché non possono riconoscerci e capire, così come non possiamo farlo noi con loro. Ecco perché non andiamo d'accordo con tutti. Sai..."

Sospira, passandosi una mano nei capelli biondi: "Esistono due tipi di bambini: quelli che non hanno mai provato la sofferenza e quelli che non hanno mai provato l'amore, chi non è mai stato ricco e chi non è mai stato povero, chi non ha mai visto la luce e chi non ha mai vissuto il buio, chi non ha mai rubato e chi non ha mai potuto comprarsi neanche una caramella. Questi due opposti vedono e vivono il mondo in modo diverso e tutto è diverso ai loro occhi e per il loro futuro.

Il bene e il male sono così soggettivi. È chi sta al potere che impone cosa sia giusto e cosa no, ma è tutto così ridicolo e scelto da altri. Pensa con la tua mente Sam, se qualcosa lo ritieni giusto, fallo, fallo e fregatene, che abbiamo solo una vita e dobbiamo godercela.

Per quello oggi non ho detto nulla quando mi hai sparato alla mano, avrei potuto abbandonarti lì, prenderti la pistola e spararti, perché te lo meritavi, perché non devi alzare armi sul tuo capo e lo sai. Ma ho evitato. Ho evitato anche di agitarti ulteriormente, di strapparti l'arma di mano e farti del male.
Non l'ho fatto perché era sbagliato.
Era sbagliato farti sentire in colpa per avermi ferito, era sbagliato spararti, era sbagliato agitarti.

Era sbagliato tutto e basta.

È stato sbagliato sparare alla tua amica, ma io che potevo farci ormai? Non è stata colpa mia. Il mio compito era solo tranquillizzarti, perché in te, ore fa, ho riconosciuto un me di cinque anni fa, spaventato e solo. Non potevo rischiare tentassi di spararti per disperazione, già ci avevo provato io..."

"Hai provato ad ucciderti?"

"Di tutto il discorso hai afferrato solo questa cosa?" La rimprovera, scuotendo la testa:

"No, ma..."

"Sì, ho provato a spararmi, ma nulla di nuovo, ci penso sempre e ci provo spesso, ma non ci riesco mai" Sospira triste: "Non ci riesco mai perché ripenso a tutto ciò che ho attorno, a mio fratello che rischia la galera per me sempre, a mia madre, che mi sogna e mi chiama ogni giorno, sperando le risponda, ma la distruggerei senza volerlo e non posso, a mio padre che chissà che inferno sta facendo passare a mia madre senza di me in casa. Capisci? Ho troppi pensieri per una sola testa e una vita difficile che sono obbligato a vivere per non morire e per non uccidere altre persone."

"Sei come una madre, La'."

Lauro alza lo sguardo interrogativo sulla ragazza, che ora lo osserva con un leggero sorriso accennato:

"Un ragazzo madre, no? Ti preoccupi dei tuoi amici e dei tuoi bimbi come fossero tuoi figli da sempre, non li abbandoni nel dolore come potresti fare, li ami più della tua vita. Lauro, hai l'amore di una madre dietro quegli occhi, come puoi non capirlo?"

"Sono stronzate Sam. Tu mi vedi così adesso, dopo aver scopato, perché mi stai vedendo più debole, più umano, più sentimentale, ma domani smetterai di pensare queste cose. Le pensi qua. In queste quattro mura, poi incontri uno per strada, magari un bastardo che ho minacciato di morte per venti euro e la tua idea cambia.
E mi vedi come un mostro, perché questo sono, rovino vite, spezzo sogni, sparo a delle persone, ne rapino altre. Come puoi pensare a me come una madre?"

"Perché tu non sei così. E me lo dimostri raramente, ma me lo dimostri e quando lo fai, lo fai compensando tutto il resto. Lauro, te sei protetto da qualcosa. E questo qualcosa ti fa restare così umano alle spalle dei tuoi amici, dei tuoi colleghi, dei tuoi soci, neanche so come chiamarli, che ti fanno differenziare completamente da loro. Te sei diverso Lauro e no..."

Samantha scuote la testa con disapprovazione:

"Non lo dico perché, come dici tu, abbiamo appena scopato e sei più stanco e vittima di tutto ciò. Lo dico perché lo penso davvero, perché non è la prima volta che ti dimostri umano con me alle spalle di tutti gli altri.

Ho bisogno di te nella mia vita."

"Non dirlo."

Sospira il biondo, negando con il viso:

"Non dire questa frase. Nessuno ha bisogno di nessuno nella propria vita. Non darmi questo peso. Non voglio che tu abbia bisogno di me. Ti prego. Non farlo."

Samantha tace, quasi delusa da quella parole e dal tono freddo con le quali Lauro le ha emesse, ma non immagina neanche il dolore e la lotta psicologica nella quale Lauro è immerso:

"Spostati ora, devo fumare, mi sto sentendo male."

Alza la voce, spostandola dal suo petto e afferrando i suoi jeans cercando, disperatamente, il pacchetto di sigarette e prendendo un accendino dal comodino di Samantha, accendendosene subito una e sedendosi sul letto, ignorando lo sguardo della ragazza:

"Dove hai il posacenere?"

Domanda, guardandosi attorno e lei, seppur contrariata, glielo passa, dopo essere stata ringraziata freddamente.
Dopo qualche minuto lo imita, accendendosi anche lei una sigaretta, sentendosi quasi strana a non vedere il ragazzo con in mano una canna, ma una semplice sigaretta.

Una volta spenta, prima di lui che nel mentre ne ha accesa un'altra, Samantha si sdraia affondando il viso nel cuscino e restando ad osservare il ragazzo, esausta da tutto:

"Stanotte resti?"

"Certo. Te l'ho detto."

"Grazie."

"Nulla."

Conclude senza mezzi termini, facendo un altro tiro alla sigaretta, spegnendola nel posacenere e appoggiandolo nuovamente sul comodino, tornando a fissare la ragazza, ricambiando il suo sguardo:

"Vuoi provare a dormire un po'?"

"Ma te dormi con me?"

"Se mi vuoi e se ci sto, sì, sennò dormo sul pavimento senza il minimo problema, a me va benissimo così."

"Figurati, ci mancherebbe, ma intendevo se dormissi subito o aspettassi."

"No, dormo subito, sto crollando, sinceramente."

Samantha sorride, felice di quella risposta: vuole dormire insieme al ragazzo per una volta, senza malizia o altro. Gli fa posto, guardandolo sdraiarsi a fianco a lei e stringerla, per starci meglio, riportandola su di sé:

"Dormi adesso Sam, ma sul serio."

"Devi dormire anche te."

"Ci posso provare, ma sono qua per assicurarmi che tu stia bene, quindi se non dormo non succede assolutamente nulla, sono abituato. Riposati te."

E inizia ad accarezzarle la schiena, giocando coi lembi della maglietta e stringendola a sé, baciandole i capelli, domandandosi cosa gli stia prendendo.

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