Sólo tú y yo. || Paulo Dybala...

By sofjiax

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"Ma io lo amo. Non ho mai amato nessun altro nel modo in cui amo lui e, onestamente, penso che non smetterò m... More

Introduzione
Capitolo 1 - Martina.
Capitolo 2 - El comienzo de todo.
Capitolo 3 - ¿Porqué esperar?
Capitolo 4 - ¿No tienes prisa, verdad?
Capitolo 5 - No me lo esperaba.
Capitolo 6 - Espectacular.
Capitolo 7 - Inspiración.
Capitolo 8 - En su casa a la mañana.
Capitolo 9 - ¿Qué responderías?
Capitolo 10 - Presentaciones.
Capitolo 11 - Embelesarse a mirarlo.
Capitolo 12 - Mí paraíso.
Capitolo 13 - Mí regalo eres tú.
Capitolo 14 - Amor.
Capitolo 15 - Inseguridades.
Capitolo 16 - Te amo.
Capitolo 17 - Momentos.
Capitolo 18 - Toda tú energía.
Capitolo 19 - Su primer amor.
Capitolo 20 - New York.
Capitolo 22 - New Year's Eve.
Capitolo 23 - Todo el amor en una noche.
Capitolo 24 - Promesas.
Capitolo 25 - Te deseo.
Capitolo 26 - Hasta pronto.
Capitolo 27 - La distancia sospechosa.
Capitolo 28 - Viejos amigos.
Capitolo 29 - Se vuelve a la normalidad.
Capitolo 30 - Un coloquio muy importante.
Capitolo 31 - Un nuevo capítulo.
Capitolo 32 - Dos corazones en un hogar.
Capitolo 33 - Alicia.
Capitolo 34 - Aeropuertos.
Capitolo 35 - Volver a casa.
Capitolo 36 - Ganar el campeonato.
Capitolo 37 - Laguna Larga.
Capitolo 38 - Hola, papá.
Capitolo 39 - Para siempre.
Epigolo.
Ringraziamenti.
Nuova storia.

Capitolo 21 - Vista desde arriba.

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By sofjiax

It's New York, baby, always jacked up
Whole tunnels, foreign noses always backed up.
When she's alone, she goes home to a cactus
In a black dress, she's such an actress.
[Kiwi, Harry Styles.]
~~~

Le macchine scorrevano veloci, così come gli edifici altissimi, oltre il finestrino del taxi che ci stava portando all'hotel.

Quando vi arrivammo restai davvero senza parole: eravamo davanti Palace, nell'Upper East Side, uno dei quartieri più lussuosi di New York. Non mi aspettavo un simile hotel, pensavo saremmo andati al massimo in uno a quattro stelle, non certo 5 stelle plus.
La haul, nemmeno a dirlo era meravigliosa, e lo stesso per la camera: un letto enorme al centro della stanza, un salottino e un bagno con una vasca da sogno; tutto in varie tonalità di oro.

Paulo stava elencando tutte le cose mega rilassanti presenti nell'hotel: piscina, spa, idromassaggi vari, palestra, terrazza...

Non appena sentii di quest'ultima parlai:       "Paulo? Dobbiamo andare." interruppi la sua lista di cose da privilegiato,                                   "Dove? Io ti stavo raccontando..." si lamentò in tono infantile,                                                           "Vieni con me e basta."

Arrivammo all'ascensore e cliccammo 30° piano. Appena arrivammo sul tetto, una meravigliosa terrazza, rimasi a bocca aperta: la West 63rd Street dall'alto al tramonto era bellissima, poi si vedeva Central Park, Broadway e tutto era illuminato, tutto era strabiliante.

Pensai che tutto ciò che stavo vivendo fosse davvero impensabile ed insensato.

Paulo mi abbracciava da dietro, ed io avevo le dita intrecciate alle sue:
"So che sei stanca, che c'è il jet-lag eccetera eccetera eccetera," disse "ma non ho prenotato niente per cena, strano ma vero. Quindi cosa ti va di fare, princesa?"

Sorrisi d'istinto ed il mio cuore prese a battere sempre più veloce. Mi girai di scatto a gli accarezzai la guancia sinistra, per poi iniziare a baciarlo con tanta passione quanta non pensavo che ne esistesse.

"Era un po' che non mi chiamavi così. Pero tu princesa ahora quiere comer algo, así que quería ir al McDonald's que está a Times Square. Está bien por tí?" [però la tua principessa ora vuole mangiare qualcosa, quindi vorrei andare al McDonald's a Times Square. Ti va bene?]                                               "Vale, está bien. Solo porque somos de vacaciones y el hotel es muy lujoso, así que el Mc compensa el lujo." [okay, va bene. solo perché siamo in vacanza e l'hotel è molto lussuoso, così il Mc compensa il lusso.]               "Ti amo ancora di più quando fai questi ragionamenti senza senso e del tutto a caso." dissi, mentre scendevamo mano nella mano le scale.                                                                           "Io ti amo sempre."

Prendemmo un taxi, e ci addentrammo in un affollatissimo Mc Donald's newyorkese, in cui dovemmo aspettare più di un'ora prima di trovare un posto libero per sederci. Se non altro, la gente lì non si faceva alcun tipo di problema nell'abbuffarsi, e sorrisi pensando a quanto l'America avesse sempre significato, per me, la libertà di essere.                                             Quando, finalmente, finimmo di mangiare, ci limitammo a fare un giro per Central Park prima di tornare in hotel, visto che entrambi eravamo stanchi a causa del viaggio.

Il poco che vidi quella sera di Central Park, bastò a lasciarmi a bocca aperta. Prima di tutto era enorme, e poi ogni angolo era suggestivo: c'era un laghetto al centro, e ogni singola aiuola era ricca di alberi e, in primavera, sarebbe stata piena di fiori. In più, i lampioni proiettavano una luce giallognola che donava a quel luogo un qualcosa di romantico.

Appena rientrammo in camera feci una doccia, mi preparai per la notte e poi mi infilai sotto le coperte, mentre Paulo faceva una doccia.

l giorno dopo sarebbe stato Capodanno, e non sapevo cosa Paulo avesse in programma, né se avesse programmi, ma la consapevolezza di concludere un bellissimo capitolo della mia vita per iniziarne uno nuovo, accanto a lui, mi rendeva estremamente felice.

Paulo mi raggiunse a letto poco dopo essere uscito dalla doccia, ed io ero già in una specie di dormiveglia, perciò mi limitai a sorridergli nel buio, consapevole che lui non potesse vedermi.  Mi si sdraiò accanto, e mi riempì il collo di baci, prima di stringermi a sé. Poi sussurrò un "eres y siempre serás mí princesa, te amo", convinto che io stessi dormendo.         Molte volte mi sussurrava cose dolci prima di dormire, convinto che io stessi già riposando, nonostante, in realtà, non fosse così.

Stavamo facendo colazione, ed io ero intenta a osservare Paulo scegliere quale marmellata mettere sul pane, nel mentre bevevo il mio cappuccino, che era stranamente buono per essere americano. Tornammo in camera subito dopo colazione, per prepararci. Mi vestii con un paio di jeans e un maglione bianco più, ovviamente, il cappotto. Paulo aveva un paio di jeans e una felpa, e impiegai circa mezz'ora per convincerlo a mettere la giacca.

In realtà, il fatto che fosse il 31 Dicembre ci portò a spendere la giornata nelle vie della città, stracolme di persone che facevano shopping, che, come noi, erano turisti, che andavano a lavorare, che passeggiavano persi nei propri pensieri, che erano con la persona che amavano, o che speravano che questa giornata finisse velocemente.

Tornammo in hotel, e la curiosità per ciò che avremmo fatto quella sera mi assaliva sempre di più. Nonostante io avessi cercato di estorcere a Paulo un qualsiasi indizio, lui non aveva spiccicato parola, ed il fatto di non avere il controllo su tutto mi metteva parecchio in ansia.

Stavamo uscendo dall'ascensore, e io non mi arresi:

"Paulo Dybala, io ti ordino subito, in qualità di tua fidanzata, di dirmi come passeremo questa serata. Ti consiglio di sputare il rospo, altrimenti le opzioni sono due: io avrò una crisi di nervi e me ne andrò nel Queens a bere vodka insieme agli ubriaconi polacchi, oppure io organizzerò qualcos'altro e i tuoi programmi andranno nella merda." dissi, con tono prima convinto, ma poi finii per scoppiare a ridere, insieme a Paulo.                                                       "Sei mai stata in una discoteca fuori dall'Europa? Quelle giganti, che vedi nei film. " chiese, aprendosi in un sorriso,                             "No, non ero mai uscita dall'Europa, fino ad ora." dissi, pensando a quanti viaggi avrei voluto fare, fuori dal continente in cui vivevo e che, non ero riuscita a realizzare,                         "Bien, siempre hay una primera vez." [c'è sempre una prima volta].

Sorrisi, felice della mia vittoria e lo abbracciai con tutto l'amore che un abbraccio possa trasmettere, ed è davvero tanto.

Nonostante io non fossi una grande amante delle discoteche, Paulo sapeva che il Capodanno è sempre stato una delle mie feste preferite, e amavo festeggiarlo, specialmente in discoteca, con le persone che amavo. Adoravo fare il conto alla rovescia in mezzo a tantissime altre persone che, come me, erano pronte ad affrontare il nuovo anno. Mi affascinava il pensiero che ognuna di quelle persone avesse una storia, una vita in cui aveva dovuto superare delle difficoltà, ma nonostante ciò ora sarebbe stata lì, in quella discoteca, ad urlare con tutta la voce che aveva in corpo i numeri al contrario, in attesa di vedere ciò che il destino aveva preparato per loro in quella nuova storia, che era solo all'inizio.

Erano le sei del pomeriggio quando entrammo nella nostra camera, e saremmo dovuti uscire tre ore dopo, perciò avremmo avuto tutto il tempo di riposarci, e poi prepararci.

"Amore, hai visto le mie scarpe?" urlai dal bagno, mentre Paulo si trovava nella camera,     "Ora arrivano." rispose lui, entrando in bagno.

Appena lo vidi rimasi esterrefatta, era bellissimo: aveva un paio di pantaloni neri e la camicia bianca, da cui trasparivano i suoi tatuaggi, che amavo alla follia. I suoi occhi grigio azzurri mi fissavano, pieni di vita come non mai, ed i suoi capelli erano perfettamente sistemati, con un piccolo ciuffo che ricadeva sulla fronte. Mi fermai a guardarlo un po' più del dovuto, prima di prendere in mano le mie scarpe con il tacco ed indossarle.

Avevo scelto di indossare un vestito in velluto nero, corto e con le maniche a tre quarti, che avevo comprato pochi giorni prima con Melissa, e l'avevo abbinato ad un paio di scarpe altissime, per i miei standard, tutte argento, stesso colore della borsa che avrei indossato sopra al cappotto nero.

Paulo mi guardò attentamente mentre infilavo le scarpe, e successivamente mi alzavo in piedi per darmi un'ultima controllata allo specchio:

"Wow," disse, senza togliermi gli occhi di dosso, "sei davvero bellissima." concluse.

Non sapevo cosa dire, mi sentivo un po' in imbarazzo, per via di quell'abbigliamento non perfettamente nel mio stile, quindi mi limitai ad avvicinarmi a Paulo, appoggiato alla porta del bagno, e dargli un bacio. Pochi secondi dopo le sue braccia mi cinsero i fianchi, poi rabbrividii quando la mia schiena sfiorò la superficie candida della porta.

"Arriveremo in ritardo." sussurrai all'orecchio di Paulo, nonostante non fossi molto convinta.

Lui mi guardò negli occhi, per poi baciarmi un'ultima volta.

Poi mi prese per mano ed uscimmo dalla camera.

Hello everybody!
Spero vi piaccia, in questi capitoli ci ho messo il cuore, visto che NewYork è una delle mie due città preferite.
Hope you enjoy, all the love. ♥️
Sofia.

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