Recensioni Brillanti

By GemmeDaScoprire

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Salve a tutti voi! Vi diamo un caloroso benvenuto su questa raccolta di Recensioni Brillanti! In questo s... More

Recensioni Brillanti
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'La Terza Legge' di soundless_wind

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By GemmeDaScoprire

Titolo: La Terza Legge

Autore: soundless_wind

Genere: One Shot

Sottogenere: Horror, Fantasy

Trama: Enya e Judar sono una coppia sposata da tempo che ha perso il proprio figlio, Gillian, troppo presto a causa di uno scherzo finito male con i suoi amici. Enya, non riuscendo a convivere col dolore causato dalla perdita del bambino, si fa trascinare dalla pazzia finché decide di fare uso della magia, utilizzando uno degli incantesimi proibiti dalle tre leggi della trinità del suo mondo. Condanna così a una morte lenta e dolorosa le varie vittime e sacrifici, ma anche loro stessi, pur di far tornare in vita il caro figlioletto, il quale avrà perso in parte la sua umanità per via del cuore donato dal Carceriere Araldo della Morte, colui che deve essere invocato per realizzare quel rito.

1. Correttezza grammaticale:

- Punteggiatura. La punteggiatura è usata in modo proprio, anche se alcune volte le virgole rallentano un po' troppo le frasi. Eccone qualche esempio:

Sotto braccio, teneva il bambino, anch'esso vittima -> Consigliamo qui di rimuovere la virgola dopo "braccio" poiché, successivamente, troviamo un'altra virgola e questo potrebbe spezzare il fiato nel leggere e, di conseguenza, causare disturbo. La frase quindi andrebbe un po' cambiata per quadrare meglio, e diventerebbe "Teneva il bambino sotto braccio, anch'esso vittima".

Ovviamente per una sola frase di questo tipo non c'è alcun problema, ma se diventano più di uno nello stesso capitolo iniziano a rallentare un po' i paragrafi.

A parte questo, qualche piccolo accorgimento su virgole e punti è giusto da far notare:

La casetta in fondo al sentiero ciottolato era immersa nel buio, quando i due maghi la raggiunsero. Proprio come tutte quelle che avevano visitato in precedenza, la notte era entrata con prepotenza nell'abitazione e aveva costretto gli inquilini a spegnersi in attesa del nuovo giorno. -> Il punto posizionato dopo "raggiunsero" non rende chiaro cosa tu voglia dire esattamente nella frase successiva. Vuoi spiegare che tutte le casette che avevano visitato erano immerse nel buio o che in tutte le casette la notte era entrata con prepotenza? Nel caso in cui sia la prima, il punto andrebbe posizionato al posto della virgola successiva e la virgola al posto del punto. Nel caso in cui sia la seconda, invece, suggeriamo di riformulare la frase, magari cambiando il soggetto della principale, oppure aggiungendo semplicemente "Proprio come in tutte quelle".

Sarebbe stato un altro lavoro pulito, la donna ne era sicura: niente urla, niente lotta, ma tanto sangue versato: quello di chi avrebbe pagato per la sua grave colpa. -> I due punti non possono essere inseriti uno dopo l'altro. Ti consigliamo di inserire un punto al posto dei primi due punti e lasciare i secondi.

Questione di pochi secondi, e quella giovinezza sarebbe sfiorita, estirpata a forza, [...] -> Qui la virgola prima della congiunzione "e" non è necessaria, trattandosi di una coordinante.

Per riassumere, bisogna dare giusto un'occhiata ai vari segni di punteggiatura, ma perlopiù è tutto perfetto.

- Verbi. Con i verbi non abbiamo riscontrato alcun problema. Il tempo utilizzato è il passato remoto, e la consecutio temporum è stata rispettata dall'inizio alla fine se non per una frasetta:

La maga approfittò dello stato catatonico indotto a Linna per spogliarla di ogni vestito, quindi recuperò il coltello e inciderla con una lunga e profonda linea verticale dal torso all'inguine -> "e la incise". Oppure, se il problema non è il verbo, manca un pezzo di frase che dovrebbe renderla più sensata.

- Altro. Nel primo capitolo c'è una ripetizione che ti segnaliamo:

con un gesto gli intimò di infilarsi nella camera dove il figlioletto sognava beato.
Lei invece s'introdusse quatta quatta nella camera[...]

Sempre nel primo capitolo, a volte mancano degli spazi:

chel'incantatrice

furidotto

Nulla poteva fare se non accompagnarla nel viaggio di non ritorno verso la pazzia che presto, lo sapeva, avrebbe intrapreso anche lui. -> in questo modo, il pronome "che" si riferisce a pazzia, non a viaggio, e serve rileggere la frase per capirla bene, quindi intrapreso non è proprio il termine più adatto. Se vuoi che il pronome si riferisca a "viaggio", potresti mettere una virgola prima di esso, oppure, scelta più consigliata, riformulare la frase in modo che quel che non sembri riferito a pazzia.

Quando si usano i trattini per fare un elenco, dopo il trattino va lasciato uno spazio:

-Non usare la magia per [...] -> - Non

2. Narrazione:

- Terminologia. Il registro si colloca sul medio-alto, adatto a questo genere di racconti. A tratti, la terminologia è forbita, il vocabolario molto vario è utilizzato in modo da dare alla storia quell'arcanità che racconta anche. C'è un'interessante scelta di parole nei momenti più cruenti, l'autore si è impegnato davvero molto a sottolineare i punti crudi e risaltarli.

Abbiamo solo alcune cose da segnalare:

Sotto braccio, teneva il bambino, anch'esso vittima -> nonostante talvolta ci siano particolari scelte di parole, il bambino è una persona (anche se ormai è morto), non una cosa, quindi sarebbe più adatto "egli" come pronome.

sei peccatoreeee! -> fermo restando che è sempre poco carino leggere una vocale strascinata, alcuni affermano che quando si vuole inserire una ripetizione di una lettera, bisogna scriverla per tre volte e non oltre, un po' come i punti di sospensione. Altri invece che è una cosa che non si fa proprio in un romanzo. Per sicurezza, noi consigliamo sempre di non utilizzare vocali ripetute e, tutt'al più, specificare nella narrazione il modo in cui una parola viene prolungata.

- Descrizioni. Qui abbiamo vari tipi di descrizioni. Una di queste è senza alcun dubbio quella degli omicidi e del rituale: cruda, spietata, ma chiara, non adatta ai cuori deboli, ricca di particolari e scritta minuziosamente; l'altra, meno importante, è quella delle abitazioni e delle persone: per le abitazioni si può sorvolare, poiché l'azione di entrare in casa per uccidere i "peccatori" deve essere rapida e furtiva, mentre quella dei corpi dei bambini (quando sono ancora integri) o anche di Judar è un po' scarna, cosa che non è valida per Gillian, l'Araldo ed Enya. Sarebbe carino aggiungere giusto qualche accenno ai capelli, occhi, statura (o anche brevissimi aneddoti di quando erano in vita) per le vittime, magari evidenziando il terrore nei loro occhi, l'unico punto che possono muovere.

La descrizione dell'Araldo è una di quelle che ci è piaciuta di più. Macabra fino alla fine, ce l'ha fatto davvero visualizzare davanti ai nostri occhi come se ci trovassimo lì. Stessa cosa vale per tutte le scene che seguono, crediamo che il finale sia uno dei punti più ben descritti.

Ci è piaciuta molto anche la parte finale del primo capitolo, dove l'orrore inizia e noi non ce l'aspettiamo totalmente. C'è solo un'espressione che stona vagamente: "rideva come una matta" è concettualmente giusto, ma tutto il resto è espresso in modo molto macabro, ben descritto, tanto che crediamo che questa citata risata dalla poca sanità mentale possa essere espressa tra le righe in modo altrettanto inquietante e descritta più egregiamente.

- Dialoghi. Per i dialoghi nulla da dire. Magari erano pochi, ma nei contenuti erano buoni abbastanza da far comprendere i pensieri dei personaggi.

Di solito è abbastanza complicato appassionare il lettore fin da subito senza la presenza di dialoghi che alleggeriscono la narrazione, eppure questa scorre fluida anche senza la presenza di essi.

- Ritmo della narrazione. La narrazione scorre rapida, calzante, non soffermandosi su dettagli superflui. Nonostante sia una storia breve, cattura il lettore quasi fin da subito e lo tiene incollato ai capitoli con un ritmo ben scandito dalla mano dell'autore.

La narrazione è più lenta verso l'inizio, ma è una scelta ben ponderata che aiuta il lettore a immedesimarsi al massimo nella storia, e poi si fa più rapida più avanti, verso i capitoli riguardanti il rituale. Scelta più che adeguata.

3. Analisi completa delle tematiche:

Fra le tematiche senza alcun dubbio spiccano quelle appartenenti alla sfera emotiva e psicologica: il dolore, il dubbio, le conseguenze delle azioni e anche le conseguenze di emozioni troppo forti che non sempre si riescono a gestire nel migliore dei modi, ed è il caso di Enya per la morte del figlio e di Judar per l'amore verso la moglie.

Enya perde totalmente in senno per via della morte del figlio dovuta, secondo il suo punto di vista, dal peccato degli altri bambini e di conseguenza delle famiglie che li hanno allevati. La pazzia è come uno scudo che la protegge dal dolore, la avvolge completamente fino alla fine anche nell'atto della morte.

Per quanto riguarda Judar, lui ci prova a inseguire questa fantomatica forza che continua a mandare avanti la moglie, ma alla fine non riesce ad abbandonarsi ad essa. Si ricrede all'ultimo, ma ormai è troppo tardi: non c'è modo di redimersi. Non c'è perdono per chi ha infranto la legge.

Altre tematiche ma non meno importanti sono la morte e la conseguente perdita, l'infrangere la legge e, come prima, le conseguenze del non rispettarla. Crediamo che tutte siano state trattate abbastanza adeguatamente nonostante si tratti di una storia breve, nulla è stato sbrigativo o non appropriato.

4. Originalità:

- Impatto iniziale. Solitamente tendiamo a condannare la scelta di non impostare una sinossi. Per le one shot e le storie brevi questa convinzione è più flebile, ma comunque presente: è difficile che qualcuno apra una storia e decida di leggerla senza una sinossi. Tuttavia, in questo caso quella frase, così tanto legata al racconto da poter contenerne l'essenza stessa, è abbastanza per incuriosire il lettore insieme alla copertina e indurlo ad aprire la storia, che si prospetta originale e interessante come in realtà è.

- Originalità della storia nel complesso. Di storie di genere horror non se ne vedono molte sulla piattaforma, e questa è già una spinta in più per l'originalità, tuttavia, ciò che rende la storia particolare nel suo genere sono gli argomenti trattati e, più che altro, il modo in cui ciò viene fatto. Se già la storia è originale da sé, l'autore ha contribuito a renderla unica: sono le descrizioni tessute da mani esperte che ci riescono, la scelta delle parole, la mostra di tutte le emozioni che i due coniugi provano, e la dimostrazione palese delle conseguenze che la pazzia della donna ha portato.

- Originalità del titolo. Ammettiamo di non aver mai visto una storia con questo nome. Così come abbiamo detto per la sinossi, crediamo che possa rappresentare in tutto e per tutto la storia, o per lo meno coglie il fulcro dell'opera.

5. Analisi delle falle:

- Contraddizioni. Abbiamo letto (nell'ultimo capitolo se non sbagliamo) che il vento era talmente forte da aver lacerato la pelle, c'era anche una piccola parte che narrava come la testa di Enya fosse in parte staccata dal collo. Ecco, ci è sembrato un tantino surreale che lei riuscisse a vivere ancora nonostante ciò, anche perché si è letto di lei che stacca quasi la testa al marito, e che lui muore.

- Pezzi mancanti. Avremmo preferito una piccola introduzione sul mondo magico di Enya e Judar e sul loro paese. Capiamo che è una storia breve e che quindi non può essere fin troppo sviluppato il mondo che la circonda, ma giusto qualche riga in più qua e là non guasterebbe!

- Altro. -

6. Caratterizzazione dei personaggi:

In soli quattro capitoli sei riuscito a caratterizzare abbastanza bene i personaggi. Abbiamo Enya, donna determinata, cinica, impulsiva, ossessionata dal proprio figlio e tremendamente egoista, e Judar che è l'esatto opposto, quindi dubbioso, riflessivo, quasi sottomesso alla moglie per l'amore profondo che prova. Abbiamo una buona visione dei loro caratteri, della loro indole, ma anche del loro modo di pensare e di quanto il dolore possa far del male a chi ci circonda.

Enya è una donna che ha perso il lume della ragione per via del dolore della perdita del proprio figlio. Una donna egoista, fin troppo legata al suo bambino, ossessionata da lui, determinata e disposta a tutto per ottenere ciò che desidera, ignorando le pericolose conseguenze. Non è in grado di vedere il dolore, se non il proprio.

Judar, invece, è troppo condiscendente verso la moglie, remissivo e sottomesso a lei per via di quel legame affettivo che li ha uniti dal loro primo incontro. Farebbe di tutto per la moglie, anche andare incontro alla morte stessa. Tuttavia, al contrario di lei, è spesso dubbioso, riflessivo e insicuro in quello che fa, chiedendosi spesso se stia facendo la cosa giusta. Infatti egli tenterà di dissuadere la moglie dal suo intento di far tornare in vita il piccolo Gillian, non ottenendo però il risultato sperato, evento che porterà alla sua morte proprio per mano della moglie che tanto amava, moglie che ha preferito compiere peccati orribili per ossessione verso il figlio piuttosto che accontentarsi dello sproporzionato affetto del marito.

7. Coinvolgimento emotivo:

Inizialmente il coinvolgimento emotivo non è alle stelle, ma non per la scarsa abilità dell'autore nel saper attirare il lettore, bensì per le azioni presenti e proprio perché ci viene dato quel breve lasso di tempo per entrare nell'ottica della storia. Fin dall'inizio, infatti, è possibile entrare nelle vesti dei personaggi e, più che altro, nel fulcro della pazzia di Enya e nella remissiva apprensione di Judar verso di essa. Alla fine del primo capitolo il coinvolgimento schizza alle stelle quando ci rendiamo conto che abbiamo davanti una storia fuori dal comune.

Arrivati al terzo e quarto capitolo il lettore è quasi obbligato a proseguire, vuole capire cosa stia succedendo e come finirà il tutto. Alla fine, si rimane anche anche con un peso sul petto verso la fine, ma, con l'intervento dell'Araldo, tutto sarà spiegato e la nostra curiosità verrà saziata. 

8. Breve recensione della copertina:

- Quanto attira a prima vista. A prima vista la copertina dà quel senso di macabro e di mistero che rispecchia appieno la storia. Abbiamo questo cuore che spicca sul nero del personaggio e questo sfondo bianco che fa da contrasto. Una pecca, però, secondo noi è la grandezza del titolo. Pensiamo che debba essere più grande, così da auto-risaltare sullo sfondo bianco. Stessa cosa vale per il nome autore, che così è a malapena visibile e troppo attaccato all'immagine sotto.

- Sintonia degli elementi. I colori fra loro si abbinano, forse il cuore dovrebbe essere appena più risaltato, magari aumentando il contrasto o illuminandolo un po' di più. Tuttavia, come abbiamo sottolineato prima, c'è il problema della grandezza delle scritte. Siccome l'immagine copre quasi totalmente l'ampiezza della copertina, non lascia lo spazio al resto. Proprio per questo dovrebbe essere ridotta e Il titolo dovrebbe essere più grande.

Per quanto riguarda quest'ultimo, al contrario delle dimensioni il font è azzeccato, ma c'è il problema inverso per il nome autore: dimensioni pressoché giuste ma font inadatto. Quel genere di font, solitamente, starebbe bene in un fantascientifico. Noi suggeriremmo qualcosa di più semplice tipo il Trajan.

ammettiamo che l'idea della copertina non sarebbe male anche con immagine sopra e titolo sotto, ma questa è una scelta puramente in mano all'autore.

Recensione a cura di:

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