Recensioni Brillanti

Bởi GemmeDaScoprire

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'La Sindrome di Didone' di LabyrinthumEfp

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Bởi GemmeDaScoprire

Titolo: La Sindrome di Didone

Autore: LabyrinthumEfp

Genere: Storie d'amore

Sottogenere: Scolastico, Introspettivo

Trama: la lettura gira intorno a ciò che accade a Cat, liceale dal pugno e il cuore di ferro, che non vuole abbandonarsi all'amore, un po' per il timore di cambiare e un po' perché non saprebbe come comportarsi. Nonostante ciò, è infatuata da tempo del suo migliore amico, ma proprio quando cerca di farsi notare da lui, il suo piano di fingere una storia con Adriano, suo peggior nemico, la cambia poco a poco, portandola a rivalutare lentamente ciò che prova verso chi la circonda. La trama sembra semplice, ma assicuriamo che non lo è. È lungo il passaggio in cui Cat rivaluta ciò che sente, il cambiamento non è affatto improvviso ma avviene poco a poco in ogni capitolo in modo del tutto naturale e spontaneo.

1. Correttezza grammaticale:

- Punteggiatura. La punteggiatura è utilizzata in modo del tutto proprio. Spesso mancherebbe qualche virgola, ma non condanniamo la scelta poiché è una questione soprattutto di stile da parte di chi scrive.

L'unico esempio di punteggiatura completamente errata lo possiamo trovare nei dialoghi. Spesso mancano i punti alla fine di essi, sia quando segue una frase che non si ricollega al dialogo, sia quando c'è semplicemente un invio a capo:

«No, è per chiunque tu voglia. Non devi essere obbligata a portare me solo perché senti di dovermi ripagare» Il suo tono le sembrò piuttosto duro -> ripagare.» Il suo tono

«Non tantissimo. Però mi diceva sempre che eri come un fratello per lui e che eri uno spasso»

Adriano parve sorridere -> «Non tantissimo. Però mi diceva sempre che eri come un fratello per lui e che eri uno spasso.»

Adriano parve sorridere

A parte questo il resto è ok, solo a volte troviamo virgole di troppo o mancanti che sarebbe meglio risistemare, ma comunque non sono proprio errori, solo casi che potrebbero essere più scorrevoli. Ecco qualche esempio:

perciò, l'avevano incenerita con lo sguardo, rosicando di invidia, nel momento in cui le si era avvicinato di sua spontanea volontà, senza [...]

Si sentì il peggiore degli stronzi ad incrociare i suoi occhi limpidi, spensierati e ad avere ancora in testa il viso do Caterina.

Per quanto riguarda l'invio a capo, abbiamo notato che certe volte (spesso) i paragrafi sono intervallati da uno spazio, come la maggioranza delle storie su Wattpad, ma a volte (abbastanza spesso) questi spazi non ci sono anche se il paragrafo va a capo. Non siamo riusciti a capire il senso logico di quando ciò accade, ma se è una svista suggeriamo di unificare la formattazione, con o senza spazi tra paragrafi.

Ricorda lo spazio dopo i puntini di sospensione.

- Verbi. Al contrario della punteggiatura, con i verbi abbiamo trovato diverse disattenzioni. Spesso queste possono passare inosservate, ma ci sono certi congiuntivi forzati che proprio risaltano all'occhio. Ma non è solo questo, e analizzeremo ogni aspetto.

Attenzione all'uso dei gerundi, che può essere facilmente sbagliato:

i loro argomenti di conversazione si erano drasticamente ridotti, conservando solo quelli che riguardavano la scuola e gli esami. -> "conservando" è riferito alle due ragazze, ma qui il soggetto è "gli argomenti di conversazione" perciò quel gerundio lì non regge.

ma non aveva pretesti per poterlo umiliare, essendo bravissimo -> stessa cosa qui. Il soggetto della frase è la professoressa, mentre quell'essendo si rivolge a Adriano.

Gli occhi di Adriano indugiarono sul suo fisico asciutto, non potendo impedire a questi -> il soggetto sono gli occhi.

Come dicevamo, ci sono tantissimi congiuntivi sbagliati che si ripetono per tutto il libro e rendono particolarmente difficile da leggere la fine del capitolo 12, da cui abbiamo tratto il seguente esempio:

Leo le aveva raccontato pochissimo di lui in quegli anni, giusto che fosse (era) il suo migliore amico e che tante ragazze gli morissero (morivano) dietro.[...] Col senno di poi, Cat aveva capito che Leonardo, conoscendo bene il suo migliore amico, non lo ritenesse (riteneva) affatto adatto a lei, e che fosse (era)stata questa la ragione per cui non avesse (aveva) mai cercato di presentarglielo.

Ma non solo qui, come abbiamo detto, i congiuntivi di troppo sono sparsi per tutta la storia e purtroppo non diminuiscono con l'aumentare dei capitoli. Eccone alcuni esempi:

La porta cigolò di nuovo e si richiuse, prova che Adriano fosse andato via -> era

Quelli con cui avesse a che fare -> aveva

Si vedeva lontano un miglio che fosse cotta -> era

E così via.

Altre disattenzioni:

non farei mai niente che tu non volessi -> voglia

Lo guardava come se lui fosse stato il suo dio -> fosse, a meno che non è una cosa finita e superata, ma dalla scena (la bambina che adora Adriano) non sembra.

[...]» balbettò Caterina a disagio, una volta che si fermarono in prossimità -> furono fermati

Attenizone all'uso del dialetto, poiché è una cosa parecchio difficile da gestire, grammaticalmente parlando. Di questo possiamo dirti che ogni troncamento ha bisogno di un apostrofo (e non di un accento):

stava a dì -> di'

se sò -> so'

pe te -> pe'

etc.

- Altro. Attenzione alle D eufoniche. In campo di romanzi, questo genere di D si aggiungono alla congiunzione e e alla preposizione a solamente quando rispettivamente seguono una parola che inizia per e e una parola che inizia per a ( a parte alcune eccezioni).

ad osservarlo -> a osservarlo

ed aveva -> e aveva

ad odiarlo -> qui non solo le vocali sono differenti, ma ci sono anche due D dopo le due vocali  (ad od) che stonano moltissimo, così come nell'espressione "ad adriano" (ad ad), nella quale, secondo la regola la D eufonica non andrebbe, ma una cosa simile è molto a discrezione dell'autore, mentre "ad odiarlo"è sicuramente poco eufonico -> a odiarlo.

I trattini e le lineette non sono la stessa cosa, ognuno ha un'utilità propria:

lanciando uno sguardo - infastidito? - in direzione -> per creare un inciso come in questo caso, c'è bisogno di un trattino più lungo che si chiama lineetta (–).

Stessa cosa vale per l'interruzione di un dialogo, anche se in romanzi italiani è solitamente sostituita dai puntini di sospensione, ma questo non ti vieta di certo di scegliere il modo che preferisci:

stavo giusto dicendo a Leonardo che-» -> stavo giusto dicendo a Leonardo che–»

Altro:

d'accapo -> daccapo

confort -> comfort

2. Narrazione:

- Terminologia. Nonostante la storia segua i punti di vista di ragazzi, il livello della narrazione è medio alto, non spiccio ma nemmeno eccessivamente pomposo. La terminologia è appropriata, giovanile, a volte ricade un po' nel dialettale, ma visto che seguiamo punti di vista di ragazzi molto giovani va perlopiù bene così. Ci sono solo un po' di scivoloni ogni tanto, parole che risultano fuori luogo, quando troppo tecniche e quando semplicemente strane:

Lasciavano scoperti gli avambracci e i deltoidi.

tacciandolo di essere falso

motivi goliardici

gli sciorinò

Non stiamo assolutamente dicendo che sono parole da non usare in un romanzo, ma questo deve seguire più o meno sempre lo stesso livello di terminologia (per esempio, se la voce narrante è un bambino, non utilizzerà termini tecnici, e viceversa). Qui troviamo espressioni dialettali e termini ricercati/non comuni come questi, che messi insieme non fanno una buona accoppiata.

Ci sono, dall'altro estremo, a volte delle espressioni fin troppo colloquiali, che spesso o volentieri hanno la seguente struttura:

riusciva a trasmetterti

C'erano persone che in circostanze critiche ti dicevano di stare tranquilla e poi c'erano quelle che ti facevano sentire tranquilla

I difetti che vediamo negli altri non sono altro che un riflesso dei nostri (questo è nella narrazione, che precisiamo è al passato, non in un dialogo, come anche tutti gli altri esempi)

Non abbiamo trovato troppe ripetizioni, ma ci teniamo a segnalarti queste due:

di questo non poteva che esserne grata

le spostò i capelli dalle spalle, accarezzandoli. Il suo respiro le accarezzava le spalle

cosa farne della sua vita

Alcune frasi sono un po' intricate per via della loro lunghezza. Suggeriamo, quando è così, di spezzarle in due. Ti facciamo un esempio di questo genere di paragrafo:

[...] osservò leonardo, un po' contrariato, dopo che ebbe ripetuto di malavoglia anche i paradigmi di tutti i verbi irregolari, sfiorandole delicatamente la lunga coda di cavallo, mentre lei riponeva i propri libri dentro lo zaino.

Altre distrazioni:

uno dei suoi maggior difetti -> peggior

prese l'asciugamano che teneva sopra la spalla e gliela avvolse attorno, strofinandogliela -> l'asciugamano è un sostantivo maschile singolare, pertanto glielo avvolse attorno, strofinandoglielo

- Descrizioni. Abbiamo trovato le descrizioni semplicemente perfette. Non sono mai eccessive o troppo lunghe, semplicemente si mischiano alla narrazione senza interromperla, con il risultato da poterci dare una visuale completa di chi ci circonda con il progredire delle scene. Più che descrizioni fisiche e/o ambientali, sono presenti quelle introspettive, che ci garantiscono uno spessore non indifferente dei personaggi.

- Dialoghi. Ciò che ci è più piaciuto sono i botta e risposta tra Cat e Adriano, ma tutti i dialoghi sono profondamente realistici, a partire da quelli in famiglia sino ad arrivare a quelli tra amici e a quelli un po' più piccanti. Non si cade mai nel banale, così come i personaggi sono descritti bene, anche ciò che dicono e come lo dicono è coerente con loro stessi e con tutto il resto. È stato molto interessante vedere come certi discorsi hanno cambiato totalmente una situazione, come quello importante tra i protagonisti, alla festa dopo la scazzottata, o quello con la presenza della bambina prima del matrimonio.

Quando Micaela chiama per la prima volta, i primi dialoghi appartenenti a lei sono in corsivo, poi non lo sono più e poi ricominciano a esserlo, e questo non è necessario. Succede la stessa identica cosa anche più avanti e spesso non si capisce perché ciò accade, come nella conversazione tra Stefano e Adriano quando Cat entra per sbaglio nel bagno dei maschi.

Apriamo una piccolissima parentesi per dire giusto che il corsivo ogni tanto viene utilizzato in modo improprio, come per sottolineare dei pensieri, ma dal momento che questi non sono in prima persona non ne hanno necessità:
E poi, beh... c'era quel che aveva fatto a lei, ma non era quello il momento di pensarci -> può tranquillamente far parte del resto della narrazione, così come periodi simili.

- Ritmo della narrazione. Con il passare del tempo questi cambi repentini si attenuano un poco, specie perché i due più presenti sono solo Cat e Adriano, ma per il lettore è comunque difficile capire chi sta pensando o parlando se si cambia così facilmente pov.

Per il resto, il ritmo è incalzante ma mai sbrigativo, tiene il lettore incollato quasi per l'intera storia. Diciamo che il ritmo rallenta di un po' dopo che Cat e Adriano instaurano quella sorta di pace tra loro (i capitoli intorno al matrimonio). Ci sono due capitoli di ricordi, di cui uno per metà completamente raccontato, e questo cala un po' il ritmo. Potrebbero, secondo noi, essere accorciati in modo da non rallentare così tanto.

3. Analisi completa delle tematiche:

Le tematiche trattate sono tante e molto varie, quasi tutte girano attorno al tema post-adolescenziale e scolastico. Ci ritroviamo a guardare il mondo attraverso gli occhi di ragazzi, a osservare la prima infatuazione, il bullismo, l'omosessualità, il femminismo. Molto gira intorno a questo misto di orgoglio e timore di fare la scelta sbagliata. Se prima Cat non si avvicina a Adriano è per paura di soffrire, ma pian piano questo suo essere schiva si trasforma nel voler essere superiore, nel non voler cedere a quella specie di gara che si è instaurata tra loro.

Tema molto importante che segna l'avvicinamento dei due personaggi principali è l'aggressione che Cat è costretta a subire. Il personaggio della protagonista si rivela fin da subito forte e determinato, e anche in questo caso non si smentisce: affronta la situazione a testa alta e combatte con unghie e denti. Nonostante ciò, rimane profondamente segnata e spaventata dall'accaduto poiché è pur sempre una ragazza, e il modo in cui reagisce a tutto ciò è perfettamente realistico.

4. Originalità:

- Impatto iniziale. Il titolo attira attenzione e rimane impresso poiché non è il solito di un romanzo romantico. Possiamo dire che la trama esterna non è poi così intrigante poiché scoraggia i più a entrare con tutto quel parlare di argomenti che in realtà non sono il 90% della storia. Aprendo e leggendo il primo capitolo abbiamo pensato a un tema incentrato completamente su miti ed epica, un po' pesante, non avremmo di certo immaginato le situazioni piccanti, divertenti, mozzafiato che poi si mostrano con l'avanzare della storia.

Abbiamo il primo capitolo che è quasi totalmente raccontato, come se l'autrice abbia avuto fretta di informare il lettore su come stanno le cose. Nella prima parte viene esposto il tipo di relazione tra Cat e Leo, nella seconda parte, invece, ci troviamo sommersi da informazioni che non abbiamo trovato necessarie, spiegazione della sindrome di Didone a parte. Anche il dialogo sui paradigmi tra i due sembra non portare a nulla se non a un modo fin troppo esagerato di farci conoscere fin da subito Cat, invece che diluire le informazioni tra i capitoli.

- Originalità della storia nel complesso. La storia si basa sul classico ragazzo apparentemente poco di buono e la ragazza che diffida di lui ma pian piano impara a conoscerlo. Lo "scheletro" della storia non è niente di nuovo, eppure possiamo assicurare che la storia in sé può sorprendere con elementi originali e ben trattati. C'è spazio per ogni cosa, e questo la rende originarialmente realistica, ma non è solo questo. L'autrice ha saputo mettere del suo ovunque, rendendo particolari situazioni che magari potrebbero essere già viste.

Abbiamo trovato molto originale il fatto che il problema iniziale di Cat non sia che lei non voglia un ragazzo, bensì il fatto che non saprebbe come comportarsi se ce l'avesse. Spesso è rinomata la faccenda del non voler essere legati a (e da) nessuno, proprio come viene detto all'inizio, ma inserire quell'insicurezza di Cat su come comportarsi nel caso ne avesse uno è stato di gran caratterizzazione per lei sin da subito.

- Originalità del titolo. La Sindrome di Didone è semplicemente perfetto come titolo di questa storia. Non solo esprime fin da subito il particolare amore di Cat verso quei personaggi dimenticati un po' da tutti ormai, ma contiene l'essenza stessa di ciò che lei andrà a provare con l'avanzare della storia: ha troppa paura di innamorarsi e perdere quell'onore e quell'orgoglio che la caratterizzano per colpa di questo sentimento da lei temuto. Vuole essere forte, sa di essere forte. E non vuole permettere a un sentimento di portarle via questa consapevolezza, di farla sentire vulnerabile, esposta.

Solamente un titolo racchiude tutto questo, e lo si può capire già dalle prime righe della storia anche se non si è appassionati dell'epica.

5. Analisi delle falle:

- Contraddizioni. Nel quinto capitolo vediamo che Adriano ha una Honda CBR 600 RR, un veicolo che non potrebbe essere guidato da un diciottenne/diciannovenne, ovvero l'età che si suppone lui abbia durante l'ultimo anno di liceo. Per guidare una tale moto serve una patente di tipo A che si può conseguire non prima dei ventiquattro anni di età.

- Pezzi mancanti. -

- Altro. Questo passaggio è parecchio confuso:

Che in realtà non avesse perso il lume della ragione soltanto perché l'idea che quell'animale avesse provato a metterle le mani addosso lo avesse consumato dentro.
Che non fosse stato dilaniato dalla consapevolezza che ragione per cui Stefano l'avesse aggredita fosse proprio lui.

Confusione a parte, ci sono davvero troppi congiuntivi, e il 90% possono essere tolti.

6. Caratterizzazione dei personaggi:

Qui non c'è che dire, ogni personaggio ha vita propria e ha la giusta importanza nella vita di Caterina. I personaggi secondari non hanno un ruolo marginale o di comparsa, tutti si comportano esattamente come lo farebbero nella realtà, e il che li rende straordinariamente realistici. Per fare un esempio, i genitori di Caterina (ma anche quelli di Adriano, nonostante si vedano molto meno) non sono due fantocci messi lì tanto perché devono esserci, bensì hanno delle personalità ben elaborate e originali.

Caterina è una ragazza che vuole essere forte anche quando è difficile, che non si fa piegare da nulla, che non vuole cedere all'amore per paura di cambiare questo suo modo di essere. Subisce tutto a testa alta e cerca sempre di non mostrare ciò che ha dentro.

Simile ma diverso, Adriano ragiona un po' allo stesso modo. Lascia intravedere agli altri solo una minima parte di sé, ma al contrario di Cat, lui dà agli altri quello che loro vorrebbero vedere, né di più né di meno. Sotto la facciata di carisma e allegria, invece, c'è un ragazzo sensibile che ha sofferto in passato, ma questo lo scopriamo solo poco a poco con l'avanzare della storia.

A parte i due protagonisti, ci sono molti altri personaggi principali, quali Leo, del quale abbiamo apprezzato molto il background ben costruito, i suoi problemi con i genitori e la sua scarsa motivazione di seguire quella scuola; Bea, che inizialmente si prospettava come un personaggio di poco spessore, ma poi ci ha sorpresi e colpiti fino a farci simpatizzare nonostante ciò che credevamo all'inizio: si presentava come un personaggio "ingombrante", ma ancora non sapevamo che l'autrice ha uno scopo per chiunque, e la dolcezza di questo personaggio ce l'ha fatto capire subito.

Ci sono molti altri personaggi che ovviamente non sono da meno. Tutti hanno la giusta introspezione e la loro storia alle spalle, niente viene lasciato al caso o dimenticato.

7. Coinvolgimento emotivo:

Se nel primo capitolo è difficile essere coinvolti per via della sua pesantezza, il coinvolgimento emotivo sale quando fa la sua comparsa Adriano per la prima volta, quindi quasi subito. Ci siamo accorti da questa osservazione che è Adriano ad aumentare di molto il coinvolgimento, quando è presente lui il lettore si ritrova incollato alle righe della storia, a pendere dalle sue labbra.

In ogni caso, la storia coinvolge sempre parecchio, anche se questa sensazione di voler continuare a leggere incuranti delle pagine dopo un po' si attenua. C'è un capitolo, come abbiamo detto, in cui il coinvolgimento cala, ovvero quando diverse settimane vengono racchiuse in un lungo racconto. Da lì in poi è leggermente più difficile proseguire, forse perché i battibecchi tra i protagonisti quando arriva il capitolo del matrimonio diventano ripetitivi, ma comunque il coinvolgimento si mantiene alto.

8. Breve recensione della copertina:

- Quanto attira a prima vista. Non c'è molto da dire riguardo questa copertina. È semplice e chiara, e probabilmente l'intento era di avere qualcosa di pulito e non troppo romantico. Tuttavia, non si può dire del tutto che la copertina funzioni: non attira l'attenzione di un possibile lettore, perché non ha davvero nulla di particolare che possa farlo. Paradossalmente, avrebbe funzionato meglio una composizione simile agli ultimi successi wattpadiani che sono sbarcati sulle librerie (per quanto ci dispiace dirlo). Il problema di questa copertina è che appare scialba, ed è difficile capire cosa vuole comunicare o in che modo vuole rappresentare la storia.

- Sintonia degli elementi. Con composizioni così semplici ogni singolo elemento diventa fondamentale. Prendiamo quello centrale, cioè la modella. Non solo risulta priva di un'ombra e quindi non si distacca bene dallo sfondo, ma pensiamo che averla abbellita, magari con qualche ciocca di capelli ondeggiante, qualche semplice dettaglio in più anche solo per arricchire un po' l'immagine avrebbe aiutato molto. Forse ciò che voleva essere mostrato è proprio la semplicità apparente di Cat, eppure ci duole dirlo ma anche l'occhio vuole la sua parte.

Il muro di sfondo non rende bene, perché con la sua texture grunge ricorda più che altro un'ambientazione post-apocalittica, ed è tutto quello su cui ci si può basare visto la mancanza di indicatori nel resto della copertina. Magari un muro di mattoni o un qualcosa di più caldo avrebbe potuto funzionare.

Il testo è gestito bene e risulta leggibile, e alla fin fine è l'unico elemento ad avere quel tocco di originalità e particolarità che manca al resto della cover.

Recensione a cura di:

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