Descent

By SaraSimoni

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[COMPLETA] La caccia è aperta Una schiava in fuga. Un re prigioniero del suo fato. Una città sottomarina, ult... More

Intro
Cast
Prologo - 5 mesi prima
1. Ninnananna per il sole
2. Le mille e una notte
3. A tentoni nel buio
4. Sogni di vetro
5. Come cantano le stelle
6. Costellazioni familiari
7. Re degli inganni
8. Oscuri riflessi
9. Sussurri di tenebra
10. Questo è il mio corpo
11. La carezza di una mano incauta
12. La caccia è aperta
13. Sui sentieri del passato
14. Argento per la speranza
Extra - Samhain
15. Il giardino di cristallo
16. Il cielo in frantumi
17. Desideri nel profondo
18. Sulla nuda pelle
19. Danzando con le ombre
20. Collisioni
21. Chi crede nelle favole
22. Il silenzio degli antenati
23. Venti di bufera
24. Ultimo desiderio
25. Greggi e lupi solitari
26. Marchio di fuoco
Extra - Yule
27. Non ci avranno
28. Dai diamanti non nasce niente
29. Quel che resta dei sogni
31. Promesse da mantenere
32. Noi contro loro
33. Il più bello della festa
34. Non lasciarmi
35. Ciò di cui ho bisogno
36. Il sangue della terra
37. Parole come spettri
Extra - Imbolc
38. Attraverso il fuoco
39. Qualcosa di vero
40. Qualcosa di falso
41. Regicidio
42. Il dono di Farkas
43. La natura della bestia
44. La Regina degli Accattoni
45. Così vicino, così lontano
46. Dentro la tua pelle
47. Il tempo del riscatto
48. Tradimento
49. A nostra immagine
50. La corte dei fantasmi
51. Come caccia un Lupo
52. Ulula alla luna
53. L'amore è cieco
54. Un cuore a metà
55. La distanza tra due mondi
Epilogo
Nota dell'autrice
Extra - Di padri e di figli

30. Per far ridere un fantasma

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By SaraSimoni

Quando arriviamo nella piazza del mercato si è già radunata una folla abbastanza folta da renderci invisibili.

Mi tengo vicina a Bev mentre ci facciamo largo tra uomini e donne vocianti e non meno confusi di noi. L'origine delle urla, che non accennano a diminuire, è un punto più avanti in mezzo al labirinto di banchi, mercanzia, sudore e corpi accalcati. Approfitto della distrazione di uno dei commercianti per farmi scivolare in tasca un piccolo rasoio dal manico intarsiato, prima di affrettarmi a tener dietro al passo di Bev.

"È tutto regolare!" strilla una voce femminile sopra il chiasso della folla.

Avanziamo a forza di gomiti e spintoni per riuscire a sforzare lo sguardo oltre le teste della gente. Un drappello di guardie in uniforme blu e argento, severe come statue, presidia un piccolo spiazzo vuoto. Davanti a loro, sul selciato, circondata dai resti sparpagliati di un banco di stoffe variopinte, è accasciata una donna. La carnagione troppo scura per Ys la denuncia come una figlia del sole rovente della superficie.

"Ho i permessi" insiste lei, con voce stridula. "Sono stati firmati dal re in persona!"

Una guardia con l'uniforme più decorata delle altre fa un passo avanti. È un giovane biondo con l'acciaio negli occhi. "Niente di tutto questo è più autorizzato."

La donna si stringe al petto una delle sue stoffe. "Lei non può... questo è il mio lavoro!"

"Sì, il lavoro che rubi a noi" borbotta qualcuno in mezzo alla folla.

"Io non posso?" Il giovane biondo avvampa in fretta. Troppo in fretta. "Tu non sei nessuno per dirmi quello che posso e non posso fare. Sono il capitano Duncan O'Riley e sono stato incaricato dalla famiglia reale di riportare l'ordine in città. Cominciando con il ripulirla dalla piaga che la infetta." Rivolge un cenno brusco alle guardie che sono con lui e due di queste afferrano la donna per le braccia per costringerla ad alzarsi.

Capitano. Il grado che apparteneva ad Alec. Rivolgo un'occhiata a Bevin e lo scopro congelato in una smorfia tesa.

"È tutto regolare" balbetta la donna della superficie, come se non credesse a quello che le sta succedendo. "Non... non ho fatto niente di illegale."

"Per questo sarai solo espulsa" ribatte O'Riley, con i modi compiaciuti di chi non vedeva l'ora di interpretare questo ruolo. "Gli irregolari e i profughi che si sono macchiati di crimini contro la corona andranno a fare compagnia in carcere al Re degli Accattoni. In attesa del processo più clamoroso che si sia mai visto a Ys."

Allora sono riusciti a prendere quel bastardo di Farkas. Un rigurgito di vana soddisfazione mi riscalda il petto.

La donna insiste. "Voglio... voglio parlare con il re. Mi ha già concesso udienza una volta, lo farà di nuovo."

O'Riley tentenna. Non si è preparato bene su tutta la lezione, allora. "Il re al momento è impossibilitato a ricevere udienze." Si schiarisce la gola e si rivolge alla folla di curiosi che si è radunata. "Gente di Ys! Chi aiuta i profughi è nemico di questa città. Il mondo della superficie è corrotto. Non vedete? Hanno distrutto le loro terre trascinati dalla sete di potere e ora che non è rimasto più niente da rovinare stanno venendo qui per fare lo stesso."

"Non è quello che ci insegnano a scuola?" esclama qualcuno nella massa pressante attorno a noi. "Abbiamo fondato Ys per sfuggire agli umani che dominavano il mondo con la tecnica e ci perseguitavano. E ora li facciamo entrare nella nostra città?"

Un altro alla mia sinistra rincara la dose. "Sempre detto, io. Che facciano quello che vogliono a casa loro, ma Ys è solo per gli stregoni."

Il capitano della guardia si sistema i capelli chiari, soddisfatto per la reazione che ha suscitato. "Se permetteremo loro di restare ci toglieranno tutto. Solo ieri notte hanno rapito il re e corrotto la sua mente. Una di loro ha causato la morte del mio predecessore, l'amato capitano O'Darragh. Ma ora le cose stanno per cambiare."

La folla esplode in applausi e acclamazioni.

Mi rivolgo a Bev in un sussurro: "Sento lo zampino dei tuoi parenti, qui."

Lui socchiude le palpebre. Sembra un'espressione di dolore fisico. "Mia sorella... le avranno raccontato quello che è successo. Farkas, l'arena."

Ripenso ai due fratelli che si fronteggiavano nella sala del trono. All'ostentato sprezzo del giovane re, agli occhi fiammeggianti della principessa bianca. All'affetto feroce che, nonostante tutto, li univa. Un affetto capace di far sprofondare la mia gente nella rovina.

"E reagisce prendendosela con tutti i profughi?" protesto.

"Morrigan reagisce cercando di proteggermi da quello che mi può far male. Come sempre."

Duncan O'Riley, intanto, ha finito la sua pomposa arringa. Agita una mano nell'aria verso le due guardie che sorreggono la donna della superficie. "Portatela via" ordina. "Al portale."

"Il Lupo." La voce della donna è a malapena udibile. Il suo capo chino è nascosto dalla massa di capelli spioventi. "Il Lupo ve la farà pagare."

Il capitano scoppia a ridere. "Il Lupo, se esiste davvero, sarà di sicuro tra i criminali che abbiamo arrestato stanotte e sono in attesa della giusta condanna. Ma noi preferiamo occuparci dei nemici che si vedono, anziché di quelli frutto della fantasia di un qualche schiavo in cerca di riscatto."

Tra la folla e le guardie una risata si diffonde come un brivido.

La mano di Bev mi raggiunge e mi distrae dalla scena. Il mio polso scompare tra il suo palmo caldo e le dita.

Alzo il viso su di lui, sorpresa.

"Dimmelo di nuovo" sibila.

Scuoto la testa, senza capire.

"Dimmi di nuovo che vuoi dare le spalle a tutto questo. Che vuoi andartene e non ti importa niente della tua gente e di quello che deve subire ancora, anche qui."

Strattono il braccio per liberarmi. Non ci riesco. Sono prigioniera della sua presa. "Non m'importa" mento.

Lui non perde nemmeno la pazienza. Si limita ad aprire la mano, lasciandomi andare. Forse i suoi begli occhi stanno imparando a scrutare sotto la mia superficie? "Beh, importa a me. E non ho intenzione di permettere che quel damerino che non vale un'unghia di Alec continui così. Neanche in cambio del cielo e delle stelle."

"Sei un idiota." È l'unica cosa che faccio in tempo a dire.

Poi Bev rilascia il potere che gli ribolle nelle vene. Ne sprigiona una minima parte, a malapena una scintilla in confronto al rogo che lo brucia dentro e ora gli fa più paura di qualsiasi altra cosa. Eppure è sufficiente; una scarica di energia  getta a terra parte della folla e le guardie che stanno trascinando via la donna della superficie.

Eccola, la frana che inghiotte il mio sentiero. È successo: un momento fa Lionel era così vicino, mentre adesso svanisce di nuovo nelle ombre di questa città, insieme alla possibilità di realizzare in tempi brevi il compito affidatomi da Renard.

Il suo fantasma mi ride in faccia ancora una volta.

"Attentato! Qualcuno ha attentato alle guardie reali" grida il capitano O'Riley.

Bev non è pronto ad affrontare la situazione che lui stesso ha generato, me ne accorgo subito. Potrebbe domarli tutti in un battito di ciglia, se solo osasse abbandonarsi all'afflato di distruzione e creazione che è la fibra del suo potere. Gli basterebbe cedere al canto selvaggio delle voci nella sua mente e avrebbe in pugno ogni singolo uomo di questa città.

Ma il re ha troppa paura per cedere. Incassa le spalle e si ritrae in se stesso.

Non è ancora pronto.

Come se fosse stato lanciato un segnale, la folla si scatena in un caos in cui rabbia e panico si alimentano a vicenda. Se non altro, il trambusto impedisce alle guardie di capire chi sia stato l'autore dell'attentato. Qualcuno cade a terra, viene calpestato. Spero che la donna della superficie sia riuscita a fuggire.

Comincio a muovermi per svicolare, ma con orrore mi rendo conto di avere diverse paia di occhi addosso. Streghe e stregoni privi di qualsiasi lucidità si accorgono di me, deducono le mie origini e nello stesso istante decidono di essere di fronte al nemico.

Rifilo uno spintone all'uomo più vicino e lo faccio cadere addosso a quelli alle sue spalle. Se è un nemico che vogliono, non mi tirerò indietro. Mi basta riuscire ad aprirmi una via di fuga.

"Muoviti!" grido a Bev, mentre corro come non credevo che fosse possibile correre.

Stavolta, almeno, il ragazzo mi dà retta. Le sue spalle ampie ci aiutano a farci largo, mentre l'aria si satura degli incantesimi che cominciano a essere scagliati.

A un tratto Bev solleva un braccio per indicare un edificio di pietra scura sormontato da una cupola laminata, ai margini della piazza, oltre le ultime bancarelle del mercato. "Da quella parte, Chani" ordina.

Posso solo pregare che non sia un'altra idiozia delle sue. Ma dobbiamo andarcene da questo carosello impazzito e qualsiasi idea è bene accetta. Perciò sforzo i muscoli nella direzione da lui indicata. Mi dimentico di respirare, l'aria intrappolata da qualche parte in mezzo alla gola.

Abbatto i palmi aperti sulla porta di metallo lavorato dell'edificio. Le ante cedono con un cigolio sotto la mia spinta e aprono uno spiraglio. M'infilo nell'interno buio e faccio passare anche Bev prima di richiudere. Non appena avverto lo scatto della serratura, la porta trema sotto la sferzata di un incantesimo che qualcuno aveva cercato di lanciarci addosso.

Appoggio la schiena alla porta e rilascio un sospiro. "Non farlo mai più" gemo. Il cuore martella ancora contro il petto e ho l'impressione che voglia scapparmi.

Man mano che la mia vista si adatta all'oscurità che regna qui dentro, mi accorgo che siamo all'interno di qualcosa di simile a una delle antiche chiese. A Fontainebleau avevo visitato un luogo così, irraggiato di spesse venature marmoree e decorato con vetrate dai colori cupi.

Mi circondo il torace con le braccia. La temperatura è più bassa di diversi gradi rispetto all'esterno.

"Non potevo lasciare che portassero via davvero quella donna!" protesta Bev.

Porto una mano al viso e lo scopro molle di sudore. "Questo genere di azione impulsiva e non ragionata è il motivo per cui adesso sei qui con me anziché seduto su quel gigantesco trono di diamante, dove dovresti essere in realtà."

"Era la cosa giusta da fare."

"Aggredire le guardie non è il modo più furbo per riguadagnarti il rispetto del tuo popolo. E nemmeno per impedire che io venga catturata. Vuoi che mi sbattano in una cella insieme a Farkas, in attesa di chissà che pena spettacolare?"

Le nostre voci rimbombano nell'ambiente vuoto.

Bevin ruota il viso verso di me. Il suo respiro ansante mi sfiora. "Io sono il re. E proteggo il mio popolo. Tutto il mio popolo."

Una morsa mi stringe il petto.

Sei buono, Bev. Sei l'uomo più buono che abbia mai conosciuto, ma Ys non è abbastanza lontana dal resto del mondo da non dover sottostare alle sue leggi. E questo è un mondo che i buoni come te se li mangia, in un solo boccone. Sei regale e innocente come un cervo, ma in questo bosco corrono i lupi.

Mi ero giurata di pensare solo alla mia missione. Ero arrivata da te con uno scopo preciso, ma poi ho commesso l'errore di guardarti negli occhi.

E ora mi viene da illudermi che il tuo sia un sogno degno di essere abbracciato, anche se so che è solo un terribile errore.

Sto per rispondergli, quando un rumore sinistro nasce dal buio dell'edificio in cui ci troviamo. Esito.

Ma no, l'ho sentita davvero.

Una voce.

"Chi osa disturbare il riposo della Dea?"


La situazione a Ys è più caotica che mai e Bev e Chani sono nel pieno di un conflitto d'interessi.
Spero che siano chiare le motivazioni di tutti i personaggi. Non esitate a scrivermi se avete dubbi o domande o per qualsiasi cosa vogliate dire sulla storia; i vostri commenti mi sono di grande aiuto!

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