Till the end •Steve Rogers•

Por Kaliwriterr

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Maelle è una giovane donna che viene addestrata da Natasha Romanoff alla Stark Tower. Non ricorda quasi nien... Mais

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CHALLENGE
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EPILOGO
AN UNEXPECTED LOVE.
Ringraziamenti.
HERE I'M!
Domande e risposte
NOTIZIA
OVERHEAD
PREMESSA

5

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Por Kaliwriterr

Corro a perdifiato verso un punto non definito. Non so dove mi trovo, non so chi mi sta inseguendo. Mi volto guardandomi le spalle ma niente, continuo a correre fino a quando non mi trovo davanti un profondo dirupo.

Morire uccisa da chissà cosa, o morire buttandomi da un dirupo? Scelta ardua.

"Libertati"

Una voce calma alle mie spalle.
Cosa diavolo significa "liberati"?

Liberarmi di cosa? O da cosa? O da chi?

Chiudo gli occhi e penso a cosa vorrei fare, ad un posto in cui vorrei essere e quando li apro mi trovo davanti ad una casetta in legno scuro, in mezzo ad un prato dall'erba alta. Il cielo è azzurro e il vento mi scompiglia i capelli.

E ora dove sono?

Apro gli occhi confusa, o spaventata, o forse entrambe.

Mi alzo chiedendo a Jarvis di accendere la luce della stanza, e così fa.

Un altro sogno del genere e giuro che potrei impazzire. Sono mesi che cerco di non pensarci e reprimerli ma la cosa sta solo degenerando e non porterà a niente continuare a fingere che in realtà non mi spaventi questa cosa.

Mi siedo al bordo del letto e appoggio i gomiti sulle cosce lasciando cadere letteralmente la testa sui miei palmi aperti.

Se continuo così non chiuderò più occhio e la cosa non può andare avanti.

"Che ore saranno" - borbotto fra me e me

Alzo la testa cercando l'orologio ma Jarvis mi precede.

"Le 3.42, signorina Collins"

"Mmm" - mugugno guardandomi in giro. Ho due possibilità:

Far finta,ancora, che non stia succedendo niente nella mia mente contorta e credere che siano solo stupidi sogni,oppure chiedere aiuto a qualcuno.

Mi sdraio di nuovo al mio posto, ancora caldo, e mi copro con le coperte. Chiedo gentilmente a Jarvis di spegnere la luce e provo a chiudere gli occhi sperando di non fare più qualche strano sogno, almeno per qualche ora.

***

Fortunatamente sono riuscita ad addormentarmi quasi subito, pensando, come mi aveva insegnato mia mamma, a qualcosa di bello che mi faceva stare bene.

Spazzolai velocemente i capelli, troppi lunghi, e li lasciai cadere sulle spalle.

Jarvis mi aveva avverito che Natasha mi aveva spostato gli allenamenti al pomeriggio ma mi ero alzata lo stesso dal letto abbastanza presto.

Era giugno inoltrato e a New York faceva abbastanza caldo.

Il sole entrava dalla grande vetrata nella mia stanza alla Stark Tower e i grandi grattacieli si stagliavano verso l'alto.

Scesi velocemente le scale, sperando che Steve non fosse ancora sceso. Mi ero ripromessa di preparargli la colazione dopo aver saputo che lui il giorno prima l'aveva lasciata proprio per me.

Arrivai in cucina e accesi subito la macchinetta del caffè lasciandone uscire una quantità indrustriale. Appoggiai la caraffa piena del liquido scuro sulla penisola mentre Jarvis da una parte tagliava velocemente la frutta fresca e faceva la spremuta d'arancia e io cercavo di non bruciarmi le dita con i fornelli all'avanguardia della Stark Tower.

"Jarvis ma perché Tony è così stron.."

"Linguaggio signorina"- mi corresse lui prima che potessi finire la frase

"O andiamo" - allargai le braccia guardando verso l'alto -"Steve ti ha contagiato?"

"Ho sentito il mio nome"

Mi voltai a guardare nella sua direzione. La camicia blu a quadretti minuscoli bianchi gli fasciava perfettamente il busto. Indossava un paio di pantaloni nocciola a cui aveva abbinato le converse bianche.

Mi scrutò dalla testa ai piedi senza tralasciare alcun particolare. Sembrava che avesse i raggi x e riuscisse a vedere persino sotto al vestito leggero che indossavo.

Ero abituata con Tony che provava le sue squallide battute con tutte quante, me compresa, ma in quel momento il capitano mi stava guardando con occhi diversi.

"Si io.. " - non riuscivo a trovare le parole giuste da dire -"ho preparato la colazione"

"Per me?" - si toccò il petto con la mano mentre si avvicinava alla tavola

Annuì -"Per ieri mattina e per.. questo" - alzai la mano in cui si trovava il mio dito ancora fasciato da un cerotto.

Effettivamente, in fin dei conti, mi ero provocata una taglio abbastanza profondo e Steve era stato gentile.

Lui mi sorrise.

"Grazie ma non dovevi, anzi dovrei ringraziarti anche per il complimento di ieri"

Aveva sentito.

Il suo sorriso si allargò sulle sue labbra nello stesso istante che le mie guance si colorarono di rosso. Nel giro di dieci secondi sentì più caldo di quanto già non facesse.

Il silenzio imbarazzante però, fortunatamente, fu interrottò dall'entrata maestrale di Tony insieme ad un gigante, biondo e palestrato.

"Il Dio asgradiano è qui" - Thor allargò le braccia come se ci fosse il suo popolo ad acclamarlo.

Guardai Steve che nel frattempo si era riempito la tazza di caffè fumante e risi, correndo incontro al Re di Asgrad.

Mi gettai fra le sue braccia muscolose e lui mi strinse immediatamente facendomi alzare i piedi da terra.

"Ciao piccola spericolata"

"Se io sono spericolata a te manca un occhio" - gli dissi non appena i miei piedi toccarono di nuovo terra

Thor mi guardò corvo e poi sorrise -  "Mancava" - disse togliendosi la benda -"si è di colore diverso ma per ora va bene così"

Scossi la testa notando l'occhio più scuro del suo naturale azzurro. Non feci domande, non era mia intenzione sapere dove fosse riuscito a recuperare quell'occhio.

Il vichingo dai capelli lunghi si avvicinò a Steve e gli strinse la mano felice prima di abbracciarlo.

Sapevo che il Capitano Rogers non era una persona a cui piaceva mostrare il suo lato emotivo e affettivo, ma ero sicura, almeno guardandolo in quel momento, che era felice anche lui di incontrare di nuovo Thor.

"Piccola peste" - mi richiamò Tony

Girai lo sguardo verso di lui che mi fece cenno di avvicinarmi e così feci. Notai lo sguardo di Steve spostarsi da Thor a me e da me a Thor in meno di venti secondi.

Mi alzai sulle punte quando Tony mi fece cenno con il dito di avvicinarmi alle sue labbra.
Mi spostò i capelli con l'altra mano e mi parlò piano.

"Un uccellino mi ha detto che tu e il Capitano vi siete incontrati" - mi disse -"per due notti"

Il mio viso prese di nuovo colore.

Mi diede una leggera gomitata e io lo guardai minacciosa.

"Intanto: non è come pensi" - gli puntai il dito contro -"non è colpa mia se soffro d'insonnia e lui, a quanto pare, anche"

Corrugò la fronte -"Da quanto soffri d'insonnia?"

"Qualche giorno" - dissi vaga

"Maelle" - mi sgridò alzando la voce

"Qualche mese, ma nulla di preoccupante, mi succedeva già anni fa"

"Mi stai dicendo la verità?"

Incrociò le braccia al petto e in quel momento non potei fare a meno di sorridere perché mi sembrava Steve.

"Si Tony"

Mi guarda e senza dire una parola mi da le spalle e comincia a salire le scale.
Faccio lo stesso sperando di non venire bloccata da nessuno e mi avvio verso il piano più alto della Stark Tower.

Capitolino piccino.

Ho usato 1100 parole, poche diciamo, rispetto al mio solito.

È solo l'inizio, però sono contenta perché si sta evolvendo come vorrei. Piano piano.

Sia chiaro: io fra le bozze ho già venticinque capitoli pronti.

Son pazza lo so, ma se non faccio così non ne esco. Ho poco tempo.. strano eh?

Fatemi sapere se vi piace, nel frattempo vi lascio una bella gif 😉


Partecipo al concorso SentencesPower

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