The Tenant

By egg___s

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In zoologia l'inquilinismo è un'interazione interspecifica, una forma di simbiosi in cui due specie diverse o... More

The Tenant
uno
due
tre
quattro
cinque
sei
sette
otto
nove
dieci
undici
dodici
tredici
quattordici
quindici
sedici
diciassette
diciotto
diciannove
venti
ventuno
ventidue
ventitré
ventiquattro
venticinque
ventisei
ventisette
ventotto
trenta
trentuno
epilogo

ventinove

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By egg___s

Sentii bussare alle porta, svegliandomi definitivamente da quel sonno caotico e sconnesso. Mi misi a sedere con flemmatica lentezza, stropicciandomi gli occhi con forza ricordandomi soltanto dopo, guardando le mie mani sporche di mascara, di non essermi lavata il viso la sera precedente. Tutte quelle lacrime versate non avevano lavato nulla, nemmeno la confusione che alloggiava nella mia mente, stringendola con forza.

«Avanti.» sussurrai con un filo di voce quando bussarono nuovamente, questa volta con più forza, ma senza violenza. Osservai Doniya entrare nella mia stanza con un sorriso strano dipinto sulle labbra. Non riuscivo a capire che cosa stesse provando in quel momento, se volesse semplicemente parlare o stritolarmi fino ad uccidermi. Aveva parlato con Zayn? Le aveva detto quello che era successo? Non capivo nemmeno come mi sentivo io stessa, come potevo capire come si sentisse Doniya?

«Tutto bene?» mi chiese gentilmente, una gentilezza un po' forzata, ma non falsa. Mi sistemai i capelli in una crocchia, annuendo. Non avevo la forza di fingere, fingere che quello che era successo la sera precedente non fosse mai accaduto, fingere di stare bene e comportarmi con ogni giorno.

«Zayn ti ha detto tutto?» domandai senza rispondere alla sua domanda. Ovvio che non andava tutto bene, ogni secondo che ci pensavo il mio cuore aumentava il suo battito, sembrava volermi uscire dal petto, correre da Zayn e prenderlo a schiaffi fino a quando non avesse cominciato a sanguinare.

«Sì - ammise lei, venendosi a sedere accanto a me, quel sorriso sempre dipinto sul viso tirato - Me ne ha parlato.»

«Okay.» dissi soltanto, senza avere la minima intenzione di parlarne. Non avevo bisogno di persone con consigli, che volevano che facessi ciò che loro desideravano. Me l’ero sentito dire da Shelby, da Louis, persino da Rose e sapevo che anche Niall e Harry avrebbero detto la stessa cosa. Per loro era palese che Zayn mi amasse, che fosse il ragazzo giusto per me, il principe azzurro della mia favola. Ma davvero la strega cattiva si meritava il lieto fine?

«Sonny - cominciò lei - Volevo solo dirti che…»

«No - la bloccai, alzando una mano di fronte al suo viso - Non dire nulla. Non ne voglio parlare, con nessuno. È tuo fratello, Doniya, è ovvio che tu stia dalla sua parte, perciò gradirei che non ti mettessi a dare consigli…»

Lei scosse la testa, un poco amareggiata. «Non sono venuta qua a dare consigli a nessuno, Sonny. Solo a dirti che se non t’interessa mio fratello, diglielo. L’ultima cosa che voglio vedere è mio fratello soffrire per…»

«Una stronza come me?» finii la sua frase, facendole fare una smorfia.

«Volevo dire per amore - disse - Ma non credo che questa parola ti piaccia. Non ti giudico Sonny, non sono te e non posso comandare i tuoi sentimenti, solo non farlo soffrire.»

Deglutii a fatica, senza sapere che cosa dire. Per quanto avessi sempre pensato di odiare Zayn, in cuor mio sapevo che non era vero. Era un sentimento strano, mai provato prima di allora… ma si poteva definire amore? Era amore quel continuo litigare per sciocchezze, quei continui battibecchi… o era amore quei momenti passati sul divano, insieme, nel loro appartamento? Non lo sapevo, non ero sicura di niente in quel momento, non avevo una risposta da dare e per questo non potevo giurare a Doniya che avrei parlato con Zayn, che avremmo chiarito. Come potevo parlare con lui quando ero la prima a non sapere cosa volevo? Se avessi rifiutato, se gli avessi detto di non provare quello che sentivo per lui, se avessi scelto Liam a lui… forse avrei fatto la scelta giusta, o forse avrei avuto rimorsi per il resto della vita. E al contrario? Se avessi deciso di dirgli che in fondo non lo odiavo, che tra noi poteva nascere qualcosa… forse in un futuro neanche troppo lontano ci saremmo odiati veramente. E avevo… avevo paura di perderlo.

Era stato difficile da accettare, da capire, ma ormai non immaginavo più la mia vita senza quel guastafeste di Zayn Malik, il mio tanto odiato coinquilino. Eppure, in entrambi i casi c’era l’eventualità che se ne andasse, che mi lasciasse da sola in quell’appartamento che senza di lui sembrava troppo grande, vuoto… freddo.

«Non posso, Doniya - le dissi alla fine - Non posso prometterti una cosa del genere, perché non potrei mentirgli.»

Lei fece per aprire bocca, ma la porta della stanza si aprì di scatto, lasciando passare un accozzaglia di colori che identificai come la mia migliore amica. «Sonny, ti devo raccontare!» strillò Shelby, accorgendosi soltanto dopo di Doniya. Le sorrise, buttandosi sul letto accanto a me, mentre la sorella di Zayn si alzava.

«Vi lascio sole - disse - Io e Louis andiamo a sciare, questa mattina.»

«Avete fatto pace?» domandai, sorridendo per la prima volta quel giorno. Lei si strinse nelle spalle.

«No - disse - Ma stiamo cercando di rimettere insieme i cocci.»

Shelby ed io la guardammo uscire dalla stanza, silenziose ma non appena la porta si chiuse alle sue spalle, la mia migliore amica si avventò su di me.

«Abbiamo fatto pace.» annunciò Shelby con solennità, alzando il mento con fierezza. Le sorrisi, un sorriso che doveva essere sincero, ma uscì più come una brutta smorfia. Lei mi fissò per un istante perplessa, corrugando le sopracciglia.

«È successo qualcosa, Sonny?» domandò circospetta, mentre abbassavo lo sguardo sulle mie mani fredde e tremanti.

«No… niente.» dissi in un sussurro. Cercai di sorriderle. Aveva appena fatto pace con Harry ed ero felice per lei, lo ero davvero,  non potevo rovinarle quel momento con i miei problemi, ma sapevo che Shelby non mi avrebbe lasciato scampo fino a quando non avesse capito che cosa non andava. Non ero una brava attrice, non ero capace di nascondere i miei sentimenti quando mi trovavo in determinate situazioni.

«Yates, sono la tua migliore amica - mi rimbeccò lei - So che c’è qualcosa che non va, che cosa è successo ieri sera?»

«Te l’ho detto… niente!» sputai, tenendo lo sguardo basso.

«Oh insomma! - sbuffò lei, sistemandosi la sciarpa color avorio intorno al collo - Anche Zayn è strano, non ha nemmeno mangiato questa mattina… che ha fatto? Si è per caso dichiarato?» finì lei con tono divertito. M’irrigidii, trattenendo addirittura il respiro per non risponderle, ma lei recepì il mio silenzio come una risposta affermativa.

«Oh Gesù! - strillò, balzando in piedi - Si è dichiarato… Sonny! Come hai osato non dirmi nulla? Dimmi cosa è successo, ti prego!»

Alzai gli occhi al cielo, sospirando sonoramente. «Solo se la smetti di agitarti come un anguilla!»

Lei si risedette accanto a me, le gambe incrociate e i gomiti appoggiati sulle ginocchia, lo sguardo fisso sul mio viso stanco.

«Allora?» m’incitò lei a cominciare, visto il mio silenzio.

«Stai calma! - borbottai - Non è così semplice… è stato… imbarazzante.»

«Imbarazzante? Si è inginocchiato davanti a te con un anello di diamanti, sicuramente di Tiffany, chiedendoti di sposarlo? Questo è imbarazzante, Sonny!»

«Un anello di Tiffany non è mai imbarazzante!»

«Oh, va bene! - soffiò lei alzando gli occhi al cielo - Raccontami cos’è successo e facciamola finita! È come strappare un cerotto, se lo fai lentamente fa più male.»

«Tu e le tue stupide metafore - sibilai - Che cosa vuoi sapere? È successo tutto troppo in fretta… stavamo guardando la televisione, io ho detto qualcosa di stupido e lui se n’è andato in cucina. Era così strano ieri, te ne sei accorta? Probabilmente no, troppo intenta ad evitare Harry… che fatica sprecata!»

«Non cambiare argomento.» mi minacciò lei.

«L’ho raggiunto e… mi ha baciata.»

«Baciata? Nel vero senso del termine baciare?»

«Shelby, sì! Ho più di vent’anni, non ne ho otto! So cosa significa baciare qualcuno. E lui mi ha baciata. È stato… piacevole. Mi vergogno quasi ad ammetterlo, il miglior bacio che mi sia mia stato dato.»

La vidi sorridere, trattenere a stento una risata. Era davvero così divertente sentirmi parlare delle mie disavventure amorose?

«Sta di fatto che, nel bel mezzo, mi ha detto di amarmi e… abbiamo litigato.»

«Strano.» fu il suo commento, accompagnato da un veemente scuotimento del capo.

«Non so cosa mi sia preso, Shelby. Ero così… disorientata. Non me l’aspettavo.»

«Certo, uno ti bacia e poi ti aspetti che ti mandi a cagare.» borbottò lei, come se lì davanti a lei non ci fossi io ma una delle tante telenovele che si guardava la domenica pomeriggio.

«Non è questo - dissi, un tono di voce rassegnato - È che in questi giorni era così strano, distante. Mi trattava sempre in malo modo… e poi se ne esce con la grandissima idea di dirmi che mi ama! Non lo capisco.»

«Se solo tu riuscissi andare oltre a te stessa forse riusciresti a capire un po' di più le persone che ti circondano.» disse lei, senza smettere di scuotere il capo.

«Che cosa vuoi dire, con questo?»

«Sonny… non voglio essere cattiva, ma apri gli occhi, Dio santo! - sbraitò lei, alzando le braccia al cielo e lasciandole poi ricadere sul letto - Quel ragazzo ti muore dietro da secoli ormai e… tu sei stata una stronza per tutto il tempo!»

Socchiusi la bocca sorpresa di sentire la mia migliore amica parlarmi in quel modo. Non solo ero maledettamente confusa, ora dovevo anche sorbirmi la ramanzina.

«Tu vieni a dirmi queste cose? Tu?! - strillai, alzandomi dal letto - Tu che per tutto questo tempo hai fatto soffrire Harry per una stronzata?»

«Mi pare che abbiamo chiarito.» disse lei, incrociando le braccia al petto.

«E cosa ti dice che anch’io e Zayn non chiariremo?»

«Perché non lo farai mai, tu non sei testarda e determinata, sei soltanto una codarda di prima categoria! - continuò lei, alzandosi e sistemandosi davanti a me - In tutto questo tempo hai solo cercato un modo per non innamorarti di Zayn… persino Liam.»

«Liam non c’entra niente, lui mi piace veramente.»

«Se ti piacesse veramente non saresti qua a farti domande su Zayn.»

«È complicato, va bene? - sbottai, imbestialita - Perché per tutti può essere difficile, mentre per me no? Perché tu puoi tenere il muso a Harry per settimane e nessuno ti deve dire nulla? Perché Doniya e Louis non fanno pace e basta? No, a tutti è permesso sbagliare e prendersi il tempo necessario, ma per me no… io devo fare quello che gli altri vogliono.»

«Davvero credi che ti diciamo queste cose perché vogliamo che le cose vadano in un determinato modo? Davvero credi che non teniamo ai tuoi sentimenti?»

«A me sembra che sia così, mi sembra che non abbia mai avuto scelta. Solo e sempre Zayn, da quando è entrato nella mia vita.»

«Se solo tu…» iniziò, tornando a parlare con un tono di voce più tranquillo.

«Se solo io cosa?» domandai furiosa, posando le mani sui fianchi.

«Chi è il ragazzo che ti ha accompagnato quella sera alla festa di Harry?»

«Non ci siamo mai arrivati a quella festa!» le ricordai, inclinando il capo senza capire perché mi stesse ponendo quella domanda.

«Chi è il ragazzo che ti ha accompagnato a fare shopping? Quello che ti ha preso il vestito quando tuo padre ti ha bloccato la carta di credito? Chi è quel ragazzo che ti ha fatto un ritratto? E quello che ti ha regalato un vestito di Valentino per Natale, quando ti ha invitato a casa sua per non lasciarti da sola? Dimmi, Sonny, chi è il ragazzo che ti ha protetta a Capodanno? Chi è il ragazzo che è riuscito a calmarti quando hai avuto un attacco di panico? Chi è, questo ragazzo?»

Rimasi in silenzio, mordendomi un labbro mentre una lacrima solitaria solcava la mia guancia accaldata. I passi pesanti di Harry si percepivano dal salotto, mentre una risata stanca e forzata di Zayn raggiungeva le mie orecchie, facendomi fare una smorfia.

Forse Shelby aveva ragione, forse me ne sarei dovuta accorgere prima di tutte quelle attenzioni. E probabilmente lo avevo sempre saputo ma non me n’ero mai resa conto, non avevo mai avuto il coraggio di pensarci. Ma allora Liam? Mi piaceva davvero, era un ragazzo meraviglioso e le mie intenzioni erano sempre state sincere… ero sempre stata certa che era lui il ragazzo giusto per me, anche se non potevo dire di conoscerlo così bene come conoscevo Zayn. Ma si chiamava amore a prima vista, non era così? Oppure l’amore era un sentimento che cresceva con il tempo, che doveva venir coltivato con lentezza e cura?

«Zayn - risposi - È sempre stato Zayn.»

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