Closer to you||choni

By mela_morello

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Le choni meritavano di meglio nella 2 stagione di riverdale così ho deciso di dare loro una storia. Avvertenz... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Nuovi Personaggi
Capitolo 9
Avviso
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12 (Parte 1)
Capitolo 12 (Parte 2)
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Avviso 2
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24 (parte 1)
Capitolo 24 (parte 2)
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49

Speciale di Natale

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By mela_morello

Attenzione: Se non capite il motivo dell'esistenza di questo capitolo leggete prima la nota autrice.

Cheryl era in cucina con sua nonna e sua mamma, stavano preparando le lasagne per il pranzo di quel giorno. Era Natale, cioè la sua festa preferita. Dire che l'amava era dir poco.
Le persone erano più gentili e dolci. Tutti erano felici e miglioravano in un certo senso.

Poi c'era l'albero, le luci, la maggior parte delle decorazioni erano rosse: il suo colore preferito. La cioccolata calda con i marshmallows dentro, poteva riempirsi di cibo e non sentirsi in colpa, perché tanto era Natale. Adorava le canzoni che si cantavano davanti alla porta, avvalersi della gentilezza degli abitanti delle piccole casette a cui i cantori bussavano.

Il vischio appeso fuori, i piccoli babbi Natale che fingono di arrampicarsi sulle finestre. La città che si illumina di sgargianti colori, non solo quelli monotoni dei lampioni o dei negozi aperti 24 ore su 24. L'aria era completamente diversa, si respirava felicità in giro.

Le scuole erano chiuse, il che voleva dire meno ansie, i regali da spacchettare sotto l'albero e il vischio appeso come decorazione. Mettersi sotto le coperte davanti al fuoco. I giochi con i parenti. Il nonno che bara pur di vincere e i bambini che fanno i salti di gioia anche solo per un centesimo.

Questo Natale sarebbe stato diverso per Cheryl, non solo perché era il primo che passava senza suo fratello, ma anche perché sarebbe stato il primo passato con Toni. Già. La ragazza dai capelli rosa stava, ormai, per arrivare.

Le aveva detto di arrivare prima per non doversi sorbire l'attacco dei suoi parenti. Loro avevano anche ragione, non la conoscevano, ma sarebbe stato meglio presentarsi ad uno alla volta. Non sai quanto possano essere fastidiosi finché non iniziano ad assillarti con tutte le loro domandine inutili. Figuriamoci conoscere un'altra persona.

Toni sarebbe morta di sicuro soffocata da tutta quella folla, e l'unica che poteva farla morire era lei, perché poi l'avrebbe fatta resuscitare.
A modo suo.

Suonarono al campanello, Cheryl lasciò immediatamente quello che stava facendo e si diresse con una furia invidiabile a babbo natale che fa il giro di tutte le case del mondo in una sola notte, alla porta. Si sistemò i vestiti e l'aprì.

Sorrise appena vide Toni sull'uscio, aveva una bottiglia di spumante in mano.
"Hey" disse la rossa sorridendo come un'ebete. Averla lì uno dei giorni più importanti della sua vita le dava un grande senso di gioia.
"Hey, ho portato questa" alzò la bottiglia "non so se ho fatto bene".

Cheryl la prese per mano e la portò a se baciandola dolcemente ma, allo stesso tempo, a fondo. Toni non si staccò, anzi, continuò a muovere le sue labbra a ritmo di quelle dell'altra.
"Non hai paura di farti scoprire?" Disse appena si staccarono lasciando la mano sulla sua spalla. La rossa guardò in alto indicando il vischio sulle loro teste.
"Non s'infrange una tradizione"

Toni la guardò sorridente
"No hai ragione" avrebbe voluto baciarla di nuovo ma per ora non poteva. Doveva aspettare il giorno dopo, suo zio le aveva fatto la grazia di accettare a trascorrere una giornata con suo nonno e avrebbe avuto tutta la casa per se.
In quel momento però la sua ragazza aveva bisogno di lei e del suo appoggio. Aveva conosciuto Penelope per pochi secondi e poteva solo immaginarsi come sarebbe stata una giornata con lei e con i suoi simili.

Cheryl chiuse la porta dietro di loro e fece per girarsi e dirigersi verso il salone quando Toni la fermò, aveva capito che tutti gli altri si trovavano lontano da loro.
"Sei bellissima comunque" le sussurrò all'orecchio e le lasciò un casto bacio sulla guancia.

La più alta arrossì e si girò per continuare la sua strada non notando il sorrisetto compiaciuto apparso sulle labbra di Toni. Ormai stavano insieme da quasi tre mesi e avrebbe dovuto farci l'abitudine ai suoi continui complimenti, però non riusciva a controllare il calore che questi le provocavano facendo diventare le sue guance porpora.

"Mamma ti ricordi di Toni?" La indicò e la donna alzò lo sguardo dal quadernino delle ricette.
"Certo Cheryl, non è la prima volta che viene qui" alzò le spalle annoiata. Non le piaceva particolarmente quella ragazza e loro stavano di sicuro architettando qualcosa.

"Ho portato una bottiglia di champagne" Toni si sentiva molto in imbarazzo, quella donna le trasmetteva soggezione. Nei suoi modi di fare, di parlare, di porsi con lei. Sapeva qualcosa, lo sospettava già da un po' ormai.
"Grazie cara, ma guarda, noi ne abbiamo un reparto pieno giù in cantina" disse con fare superiore.
"Mamma" la rimproverò Cheryl tornando nel discorso. La donna continuò a fare quello che stava facendo non curante delle parole della figlia.

"Vabbè noi andiamo su" lanciò uno sguardo d'intesa a Toni che annuì e lasciò la bottiglia sul tavolo.
"Quando arriveranno gli altri scenderemo" detto questo prese la sua ragazza per mano e la portò di sopra
"Cheryl tieni la porta aperta" urlò dalla cucina Penelope
"È la mia camera faccio quello che voglio" le rispose lei entrando in camera sua e sbattendo la porta.

Era già da un po' che con sua madre non andava tutto bene. Doveva immaginarsi che quel "patto" per una tregua non sarebbe durato a lungo. Secondo lei sospettava qualcosa, in realtà le aveva anche dato motivo di farlo con tutte le scuse che si inventava; poi portare Toni alla cena di Natale e presentarla solo come amica destava qualche domanda. Soprattutto perché non l'aveva mai fatto, con nessuno. Solo che non ce l'avrebbe fatta a passare quel giorno senza di lei. Ne aveva bisogno.

"Ouch la tensione tra di voi si può tagliare con un coltello" disse Toni impensierita. Cheryl sospirò e si sedette sul letto.
"Perché non glielo dici?" Propose serenamente la più bassa.
"Ma sei per caso impazzita?" Chiese allarmata "ti ho già detto come andrebbe a finire e di certo non è un 'vissero tutti felici e contenti'" disse ovvia.

"Si ma forse non sarà così male come pensi, è tua madre, ti vuole bene. Capirà la situazione, per un primo periodo non ci vedremo così spesso ma poi le cose cambieranno" il discorso di Toni non faceva una piega, peccato che era applicato ad una persona come Penelope. Cheryl sorrise sconfortata.

"Non la conosci come la conosco io. Se glielo dirò, cosa molto poco probabile, prima mi rinchiuderà in casa e poi ti farà cambiare paese" Toni sorrise "e io non voglio questo. Mi piace quello che abbiamo ora, non voglio rovinarlo. A te non basta?" Chiese infine credendo che il problema fosse, come sempre, il suo egoismo.

"Qualsiasi cosa ti renda felice" si avvicinò a lei, le prese il viso tra il pollice e l'indice carezzandole di poco la guancia
"Non ho bisogno che il mondo ami la nostra storia, ho bisogno che una persona lo faccia e quella sei tu" Cheryl si innamorò immediatamente di quelle parole e la baciò stendendosi sopra di lei
"Grazie" le sospirò sulle labbra. Quel grazie era davvero sentito e non era solo per le cose che aveva appena detto.
"Per tutto, per come sei, per come riesci a rassicurarmi in ogni occasione. Sei la mia ancora, non so come sono sopravvissuta senza di te, come ho fatto a farlo per tutto questo tempo."

Toni sorrise, come faceva ad essere così dolce con lei? Quando tutto ciò che le aveva provocato era dolore?
La baciò di nuovo chiudendo gli occhi e cercando di scacciare quei pensieri pressoché inutili in quel momento. Quel momento era passato, avevano risolto quel punto, non doveva più pensarci.
"Ora alzati" disse la rossa spostandosi di lato
"Cosa?" Chiese Toni non capendo
"Non ho chiuso la porta a chiave e non mi fido di te quando siamo nello stesso letto" disse seriamente. La ragazza dai capelli rosa si alzò incredula andandosi a sedere sulla sedia della scrivania.
"Se per questo... non dovresti fidarti di me neanche quando siamo nella stessa stanza, o anche a distanze che vanno dai 10 ai 20 metri" fece finta di pensarci su socchiudendo un occhio e poi si mise a ridere per la faccia stupita di Cheryl.
"Che stupida" gridò lanciandole un cuscino addosso.
"Terrò le mani apposto" la rassicurò continuando a ridere "almeno per oggi" continuò maliziosamente.

"CHERYL!!!" Urlò Penelope dal piano di sotto "SONO ARRIVATI GLI ZII!!!" Continuò con disinvoltura.
"ARRIVO!!" Rispose lei "NON C'È BISOGNO DI URLARE" Disse alzandosi
"LO STAI FACENDO ANCHE TU"
Cheryl sospirò alzando gli occhi al cielo.
"Che stress quella donna" Toni scoppiò a ridere e scesero tutte e due al piano di sotto.

Appena scesero si trovarono davanti un gruppo di teste rosse.
"Zii, cugini" li salutò abbracciandoli leggermente
"Lei è Toni è-"
"La tua ragazza?" Si sentì una voce anziana provenire dal fondo. La donna si fece avanti tra la folla creatasi nell'ingresso.
"Piacere cara io sono la sorella di Roseline, Felicienne" l'abbracciò calorosamente
"No zia é una mia amica" disse Cheryl abbassando lo sguardo.

La zia sembrò delusa da quella risposta. "E come mai ti sei fatta trascinare dentro questa famiglia di pazzi?" Chiese con compassione
"Ehm-"
"Lasciala stare Felice" disse nana Rose raggiungendole.
"Che mi venga un colpo, sei esattamente come ti avevo lasciata l'anno scorso" le andò in contro abbracciandola. Cheryl guardò malinconica la scena, ogni anno succedeva e ogni anno lei immaginava di poter diventare così con suo fratello un giorno.

Toni notò la tristezza nel suo sguardo e le posò una mano sul braccio per rassicurarla.
"È tutto ok?" Chiese sussurrando. Cheryl la guardò amorevolmente
"Si" annuì poggiando una mano sulla sua.
Penelope le guardò sospettosa, come sempre, e con un pizzico di disprezzo negli occhi.

"Su andiamo in salone, il pranzo sarà pronto entro poco" andarono tutti a sedersi sui divani. Si creò un grande vocio in quella sala mischiato a risate. Poi c'era il silenzio dei gesti nascosti di Cheryl e Toni.
"Allora ragazze come vi siete conosciute?" Chiese Felice che ancora non si arrendeva all'idea di una loro storia.

Cheryl sorrise alla caparbietà di sua zia, era dura quasi quanto sua nonna. "A scuola" rispose semplicemente la rossa prima che Toni potesse dire qualcosa di sbagliato. Subito le scene della sera della festa si proiettarono nella testa di entrambe e sorrisero al ricordo. Le due nonnine si scambiarono uno sguardo di intesa.

"E da quanto state insieme?" Continuò Felice imperterrita.
Cheryl sospirò "noi non stiamo insieme" sussurrò per non farsi sentire da tutti gli altri, ma solo dalla diretta interessata, ma il suo tono era alquanto alto. Non le andava di dirlo, non era vero e ogni volta le faceva male. Nana Rose guardò Toni che le fece un occhiolino. Lei sorrise mentre Felice era concentrata sul volto di Cheryl e non se ne accorse.

"Non ci credo, dillo anche tu Rose. Si vede dai vostri sorrisi che il vostro non è solo un rapporto di amicizia, vi volete bene, tenete l'una all'altra, ma in un modo diverso, più profondo. Le persone mentono, ma gli occhi, quelli no, quelli in qualche modo assurdo trovano sempre un modo di esprimere la verità. Dicono che sono lo specchio dell'anima, solo chi sa osservare attentamente e con pazienza, però, capisce cosa veramente vogliano dirci. Neanche voi forse vi accorgete di come i vostri occhi si gurdano, ma lo fanno in un modo speciale. Qualsiasi cosa possano dire le vostre parole, loro non mentiranno mai, perché è cosi, quindi non provate ad ingannare me, che di occhi nella mia vita ne ho osservati tanti . Diglielo Rose. Non dovete avere paura di dirlo, l'amore è amore, indipendentemente da quello che pensano gli altri. Le persone hanno paura di certe cose, non le capiscono e quindi creano un qualcosa di ostile contro di loro. C'è gente al mondo che, invece, vorebbe solo distruggere la vostra felicità, semplicemente perché loro non lo sono, felici; e non riescono a trovare un posto a cui appartenere. Quindi pensano che la vostra gioia sia la causa della loro infelicità. Vi incolpano senza un valido motivo. Per questo voi dovete dimostrargli il contrario. Dillo anche tu Rose che a me non danno retta. Siete così giovani ragazze non potete nascondervi, dovete vivere la vostra storia, non importa chi o cosa si metta in mezzo. La vita è breve non c'è abbastanza tempo per poterci ritagliare neanche un piccolo spazio per le menzogne. Non date retta a quelli che dicono il contrario, che è lunga, loro non capiscono niente. Per questo dovete viverla. Anche se vi lascerete un giorno, anche se non vi rivedrete più, anche se non vi saluterete per strada, almeno non vivrete col rimpianto di non averci provato. Ma glielo dici Rose? O devo parlare solo io? Glielo ripeti tutti i giorni che sbagliano a non venire allo scoperto? glielo dici che non devono avere timore di quello che provano l'una per l'altra? Guardale, sono così carine insieme, non meritano questo mondo. Ne meritano uno dove non abbiano paura di tenersi per mano quando camminano per strada, o semplicmente di guardarsi e sognare un momento insieme, quando tutti gli altri hanno serrato la porta delle loro fantasie e hanno buttato la chiave. Non lo meritano, voi meritate di essere felici senza aver paura."

Toni e Cheryl rimasero a bocca aperta dopo quel discorso. Era davvero profondo e sentito, come se quelle cose la avesse provate lei in prima persona. La rossa le poggiò una mano sul ginocchio

"Grazie zia" disse sinceramente
"Questo significa che ho fatto centro? State davvero insieme?" Cheryl diventò rossa per l'imbarazzo, si era fregata da sola. Rimase impietrita, non sapeva cosa dire.
"Si Felice stiamo insieme, da quasi tre mesi ormai" disse Toni interrompendo quel momento di confusione che era passato per la testa di Cheryl.
Aveva capito che poteva fidarsi di lei, non avrebbe raccontato niente a Penelope e avrebbe mantenuto il loro piccolo segreto.

"Però non dire niente o mi lascia" continuò rivolgendsi poi a Cheryl.
"Non lo potrei mai fare" le disse la rossa con sguardo innamorato, stava per baciarla
"Ah no?" sussurrò con voce roca guardandole le labbra l'altra.

"Ehm" tossì Nana Rose "noi non diciamo niente, ma-"
"Voi tenete a freno gli ormoni" Continuò Felice si misero tutte a ridere e poi entrò Penelope per annunciare l'inizio del pranzo.
Guardò Cheryl e Toni ancora più infastidita, forse non stavano insieme però quella rgazza le dava fastidio e non la voleva attorno a sua figlia.

Tutti si sedettero all'enorme tavolo, intanto erano arrivate altre persone. Erano tutti uguali, Toni non li avrebbe mai riconosciuti, infatti sarebbe stata costretta a chiedere a Cheryl i loro nomi ogni qual volta le sarebbe servito.

"Stai calma" sussurrò alla rossa vedendola tesa, posò una mano sulla sua coscia dato che non potevano farsi scoprire. Cheryl strusciò le mani tra di loro. Se solo Toni ne avesse avuta la possibilità l'avrebbe baciata, abbracciata, o avrebbe semplicemnte intrecciato le dita alle sue. Ma non poteva neanche isolarsi con lei con la scusa di andare in bagno perchè qualcuno avrebbe potuto sospettato qualcosa.

"Cheryl smettila di torturarti le mani" disse indicancole con lo sguardo. Toni non capiva perchè era così in ansia in quel momento, non era la prima volta che si nascondevano da Penelope, eppure Cheryl non riusciva proprio a smettere di muoversi freneticamente o di fare gesti cercando di placare il senso di stress che provava in quel momento. 
"Non sono agitata" negò fermandosi guardando Toni. Lei strinse le labbra.

Cheryl girò immediatamente la testa verso suo cugino che si trovava davanti a lei
"William smettila di tirarmi calci" sbraitò contro al bambino dal caschetto ramato stringendo la lingua tra i denti, cercando di trattenere la sua rabbia e non attirare l'attenzione dell'intero tavolo.

Il bambino si girò verso sua cugina, aveva le guanciotte rosse e un'espressione tra l'impaurito, per il modo in cui era stato sgridato, e l'incredulo, perchè era stato chiamato ad una colpa che non riusciva a darsi.
Avrà avuto circa quattro anni e molto probabilmente non si era neanche accorto di star muovendo i suoi piedini avanti e indietro e di star colpendo la persona davanti a lui.

Toni lo guardò come a scusarsi del comportamento della sua ragazza, lui guardò la cugina con disprezzo e le fece la linguaccia per poi girarsi di nuovo verso la madre. Cheryl lo fulminò con lo sguardo stringendo una posata. La lasciò subito dopo capendo che non ne valeva la pena.
"Nooo non sei agitata" disse ironicamente Toni sussurrando, neanche lei voleva attirare l'attenzione, anche se c'era un così grande casino che nessuno si sarebbe accorto della sua frase. Cheryl le sorrise seccamente per poi tornare con lo sguardo sul suo piatto vuoto.

"Sai, potrei fare qualcosa per aiutarti" disse con voce roca avvicinandosi al suo orecchio. Strinse la mano sulla sua coscia provocando calore a Cheryl che avvicinò le gambe tra di loro cercando invano di allontnarlo. Abbassò la testa mordendosi il labbro.

"Vorrei proporre un brindisi" sentirono la voce confusa di qualcuno e subito si allontanarono prendendo i bicchieri in mano per brindare.
"Vorrei accogliere ufficlamente Antoinette come nuovo membro di questa famiglia di psicopatici e ringraziarla per aver deciso di passare questo Natale con noi e non essere scappata" disse Felice, Toni guardò Cheryl sorridente
"E per non averci provato con mia figlia" esordì Penelope da capo tavola, era molto vicino a dove si trovavano loro.

Cheryl sbiancò e tutti nella sala si ammutolirono "Scherzo" sorrise la donna "è che sei così carina, le persone troveranno difficoltà nel resisterti" guardò cinicamente prima lei e poi sua figlia.
"Cin-cin" alzò il calice per poi portarlo alla bocca sorseggiando il liquido che c'era dentro, continuò a sorridere vittoriosa nella loro direzione. Toni spostò lo sguardo verso Felice che era davanti a lei; sembrava volesse dirle di smetterla di comportarsi come una fidanzatina innamorata. Sembrava anche alquanto preoccupata.

Dopo poco tornarono tutti a chiacchierare animatamente.
"Dimmiiii..." una ragazza schiocchò le dita davanti alla faccia di Toni, era sicuramente la sorella del bambino di prima, si assomigliavano tantissimo e si saranno passati dieci anni circa.
"Toni" continuò al posto suo capendo che non si ricordava di già il suo nome.

"Toni" annuì la ragazzina "sembri una persona simpatica, come sei finita con... mia cugina" la guardò con disgusto per poi tornare sulla ragazza dai capelli rosa. Cheryl iniziò ad alterarsi ma Toni posò di nuovo una mano sulla sua coscia per farle capire che era lì con lei e che non avrebbe dovuto fare scenate.

La più bassa sorrise fintamente
"Beh, in realtà è stata questa stronzetta a costringermi" Cheryl la guardò sbalordita, non conosceva questo lato di lei. Se da una parte, però, era affascinata dal fatto che riuscisse ad essere così incredibile, dall'altra la sua frase le diede molto fastidio. Toni strinse la mano per farle capire di reggerle il gioco.
La rossa sorrise schifata dalla faccia presuntuosa di sua cugina, non la sopportava né lei né il fratello. Però la ragazzina sembrò appagata da quella risposta, non avrebbe sospettato di loro ora.

"Charlotte!!" la rimproverò sua madre, "smettila di mancare di rispetto alle persone"
"Mamma" disse scocciata "non ho fatto niente"
"Me l'ha appena detto tuo fratello" lei sbuffò tornando al suo telefonino e Toni sorrise sotto i baffi, quella Charlotte le stava antipatica, ma le sembrava anche abbastanza ficcanaso, doveva tenerla a bada in qualche modo.
"Scusala Cheryl" disse la donna. Aveva un volto gentile e sembrava stremata di già da tutto quel caos, ma questo non le toglieva la sua eleganza.

"Io sono Monique, ricordi?" si ripresentò a Toni "sono così felice che finalmente ci sia qualcuno che non abbia i capelli rossi nella nostra famiglia" disse sorridendo spontaneamente.
"Infatti lei non è di famiglia, pensavo saremo stati solo noi, invece Toni è ci ha fatto questa bellissima sorpresa" disse Penelope con un pizzico di malvagità nella sua voce. La ragazza dai capelli rosa sorrise in difficoltà. Cheryl iniziava a non sopportare veramente i modi che aveva sua madre di trattare Toni, era comunque la ragzza che amava non se lo poteva permettere, anche se lei questo non lo sapeva.

"Beh da oggi si" disse conivnta Monique.
"E la tua mamma e il tuo papà dove sono Toni?" chiese il bambino, lei sorrise rassicuarante, mentre Cheryl lasciò perdere il cibo che aveva nel piatto e prestò attenzione alla conversazione.
"Che razza di domande sono William?" chiese arrabbiata la rossa
"No va bene. Loro non ci sono più." confessò al bimbo che si rattristì.

"Oh mi dispiace un sacco" disse Monique veramente dispiaciuta "non saprei proprio che fine farei senza mia madre" guardò Felice che intanto stava parlando, non proprio tranquillamente, con Penelope.
"Non devi dispiacerti, è successo tanto tempo fa" Cheryl le prese una mano per consolarla.

"Oh beh, cambiamo discorso. Vai nella stessa scuola della nostra Cher?" le chiese indicando poco prima la rossa.
"Si, in realtà l'ho cambiata da poco, prima andavo alla south side high" a quelle parole la donna si incupì inspiegabilmente e la guardò con sguardo dubbioso.
"La nostra Toni vive nella zona sud, non l'avevi capito Monique?" chiese acida Penelope intromettendosi nel discorso, non aspettava altro.

"Poverina, non deve essee facile vivere accanto a persone dle genere" continuò la madre di Cheryl
"Avrai di sicuro paura che ti possa succedere qualcosa di brutto durante la notte" non si sarebbe fermata se solo Felice non l'avesse interrotta.

"Che mi venga un colpo" esordì la donna anziana, Toni si girò verso di lei, sentiva le guance andarle a fuoco. Sapeva che Penelope era maligna, ma non pensava si sarebbe spinta fino a quel punto, ora mancava solo Felice e tombola. Quella situazione stava diventando troppo difficile da sostenere, persino per lei. Voleva bene a Cheryl, ma era sicura, anzi, sapeva, che dopo l'esclamzione della sua pro-zia sarebbe diventata il nemico numero uno di quella famiglia.

Beh, infondo c'era da aspettarselo, lei proveniva dal south side, faceva parte di una gang, non aveva i genitori, quando si era messa con Cheryl non aveva messo in conto la perenne rivalità che c'era e ci sarebbe sempre stata tra il nord e il sud. Inoltre lei era ricca, la sua famiglia possedeva migliaia se non milioni di dollari. Suo nonno aveva fondato una delle più grandi aziende di sciroppo d'acero. Toni non aveva neanche i capelli rossi, non c'entrava niente lì.

"Tu sei la nipote di Antoinette" esultò felice come una bambina che apre i regali a Natale.
"Lo so ora me ne- aspetta cosa?"
"Aspetta cosa?" chiese Penelope sconcertata allo stesso tempo, tutto si sarebbe aspettata fuorchè questo.
"Si la noto ora la somiglianza, sei sua nipote" disse con commozione. Si portò le mani rugose alla bocca dalla sorpresa, le tremavano.
"Siete identiche" disse sorridendo.
"Aspetta zia, cosa vuoi dire?" chiese Penelope stranita.

Tutti si erano girati verso Felicienne dato che, quando aveva collegato tutto, aveva lasciato cadere la forchetta provocando un rumore assordante. Beh, tutti tranne Charlotte che continuava a fare non si sapeva bene cosa sul suo telefonino.
Nessuno stava capendo e tanto meno Toni, si il suo nome le era stato dato in onore di sua nonna che era morta poco prima la sua nascita, ma non riusciva a capire cosa questo c'entrasse.

"Oh scusatemi" disse la zia piegandosi a raccogliere la posata "Penny cara andresti a prendermene una pulita?" chiese a sua nipote che si alzò sbuffando. Il chiacchierio ricominciò mentre felice tornò a guardare Toni incredula.

"Devi sapere he io conoscevo bene tua nonna. Antoinette..." disse con occhi sognanti "quante cose abbiamo fatto insieme" continuò lasciandsi trasportare dai ricordi di quelle avventure.

"Non sai quanto mi manca" socchiuse gli occhi e una lacrima le rigò il volto. Toni capì di cosa stesse parlando, suo nonno le aveva sempre accennatto qualcosa del genere, qundo gli chiedeva di sua nonna: 'è un'aquila che non ha mai imparato a volare e si è accontentata di essere ordinale sulla terra quando poteva essere straordinaria in cielo'. Non aveva mai capito cosa volesse dire e, a dire il vero, nenache ora capiva molto bene quelle parole, però aveva finalmente realizzato a cosa si riferissero.

Cheryl intanto era rimasta immobile ad osservare la scena, infondo anche lei aveva compreso a cosa si riferisse, tutti quelli che la stavno ascoltando avevno capito, ne era certa. Puoi parlare così di una persona solo quando provi qualcosa di veramente forte per lei. La rossa si girò a guardare Toni e Toni si girò a guardare lei. Era la sua Antoinette e non avrebbe permesso che la sua lei del futuro non le avrebbe neanche rivolto la parola quando si sarebbero rincontrate per strada. Non avrebbe neanche sopportato l'idea di guardare una cosa e ricordarsi di lei senza poterla avere tra le braccia il secondo dopo.

La ragazza dai capelli rosa le sorrise, cominciò a sentirsi a casa. Aveva capito più cose su sua nonna, su se stessa e sulla sua storia con Cheryl. Non dovevano nascondersi, era sbagliato. Prima di fare qualsiasi cavolata però ne avrebbe parlato con la rossa, in quelle ultime due ore aveva capito che tipo era sua madre e che non le stava per niente simpatica. Non le avrebbe veramente fatte vedere mai più e questa era l'ultima cosa che voleva.

Il resto del pranzo passò tranquillo secondo i canoni dei Blossom, Penelpe continuò a mandare frecciatine a Cheryl e Toni, ma per il resto si era svolto tra risate e chicchiere. Il pomeriggio si erano riuniti a giocare, Toni aveva trovato un valido avversario nel nonno Gregor, che le ricordava molto il suo di nonno.

"Beh Cher è stato divertente e anche molto stancante passare il Natale con la tua famiglia." disse Toni sorridendo, era ormai quasi ora di cena e si trovavano nella veranda per salutarsi.
"Grazie per essere stata con me, non ce l'avrei mai fatta da sola"
"Direi" disse ridendo ancora.

"Vorrei baciarti" esclamò la rossa dopo qualche secondo di silenzio
"Anch'io" disse Toni rimanendo a guardarla. Non lo fecero però, qualcuno avrebbe potuto vederle e non sarebbe stato il massimo finire una giornata così perfetta con un dramma.

"Cher ti devo dire una cosa" disse la più bassa
"Ti ricrodi quando ho detto che non mi importava di nasconderci?" chiese preoccupata di rovinare quel momento "c'ho pensato e preferirei non farlo più. Ho bisogno di essere libera di baciarti quando ne ho voglia o di stringerti la mano o di appoggiare la testa sulla tua spalla senza paura che qualcuno possa pensare male" in realtà quel qualcuno non era generico, ma si riferiva a Penelope e entrambe lo sapevano benissimo.

"Non voglio forzarti, prenditi il tempo che ti serve" le posò una mano sula braccio e strinse le labbra, quella richiesta la metteva a disagio, ma doveva dirglielo.
"Ma ti prego fallo, perchè, per quanto sia eccitante osservarti mentre stai avendo un orgasmo e sei obbligata a non urlare, ti giuro che preferirei sentirti gridare il mio nome" vide che Cheryl divenne rossa, dopo tre mesi ancora le faceva questo effetto "o semplicemente non dover inventare scuse su quello che facciamo, con chi lo facciamo e dove lo facciamo" solitamente avrebbe continuato con la sua spuduratezza, ma quel discorso era già imbarazzante di per se, non avrebbe aggiunto altra carne al fuoco.

"Ok" rispose semplicemente "però voglio che tu sappia che non mento a causa tua, ti voglio troppo bene per farlo" Toni chiuse gli occhi acconsentendo.
"Ci vediamo domani per il tuo vero vero regalo" le fece l'occhiolino e si incamminò per andarsene.
"Aspetta" la rossa la prese per un polso, si guardò intorno e poi le lasciò un veloce bacio a stampo. Quando la più bassa cercò di approfondirlo Cheryl si staccò
"Ora vai, ci vediamo domani" Toni sorrise, era stato corto, ma le sarebbe bastato per quella notte. Salì sulla sua moto e partì verso casa sua col quell'inconfondibile sapore di ciliegia ancora sulle labbra.

"È davvero una ragazza speciale" sussurrò Felice sull'uscio della porta "non fartela scappare" le raccomandò
"Ora su, torna dentro prima che ti ammali. Non vorrai mica non andare dal tuo 'vero vero regalo' domani?" le fece l'occhiolino anche lei e tornò dentro casa
"Aspetta tu hai-" la seguì stupita dalle doti di sua zia che come spia aveva una carriera migliore di sua nonna.

N/A: Adoro, adoro, adoro questo capitolo. Vi spiego un po' ora cosa succederà:
-1. questo non è un salto temporale, non è il capitolo 35, non è il continuo del capitolo 34, non è l'inizio del capitolo 361 è un capitolo apparte;

-2. avete presente il mio cervello? Ecco. Ora sto per dire una cosa che sembra il contrario della 1: se per caso la storia si sviluppasse in un modo che mi consenta di usare questo capitolo, allora lo rimetterò tale e quale (o con qualche aggiustamento). In quel caso, ovviamente, farò anche il capitolo dedicato al 'vero vero regalo'.

-3. Felicienne si legge 'Felisien' mentre Felice 'Felis' e quanto cacchio è figo come personaggioooo l'ADORO, è tipo Nana Rose 2.0, ma Roseline sarà sempre il nostro capitano.
-4. BUON NATALEEEEEE ANGELIIIIIII
-dalla vostra Babba Natale

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