Closer to you||choni

By mela_morello

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Le choni meritavano di meglio nella 2 stagione di riverdale così ho deciso di dare loro una storia. Avvertenz... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Nuovi Personaggi
Capitolo 9
Avviso
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12 (Parte 1)
Capitolo 12 (Parte 2)
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Avviso 2
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24 (parte 1)
Capitolo 24 (parte 2)
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 34
Speciale di Natale
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49

Capitolo 33

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By mela_morello

Lo zio di Toni stava girando il mestolo nella pentola canticchiando una canzoncina, quando sentì il rumore di una moto. Capí che era sua nipote dall'orario e buttò un pizzico di sale nella pietanza che stava preparando.

Dopo poco sentì la porta di casa sbattere e il rumore di passi pesanti che si avvicinavano verso la cucina.
"Hey" disse alzando la testa pronto a chiederle come fosse andata con Jughead ma lei si fiondò in camera sua sbattendo la porta.

Il suo sorriso sparì, poggió il mestolo di legno al bordo della pentola, si pulì le mani allo strofinaccio poggiato alla sedia vicino al tavolo e si diresse verso la camera di Toni. Bussò in modo cauto perché non voleva essere assillante nei suoi confronti e di sicuro non voleva peggiorare la situazione.
"Toni?" La chiamò dall'altro lato sussurrando, non aveva la benché minima idea di cosa aspettarsi. Gli avrebbe urlato contro? Avrebbe chiuso a chiave? Non gli avrebbe risposto?

La porta si aprì di scatto e lui se la ritrovò tra le sue braccia. Fece due passi indietro per non cadere dato che Toni si era praticamente buttata contro di lui. Lei iniziò a piangere contro la sua spalla, si sarebbe aspettato tutto tranne che questo.

La strinse di più a se cercando di calmarla, era uno scricciolo in confronto a lui. Aveva paura di poterla rompere in qualche modo.
"I-io-" cercò di dire una frase di senso compiuto ma altre lacrime le rigarono le guance.
"Shh" le accarezzò la schiena cercando di calmare i suoi singhiozzi. Non sapeva perché stesse piangendo, ma sapeva che voleva a tutti i costi che la smettesse. Non riusciva a sopportare di vederla in quello stato Le lasciò un bacio sulla testa e poi si allontanò di poco.

Le prese il viso tra le sue enormi mani e le asciugò le lacrime con i pollici. Le spostò i capelli dietro alle orecchie e poi la guardò negli occhi.
"Che è successo?"
Lei alzò lo sguardo, i suoi occhi erano lucidi. Si percepiva tutta la disperazione e il disprezzo che provava per se stessa in quel momento.
"Io le ho fatto del male" un'altra lacrima le solcò il volto al ricordo.

L'uomo iniziò a preoccuparsi
"Cos'è successo?" Aveva paura della sua risposta, quella frase poteva avere tanti significati.
"Sono andata a casa sua e-e c'era sua madre e-e poi io l'ho ferita"
Lui iniziò a non capire. Toni parlava in modo sconclusionato e non riusciva a capire a chi si stesse riferendo. In quel periodo troppe cose stavano accadendo nella sua vita e lui non riusciva a tenere il passo.

"Ok ora calmati, preparo qualcosa di caldo, ci sediamo sul divano e ne parliamo." Toni sembrò acconsentire all'idea e andò a sedersi in soggiorno. Iniziò a pensare a tutto quello che era successo, voleva far sparire quelle immagini dalla sua testa. Non le era mai successo di perdere così tanto il controllo.

L'uomo dal canto suo si sentiva euforico. Era la prima volta che Toni andava da lui a chiedergli aiuto, era la prima volta che piangeva tra le sue braccia. Neanche alla morte dei suoi era successo. Beh quando lei era tornata a casa con lui era stata tutto il tempo seduta su una poltrona e, quando erano andati via tutti, era corsa nella sua nuova camera.

Quello che aveva fatto lui era stato ordinare una pizza e bere tre bottiglie di birra.
Guardandosi con gli occhi di adesso si vergognava tanto di quello che aveva fatto. Non era andato da lei, era una bambina e non si era preoccupato di rassicurarla o semplicemente di andare ad abbracciarla.

Questa era la sua rivincita, avrebbe potuto essere più responsabile, migliore. Andò in cucina e aprí tutti gli sportelli della dispensa in cerca di una bustina di tè o di camomilla.
Le mani gli tremavano, era troppo emozionato per quel momento.

Dopo qualche minuto tornò in soggiorno con due tazze in mano. Richiamò Toni che era rimasta incantata a guardare un punto indefinito dello spazio. Sembrava esausta, lui aveva paura di iniziare la conversazione. Non riusciva a smettere di sorridere perché finalmente gli aveva chiesto aiuto ma, allo stesso tempo, doveva assumere un espressione seria.

Le passò la tazza e lei la prese ritraendo subito la mano, si ricordò cosa ci aveva fatto. Tutto di lei le ricordava il dolore che aveva provato quando aveva lasciato Cheryl e che aveva provocato a lei, anche se non l'aveva capito fino in fondo molto probabilmente.

L'uomo se ne accorse, serrò le labbra e si sedette di fronte a lei.
"Me ne vuoi parlare?" Chiese apprensivo. Lei tenne lo sguardo basso.
"Il problema è con Jughead?" Toni alzò lo sguardo
"No" scosse la testa "con lui ho risolto" sorrise a stento ripensandoci. Era contenta di averlo fatto ma non riusciva a sorridere senza pensare al viso di Cheryl.

"Abbiamo guardato un film e poi ho rincontrato Fp"
L'uomo sgranò gli occhi
"È successo qualcosa con Fp, ti ha fatto del male? Lo uccido a quello lì" sentí il sangue ribollirgli nelle vene, al solo pensiero di lui che la sfiorava con un dito...
"Ma no, no ew. Cosa pensi?!" Disse sdegnata.

Lui si rasserenò poggiando la schiena allo schienale della poltrona rilassando i pugni.
"Quindi chi è stato a far sparire quel bellissimo sorriso dal tuo viso" Chiese inquieto mantenendo però una vena di dolcezza.
Lei sorrise leggermente e un po' in imbarazzo a quell'espressione.

"Cheryl" disse semplicemente, anche se solo a pronunciare quel nome un turbinio di emozioni si scatenarono dentro di lei. Rabbia, tristezza, amarezza, pentimento.
Lo zio si rese conto che era veramente quello il centro della sua malinconia. Si capiva dal suo sguardo, era ovvio che era successo qualcosa di veramente grave.

"Cosa ti ha fatto?" Chiese più apprensivo che arrabbiato. Toni scosse fortemente la testa come a voler cacciare dei pensieri più che, semplicemente, negare la domanda.
"Non mi ha fatto niente. È stata tutta colpa mia, mia e del mio fottuto problema a controllare la rabbia." L'uomo si sentì sprofondare: non sapeva di questa cosa, non se n'era mai accorto. Non riusciva a concepire come avesse fatto. O sua nipote era brava a nasconderlo o lui faceva schifo. Puntava sulla seconda.

Si diede subito la colpa di quello che le stava succedendo. Ovviamente questo problema si era sviluppato dalla morte dei suoi. Se solo le fosse stato accanto, se solo avesse provato a chiederle come stesse e ad ascoltarla seriamente, e se... o beh ora non importava più. Il dado era stato tratto, non c'era più niente che potesse fare per cambiare il passato. Ma c'era qualcosa che poteva fare per cambiare il suo futuro.

"Oh Toni" poggió la tazza sul tavolino davanti a lui alzandosi e andò a sedersi accanto a lei. L'abbracciò e le fece poggiare il capo sulla sua spalla. Lei sembrava ritrovarsi in uno stato catatonico. Quelle immagini non facevano altro che scorrerle davanti. Quando stringeva gli occhi sparivano, ma appena li riapriva tornavano con prepotenza.
"Non è colpa tua" disse iniziando ad accarezzarle i capelli.

"Le ho fatto del male" una lacrima scese nuova sulla sua guancia.
"Volevo farlo e non mi importava delle conseguenze o di quello che veramente stavo facendo" un'altra lacrima scese seguendo la prima
"Ho sbagliato tutto" una terza
"Non dovevo lasciarla da sola" ormai aveva ricominciato a piangere sulla sua spalla.
"Perché me ne sono andata? Non potevo rimanere e chiederle scusa?" Disse tra i singhiozzi.

Lo zio la lasciò sfogare, aveva capito che era successo qualcosa di grave, dalla sua reazione. Non aveva capito niente, però, di quello che era successo, ma andava bene così perché in quel momento doveva mostrarsi come una persona stabile e decisa in quello che faceva, così che sua nipote ci si sarebbe potuta appoggiare.

"Non è colpa tua" sussurrò di nuovo accarezzandole i capelli. Sembrava che parlassero da soli. Ognuno aveva i propri pensieri e ognuno esprimeva a parole ciò che pensava. Non si ascoltavano neanche attentamente tra di loro.

Dopo qualche minuto Toni si addormentò. Era davvero esausta, chissà quanti problemi e quante paranoie giravano nella sua testolina. La prese di peso e la portò in camera sua adagiandola sul letto e coprendola con un plaid. Rimase ad osservarla per alcuni secondi, aveva ancora i segni lasciati dalle lacrime sulle guance. Le lasciò un bacio sulla fronte. Come aveva fatto a disprezzare quella che, ora, le sembrava una bambina.

****

Era lunedì mattina, Cheryl stava chiacchierando con le sue vixens. Dicavamo davvero cose molto stupide, però lei era il capitano e infondo infondo teneva a loro. Anche se non l'avrebbe mai dato a vedere, si sentiva un po' come la loro mamma e, quindi, in dovere di proteggerle e di ascoltare le loro cavolate.

Lei non stava partecipando alla conversazione, non perché fosse inutile, lo era, però non riusciva a non pensare a Toni. Non si erano poi sentite quel sabato sera. Cheryl la mattina dopo non riusciva neanche ad alzarsi. Semplicemente per scendere a fare colazione si era guadagnata delle occhiatacce sospette da sua madre e dei sorrisini perversi da sua nonna che, molto probabilmente, aveva capito tutto. Era intelligente e questo lo ammetteva.

Di conseguenza non era neanche andata da lei, inoltre Toni non l'aveva cercata quindi Cheryl aveva pensato bene di lasciarla per le sue. Non sapeva se era esattamente il comportamento migliore, soprattutto perché la faceva stare male, però quella era la sua prima vera relazione seria e andava alla cieca.

Quando si era messa con Josie, l'aveva fatto più che altro per sfida. In realtà pensava che quella che aveva raggiunto con lei era il massimo della felicità che poteva permettersi, ma poi era arrivata la ragazza dai capelli rosa a stravolgerle la vita e le aveva fatto capire che si meritava di meglio.

Con Josie era sempre stato un tira e molla, quando l'aveva scoperta con Reggie non ne era rimasta poi tanto sorpresa. Questo non voleva dire che non l'aveva ferita lo stesso. Cheryl odiava così tanto stare male a causa di una persona che dovrebbe fare tutto l'opposto.
Aveva tenuto la sua maschera e aveva cercato di reggerla. Quella relazione era tossica e per niente vera però allontanarsi da Josie le aveva comunque tolto qualcosa.

"Cheryl!" Qualcuno la risvegliò dai suoi pensieri. Alzò lo sguardo, e, neanche l'avesse fatto apposta, era Josie. Cosa stava cercando di fare?
"Ti prego ho bisogno di parlare con te" quella sarà stata la terza volta che ci provava. Aveva il viso corrucciato e sembrava davvero seria. Preoccupata forse? Ma poi di chi? Di lei? Non aveva alcun diritto di esserlo. Non stavano più insieme, non erano più amiche, l'unica cosa che condividevano erano le ore di biologia e le vixens. Anche se dall'inizio della scuola non si era mai fatta vedere con loro. Aveva partecipato solo agli allenamenti.

"Che vuoi Josie?" Un barlume di esaltazione le attraversó gli occhi. Chissà da quanto aspettava questo momento.
"Cher" intanto la rossa aveva mandato via le cheerleaders
"Ti volevo chiedere scusa per quello che è successo quest'estate, perdonami per quello che ho fatto. Ti giuro che non volevo" l'altra sbuffò
"Certo e io sono etero, ma fammi il piacere Josie. Ho visto come te lo stavi limonando" sputò fuori arrabbiata, piano piano avrebbe fatto uscire tutto quel rancore che si portava dentro nei suoi confronti.

"Lo so Cher ma per favore, passaci sopra. Perdonami! Mi manchi" disse guardandola negli occhi e poggiandole una mano sulla sua per cercare un contatto a cui aggrappare le sue parole. Cheryl la guardò disgustata
"Questo non è il modo giusto per farti perdonare, ti stai rendendo solo patetica" trasse la mano velocemente "ora corri nella tua classe o vuoi beccarti una punizione.." Josie si alzò dalla sedia, che aveva girato dal banco davanti, provocando rumore. "O forse è meglio così, d'altronde non trovo posto migliore dove tu potresti passare il pomeriggio."

Lei la guardò male poi prese il suo zaino e se ne andò dirigendosi verso la sua classe. Cheryl aveva ragione, in parte, l'aveva tradita ma questo non le permetteva di trattarla in quel modo. Avrebbe provato a giocare l'ultima carta per convincerla a tornare con lei, poi per la rossa sarebbe finita lì.

N/A: Amo la nota autrice. Ma quanto sono storica "il dado è stato tratto" wow. Comunque.. quanto tanto sono carini lo zio di Toni e Toni??? Awww. Volevo dire che non troverò un personaggio da mettere nei 'nuovi personaggi' per lo zio di Toni e neanche un nome dato che nella serie esiste. Ha un volto e un nome e niente. Riguardo a Josie shalla. Quanto non la sopporto? Troppo. Questo come avrete capito è un capitolo di passaggio e mi dispiace di non aver messo un po' di choni ma nel prossimo ci sarà qualche scena promesso 😉. Xoxo e cocchi a tutti 🥥 🥥🥥🥥

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