Recensioni Brillanti

By GemmeDaScoprire

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Salve a tutti voi! Vi diamo un caloroso benvenuto su questa raccolta di Recensioni Brillanti! In questo s... More

Recensioni Brillanti
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'Broken Souls: let your demons go' di YagaIsBack

'Masterly' di AJBeth

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By GemmeDaScoprire

Titolo: Masterly

Autore: AJBeth

Genere: Mistero/Thriller

Sottogenere: Paranormale

Trama: La storia è ambientata in Irlanda, nella città di Merlin, circondata dal bosco Masterly, fulcro portante di molti elementi della narrazione. Mairead, una giovane artista che si è trasferita per trovare la sua strada, vive da sola, dipingendo e seguendo le sue passioni. I fatti seguono principalmente le vicende che si svolgono intorno a lei e che la legano al pericoloso Scàth di nome Keeran. La trama si svolge al giusto ritmo, accompagnando il lettore attraverso gli avvenimenti, resi sempre chiari dalla narrazione fluida e attenta.

1. Correttezza grammaticale:

- Punteggiatura.

A volte ci sono dei problemi con la costruzione di alcuni periodi più lunghi, e tendi ad usare le virgole e degli incisi, in particolare, che rendono difficile la lettura. Ti riportiamo alcuni esempi:

"Chiunque lo conosceva, e nessuno si sarebbe mai opposto alla sua volontà, senza essere considerato pazzo." → In una frase così breve la posizione di queste virgole crea un inciso scorretto, quindi l'ultima virgola andrebbe rimossa.

"... persone con cui aveva gradito passar del tempo, per cui, si creava automaticamente un'immagine sbagliata..." → passar del tempo, per cui si creava automaticamente un'immagine sbagliata...

"Un gesto affettuoso, se non fosse stata la stessa persona che poco dopo la morte della moglie, si era uccisa lasciando sua figlia orfana da entrambe le parti." → attenta all'ultima virgola in questo caso, perché vai a creare un inciso non necessario, che rende la fase sbagliata.

"sembrava dissolta nell'aria gelida d'Irlanda e ora poteva..." Anche se non è un nome di persona, anche Irlanda è un nome proprio, quindi richiede una virgola, perché complemento di vocazione → gelida d'Irlanda, ora poteva...

Stavano camminando ormai da pochi minuti, ma riusciva ancora a vedere la strada, aguzzando la vi(s)ta tra la boscaglia, e gli alberi erano abbastanza radi da non dover zigzagare senza tregua. → Questa frase non funziona proprio, il modo in cui sono poste le virgole e l'ultima congiunzione la rendono difficile da comprendere. Pensiamo che porla in questo modo sarebbe più corretto: "Stavano camminando ormai da pochi minuti, ma riusciva ancora a vedere la strada aguzzando la vista tra la boscaglia; gli alberi erano abbastanza radi da non dover zigzagare senza tregua."

"Che impegno nobile... Sarà difficile da mantenere," → ci va la minuscola dopo i tre punti.

«Verrà anche una sua amica, quindi... Ho invitato anche te.» → dopo i tre punti di sospensione non va obbligatoriamente la maiuscola.

«Ah, e Mair... Vestiti carina. Almeno il tuo aspetto può rimediare al caratteraccio che hai.»Sorrise, dicendole di fare lo stesso. → Stessa cosa qui.

Capitolo 0- Osservò la Luna, rimanendo immobile per svariati minuti, a contemplare ogni cratere. → L'ultima virgola andrebbe tolta.

[...] all'incirca, una settimana prima[...] → anche qui converrebbe togliere la virgola, in questo caso superflua che spezza il discorso.

«Ricordati di presentarmelo, allora.» disse la bruna → disse è un verba dicendi quindi a fine dialogo andrebbe posta una virgola anziché un punto.

Oona balbettò, investita da tutte le domande che la assillavano. «Certo» → Dopo "Certo" va chiuso il dialogo con un punto.

[...] e incrociando le braccia al petto disse «Non vedevo tanto entusiasmo per un'uscita dai tempi del liceo. → Dopo "disse" vanno i due punti... disse:

[...] leggero sorriso, prima di aggiungere «Che impegno nobile[...] → anche qui mancano i due punti, non si può introdurre un discorso indiretto lasciando la narrazione senza punteggiatura.

[...] bene a non impicciarsi, è un luogo di morte, quello lì, non avvicinatevi, credete a me.» sputacchiava → il punto non va.

- Verbi.

Per quanto riguarda i verbi non abbiamo notato quasi nulla di anomalo se non per delle frasi riportate al presente piuttosto che al passato come il tempo che si usa per tutta la narrazione.

Alla fine del primo capitolo, ad esempio, proprio all'ultima frase, ti facciamo notare che hai scritto al presente mentre il resto della narrazione è al passato: È incredibile quanto, certe volte, il Destino capovolga i piani ed inverta i ruoli. → Se vuoi lasciarla al presente dovresti metterla in corsivo.

Una cosa simile accade qui: "In fondo, aveva ragione. È molto più facile dimenticare..." ricorda che se anche stai illustrando dei pensieri la narrazione deve essere mantenuta al passato, a meno che questi non siano mostrati in modo diretto.

"e ora poteva vedere..." attenta in questi casi, perché "ora" indica un momento presente, cosa che, se non usato con attenzione, va a cozzare contro la narrazione al passato. Per quanto non sia propriamente un errore ma solo una cosa da tenere d'occhio, ti consigliamo di usare alternative come "in quel momento" o simili per andare sul sicuro.

Capitolo 0- Quella notte, lui era solo. Non aveva avvertito gli altri delle sue intenzioni, perché intuiva che in tal caso lo avrebbero fermato. → L'intuizione in questo caso, è un'azione che si è verificata prima che lui si ritrovasse da solo, l'ha pensato in precedenza e non nello stesso momento in cui compie l'azione. Quindi, forse sarebbe meglio usare il trapassato prossimo? → Aveva intuito.

Capitolo 1 - Lo sfrigolio della legna che veniva consumata lentamente era l'unico rumore che si sentisse → che si sentiva

Keeran annuì soltanto: non era quel genere di persona che vive per sentirsi ringraziare → viveva

[...] chiuse la questione, stringendo i denti, e buttò il cellulare sul tavolo, in modo da non pensarci più. → buttando

Dopotutto, non era alle prime armi, aveva già uno stile suo e sapeva cosa volere. → voleva

[...] dedussi che fosse piuttosto mediocre a scuola → dedusse. Si narra alla terza persona.

In quell'attimo in cui gli occhi dorati di Keeran si posarono su di lei, raccolsero più informazioni di quante un umano non potrebbe mai fare in un'ora. → non avrebbe mai potuto fare

Per il resto non abbiamo notato nulla di sbagliato.

- Altro.

Tendono ad esserci delle forti ripetizioni di alcuni termini durante i vari capitoli (soprattutto i primi) o gli stessi paragrafi, quali Scàth, Grande e gli altri nomi propri. Capiamo che non è facile sostituirli considerando che sono molto specifici, ma prova a limitarli, perché altrimenti rischia di diventare spiacevole la loro costante ripetizione.

Non sempre la d eufonica è posta nel modo corretto.

esempio: ed inverta

Stai attenta all'utilizzo della d eufonica; a parte poche eccezioni, va utilizzata nel caso in cui la parola che segue la precedente inizi con la stessa lettera di quest'ultima oppure per una questione fonetica.

Ci sono giusto un paio di errori di battitura, niente di davvero grave. E, a ogni modo, sono davvero pochi. Complimenti per l'attenzione che hai usato per curare il testo:

"aguzzando la vita tra la boscaglia" → errore di battitura, dovrebbe essere "vista" come segnato sopra.

ma qualunque creature → creatura

migliaia di vita riavranno → vite

Lui non tolse lo sguardo da lei e lei, con una maschera... → prova a sostituire un lei con il nome proprio, così da rimuovere la spiacevole ripetizione.

E un'ultima cosa, nel capitolo 4, abbiamo trovato questa assonanza:

... sobbalzare l'automobile sensibilmente. Probabilmente si erano spezzati... → due avverbi così ravvicinati tendono a suonare un po' ridondanti. Non è propriamente un errore, ma potrebbe non essere molto piacevole da leggere, a meno che non siano evidenziati per dare un effetto particolare.

Era lo Scáth a cui poteva fare maggior affidamento → su cui. Notiamo spesso che utilizzi la preposizione "a" in maniera erronea.

Capitolo 1 - Mairead ricordò immediatamente l'unica volta in cui a rossa aveva → la rossa

queso non vi rende di certo grandi amici → questo

essere il cento e dei pettegolezzi. → Centro

[...]incontrare la segretaria del Comune per la mostra → Comune sarebbe più adatto per un luogo Italiano ma dato che ci troviamo in Irlanda forse Municipio sarebbe più appropriato.

Forse era perché faticava ad affezionarmi → affezionarsi

Chi meglio dei suoi genitori poteva aiutarmi a capire cosa stesse succedendo? → Anche questo è un pensiero, se vuoi lasciarlo al presente almeno ponilo in corsivo.

Non sconosco nessun possibile → conosco

Ormai nella sua testa e ne suoi pensieri → nei

«Stavo facendo una passeggiata e mi è tornato in mente ieri sera. Così, ho pensato che potremmo fare una passeggiata, che ne dici?» → ripetizione

[...] avvenivano le interazioni sociali da maschio e femmina → tra maschio e femmina

[...] fregandosi di chi potesse vedere → fregandosene

Vi erano barattoli ovunque, ognuno di colore diverso, che rifletteva la luce → riflettevano. Barattoli è al plurale, quindi va concordato anche il verbo.

[...] come avesse trascorso le sue ultime ore, sapeva soltanto di trovarsi in un posto sconosciuto con una sensazione strana alle membra e una cattiva sensazione nello stomaco. → Ripetizione

Mairead poté vedere l'orrenda cicatrice le deturpava il volto splendido. → che le deturpava

Avrebbe preferito doversi amputare la mano per causa sua rispetto che morire perché si era fidata della stessa donna a cui l'aveva portata il suo assalitore. → da cui

[...] così puro e nobile a rovinarle per sempre la bellezza seducente di quella strega. → in questo caso rovinarle serve a rafforzare un soggetto che già c'è, ovvero, la strega, quindi si potrebbe evitare.

2. Narrazione:

La narrazione funziona e accompagna il lettore attraverso i vari avvenimenti con innata fluidità. Lo stile usato per narrare le vicende rispecchia sia la semplicità che la complessità degli elementi che la compongono. Non si vengono a creare, però, passaggi troppo elaborati e il linguaggio tende a rimanere molto semplice, permettendo al lettore di sfogliare una pagina dopo l'altra senza sentirsi in difficoltà.

Tuttavia molte volte ci sono dei cambi di punti di vista. Il narratore esterno a focalizzazione zero può risultare difficile da seguire quando non usato con maestria, e purtroppo in questa storia la cosa tende a rendere un po' confusionari o difficili alcuni passaggi.

Spesso l'attenzione e l'introspezione passano in un unico capitolo da Oona a Mairead, da Mairead a Keeran e così via, a volte rendendo difficile seguire il filo dei pensieri di un solo personaggio per volta. E ciò confonde un po' perché non appena si comprende il discorso, si entra nel vivo e ci si rispecchia appieno nella voce narrante, ecco che all'improvviso essa cambia e si rimane un pochino straniti finché non si capisce chi sta effettivamente parlando, e a quel punto serve rileggere per riuscire a identificare il soggetto. Questo, di tanto in tanto, crea confusione in alcuni passaggi particolari, abbiamo ad esempio il momento in cui Keeran capisce che la ragazza ha visto una Cailleach, ma sarebbe stato sicuramente più interessante e meglio d'effetto se fosse stato approfondito il ragionamento (o rivelazione) che ha avuto Keeran. Perché non scrivere un intero capitolo dal suo punto di vista, iniziando con una serata tranquilla (relativamente) per poi giungere al momento della rivelazione, piuttosto che finire per spezzare e ridurre in questo modo le introspezioni dei personaggi?

Ti consigliamo quindi di provare ad approfondire ogni momento della narrazione e, se proprio vuoi mantenere la focalizzazione zero (con anche i piccoli scorci del futuro tipo "ne avrebbe pagato le conseguenze" che rendono la lettura più intrigante) cerca di distinguere con chiarezza quando passi dall'illustrare ciò che sente un personaggio all'altro.

Attenta che nel capitolo tre sei passata per un momento alla prima persona → "dedussi che fosse piuttosto mediocre,"

- Terminologia.

La terminologia è tendenzialmente semplice, ma non banale. Certo, non ci sono termini aulici, ma crediamo che questa semplicità sia dovuta al fatto che, solitamente, le descrizioni sono ridotte o relegate a momenti molto specifici, cosa che comunque andremo ad analizzare poco sotto.

Forse un linguaggio un po' più ricercato avrebbe aiutato a far spiccare la storia tra le tante che, pur non condividendo molti elementi originali, riportano le stesse basi del genere urban fantasy, ma dobbiamo ammettere che Masterly, rispetto alle altre, ha quel qualcosa che la distingue dalla massa. Anche se il linguaggio non è aulico o particolarmente ampio, si fa comunque un uso egregio del registro medio, sviluppando attraverso parole semplici e concrete lo svolgersi degli eventi. La minuzia utilizzata nel riportare ogni elemento caratterizzante di genere fantasy, ha fatto sì che noi lettori, che guardiamo al di fuori del mondo della scrittura, potessimo comprendere appieno la vasta gerarchia che compone il regno "fantastico" a cui appartengono gli Scàth.

Ciò che ci è piaciuto in particolare è l'attenzione ai nomi dei vari elementi folkloristici e fantastici, stai riuscendo a creare un'intricata rete di nomi e relazioni, facendoci immergere in questo mondo verdeggiante ma pericoloso. Partiamo da un comune paesino di nome Merlin, situato in una zona un po' fuori dal mondo, a volte nascosto agli occhi di molti da una fitta foschia proveniente da un bosco poco distante, il Masterly, dal quale appunto è stato tratto il nome della storia. Quando sembra di essere stati catapultati in una semplice storia, ecco che sbattiamo le palpebre e all'improvviso la nebbia si dirada; ciò che abbiamo davanti non è più la normalità, ma una civiltà di creature che da sempre spopola tra le leggende dell'Irlanda.

Per quanto riguarda la terminologia in sé abbiamo solo un piccolo appunto da fare: si è riscontrato il frequente uso di termini ripetitivi. Un veloce esempio: Socchiuse poco gli occhi, sebbene le sue palpebre non potessero affievolire la lucentezza dei suoi occhi dorati.

- Descrizioni.

La maggior parte dei capitoli iniziano con una descrizione, la quale è sempre ben fatta, molto evocativa e ci aiuta a immergerci nell'ambiente. Ma tuttavia il resto del capitolo tende a risultarne molto scarno. Abbiamo delle belle descrizioni dei personaggi intorno a Mairead. Ma gli ambienti, come il pub, il Masterly o la casa stessa della protagonista, risultano molto poco abbozzati, quasi del tutto assenti in alcuni casi.

Le descrizioni aiutano il lettore a comprendere il mondo in cui si immerge e come vi interagiscono i personaggi. In una storia del genere, anche se la componente fantasy non è accentuata come potrebbe esserlo in un high fantasy, le descrizioni sono sempre necessarie, per trasmettere il mondo da te creato al meglio e attirare l'attenzione, rendendolo chiaro e ben definito. Proprio questa "puntina" servirebbe a delineare in modo "panoramico" ogni paesaggio in cui i protagonisti poi decideranno di mettere in scena la loro parte. Masterly, da questo punto di vista dona una spiccata propensione all'immaginazione già alla parola "bosco" ma, ovviamente, tutti gli elementi inseriti devono essere accompagnati da un piccolo aiuto per poter portare il lettore alla totale immersione tra la nebbia più fitta e criptica del folklore che accerchia Merlin. L'autrice possiede un ottimo senso di trasposizione tra il reale e l'immaginario, il che ci fa capire che il mondo da lei creato non solo è un teatro di mistero ma anche un palcoscenico di sentimenti, emozioni e personalità che pagina dopo pagina riempiono il cuore e la mente di chi legge, riuscendo così a far apparire più vivido e tangibile questo mondo che ai nostri occhi, invece, potrebbe sembrare stranamente così lontano. Siamo sicure che l'autrice, già brava per com'è, se focalizzasse il suo centro narrativo anche sulle descrizioni, in modo da renderle più accurate, ne verrebbe fuori davvero un ottimo lavoro.

- Dialoghi.

I dialoghi sono davvero ben costruiti, realistici e ben pensati, ciò che ci ha catturato di più è probabilmente la spontaneità con cui riesci a far parlare la protagonista, in particolare con la sua migliore amica, creando chiacchierate amichevoli ma sempre pungenti e interessanti. Le loro personalità sono totalmente differenti e il potersene rendere conto anche solo attraverso i dialoghi è un'ottima cosa. I dialoghi a volte possono essere la parte penalizzante di una storia che potrebbe avere davvero del potenziale, ma non è il nostro caso, qui ovviamente abbiamo un complesso di sequenze dialogiche gestite davvero alla perfezione. Non è capitato, finora, di seguire un discorso che fosse insensato o creato così, tanto per riempire un buco nella narrazione. Risulta leggero e interessante percepire nelle conversazioni quel pizzico di carattere che contraddistingue ogni personaggio; anche questo ci aiuta a delineare nella nostra mente l'immagine "a colori" dell'interazione che sta nascendo tra le varie figure.

Per quanto riguarda la punteggiatura per questi ultimi non abbiamo trovato nessun errore.

- Ritmo della narrazione.

Nel primo capitolo ci vengono fornite moltissime informazioni (potenzialmente difficili da assimilare) riguardo le creature del Masterly, in particolare della società degli Scàth e alcuni eventi passati. Abbiamo immaginato che sia stato fatto per dare una base più solida su cui appoggiare la maggior parte degli avvenimenti, ma fai attenzione perché così tante informazioni rischiano di far diminuire l'interesse del lettore, che si ritrova già con gran parte delle informazioni che avrebbe potuto scoprire lentamente. All'inizio abbiamo appunto un ritmo velocizzato, si entra subito nel vivo della situazione poi il tempo di narrazione sembra smorzarsi un po' con la notizia dell'appuntamento. Da qui in poi si passa da un tempo lento che va via via aumentando, fino a divenire regolare ma, in generale, la narrazione ha davvero un buon ritmo, ci sono relativamente pochi errori che la interrompono e nessun refuso o passaggio troppo difficile da rallentarla in maniera eccessiva, anche se a volte un po' di approfondimenti in più ci avrebbero fatto piacere. È una lettura che scorre bene e con fluidità.

3. Analisi completa delle tematiche:

Forse è ancora presto per parlare delle tematiche, ma abbiamo già un quadro abbastanza ampio per poter dire un paio di cose su di esse. Abbiamo il tipico avvicinamento da parte di un personaggio indifferente al mondo paranormale, che si rivela sotto forma di individui particolari e pericolosi. La cosa che abbiamo apprezzato in questo caso è il fatto che non si tratti dei soliti vampiri o demoni apparentemente umani, ma creature feroci in grado di assumere forma umana per mescolarsi agli umani e, alla fine, ingannarli. L'aggiunta del folklore è una bella trovata per dare più vita a questi elementi.

Abbiamo anche il "luogo magico", che rappresenta il fulcro del mistero di questa storia. Masterly non è solo un bosco che abbraccia Merlin, ma una presenza quasi senziente che guida le azioni di diversi personaggi.

Altra tematica a cui forse non tutti faranno caso è la "tirannia" se così può essere chiamata, anche se non totalmente esatta, passateci il termine, ma non c'è modo migliore per definire ciò che il padre di Keeran ha instaurato col figlio e, forse, anche con tutti gli altri esseri fantastici che abitano il Masterly. Nessuno deve tradire il popolo, nessuno deve svelare la loro identità, nessuno deve avere rapporti con la comunità umana, pena atroci sofferenze o peggio: la morte. Insomma, viva le leggi e abbasso chi non le rispetta. Da come viene descritto, il padre di Keeran sembra essere un uomo duro che farebbe di tutto pur di mantenere ordine e controllo. Il rapporto col figlio non è ancora del tutto chiaro ma abbiamo intuito che, nonostante Keeran sia uno tra i più forti, sia temuto e riverito, quando si tratta del padre, nulla conta più. Se lui sbaglia paga, punto; proprio come qualsiasi altra creatura. Questa profonda paura che intacca il cuore del Grande è definita solo in piccola parte, poiché Keeran ha un carattere contrastante. Agli occhi degli altri appare imperturbabile, invincibile ed estremamente forte ma, dentro di sé c'è qualcosa che sta cambiando e anche se nessuno sembra accorgersene, lui lo sa... e anche Mairead: la sola e unica responsabile del suo presunto mutamento.

E infine abbiamo il legame che va a formarsi tra la protagonista e il bad boy di turno. Ma questa volta abbiamo un qualcosa di molto più interessante che un semplice innamoramento, perché il fascino degli Scàth è una delle loro armi più letali, e non si fanno scrupoli a usarla sulle loro vittime. Questo è forse il modo più interessante per sviluppare il rapporto tra i due protagonisti, che altrimenti rischierebbe di sembrare banale.

Una tematica secondaria, ma che abbiamo apprezzato molto, è la mentalità tipica della piccola città. Colma di persone ipocrite e meschinamente curiose, una boccata d'aria fresca rispetto ad altre storie in cui la caratterizzazione della comunità viene a malapena tratteggiata.

4. Originalità:

- Impatto iniziale.

La storia ha un forte impatto iniziale già dalla presentazione. L'ambiente nuovo, i termini stranieri, le creature mitologiche... sono elementi che, usati a dovere, donano alla storia il giusto livello di coinvolgimento.

Il titolo è sicuramente l'elemento che attira di più, è misterioso al punto giusto ed è facile da ricordare. Il fatto, poi, che in ogni capitolo ci sia un titolo in lingua originale che ha un particolare significato è un po' come una distinzione, una firma, qualcosa di propriamente tuo che rende la storia più "personale" possibile. Lo stesso vale per i nomi dei personaggi, i quali hanno un significato specifico e questo ci è piaciuto davvero tanto. Amiamo queste piccolezze che svelano in parte, la profonda dedizione che l'autrice mette nel curare la sua storia.

Alcune parti della sinossi ci hanno confuso un po' riguardo la storia, in particolare questo: "A Merlin tutti sanno i fatti degli altri, e i segreti non finiscono mai. Eppure, quando una mattina, una bambina non risponde al richiamo della madre, nessuno sembra aver visto niente. "

Ci era sembrato, invece, di notare che gran parte degli anziani sapessero, all'incirca, cosa fosse successo alla bambina, cioè che un uomo l'avesse condotta nel bosco e che piuttosto non avessero intenzione di indagare più a fondo. Ad ogni modo la sensazione generale che abbiamo avuto leggendo la sinossi e in seguito la storia, è stata quasi quella di leggere quasi non due storie, ma almeno due stesure separate a causa di alcuni elementi che abbiamo notato nella sinossi e non nella storia a meno che non debbano ancora essere sviluppate.

Infine, la copertina non risulta esser fatta malissimo, ma ci sono alcuni elementi che non funzionano molto bene, ma di questo parleremo nella sezione apposita. Ciò che, però, ci siamo chieste guardandola, è l'attinenza che ha con la storia. Abbiamo sì Mairead e il bosco in lontananza, ma tutti gli altri elementi che cosa rappresentano? Forse è ancora presto per poterlo capire siccome la storia non ha molti capitoli, ma le domande rimangono.

- Originalità della storia nel complesso.

La storia è ancora in corso di svolgimento e non ci sono abbastanza capitoli per identificare nella sua totalità i punti centrali, di forza o quelli più importanti in cui la suspense maggiore o lo svolgimento delle vicende raggiungono livelli alti. Da quello che abbiamo letto, però, possiamo dire senza dubbio che l'autrice ha una grande capacità stilistica. I capitoli sono scritti con minuzia, ogni cosa ha il suo perché e il mondo al di fuori del Masterly sembra essere decorato da questa spruzzata di alone misterioso che discende sugli abitanti ricoprendoli con un sottile velo di finta indifferenza... tanto da portarci a pensare: non sanno proprio nulla o fanno finta di non sapere?

Pensavamo anche di aver trovato il "solito" innamoramento dei due protagonisti, in questo caso abbiamo apprezzato in particolare che l'infatuazione di Mairead sia causata dal fascino sovrannaturale di Keeran, e che quindi non sia propriamente autentica. Questo fattore aggiunge un mucchio di sale alla vicenda, aprendo possibilità a situazioni diverse dalle solite love story viste e riviste e, ovviamente attirando l'interesse del lettore.

La cosa che però ci è parsa un po' stereotipata è il personaggio di Oona. Molte storie di genere urban fantasy tendono a presentare la protagonista con la solita amica un po' sciocca e ingenua e in questo caso, purtroppo, non siamo riuscite a cogliere niente di troppo significativo da questo personaggio. Forse era così che intendevi presentarla, come il solito stereotipo affiancato alla protagonista che invece è l'esatto contrario, ma non possiamo definirlo un punto a favore della storia, almeno non ancora.

Ciò che arricchisce maggiormente questa storia è sicuramente l'ispessimento di creature del folklore, che non mancano di apparire quasi costantemente, anche se solo citate. E, in particolare, gli Scàth, creature misteriose e totalmente originali, che sembrano poter stringere tra le mani il destino di alcuni personaggi.

- Originalità del titolo.

È interessante il significato che si è scelto di dare al bosco di Masterly, rendendo, una volta compreso, il titolo e il luogo stesso ancora più intrigante. È una parola interessante che attira indubbiamente l'attenzione del lettore spingendolo ad aprire il libro per cercare di capire quanto sarà importante il ruolo di questo particolare elemento nella storia. Come detto prima, è un titolo che cattura, suscita interesse ed è abbastanza "semplice" da essere ricordato con facilità, oltre ad essere composto da una parola molto melodiosa, per così dire. Possiamo quindi affermare che secondo il nostro istinto, Masterly, a impatto, trasmette "mistero".

5. Analisi delle falle:

- Contraddizioni.

Ryann chiede all'amico una morte semplice, che possa passare per un incidente piuttosto che per un assassinio, ma Keeran, pochi capitoli dopo, proprio a seguito dell'avvelenamento di Mairead, prova a pugnalarla al cuore. Cosa che molto difficilmente sarebbe passata per un incidente. Ci chiediamo se si tratti di una svista o di un intento ben preciso dello Scàth, che però non ci viene spiegato.

La Cailleach sostiene che Keeran potrebbe affermare il suo controllo a tutto il branco mostrando di aver sottomesso un'umana. Ma il loro fascino sovrannaturale non è già un metodo per sottomettere la mente umana? A meno che Mairead per qualche strana ragione, col tempo ne diventi immune.

- Pezzi mancanti.

Ci è un po' dispiaciuto il fatto che dopo tanti capitoli in cui si parla dell'uscita a quattro, alla fin fine non viene approfondita più di tanto, abbiamo sì l'incontro con i due Scàth, ma questa per come viene narrata appare più come una scena secondaria. Sarebbe stato interessante un'andatura un po' più lenta in questo caso, qualche dialogo, anche superfluo, giusto per farci immedesimare nell'atmosfera prima che Keeran si rendesse conto di ciò che aveva visto la protagonista, e così scatenare nel lettore molto più interesse. "Cuocere a fuoco lento" sarebbe l'espressione che fa al caso nostro.

- Altro. /

6. Caratterizzazione dei personaggi:

Mairead è un personaggio interessante e studiato bene, ha fin da subito una personalità ben dettagliata e una storia ben chiara. È risoluta, forte e decisa. Quella a cui spetta prendere le decisioni e la prima su cui l'amica fa affidamento per ogni cosa. La perdita di entrambi i genitori in così poco tempo è trattata bene nella storia? Si ripercuote in qualche modo sul personaggio? Assolutamente sì, l'ironia pungente è il suo modo di reagire e affrontare il mondo, la sua attenzione alla guida è come invece cerca di evitare brutti pensieri, e l'amarezza che si porta in giro come una sorta di armatura è ciò che la definisce. Forse il suo dolore interiore e il fatto di essere rimasta da sola l'hanno portata col tempo a rafforzare un carattere che già in precedenza era forte ma che non aveva ancora avuto modo di venire allo scoperto. Mairead non si fa condizionare dalla gente, cerca sempre di dare ragione alla sua mente e, per quanto a volte essa possa essere irrazionale, non vi è dubbio che lei troverà un rimedio logico e inerente alla situazione pur di non soccombere alle cattiverie altrui. Questa cosa è molto importante nella caratterizzazione del personaggio, e non possiamo fare nulla se non dirti che hai fatto un ottimo lavoro implementando questi piccoli ma importanti dettagli nella sua persona.

Abbiamo trovato molto bello e interessante anche il modo in cui veniamo a conoscenza degli abitanti della città, in particolar modo nel terzo capitolo, in cui una delle prime scene ci fa capire che tipo di persone vivono in quella piccola città e di come i pettegolezzi volino da un individuo ficcanaso all'altro.

Cailleach è forse il personaggio che ci ha attirato di più, è forte, non solo grazie alla sua magia e alla sua natura sovrannaturale, ma nel suo animo sembra ardere un fuoco alimentato dal desiderio di vendetta, rendendola una delle personalità più interessanti e potenzialmente pericolose nell'intera storia. Crediamo che il suo personaggio servirà per far scattare, per così dire, la parte avventurosa della storia e che sarà anche la scintilla che porterà a far "scoppiare" il rapporto tra Keeran e Mairead, se in positivo o in negativo resta solo da scoprirlo.

Keeran appare come un personaggio cupo e risoluto, che rappresenta in tutto e per tutto ciò che sono gli Scàth, quindi una personcina che tutto sommato ha sulle spalle il suo bel peso da portare ma al contempo riesce a trasportarlo con spiccata semplicità. Proseguendo con la storia lo vediamo molto combattuto quando si tratta di Mairead, e il suo animo sembra "indebolirsi", in questi casi, pare quasi non essere più l'essere perfetto ma diviene col tempo molto dubbioso, come riuscisse anche lui ad avere le comuni debolezze umane. Che sia per il contatto prolungato con l'umana che lo colpisce tanto o un difetto della caratterizzazione? Il suo voler sempre essere quello che ha la situazione sotto controllo, la sua risolutezza nel seguire le leggi, la sua continua lotta tra quello che sarebbe giusto fare per il popolo e quello che è giusto fare per il suo cuore, lo portano capitolo dopo capitolo, a subire una profonda mutazione caratteriale. Inizialmente, vede gli umani come esseri che non meritano di beneficiare della sua presenza e lo stesso pensa anche di Mair, ma intuiamo ci sia sotto qualcos'altro, proprio come abbiamo avuto modo di leggere nell'ultimo capitolo pubblicato, in cui Keeran è stato castigato. Nel senso che non proverà a disubbidire nuovamente alle leggi, forse per paura di subire una punizione o forse semplicemente perché ha abbastanza carattere per essere orgoglioso di se stesso e quindi non vorrebbe mai diventare qualcosa di meno di quel che non è. È forte, astuto, caparbio ma, soprattutto, ha in sé la volontà del comando.

Ryann e Oona rimangono un po' sullo sfondo ma sono due personaggi che trasmettono una forte umanità. Ryann è una creatura magica ma i quali comportamenti, le azioni e i pensieri lo fanno apparire molto più umano e semplice di qualsiasi altra persona. Crede nell'amore, pare avere un animo nobile e traspare dalle sue parole una sofferenza nascosta in profondità.

7. Coinvolgimento emotivo:

Le ricerche dei vari elementi, dalla mitologia all'arte, ci donano sempre un quadro ampio e dettagliato, mostrandoci chiaramente che hai scritto con attenzione, facendo le ricerche necessarie per dare la giusta profondità alla storia.

La cosa che smorza il mistero della storia, tuttavia, è il fatto che venga subito illustrata la natura degli Scàth. Non abbiamo il dubbio che un qualche protagonista principale possa essere uno di loro, a nascondersi tra gli umani. Questo accade perché gran parte delle risposte ci vengono date ancora prima delle domande. Sarebbe stato interessante venire a scoprire insieme alla protagonista la vera natura di alcuni personaggi, così da accentuare il coinvolgimento del lettore fin dall'inizio.

Ma per lo meno la faccenda della ragazzina scomparsa, o forse rapita, sembra essere uno dei misteri che porterà maggiormente avanti la trama, e ci piace molto il modo in cui la protagonista si pone verso questo problema, cercando di ignorare le dicerie degli abitanti e facendo ricerche per conto suo. Gran parte dell'emotività ci viene trasmessa proprio da lei: il suo essere così umana, piena di problemi e preoccupazioni con cui ognuno di noi è costretto a confrontarsi ogni giorno la portano a essere così viva e reale, qualcuno in cui potersi immedesimare con facilità, qualcuno da capire ma non da compatire. Orgogliosa del suo piccolo mondo, Mairead, è da considerare quasi una grande donna, costretta a occuparsi del suo futuro senza l'appiglio fondamentale della famiglia, senza nessun incoraggiamento emotivo se non quello della propria forza interiore e, anche con un pesante lutto alle spalle, riesce lo stesso a portare avanti la sua vita grazie alle sue più profonde passioni. Ed è soltanto da ammirare.

Dal lato opposto abbiamo Keeran che ci trasmette sentimenti contrastanti: a volte è come se fosse uno scrigno magico di cui non possediamo la chiave e quindi il suo contenuto rimane sigillato sia alla nostra mente che al nostro cuore, impenetrabile; altre volte, invece, è come la lampada di Aladino, basta strofinarla solo un attimo per far uscire fuori piani diabolici, dubbi e perplessità.

I punti in cui la storia ha i suoi culmini di suspance si presentano divisi in varie scene. Ad esempio il capitolo in cui abbiamo la comparsa della Cailleach è stato davvero sorprendente, sia per la sua descrizione che per l'interesse che ruota attorno a questo personaggio così misterioso; altra scena colma di suspance è quella in cui Keeran decide di uccidere Mairead e poi se ne pente.

In generale la storia è interessante ed è molto piacevole da leggere, scorre bene, ma il coinvolgimento emotivo tende a rimanere un po' basso, forse per il numero ancora scarso di capitoli o per la narrazione semplice che tende a svelare gran parte degli elementi fin troppo presto. Ma siamo certe che appena ci sarà data l'opportunità di addentrarci nel Masterly e conoscendo pian piano ogni suo più piccolo mistero, la storia potrebbe farsi molto più interessante di quel che già è.

8. Breve recensione della copertina:

- Quanto attira a prima vista.

La copertina della storia è sì di gran lunga migliore di certe cover che si possono incontrare in giro per la piattaforma, ma presenta in ogni caso diversi elementi che ci fanno pensare che non sia del tutto adatta a far da portavoce all'opera. Innanzitutto, sembra rappresentare davvero molto poco quella che è la storia, in quanto, come detto prima, non ci sono molti elementi diretti che la collegano ad essa, a parte forse il bosco e la modella. Perciò la casa messa tanto in rilievo dalla tonalità così chiara, le farfalle rosse e arancioni, quelli che sembrano essere delle corna che avvolgono la ragazza, sono abbastanza fuorvianti. La casa, in particolare, diventa protagonista in un'ambientazione che dovrebbe avere il bosco come focus centrale. In un secondo momento si può pensare che questi elementi sparsi per la cover rappresentino le creature magiche, ma è un collegamento che ad ogni modo si fa a fatica a capire. Inoltre va aggiunto che l'impostazione della modella è poco interessante e quindi l'immagine creata porta poco di realmente originale.

- Sintonia degli elementi.

Per quanto riguarda invece la composizione generale, ci troviamo  davanti a un vero e proprio punto dolente: gli elementi presentati sono davvero tanti, ma poco uniti tra di loro e poco "evocativi". Si nota ad esempio la differenza di qualità tra l'immagine delle ragazza, più sfocata e dalle linee più dolci, e quella della casa, di una nitidezza tale da farlo risaltare più del soggetto principale. Va detto anche che il metodo delle luci è molto differente, insieme a questo abbiamo un errore di punto focali della fotomanipolazione; se la modella è in primo piano perché la casa è altrettanto a fuoco pur essendo spazialmente molto più indietro?

Per quanto riguarda le tonalità della copertina, quel verde-azzurro può riprendere le tonalità verdeggianti del bosco, quindi in generale va bene: la presenza di una tonalità più calda permette di spezzare il monocromatismo abbastanza evidente, tanto che i capelli della ragazza stessa sembrano essere dello stesso verde-azzurro del bosco. Nonostante ciò, però, un dettaglio andrebbe corretto: la sfumatura di rosso sul viso e sul collo della ragazza è fin troppo irregolare, in quanto tale sfumatura parte da una tonalità troppo scura di rosso, sul collo, fino quasi al bianco della fronte, creando delle macchie quasi verdastre sulle guance. Per quanto riguarda i colori possiamo almeno dire che la palette generale funziona e non risulta caotica. Ciò che invece non funziona e non rende giustizia al mood della storia è il titolo, che sembra essere molto più adatto, in quanto a font, a una teen fiction. Lo stile che si è scelto di dare a quest'ultimo, un corpo nero con un bagliore esterno bianco così evidente e un'ombra scura, non fanno altro che distaccarlo ancora di più dal resto della copertina, rompendo l'armonia immagine/scritta.

Non è posto correttamente neanche il nome autore, la cui importanza è seconda solo al titolo e come tale dovrebbe avere una posizione più centrale, piuttosto che relegato in un angolo.

I font utilizzati per le scritte secondarie sono ben leggibili e scelti correttamente. Ma nella sua complessità la copertina appare fin troppo caotica. Vogliamo ricordare che più elaborata è una fotomanipolazione più è semplice commettere degli errori.


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