Recensioni Brillanti

By GemmeDaScoprire

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'L'undicesimo Re' di IreneSartoriWriter

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By GemmeDaScoprire

Titolo: L'unidicesimo Re

Autore: IreneSartoriWriter

Genere: Fantasy

Sottogenere: Avventura, Medieval Fantasy

Trama: La trama di questa storia è piuttosto corale, narra le vicende del re Magett e delle sue terre. Le vicende che ci vengono presentate sono varie e numerose, ma non siamo davvero riuscite a trovare un filo conduttore che ci permettesse di cogliere a dovere gli alti e i bassi. La storia non è ancora del tutto completa e forse è per quello, ma fino ad ora non abbiamo trovato uno sviluppo di trama di senso propriamente compiuto.

1. Correttezza grammaticale:

Gli errori trovati sono molti, anche se non sempre invadenti. Cercheremo di fartene notare un paio per tipo, sperando che tu li comprenda, così da evitare di far diventare questa sezione eccessivamente lunga.

- Punteggiatura. Si nota dalla punteggiatura una mancata revisione e ulteriori riletture della storia. Infatti essa non è posta erroneamente in modo ricorrente (a parte quando si tratta di virgole), tuttavia ci sono spesso refusi di natura diversa riguardo questa parte della grammatica, che potrebbero semplicemente essere rimossi con un po' di attenzione.

- Virgole mancanti. Questo segno di interpunzione manca più che altro con i complementi di vocazione:

Te ne rendi conto fratello? → Te ne rendi conto, fratello?

«No affatto lord Tarn» -> No, affatto, lord Tarn

Vorresti dire Terence che il nostro sovrano [...] -> questa frase ne richiede l'uso in particolar modo: Vorresti dire, Terence, che il nostro sovrano[...]

Ha ragione Trak -> Ha ragione, Trak (senza virgola sembra stia dando ragione a lui, mentre in realtà la dà a Magett)

Il fenomeno, però, non si manifesta solo con la virgola vocativa. Anche in situazioni generali:

Si diceva che quando moriva un elberiano tutta la foresta piangesse lacrime di sangue in suo onore e il resto del popolo invocasse gli dei del cielo affinché mandassero le piogge a lavare i peccati e le impurità della vota che il defunto aveva lasciato i terra. —> non è esattamente un errore la mancanza di virgole in questo periodo, ma la sua lunghezza privo di pause lo rende di difficile comprensione, e il lettore perde il filo. Ci sono diverse occasioni in cui si presentano periodi del genere, fai attenzione.

Non preoccuparti io sto bene —> Non preoccuparti, io sto bene

si tratta di mia sorella non lo capisci? -> si tratta di mia sorella, non lo capisci?

Passò del tempo, che le parve infinito e pieno di tristezza e a un certo punto si accorse -> sarebbe meglio rivedere la posizione delle virgole in questa frase.

E per chiudere gli incisi (o anche per aprirli):

la sua vita era interamente nelle mani di una malattia sconosciuta, non di certo in quelle del destino e questo era il motivo[...] -> sarebbe bene mettere una virgola dopo destino così da "isolare" quel pezzo dal resto della frase.

Chinò il capo e seguendo perfettamente le usanze Krown sollevò la mano destra e si portò quattro dita sul petto -> Chinò il capo e, seguendo perfettamente le usanze Krown, sollevò la mano destra e si portò quattro dita sul petto

il loro futuro era cambiato, così come i loro doveri e non potevano fare altro [...] -> la virgola va prima della e.

- Virgole di troppo. Questo errore non è ricorrente come il precedente, ma ti segnaliamo comunque qualche disattenzione come esempio:

[...] appena rischiarato da una torcia che Waral aveva preso dalla parete, e teneva dinnanzi a sé per fare luce. -> la virgola prima della e qui non è necessaria perché separa troppo la seconda frase dalla prima, mentre invece è riferita a Waral tanto quanto "aveva preso dalla parete".

ho bendato le sue ferite, e ho controllato la febbre -> idem.

Mai prima d'ora aveva visto tanto lusso, e sfoggio di merletti, pizzi costosi e sete negli abiti delle fanciulle. → la prima virgola non ci va.

- Punti mancanti. Questo è totalmente dettato da dimenticanze, ma accade a volte nei dialoghi:

«No» Magett scosse la testa -> manca un punto dopo il dialogo.

che diamine vuoi maledetto di un Kart -> che diamine vuoi(virgola) maledetto di un Kart? (Mancava il punto interrogativo, essendo una domanda).

Dove si trova quest'uomo, portami da lui -> "dove si trova quest'uomo" è una domanda, quindi necessita di un punto interrogativo.

- Altro.

Un'imboscata dici... Da parte di chi? -> la maiuscola non ci va dopo i tre punti di sospensione, questo è un errore che fai spesso.

speranza dell'Elber...". Disse —> attenzione qui con la punteggiatura che ci sono diversi errori.

Di punto in bianco i segni dei dialoghi vengono cambiati dai caporali a questi <<, che comunque non possono essere considerati adatti perché ciò che rappresentano sono semplicemente i segni maggiore/minore, indifferentemente da quante volte vengono ripetuti.

- Verbi. I verbi sono egregiamente coniugati, rendendo fede alla curata grammatica generale. Ci sono, però, come per la sezione soprastante, diverse disattenzioni, delle quali ti faremo qualche esempio.

sta buona -> sta'. Sta è la coniugazione della terza persona, mentre la seconda è "stai" tuttavia, se si vuole dare un ordine con tono più imperativo, la forma corretta tronca la i e mette un apostrofo.

Dì la verità -> Di' (stesso discorso)

Mey si era ripromessa di cercare un libro che parlava di quella gerarchia, non appena giunta al castello, sempre se le fosse stato concesso il permesso -> stai parlando di un ipotetico fatto futuro, quindi va il condizionale, a meno che lei non ha già chiesto il permesso e non è al corrente della decisione (ma non è questo il caso).

Era amara come lo dovesse essere la morte → doveva

Fai attenzione alla differenza tra i verbi "entrare" e "centrare":

non centriamo nulla -> c'entriamo

Altri verbi coniugati erroneamente per disattenzione:

Non dovremo andarci -> questo è riferito a quando stanno per entrare nella strettoia della grotta e dovrebbe essere "dovremmo".

se non ci affrettiamo potremo perderci -> stessa cosa, potremmo

A volte, quando narri di fatti più antichi e dovresti usare il trapassato prossimo, utilizzi invece il passato remoto (o imperfetto), creando confusione su quando sia davvero accaduto il fatto:

era stato un giovane comandante dell'esercito e vinse molte battaglie -> aveva vinto molte battaglie.

Intuì che un tempo doveva essere un bell'uomo -> essere stato

[...] lo facevano assomigliare ai leggendari guerrieri barbari che nei tempi antichi scesero -> erano scesi

- Altro. A parte diversi errori di battitura (che all'inizio non sono tantissimi ma comunque poi diventano abbastanza frequenti) ti elenchiamo alcuni errori che abbiamo trovato.

un compito importante, ma lui che sembrava non digerire -> che lui sembrava

gli faceva pena lasciarlo solo -> le (visto che stiamo parlando di Mey.)

come minimo doveva mostrargli rispetto -> sempre le (questa volta è riferito a Séfina)

è tutto apposto -> a posto

vent'otto -> ventotto

- Ogni tanto mancano delle parole:

un incredibile agilità —> un'incredibile agilità, agilità è femminile quindi va l'apostrofo

con un espressione —> un'espressione, stessa cosa qui

Fece una breve pausa per di essere ascoltato -> per assicurarsi, forse

emergeva nei (momenti) meno opportuni

- Attenzione agli accenti:

All'esterno lì attendeva -> li

per se e i suoi uomini -> sé

Nel primo capitolo c'è una costante ripetizione della parola zotico, campiamo che è caratterizzante per l'oste e non è neanche un personaggio a cui si vuole dare troppa importanza, ma la parola suona ripetitiva posta così spesso all'interno del capitolo. 

Inoltre, abbiamo notato una costante ripetizione di palafreno/palafreni nel capitolo 2. In diverse occasioni tendi a creare molte ripetizioni, quindi prova a fare attenzione alla terminologia che usi e variarla il più possibile.

Altre ripetizioni:

la principessa vide il sole ancora alto nel cielo che si scorgeva in mezzo agli alberi, eppure non doveva mancare ancora molto al tramonto. Soffiava ancora il vento

Quel semplice ritaglio di tessuto mostrava un disegno semplice

sapeva che dalla sua furia non ne sarebbe derivato nulla -> il "ne" è superfluo perché ripete "dalla sua furia".

Il ricordo di giocare con le spade di legno nei giardini di Kart viene ripetuto in due capitoli consecutivi. O di come il re Magett si vergogni della propria paura.  

- Consigliamo di tenere bene sotto controllo la concordanza tra soggetto e aggettivo, soggetto e verbo, soggetto e pronome, e così via:

su quale tasse alzare —> quali

era evidenti -> erano

la scorta che ho condotta sino a qui → condotto

La luce delle torce appese alle pareti si riflettevano -> rifletteva

I cavalli era raggruppati -> erano

Una pallide cicatrice -> pallida

Di questi errori ce ne sono moltissimi, ma non li riporteremo tutti per una questione di spazi. In ogni caso, anche qui basta rileggere per poter eliminare le sviste.  

- Altro:

solo uno sciocco a crederci.Seconda parteIl pianto del bambino... —> questa cosa è da sistemare.

per la vita infame che stava conducente in giro... → conducendo

gliel'ha doveva → gliela doveva

2. Narrazione:

La narrazione a lungo andare diventa sempre più difficile da seguire. Se all'inizio ci sembrava di avere dei momenti ben distinti (il gruppo di capitoli dedicati a Elber, dove l'azione e la suspense erano abbastanza vive da mantenere una buona andatura), proseguendo con la lettura la narrazione si fa sempre più caotica, ponendoci davanti un problema dopo l'altro ma dandoci ben pochi sviluppi e ancor meno soluzioni. Noi da lettrici ci siamo trovate spesso disorientate e in attesa di un proseguimento di certe vicende che invece non è mai avvenuto, e questa cosa ci ha portate spesso quasi a dimenticarcene. Un chiaro esempio di quest'ultimo problema può essere il bambino della coppia elberiana, ma di questo parleremo più avanti.

- Terminologia. Non possiamo che complimentarci per la terminologia piuttosto forbita e l'estro con cui sono organizzati i periodi. Sembra che non manchino mai di nulla.

Attenzione quando, a volte, cercando di portare avanti la frase ti ritrovi a utilizzare le congiunzioni errate:

Anche a lui sembrava quasi impossibile essere tornati. Eppure era passato solamente un giorno, ma quel posto infernale che era Elber se l'erano lasciato alle spalle

La narrazione si addice bene alla storia raccontata, quindi stai attenta a quando usi determinati termini che potrebbero stonare con il resto. Ecco qualche esempio:

Il suo timore era di incepparsi con le parole. —> incepparsi suona davvero male in questo contesto di re e cavalieri, è una parola di un registro troppo basso.

Fece una pausa perché la folla esultante si mettesse in silenzio -> mettesse qui potrebbe facilmente essere sostituita con qualcosa di più elegante.

A parte questo, però, ripetiamo che è tutto perfettamente adatto al contesto in cui ci troviamo, il vocabolario usato non cade mai nel fuori luogo o nell'esagerato. L'unico problema consiste negli errori sopra citati, che non si limitano a quelli degli esempi, ma sono sparsi un po' ovunque.

Abbiamo solamente un'ultima osservazione.

Vein, Silver, Krown... diversi cognomi hanno quest'accezione anglosassone. Ci chiediamo se sia perché la storia è ambientata in un medioevo ipotetico. In caso contrario stonano un po', perché non dovrebbero esserci collegamenti troppo evidenti con le lingue reali se l'universo creato è totalmente di fantasia.

- Descrizioni. Le descrizioni sono sempre presenti e gestite con attenzione, abbiamo un riscontro chiaro e ben definito sui luoghi in cui i personaggi si muovono, tuttavia le abbiamo trovate carenti per i personaggi. Avendone un numero così alto risulta difficile distinguerli quando ne vengono presentati molti tutti insieme, ancora di più se non ci viene dato mai nessuna indicazione sul loro aspetto.

Nonostante ciò, crediamo che certe volte le descrizioni siano un po' essenziali. Le descrizioni hanno il compito di immergerci in un mondo dettagliato e dinamico, pertanto è necessario mantenerle su questa linea d'onda. Guarda questo esempio:

All'interno c'era molto fumo, qualcuno suonava e il baccano era assordante.

In questo passo abbiamo Magett che è appena entrato in un nuovo ambiente. È come se il tempo si fermasse per fornirci questi sporadici dettagli, come se Magett prima di muoversi rimanesse immobilizzato a constatare l'interno.

Un modo utile per risolvere questa cosa della staticità è descrivere movimenti: il modo in cui la cortina aleggia attorno a lui, circondandogli le braccia e appannandogli la vista, magari; le mani abili di chi sta carezzando con le proprie dita le corde di uno strumento musicale; qualcuno che, senza nemmeno accorgersene, urta o rischia di urtare appena il protagonista in mezzo a tutta quella folla.

Sono i dettagli e i movimenti che riescono a rendere dinamica e in tempo reale una descrizione.

- Dialoghi. La forma in cui sono costruiti i dialoghi li rende pienamente inerenti al contesto della storia. La parlata di ogni personaggio si contraddistingue in base ai tratti del loro carattere, andando sempre di pari passo con la personalità di chi parla.

Mey ha un linguaggio forbito ma un tono più remissivo, dato dalla sua timidezza. Vediamo invece i discorsi di Aaron segnati dalla fedeltà che prova verso il suo re, che spesso lo porta a parlare con una certa agitazione e premura verso lo stato in cui egli è e anche per la situazione iniziale in cui capitano.

Ciò che abbiamo notato nei dialoghi è il modo fin troppo espansivo con cui chiunque si rivolge al re. Capiamo che può essere una scelta dell'autrice, ma sentire un linguaggio informale diretto a un personaggio superiore a tutti gli altri non suona molto bene, soprattutto quando il mondo si sviluppa così fortemente su questo aspetto.

"Sire, stai bene?"

- Ritmo della narrazione.

Nonostante il problema generale della narrazione, possiamo dire che il ritmo è gestito bene, non c'è mai nessuna sensazione di frettolosità (anche se spesso le riunioni tra cavalieri risultano un po' troppo brevi per essere definite tali) che rende la lettura o il ritmo degli eventi inverosimile.

Tuttavia, crediamo di capire il perché della brevità di queste riunioni: in un fantasy come questo, dove vediamo continuamente reali e casate, quel genere di riunioni sono importanti, però (specialmente all'inizio), il loro sovraffollamento confonde il lettore e gli fa perdere un po' il filo della storia per via di questa sovrabbondanza di personaggi importanti. Le riunioni, pertanto, sono state un po' faticose da leggere, almeno all'inizio.

3. Analisi completa delle tematiche:

Questa storia presenta un interessante gruppo di tematiche, tutte che sbocciano e si sviluppano attorno ad alcuni fattori principali, come il regno e il livello sociale dei personaggi. Ciò che salta più all'occhio sono i legami e le relazioni che il protagonista ha con ciò che resta della propria famiglia e, in particolare, i suoi sudditi. C'è un tentato sviluppo politico, spesso vengono messi in mezzo i problemi che si hanno con i regni vicini e il rapporto che c'è tra di essi. Se questo aspetto fosse stato approfondito a dovere avremmo potuto avere una caratterizzazione in più del mondo in cui si muovono i personaggi, in questo modo sarebbero apparsi più chiari certi comportamenti e le successive relazioni tra di essi.

Una tematica che appare verso la fine dei capitoli pubblicati è la posizione femminile all'interno della storia. la sorella del re non è di certo la donna più incisiva del regno, e questo è evidente nella scarsa importanza che il resto dei personaggi le danno. 

Vorremmo dire, però, che non sempre si riesce a evincere l'importanza che ogni casata di personaggi ha, e il proprio rapporto con il re. Uno degli uomini di corte viene punito con il mozzamento delle mani, poi suo fratello si vuole vendicare a duello per uccidere il re davanti a tutti e fin qui tutto a posto: nessuna guardia lo fa fuori per la sua aggressività, e il re lo lascia fare quando ha tagliato  le mani al fratello per molto meno. Subito dopo abbiamo lord Bastian, che ha quasi stuprato sua sorella e ha ferito gravemente una domestica, e qui non viene nemmeno punito. Ora, capiamo l'importanza di tenere alleati, ma è una monarchia e il re dovrebbe sempre avere l'ultima parola, probabilmente. Abbiamo trovato invece che questo sistema di legislazione non sia del tutto soddisfacente per un lettore, che leggendo di aneddoti di questo tipo rimane disorientato. Il nostro consiglio è, se davvero vuoi mantenere il re così potente, di specificare bene sin da subito che non ha tutto quel potere che si crede (perché in caso di un attacco alla principessa dovrebbe essere pena di morte almeno), ovviamente non a parole aperte, ma mostrandolo attraverso fatti e situazioni.

4. Originalità:

- Impatto iniziale. Inizi con un "tre giorni prima" buttato lì senza molto senso poiché è un'espressione che si usa per riferirsi a un tempo precedente a quello narrato fino a quel momento. Tuttavia, la nostra storia inizia qui, quindi non ha molto senso inserire questa precisazione.

Già dalla prima frase, riesci a catturare il lettore inducendo a leggere rapito l'intero prologo e, successivamente, il primo capitolo. È stata una buona scelta, a nostro avviso, quella di iniziare con l'incontro tra i due personaggi iniziali, che lasciano un alone di mistero per un bel po' di tempo. Tuttavia, anche qui torniamo al discorso delle "scene gettate nel dimenticatoio". Il momento iniziale è ciò che dovrebbe segnare l'intera storia, e invece non si sviluppa quasi mai quell'aneddoto se non nei primi capitoli.

- Originalità della storia nel complesso. L'undicesimo Re e senza dubbio al di fuori degli standard di Wattpad. Ci vuole originalità per creare un fantasy medievale di questo tipo, specie perché è incentrato su politica e storia molto più di quanto non lo sia un normale fantasy. Possiamo scorgere situazioni sempre nuove e inaspettate, questa non è quel genere di storia della quale si prova a ipotizzare il finale. No, qui non riusciamo a ipotizzare nemmeno come sarà il prossimo capitolo, e tutto questo grazie all'originale mente dell'autrice.

Dobbiamo dire che abbiamo trovato molto interessante il pezzo iniziale di Elber, e che poi la storia si è un po' affievolita, ma comunque l'attenzione è rimasta alta, quindi non c'è male!

- Originalità del titolo. Il titolo può risultare un po' generico, ma crediamo che si possa adattare bene al genere di storia, se si ricollegasse bene ad essa.

Forse abbiamo prestato poca attenzione all'inizio, o forse non è ancora stato menzionato, ma non abbiamo capito perché undicesimo. Non viene mai detto che Magett è effettivamente l'undicesimo della sua stirpe o che, magari, sta cercando lo sposo della sorella per succedere a lui stesso che è il decimo.

5. Analisi delle falle:

- Contraddizioni.  Ci è parso davvero insolito che Mey si accorga del veleno nella ferita del re e non i guaritori, che sicuramente hanno moltissima più esperienza in questo campo di lei. Okay che Magett non vuole farsi visitare, ma 1, è il re, e dovrebbe essere in qualche modo "obbligato" a prendersi cura del proprio corpo (specialmente perché spesso viene obbligato a fare cose peggiori) e 2, per via di tutti i feriti presenti gira spesso intorno ai guaritori, quindi avrebbero potuto benissimo accorgersene anche per caso.

- Pezzi mancanti. Questo riprende un po' il punto precedente, ma vorremmo sottolinearlo perché secondo noi c'è un vero e proprio "buco". Ci pare un po' strano che Magett non si sottoponga subito ai guaritori non appena giunge al castello. Anche se non avesse voluto, Aaron o i guaritori stessi l'avrebbero obbligato perché lui è il re e deve essere curato. Ok, la sua ferita è stata cauterizzata; ok, sembra sentirsi meglio. Non ha comunque senso che nessuno proponga di farsi visitare.

Il re assaggiò solo uno di questi, con sorpresa di Mey, che comprese allora perché fossero stati serviti per ultimi -> si riferisce ai dolcetti al miele, ma non si capisce realmente perché di questa deduzione, né ci viene spiegata in seguito.

Molte tematiche e situazioni vengono approcciate e poi dimenticate, come ad esempio il bambino della coppia elberiana, se ne fa un gran fatto all'inizio per poi essere citato una sola volta venti capitoli dopo. Questo succede con molti altri aspetti, il che rende davvero difficile seguire, o anche solo ipotizzare, una linea di trama principale. Ci si sente quasi come se stessimo seguendo una serie di eventi distaccati tra loro piuttosto che una storia lineare. Si intravede l'intento dell'autrice di creare un intreccio particolare tra più eventi e personaggi, ma il mancato approfondimento di questi li rende difficili da vedere come elementi uniti.  

- Altrodalle narici che schiumavano per lo sforzo —> i cavalli schiumano dalla bocca, non dal naso.

Nel capitolo due abbiamo degli atteggiamenti che ci hanno lasciate un po' interdette. Un esempio è quando Garaf arriva alla locanda e non si fa problemi a rispondere piuttosto male all'oste, che ai suoi insulti si allontana come se non fosse il proprietario di quel posto. Ci è sembrato strano che la scazzottata che avviene dopo tra Garaf e Liam non abbia attirato l'attenzione di nessuno e che il suo atteggiamento, così sfacciato e forte, venga subito sostituito da uno di totale sottomissione quando si trova faccia a faccia con Liam.

Stessa cosa per quando il re nasconde la boccetta dell'antidoto nella fodera della sua spada, come se fosse spaventato dall'assurda possibilità che chiunque potesse entrare nelle sue stanze e mettersi a rovistare nella sua roba.

Non siamo riuscite a capire in che modo la verginità della principessa avesse a che fare con la resa del re a duello. Sicuramente un re sconfitto porterebbe molto più disagio e cambiamenti all'interno della corte piuttosto che semplicemente la perdita della verginità di Mey.

6. Caratterizzazione dei personaggi:

Magett è un personaggio che di certo non passa inosservato, sin dal primo momento. Il suo particolare temperamento calmo e saggio lascia intendere una persona di forte intelletto e senso della giustizia: è un re, ma spesso si mette al pari di altre persone, categorizzando tutti come esseri umani senza distinzioni di casate. C'è da dire, però, che talvolta si lascia un po' trascinare dalla situazione, quindi mostra imperfezioni anche lui, eccome se ne mostra. Crediamo che tutto questo sia voluto, per dimostrare che pure un re dei migliori non è perfetto.
Abbiamo preferito di gran lunga i punti della storia dedicati a lui piuttosto che a Mey, almeno inizialmente, tranne quando, nelle lunghe discussioni, il coinvolgimento veniva leggermente meno, ma di questo parleremo nel prossimo punto.

Ciò però non significa che la principessa sia stata da meno: Mey è solamente un po' vaga come personalità, molto ingenua e infantile, tende spesso a imbarazzarsi per cose o impuntarsi per altre delle quali non ci si aspetta. E ha un infatuamento facile. Forse troppo facile per una principessa, ma tutto può essere.

Séfina è un personaggio che abbiamo fatto davvero molto fatica a inquadrare, soprattutto perché nel primo momento in cui appare sembra una donna piuttosto fragile e insicura, eppure quando va a offrire la cura al re si mostra quasi crudele e non poco sprezzante.

Vorremmo dire due parole anche per Aaron e Silver, dei quali abbiamo apprezzato l'onnipresenza. Non vengono mai dimenticati e questo fa sì che non siano solo personaggi di sfondo ma restino vivi in tutto l'avanzamento della trama.

Chi invece viene dimenticato è il bambino elberiano portato via per essere guarito. Viene menzionato più avanti nei capitoli ed è come se il lettore tornasse con i piedi per terra in quel momento, ricordandosi improvvisamente della sua esistenza. Sembrava molto importante all'inizio, e magari più avanti lo sarà, chi lo sa, ma in tal caso sarebbe più appropriato mostrarlo di tanto in tanto.

Per il resto questa storia vanta una quantità di personaggi secondari davvero immensa, non sempre diventa facile distinguerli, anche perché non vengono mai descritti fisicamente, se non rarissime occasioni, quindi il tutto è ancora più confusionario.

Indicativamente, con il proseguire dei capitoli conosciamo sempre meglio i personaggi, tuttavia quello che appare evidente è la debolezza di essi. Non tutti sono costruiti bene e le loro personalità a volte si reggono a stento in piedi, dando vita a situazioni ai limiti del verosimile (parole del re: I mendicanti all'interno della città sono sotto la mia protezione). Il re che rifiuta costantemente le cure, che non riesce a prendere una decisione senza che gli altri cavalieri gli mettano i piedi in testa convincendolo a fare il contrario.

Ciò di cui soffrono i personaggi secondari è la mancanza di un'attenta analisi e approfondimento, non sono state poche le situazioni in cui uno di essi si ritrovasse protagonista di una particolare situazione. Tuttavia questo mancato approfondimento rende davvero difficile al lettore immedesimarsi in essi, tanto che spesso ci si dimentica della loro presenza.

7. Coinvolgimento emotivo:

Spesso è difficile seguire i ragionamenti dei personaggi, in parte perché non c'è molta introspezione, ma soprattutto perché parte delle azioni non sembrano avere un fondamento, facendo sembrare i personaggi dei ragazzini capricciosi più che qualsiasi altra cosa. Per esempio, prendiamo la questione di Séfina con la cura; prima va dal re a offrirla, e quando lui la rifiuta lei gli dice, seppur aspramente, dove può trovarla quando cambierà idea. Quando il re si mostra alla sua porta in cerca di salvezza lei non vuole più dargli la cura, ma per poi acconsentire pochi istanti dopo aver messo su un giochetto con la candela quasi inutile e non abbastanza duraturo per dargli la giusta rilevanza. Altri esempi sono i battibecchi composti da battute brevi e poco fondate tra Magett e Trak.

Con Mey, invece, l'introspezione è più evidente. Sembra che condividere i pensieri della principessa ti esca in modo più naturale che con quelli del re, ma probabilmente è anche per via della complessità del protagonista, che in Mey troviamo più lieve.

Un'altra cosa che sotto questo aspetto non funziona è la carica emotiva di alcune scene. Prendiamo per esempio la morte del soldato Roan, amico del re. Quest'ultimo lo guarda morire eppure a parte un paragrafo dedicato a questo aspetto non abbiamo l'introspezione necessaria che ci permetterebbe di sentire il peso della perdita di questo personaggio.

8. Breve recensione della copertina:

- Quanto attira a prima vista. La prima cosa che salta all'occhio è l'alto numero di bollini e fascette applicati alla cover, troviamo positivo partecipare a tante campagne per promuovere e far conoscere la storia, tuttavia non possiamo dire che l'effetto ottenuto sulla copertina sia efficace, siccome sono questi ultimi gli elementi a risaltare di più. Magari renderli meno appariscenti e "centrali" potrebbe aiutare a valorizzare una copertina che già fatica a spiccare. Complimenti in ogni caso per il sostegno appassionato!

Quello che ci sembra di vedere di questa cover è un lavoro rapido e senza troppo pensiero, un po' "vuoto" sia letteralmente che teoricamente. L'high fantasy dona un mucchio di opportunità sia con la scrittura che con la grafica, sarebbe un peccato non sfruttarle.

- Sintonia degli elementi. Abbiamo una composizione molto semplice, altrettanto lo sono le forme che appaiono sulla copertina. Non possiamo che pensare che due spade vere, invece che due simboli vettoriali modificati con degli effetti livello, avrebbero reso la copertina molto più "epica", assecondando così la storia.

Lo sfondo non aiuta a risaltare gli elementi centrali, anch'esso poco particolare. Sarebbe stato bello uno sfondo elaborato, non necessariamente di colore diverso, ma più fuso con gli elementi principali in modo che non apparisse distaccato dal resto.

I font utilizzati sono interessanti, il titolo funziona, ma come il resto della composizione non è un elemento che spicca attirando l'occhio di un possibile lettore. Il nome autore e il sottotitolo troviamo che sarebbe stato meglio renderli con lo stesso font, per mantenerla più ordinata.

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"แ€žแ€ฐแ€€ แ€žแ€ฐแ€…แ€ญแ€™แ€บแ€ธแ€™แ€พ แ€™แ€Ÿแ€ฏแ€แ€บแ€แ€ฌ..." "..............." "แ€กแ€Ÿแ€„แ€บแ€ธ..แ€„แ€šแ€บแ€žแ€ฐแ€„แ€šแ€บแ€แ€ปแ€„แ€บแ€ธแ€œแ€ญแ€ฏแ€ทแ€•แ€ผแ€ฑแ€ฌแ€›แ€™แ€œแ€ฌแ€ธ..แ€กแ€แ€”แ€บแ€ธแ€แ€ฐแ€แ€€แ€บแ€แ€ฒแ€ทแ€–แ€ฐแ€ธแ€แ€ฒแ€ท แ€กแ€แ€”แ€บแ€ธแ€–แ€ฑแ€ฌแ€บแ€œแ€ญแ€ฏแ€ท แ€•แ€ผแ€ฑแ€ฌแ€›แ€™แ€œแ€ฌแ€ธ...แ€’แ€ซแ€™แ€พแ€™แ€Ÿแ€ฏแ€แ€บ..แ€›แ€”แ€บแ€žแ€ฐแ€แ€ฝแ€ฑแ€œแ€ญแ€ฏ...