Touch me || Larry Stylinson

By Stiaref

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Louis, studente dell'ultimo anno, si ritroverà in classe un Harry alquanto disponibile nei suoi confronti già... More

1. Changes
2. Breathless
3. Do me a favour?
4. Maybe you
5. Let's go!
6. I'm yours
7. Truth or dare
8. It would be fantastic, wouldn't it?
9. And I didn't know
10. Sun, water & drinks
11. Lost in confusion like an illusion
13. Beside you
14. Boyfriend?
15. Roller Coaster
16. Harry effect
17. Fucking biology
18. Jealousy
19. Do you believe in magic?
20. It should has been different
21. Problems
22. Family
Problema risolto!
23. Mr Fish & Potato
24. Alcohol's fault
25. I just need you by my side
26. Gone
27. Just realize
28. Eclipse
29. I want to trust you
30. When you have no idea what's going on
31. Funny messages and... who tops?

12. I'm here for you

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By Stiaref

Okay, la mia era stata una reazione decisamente esagerata. Probabilmente le tre bottiglie di birra che mi ero scolato quella sera mi avevano dato alla testa, perché non potevo davvero aver fatto quel casino al pensiero di un fottuto bacio tra Harry e Zayn. Dopotutto cosa doveva importarmene a me, di quello che faceva? Non avevo nessun diritto su di lui, avrebbe potuto fare quel cazzo che gli pareva senza nessun idiota pronto a fare scenate assolutamente ridicole. Mi schiaffeggiai la fronte mentalmente perché ero stato uno stupido. Non dovevo affezionarmi troppo a prescindere, e soprattutto non dovevo fargli vedere quanto in realtà mi piacesse l'idea di avere Harry tutto per me. 

Sospirai, finendo di preparare la borsa. Quello era l'ultimo giorno a casa di Zayn per quel week end, il giorno dopo saremmo dovuti tornare a scuola, purtroppo. Mi voltai e vidi Harry sul letto ancora nel mondo dei sogni, beatamente avvolto dalle lenzuola. I ricci scomposti sparsi sul cuscino, le labbra rosse socchiuse, le ciglia lunghe a riposargli sulle guance, le braccia a stringere il mio cuscino che avevo personalmente sostituito al mio corpo, visto che sembrava non avere intenzione di lasciarmi andare. Istintivamente i pensieri corsero alla sera prima, quando, dopo il mio teatrino imbarazzante, mi aveva letteralmente trascinato in camera e sbattuto contro il muro.

Prese a mordermi il collo come sapevo gli piacesse fare, e con le mani mi strinse il fondoschiena premendomi sul suo corpo. Ansimai al contatto improvviso con i nostro bacini. Gli passai le mani fra i capelli, adoravo farlo, erano così morbidi, rilassanti. Sorrisi quando mugolò di piacere, per poi tirarmi su la maglia che indossavo e sfilarmela in fretta, prima di fiondarsi sulle mie labbra mordendo e succhiando il mio labbro inferiore. Gemetti improvvisamente quando scese giù a lasciarmi un succhiotto - l'ennesimo - sulle clavicole per poi iniziare a torturarmi il capezzoli con le labbra, con la lingua. Mi ritrovai ad ansimare oscenamente, ero particolarmente sensibile a quel tipo di attenzioni. Una volta finita quella tortura che mi lasciò senza fiato, si inginocchiò davanti a me prendendo a tirarmi giù la zip dei pantaloni quasi urgentemente. Portai le mani subito ad accarezzargli i capelli e provocandogli un verso d'apprezzamento, mentre mi calava giù i jeans e prendeva a massaggiarmi l'erezione da sopra stoffa dei boxer strusciandovi poi il naso. Voleva forse farmi impazzire più del necessario? No, perché ci stava riuscendo alla perfezione.

Finalmente poi si decise a liberarmi anche dell'ultimo indumento rimastomi, e prese a dar sollievo alla mia erezione, che non aspettava altro che le sue labbra. Portai la testa all'indietro e mossi leggermente il bacino contro la sua bocca, lui mi afferrò per i fianchi e continuò a dedicarsi a me, percorrendo la mia lunghezza a ritroso, per poi soffermarsi sulla punta sensibile e facendoci roteare la lingua. Spalancai le labbra in una spasmodica ricerca d'aria e lo allontanai tirandomelo addosso per le spalle ed iniziando a baciarlo con foga.

"Sei ancora troppo vestito" sussurrai, strappandogli quasi la t-shirt di dosso, insieme ai pantaloni. Harry sorrise e mi afferrò per le cosce per issarmi contro di se e dirigersi verso il letto mentre io mi dedicavo a torturargli il collo, le clavicole, ed ogni centimetro di pelle scoperta, esultando internamente ogni volta che lo sentivo rabbrividire sotto i miei tocchi. Mi adagiò sul materasso e si mise subito a cavalcioni su di me, per poi tornare sulle mie labbra con foga, in un bacio scomposto tutto saliva e denti. Feci scorrere le mani lungo la sua schiena liscia e mi soffermai sul sul fondoschiena, infilando le mani fin sotto l'elastico dei boxer per poi premerlo contro il mio bacino. Ad un tratto iniziò a sfregarsi su di me creando una frizione dei nostri sessi che ci fece gemere a labbra spalancate, a cercare aria l'uno nella bocca dell'altro. Lentamente mi sfilò i boxer, gettandoli da qualche parte ai piedi del letto, io feci lo stesso con i suoi. Dopodiché mi prese le gambe da sotto la piega del ginocchio e le spalancò posandosele sulle spalle con facilità.

"L'ho detto e continuo a ripeterlo: sei fottutamente elastico, cazzo" sussurrò mordendomi una clavicola. Ridacchiai.

"Ti lamenti?" chiesi ironicamente, portandomi una sua mano davanti alla bocca ed iniziando ad inumidirgli le dita succhiando con dedizione e godendomi del suo sguardo incollato sulle mie labbra.

"Assolutamente no, anzi" disse, mordendosi il labbro inferiore. Sorrisi, finendo con le sue dita e rivolgergli uno sguardo d'intesa. Lui capì al volo e prese a prepararmi per bene, partendo prima con un dito, poi due e poi tre, fino a che il fastidio iniziale lasciò il posto al piacere. Harry sfilò le dita e mi guardò mordendosi le labbra.

"Comodino, secondo cassetto" lo informai, conoscendo alla perfezione tutti i posti in cui Zayn tenesse certe cose. Harry si sporse appena e prese la piccola bustina aprendola con i denti e infilandosi in fretta il preservativo, per poi iniziare a penetrarmi lentamente ma intensamente.

"Non credevo… che fossi un tipo geloso" disse, ansimando contro un mio orecchio, mentre entrava completamente in me. Gemetti, prima di conficcargli le unghie nelle spalle e soffocare un grido mordendomi il labbro inferiore. Doveva parlare di quello proprio in un momento del genere?

"Infatti non lo son-Ah, cazzo!" Gemetti, inarcando la schiena e annaspando alla ricerca d'aria quando uscì da me per poi rientrare in profondità con una sola spinta. Harry corrugò le sopracciglia, prima di iniziare spingere più velocemente.

"Quindi, eri incazzato perché..?" chiese, socchiudendo gli occhi mentre continuava ad affondare piano.

"N-Non ero incazzato" negai, portando una mano a dar sollievo alla mia erezione. Harry iniziò a spingersi in me più profondamente ed aumentando la velocità. Spalancai le labbra quando trovò il mio punto, poi cambiò subito  angolazione non appena si accorse che volevo di più. Quel bastardo.

"Ah no? Allora come spieghi quella vena che ti pulsava in fronte?" chiese, con un sorrisetto furbo. Feci una smorfia. Cosa avrei dovuto rispondere? Quello non era certo il momento di pensare a certe cose.

"Harry" quasi lo pregai, iniziando a roteare il bacino contro di lui.

"Dillo" insistette, mordendomi il collo e spingendosi in me piano, avanti e indietro, fino a trovare di nuovo il mio punto. Cazzo.

"Harry..." mormorai, alzando il bacino come a chiedere di più, ma era testardo il ragazzo.

"Dillo, Loulou, dillo" continuò, mentre era intento a lasciarmi un succhiotto che non se ne sarebbe andato tanto facilmente. Ansimai, incapace di trattenermi.

"Sei uno stronzo, lo sai?" chiesi, aggrappandomi alle sue spalle.

"Me lo hai detto diverse volte, ." Ridacchiò, la fronte imperlata di sudore. Si stava trattenendo, lo vedevo dalle sue sopracciglia corrugate e la mascella contratta. Ma, come ho già detto, era terribilmente testardo e, finché non lo avessi accontentato, non si sarebbe certo lasciato andare. , proprio stronzo.

"Va bene, okay? Mi ha dato fastidio. Ora scopami come si deve e sta zitto" sbottai, esasperato. Lui sorrise.

"Agli ordini" ringhiò, mordendomi il lobo di un orecchio. Poi iniziò a spingere più velocemente, facendomi portare la testa all'indietro. Quel suo lato violento mi faceva girare la testa. E nonostante quella piccola vittoria che mi aveva costretto a cedergli, pensai che forse avrei potuto farci l'abitudine.

Un mugolio mi distolse dai ricordi della sera prima, così mi voltai in direzione del letto, dove un Harry assonnato si stava stropicciando gli occhi, dopo aver abbandonato il cuscino che aveva stretto fino a un attimo prima.

"Lou, che fai lì a terra?" chiese, con la voce ancora impastata dal sonno. Sorrisi, in quel momento era quasi tenero.

"Inizio a preparare le mie cose. Oggi torniamo a casa, ricordi?" risposi, chiudendo la cerniera della mia borsa. Harry sbuffò, affondando di nuovo la testa nel cuscino. Mi alzai e lo raggiunsi, sedendomi sul bordo del letto.

"Ehi, che ti prende?" chiesi, poggiandogli una mano sulla schiena ancora nuda. Sorrisi quando sentii un brivido corrergli sulla pelle. Lui si voltò e mi afferrò per i fianchi, per poi farmi stendere sopra di lui e stringermi a sé, chiudendo gli occhi.

"Haz?" Non capivo, perché si era ammutolito all'improvviso?

"È che... no, niente" disse, scuotendo la testa. Aggrottai le sopracciglia.

"Harry, qual è il problema?" chiesi, più dolcemente. Lui aprì gli occhi e mi guardò, mordendsi il labbro inferiore.

"Niente, solo... non mi va di tornare a casa" sussurrò, abbassando lo sguardo. Davvero non capivo. Quel ragazzo era una continua sorpresa. Imprevedibile, ecco la parola adatta. Non avevo idea del perché di quell'affermazione. Cosa intendeva dire?

"Perché?" chiesi, quindi, quasi temendo la risposta.

"Odio stare da solo, lo sono sempre da quando mi sono trasferito in questa città. In questi giorni, invece, sono stato bene con voi... con te" rispose, tornando ad incatenare gli occhi ai miei.

Sussultai.

Solo?

"Harry ma... la tua famiglia?" chiesi, cautamente. Io gli avevo già parlato della mia, delle mie sorelle e tutto il resto, ma lui non ha mai accennato ad aprire l'argomento.

Dopo la mia domanda, strinse gli occhi e serrò le labbra, come a voler scacciare via un brutto pensiero.

"Non mi va di parlarne" disse, afferrandomi il viso e facendo incontrare le nostre labbra. Mi strinse a sé quasi come a volersi affidare a me completamente. E ancora, non sapevo che pensare. Ricambiai il bacio dischiudendo le labbra e permettendo alla sua lingua di accarezzare la mia.

Quando arrivò il momento di scendere, andammo in cucina a fare colazione e la scena che si presentò davanti ai nostri occhi era abbastanza... umh, disgustosa. Niall, quasi completamente infilato dentro al frigorifero, non appena si accorse di noi, colto con le mani nel sacco, si voltò di scatto rivelandosi con la bocca piena di... ogni cosa? E le guance sporche di marmellata, crema, panna... ripeto, ogni cosa? Io e Harry ci guardammo con gli occhi sgranati, prima di rivolgere di nuovo l'attenzione al biondo.

"Emh... Niall? Che cosa stai... facendo?" chiesi incerto, alzando un sopracciglio. Harry soffocò una risata. Niall ci fece cenno con la mano di aspettare un secondo, mentre finiva di ingoiare il boccone.

"Posso spiegarvi" disse poi, richiudendo il frigo, con tanto di sospiro drammatico.

"Beh?" chiese Harry, incrociando le braccia con un sorriso divertito. Il biondo deglutì.

"È che... ero di sopra, ancora a letto quando ho sentito dei, umh, rumori strani. Così mi sono alzato e... beh, venivano dalla camera di... credo che stessero, umh..." Si grattò il capo, evidentemente in imbarazzo.

"Poi sono venuto qui e, per scacciare di mente... certi pensieri, mi sono, ecco, sfogato sul cibo" continuò, le guance leggermente tinte di un rosa acceso. Scoppiai a ridere mentre Harry andava a dare qualche pacca sulla spalla al nostro amico, a mo' di consolazione.

"Finalmente!" esclamò il riccio, proprio quando i due piccioncini ci degnarono della loro presenza.

"Che avete da festeggiare?" chiese Zayn, sbadigliando sonoramente. Liam invece ci diede il buongiorno senza però alzare mai lo sguardo da terra.

"Oh, niente" dissi, eloquente, con tanto di occhiolino. Al che Liam arrossì, mentre Zayn si limitò a tossicchiare, facendo finta di nulla.

"Allora, pronti per domani?" chiese poi, riferendosi al rientro a scuola. Sbuffai, davvero non volevo pensarci in quel momento.

"Non psicologicamente" risposi distrattamente, sedendomi a tavola e versandomi un po' di latte in una tazza. Tutti furono d'accordo con me ed iniziammo a parlare di cosa avremmo avuto l'indomani, a scuola. Passammo qualche ora a scazzare, poi decidemmo di tornare a casa per provare almeno a fare qualche compito, giusto per evitare possibili sceneggiate di alcuni professori.

Dopo aver preso le nostre cose, ci dirigemmo verso la porta, pronti ad uscire, quando Liam richiamò l'attenzione di Niall, e di conseguenza quella mia e di Harry.

"Niall, non è che potresti farti portare da Lou? Ecco, Zayn mi ha chiesto di aiutarlo con i compiti, perciò rimango qui ancora un po'..." disse, torturandosi i lembi della maglia. Giusto, era stato Liam a portare Niall, all'andata. Io e Harry ci scambiammo un'occhiata complice, mascherando un sorriso, mentre Niall alzò un sopracciglio.

"Certo, con i compiti... Comunque, se per Lou va bene, non ci sono problemi" rispose, rivolgendosi poi a me, che accettai.

"Ovvio che va bene, basta che non ti venga in mente di mangiare niente, anche perché se no ci pensi tu a ripulirmi i sedili dalle briciole" lo avvertii, assottigliando gli occhi sull'ultima parte della frase. Lui annuì subito, seppur a malincuore.

"Bene, allora noi andiamo" annunciai, guardando Zayn che affiancò Liam sulla soglia della porta, cingendogli le spalle con un braccio. Diamine, sembravano una coppia di sposini.

"Ci vediamo domani, allora" rispose il moro, sorridendo. Harry ringraziò dell'invito, ricevendo una sonora pacca sulla spalla ed un "non dirlo neanche, sei dei nostri ora" da parte di Zayn. Poi dopo i saluti, ci dirigemmo tutti e tre verso la mia auto, Harry sul sedile accanto al mio, e Niall si stese su quelli posteriori, occupandoli tutti e tre.

"Visto che non posso mangiare, vorrà dire che mi farò un pisolino" annunciò, incrociando le braccia dietro la testa a mo' di cuscino.

Ridacchiai, accendendo la radio, mentre Harry si accomodava sul sedile, poggiandosi al vetro del finestrino.

Dopo una mezz'oretta, accostai sotto casa di Niall e nel girarmi per avvertirlo, notai si fosse addormentato sul serio. Sospirai.

"Niall" lo chiamai, ricevendo solo un mugolio infastidito in risposta.

"Niall" riprovai, stesso risultato. Sbuffai, poi mi venne un'idea.

"Ehi Nì, guarda che se non ti alzi,  lo mangio io il tuo muffin!" esclamai, notando, con la coda dell'occhio, Harry che rideva sotto i baffi. Niall spalancò di scatto gli occhi, guardandosi attorno allarmato e alla ricerca del suo dolcetto. Quando realizzò che non c'era nessun muffin, fece una faccia tanto offesa e addolorata che quasi ci rimasi male. Oddio no.

"Siete senza cuore" sbottò, prendendo la sua borsa e uscendo dall'auto. Aprii il finestrino e lo salutammo, ma lui in tutta risposta ci alzò il dito medio, mandandoci gentilmente a fanculo. Scossi la testa, ridacchiando.

"Gli passerà" dissi a Harry, che mi sorrise.

Misi in moto e mi diressi verso casa di Harry, per fortuna abitava abbastanza vicino. Una volta sotto casa sua, spensi la macchina e mi voltai verso di lui, il suo sguardo sembrava assente.

"Allora ci vediamo domani." Lo salutai. Lui si riscosse ed alzò lo sguardo, accennandomi un sorriso. Ma non mi bastava, io volevo vederlo sorridere come sempre, volevo che anche gli occhi fossero coinvolti e che gli spuntassero quelle fossette sulle guance che avevo scoperto di adorare.

"Ehi, vieni qui" mormorai, tirandomelo contro e facendo scontrare le nostre labbra. Lui sembrò accendersi, sentii le sue labbra stendersi in un sorriso decisamente più sincero di quello precedente, così da farmi sorridere a mia volta.

"Per qualsiasi cosa, hai il mio numero, okay?" chiesi. Sbuffai divertito quando lo vidi lanciarmi uno sguardo malizioso, sicuramente riferendosi alla sua chiamata dell'altro giorno, e a cosa avevamo finito per fare.

"Harry, te lo avrò già detto, ma sei un pervertito del cazzo" dissi, tirandogli una guancia con due dita. Lui ridacchiò.

"Intendevo, se mai dovessi sentirti troppo solo... non esitare a contattarmi, chiaro?" continuai, addolcendo la voce.

Cazzo, cosa stavo diventando.

Lui si morse il labbro inferiore, prima di aprirsi in un sorriso che mi lasciò senza fiato ed avventarsi sulle mie labbra. Portai le mani dietro al suo collo e inclinai il viso per approfondire il contatto.

"Chiaro" rispose, dopo essersi separato da me con uno schiocco, ancora col sorriso sulle labbra.

"Bene, buonanotte, allora." Lo salutai, prima che aprisse lo sportello.

"Buonanotte Lou" rispose, regalandomi un ultimo sorriso prima di sparire dietro il portone del suo appartamento.

"'Notte Haz" sussurrai, anche se ovviamente non mi avrebbe sentito.

Fu allora, mentre ripartivo percorrendo la strada per casa mia, che mi resi conto che quel ragazzo tutto ricci e fossette, aveva finito col fottermi il cervello.

                          *****

Eeecomi qua! Vi sono mancata? No, okay, non lanciatemi pomodori, please c.c Piuttosto, che ve ne pare? Woah, siamo già al dodicesimo capitolo, so che non sono poi molti, ma per me è un record, quindi ssh, lol.

Non mi dilungo molto, vorrei solo ripetervi quanto cavolo vi adoro e ringraziarvi ancora e ancora. Tanti cuoricini per voi ❤ ❤ ❤

No davvero, grazie di tutto, aw.

Okay, adesso vado. Fatemi sapere cosa ne pensate e, niente, le solite cose. Se avete domande o che, io sono qui per voi.

Oppure potete contattarmi anche su twitter (@voglioloujs) sì, ho cambiato nome lol.

Mh bene, ora vado davvero. Ciao bellissime/i, alla prossima <3

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Fanfiction holdarah