Recensioni Brillanti

By GemmeDaScoprire

10.7K 746 983

Salve a tutti voi! Vi diamo un caloroso benvenuto su questa raccolta di Recensioni Brillanti! In questo s... More

Recensioni Brillanti
'Nobody's Land - EVIL' di Emily_S_Winchester
'Anime Elette' di Rael83
'Edward's Twilight' di BarbaraPBaumgarten
'Hypnophobia' di Hypnophobiac
'Cenere di me stessa' di Redthread90
'La Lista' di naghree
'La sposa del Sole' di flama87
'Perception' di feather-
'Folie à Deux' di IvanaGBellamy
'Aurora' di CamilleMemoir
'Carousel' di LenkenRys
'Litlaus - Attenta a ciò che desideri vedere' di Saintjupiter
'Entropy' di Nimue_
'Gradier - Il mondo sospeso' di Isa_RafMic
'Il Velo di Drianna' di DilettaCafaro
'Un amore senza filtri' di Serena Cardamone
'Il tempo per capire' di Liviasnow
'La teoria dei limiti (da applicarsi all'amore)' di AniasolaryEfp
'Billy Brown' di myanarchicjoy
'The Moon's coming up... like an Eye In The Dark' di LedaCM
'L'Orologio di Sangue' di HannaSophieLewis
'L'undicesimo Re' di IreneSartoriWriter
'Masterly' di AJBeth
'Le Arti Terrene' di EsterK21
'Galemyos' di Mirage81
'Ciscandra - Solo la follia conosce il mio nome' di Ciscandra
'La Sindrome di Didone' di LabyrinthumEfp
'Runadium' di Sayami98
'Chiave: tra verità e menzogna' di SlyCooper17
'Penelope' di SophieB90
'Nessuno è solo' di Koaluch
'La Terza Legge' di soundless_wind
'Aeternus' di Piperilla
'My Unexpected Tiara' di Yumiscrive
'La stella a dodici punte" di LeliaHarriren
'Chasm - Secrets you keep' di Skadegladje
'Sonata per chi viene al mondo' di MichelaPoppi
'Lavender Boy' di RainbowCockatoo
'Dark Wings' di krishaskies
'Dentro i miei vuoti' di S_I_C_
'Untitled Love Story' di daniga_
'When the children play' di AlenGarou
'Lungo il confine' di MrJamesFord
'Il Portale - Un'avventura non richiesta' di kanako91
'Selenia - Trono rovesciato' di Corydona
'Broken Souls: let your demons go' di YagaIsBack

'Lo Sciabordio di un'Onda che si Infrange' di Floricienta94Eil

135 8 45
By GemmeDaScoprire

Titolo: Lo Sciabordio di un'Onda che si Infrange

Autore

Genere: Fantasy

Sottogenere: Storie d'amore, Avventura, Introspettivo

Trama: la storia gira intorno alle vicende di Nael e Ari, lo sviluppo della loro relazione e il modo in cui devono affrontare le difficoltà che questo mondo distopico, un po' fantasy e un po' fantascientifico, pone loro in continuazione. La trama segue uno sviluppo lineare e chiaro, pieno di cambiamenti costanti e situazioni originali. Nonostante la particolarità della storia di per sé, si vede che l'autrice sa dove andare a parare, mantenendo questa narrazione sempre coerente.

1. Correttezza grammaticale:

- Punteggiatura. La punteggiatura messa a volte un po' a caso è ciò che interrompe perlopiù lo stile scorrevole della storia. Non è completamente priva di senso, ma a volte cade nei punti più impensabili e disparati, mentre altre manca laddove dovrebbe esserci. Analizziamo bene il problema più grande per fare un quadro della situazione:

- Le virgole. Questo segno di interpunzione è l'elemento principale a rendere la punteggiatura un po' fastidiosa. Infatti la maggior parte delle volte le virgole mancano in frasi lunghe, intricate, o anche brevi ma che ne richiederebbero comunque l'uso. A volte abbiamo fin troppe "e" per via di questa mancanza, e anche una frase normale diviene un po' pesante. Eccoti alcuni esempi di carenza di virgole:

Questo si voltò e mise l'indice davanti alle labbra e portò l'altro all'orecchio e lo allontanò velocemente da esso, indirizzandolo verso l'uscita.

Nael s'incantò nell'ammirarlo, contento che ogni minima traccia di preoccupazione fosse svanita dal suo volto e s'inginocchiò davanti a lui.

È lavabile se la cosa ti preoccupa. -> È lavabile, se la cosa ti preoccupa.

attorno alla penna stava cominciando a generarsi una luce azzurra non appena colse tra le tante parole Tangaroa e l'attimo dopo aveva l'attrezzo sul ventre.

Qui, invece, c'è una virgola di troppo che spezzava davvero il discorso per poter chiudere un occhio: Natanael rimase immobile, aspettando che accadesse qualcosa, e, solo dopo parecchio, tempo l'altro si convinse a parlare.

A quanto pare, Nael, aveva preso -> la virgola tra soggetto e predicato non va.

Ti mostriamo anche alcuni esempi di periodi troppo lunghi che commetti spesso:

Se avesse trovato la minima cosa da fare, allora, per certo, si sarebbe messo in azione e ogni volta si sarebbe portato con sé Ari a dispetto di tutte le preoccupazioni che poteva avere e che non tralasciava di ribadire in continuazione.

Da quella volta, però, era stato costretto dalla madre ad andare con suo padre per delle commissioni in città quando ne aveva la possibilità e Ari, dopo parecchie spinte, aveva accettato e così aveva iniziato a guardare il mondo esterno con degli occhi, sempre più curiosi e inesperti e i suoi pensieri aumentavano giorno per giorno, immaginando una storia d'amore che nasceva tra i tavoli di un bar e un litigio nel vicolo opposto, ma lui non era mai il protagonista.

Era bastato così poco per cambiare le carte in tavola e la cosa non faceva che riempirlo di calore che gli bruciava gli organi per fungere come nuovo carburante per il suo corpo al posto di quelli e del sangue. —> questo periodo è troppo lungo per non aver nessun segno di punteggiatura. In questo modo il lettore tende a perdere il filo del discorso, non comprendendo il senso della frase.

Tinirau era forte, estremamente forte da avergli consumato tutte le energie in poco tempo e non poteva permettersi di venire sconfitto e che fosse suo figlio a commettere quell'atrocità.

In questi casi fai attenzione la punteggiatura, nei periodi lunghi la disposizione di congiunzioni e virgole è una cosa fondamentale per evitare di far perdere il filo al lettore.

A volte ti perdi nelle tue stesse parole, dimenticando i punti interrogativi al termine di questioni nella narrazione:

perché mai Inaya avrebbe voluto spingersi in una battaglia tale dove avrebbe potuto anche rischiare la vita, solo per salvare un ragazzo che neanche conosceva se non per i suoi continui racconti.

Ci sono anche dei problemi con gli incisi. Oltre ai seguenti esempi, ti suggeriamo di fare attenzione a "invece" e "però" (e simili), i quali non vanno sempre in incisi, ma dipende dalla situazione.

perché lo lasciasse fare, o, almeno, non l'aveva mai... → In questo caso poni la congiunzione o come un inciso, il che è un errore. → Perché lo lasciasse fare o, almeno, non l'aveva mai...

... senza giungere a nulla, decise, quindi, di pensare ad altro e, inevitabilmente, la sua mente vagò a Nael. → attenta anche alla ripetizione inevitabilmente - mente.

Aveva paura, non sapeva cosa stava succedendo, ciononostante, nello stesso tempo, quell'aria così pura, che penetrava dalle sue narici e arrivava nei polmoni facendoli espandere e riempiendoli di qualcosa di buono e fresco; un'aria a cui ormai non era più abituato a respirare.

Alcune costruzioni non funzionano proprio, dando un senso di frettolosità che non si addice bene alla storia:

Cacciò un urlo mentre attraversava il portale, di nuovo tenne gli occhi chiusi dallo spavento e sentiva solo il fluire dell'acqua intorno a sé che lo proteggeva e che nello stesso tempo gli aveva infradiciato i vestiti e i capelli. —> troppe cose succedono in questo periodo, utilizza più punti per suddividere gli avvenimenti, altrimenti molti rischiano di perdersi nella confusione generale.

- Verbi. C'è qualche problema con i verbi, specialmente con i congiuntivi. Questi, infatti, sono disseminati un po' ovunque, anche dove non servono, con il risultato di far risultare cacofoniche e confuse alcune frasi, creando pesantezza. Il congiuntivo è molto malleabile e potrebbe anche essere attribuito allo stile, però ce n'è davvero una sovrabbondanza, quindi ti faremo alcuni esempi di cosa sarebbe meglio cambiare:

non convinto del tutto che l'avesse sentito da quanto ormai si fosse distanziata -> era distanziata

dovette ammettere che fosse piacevole -> che era

sapeva che fosse -> che era (più generalmente, con il verbo sapere di solito va l'indicativo, quindi non elencheremo tutte le altre frasi con questo verbo, ma ce ne sono parecchie).

si sentiva ancora peggio nel vedere che l'avesse allontanato non appena aveva confessato. -> l'aveva allontanato

poté constatare che non stesse camminando nel vuoto -> stava.

Errori di questo tipo accadono spesso, quindi cerchiamo di darti un consiglio: generalmente il congiuntivo va quando ci sono verbi che esprimono dubbio, desiderio, richieste, opinioni, timore ecc, mentre l'indicativo va quando un verbo esprime un fatto sicuro (come sapere, constatare dichiarare ecc.) Dopo questa premessa, ti facciamo un ulteriore esempio:

Aveva ispezionato qualsiasi area del corpo per vedere se ci fossero segni evidenti dell'accaduto e se avesse ancora tutti i capelli —> in questo passaggio usi un timore ipotetico, quindi "fossero" e "avesse" sono le forme corrette, ma subito dopo scrivi: e fu contento di scoprire che fosse tornato come nuovo. —> fosse in questo caso è sbagliato, "era" è la forma corretta perché indica una certezza e non una condizione al contrario delle prime due.  

- Altri verbi che abbiamo trovato coniugati inopportunamente:

Ti prometto che ti difenderò da chiunque provasse solamente a -> provi

A quanto pare l'uomo aveva chiamato alcuni dei suoi colleghi -> a quanto pareva (dato che la narrazione è al passato)

Nael era capace anche di farlo ballare sul tavolo insieme a una gallina se solo gliel'avesse chiesto -> sarebbe stato capace

Valeva più del cibo che era costretto a rubare per non morire mentre viveva per strada. -> era stato costretto (dato che è un fatto passato)

Quando aveva visto Nael non poteva crederci e ancora faticava ad accettarlo -> non aveva potuto crederci (idem)

Ogni giorno si domandava se Ari stava bene... —> stesse

non poteva più scappare. Non che l'avesse fatto comunque —> avrebbe

A volte vengono usati fin troppi gerundi (ma anche alcuni infiniti) che potrebbero tranquillamente essere sostituiti con altro. Esempio:

Nael non riuscì a trattenere l'ennesima risata, accasciandosi sul corpo dell'altro, sentendo i suoi capelli pizzicargli le palpebre e schiacciandolo contro il muro.

e vide Nael venir preso di forza dall'altra guardia e portargli le braccia dietro la schiena

Infine, ma non meno importante, vorremmo farti notare che non sempre coniughi i verbi in maniera perfetta quando parli di un passato più antico:

Ari si era stretto alla gonna della mamma e camminava a testa bassa -> aveva camminato

Ari aveva sussultato, ma era rimasto immobile dalla paura, continuandolo a fissare fino a quando non si sentì preso in giro -> non si era sentito.

- Altro. Attenta anche a come usi le parentesi. Nel primo capitolo, ad esempio, ne abbiamo una che è superflua.

erano composti dai governatori, i possessori del Mana (i maghi) e i ricchi... -> siccome in questo caso "i maghi" è un modo per rendere più chiaro chi sono i possessori del Mana, le parentesi non vanno utilizzate perché riferisci un'informazione importante e non superflua come invece le parentesi la renderebbero.

"Perché io... Io..." -> dopo i tre puntini di sospensione va la minuscola, a meno che non si stia iniziando una frase indipendente e completamente separata.

- Ci sono a volte alcune ripetizioni. Te ne facciamo pochi esempi, ma si ripropongono un po' per tutta la storia.

Non sentiva più il fondo schiena(fondoschiena) da quanto fosse congelato. Non riusciva a dormire, per questo si era messo con la schiena contro la spalliera[...]

che allungava ancora di più il volto più di quanto non fosse già

gli fu parecchio difficile abituarsi a quello stile di vita e alla mancanza giornaliera che provava nel profondo del petto - e a cui probabilmente non si sarebbe mai abituato. -> qui non crei solo una ripetizione ma anche un po' un controsenso.

Il primo appuntamento prima della cerimonia

una voce che parlava in una lingua che non era di quel mondo cominciò a parlare. -> anche qui, anche se un po' meno, è un controsenso.

Abbiamo notato moltissime ripetizioni (anche negli stessi capitoli) delle congiunzioni "nonostante" e "ciononostante", ti consigliamo di variare più spesso perché essendo parole così particolari saltano all'occhio, e quando vengono ripetute più volte diventano invece fastidiose.

- Hai la tendenza di specificare molto spesso il nome di chi parla o fa l'azione. Questo causa spesso delle ripetizioni, e la punteggiatura che utilizzi con questo complemento di vocazione non sempre è corretta. Ti consigliamo di alternare i nomi con pronomi o aggettivi per definirli.

Si ritrovò a ridacchiare tra sé e sé Ari. → il nominativo non è necessario.

Più volte, Ari, aveva cercato di convincerlo... → stessa cosa.

Alcune volte, invece, usi i pronomi in maniera sbagliata, forse per cercare di non ripeterti ancora, tuttavia confondono la frase:

Aveva sempre pensato che non esistesse una persona capace di voler bene a se stesso e al suo carattere. -> se stesso si usa quando un'azione di una persona ricade sulla medesima, senza influenzare altri.

Ad Ari non poté che venirgli in mente -> venire in mente

Con la quale non voleva averci niente a che fare -> se usi "ci" dopo "aver" è una ripetizione di "la quale".

non sapeva ancora molto sulla sua vita, così come Natanael non sapeva niente della propria. -> a meno che non intendi che non conosceva la sua stessa vita (il che sarebbe molto strano), "propria" non è il termine adatto perché si riferisce alla vita di Natanael stesso e non quella di Ari.

- Non ce ne sono molte, ma fai comunque attenzione alle "d" eufoniche. Il suono tra un "ad" o un "ed" e vocali di diverso tipo suona male ed è, talvolta, fastidioso per la lettura:

ad emularli -> a emularli

ed impaurito -> e impaurito

ad odiarlo -> a odiarlo (qui non solo è errata per la vocale, ma anche perché questa è seguita a sua volta da una "d").

- Attenzione a quali preposizioni usi:

un'aria a cui non era più abituato a respirare -> "a cui non era più abituato." o "che non era più abituato a respirare".

Finendo con lo distogliere lo sguardo -> finendo per distogliere lo sguardo

Attenzione con la concordanza tra nome e verbi/aggettivi/pronomi ad esso riferiti:

colse quella sensazione di formicolio, ma era accentuato rispetto al solito. -> Accentuata. Si riferisce a "sensazione" non a "formicolio".

forse ha avvisato anche lei e gli ha parlato di me -> le ha parlato, dato che si riferisce a Keneke.

alla persona per il quale stava iniziando -> per la quale.

- Altre frasi degne di nota/ci sono alcuni termini usati male

c'entravano sempre il punto -> centravano.

incapace di come muoversi → incapace di muoversi

serrando le labbra e facendo sfrigolare appena i denti —> sfregare, o digrignare

arrabbiato contro tutti loro —> con

le forze integralmente prosciugate —> interamente

che metteva soggezione —> o incuteva soggezione o metteva in soggezione.

Ari si lasciò andare a un sospiro che sbatté contro il padiglione dell'altro. —> Diverse volte usi questa espressione, e mai siamo riuscite a comprendere alla prima a cosa ti riferissi.

Lui ne avrebbe sorbito le conseguenze —> subito

sbattendo il muso subito dopo —> il tuo protagonista è un umano, non un animale, quindi l'uso della parola muso è scorretto (a meno che non si usino modi di dire come "a brutto muso" ecc.

Una rabbia si stava espandendo dentro di lui... —> La rabbia

Espressione atona. → l'aggettivo atono si riferisce solamente a stimoli uditivi, quindi non può essere utilizzata per un'espressione

2. Narrazione:

La narrazione tutto sommato funziona bene, ma ci sono dei passaggi che potrebbero essere gestiti meglio, così da non spezzare il pathos della lettura. Ti facciamo notare ad esempio nel capitolo cinque questo passaggio:

"Si agitò e prese a camminare avanti e indietro, pensando a come poter uscire da lì, e venne colpito da un attacco di panico. Gli si accelerò il fiato..."

Il fatto di dire prima di tutto che ha un attacco di panico rende meno potente la descrizione delle sue reazioni, avresti potuto invertire le cose, spiegando prima cosa succedeva al personaggio e poi definire in secondo luogo cosa era successo, in questo modo il lettore si trova più catturato dalla situazione improvvisa. Oppure, direttamente, avresti potuto non specificare proprio con l'espressione "attacco di panico" poiché siamo sicure che si sarebbe capito comunque senza dirlo davvero ma limitandosi a mostrarlo.

Molto spesso, come nel capitolo 16, ci troviamo di fronte a quelli che possiamo chiamare spiegoni. In questi ci viene spiegato perché i personaggi si comportano in un certo modo, perché si sono legati e come di conseguenza si relazionano.

La cosa migliore sarebbe mostrare, invece, come questi rapporti si evolvono e si sviluppano.

Piuttosto che dire: "Benché spesso lo trattasse male di proposito facendogli capire che la sua presenza (intorno) non era ben accetta," avresti potuto mostrare attraverso lo "show don't tell" una situazione in cui appare chiaro questo comportamento ostile da parte di Nael, così da far immedesimare di più il lettore.

A volte il punto di vista si fa un po' confuso:

Il ragazzo lo acciuffò per il polso, ricevendo in cambio una spinta contro lo spigolo del tavolo e ottenendo così una fitta di dolore al fianco.

Se stai narrando dal punto di vista di Nael in teoria non puoi davvero sapere della fitta di dolore dell'altro personaggio. Se invece vorresti utilizzare un narratore onniscente è bene che ti concentri su più punti di vista in generale e meno su di uno in particolare, altrimenti il lettore prende l'abitudine di seguire un personaggio e poi si sente "sballottolato" via quando cambi improvvisamente.

Allo stesso modo questa cosa la notiamo nella terza parte della storia, in cui tendi ad alternare in continuazione il punto di vista di Nael e quello di Ari senza far notare la divisione.

Vorremmo aggiungere, inoltre, che non abbiamo potuto apprezzare al massimo il modo in cui la narrazione viene interrotta a un certo punto per fare un salto nel passato. Sarebbe stata anche carina l'idea di prendersi quei due capitoli di "interruzione" per mantenere alta la suspense dopo la morte di Nael, ma così tanti a un certo punto sono stati un po' pesanti. Tuttavia parleremo meglio di ciò nella sezione dedicata al ritmo della narrazione.

- Terminologia. La terminologia è tutto sommato adatta al genere scelto per la storia e scorre rapida, se non fosse per la ripetizione di alcune parole che talvolta rendono la lettura tediosa, come "proprio", "l'altro", congiuntivi vari e così via.

Alcune frasi che andrebbero ricontrollate:

dovette passare per il parco, raggirandolo -> aggirandolo

Tenendolo racchiuso dalle braccia -> tra le braccia, ma non è nemmeno esatto al cento per cento. Forse la cosa più adatta sarebbe cambiare "racchiuso".

Quanto poteva volergli bene solo per quel pensiero che aveva avuto per lui. -> molto confusa, non siamo sicure di averne afferrato il senso.

Fece un lamento -> emise

Non mi merito -> Non merito (i riflessivi sono qualcosa da usare in modo parsimonioso per uno scrittore).

un azzurrino lieve lieve -> non è necessaria la ripetizione per enfatizzare.

sembrava di grande qualità -> buona qualità

Spesso inserisci termini molto informali:

"chissà quale", "chissà chi" che non stanno bene durante la lettura, ne abbassano il registro.

A un certo punto usi "cadere tra le braccia di Morfeo". La storia, da quanto possiamo vedere, si basa sulla mitologia polinesiana, quindi questo termine ci è sembrata un po' fuori posto. Sarebbe stato bello vedere un ulteriore riferimento alla suddetta mitologia (sempre se fattibile, altrimenti anche non accennare semplicemente a Morfeo).

Spesso usi il termine "cadere in depressione" per descrivere un momento di tristezza o sconforto passeggero. È una piccolezza, che per molti lettori potrebbe non sembrare nulla di che, ma la depressione è un disturbo mentale, e non l'abbiamo trovato molto adatto alla narrazione.

- Descrizioni. molto spesso le descrizioni di nuovi personaggi - specialmente quelle delle comparse o di personaggi molto secondari - sembrano così dettagliate da ricadere nello statico: il tempo e la narrazione effettiva si bloccano per dare spazio alla sequenza descrittiva, facendola risultare un po' noiosa. Sarebbe meglio diluire le descrizioni tra i loro gesti e le loro parole, un po' alla volta.

La mancanza che si nota di più, tuttavia, è la mancanza di figure retoriche. Questo tende ad appiattire molto la lettura, rendendola anonima. Le figure retoriche sono necessarie per catturare e incuriosire, danno quel tocco di poeticità che alleggerisce e allo stesso tempo arricchisce la lettura.

- Dialoghi. La punteggiatura nei dialoghi è posta nella maniera sbagliata. Quando c'è un verba dicendi al di fuori del dialogo (disse, ripeté, domandò ecc.) il punto all'interno del dialogo non va poiché la frase all'esterno si riferisce direttamente al dialogo appena pronunciato. Al contrario, quando non abbiamo un verba dicendi, il punto va, tuttavia la frase al di fuori è a sé stante, e quindi deve iniziare con una maiuscola. Ecco alcuni esempi per comprendere meglio.

"Non possiamo!" il minore chiuse la porta -> "Non possiamo!" Il minore chiuse la porta. Il verba dicendi non c'è, quindi va il punto con la maiuscola.

"Ho vinto." annunciò poi fiero. -> "Ho vinto" annunciò poi fiero.

"Ari."
Ripeté la voce. -> qui addirittura sei andata a capo. ("Ari" ripeté la voce)

Stessa cosa funziona con i pensieri:

Quanto è adorabile.
Si ritrovò a pensare Nael -> Quanto è adorabile, si ritrovò a pensare Nael.

A volte dei dialoghi sono resi in forma botta e risposta, cioè manca il verbo dichiarativo che può definire il tono di voce o chi ha parlato in quel momento. Questa cosa oltre a rischiare di confondere il lettore rende la lettura più piatta. Ricorda che attraverso i dialoghi e le pause che si formano si creano delle perfette opportunità per approfondire l'introspezione.

Abbiamo notato soprattutto nella prima parte della storia che quando i personaggi secondari parlano, i loro dialoghi tendono a risultare un po' infantili e quasi poco naturali. C'è poca distinzione tra i vari personaggi sotto questo aspetto. Tutti usano lo stesso lessico e la stessa impostazione. Ricorda che ogni individuo ha un suo modo di parlare e anche i personaggi secondari hanno una loro caratterizzazione, e molto spesso questa va a rispecchiarsi nel modo in cui parlano, proprio come fai per Ari e Nael. Il loro modo di parlare è differente, si nota specialmente nella seconda parte e nei ricordi passati, quindi dare una parlata particolare a personaggi secondari li può rendere molto più tridimensionali di quanto non siano già!

Altre volte i dialoghi e i pensieri appaiono poco naturali e troppo elaborati per sembrare naturali:

Non posso pensare ad altri al mio fianco che non siano te. Non voglio altri al mio fianco che non siano te.

Hai ragione, non posso sprecare altro tempo sopprimendo questo sentimento troppo grande da essere contenuto.

- Ritmo della narrazione. Nel primo capitolo ci ritroviamo in un'ambientazione del tutto originale, per questo molto spesso una preoccupazione di chi scrive è di non lasciare buchi nella narrazione. Tuttavia questa preoccupazione tende in diverse occasioni, come questa, a dare vita a degli spiegoni o info-dump, nonché delle secchiate di informazioni gettate al lettore. In questo primo capitolo non accade molto con l'ambientazione, i punti fondamentali vengono illustrati al momento giusto, ma il legame tra i due protagonisti viene illustrato fin da subito, arricchito con retrospezioni sulle loro vite. In questo modo si capisce fin da subito il loro legame, quando magari sarebbe stato più interessante e intrigante comprenderlo poco a poco.

La narrazione ad ogni modo tende a dare più spazio alle descrizioni che alle introspezioni, a volte anche in modo poco piacevole:

disse il mago con i simboli verdi rivolto verso il resto delle persone e alzò il braccio verso il cielo...

Doveva subito cambiare discorso, non era qualcosa che voleva affrontare perché sapeva che non sarebbe stato in grado di controllare il suo corpo e i condotti lacrimali e non avrebbe mai voluto che Ari lo vedesse così.

A metà storia la disposizione dei capitoli poteva essere gestita meglio. Un capitolo in retrospettiva dopo l'evento tragico ci sta, anche due, giusto per far capire l'origine di tutto, ma non possiamo che pensare che una sezione così ampia sarebbe stata meglio all'inizio, mantenendo un filo temporale lineare. In questo modo la continuità non sarebbe sembrata interrotta, anche perché dopo la morte del personaggio tutti quegli anni passati sembrano un po' futili, siccome siamo già a conoscenza di come è il loro rapporto, mentre gli altri dettagli e segreti vengono comunque svelati in seguito. Troviamo che spostando quei capitoli all'inizio possa permettere di avere una visione ancora più chiara della loro relazione fin dal principio, così anche da far immedesimare maggiormente il lettore.

Un'altra ipotesi valida sarebbe quella di estrapolarli dalla storia (tanto ogni informazione essenziale che danno viene comunque raccontata o lasciata intuire in altri modi) per poi "utilizzarli" per creare un prequel o uno spin-off. La storia è già molto lunga di per sé e a nostro parere non necessita davvero di tutti quei capitoli di racconti sul passato. Sarebbe comunque stato bello leggerli in un altro momento, per l'appunto se fossero stati parte di un extra riguardo la storia.

Infine, fai attenzione a come strutturi i periodi, lo abbiamo già fatto notare nella sezione della grammatica, ma quando ci sono periodi del genere senza virgole: "Ari si riscosse dai suoi pensieri e vide davanti a sé un uomo piuttosto spazientito che lo afferrò deciso per il polso e gli immerse il pollice in una scatoletta piena di inchiostro nero per poi premerlo su un foglio di carta", rendono davvero scomoda e di difficile comprensione la lettura oltre che ad accelerarne spiacevolmente l'andatura.

3. Analisi completa delle tematiche:

La tematica più importante è quella di un'attualità post apocalittica con caste sociali che fa da sfondo all'intera storia, spesso dividendo i due protagonisti, e si rivela la chiave vincente dell'intera stesura, tuttavia non l'abbiamo trovata sviluppata nel migliore dei modi. In una nota finale viene detto che l'approfondimento politico viene evitato per non risultare "noioso" e distaccarsi dalla storia. Noi troviamo che invece un approfondimento sull'universo in cui i personaggi si muovono sia più che necessario per diversi motivi. Innanzitutto serve un background definito per riuscire a gestire al meglio ogni elemento della storia, e quello che abbiamo in questo caso solitamente appare molto abbozzato. In secondo luogo troviamo che ci sia davvero troppo focus sulla relazione tra i due personaggi, rendendo spesso la lettura ripetitiva. Il senso di noioso non si fa esattamente sentire, ma pensiamo che l'approfondimento di cui parlavi sarebbe stato un buon elemento per catturare il lettore in un universo così particolare, piuttosto che concentrarti sempre e unicamente sui problemi di cuore dei due protagonisti. In questo modo la costruzione della storia sarebbe stata anche più equilibrata.

Questa storia però contiene anche diverse altre tematiche che si sviluppano contemporaneamente e dipendentemente le une dalle altre, le quali sono state interessanti.

La crescita personale è un elemento che si vede spesso, specialmente in Ari, che sin da quando scopre di essere mago è costretto a crescere e rafforzarsi sempre di più per sopravvivere alla sua nuova vita. Ari, però, non cambia radicalmente se non un tantino alla fine quando, sconfitto l'antagonista e risolti alcuni problemi che non gli permettevano di vivere in tranquillità il suo amore, si rende finalmente conto del valore che lui stesso ha e ha avuto al fine di tutto ciò.

Ci sono poi tantissimi altri elementi su cui l'autrice si ferma il giusto tempo (quando meno e quando più), come la perdita, la paura dell'abbandono e della solitudine, il dolore del distacco, la sofferenza della morte; tutti argomenti visti dagli occhi di Ari che ci aiutano pian piano a entrare completamente nell'ottica del personaggio e vivere con lui le sue avventure (e disavventure).

4. Originalità:

- Impatto iniziale. Come anche l'autrice avrà notato, la libreria scelta per questa storia (fantasy) è diversa dal genere scelto per categorizzarla dall'autrice (storie d'amore). Questo perché ci siamo accorte fin da subito, trovando conferma poi dopo, che la categorizzazione non era esatta e, essendoci elementi fantasy molto accentuati, tanto da essere il fulcro della storia, a nostro parere questa posizione in storie d'amore potrebbe sfavorire la sua diffusione agli amanti del genere fantasy. È vero che il rapporto tra i due protagonisti ha un impatto fondamentale, ma è anche vero che ci sembra più importante e "carica" la parte fantasy.

Comunque, l'impatto iniziale è stato più o meno buono, dove più e dove meno. La copertina è fin troppo pittoresca a nostro parere, sia che si tratti di un fantasy sia di un romance, pertanto non ha aumentato molto i punti, tuttavia dalla sinossi abbiamo potuto cogliere fin da subito l'originalità della storia, e questo ci ha spinte a interessarci sempre di più, facendo sì che il primo capitolo scorresse più rapidamente.

- Originalità della storia nel complesso. La storia presenta diverse falle, alcuni problemi ortografici e verbali, tuttavia l'originalità non ha fatto che contribuire maggiormente, insieme ad altri elementi, a renderla una Gemma.

Possiamo dire con estrema chiarezza che questo è il punto forte della storia. Ci si ritrova totalmente catturati da questa particolarissima ambientazione, in questo miscuglio di fantasy, fantascienza e folklore che rende questo racconto una creazione incredibilmente originale. Ciò rende anche difficile prevedere cosa potrebbe succedere, e ogni vicenda ha un tocco magico che cattura il lettore con i suoi avvenimenti originali.

- Originalità del titolo. Abbiamo trovato il titolo originale e assolutamente adatto alla storia, seppur i titoli lunghi tendano a scoraggiare un po'. Il legame con l'acqua non si associa solamente alla situazione del mondo, ma anche al protagonista ancor prima che ricevesse il suo nome, cosa che rispecchia fedelmente il titolo. Ogni cosa in questa storia sembra girare intorno all'acqua, fin dai primi avvenimenti nell'infanzia di Ari, e a proposito di questo non possiamo che dire che questo punto è stato azzeccato in pieno. Come abbiamo accennato sulla lunghezza, però, i titoli lunghi sono un po' meno attrattivi di quelli più brevi, e spesso tendono a essere dimenticati dai lettori, cosa che qui però è più difficile per via della saggia e ponderata scelta di parole.

5. Analisi delle falle:

Ci sono diverse falle e mancanze che punteggiano questa storia, spesso rendendo poco chiari i funzionamenti del mondo creato e, in altri casi, anche alcune reazione dei personaggi.

- Contraddizioni. Nel capitolo 9 abbiamo Ari che durante uno dei primi addestramenti riesce a produrre delle gocce d'acqua, poco dopo crolla a terra stremato. La cosa ci ha sorprese in modo contraddittorio perché nel capitolo precedente era riuscito a produrne molto di più senza risentirne in alcun modo.

Capitolo 14 —> "la sua posizione ricordava quella di un corcifisso" come è possibile visto che ha le mani legate tra di loro?

Tangaroa era esausto e stava riprendendo fiato dietro ad alcuni coralli —> come fa a prendere fiato sott'acqua?

Nel capitolo 38, come fa Ari a lanciare delle palle d'acqua quando si trova sott'acqua? Si tratta di un effetto particolare del mana? Queste piccolezze non vengono mai specificate, lasciandoci spesso in confusione riguardo l'ambiente in cui si muovono.

Se su questa parte possiamo sorvolare con l'immaginazione, nella seguente no: in che modo le lacrime di Ari bagnano il pavimento se si trovano sott'acqua?

Quando l'aveva visto entrare nella sua camera affannato a quel modo aveva capito che[...] -> questa frase è nel capitolo in cui Nael lo sveglia dal suo incubo. Solo che Ari non può vederlo entrare perché quando viene svegliato lui è già entrato.

- Pezzi mancanti. Non vengono mai descritti i simboli degli elementi che i maghi portano sulle loro divise, ma a parte questo ci sono stati dati, come abbiamo già detto, pochi dettagli in generale.

Cosa o chi decide il sacrificio mensile? Questo non ci è mai del tutto chiaro, se i maghi stessi o il dio Tangaroa, ma se fosse lui ci sembra molto strano che Nael venga scelto come sacrificio, cosa che ha liberato l'anima di Tinirau. Se fosse stato il dio del mare a fare queste scelte non possiamo che pensare che in questo caso si sia dato la zappa sui piedi da solo, per dire.

Con il proseguire della storia ci è parso abbastanza naturale chiederci che ruolo avesse il libro che si illumina nella biblioteca presente nei primissimi capitoli. Era solo un presagio? Perché una cosa del genere non si ripete più e, anzi, sembra perdere importanza?

(Capitolo 18) Aveva dovuto concentrarsi su altro per superare quella difficoltà, anche se si chiedeva come potesse un ragazzo di neanche dodici anni. -> la frase termina così.

- Altro. Non ricordiamo il capitolo, ma ci è sembrata strana la reazione così arrabbiata di Nael quando Ari gli dice di non voler dormire.

Nel capitolo otto come è possibile che Nael, lanciando un paio di forbici, riesca a tagliare (come riportato dal testo) il muro d'acciaio?

Nel capitolo 9 Ari inizia ad andare su delle scale (di cui non ci viene descritto l'utilizzo) per incontrarsi con Nael. Come e quando è stato deciso che quello dovesse essere il loro punto di incontro? Come è possibile che Nael lasci un messaggio per Ari proprio lì nonostante non si fossero mai incontrati in quel luogo? Se è una specie di "istinto" o sesto senso che entrambi hanno avuto, forse è meglio specificarlo più esplicitamente. (Forse qui ci è sfuggito qualcosa).

Il potere di Ari è quello di controllare l'acqua, un potere che gli è donato da Tangaroa, lo stesso dio che sembra pretendere un sacrificio ogni mese. Come è possibile che Ari sia così entusiasta di avere qualcosa in comunque (così per dire) con questa entità che ha riempito di paura la sua esistenza?

Non ci è molto chiaro il fatto che i genitori di Ari, nonostante fossero stati dei Maghi, sono diventati dei Sacrifici. Le classi non sono mutualmente esclusive? Abbiamo dato per scontato che i maghi non potessero essere sacrifici proprio per la loro "carica" (anche se ormai perduta dai genitori). Ma questa è un'altra delle cose che non vengono ben chiarite. Solo perché loro hanno deciso di non praticare più la magia li rende automaticamente dei candidati per sacrifici?

Nel capitolo 24 abbiamo molta confusione. Durante la narrazione è reso ben chiaro che Nael sa cosa sta succedendo, a causa del dio dei mari la polizia sta raggruppando tutti i cittadini per salvarli dalla terra, tuttavia quando questi giungono alla porta di Ari e Nael, questi due fanno di tutto per non farsi acciuffare. Secondo il loro ragionamento, hanno cercato di continuare a vivere sulla terra, ma in questo modo sarebbero sicuramente morti contro la furia del dio. Inoltre, se Tangaroa era ben consapevole che il ragazzo che conteneva suo figlio viveva sulla terra, perché mai avrebbe dovuto mettere a repentaglio la sua vita e rischiare così di liberare Tinirau?

Una cosa che abbiamo notato in questa storia è la mancata focalizzazione su frammenti importanti della trama ... nel capitolo 36 Ari dice di conoscere l'isola di Tinirau e di alcune abilità che gli sono state insegnate, tuttavia noi, come lettori, ne veniamo a sapere l'esistenza solo in quel momento. Questo è un errore sottile ma evidente. Durante lo svolgimento della trama ciò che lo scrittore deve fare è seminare indizi e accompagnare il lettore verso le rivelazioni, invece che (come accade in questo caso) farle "apparire" quando comodo.

6. Caratterizzazione dei personaggi:

La caratterizzazione dei personaggi funziona e non. È carente sotto certi aspetti e ben definita sotto altri.

La relazione tra Nael e Ari è un esempio di definizione ben fatta, la leggiamo così tanto e in così tante forme diverse che c'è da dire che a volte sembra un po' esasperata, specialmente verso il finale dove ormai è stata vista sotto ogni aspetto.

Molto spesso ritroviamo delle introspezione di Nael in cui si definisce da solo un "mostro", tuttavia non riusciamo a capire il perché di questa definizione che si dà, non abbiamo mai notato nessun comportamento maligno da parte sua indirizzato ad Ari. L'unica cosa che ci fa pensare a un'accezione negativa potrebbe essere il suo costante desiderio di avere Ari per sé, ma ci sembra una ragione un po' troppo semplice per portare il personaggio a definirsi in tale modo, considerando anche che Nael non è consapevole dell'anima che si cela in lui.

Ci sono davvero tanti personaggi secondari che appaiono durante il corso della storia, e purtroppo molti di essi rimangono delle ombre, difficili da comprendere per via della scarsa caratterizzazione, per questo tendono a essere dimenticati una volta usciti di scena.

In particolare nel capitolo 16 abbiamo i genitori di Kaleo che adottano Nael. Il padre viene appena citato un paio di volte e non sembra giocare mai un ruolo importante nel nucleo familiare. La madre appare come un personaggio davvero molto debole, soprattutto quando Nael decide di andarsene e la sua unica reazione è confusione e spavento.

I pensieri dei personaggi sono difficili da inquadrare. Un caso è il ladro che incontra Nael, che gli dice di non potersi permettere un'aggiunta alla banda per via della loro povertà, ma non appena nota i suoi occhi eterocromi decide di prenderlo comunque con sé.

Ciò che ci è dispiaciuto di più, però, è forse il modo in cui Nael non cambia. In parallelo abbiamo la disperazione di Ari dopo il Sarcrificio, il suo desiderio di riunirsi alla persona che ama e la sua impossibilità di farlo. Tuttavia Nael nella sua condizione sembra a malapena influenzato da ciò che è accaduto, il suo animo non cambia mai e rimane il ragazzo sveglio e spensierato di sempre. La cosa non ci ha convinto molto perché, seppur avendo accettato il suo destino, è comunque morto. In qualche modo questa esperienza traumatica avrebbe dovuto cambiare il suo modo di "vivere".

Tornando ai personaggi, invece, ce ne sono stati altrettanti che, pur essendo secondari o terziari, sono comunque stati caratterizzati abbastanza bene.

Un Esempio lampante è il rapporto tra la Somma Keneke e Keyondre, in qualche modo il suo braccio destro. I due hanno qualcosa che non si può definire solo amicizia ma che non ha un nome ben specifico, relazione formata dai loro caratteri particolari che sembrano fatti apposta per coesistere.

Da menzionare, ovviamente, è Inaya, che con la sua forza d'animo e la sua allegria ha tirato avanti Ari quando nessun altro, nemmeno Nael, avrebbe potuto farlo. Ha sempre tenuto fede al suo personaggio e, a dirla tutta, abbiamo amato il fatto che cambiasse continuamente acconciatura di capelli, è un fattore che ha contribuito a rendere il personaggio dinamico!

7. Coinvolgimento emotivo:

Come detto sopra, questa storia ha una grave mancanza di forme retoriche e, in particolare, di introspezioni espresse in forma non diretta. Abbiamo un mucchio di azioni descritte, e la cosa va bene perché riusciamo sempre a visualizzare con chiarezza i movimenti dei personaggi. Tuttavia le introspezioni sono carenti, abbiamo sì i pensieri diretti, ma non troviamo praticamente mai dei flussi più consistenti di introspezione, non ci vengono mai mostrati i ragionamenti del personaggio, se non con pensieri diretti che interrompono la narrazione ogni tanto. Un esempio è il capitolo 13, nel momento in cui Nael inizia a risplendere abbiamo sì dei pensieri diretti ed esternati, ma non viene mai illustrato il modo in cui il panico potrebbe attorcigliargli le viscere, in cui la testa potrebbe pulsare per la paura e il cuore battere all'impazzata. Mancano sensazioni e introspezioni indirette, mentre noi siamo costretti a vedere come uno spettatore esterno il personaggio inciampare, come se avesse il volto coperto e quindi le emozioni ci venissero precluse.

Il continuo susseguirsi di una narrazione che illustra le azioni più che i sentimenti rende difficile l'immedesimazione, e questo purtroppo diventa evidente quando ci troviamo davanti a scene importanti (sia sotto il punto di vista narrativo che emotivo) come nel capitolo 14.

8. Breve recensione della copertina:

- Quanto attira a prima vista. Non possiamo dire che la copertina sia il punto forte della storia, non solo perché si tratta di un quadro e come tale non andrebbe mai modificato, che sia con ritocchi o con un testo (le opere d'arte non si prestano per situazioni del genere), ma perché risulta troppo caotica. Non è facile distinguere le due figure, che tuttavia rappresentano alla perfezione i due protagonisti. Pensiamo che un'immagine più chiara avrebbe incorniciato alla perfezione questa storia, visto la particolare ambientazione che si sarebbe potuta riproporre in copertina.

- Sintonia degli elementi. Ciò che non funziona in questa copertina è il font utilizzato e il suo colore, si perde troppo nell'insieme ed è difficile da leggere, pensiamo che un semplice bianco, così come nel nome autore (che però non è perfettamente centrato), sarebbe stata la scelta migliore. Il posizionamento di questi ad ogni modo è fatto in modo corretto.

Recensione a cura di:

Continue Reading

You'll Also Like

93.7K 2.4K 35
A little AU where Lucifer and Alastor secretly loves eachother and doesn't tell anyone about it, and also Alastor has a secret identity no one else k...
61K 1.1K 96
Continuation of Modesto story who happens to intercourse with friends,mature,classmates,strangers and even family...
249K 12.6K 92
Being flat broke is hard. To overcome these hardships sometimes take extreme measures, such as choosing to become a manager for the worst team in Blu...
117K 243 17
My wlw thoughts Men DNI 🚫 If you don't like these stories just block don't report