One Last Night

By StarCrossedAyu

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Ci sono persone che è scritto debbano incontrarsi. Esistenze destinate ad intrecciarsi, in modo assoluto ed i... More

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#Ringraziamenti

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By StarCrossedAyu

☕️

Fisso Eren, senza parole.

Ha preso una scelta, una scelta che non gli darà rimpianti. Ha scelto me.

Non so cosa dire, troppo sgomento per pensare qualunque cosa all'infuori di Eren, Eren, Eren - il quale mi guarda ed attende che gli dica qualcosa, faccia un gesto, o magari riprenda a respirare..!

Decido di agire d'istinto, perché se aspetto che il cervello riprenda a funzionare credo che moriremo di vecchiaia qui sul pianerottolo: lo afferro per la felpa, trascinandolo in casa e sbattendolo contro il muro accanto la porta, che richiudo col piede senza nemmeno guardare.

Gli occhi di Eren sono sgranati per la sorpresa, e lo sento trattenere il respiro quando le mie labbra affamate trovano le sue. Per un attimo temo di aver commesso un errore, di essere troppo rude o precipitoso, ma quando lo sento ricambiare il bacio con la stessa foga e disperazione, so con assoluta certezza che mi vuole, tanto quanto io voglio lui.

🔑

Sento il calore del suo corpo che mi tiene schiacciato contro la parete, le sue mani toccarmi ovunque come se cercasse la prova tangibile che io sono reale e non un sogno effimero. La sua bocca divora la mia con la fretta di chi ha molto da recuperare e troppo poco tempo a disposizione: Levi mi fa sentire voluto, desiderato, e adoro questa sensazione. Tra le sue braccia mi sciolgo come neve al Sole, rilassando i muscoli dapprima tesi per la paura di essere respinto e rifiutato.

«Eren...» sospira sulle mie labbra, ed io le schiudo dandogli libero accesso.

I nostri baci sono intensi, bagnati, e risuonano nel silenzio della stanza coi loro schiocchi umidi. Lo stringo a me, una mano alla base della sua schiena e l'altra sulla sua nuca, col desiderio impossibile che questa notte sia eterna ed il domani non giunga mai; che questo momento sia solo nostro.

Che bella parola, da un senso di appartenenza.

☕️

Stringendo i miei capelli tra le dita, Eren espone il mio collo alle attenzioni delle sue labbra, che percorrono avidamente la mia gola per poi morderne e succhiarne un lembo. Lo sento mugolare soddisfatto, e sono certo che avrò un segno rosso piuttosto vistoso lì dove sta concentrando le sue energie.

È qui, con me, e ancora non ci credo.

Sette giorni lunghi un'eternità, sette giorni in cui non ho fatto altro che ripetere a me stesso di aver fatto la scelta giusta, che sfidare il mio destino era inutile e che avrei combattuto l'inevitabile; che lasciarlo andare era per il suo bene.

Eppure lui, testardo come solo un mulo potrebbe essere, non si è arreso alla mia sorte: è corso qui, convinto di potermi fornire la giusta motivazione per lottare ancora, e che io sia eternamente dannato se questo moccioso non è un buon motivo per partire verso l'ignoto e poi tornare qui, tra le sue braccia che mi sostengono, col suo profumo intossicante che mi stordisce ed il suo calore che mi avvolge.

Parlando di calore, realizzo all'improvviso che le sue mani sono gelide per via dei vestiti completamente bagnati.

🔑

Levi mi allontana in modo deciso, quasi brusco, e mi guarda con cipiglio contrariato.

«Spogliati, ora.»

Le sue parole mi colgono del tutto impreparato, facendomi arrossire. Non nego che il sesso fosse tra i miei pensieri ma, anche se non sono una "fanciulla in fiore", un minimo di tatto lo avrei gradito..!

«Eh..? Cos-»

«Sei zuppo dalla testa ai piedi, moccioso. Ti prenderai un malanno. Avanti, spogliati, hai bisogno di una doccia calda.»

È preoccupato per me.

Il pensiero mi scalda il cuore, che sento stringersi nel mio petto. Ma non ho intenzione di spezzare questo momento che desidero con tutto me stesso da mesi, ormai. Il mio cervello trasforma la sua premura in un invito a spingermi oltre il consentito.

☕️

L'espressione sorpresa e imbarazzata di Eren si trasforma in un sorriso che ha del seducente, persino perverso.

Cala la cerniera della felpa lentamente, guardandomi negli occhi con cupidigia, ed un brivido mi percorre la schiena. Ogni indumento raggiunge il pavimento con un tonfo umido: afferra i bordi della maglia, sfilandola al rallentatore permettendomi di ammirare i suoi muscoli tendersi sinuosi; le Converse vengono calciate lontano, seguite dai calzini; è la volta dei jeans di raggiungere il resto del suo vestiario.

È nudo, eccezion fatta per l'intimo, nel bel mezzo del mio salotto ed il suo sguardo mi sfida, facendo vacillare la mia volontà di salvaguardare la sua salute.

«Intendi così..?» mi chiede con un eloquente gesto della mano ed io non resisto; annullo la distanza che ci separa in una frazione di secondo, saltandogli al collo ed aggredendo le sue labbra piegate in un sorriso che malizioso è dir poco.

«Sei un piccolo bastardo..!» lo accuso tra un bacio e l'altro mentre lo trascino verso la mia camera senza guardare la strada, troppo impegnato ad assaporare la consistenza di quella carne morbida e piena.

🔑

Non vedo dove mi stia portando, ma non ha alcuna importanza. Desidero solo sentire la sua pelle nuda contro la mia. Sono letteralmente accecato dalla passione, il mondo potrebbe finire in questo preciso istante e non potrebbe fregarmene di meno: sono con Levi, ed è l'unica cosa che realmente conta.

L'uomo che amo e che ricambia i miei sentimenti con altrettanta intensità. Come abbiamo potuto essere così ottusi da non capire, da non vedere..?

Mosso dalla frenesia, quasi gli strappo i vestiti da dosso. Lo libero della camicia, a cui salta qualche bottone che sento tintinnare sul pavimento, ed armeggio goffamente con la cintura sfilandola dai passanti del pantalone che fortunatamente è meno complicato da rimuovere. Le scarpe sono rimaste chissà dove, formando insieme agli abiti di cui l'ho privato una scia di briciole come quella di Pollicino, indicando il nostro passaggio.

Urto contro qualcosa alle mie spalle e le mie gambe cedono, piegandosi e facendomi cadere con un tonfo su un letto dalle lenzuola candide e profumate.

Levi, ancora in piedi, sfila via calze e pantalone, per poi gattonare sopra di me e lasciarmi ancora una volta senza respiro.

☕️

Le sue labbra sono rosse e gonfie per i troppi baci ed i numerosi morsi che ho inflitto loro. È come una droga: un bacio tira l'altro e ne sono assuefatto, l'unica cosa a cui riesco a pensare è ancora.

«A-ah, Lev-i..!» lo sento gemere e sospirare.

Mi dedico al suo collo, leccandolo per poi lambirne un pezzo e succhiarlo con vigore, quasi per ripicca: di sicuro ho un marchio simile, dato l'impegno che ha profuso poco fa nell'effettuare la stessa operazione, e sono certo che Hanji mi romperá i coglioni con le sue domande invadenti.

Eren ormai ansima in maniera incontrollata.

Giungo sul suo petto dove con le dita torturo un capezzolo, vezzeggiando il gemello con la lingua.

Lo vedo mordersi il dorso della mano nel vano tentativo di trattenersi ed il suo membro, ancora confinato all'interno boxer, si gonfia contro il mio addome.

Due iridi, brillanti come smeraldi preziosi, mi scrutano in preda al desiderio; le sue gote sono in fiamme e le labbra schiuse ed in attesa. La sua voce, distorta dal piacere, invoca ripetutamente il mio nome come un mantra: sembra quasi che, oltre quello e qualche sillaba, non sappia dire altro.

L'impazienza di vederlo contorcersi sotto di me mi logora.

🔑

Non mi sono mai sentito vivo come adesso.

Levi mi guarda, e sono certo che il modo famelico in cui lo fa abbia eccitato uomini e donne tanto quanto eccita me ora.

Mi sento geloso - ed anche alquanto stupido - al pensiero che abbia rivolto quello stesso sguardo a qualcuno che non sia io. Entrambi abbiamo avuto le nostre esperienze, eppure la gelosia ha la meglio sulla parte razionale del mio cervello e quasi ringhio in risposta.

Le sue mani prendono l'elastico dei miei boxer, umidi per la pioggia ed anche qualcos'altro, e li sfila per poi gettarli da qualche parte imprecisata nella stanza.

Mi accarezza le gambe con la punta delle dita, dandomi i brividi, e non vedo l'ora di percepire il calore della sua bocca avvolgere la mia erezione che pulsa dolorosamente.

☕️

Gli leggo negli occhi la voglia ed il desiderio di me.

Non ho mai provato sensazioni simili, prima d'ora. Ho fatto sesso con uomini o donne, spinto solo dall'impulso fisico ed assecondando i bisogni del mio corpo, ma mai - mai - sono stato guardato in questo modo: mi sento il centro del mondo, del suo mondo.

Con un movimento cauto, lento, lo faccio voltare su un fianco.

Il sedere di Eren è completamente esposto: tondo, sodo, invitante, e soprattutto alla mia mercé. Ne schiaffeggio una natica, per poi stringerla in modo possessivo facendolo quasi urlare per la sorpresa.

«AH! Levi...»

Mi guarda da sopra la spalla, il volto cremisi e le iridi liquide dal desiderio, e non riesco ad attendere oltre.

Lo faccio issare sulle ginocchia ed affondo il viso tra i suoi glutei, leccando l'apertura piccola e rosata che bramo con tutto me stesso. La mia lingua lo stuzzica superando la barriera di muscoli, e lo sento irrigidirsi e trattenere il respiro.

🔑

Levi sta leccando proprio .

Mi sento in imbarazzo, è la prima volta che vivo un'esperienza simile: provo un certo disagio, ma la sensazione della sua lingua calda ed umida non è spiacevole... Tutt'altro.

Afferro tra le dita la stoffa candida, e mi sfugge un sospiro che sono certo non sia passato inosservato.

La sua mano, finalmente, accarezza il mio membro, ignorato troppo a lungo. Lo percorre fino alla punta, delicato come una piuma, per poi stringerlo e pomparlo ad un ritmo crescente. Il suo palmo caldo che mi dona il Paradiso, ed il modo in cui la sua lingua entra ed esce dal mio corpo, mi fa contorcere le viscere con l'avvicinarsi inesorabile dell'orgasmo.

«A-ah, Levi! S-sto per..! I-ioh..!»

Ogni pensiero che abbia almeno un minimo di coerenza abbandona la mia mente, salpando verso lidi sconosciuti, e sento solo i violenti brividi che mi scuotono mentre mi riverso nella sua mano e sulle lenzuola. Persino il mio senso della vista si indebolisce, e l'unica cosa che percepisco chiaramente è l'immenso godimento che provo nel sentire Levi stimolare lentamente la mia virilità ormai spenta, protraendo la sensazione di piacere che ancora mi percuote.

☕️

Gli bacio una natica con dolcezza. Mi sento soddisfatto, quasi euforico, del fatto che sono stato io a condurlo in quell'abisso fatto di calore e passione.

Si volta di schiena, esausto e col fiatone, le iridi appannate e le gote tonde e rosse.

«Sei stanco..?» abbozzo un sorriso, alzandomi in piedi e ripulendo la mano, bagnata del suo seme, sulle lenzuola già sporche. Dovrò lavarle comunque, mi dico.

Eren però, non senza una certa fatica iniziale, gattona verso di me, sollevando poi il busto ed incontrando i miei occhi.

«Assolutamente no...» sussurra ad un soffio dalle mie labbra, per poi baciarle in modo languido facendomi impazzire.

Sento la sua mano accarezzarmi la nuca, indugiando lì dove i capelli sono più corti, mentre l'altra percorre la spalla, il bicipite e l'avambraccio, afferrandomi il polso e lasciando scivolare le dita tra le mie.

La sua bocca scende sul mio mento, che mordicchia ed assapora come un dolce da gustare; continua a seguire un percorso immaginario, assaggiando gola, clavicola, petto... Quando divora lentamente un capezzolo, un verso roco abbandona le mie labbra e, nonostante io non possa vederlo chiaramente, so per certo che sta sorridendo. Costella i miei addominali di piccoli baci, giungendo infine alla meta più ambita. Il naso di Eren sfiora la mia erezione ancora confinata nei boxer, mentre le sue dita ne calano l'elastico, liberandola.

Si distende più comodamente sul letto, poggiando il mento sul palmo della mano, le gambe sollevate mentre strofina le caviglie tra loro, che ondeggiano dando l'impressione siano la coda di un gatto. Osserva il mio pene duro e pulsante con un sorrisetto malizioso.

«Madre Natura si è decisamente fatta perdonare per il pessimo carattere che ti ritrovi..!»

Sogghigno a quelle parole.

«Ti piace quel che vedi..?»

«Oh, altroché...»

Come un felino che assaggia il proprio cibo, lecca la punta del mio sesso una, due, tre volte, senza smettere un solo istante di guardarmi. La mia mano si poggia sul suo capo, senza che io me ne accorga, quasi supplicandolo di non indugiare oltre. Il mio sguardo probabilmente tradisce la mia cupidigia perché, dopo averne baciato ogni vena e sporgenza, lo divora senza pietà.

🔑

Levi rilascia un verso roco, che giunge alle mie orecchie come una magnifica melodia.

È la prima volta che dedico attenzioni simili ad un corpo maschile e non sono per nulla sicuro delle mie azioni, perciò procedo per tentativi consapevole che, essendo la nostra fisicità pressochè la stessa, probabilmente le sue zone erogene sono simili alle mie. Eppure non riesco a non sentirmi euforico nel sentirlo godere nella mia bocca.

La sua presa tra i miei capelli si rinsalda, senza però causarmi dolore, e capisco che la sua è una tacita richiesta a proseguire col mio lavoro.

Lo prendo tutto fino alla base, appiattendo la lingua che lo accarezza lungo il tragitto. Avanti e indietro, su e giù, aiutandomi con la mano quando succhio i suoi primi umori che indugiano sul mio palato, e trovo che abbia un sapore squisito.

L'eccesso di saliva mi cola sul mento ed il suono bagnato della mia bocca e del mio palmo, che stimolano il suo membro duro e gonfio, quasi rimbomba tra le quattro mura in cui ci troviamo.

I suoi versi di apprezzamento aumentano al punto tale da farmi capire che è prossimo al limite. Voglio farlo venire nella mia bocca, ingoiare il suo liquido come fosse nettare, ma quando sono certo che il suo piacere stia per esplodere si ritrae, lasciandomi solo e vuoto.

«No, io-» mi lamento come un bimbo capriccioso mentre mi solleva quel tanto che basta per baciarmi, spegnendo ogni mia protesta.

«Lascia che ti prenda, Eren..!» dice tra un bacio e l'altro, e la sua mi suona come una supplica.

Non ha bisogno di chiedermi nulla, come fa a non capirlo? Non aspetto altro da una vita, e non me ne ero neanche reso conto.

La mia lingua si insinua in profondità nella sua bocca, mischiando i nostri sapori e reclamandone il possesso esclusivo.

«Prendimi, Levi... Amami...» gli dico, staccandomi quel poco sufficiente da riprendere fiato.

Senza sapere come ho di nuovo la schiena sul letto, con Levi che mi sovrasta ben posizionato tra le mie gambe aperte.

☕️

«Prendimi, Levi... Amami...»

Il mio cervello è andato in corto circuito, a quelle parole tanto appassionate. L'unica cosa a cui riesco a pensare ora è mio, suo, Eren, ora.

Una parte recondita e ancora lucida della mia mente spera che non senta troppo dolore, e che la nostra saliva basti.

So che non è la prima volta che fa sesso, ma è la prima esperienza con un uomo, con me: sono il suo primo, e desidero essere il suo ultimo.

Spingo la punta oltre il confine della sua apertura piccola e stretta, e lo sento artigliarmi le spalle irrigidendosi sotto di me.

«AH-»

Il suo respiro si spezza, le sue ginocchia mi stringono i fianchi, ed io affondo il viso nell'incavo del suo collo, combattuto tra il desiderio di possederlo e quello di non arrecargli sofferenza.

Le sue dita trovano i miei capelli, scorrendo tra di essi in muta consolazione.

«D-dammi solo un attimo...» mugola piano, e quasi mi viene da piangere al suono della sua voce rotta. Alzo la testa per incontrare i suoi occhi lucidi. Sembra un cucciolo indifeso, mi si stringe il cuore a vederlo in questo stato. Dio, cosa sto facendo..?

«Possiamo aspettare, Eren, non deve essere per forza oggi-»

«Shhhh... Non parlare...» mi zittisce, poggiando un dito sulle mie labbra «Amami e basta, Levi... Ho bisogno di te, ti supplico...»

🔑

Mi bacia, sigillandomi le labbra mentre con un'unica spinta entra dentro di me.

«NH!» è il verso strozzato che mi muore in gola, ed il bruciore per un istante è l'unica cosa che sento.

Mi tiene il capo con gentilezza, continuando a baciarmi piano senza muoversi di un millimetro.

«Eren...»

Il modo in cui pronuncia il mio nome è struggente: ne accarezza ogni singola lettera, ed io mi sento al sicuro, protetto, amato.

Una goccia d'acqua scivola lungo il mio viso, e non capisco se è la pioggia che ancora impregna i miei capelli oppure una lacrima.

Che sensazione strana, quasi surreale. Sono in pezzi, eppure sotto il peso di quest'uomo sono integro, completo come mai prima d'ora.

È questo che si prova, nell'unirsi a chi si ama..? Se è così, prima di Levi non ho mai amato nessuno.

Allaccio le gambe dietro la sua schiena, esortandolo con i talloni.

«Puoi muoverti...» gli dico, spostando con le mani il suo viso per guardarlo negli occhi. Hanno davvero un colore impossibile: ho sempre pensato fossero belli, ma visti da così vicino mi rendo conto che nessun aggettivo renderebbe loro giustizia.

Sento la sua asta ritrarsi, quasi fuoriuscendo dal mio corpo, per poi spingersi nuovamente lì dove si trovava un attimo prima. Brucia ancora, ma sono certo sia temporaneo.

Levi non distoglie lo sguardo da me neanche un attimo, accertandosi che stia bene, che non senta dolore. Preoccupazioni inutili, perché dopo qualche spinta non riesco a trattenere un gemito, che traditore sfugge alle mie labbra. L'espressione di Levi si distende, il suo corpo che non mi ero accorto fosse così teso si rilassa, e mi sorride.

Quasi mi acceca, è bellissimo: è un sorriso sincero, spontaneo, puro, ed è tutto mio.

«Sei fantastico, Eren... Il tuo corpo sembra fatto apposta per me...»

«Forse lo è...» gli sorrido a mia volta e lo bacio, sorprendendolo e sentendolo sospirare un attimo dopo.

Adesso è la passione a guidarci, mentre affonda dentro di me ad un ritmo sempre maggiore, ad una velocità quasi malata mentre il mio corpo lo accoglie, anelando quel contatto troppo a lungo negato. La mia voce è sempre più acuta mentre sento la familiare sensazione dell'approssimarsi dell'orgasmo, e Levi ripete il mio nome senza sosta, divorando le mie labbra ed ingoiando i miei gemiti incontrollati.

«Ah, E-eren, io..!»

«D-dentro, ti prego... Non fermarti!»

☕️

Le ultime spinte sono frenetiche, mentre inseguo il piacere. Il corpo di Eren trema tra le mie braccia, le sue pareti si stringono intorno alla mia virilità e raggiungo il punto di non ritorno. Vengo copiosamente dentro di lui, marchiandolo in un modo che gli è estraneo.

Crollo, esausto, tentando di non gravare troppo col mio peso. Abbiamo entrambi il fiatone, siamo sudati come non mai e privi di energie. Dopo questa maratona, che si aggiunge al bagno fuori programma che si è fatto sotto al diluvio universale che si sta scatenando qui fuori, dovrei trascinarlo di peso sotto la doccia.

«Stai bene..?» gli chiedo, pentendomene subito dopo. Dio, che frase sdolcinata del cazzo, sicuramente penserà che sono ridicolo..!

«Mai stato meglio...» mi dice guardandomi negli occhi con quelle iridi così verdi e limpide da potermici specchiare. Riesco a scorgere il mio riflesso, mentre mi accarezza le spalle con lentezza, studiando le cicatrici e le imperfezioni che le disseminano.

«Levi...»

«Mh?»

È serio, così tanto da farmi quasi paura. Si è pentito, ha cambiato idea, non mi vuole, non-

Ma le sue parole mi frantumano e mi ricompongono, creando un Levi nuovo. Un Levi degno.

«Ti amo, Levi.»

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