LU/CE

By GabrieleDelfino3

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#FINE PRIMA PARTE!# #LA SECONDA PARTE VERRÀ PUBBLICATA A BREVE!# "Quando l'oscurità è dentro di te, non sei m... More

CAPITOLO 1
CAPITOLO 2
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
CAPITOLO 12
CAPITOLO 13
CAPITOLO 14
CAPITOLO 15
CAPITOLO 16
CAPITOLO 17
CAPITOLO 18

CAPITOLO 9

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By GabrieleDelfino3

L'aria sopra il cerchio magico sfrigola di scintille azzurrognole. Una figura informe e bianchiccia aleggia vacua, indecisa sul da farsi. In attesa di addensarsi, si arrotola pigra in piccole volute a spirale, come fumo in un barattolo. Malgrado non abbia viso né occhi, Hailey si sente osservata con un'intensità fastidiosa.

"Chi... chi sei?" balbetta insicura, pentendosene subito dopo.

"Iniziamo bene. Mi hai evocato tu, ricordi?"

"I demoni sono spesso menzogneri. E non si sa mai chi possa rispondere a una evocazione."

Tenta di ricomporsi, facendosi forza e ostentando una sicurezza che in questo momento proprio non le appartiene.

"Oh cavoli, sarà più dura del previsto. Bisogna proprio iniziare da zero con te."

È disorientata. Non si aspettava una tale insolenza e un'assenza così palese di formalità. Possibile che i demoni parlino come un compagno di scuola supponente? Se fosse una persona, l'avrebbe già presa a pugni. E si sarebbe pure goduta il momento.

"Non mi piace come..."

"Si si, ok, non ti piace come parlo, il mio tono e via dicendo" la interrompe "passiamo oltre, va bene? Tanto ho capito che devo insegnarti tutto. Quindi vediamo di non perderci in discorsi inutili."

L'alone sbuffa irrequieto pur continuando a volteggiare con una lentezza esasperante.
"Veramente io..."

"Mi fa piacere che tu sia d'accordo. Allora, incominciamo con la lavanda. È vero che ha un buon odore e presa a piccole dosi può anche essere piacevole, ma per l'amor del cielo, tu ci hai contaminato una stanza intera! Come fai anche solo a respirare? Non ti sembra di aver esagerato?"

"La lavanda è per proteggermi da te!"

"Opporca... tua madre ha forse scritto da qualche parte di utilizzare la lavanda? O di scarabocchiare il cerchio con quelle frasette ridicole?"

"N...no. A dire il vero, l'abbiamo letto in un libr... un momento, tu come fai a saperlo? Come fai a sapere che cosa ha scritto mia madre?"

"È naturale che io lo sappia. Ero il suo famiglio, o famigliare, che dir si voglia. E se non ha scritto nulla di simile, ci sarà un motivo, non credi?"

"Pensavo solo..."
"Ecco brava, non pensare! Pensare fa male, non lo fare. Non pensare, non parlare, non prendere iniziative. Limitati a seguire le istruzioni. È magia, non un cellulare che tiri fuori dalla confezione e cominci a schiacciare pulsanti a caso."

Una fitta d'orgoglio le punge la bocca dello stomaco e le arrossa le gote in maniera furiosa. Il labbro superiore sta tremando. Si, è vero, è una principiante. Ma lui non ha alcun diritto di trattarla così e non è disposta a farsi intimidire. Stringendo le mani a pugno, ricaccia indietro con rabbia l'ombra di due lacrime che si affacciano sugli occhi.

"Io sono Hailey Blackshaw, figlia di Oralee Paige Adams e TU sei al mio servizio. Non il contrario."

"Accidenti, quante grinta! Si dà il caso però che io sia un demone maggiore. Ok, magari non il più potente tra i demoni...anzi, sicuramente non il più potente...va bene, potente abbastanza da aiutarti a fare le magie e quelle cose lì, però non è questo il punto. Il punto è che la lavanda non è in grado di fermare l'attacco di un demone maggiore. Di nessun demone degno di questo nome. Se proprio hai fortuna, forse è efficace con alcuni demoni minori. Quelli, per intenderci, che non hanno intelletto. Ma il suo effetto si ferma lì. E poi le formule che hai scarabocchiato non hanno valore se non sono corredate del mio VERO nome. O del VERO nome del demone che vuoi costringere nel cerchio. Quindi, cara mia, hai fatto tutta questa messinscena per niente."

Hailey è tutta un fremito di stizza.

La sua baldanza è avvizzita sotto le parole di quell'essere spregevole.

Si morde l'interno della guancia senza riuscire a spiccicare parola. È stata una sciocca e il senso di impotenza che prova le chiude la gola come un tappo di sughero. Non vuole nemmeno guardarlo in faccia, ammesso che si possa parlare di faccia nel caso di quella forma sbiadita. Non accenna a muoversi e tenta di calmarsi osservando la luce della luna che disegna ghirigori argentei sul pavimento.

"Oh, per favore! Non ti sarai mica offesa!" esclama impudente, direttamente dentro la sua testa.

"Ma come ti permetti!"

"Avanti, dammi la mano."

"Non ci penso nemmeno!"

"La mano. La mano sinistra. Deve essere la mano dove hai inciso i polpastrelli. Apri il palmo e porgilo nel perimetro del cerchio magico."

"Pensi che sia così stupida? So bene che non bisogna oltrepassare la barriera. Non sono sprovveduta come credi."

"Senti ragazzina, sei tu che mi hai evocato. Vuoi che diventi il tuo famiglio a tutti gli effetti oppure no? E poi non hai molte altre possibilità: scommetto che non hai idea di come interrompere una evocazione."

Ha ragione. Sua madre non lo ha scritto e loro non hanno previsto questa eventualità. Come diavolo hanno fatto a non pensarci? Nella loro testa ci sono sempre state solo due opzioni: o il rito va a buon fine oppure fallisce. Non hanno mai considerato l'ipotesi di un successo che culminasse nel desiderio di mandare il demone a quel paese. Perché avrebbero dovuto?
Beh, ecco perché.

E adesso? Non le rimane altro da fare che fidarsi.

"Perché vuoi la mia mano?"

"Non ti voglio mica sposare."

"Non è divertente."

"No, certo che non lo è. Soprattutto se non hai senso dell'umorismo. Immagino che andrai a ruba tra i ragazzi... non dovresti puntare di più sulla simpatia?"

Una vampata di sdegno le brucia le orecchie, il cervello trasformato in una pentola a pressione pronta a esplodere.

Getta il braccio in avanti in un modo di rabbia, ignorando qualsiasi regola di buon senso.

"Fai quello che devi fare, basta che stai zitto!"

"Ahahhahaha... gravissimo errore ragazzina!"

Hailey sussulta spaventata e si accorge di non riuscire più a tirare indietro la mano.
Allora l'ha ingannata! Si è fatta provocare ed è caduta nella sua trappola come una stupida!

"Sei davvero uno spasso Hailey Blackshaw. Ti stavo prendendo in giro! Non corri alcun pericolo. Ora rilassati, prendi un bel respiro e chiudi gli occhi."

"Mi spieghi come faccio a rilassarmi se non fai altro che provocarmi?"

"Non mi biasimare, sei un bersaglio troppo facile da colpire."

"Lo vedi che continui!? Devi piantarla di prendermi in giro!"

"Uuuuuuuh... va bene, va bene. Basta che ti concentri per un attimo. C'è bisogno anche del tuo contributo."

Lei risponde con un grugnito di assenso e tenta di ignorare la bile che le sale dal fegato.

Chiude gli occhi e una voluta di fumo le avvolge il palmo aperto.

Il rombo del sangue nel cervello la stordisce malgrado abbia tutti i sensi all'erta.

"Questo ti farà un po' male."

Non riesce nemmeno a replicare che un bruciore intenso la fa sussultare di dolore. Qualcosa sta incidendo la sua pelle, leccandola con lingue di fuoco. Per sforzarsi di non urlare, strizza gli occhi fino a sentire male alle pupille. Non vuole dargli questa soddisfazione, non vuole sentirsi dire di non essere adeguata. Il calore risale lungo le vene fino alla spalla e da lì al petto, per poi trafiggerle il cuore. Perde un battito, il respiro si blocca in gola, la bocca spalancata in una smorfia. Riesce a non aprire gli occhi alla disperata ricerca di aria fino a quando, senza alcun preavviso, il supplizio cessa. Una forza sconosciuta risucchia l'incendio dal suo corpo, sostituendolo con una refrigerante sensazione di calma e serenità.

Crolla a terra come un burattino senza fili, svuotata di ogni energia in suo possesso. Rimane immobile per qualche minuto, ascoltando il suono rassicurante dei polmoni che si allargano a ritmo regolare. Una goccia di sudore le imperla la tempia. Non ha idea di cosa sia successo eppure non è turbata. Solleva lentamente le palpebre e le richiude un paio di volte; la vista umida e la testa leggera le danno l'impressione di essere in un acquario.
Il demone le lascia il tempo di riprendersi senza interferire nei suoi pensieri. Ci è già passato ed è consapevole di quanto possa essere faticoso, per un essere umano, ricevere il marchio.

"Sono...sono viva?" chiede dopo circa 20 minuti.

"Sei più viva di quanto tu lo sia mai stata, Hailey Blackshaw".

Solleva il busto e si mette a sedere.
Istintivamente guarda il palmo sinistro.

"Che cosa significa?"

Un cerchio attraversato da un triangolo isoscele è tatuato a fuoco sulla sua epidermide. Nell'angolo in basso a sinistra del triangolo c'è un altro cerchio, più piccolo e tutto pieno.
Lettere di un alfabeto sconosciuto e blasfemo si intravedono lungo il perimetro delle figure, appaiono e scompaiono come se fossero scritte sulla condensa di un vetro.

"È il mio VERO nome. Non saresti in grado di pronunciarlo in lingua inferica, nessuno essere umano può farlo. Le vostre corde vocali non sono fisicamente adatte a emettere certi suoni."

"Ma allora come..."

"Per ovviare al problema, sotto ordine di re Salomone, ciascun demone ha convertito il proprio nome in un sigillo. Più complesso è il sigillo, più è importante il demone. E nel caso dei famigli, il nome viene marchiato a fuoco nello spirito, così da stabilire un legame duraturo. Il simbolo che vedi sulla mano è solo un'esternazione visibile del marchio che hai dentro di te. Tra qualche ora sparirà."

Le sue parole le ronzano nella testa, rimbalzando tra i meandri della mente in sciami impazziti.

Tutto questo è semplicemente incredibile e troppo assurdo per poter essere metabolizzato.

"E...e come faccio a...."

La lingua impastata da dubbi e titubanze fatica ad articolare frasi di senso compiuto.

"A evocarmi?"

Annuisce, spaesata.

"È sufficiente che mi pensi, io lo sentirò. Saprai di averlo fatto correttamente perché il sigillo che hai sulla mano si accenderà. Naturalmente dovrai avere sempre con te l'anello."

Non sa cos'altro dire. Fino a pochi istanti fa era una ragazza qualunque alla disperata ricerca di indizi sulla scomparsa della propria madre e adesso...
Beh, adesso si ritrova legata a un demone per il resto dei giorni.
È vero dunque. Quello che ha letto sul diario: è tutto vero. Solo ora si rende conto di quanto sia stata folle e incosciente. Ha evocato un demone come se fosse un gioco, senza preoccuparsi delle consegue, senza pensare a quanto sarebbe cambiata la sua vita. La paura di aver fatto qualcosa di troppo grande e irreversibile le dà le vertigini. Un vago senso di nausea oscilla tra la bocca e la sacca dello stomaco. Non è cambiata molto da quando era bambina, da quando si è persa nel bosco. E se avesse fatto lo stesso errore? E se fosse troppo tardi?

"E...e adesso?" domanda tra sé e sé.

"Adesso Hailey Blackshaw non hai tempo di rimuginare sulle tue azioni."

Lei alza lo sguardo e un turbinio nella nebbia lattiginosa la mette in allarme.

"I tuoi amici sono in pericolo e hanno bisogno del tuo aiuto."

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