Paura d'amare (COMPLETA IN RE...

By Elizabethlc91

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Ci sono amori che sembrano durare nel tempo, sono eterni, nati per non essere mai divisi; questo erano Alessi... More

Prestavolto
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21•capitolo
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23•capitolo
24•capitolo
25•capitolo
26•capitolo (prt.1)
26 capitolo (pt.2)
27•capitolo
28•capitolo
29•capitolo
30•capitolo
31•capitolo
32•capitolo
33•capitolo
34•capitolo
35•capitolo
36•capitolo
37•capitolo
38•capitolo
39•capitolo
40•capitolo "posso fidarmi di lui?"
Epilogo
Ringraziamenti

Prologo

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By Elizabethlc91

Sono di fronte al mio ragazzo, che mi guarda con quell'aria trasognante che ha sempre, ma oggi c'è qualcosa di diverso. È sempre lui, il suo viso, i suoi occhi non sono cambiati, mi guardano sempre con amore e desiderio, ma so per certo che qualcosa è cambiato in quegli occhi. Comincio a preoccuparmi, il mio cuore non smette per un istante di battere incessantemente nella gabbia toracica, tento di tranquillizzarmi, ma so che è così. Lo conosco da tutta la vita, da quando eravamo bambini, so quando qualcosa lo turba. Non dice nulla, continua a sorridere, ma ha un sorriso di circostanza che gli incornicia le labbra.

Siamo a cena con la mia famiglia che non fanno altro che blaterare. Sono abbastanza uniti, litigano come ogni coppia, ma si amano ancora nonostante siano passati anni dalla loro unione. Mio padre continua a guardare mia madre come fosse la donna più bella del mondo, e la stessa cosa fa lei. Il mio ragazzo, invece, guarda loro sempre con occhi malinconici. So che non è abituato a vedere questo tipo d'amore, ma in realtà è lo stesso che lui dona a me da ormai quattro anni. Lui mi ha sempre dimostrato tutto ciò che sente per me e, anzi, se devo essere sincera, all'inizio non ero convinta che lui mi piacesse. Ero solo una ragazza di diciott'anni allora, mentre lui sapeva già cosa voleva, io non lo sapevo ancora. Lui continuava a starmi dietro, a dirmi ciò che provava per me, ma io non ero dello stesso avviso, non sapevo se mi piacesse davvero. Mi sembrava strano potermi innamorare di un ragazzo che conoscevo praticamente dalla nascita. Io e lui abbiamo la stessa età, ma ci conosciamo da tutta la vita perché i nostri genitori sono amici di vecchia data. Mio padre è il miglior amico di suo padre, e mia madre era compagna di scuola di sua madre. Ci hanno fatto crescere insieme, ma non pensavo che un giorno mi sarei ritrovata accanto a lui e non pensavo di poterlo amare tanto quanto lo amo adesso. Eppure, siamo qui e non posso che essere felice perché so che è l'unica persona che mai mi deluderà, anche se a volte è strano, ha gli sbalzi d'umore e non si fa vedere per una settimana. Nel frattempo, però, mi chiama e mi rassicura che è solo un momento. Non so cosa gli passi per la mente in quel momento, ma ho imparato ad accettare anche questo, perché so la sua situazione familiare.

Io e Alessio, lasciamo la mia famiglia a tavola dopo aver finito e saliamo in camera. Gli prendo la mano, ma il suo tocco è strano, non mi da il calore che mi da di solito. È freddo, scostante; conosco bene la persona che è al mio fianco, per questo riesco a percepire il suo stato d'animo anche attraverso il suo tocco.

Entriamo dentro la mia stanza, e non appena lo facciamo, mi volto verso di lui, non lo faccio nemmeno parlare che mi getto tra le sue braccia e lo bacio sulle labbra. Solo che qualcosa di strano accade: le sue labbra non si muovono con le mie, nonostante tenga le sue braccia strette sulla mia vita come se avesse paura di perderti da un momento all'altro.

"Tutto bene, amore?", gli domando, non capendo il motivo del suo essere così freddo, quando lui di solito è caloroso.

"Elena, ti devo parlare di una cosa". Dal suo sguardo capisco subito che si tratta di qualcosa di estremamente serio, perché ha le sopracciglia corrugate e gli occhi che sembrano più scuri di come li ha già di solito.
I suoi occhi neri mi guardano intensamente, entrando come sempre in profondità, lì dove il mio cuore batte solo per lui.

"Amore", mi avvicino a lui e gli accarezzo il volto con dolcezza e delicatezza, passando i polpastrelli nella sua barbetta. "Parlami, sono qui", gli sussurro vicino alle labbra e gliele accarezzo con il pollice.

Lui abbassa gli occhi, non riesce a guardarmi, qualcosa lo turba e comincio ad avere paura. Che cosa può essere successo?

"Elena, non so come dirtelo". La sua voce tentenna, esce quasi strozzata.

"Come dirmelo?", domando, ma non lo faccio finire. "Cosa devi dirmi?", gli chiedo con la voce tremante. So che sta per dire qualcosa che mi devasterà dall'interno e non so se voglio sentirlo, non adesso, non sapendo che fra qualche mese ci dobbiamo sposare e non dopo ciò che ho scoperto solo questa mattina.

"Elena, io...", non riesce a parlare, ma non ha mai avuto questa difficoltà. È una persona abbastanza spontanea, anche se tiene le cose dentro, a me ha sempre detto ogni cosa. Per questo mi preoccupo, so che non reggerò il peso di qualsiasi parola che uscirà dalle sue labbra.
"Ti ho...ti ho...", balbetta ancora.

"Parla dannazione, mi stai facendo salire l'ansia, Alessio!", alzo il tono della voce, presa dalla troppa ansia che mi attanaglia.

"Ti ho tradito", urla anche lui. Io rimango ferma, pietrificata a questa affermazione. Lo guardo, cerco il suo sguardo per sentirmi dire che non è così, che sta mentendo, che non è la verità. Non può essere vero, lui mi ama, io lo amo, dobbiamo sposarci. Ci amiamo da tutta la vita com'è possibile una cosa del genere?

"Stai scherzando?", la mia voce è incrinata, cerco un qualche tipo di escamotage per giustificare ciò che ha detto, ma i suoi occhi dicono molto di più delle parole stesse. Mi sta ferendo, e lo sta facendo guardandomi dritto negli occhi.

"Pensi che scherzerei su una cosa del genere?" Tira su col naso. "Mi dispiace, è così...", sospira rumorosamente, così tanto da non riuscire nemmeno più a percepire il mio respiro.

"No", scuoto la testa e mi lascio andare alle lacrime. "Non è vero, non è possibile, tu non mi faresti mai una cosa del genere! Io ti conosco!", urlo presa dalla disperazione e sento le mie gambe quasi cedermi.

"Hai troppa fiducia in me, dovevi capire ciò che sono. Mi dispiace averti deluso, ma io non sono fatto per stare con te, tu sei troppo per uno come me!", mormora, mentre io mi lascio scivolare tra le gambe e lui si abbassa di fronte a me, prendendo le mie braccia con le mani. Alzo gli occhi sui suoi, che stanno tremando come se avesse un grande paura ma che vuole mascherare.

"Perché mi hai fatto questo?", chiedo tra i singhiozzi.

"Perché io sono fatto così!"

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