8•capitolo

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Elena

Stiamo ormai da circa una settimana trasferendo tutte le nostre cose nella nuova casa, anche se fra qualche ora Stefano partirà e mi lascerà sola. Già sento la sua mancanza nel dovermi dividere da lui.

Lo guardo mentre porta uno scatolone nella nostra nuova casa, lui si accorge del mio sguardo su di lui e un sorrisino gli spunta nelle labbra.

"Perché mi guardi?", mi domanda curioso.

Faccio il broncio e lo guardo, mettendo le mani nei fianchi.

"Non voglio che te ne vai", sospiro, abbassando lo sguardo.

Lui sorride ancora e si avvicina lentamente a me, guardandomi intensamente negli occhi. Mi guarda di sottecchi, incastrando il suo verde nel mio verde azzurro, e io mi perdo nei suoi occhi. Non appena è vicino a me, lascia scivolare le sue mani nei miei fianchi, con la maglietta che leggermente si alza e il suo tocco scatena in me dei brividi che invadono il mio corpo. La sua fronte si scontra con la mia, i suoi occhi non si staccano da me un secondo, sento il suo respiro sempre più pesante, le sue labbra sempre più vicini.

"Tornerò presto", sussurra un attimo prima di poggiare le sue labbra roventi sulle mie. Schiudo le labbra per approfondire il bacio, sentendo la sua dolce lingua sulla mia, che si intreccia e creano un mix d'emozioni.

Passiamo il restante delle ore a portare altri scatoloni in casa, poi arriva il momento in cui lui deve andare.

Scendiamo di sotto, dove c'è la mia auto posteggiata e ovviamente lo accompagnerò io in aeroporto. La sua valigia è già posizionata nella mia auto.
Entriamo dentro, lui va alla guida nonostante sia la mia auto e prende la mia mano intrecciando le nostre dita.

"Non è che ti dimenticherai di me in questi tre giorni?", gli domando canzonatoria.

Lui mi guarda di poco dato che sta guidando e fa un sorriso sghembo.

"Si", annuisce ridacchiando. "Spero di trovare una bella ragazza"

"Probabilmente ne trovi mille più belle di me, poi però voglio vedere se ne trovi qualcuna che ti sopporta come me". Rido, perché in realtà è lui che sopporta i miei sbalzi d'amore, lui è anche fin troppo accondiscendente.

"Semmai è il contrario", fa un altro sorriso.

Arriviamo in aeroporto, scendiamo dal veicolo e prendiamo le valigie. Ad ogni minuto che ci separa dalla partenza, sento l'ansia aumentare. Questo perché non sono abituata a stare senza di lui, non so perché ho brutte sensazioni e almeno sapere di averlo accanto mi fa stare meglio. Ha da qualche giorno che sento qualcosa di strano, precisamente da quando eravamo in quella caffetteria e anche quando ho visto il padre di Alessio che mi ha destabilizzata. Poi anche quando stefano ha rievocato qualche ricordo in me della casa in cui io e Alessio abbiamo fatto l'amore per la prima volta. Sicuramente sarà il fatto che devo andare a casa sua domani, ma mi sento un po' frastornata. Mio padre e mia madre però, hanno insistito affinché andassi, quindi non me la sono sentita di rifiutarmi. Inoltre, la famiglia di Alessio è sempre stata come una seconda famiglia. Soprattutto Patrizia, la madre di Alessio, mi ha sempre mostrato il suo affetto. Tanto che quando ci siamo lasciati io e suo figlio, lei mi chiamava tante volte per rassicurarmi e mi veniva a trovare ma, una cosa che ho apprezzato particolarmente di lei è che non si è mai immischiata, non ha mai giustificato suo figlio, non mi ha mai pressato. Mi ha semplicemente ascoltato come solo una vera madre sa fare, mi ha chiamata solo per sapere come stavo. Dopo un po', però, mi sono allontanata da lei, non del tutto perché le voglio davvero molto bene, ma giusto gli spazi necessari affinché non pensassi a suo figlio, perché lei nonostante tutto mi ricordava troppo lui. Lei in molte cose assomiglia a suo figlio. Per esempio è testarda come Alessio, quando si mette una cosa in testa non c'è nessuno che può dirle di no. Come Alessio quando tentò di conquistarmi nonostante a me non piacesse.

Paura d'amare (COMPLETA IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora