One Last Night

Par StarCrossedAyu

95.4K 7.5K 5K

Ci sono persone che è scritto debbano incontrarsi. Esistenze destinate ad intrecciarsi, in modo assoluto ed i... Plus

#00
#01
#02
#03
#04
#05
#06
#08
#09
#10
#11
#12
#13
#14
#15
#16
#17
#18
#19
#20
#21
#22
#23
#24
#25
#26
#Ringraziamenti

#07

3.1K 256 109
Par StarCrossedAyu

·Eren·

Esco dal vagone della metro, dirigendomi a passo spedito verso le scale mobili. Supero uno dei tornelli che delimita l'uscita dalla stazione, e mi incammino verso lo studio. La giornata è abbastanza mite, il cielo sereno anche se non limpido e le strade pullulano di gente che, indaffarata, corre avanti e indietro. Arrivo sotto il palazzo e senza neanche guardare il pulsante citofono.

«Chi è

«Eren.» rispondo.

Il portone scatta ed io varco l'ingresso, saluto il custode ed entro nell'ascensore. Arrivo al quarto piano, le porte scorrevoli in vetro sono perfettamente pulite, e la targa sul muro tirata a lucido.

Studio Dentistico Associato

Smith - Zacharias


Supero la soglia, le lastre trasparenti silenziosamente si spostano, ed io sorrido alla persona alla reception alla mia destra.

«Buongiorno Eren.» mi sorride cordiale una giovane donna dall'aria professionale, corti capelli biondi, occhi celesti e lineamenti androgini.

«Buongiorno Nanaba.»

«Il Dott. Smith non è ancora arrivato.» mi informa. Io metto una mano in tasca e tiro fuori un cioccolatino, allungandoglielo.

«Grazie mille, te l'ho già detto che la gravidanza ti dona?» le faccio l'occhiolino, mentre lei accetta il presente, scartandolo in una frazione di secondo e portandolo alle labbra ancor prima.

«La signora è già impegnata, Eren, fai il cascamorto con qualcuna alla tua portata.»

Un uomo alto e robusto, capelli biondi e barbetta incolta, fa il suo ingresso nella stanza, con indosso una divisa blu scuro. Si appoggia con le braccia al bancone, annusando l'aria, per poi guardare la moglie con espressione divertita.

«Amore, cioccolato? Ti lasci corrompere facilmente.» le sorride, accarezzandole una guancia, mentre lei è ancora intenta a gustare la dolce leccornia.

«Non è colpa mia se la piccola lo adora.» Nanaba solleva il piccolo naso all'insù, una mano sul pancione abbastanza evidente, ed io ridacchio leggermente.

«Cosa dici Mike, tutte sono alla mia portata! Vedi? Tua figlia giá adora le mie attenzioni.» affermo allegro, quando mi arriva uno scappellotto da qualcuno alle mie spalle.

«Questo è uno studio dentistico, Signor Yeager, professionalità!» tuona una voce alle mie spalle.

Massaggiandomi la parte colpita mi giro verso l'uomo, appena entrato, dalle dimensioni di un armadio, sopracciglia folte e capelli ben pettinati.

«Aw, vacci piano Erwin, la testa mi serve ancora.»

Lui ride allegro, l'espressione truce sparisce in un attimo, ed io gli colpisco scherzosamente una spalla col pugno chiuso.

«Vediamo se funziona, allora! Su, andiamo a cambiarci.» mi sorride, superandomi e dirigendosi verso lo spogliatoio.

«Abbiamo terminato, Signor Wagner.» afferma Erwin, alzandosi dallo sgabello da lavoro mentre io, con l'apposito pedale, permetto allo schienale della poltrona di sollevarsi. Il giovane Thomas accetta il bicchiere d'acqua che gentilmente gli sto porgendo, sciacquandosi la bocca, ed Erwin getta nella pattumiera i guanti in lattice abbassandosi poi la mascherina.

«Per la prossima pulizia possiamo vederci tra sei mesi, nel frattempo le raccomando sempre un'accurata ed attenta igiene orale, magari con l'ausilio di uno spazzolino elettrico ed un idropulsore.»

«La ringrazio Dott. Smith.» il ragazzo, che nel frattempo si è alzato, stringe la mano di Erwin.

«Prego, seguimi.» gli sorrido gentile accompagnandolo alla reception, dove parla con Nanaba, ed io torno nella stanza dove lavoro come assistente alla poltrona.

Trovo Erwin che, seduto su una sedia decisamente più comoda dello sgabello, legge alcuni fogli. Io nel frattempo inizio a pulire il ripiano degli strumenti, riponendo quelli appena utilizzati nell'apposita vaschetta disinfettante e sostituendoli con altri precedentemente sterilizzati.

«Tutto a posto?» chiedo dopo aver terminato.

«Sì, sì tutto ok.» mi sorride, conservando i fogli in un cassetto del banco attaccato alla parete «Sono le 14, e non abbiamo altri appuntamenti, per cui puoi cambiarti ed andare a casa Eren.» mi sorride gentilmente.

Erwin è un uomo molto disponibile, affascinante, dalla spiccata intelligenza e soprattutto è un grande oratore: in molti, grazie alla sua parlantina affabile ed adulatoria, lo definirebbero un 'manipolatore'. Ma io lo considero semplicemente un ottimo datore di lavoro, e perché no, un buon amico. Lui e Mike, che si occupa del lato odontoiatrico, sono soci ed hanno un rapporto fraterno, e rendono l'ambiente allegro e sereno. La moglie di Mike, Nanaba, è al settimo mese di gravidanza e porta in grembo quella che sará sicuramente una bimba meravigliosa, e soprattutto la principessa del padre e dello 'zio'.

«D'accordo, allora io va-»

«Erwin, perdonami» è Nanaba ad interrompere la conversazione, sull'uscio della porta, col suo bellissimo pancione e la cornetta poggiata sul petto per non permettere a chi si trova all'altro capo di ascoltare «ho una paziente al telefono che ha un fortissimo dolore ai denti, si sente che prova una gran pena, e chiede se può venire adesso allo studio per una visita. Cosa le dico?»

Erwin si passa stanco una mano sugli occhi, odia quando le cose non vanno secondo i piani, ma il lavoro é anche questo. Mi guarda dispiaciuto.

«Eren...»

«Non chiedermelo nemmeno. Ma stavolta niente cinese, ordina la pizza.» gli sorrido complice, e lui ricambia.

«Va bene Nanaba, puoi confermare alla Signora..?»

Nanaba sorride.

«Signorina Zoe.»

·Levi·

La sveglia suona sul comodino, segnando le 6 in punto. Serve solo a ricordarmi l'orario, mentre osservo fuori dalla finestra il cielo notturno iniziare a schiarirsi, seduto sul davanzale con la sigaretta tra le dita.

Un'altra notte insonne, trascorsa tra i ricordi, i rimorsi, gli incubi ad occhi aperti, i pensieri di ciò che poteva essere e non è stato.

È un circolo vizioso da cui non riesco ad uscire. Magari, in fondo, non lo voglio davvero, e la verità è che ho paura di dimenticare.

Mi muovo svogliatamente dalla mia posizione, andando a spegnere la sigaretta nel posacenere, e cammino scalzo verso il bagno. Mi sciacquo il viso con l'acqua fredda, il riflesso nello specchio mostra impietoso le occhiaie che ormai sono diventate una costante.

Non sono mai stato uno di quelli affezionati al letto, soprattutto quando ero nell'esercito: i ritmi in missione erano serrati e non ho mai sentito la necessità di prendermi una licenza. Mi consideravo già a casa.

Appena finisco di lavarmi, apro le ante dell'armadio scegliendo cosa mettere.

Sotto il regime militare non avevo di questi problemi, dovevo solo indossare la divisa, a cui nel corso degli anni avevo solo aggiunto i gradi. Adesso invece mi risulta difficile trovare capi di mio gusto: non credo di essere poi così complicato, semplicemente non seguo la moda.

Inevitabilmente il ricordo di quanto accaduto quasi due settimane prima, in quel negozio di abbigliamento, mi torna alla mente. E di quando il moccioso mi era praticamente piombato addosso.

Eren.

Aggrotto la fronte, a metà tra il perplesso e l'infastidito. È da tempo che non stringo amicizia con qualcuno: io non ne ho bisogno, gli altri non ne hanno bisogno. E ad essere precisi, il rapporto tra di noi non può essere di certo definito come tale, ci conosciamo a malapena. Allora perchè, da quando ci siamo visti quell'ultima sera, il suo è un pensiero così ricorrente..?

Colpisco forte il sacco nero, i pugni fasciati dalle garze strette sono doloranti, mentre Braun si sforza per mantenerlo in posizione. Ha una corporatura possente, muscoli ben sviluppati ed una gran forza fisica, ma gli rendo comunque il compito difficile.
«Wo wo wo, vacci piano!» sbotta infatti dopo l'ennesima serie da cinque «Guarda che lo devi colpire, mica distruggere!»
Mi asciugo il sudore dalla fronte con l'asciugamano che ho sulle spalle, e gli rivolgo uno sguardo scocciato.
«In tal caso, non sarebbe colpa mia, ma dell'attrezzatura scadente.»
«Ehi, devi mandare al tappeto l'avversario, non buttare giù il Wall Maria.» mi risponde piccato.
«Tu pensa a tenere quel dannato sacco, invece di dare fiato alla bocca.» e detto questo sferro un potente calcio circolare colpendo con precisione l'attrezzo, che trema tra le braccia di Reiner, mentre il suono della catena che lo tiene ancorato al soffitto risuona per l'intera sala.

Ho trascorso l'intera mattinata ad allenarmi. Esco dalla palestra e controllo l'orologio che ho al polso: è ora di pranzo. Inizio a dirigermi verso il parcheggio dove ho lasciato la moto, quando il mio telefono inizia a squillare. Una ragazza, passandomi accanto, mi osserva come se avesse visto un animale raro.

«Che c'è, non avevi mai sentito il classico drin drin? Tch...» le dico, irritato dal suo atteggiamento. Lei, quasi offesa, guarda dritto davanti a sé proseguendo per la sua strada. Faccio scorrere il pollice sul display, portando il cellulare all'orecchio.

«Pronto?»

«Levi...» una voce sconosciuta e sofferente pronuncia il mio nome. Sono perplesso, credevo fosse Hanji, così ricontrollo lo schermo.

«Hanji..?» chiedo incerto.

«Sì Levi, sono io...» mormora lei all'altro capo «Sto tanto maleeeee..!» piagnucola con un tono che decisamente non è da lei, ed inizio seriamente a preoccuparmi.

«Calmati, cosa succede?» le dico con voce ferma, bloccandomi sul marciapiede.

«Ho mal di denti, la faccia è gonfia come una palla da basket...» biascica con una certa fatica «Ho chiamato lo studio dentistico per un appuntamento, in questo momento mi stanno aspettando ma non riesco nemmeno a guidare... Potresti accompagnarmi tu?»

Sospiro, sfregandomi frustrato la tempia.

«Sei vestita?» la sento emettere un rantolo strozzato «Lo prendo come un sì. Copri bene il viso con una sciarpa e fatti trovare giù al palazzo, un minuto e sono da te.»

Chiudo così la conversazione, raggiungendo la moto e chinandomi per rimuovere il catenaccio, col borsone della palestra ancora in spalla. Indosso il casco e salgo in sella, inserisco la marcia e parto a tutta velocità verso la casa di quella che, ormai, posso definire la mia unica amica.

Continuer la Lecture

Vous Aimerez Aussi

1K 100 17
Avete bisogno di una cover o di qualche immagine AI per le vostre storie?? Qui le troverete🎨
21.9K 1.3K 14
Non riesco a scrivere una storia sulla kirideku, quindi finché non mi viene ispirazione, leggete questa D:
76.8K 6.7K 36
Yoongi è un AD presuntuoso e arrogante, abituato a comandare tutti. Taehyung viene assunto come suo assistente, ma non sembra essere disposto a farsi...
34.3K 1.9K 26
Izuku e katsuki, futuri re e futuri sposi. Il loro matrimonio sarà solo un'accordo per garantire la pace ai due regni Sealtea e Rusol o si trasformer...