Recensioni Brillanti

By GemmeDaScoprire

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'Il tempo per capire' di Liviasnow

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By GemmeDaScoprire

Titolo: Il tempo per capire

Autore: Liviasnow

Genere: Storie d'Amore

Sottogenere: New adult/angst, Psicologico 

Trama:

Diana, giovane ragazza sbadata e sopra le righe, che ha l'abitudine fin da piccola di interagire con una voce nella sua testa, soprannominata Miss Vocina, si imbatte a causa di un incidente in bicicletta nei due abitanti di una villa isolata di fronte al mare. Lì conosce Giulio, che si presenta come guardiano della villa e Alex, giovane bellissimo, ma molto silenzioso, che la soccorrono e le fasciano la gamba ferita. Da quel momento, come un magnete a poli invertiti, Alex e Diana cominceranno a girarsi intorno, tentando, per lo più, di respingere quell'attrazione innegabile che provano l'uno per l'altra. E tra amiche invadenti e folli, siparietti divertenti e momenti più tragici, legati a doppio filo al mistero che avvolge la figura di Alex e le sue compulsioni, assistiamo appassionati alla danza, a volte ironica, a volte drammatica, che i due ragazzi si trovano, volenti o nolenti, a ballare.

1. Correttezza grammaticale: 

- Punteggiatura. - A volte mancano delle virgole essenziali, come quelle nei seguenti esempi:

'Oh, mio Dio' mormora Miss atterrita. → mormora Miss, atterrita.

Togliendo il fatto che la odio a morte mi sa che negli ultimi tempi ha spesso ragione → Togliendo il fatto che la odio a morte, mi sa che negli ultimi tempi ha spesso ragione

Ha dedicato tutta la sua vita a me e io? → Ha dedicato tutta la sua vita a me, e io? A volte dopo la e serve la virgola, e questo accade quando il soggetto cambia o se abbiamo un'altra e o una virgola prima che cambiano di significato a quella dopo. Quindi per rinforzarla va la virgola.

[...]» mormora poi mi lancia un mezzo sorriso → mormora, poi mi lancia un mezzo sorriso (casi come quest'ultimo si verificano più spesso, specialmente negli ultimi capitoli).

- Talvolta sarebbe meglio mettere degli incisi per non appesantire troppo le frasi che altrimenti andrebbero lette tutte d'un fiato. Qualche esempio:

Scaccio Miss Vocina con un grugnito e mi accorgo che seguendo i movimenti del ragazzo ho dimenticato di respirare. → l'inciso starebbe molto bene in "seguendo i movimenti del ragazzo"

- Verbi. La storia viene raccontata al presente e siamo del tutto certe che non ci sia scelta migliore. I pensieri dei protagonisti quando narrano sono strettamente immediati, arrivano quasi come una boccata d'aria fresca a portare piacere al nostro animo accaldato (come a volte accade anche il contrario), portandoci a percepire chiaramente e quanto più vicino possibile tutto ciò che provano i protagonisti, quindi ripetiamo, secondo noi il presente è perfetto.

Per "dai" (voce del verbo dare, presente indicativo, seconda persona singolare) non è obbligatorio l'accento sulla "a" perché è difficile confonderlo con la preposizione articolata. Tuttavia si può anche mettere, quindi non lo calcoliamo come errore ma come un suggerimento da parte nostra, dato che è improbabile trovare un "dài" su un romanzo.

A volte (molto raramente) ci sono errori di coniugazione dovuti alla distrazione, come nei seguenti esempi:

Sono sicura che non sia pronto → il congiuntivo esprime un'ipotesi, mentre lei qui è sicura, quindi va l'indicativo.

- Altro. Di altro c'è poco, solo alcune cose e piccoli refusi sparsi qua e là, ma la storia è lunga quindi risultano molto dispersi.

Quando Miss Vocina parla, per distinguerla dalla narrazione abbiamo delle virgolette che esprimono il suo pensiero. Tuttavia queste virgolette sono rappresentate da due apostrofi ('). Gli apostrofi non hanno la funzione di virgolette e non possono "prenderla in prestito" perciò sarebbe molto meglio utilizzare i doppi apici → " ''

Es: 'Ragazza fortunata' se la ride Miss -> "Ragazza fortunata" se la ride Miss

Questo vale per ogni volta che servono le virgolette.

- Ti facciamo notare alcune frasi che forse potrebbero essere migliorate un po' e/o rese un tantino più scorrevoli:

Ho preferito chiamare mio zio, che se la vedesse lui, non sono cose per me queste e il fatto che non fosse la prima volta che la guardavo non significa nulla. -> questa è una frase di Alex, quindi siamo perfettamente d'accordo se è così per una scelta stilistica. Tuttavia era stata un po' "lenta" da leggere, quindi per sicurezza l'abbiamo riportata in caso non sia così di proposito.

Sposto l'apparecchio a lato del tavolo → al lato

coi miei amici → Solitamente, per quanto riguarda il "con" nello scritto sono preferibili le forme analitiche (con i), ma non è del tutto errore poiché è solo una preferenza.

Io-non-voglio- farlo.

Io-non-posso-farlo. → il primo "farlo" è staccato dal trattino.

mi prende al braccio → il braccio o per il braccio. Espressioni di questo genere si ripetono più spesso come "nasconde il viso contro al(il) cuscino" e "mi passa un braccio alle(sulle) spalle".

[...]come ieri. E ieri l'altro. → E l'altro ieri.

Alcune volte (ma raramente) ci sono errori con il genere o il numero degli aggettivi in corrispondenza ai loro nomi. Per esempio:

Alcune persone hanno la fortuna di nascere dotati → dotate

[...] a qualcosa che non comprendo se non in minima parte, che non conosco e col quale non ho mai avuto a che fare → con la quale, dato che si riferisce a "qualcosa".

Ogni eco del passato, io mi obbligo ad affrontarlo. → affrontarla (l'eco è femminile)  

2. Narrazione:

- Terminologia. La terminologia è perfetta. Diana parla in un modo tutto suo e a volte tira in ballo termini dialettali o bambineschi che ci fanno ridere. È anche da qui che deriva il potere di alleggerire, anche solo un po', qualsiasi situazione che avrebbe reso altrimenti pesanti alcune fasi del racconto. Tutto ciò è servito a rendere la storia più verosimile che mai, con parole, frasi, vezzeggiativi, dispregiativi e chi più ne ha più ne metta. Proprio come nella nostra vita quotidiana, Diana, cerca di colloquiare in modo diretto, a volte un po' impacciato o imbarazzato, a tratti colmo di amore, desiderio e sofferenza. Grazie a questa modalità di scrittura siamo state in grado di percepire lei, così come Alex e tutti gli altri, molto più vicini ai nostri cuori.

Le parole che inventa, o anche le parolacce, poi, non suonano mai rispettivamente insensate o volgari dalla sua bocca (o mente). Semplicemente, lei ragiona secondo la sua logica o il momento in cui è protagonista, senza mai risultare fuori dalle righe o rasente la banalità, e questo va in completa sincronia con la terminologia da lei usata.

Per quanto riguarda il modo di parlare dei due protagonisti, abbiamo visto che con l'alternanza dei pov cambiano anche i termini che usano. Ad esempio, vediamo Alex utilizzare spesso il termine "scomparire", cosa che non tutti dicono, mentre Diana, per l'appunto, dice "sparire" quando le serve. Questo è solo un esempio, i due protagonisti fanno uso di due diversi vocabolari distinti che li contraddistinguono l'uno dall'altra, anche il modo di Diana, di articolare le parole straniere si differenzia da quello altolocato, fine e formale di Alex, facendoci capire anche che dietro il muro che ha eretto per proteggersi c'è un ragazzo intelligente e dal perfetto galateo. Questo contribuisce in maniera totale a dare a tutti i personaggi una propria forma e una propria vita.

- Descrizioni. È semplicemente affascinante il modo in cui vengono descritti i pensieri che portano Alex a fare ciò che fa, a vivere come vive e ad agire in determinati modi. Non è banale, inverosimile o esagerato; sono descrizioni realistiche che ci rapiscono portandoci nel vivo delle vicissitudini. Ci sono capitoli di Alex che ci hanno letteralmente rapite con le sue parti introspettive. Sembra di essere davvero nella testa di una persona vera, e per questo non possiamo che farti i nostri complimenti. Diana, Alex e tutto il resto della combriccola viene descritto in modo esaustivo, tutti hanno un qualcosa di speciale che li rende particolari, vivi e così vicini a noi, tanto dall'essere umani anche fuori dalle righe.

Le descrizioni ambientali sono un po' più limitate ma, per come è impostata la storia, crediamo che aggiungerne delle altre sarebbe stato superfluo in quanto, in un romanzo psicologico come questo, la cosa fondamentale è la descrizione degli stati d'animo. Tutto il resto è solo uno sfondo che passa in secondo piano. Se ce ne fossero state di più complesse, siamo sicure che la storia sarebbe risultata molto appesantita, mente in questo modo si dà maggiore spazio e importanza ai tratti psicologici che sono il punto focale di ogni situazione. Diana vive la sua storia in luoghi comuni come la strada, la gelateria e il suo monolocale, del quale abbiamo una bella descrizione approfondita quando necessario e non prima. Vorremmo sottolinearlo perché è importante. Insomma, perché Diana avrebbe dovuto descrivere il posto in cui vive se non quando necessario? È come se noi entrassimo nella nostra stanza un giorno come un altro e ci mettessimo a descriverla nella nostra mente. Non avrebbe senso, no? Alla fine ci viviamo tutti i giorni, sappiamo benissimo come è fatta ma purtroppo il lettore non lo sa, perciò specificarlo in quel modo, come è stato fatto all'inizio, magari inserendo il fatto che Diana per esempio inciampa nel tappeto o che deve ripescare un infradito rosa sotto un letto pieno di polvere già ci fa capire come è disposta la camera e cosa contiene e anche le abitudini e il poco tempo organizzativo della protagonista.

Ecco, le descrizioni in questa storia sono precise e mai forzate, veritiere. Diana descrive solo ciò che attira la sua attenzione ed è così che è giusto.

- Dialoghi. A volte abbiamo trovato uno spazio prima della chiusura delle virgolette, specialmente nei primi capitoli.

Es: brutta abrasione, sì, bruttissima, guardi, guardi! » -> dopo il "!" finale, c'è uno spazio che non ci dovrebbe essere.

«Ci manca solo questo... » sussurro schifata. -> stessa cosa tra i puntini e il ».

A parte il problema dello spazio prima delle virgolette, grammaticalmente parlando abbiamo trovato un altro, insignificante problemino. Raramente abbiamo trovato situazioni in cui il dialogo era diviso in due parti da un verbo dichiarativo, e questo verbo non aveva il punto o la virgola che lo separava dalla seconda parte:

«Questo è il mio regno» mi spiega «amo cucinare. -> dopo quel "spiega" andrebbe un punto (e successiva lettera grande su "amo") o una virgola che lo separa dalla frase dopo. Con la virgola si tiene la minuscola, anche se secondo noi qui va un punto poiché "questo è il mio regno" può essere separato senza troppi fastidi da "amo cucinare". Ma va bene in entrambi i modi. Ogni caso, poi, è a sé, sta a te decidere.

Ti facciamo altri esempi per inquadrare bene la situazione:

non sono affari che mi riguardano» gli dico duramente(virgola) «ma Giulio ha ragione.

«Non ho chiesto soldi, per tua informazione! » inveisco offesissima «e mi chiamo Diana. [...] → anche qui, c'è uno spazio in più dopo il punto esclamativo. La virgola qui va dopo "offesissima".

Okay, finita la parte tecnica, passiamo a quella stilistica. I dialoghi tengono perfettamente fede alle persone che li pronunciano. Sono così essenziali, veri e sensati che potrebbero fare invidia a un copione di teatro. Solo Daniele ci è parso leggermente vuoto, ma abbiamo capito a lungo andare che lui è così noioso perché è la natura che l'autrice gli ha donato (o che Diana vede in lui). Insomma, ci è nato e non è così per errore. Giustifichiamo questo punto poiché abbiamo constatato che Daniele è il giusto espediente che serve a Diana per capire i suoi veri sentimenti, perciò a lui è data una parte specifica e poi viene accantonato per passare in secondo piano; da fidanzato diventa soltanto "un normale conoscente", anzi "un puntino", anche se è citato più volte e appare di tanto in tanto. Siamo d'accordo con Miss Vocina, Daniele è bello, intelligente, studioso, tutto quello che una normale ragazza vorrebbe per un futuro, sì, per un futuro noioso passato sul divano a sentire parlare lui dei suoi grandi pregi scolastici.

Miss Vocina è un elemento assolutamente essenziale invece, abbiamo amato la sua spontaneità, la sua schiettezza e il dire sempre ciò che era giusto dire. La vera ragione mentale, in questo caso, era Miss Vocina e Diana era la sua controparte, ovvero, il cuore. Ragione e sentimento messe alla prova davanti a un qualcosa di più grande di loro e dialogamente parlando i loro battibecchi sono stati apprezzati tantissimo.

Ci sono scambi di battute che ci hanno fatto sognare, come quelli che avvengono tra Diana e Alex nei loro momenti più intimi. Alex fatica a parlare con chiunque e con lei non è diverso. Non pronuncia mai certe cose, molte le tiene per sé e si comporta in modo del tutto naturale (naturale inteso per la sua storia e il suo modo di essere). Alex non abbandona mai il suo personaggio, e tantomeno lo fa nei dialoghi. È davvero, davvero tenero, e il fatto che non se ne renda nemmeno conto non fa che aumentare tutto ciò!

- Ritmo della narrazione. Solitamente non ci fanno impazzire i cambi di punto di vista, tuttavia qui sono talmente interessanti entrambi (ognuno a suo modo) che non c'è preferenza per l'uno e per l'altro. Di solito quando c'è una variazione di pov qualcosa va sempre storto: quel pensiero di troppo, quella frase o anche solo una piccolissima osservazione che si crede insignificante possono rovinare l'idea intera che ci siamo fatti di un personaggio vedendolo dall'esterno. Eppure qui non succede, mai, mai e mai. Prima di questo credevamo che fosse quasi impossibile evitare tutto ciò, eppure tu, Liviasnow, ci hai dimostrato il contrario. Alex tiene sempre fede a se stesso, così come lo fa Diana, sia che li vediamo dall'esterno che dall'interno della loro mente. I pov di entrambi in questo caso sembrano quasi essere necessari e andando avanti nella storia non vedevamo l'ora di poter capire i pensieri di tutti i personaggi. Ognuno di loro ha qualcosa da raccontare e lo fa coinvolgendoci al massimo, non c'è dispiacere quando si cambia uno o l'altro.

Il ritmo della narrazione sembra essere perfetto così com'è, non c'è troppo o poco distacco nei tempi, il testo scorre con leggerezza e i capitoli volano in un baleno, grazie anche all'equilibrio dei fatti, dei tempi e della narrazione.

3. Analisi completa delle tematiche:

Questa storia parla di amore, ovviamente, ma non solo. Parla della necessaria crescita personale che bisogna compiere prima di potersi concedere il lusso di amare: non si può pensare che l'amore possa risolvere i nostri problemi. L'amore è un'occasione che ci viene presentata, un premio per il quale lottare, e la lotta, spesso, riguarda prima di tutto noi stessi. Affronta altresì il tema della paura del diverso, di quelle voci di paese che spettegolano su cose che non conoscono e di quanto questo tipo di atteggiamento bigotto e superficiale possa compromettere la vita di qualcuno.

Ma le tematiche non si "limitano" solo a questo. Il tempo per capire tratta di argomenti molto delicati, lasciandoci assimilare la "tristezza" e la "pesantezza", usando la giusta dose di sarcasmo.

Il tempo per capire taglia come una lama affilata e fa sì che attraverso il sangue scorri via anche il dolore. In che senso? Questa storia, seppur all'esterno possa sembrare affronti come tema principale quello dell'amore, leggendo invece possiamo benissimo renderci conto che non è questa la vera tematica che vuole far comprendere. L'amore c'è, sì, e aiuta ad affrontare tante difficoltà, ad adattarsi a nuove situazioni, a sperimentare quelle piccole ma importanti cose che prima non si aveva avuto il coraggio di poter desiderare per il solo pensiero di non meritarle. La tematica più importante, qui, però, è la lotta contro se stessi, l'infliggere al proprio corpo continui segni, perché ogni taglio, ogni ferita aperta, dolorante e sanguinante rappresenta un ostacolo non superato, un rimprovero dalla persona alla quale si tiene di più, il non essere compresi e accettati dagli altri che solo al primo sguardo e senza sapere la realtà dei fatti impongono un'etichetta con su scritto disprezzo. Un taglio inciso più volte su un braccio ormai martoriato, perché alla fine le ferite sulla carne guariscono, sono quelle dentro il petto che non avranno mai la forza di cicatrizzarsi. Ogni volta che una nuova linea veniva tracciata, nella mente rimaneva impresso un ricordo, molte volte spiacevole. È questa la vera rappresentazione di questo libro, come attraverso lacerazioni si possa sopportare tutto il male, come attraverso il dolore provocato dalle nostre stesse mani si possa offuscare quel pesante riverbero di tremende voci che affollano la mente di pensieri negativi e di immagini a cui un bambino non dovrebbe assistere. E arrivati a questo punto si passa a un altro tema molto delicato, cioè i problemi psicologici e lo stress post traumatico scaturito dalla violenza nell'ambito familiare. Quel bene che ti ha messo al mondo e poi ha distrutto il significato della parola "famiglia", quella persona così importante divenuta un mostro che ha messo fine sia fisicamente che mentalmente a ogni possibilità di un normale futuro spensierato. Strazianti tematiche sono trattate in questa storia, ognuna di esse argomentate e analizzate con la massima cura e attenzione. A tutto è dato spessore e soprattutto comprensione, e nulla viene messo da parte.

4. Originalità:

- Impatto iniziale. La copertina ha un'aria molto triste e rispecchia ciò che è presente all'interno della storia. Non invita tantissimo a leggere proprio per questo: la gente da lì non può sapere quanto ci sia altrettanto da ridere né da sognare in questa storia. Sembra una drammatica come un'altra mentre in realtà assolutamente non lo è! Questa storia è completamente diversa da qualsiasi altra. La sinossi invece rispecchia appieno la storia, specie perché inizia raccontando di Miss Vocina (particolarità davvero originale). Da subito veniamo catturate da questo vortice di adrenalina crescente che accompagna Diana sin dalle prime righe. Lei dona l'euforia che serve per regalare energia ad ogni nuovo rigo, ci fa sorridere mentre discute animatamente con la sua vicina e ci fa sbellicare quando manda al diavolo il vicino. Non si definisce bella, anche se le persone che ha intorno glielo fanno notare più volte, e dopo una notte di sbronza si definisce sbadata, impresentabile e litiga tutto il tempo con Miss. Abbiamo un primo impatto che dona allegria e strappa mille risate per poi cadere "letteralmente" in una situazione tragi-comica che la porterà dove non avrebbe mai immaginato.

In sostanza, la presentazione esteriore potrebbe essere fatta leggermente meglio, anche se non abbiamo veramente idea su cosa consigliare come copertina, dal momento che la storia è così fuori dal comune che non sapremmo proprio come sarebbe perfetta.

- Originalità della storia nel complesso. L'originalità della storia è sicuramente uno dei punti migliori. A primo impatto potrebbe sembrare una storia trita e ritrita: lei allegra e lui problematico, lei lo aiuterà e tutto si risolverà per il meglio... STOP! Assolutamente no! Il tempo per capire non è affatto così. Lo dice e lo afferma anche il titolo stesso, se avete pensato questo all'inizio, allora prendetevi il vostro tempo per capire, perché questa storia non va solamente letta, ma va compresa oltre ogni primo impatto, presentando attenzione anche a quello che viene sottinteso tra le righe. Tutto, a partire dal carattere della protagonista, dalle sue amiche e la sua vita, fino ad arrivare ai problemi di Alex, a Giulio, e a ciò che li ha portati a fare questa vita, tutto è analizzato con scrupolosità meticolosa, così tanto che ha reso qualsiasi cosa originale, estirpando pezzettino per pezzettino il rischio di cadere nel banale.

- Originalità del titolo. Titolo carino, abbastanza singolare che, tuttavia, non rimane impresso nella mente del lettore. Abbiamo visto con piacere ciò che lo collega alla trama, più avanti, solo che ci ha lasciate leggermente insoddisfatte come titolo. Ora quando lo leggiamo ci viene comunque da sognare per tutta la storia al suo interno, ma la nostra prima impressione è stata quella. Più volte viene ribadito durante la narrazione, anche attraverso le parole dei personaggi (Giulio afferma che ci vuole il tempo per capire ogni cosa, per comprendere e analizzare e che Alex ha bisogno di quel tempo per sgusciare via dalle sue paure e dalle sue più grandi incertezze che risiedono dentro un incubo che si trascina dietro da anni).

5. Analisi delle falle:

- Contraddizioni. Non è una vera e propria contraddizione di trama, ma te la facciamo comunque presente:

"ho raccolto i capelli in una semplice coda alta sulla nuca" → la coda non può essere alta poiché la nuca è la parte bassa posteriore del collo.

- Pezzi mancanti. In realtà non è proprio un pezzo mancante, ma mentre si legge fa sentire la mancanza di qualcosa. Quando Diana, verso gli ultimi capitoli, va nel garage in cui Alex sta cercando la vite tra le fughe nelle piastrelle, abbiamo un pezzo di lunga descrizione che interrompe la narrazione, frettolosa in quel momento. Parla prolungatamente dell'ordine meticoloso in cui sono posizionati i pezzi sopra al tavolo, in cui lei nota la mancanza di quella vite. Il paragrafo è lunghetto e personalmente ci siamo ritrovate a desiderare di saltarlo proprio perché stavamo morendo dalla voglia di andare avanti in quel momento e lo stop della narrazione è stato un po' troppo brusco.

- Altro. Uno degli accenni che Diana fa del padre, avviene in una frase piuttosto lunga in cui lei compara Giulio a suo padre. Prima dice che Giulio le dà un senso di protezione come il padre, e poi si dilunga per un attimo a informarci della situazione in cui quest'ultimo vive. Solo che in quel momento questo pensiero c'entra poco e niente e sappiamo che Diana lascia un po' viaggiare i pensieri, solo che qui ci siamo sentite appena un po' tirate fuori scena e gettate in un'altra, per poi tornare bruscamente a quella iniziale, subito dopo, ma comunque niente di grave.

6. Caratterizzazione dei personaggi:

I personaggi sono caratterizzati fantasticamente, dal primo all'ultimo, ognuno di loro ha il suo importante margine di spessore, ognuno di loro possiede vitalità, passione, entusiasmo, e una forte consapevolezza dei propri errori, sbagli, possibilità mancate e non ancora intraprese.

A partire dalla protagonista, che ci fa provare un senso di appartenenza alla storia già dal primo momento. Ci siamo sentite a casa, proprio perché siamo state in grado di conoscere Diana così bene e così a fondo. Infatti, il suo carattere e il suo modo di raccontare (per non parlare di Miss Vocina!) fanno sì che il lettore si immerga e si senta a suo agio in qualsiasi situazione. Abbiamo fatto nostra ogni scena, ogni sentimento, anche il più piccolo e rilevante dettaglio.

Ma l'autrice non si limita solo a questo, no. Oltre ai protagonisti, ogni personaggio ha un proprio carattere singolare e deciso, che non tradisce mai e poi mai i propri ideali, e questo ci fa sentire come se stessimo all'interno di una storia vera: le immagini ci girano attorno mentre la lettura diventa solo un ricordo, risucchiandoci nel loro mondo e facendoci provare sensazioni vere e quasi tangibili.

Di solito non lo facciamo, ma qui vorremmo citare uno dei pezzi che più ci hanno colpite riguardo l'introspezione di Alex:

Io, che non sono mai adeguato.

Io, che non riesco mai a tenere a freno la mia mente malata.

Io, che cerco il dolore per sopravvivere, ora ho paura di farmi male. Di farle male.

Ferirmi per sentirmi.

Ferirmi per respirare.

Ferirmi per sopravvivere.

Questo pezzo è stato in grado di scavarci dentro sebbene contenga poche frasi. È la dimostrazione lampante che si può intuire molto di un personaggio dai suoi desideri e pensieri anche senza che l'autore li descriva esplicitamente!

7. Coinvolgimento emotivo:

Questa storia ci ha letteralmente, emotivamente spiazzate. Ha preso i nostri sentimenti nati nei confronti dei protagonisti e li ha spappolati per benino, per poi darci modo, lentamente e con un'ansia pazzesca di rimettere insieme, poco per volta, capitolo per capitolo, quello che restava del nostro povero cuore sgretolato dalla bellezza disarmante di tale emotività, e ricostruirlo pezzo dopo pezzo. Il coinvolgimento emotivo è molto elevato e si alterna in maniera differente tra il Pov di Diana e quello di Alex. Diana ci coinvolge con la sua ilarità, il suo sarcasmo e i suoi scambi di battute con Miss Vocina. È un personaggio originale e, di conseguenza, ci mantiene incollati alle sue vicende, quando più (nei momenti passati con Alex, o a riflettere sulla sua faccenda) e quando meno (nelle uscite con le amiche o con quel Dani sul quale siamo d'accordo con Miss ). Diana è pura adrenalina, forte, determinata e con quella nota di personalità irriverente che conquista. Non segue ciò che le dicono gli altri e cammina dritta secondo ciò che le dice il cuore, mettendo da parte amicizie che le oppongono l'amore che desidera e anche quella sottile e arguta vocina che le infesta la mente. Diana non è pazza, Diana è ben altro: lei è il coraggio di lottare per conquistare anche l'impossibile, senza schemi, senza regole, senza preoccuparsi di come sarà il suo futuro. I capitoli di Alex, invece, sono l'opposto, con la sua personalità distaccata e introversa cerca di celare la sua vera indole per tenere alla larga le persone a cui tiene di più per paura di ferirle o deluderle. Lui sa di provare qualcosa per Diana, ma gli ci vuole un po' per ammetterlo a se stesso, proprio perché, al contrario di lei, Alex si preoccupa di non poterle dare quello che davvero merita. In ogni pov che lo vede protagonista, s'innalza l'attenzione, poiché scopriamo sempre più un pezzetto della sua anima nera che tanto nera, in fondo in fondo, non è. È maledettamente interessante il modo in cui sei entrata nella sua mente, rendendo le situazioni reali e i suoi pensieri così sconnessi ma contemporaneamente così logici. Ogni taglio, ogni ferita inferta ha fatto sanguinare di dolore la nostra povera anima in pena. Più volte abbiamo sentito la rabbia per il bisogno di catturare la mano di Alex e trattenerla nella nostra per evitare che si facesse del male e tante altre volte abbiamo immaginato di poter lanciare in fondo al mare il suo coltello a serramanico per non doverlo mai più vedere mentre si ferisce. Grazie a tutto questo abbiamo percepito "Ogni. Singola. Cosa". Ti facciamo i nostri complimenti! Il coinvolgimento, con Alex, arriva a picchi stellari, specialmente nel capitolo 13, "Per ricordare chi sono", nel quale troviamo uno dei suoi momenti, probabilmente, peggiori, che ci ha fatto sospirare per tutto il tempo.

8. Breve recensione della copertina:

- Quanto attira a prima vista. La scritta a caratteri molto grandi non può che giovare al colpo d'occhio, tuttavia la copertina appare leggermente spoglia di elementi, e come abbiamo già detto secondo noi non rispecchia completamente il genere della storia, facendola apparire leggermente pesante quando in realtà non lo è, nonostante i temi trattati. Forse il colore contribuisce a smorzare un po' questa sensazione, ma le dona pesantezza. Di questo parleremo nella prossima sezione.

- Sintonia degli elementi. Titolo e sottotitolo sono molto ben piazzato così, ma sarebbe meglio un font diverso per il nome autore, in modo da far apparire la copertina leggermente più professionale. Per quanto riguarda i colori, a primo impatto ci sono apparsi un po' pesanti in quanto rendono tutto monocromatico e innaturale. Se il tentativo era di smorzare l'aria di cupezza che emanava possiamo dire che è stato valido ma non perfetto.

Recensione a cura di:

con la partecipazione di

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