Amore tatuato sulla pelle

By toccandolestelle

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COMPLETA. Jake è un tatuatore. Un ragazzo dalla mole imponente, dagli occhi profondi, dallo sguardo gelido, s... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
TRAILER
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Epilogo
VI SPIEGO TUTTO + NUOVA STORIA
Grazie...

Capitolo 45

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By toccandolestelle

JAKE

Essendo domenica la clientela diminuisce drasticamente e spesso ci ritroviamo con le mani in mano. L'atmosfera diventa fin troppo pesante quando devi condividere la stessa piccola stanza con l'unica persona che non ti vuole vicino. Sto parlando palesemente di Jennifer e mi si stringe qualcosa dentro il petto vedendola chiaramente non a suo agio nel silenzio del salotto con lei che cerca di tenersi occupata dietro la scrivania e io che provo a parlare di cazzate con mio fratello sui divanetti, per evitare che noti la tensione che c'è tra noi due, ma credo sia inevitabile. Non ho mai sperato così tanto in vita mia che arrivasse una qualsiasi persona a farsi un tatuaggio in modo tale da scomparire nel mio studio. Mi fa tremendamente male vederla lì, piccola, seduta sul suo sgabello che fa su e giù con una gamba magra e corta, mentre rigira tra le mani la penna, alternando lo sguardo tra il foglio e noi due seduti. È il momento più imbarazzante della mia vita perché non posso fare o dire nulla, per non parlare di provare a risistemare le cose. Non ha intenzione di parlarmi e non ne capisco il motivo, dato che comunque abbiamo affrontato ben di peggio. Avercela lì davanti, così in agitazione, mi fa venire una voglia tremenda di alzarmi, andare da lei e prenderla in braccio e baciarla prima ancora che se ne accorga. Devo frenare i miei pensieri, lo so, ma non ce la faccio a mantenere le distanze in questo modo, non dopo tutto quello che abbiamo fatto insieme. Muoio dal desiderio di toccare di nuovo la sua pelle morbida, di sentire la sua delicata voce, di ricevere le battutine maliziose, di poter baciare le labbra rosee che prendono diverse pieghe mentre pensa o scrive. Direi quasi di essere geloso della penna che tiene in mano, dal momento che vorrei quelle braccia strette in un abbraccio o le sue dita che percorrono i tatuaggi sul mio corpo. È difficile, questa situazione è maledettamente snervante.
Tento di guardarmi attorno, osservando tutto tranne che lei, ma non è così facile... tutt'altro. Sbuffo, spettino i capelli, leggo qualche rivista. Faccio di tutto per far passare il tempo, far scoccare le ore una dopo l'altra.
Percepisco che anche per lei è ingestibile e verso l'una si alza, dandomi la vista della sua schiena e del suo sedere mentre è di spalle che prende la sua felpetta leggera. Seguo i suoi movimenti, le sue ciocche bionde che si muovono lentamene e che lei si appresta a mettere continuamente dietro le orecchie. Appena si volta abbasso lo sguardo e fischietto ogni tanto, rigiro i pollici tra di loro aspettando che se ne esca.
«Io... io vado a comprarmi qualcosa da mangiare al take away indiano. Volete qualcosa?»
Noto il suo tono agitato, i suoi occhi che persistono a guardare mio fratello per evitare il mio sguardo che si fa insistente su di lei.
Prende una sigaretta dal suo pacchetto e so che fuma o quando non sa cosa fare, quando è irritata oppure nei momenti come questi in cui non riesce a placare gli animi.
Odio vederla fumare, odio proprio vederla in questo stato. Non capisce quanto si stia facendo male comportandosi così, ma mi fa capire che non posso avere voce in questo capitolo nella nostra relazione... sempre se esista ancora.
Si, è vero, ho rivelato di amarla nell'esatto istante in cui avevo paura di perderla. Avrei preferito dirglielo in un'occasione più appropriata, in una giornata solo nostra. Però non avevo altre chance e quella era l'unica via per farle capire quanto fosse importante per me. Non ha reagito come credevo, ma d'altronde in fondo in fondo lo sapevo che era troppo facile, che è imprevedibile come me.
È sorprendente quanto ci assomigliamo.
«Io pollo al curry, grazie mushroom»
Le sorride e vorrei tanto essere al suo posto.
Mi guarda appena e scorgo nei suoi occhi una luce di tristezza, forse tenerezza. Sembra che neanche lei voglia questo.
«Niente grazie» Rispondo, impegnato a prendere una nuova posizione sui divanetti.
«Okay...» Quasi lo sussurra.
Sto per chiederle se vuole un passaggio, ma ci ripenso. Sta cercando di rallentare di nuovo tutto, come se volesse ricominciare da capo. Da quanto ho capito vuole del tempo per pensare e per me va più che bene, basta che non si allontani troppo al punto che non esista più un 'noi'.
Non appena la porta si chiude alle sue spalle, sospiro, nascondendo il viso tra le mani, i gomiti posati sulle ginocchia.

«D'accordo... -Luke si alza, sbattendo le mani sulle gambe- ... che cazzo sta succedendo?»
Sempre molto diretto.
«Non ho voglia di parlarne» Incrocio le braccia al petto, gonfinandomi per poi rilasciare il tutto lentamente.
Respiro profondamente, evitando il suo sguardo indagatore.
Era chiaro che non passassimo inosservati, soprattutto lavorando negli stessi metri quadrati.
«Tu pensi davvero che resti a guardarvi in questo stato? Non ci vuole un genio per capirlo, Jake. Che sta succedendo?» Mi ripete.
Sembra sia un fratello maggiore che rimprovera quello più piccolo. Tra noi spesso funziona così: uno assume un ruolo e ci si dimentica che in realtà siamo nati lo stesso anno, lo stesso mese, lo stesso giorno e anche quasi nello stesso momento. Io dopo, quindi sarei il più 'vecchio'.
Perciò è quasi buffa la dinamica, ma di certo questo aggettivo non calza per niente a pennello se ci si riferisce all'argomento in questione.
«Semplicemente... quello che vedi» Dico con sufficienza, avendo già la nausea. Più ci penso e più ne parlo, più concretizzo la cosa e mi viene male. Sembra strano detto da uno che ha sempre portato a letto donne diverse comportandosi come un liceale con gli ormoni impazziti. Mi viene da vomitare al ricordo di come mi comportavo, valutando che in realtà avevo proprio sotto il naso la ragazza che mi avrebbe tenuto testa, che avrebbe soddisfatto i piaceri di entrambi, che mi avrebbe trasportato con sé in una terra sconosciuta e ancora inesplorata sia per me che per lei. Me ne sono reso conto in ritardo, ma non ero il solo a non essermene accorto perché inevitabilmente il nostro rapporto si basava su frecciatine, battutine squallide e ogni tanto qualche flirt, ma tutto si fermava lì in superficie. Dopo ciò che Wade/ Rick le aveva fatto, ci siamo avvicinati più di quanto non credevo e neanche me ne sono reso conto. In più alla morte di mio padre lei mi è stata vicina e abbiamo plasmato una relazione così intensa che al contempo risulta autodistruttiva. Forse abbiamo corso troppo, ma se tornassi indietro farei esattamente le stesse identiche cose. Non cambierei nulla e non sono pentito... spero sia lo stesso per lei.
«Sai ti conviene parlarmi prima che arrivi, sennò metto di mezzo anche lei. Non le ho parlato perché sapevo benissimo che quando non dice niente è perché non vuole che gli altri sappiano. Sono tutto tranne che stupido»
Sembra davvero determinato a sapere e non posso comunque nasconderglielo in eterno. Non voglio nemmeno tiri Jennifer in ballo anche se sono sicuro che sia solo un modo per farmi parlare.
«Ci siamo un po' allontanati...» Lascio in sospeso la frase, non sapendo neanche io cosa dire.
«Okay, l'ho notato. Dimmi che non hai fatto una cazzata perché sennò ti prendo a pugni» Fa spallucce, il tono risoluto.
«Ehi calma, sono sempre tuo fratello» Cerco di sdrammatizzare, ma vedo che non è della stessa idea.
«Non me ne frega un accidenti se sei mio fratello o meno. Ti avevo avvertito di non ferirla e giuro che se l'hai fatto...» Cerca di dire, ma lo fermo subito.
Fin da quando ci siamo conosciuti come colleghi loro hanno stretto un rapporto molto intenso... fraterno, oserei dire. Luke ha sempre amato aiutare le persone in difficoltà e percepiva che Jennifer, fin dal primo momento, aveva bisogno di qualcuno e lui si sentiva in dovere di proteggerla. Non ho mai capito da cosa finché Jen non mi ha raccontato del suo passato. Luke non ne è mai venuto a conoscenza, ma è molto intuitivo e anche se non le ha mai chiesto niente, ha avuto questo istinto di starle accanto fin da subito. Io, d'altro canto, mi sono sempre comportato da stronzo finché di punto in bianco, un po' dal nulla, non ho aperto gli occhi davanti alla ragazza che ora desidero tanto ritorni da me. E, ammetto, che non ho mai desiderato qualcuno così ardentemente.
«Non le ho fatto nulla» Sputo, divenendo di nuovo serio.
«Ora va molto meglio... -sospira, passandosi una mano tra le punte che, come le mie, sono ritornate al colore naturale- ... se non sei stato tu... uhm, vuoi dire che è stata lei?» Domanda con tono incredulo.
«Non è stato nessuno, Luke!» Esplodo, alzandomi dal divano.
«Ah, quindi vuoi dirmi che vi siete stancati? Da quanto potevo vedere sembravate innamorati persi. Non mi avete fatto ancora venire il diabete, ma eravate carini e stavate bene insieme» Mi guarda, cercando in tutti i modi di capire il filo conduttore di tutto ciò.
«Perché cazzo parli al passato?» Gli ringhio.
«Se due si lasciano è perché non si amano più» Indaga, stringendo gli occhi.
«Dannazione, Luke! È esattamente questo il problema... non sa se mi ama, si è allontanata da me per capirlo» Quasi grido e non so se è rabbia o disperazione.
«Cristo, fratello, gliel'hai detto?»
La sua euforia va in netto contrasto con il mio temperamento momentaneo.
«Si, si gliel'ho detto!» Porto le mani alla testa.
«E... lei non ha fatto lo stesso» Completa la frase aggiungendo le parole che non volevo minimamente pronunciare. Fa già male di suo, complica soltanto di più le cose.
Annuisco, serrando la mascella. Non mi aspettavo magari mi dicesse di amarmi subito, ma di sicuro non prevedevo sarebbe finita in questo modo.
«È fatta così» Allarga le braccia.
Se ne esce con questa affermazione. Non ho la più pallida idea di che cosa significhi.
«Che vuoi dire con questo?» Lo osservo mentre abbassa lo sguardo per poi puntarlo alla porta.
«La conosco personalmente da più tempo di te, visto che tu eri più impegnato a giocarci insieme e a litigarci. Jennifer deve aver passato di tutto, tempo fa mi aveva accennato di non aver avuto mai realmente una famiglia, ma non si era preoccupata di dirmi altro proprio perché non voleva sapessi. Prova a metterti nei suoi panni: non ha mai ricevuto amore da nessuno se non da te e sappiamo tutti che se cadi in acqua ti fai trasportare dalla corrente»
«Non capisco nemmeno questo» Alludo alla sua ultima frase. Sono da una parte felice di essere l'unico a cui abbia rivelato il suo passato orribile, mi sento in qualche modo onorato, facendo parte di un qualcosa di nostro.
«Voglio dire... i tuoi sentimenti li hai espressi magari troppo presto e lei non era preparata a questo impatto»
Non ho intenzione di raccontargli del bacio che mi ha dato Alexa perché sono certo si fermerebbe solo in quel punto di tutto il racconto e mi prenderebbe sul serio a pugni. Non che abbai paura, ma non ho assolutamente voglia di subire un'altra predica per una cosa che neanche ho fatto io e nemmeno ritrovarmi Jennifer nel momento meno opportuno. Magari con un occhio nero.
«Comunque non ti scoraggiare. Jennifer non si permetterebbe mai di giocare con i tuoi sentimenti, ne sono più che sicuro e verrà da te non appena avrà sistemato le cose con se stessa» Si affretta ad aggiungere.
«Se lo dici tu...» Mi ficco le mani nelle tasche dei pantaloncini da basket e abbasso lo sguardo sui miei piedi.
Il campanello suona ed entrambi ci voltiamo nella sua direzione.
Lì, proprio a qualche metro da me, il suo corpo che sembra bramare il mio, sembra essere attratto e voglioso di carezze. Passo i miei occhi lungo la ragazza piccola ma tosta. Sento le mani formicolare come se non aspettassero altro che posarsi sui suoi fianchi e attirarla a me, alla mie labbra.
Ingoio un groppo di saliva e mi maledico per il mio scarso autocontrollo nei suoi confronti.
Mi attira tutto di lei, cazzo.
«Sta... sta succedendo qualcosa?»
L'ho sentita davvero poche volte balbettare incerta e senz'altro a causa di quello che sta succedendo tra noi. So perfettamente di complicarle la vita ad essere continuamente tra i suoi piedi, ma non posso fare altrimenti. Mi piacerebbe probabilmente accontentarla e andarmene per un po' in modo che possa riflettere, ma non sono neanche sicuro di essere in grado di lasciarla perché vorrei continuamente controllarla da lontano.
Posa i sacchetti sul bancone e nel mentre che si gira, chiudo la bocca per evitare di dirle quanto non vadano bene le cose, quanto sia tutto complicato.
«No, tutto bene. Grazie per il pollo» Le sorride mio fratello e lo ringrazio mentalmente per aver parlato al posto mio.
Incurvo le spalle, come se volessi chiudermi in me stesso.
Rovisto con entrambe le mani nelle tasche alla ricerca di qualche spicciolo per il distributore che abbiamo qua al salone.
Mi prendo una lattina di birra e silenzioso me ne vado nel mio studio. Sento di essere in grado di evitare i suoi occhi color ghiaccio, ma non sono capace di vederla sorridere in compagnia di un altro contro la sua volontà.

// spazio autrice //
Heii❤️
Come state?
Sapevate che sono in montagna e perciò non avrei avuto tempo ma mentre ero in macchina per andare a fare escursioni varie, sono riuscita a scrivere.
Vi ho mostrato come sta vivendo Jake la cosa e vi garantisco che le cose si aggiusteranno, ma in modo un po' diverso, grazie a vari avvenimenti😌 vedrete vedrete vi stupirò 😏
Comunque spero vi sia piaciuto😘
Passate a leggere "Spirito libero" di rosamarialosito

Un bacio da Jake assorto nei suoi pensieri💓

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