Recensioni Brillanti

By GemmeDaScoprire

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Salve a tutti voi! Vi diamo un caloroso benvenuto su questa raccolta di Recensioni Brillanti! In questo s... More

Recensioni Brillanti
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'Litlaus - Attenta a ciò che desideri vedere' di Saintjupiter

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By GemmeDaScoprire

Titolo: Litlaus - Attenta a ciò che desideri vedere

Autore: Saintjupiter

Genere: Mistero/Thriller

Sottogenere: Paranormale

Trama: La trama si snocciola lentamente sulla protagonista, partendo sì da una situazione più o meno stabile, ma gli avvenimenti a venire fanno pensare a un'entrata in scena quasi in medias res. Il tutto comincia in un modo quasi banale, ovvero il trasferimento in una nuova scuola lontana dalla famiglia, ma ciò che potrebbe esser preso per una trama banale leggendo solamente le prime righe, si rivela in realtà qualcosa di più complesso rispetto all'idea che si potrebbe avere senza aver letto la sinossi.

Lóreley è una medium, lo è sempre stata, ma rifiuta questa sua natura, per il timore dell'ignoto, della morte. È, infatti, capace di prevedere, di vivere la morte delle persone prossime al confine con l'aldilà.

Questo suo particolare potere, però, non le causa grandi problemi, almeno finché non vive la morte di Gaël, un ragazzo che frequenta la sua stessa università.

Lóreley sente la necessità di aiutarlo, spinta da una forza che non riesce a capire o che semplicemente non vuole capire.

Dopo pochi capitoli, le vicissitudini della ragazza iniziano a susseguirsi senza un attimo di tregua. Ma per non fare anticipazione indesiderate, non diremo altro della storia, perché vorremmo foste voi stessi a esplorarla.

1. Correttezza grammaticale:

- Punteggiatura. La punteggiatura in generale è pressoché perfetta, non ci sono refusi, né segni di punteggiatura scorretti al posto di altri.

Le virgole sono posizionate nel migliore dei modi, donando alla lettura un giusto ritmo e una una corretta tonalità che la fa risultare quasi musicale. Insomma, la lettura scorre molto fluida e piacevole proprio grazie a questi piccoli particolari.

L'unico dettaglio che ci sentiamo di farti notare è questo: nel prologo (e altri capitoli in cui compaiono le visioni) si può notare l'assenza di punti alla fine di alcune frasi, soprattutto quelli "pronunciati" durante lo stato di completa trance. Può darsi che questo "errore" sia voluto, creato appositamente per dare un senso di ansia, non ne possiamo avere la certezza assoluta, ma ciononostante questo risulta sgradevole perché appare più come dimenticanza vera e propria che non una scelta volontaria da parte tua. Sarebbe comunque meglio porli in modo da evitare possibili critiche prive di fondamenta.

Ci sono delle precisazioni che vanno fatte nella punteggiatura nei dialoghi, perché spesso tendo a non inserire la maiuscola all'inizio di alcuni discorsi. Questo accade quando esso è introdotto da un verbo che esprime la parola, seguito dai due punti. Così come quando il verbo è posto alla fine, anche qui la parola iniziale necessita della maiuscola, in quanto rimane tutto e per tutto un discorso diretto libero.

Ti consigliamo, inoltre, di non separare i sintagmi e di non abusare di punti e virgola e due punti, che vanno usati con parsimonia.

- Verbi. Non ci sono refusi tra i tempi verbali, nessun volo pindarico da un tempo all'altro, per fortuna. A volte però ci sono dei verbi un po' ambigui, cioè non si capisce bene se riferiti al presente oppure a qualcosa che si ripete da tempo. Non sappiamo se possano essere classificati come errori, perché molti sono forse considerabili come scelte stilistiche, anche se piuttosto discutibili. Non sono molti i casi simili, ma ti conviene, per ogni evenienza, rendere più chiara la cosa.

Devi stare attenta a quando usi il verbo imperativo in seconda persona, perché tendi a confonderlo con il presente della terza persona:

Fa: indicativo presente, terza persona singolare, senza apostrofo perché è il termine per intero, non c'è uno storpiamento della parola.

Fa': imperativo presente seconda persona singolare. Ci vuole l'apostrofo perché è l'abbreviazione di "fai".

- Altro. Stai attenta alle D eufoniche: esse vanno messe solo nel caso la parola che segue la preposizione inizi con la stessa lettera di quest'ultima.

- Infondo è voce del verbo infondere, mentre va usato "in fondo" se si vuol dare l'altro significato.

2. Narrazione:

- Terminologia. Il lessico utilizzato è molto ampio, di certo non manca di eleganza. La terminologia ha un suono quasi musicale e non è statica al significato denotativo, anzi, le parole vengono utilizzate nelle più svariate forme. Vi sono termini e frasi che vengono riproposti in diverse occasioni, ma è una caratteristica di quasi tutti gli autori. Non sono presenti ripetizioni, ulteriore prova di quanto detto prima.

C'è solo qualche sottigliezza da segnalare:

Il viavai di persone davanti ai suoi occhi scandito dal ticchettare di un grosso orologio a muro solo un passatempo: [..]

Pensiamo che qui manchi un verbo, perché la frase non sembra avere senso senza. Se la si voleva collegare con il verbo della frase precedente (visto che le due sono separate da un punto e virgola) la scelta è discutibile e un po' forzata, sarebbe meglio cambiare.

M'intimiva a parlare, a salvarlo, ma non lo feci. -> dopo i verbi di comandare come questo di solito ci va "di", visto che reggono la proposizione oggettiva.

"Manco" col significato di "neanche", o "nemmeno" è una forma utilizzata quasi esclusivamente nel parlato (soprattutto al sud), e nello scritto leggermente rozzo e gergale, pertanto ti suggeriamo di sostituirla con un termine più in linea con il lessico generale.

- Descrizioni. Le descrizioni sono davvero qualcosa di sublime, perché non spezzano minimamente la narrazione, anzi, la fanno risultare ancor più fluida, se possibile. Si può avere dettagli precisi e minuziosi su tutto l'ambiente che ci circonda, senza però togliere nulla alla fantasia del lettore.

Le descrizioni, come detto prima, sono parte stessa del racconto, non risultano minimamente pesanti, anzi. Creano un'atmosfera tetra e lugubre quando necessario. Viene creato il giusto equilibrio tra l'assenza completa di descrizioni nelle scene più colme di suspance, e nella narrazione normale. Questo tipo di stile non spezza il ritmo in sé, in quanto il lettore stesso si sente agitato nei momenti di maggior tensione, e se la lettura fosse appesantita, si perderebbe in poco tempo quella atmosfera cupa che era venuta a formarsi.

- Dialoghi. I dialoghi sono perfettamente integrati, e tranne per qualche refuso che ti abbiamo mostrato prima, non c'è altro problema.

Ogni discorso è sensato e ben pensato, non c'è il rischio di mettere troppo, ma nemmeno troppo poco. Non vengono date informazioni superflue che potrebbero appesantire la lettura, anzi, si legge tutto molto volentieri in poco tempo.

Dai dialoghi stessi si può capire la psicologia evoluta e spessa di ciascun personaggio, perché non sono solo le descrizioni a darci un'idea su di essi, ma anche il modo in cui parlano e si atteggiano con gli altri che ci fa capire di che pasta son fatti. Possiamo dirlo, si tratta soprattutto di Gaël, il misterioso (e adorato) personaggio maschile. Non sappiamo molto del suo carattere, ma grazie ai piccoli riscontri tra lui e Lòreley, possiamo capire il suo comportamento, o, almeno, parte di esso.

È da notare la sottile nota di sarcasmo e pungente ironia che caratterizza molti dialoghi, soprattutto i rapidi scambi di battute. Hanno un ruolo molto importante, anche se può non sembrare, perché aiutano il lettore a distendersi e immergersi meglio nella lettura. Sono dosati anche bene, quindi danno un respiro a chi legge rispetto a determinate situazioni pesanti da digerire (in senso buono) che si stanno affrontando in quel momento, senza però risultare fuori luogo.

Questo lungo discorso per dire che sono anche i dialoghi a fare i personaggi, discorsi che sono ben equilibrati nel testo e nella storia in generale.

- Ritmo della narrazione.

La narrazione, come già detto più volte anche qui sopra, scorre molto fluidamente, agevolato anche dall'assenza quasi totale di errori.

Non risulta troppo affrettato, nonostante il tutto si muova abbastanza velocemente, e non è poco! Forse i primi capitoli possono risultare un poco pesanti da digerire e leggermente noiosi, ma questo si prolunga per un massimo di due o tre capitoli, fino a quando non si viene a conoscenza delle abilità di Lóreley e l'intera canzone della narrazione cambia il ritmo con uno più incalzante ma al passo con il lettore. È più che comprensibile, poiché sono i capitoli introduttivi, quindi la vaga lentezza non pesa più di tanto nel proseguire.

Nei capitoli a venire, invece, è quasi impossibile trovare traccia di noia, nemmeno la parvenza più diluita. È un susseguirsi di colpi di scena uno dopo l'altro, inframezzati da parti che fanno salire l'ansia e le ship alle stelle.

Ci hanno fatto un po' confondere gli improvvisi quanto rapidi e fugaci cambi di focalizzazione dalla protagonista a un altro personaggio, anche se dopo la cosa si fa meno pesante. Ciononostante ti consigliamo di stare attenta a questo punto, perché interrompono leggermente il ritmo coerente della narrazione, rendendo la melodia per un attimo meno fluida.

3. Analisi completa delle tematiche:

Trovandoci davanti a un romanzo così corposo e ben costruito, sarebbe impossibile per noi svolgere un'analisi di ogni più piccola tematica riscontrata. Ci sono stati però argomenti che ci hanno colpito molto e che quindi vale la pena citare. Innanzitutto, l'episodio di bullismo e ricatto presente poco dopo i primi capitoli: la scena in cui i personaggi parlano di questi avvenimenti è stata toccante, anche se per il fatto che ci sia una protagonista che affronta molti altri problemi a volte questa situazione sembra essere lasciata un pochino in disparte. Ti vorremmo fare, però, un appunto: la scena in cui viene riportata la situazione, come abbiamo già detto, è molto emotiva. Ma, al contrario, a volte, tra un dialogo e l'altro, sembra riportato in maniera leggermente asettica. Non accade sempre, ma siamo dell'idea che un caso così forte non possa essere riportato con leggerezza, e ci sono state volte in cui non abbiamo sentito la pressione e l'impatto della situazione sui personaggi, soprattutto per quanto riguarda la protagonista e il suo carattere e determinati personaggi femminili in generale, che per com'è adesso la situazione attuale nel mondo, pensavamo fossero toccate in modo particolare dalla cosa per un lungo periodo. Stessa cosa per il tentativo di suicidio: capiamo che non si tratti di un personaggio con un rapporto stretto con tutti gli altri, ma un suicidio desta comunque scalpore e sarebbe stato interessante approfondire di più la cosa. Ovviamente il racconto è ancora in corso, quindi consideralo come un avvertimento o un appunto, non sappiamo cosa ci aspetterà, dunque non possiamo e non vogliamo definirli vere e proprie mancanze.

Ber invece ci racconta il suo passato, mostrandoci la vita di molti adolescenti con una crudezza realmente azzeccata per lei (e con un impatto giusto anche su Lor): i molti errori che si fanno, l'essere terribilmente infantili cercando di sembrare adulti, e il loro essere terribilmente egoisti. Ed è proprio su quest'ultima parola, invece, che gira un altro argomento importante che abbiamo apprezzato: la "visione del mondo" di Lóreley, presente nel capitolo XI, visione condivisa dall'autrice, come affermato da lei stessa. Però non ce la sentiamo di argomentare riguardo alla cosa, proprio perché si tratta di un pensiero profondamente intimo e puramente personale, che però possiamo dire che ci ha interessato tantissimo e ci ha portato a riflettere su questa visione e alla nostra. Invece ti facciamo i complimenti per aver il coraggio di mostrarlo e per il come lo hai fatto, coerente con il testo, espresso in maniera perfetta e non fuori luogo.

Importanti sono state anche i numerosi accenni culturali presenti nel testo, che invitano il lettore a documentarsi al riguardo o possono creare un legame con la scrittrice nel caso in cui il lettore in questione sia appassionato dell'argomento.

Come abbiamo già detto, ci sono molti altri temi di cui non abbiamo parlato, come la morte (che però è spiegata in un altro punto), il rimpianto di Lóreley sulla faccenda di Ían (un fatto che la spinge ad aiutare chi non vuole essere aiutato, che la costringe oltremodo anche a essere umiliata spudoratamente) tutto il terribile accaduto di Richard anche per quanto riguarda l'aspetto negativo della chiesa purtroppo molto attuale in questi anni. Abbiamo però preferito soffermarci sui temi più ispidi, che ci hanno catturato particolarmente per un motivo o per un altro e che sono stati trattati più a lungo, per non dilungare oltremodo la recensione.

4. Originalità:

- Impatto iniziale. La sinossi è davvero ben fatta, racconta tutto senza svelare niente. Un ottimo trampolino di lancio per una storia altrettanto buona.

Diciamo che inizialmente la storia si presenta con la struttura di un tipico young adult e teen drama (ma, si noti bene, al termine della lettura non ci sentiamo ora di catalogarlo e confinarlo in questa etichetta): una protagonista imbranata, ansiosa, che vuole sembrare diversa ma che al contempo non accetta la sua diversità; una famiglia difficile, un passato tormentato, l'ambientazione scolastica, vicissitudini da adolescenti di non poco conto e altri punti comuni che ritroviamo comunque in alcuni romanzi. Ma questa non è decisamente l'unica faccia di quest'opera.

Come accennato anche prima, i primi capitoli possono risultare leggermente pesanti, e per questo certo non invogliano molto alla lettura, ma si ha dopo poco una ripresa, tanto che quelli a venire non conservano più traccia della lentezza iniziale. Forse è solo la situazione di "stallo" iniziale a produrre questo effetto, ma se questa pesantezza fosse smorzata un pochino, il lettore si troverebbe più esortato e invogliato a continuare a leggere senza interruzioni, perché è questo che accade dopo che sono passati alcuni capitoli, le scene si susseguono con rapidità quasi invidiabile.

Può darsi che sia solo un'impressione personale, ma se sia la parte iniziale che quella centrale fossero sulla stessa onda, l'impatto creato sarebbe di gran lunga maggiore di quella di adesso; con questo non intendiamo dire che non ci sia un impatto anche ora, ma se fosse tutto più omogeneo la resa ne uscirebbe solo migliorata.

- Originalità della storia nel complesso. Alcune situazioni all'interno della storia sono comuni a parecchi teen drama di adolescenti che vivono e hanno vissuto situazioni difficili, soprattutto in ambito sessuale e familiare. Non vogliamo dire che sono esattamente identiche, assolutamente. Sono solo argomenti e situazioni un po' cliché che si ripetono in quel tipo di serie tv/romanzi che sono ottimi aspetti da ritrovare all'interno di una storia se trattati bene come è stato fatto (a parte l'appunto di cui abbiamo parlato sopra), ma che non possono essere considerati il punto originale dell'opera. L'unica situazione che ci è parsa proprio simile è il caso di abuso e registrazione di quest'ultimo, una situazione analoga a quella presente nel videogioco di Life is Strange.

Sono, infatti, altri gli elementi che rendono la storia, tutto sommato, originale. Negli ultimi tempi si vedono molte storie trattanti l'argomento "medium", e, in fondo in fondo, ogni storia risulta uguale all'altra da un punto di vista della trama. Eppure, la differenza sta nel come ogni cosa viene analizzata, dagli aspetti che non vengono detti ma che sono palesi a un lettore che va oltre le apparenze.

E il punto di forza di questa storia sta proprio qui, sono i contenuti a fare la storia e il modo in cui vengono analizzati.

Altro fattore importante sono i personaggi, che hanno una psicologia umana, non sono semplicemente burattini in mano all'autrice. Sono talmente reali da sembrare avere vita propria. E forse è realmente così. Ma è qualcosa che analizzeremo poi, non è il momento di perderci in ciance inutili!

- Originalità del titolo. Il titolo è certo più che originale, qui non c'è la minima ombra di dubbio, semplice eppure intrigante, considerato che si tratta di un nome che compare unicamente accanto ad alcune scene di delitto. Dopo alcune ricerche, ci è parso di capire che la parola "litlaus" è un termine islandese il cui significato dovrebbe essere incolore. Comunque, qualunque sia veramente la sua origine, nella storia è sicuramente classificabile come un titolo originale ed evocativo. Anche la frase successiva è abbastanza intrigante.

5. Analisi delle falle:

- Contraddizioni. Nemmeno la più vaga ombra.

- Pezzi mancanti. Nessuna lacuna.

- Altro. Abbiamo espresso i nostri unici dubbi e "avvertimenti" nella sezione delle analisi delle tematiche e nella caratterizzazione dei personaggi, per il resto la storia non sembra avere falle.

6. Caratterizzazione dei personaggi:

Il carattere e le emozioni dei personaggi sono delineati perfettamente. Anche coloro che sono circondati da una fitta nebbia di mistero in realtà compiono azioni con scopi ben precisi.

Lóreley parte con un carattere descritto all'inizio di molti libri: a differenza della maggior parte di essi, però, riesce a mantenere tale carattere e a non piegarsi e modellarsi per adattarsi meglio agli avvenimenti che devono accadere. Rimane fedele a se stessa, sia nelle sue debolezze che nei suoi punti forti. Non è la solita eroina in tutto e per tutto, le succede, come a tutti, di agire e reagire egoisticamente (un esempio è quello della sua reazione all'uscita di scena di Edith, che abbiamo apprezzato particolarmente).

Nonostante questo, non sempre, però, lei dà l'idea di una persona fine unicamente a se stessa, se non in casi rari e in qualche modo speciali. Il pensiero dell'egoismo viene fuori quando lei getta via il regalo di Edith all'inizio della seconda parte, ma quello forse è l'unico caso in cui questo suo aspetto emerge in tal modo, palesemente. Perché, a pensarci, l'azione potrebbe essere anche considerata come non del tutto coerente col personaggio, considerato che per il resto del racconto non si ha questa impressione di lei, anzi ci è parso quasi il contrario. Lóreley si sarà voluta liberare di un peso e lasciarsi indietro la faccenda di Edith, ma lo fa in un modo che non le appartiene del tutto, non si rispecchia esattamente con l'immagine che si è delineata nella nostra mente.

Quando viene detto che lei è di natura egoistica, ci siamo sentite le leggermente perplesse, in quanto ai nostri occhi appariva gentile, premurosa e altruista, perché non vene mostrato bene quell'aspetto di lei.

Lei si fa in quattro per gli spiriti che le compaiono dinnanzi, cerca di aiutarli, anche se questo potrebbe essere inteso come modo per soffrire di meno. Inoltre cerca di rimediare all'errore con Ían aiutando (più o meno) Gaël come fosse la sua unica possibilità di redenzione, la sua strada per espiare le sue colpe. Anche questo può essere a fine personale, per liberarsene e non sentirsi in colpa, ma poi mi sembra stia attenta anche ai bisogni delle persone vive che le stanno intorno.

Si sente umiliata da quello che il ragazzo le dice per avergli salvato la vita, si arrabbia e ci rimane molto male, ma una persona egoistica non guarda, non tiene peso delle opinioni, delle parole altrui, perché le uniche che contano sono le proprie. 

Possiamo dire che il concetto di egoismo in lei sembra voglia esserci ma non è espresso bene; c'è l'intenzione ma non si percepisce, creando invece l'esatto opposto.

Bisognerebbe ricalcare un po' la mano su questo se le si vuole dare questa caratteristica, rendere magari più evidenti alcuni suoi gesti, e anche farla più indifferente alle parole degli altri, perché come detto prima una persona del calibro che lei dovrebbe essere, non si preoccupa di quello che le dicono gli altri, perché conta solo quel che lei dice, quel che lei crede.

Ber è un altro personaggio degno di nota: ha un'affinata crudeltà nel dire le cose, è quella che riporta tutti un po' alla realtà. Il suo passato non è tanto diverso da quello di molti altri adolescenti, eppure è forse proprio questo fattore a renderla così vera. Anche il rapporto che ha instaurato con il detective Tristan ci è parso particolare e realistico. Nonostante sia complesso, è sviluppato bene per il tempo e le parole di cui dispone.

Gaël si rivela solo negli ultimi capitoli, ma fin dall'inizio ottiene una caratterizzazione buona attraverso i dialoghi che ha con Lór. È cinico, altezzoso e senza peli sulla lingua. Non vediamo l'ora di scoprire i segreti che lo riguardano.

Richard è un bel personaggio, ovviamente se parliamo del punto di vista puramente strutturale. È un viscido accecato dalla rabbia e dal passato, e la cosa è stata perfettamente illustrata nelle sue scene e attraverso i suoi dialoghi. Troviamo che rendere bene personaggi di questo tipo senza farli apparire banali e senza una loro logica (seppur, intendiamoci, sbagliata) sia più difficile, quindi complimenti anche qui.

Ma ci sono tanti altri personaggi di cui dovremmo parlare, come Edith, la ragazza timida, sottomessa e fiduciosa, anche lei pienamente caratterizzata. Come del resto sono anche i personaggi che scivolano in secondo piano.

7. Coinvolgimento emotivo:

Il coinvolgimento emotivo raggiunge davvero picchi molto alti. Essendoci un'ottima caratterizzazione dei personaggi, essi ci portano a condividere con loro le più svariate emozioni. Le parti più toccanti sono senza dubbio le scene in cui vengono utilizzate le abilità di Loreley, si percepisce profondamente ogni singola sensazione e/o sentimento come se fossero veramente nostri. Il pathos, in quei momenti, è alle stelle. In generale anche negli altri momenti c'è grande emotività, soprattutto nei dialoghi, anche se a volte ci si perde leggermente tra le descrizioni e la lieve nota di cinismo sempre presente nei dialoghi della maggior parte dei personaggi. Nel complesso, un ottimo lavoro.

Quindi, a dare una grande emotività è soprattutto il ruolo della medium, che rappresenta anche un grande fattore originale, come abbiamo già detto. Il ruolo della medium, qui, non è solo quello di una psicopatica che prevede la morte delle persone che la circondano o vede gli spiriti dannati che si trovano in bilico tra il nostro mondo e quello dei morti. Qui la morte viene vissuta per tutti e per tutto, viene assaporata nella sua dolce e micidiale agonia.

Non si tratta di vedere, semplicemente, ma vivere, serbando le tracce di ogni visione di cui la protagonista è succube.

8. Breve recensione della copertina:

- Quanto attira a prima vista. La copertina è davvero molto ben fatta, semplice, ma allo stesso tempo ricca ed elegante. Adoriamo la posizione della ragazza in primo piano rispetto al titolo, perché dona un po' di originalità alla composizione finale già di per sé molto accattivante. Nonostante si giochi molto su tonalità scure e cupe, il suo volto spicca rispetto al contenuto, sia per la pelle pallida, sia perché crea netto contrasto con gli altri colori presenti, più freddi e tetri.

- Sintonia degli elementi. C'è ampia sintonia tra i vari elementi, tant'è che non c'è uno squilibrio tra il poco e il tanto. Anzi, sono entrambi bilanciati in modo che la sua semplicità sia il suo punto di forza.

Recensione a cura di:

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