Se Non Ci Fosse Un Domani

By THE__DREAM

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Chris è un ragazzo superficiale e viziato, che a scuola si diverte a prendere in giro le persone insieme al s... More

1. Il Black Out
2. Il patto
3. Peter Piper
4. Missioni innominabili
5. La ragazza dai boccoli biondi
6. Opinioni e ping-pong
7. All'inseguimento!
8. Il ciondolo
9. Interviste irritanti
10. Lezioni di corteggiamento da parte di Nonno Chris
11. Incontri spiacevoli
12. Una mamma per amica
13. Croissant e lacrime per tutti
14. Le coscienze fanno ottimi discorsi
15. Un'altra possibilità
16. Un anello negli spaghetti
17. Tutto molto professionale
18. Una donna di carriera
19. Parentele ritrovate
20. Lavoro di squadra
21. Il buongiorno si vede dal mattino
22. In mezzo al corridoio
23. Un tuffo nel passato
25. Suricato!
26. Dichiarazioni a tavola
27. Il valore dell'amicizia
28. In punizione!
29. Storia di un bambino che se la fece nei pantaloni
30. Qui parte la ship
31. Sassi e palloncini
32. La collina delle confessioni
33. Ed, ho fatto una cazzata
34. Il pranzo di domenica
35. I bigliettini sono ottime mentine
36. P come Patrick
37. Tradimenti e frappé
38. Stupida palla
39. Un problema canino
40. Una partita a sangue freddo
41. Operazione Amanda
42. Stringere patti con il diavolo
43. Connor e i burrito
44. Direzione Narnia
45. Signore inquietanti
46. Storie d'amore e d'incidenti in piscina
47. Un ristorante pieno di sorprese
48. (Ho fatto) bingo!
49. Walter il barista arrabbiato
50. Da fratello a sorella
51. La coppia che scoppia
52. A nessuno piacciono gli spioni
53. La festa di Halloween (parte uno)
54. La festa di Halloween (parte due)

24. Strane mode e... peperoni?

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By THE__DREAM

«Come mi vedi tra vent'anni?» mi chiese d'un tratto Peter.

«Disoccupato e con una bella pancetta.»

Avevamo deciso di andare a scuola insieme, quel giorno. Di solito Peter andava in bicicletta, ma mi rifiutai di salire dietro di lui (cosa da lui seriamente proposta). Così l'unica alternativa era andare a piedi, dato che nessuno di noi aveva la patente. Quando avevo ancora i miei vecchi amici mi bastava fare un fischio a Miles, e lui veniva a prendermi con la sua spumeggiante SUV regalata per il compleanno. Ma dovevo cominciare ad abituarmi ad avere amici che non potevano darmi un passaggio, e così avevo fatto, anche se difficilmente. Dopo la mia affermazione la faccia di Peter diventò rossa di rabbia; lui e i suoi capelli sembravano una cosa sola.

«Sono serio.» Disse, guardandomi negli occhi e continuando lo stesso a camminare.

Non dissi nulla; mi limitai a guardare davanti a me.

Il rosso distaccò i suoi occhi dai miei e riprese a parlare. «A me piacerebbe avere un lavoro stabile e una bella famiglia» disse, con uno sguardo basso. «Possibilmente con Amanda Miller.» Aggiunse dopo, ridacchiando.

Sorrisi leggermente, spinto da tutta quella positività che quel ragazzo emanava. Io neanche pensavo al mio futuro, dato che non ne avrei mai avuto uno. Ripensandoci mi sentii un po' triste, ma decisi di non darci troppo peso e di passare oltre, per parlare con il rosso.

«Non ci riuscirai mai se non riesci neanche a parlarle» dissi, infilandomi le mani nelle tasche della felpa. «Ti serve una tattica. Ho provato a darti qualche consiglio, ma non penso che tu abbia fatto alcun passo avanti con lei.»

«Forse perché non sono ancora pronto a rivolgerle una parola...» Mormorò lui. «È come il documentario che ho visto ieri! Io sono l'anatroccolo che deve riuscire a saltare giù dall'albero per raggiungere il laghetto con la mamma oca e i fratellini. Tu devi aiutarmi a fare quel salto!»

Dal suo paragone rimasi un tantino confuso.

«Scusa, Amanda chi dovrebbe essere in tutta questa storia?» domandai.

Il rosso rimase ci dovette pensare un attimo.

«Beh... Amanda è la mamma oca.»

«Non è un po' strano che sia tua madre?»

«È un paragone, Chris!» fece lui, con una nota di stanchezza nella sua voce.

Rimanemmo in silenzio per un po'. Dovevo riuscire a fare una buona azione e a far innamorare Amanda di Peter; ma la domanda era... come? Fino al giorno dell'intervista lei non lo aveva degnato neanche di uno sguardo, ma avrei scommesso che se avesse provato a conoscerlo meglio e ad andare oltre alla sua maschera da imbranato avrebbe visto in lui un ragazzo d'oro. Dovevo solo farli conversare un po' e trovare loro dei punti in comune, ma era impossibile se Peter non riusciva neanche a dirle "ciao". E detto fra noi, se fosse riuscito a parlarle, avrebbe sparato un sacco di cazzate.

«Sai che c'è?» dissi d'un tratto, attirando l'attenzione del rosso. «Ti serve un cambio di look.»

Amanda non lo avrebbe mai notato con quelle magliette con scritte idiote e pantaloni stropicciati. Lei mi sembrava una ragazza da "serie A"; ovvero i suoi occhi non si sarebbero mai incontrati con quelli di Peter. Non se il ragazzo avesse continuato ad andare in giro in quelle condizioni.

«Dici?» fece lui, inarcando il sopracciglio.

«Sì.»

«Che hanno che non va' le mie magliette con i gatti?» domandò con un tono triste, scrutando la maglietta che aveva addosso.

«Tutto!»

Mi sembrò una risposta troppo fredda e affrettata, ma non ci feci tanto caso. Peter abbassò lo sguardo e si infilò le mani nei pantaloni, mentre attraversavamo le strisce pedonali.

«Se solo tu mi prestassi la tua felpa...» Borbottò, con un tono infantile.

Quel borbottio mi fece puntare lo sguardo verso di lui, alquanto confuso. Peter voleva la mia felpa?

«Non ho intenzione di prestarti la mia felpa!» sbottai, dandole d'istinto una piccola occhiata. «E poi perché ti serve?»

«Perché con quella tutte le ragazze ti vanno dietro!» rispose alzando la voce.

Mi sembrava una cosa ridicola, perciò gli rivolsi uno sguardo confuso.

«E non dire che non è così!» aggiunse puntandomi l'indice contro, notando la mia espressione stupita. «Ti corrono dietro Amanda, quella ragazza al tavolo della mensa, Vanessa e perfino Judith!»

«Per tua informazione Amanda voleva solo farmi un'intervista, quella ragazza al tavolo della mensa era solo una prova per aiutarti con le ragazze, Vanessa è felicemente fidanzata e Judith...» D'improvviso mi bloccai, non sapendo cosa dire. «Judith non mi corre dietro. Punto.»

«Mhmmh...» Peter mi rivolse un'espressione maliziosa.

Trattenni una risata e sbuffai, cominciando ad osservare per terra. Ripensando alla situazione di quella ragazza il mio sguardo diventò più cupo; con lei non avevo ancora finito, non avrei potuto proteggerla per sempre e avrei dovuto aiutarla a spiccare il volo. Ora che ci penso era proprio come quel documentario che aveva visto Peter! L'anatroccolo era Judith e la mamma oca era... il mondo?

«Allora cosa devo fare?» domandò Peter, riprendendo per mia fortuna il discorso di prima. «Con Amanda, intendo.»

Rimasi in silenzio per qualche attimo, ripensando a qualche consiglio.

«Shopping, hai bisogno di shopping.» Ne uscii semplicemente.

«Ma lo shopping è una cosa da ragazze!» protestò il rosso.

«Può sembrare, ma anche i ragazzi hanno bisogno di shopping. Insomma, non puoi pescare le prime cose che trovi nell'armadio! Devi abbinare i colori, e non mischiare gli stili. Ma soprattutto ricordati di tenere le mutande all'interno dei pantaloni; alcuni pensano che mostrare i boxer con superman vada di moda, ma ti assicuro che non è così!» dissi serio.

Peter mi guardò in tralice, forse anche un po' stupito. «Da quando sei un esperto di moda?»

«Io non mi stupirei» Disse la mia coscienza. «Da piccolo guardavi "Shopping Night" con tua madre!» esclamò, per poi scoppiare a ridere.

Lasciai perdere Ed, sapendo che non gli potevo rispondere davanti a Peter; se fossi stato solo gli avrei fatto un bel discorsetto su quando entrare nella mia mente.

«Non sono un esperto di moda, è che negli anni ho imparato a come vestirmi bene.» Dissi.

«Un esempio è stata la giornata di ieri, quando ti sei presentato a scuola con del fango sui vestiti!» continuò Ed, deridendomi.

Se non si fosse fermato subito avrei cominciato a sbattere ripetutamente la testa su un muro, nella speranza che avrebbe provato almeno un po' di dolore.

«Senti un po'... dici che se rinnovassi il mio look Amanda si accorgerebbe di me?» domandò Peter, guardandomi come un cucciolo smarrito.

«Certo!» esclamai, facendolo sorridere.

La verità era che non ne ero tanto sicuro... ma valeva la pena provare, no?

«Devo anche aiutarti su come parlare con le ragazze» aggiunsi. «Mi sembrava che con Vanessa te la stessi cavando bene, a mensa.»

Quando ero al tavolo con loro e cercavo di mangiare la mia pasta al pomodoro, mi ero accorto che i due avevano cominciato a socializzare.

«Sì, con lei è andata bene» Affermò il ragazzo, sorridendo. «Mi è bastato parlare della scuola e del corso di francese...»

«Esatto!» esclamai, voltando lo sguardo verso di lui. «Devi trovare dei punti in comune con Amanda, come hai fatto con Vanessa.»

«Ma con lei è più difficile!» ribatté Peter. «Con Vanessa è stato un caso; lei è molto socievole, e poi avevamo in comune il francese. Ho scoperto che è molto simpatica!»

Su quello aveva ragione; Vanessa mi sembrava una ragazza simpatica e socievole, una persona con cui è molto facile stringere amicizia.

«Ho provato anche a socializzare con Judith, prima che arrivasse Amanda e capovolgesse tutto.» Continuò Peter.

La mia espressione era basita; a quanto pare quando ero in bagno mi ero perso un sacco di cose.

«Davvero? E come è andata?» domandai curioso.

«Beh... ho provato a farle qualche domanda, ma lei mi rispondeva sempre con cenni del capo e sorrisetti imbarazzati. È una ragazza molto chiusa.» Commentò.

«Già...» Mormorai, abbassando lo sguardo; ne sapevo qualcosa.

«Poi gli ho chiesto se aveva qualche hobby, e lei mi ha detto che nel tempo libero abbozza qualche disegno in un quadernino.» Continuò il rosso, lasciandomi senza parole.

Mi stupii del fatto che Peter non mi avesse detto quelle cose prima, ma poi cercai di capirlo perché lui non sapeva che volevo cercare di aiutarla. Tuttavia, quelle parole stuzzicarono la mia curiosità.

«Abbozza qualcosa, eh?» Dissi, interessato.

«Già.»

«Mh.»

Conoscendo Judith, sapevo per certo che lei aveva una scarsa autostima e che nella sua lingua "abbozzare qualcosa" significava creare veri e propri capolavori. Peter mi aveva messo in testa quella cosa, ed ero molto curioso di vedere cosa disegnasse in quel quadernino. Quando scorgemmo la nostra scuola in lontananza, aumentammo il passo per paura di arrivare in ritardo. Appena raggiungemmo il cortile la campanella cominciò a suonare, e non avemmo nemmeno il tempo di sospirare che venimmo spinti dalla mandria di studenti che dovevano entrare a scuola. Una volta varcate le porte di vetro dell'entrata principale mi accorsi subito di un piccolo particolare, e dall'espressione smarrita di Peter dedussi che se ne fosse accorto anche lui. Al posto dei normali vestiti che tutte le persone portavano, questa volta gli abiti addosso ad ogni studente erano sporchi di... fango?

«A quanto pare ci siamo persi qualcosa...» Mormorò Peter, non staccando gli occhi da quella scena.

In lontananza scorsi Amanda, che appena ci vide camminò sorridente verso di noi. Anche lei stava indossando un abito interamente macchiato di fango, e continuai a domandarmi il perché.

«Ciao ragazzi!» esclamò una volta giunta davanti a noi.

Bastò quello per far sciogliere Peter. Diedi un'occhiata alla sua faccia da pesce lesso e sospirai, sperando che non facesse brutte figure davanti a lei.

«Ciao» dissi, osservando il suo look. «Che hanno tutti?» domandai arrivando subito al punto.

Lei all'inizio sembrò non capire, poi guardò il suo vestito e la sua espressione cambiò.

«Ah, intendi perché tutti hanno del fango sui vestiti? È la nuova moda!» esclamò sorridendo.

Dalla mia espressione confusa la ragazza capii che ero poco informato sull'argomento. Cosa stava dicendo? Per caso c'era stata una festa pre-scuola dove tutti si erano ubriacati?

«Nuova moda?»

«Sì!» continuò lei. «Non hai controllato il sito della scuola? Il fango sui vestiti è il nuovo in!»

Tutto quello che stava dicendo mi risultò quasi stupido, poi i miei pensieri vennero catapultati verso ieri mattina; ora era tutto chiaro! Quando Judith aveva parlato con quelle ragazze per coprirmi, dicendo che il fango sui vestiti andava di moda, loro due dovevano averci creduto veramente! Così tanto da fare spopolare la notizia su internet; non sapevo se essere divertito o deluso dal quoziente intellettivo degli studenti.

«Ah» dissi infine. «Mi dev'essere sfuggito.»

Non potevo credere che quasi tutte le persone della scuola si fossero messi veramente del fango sui vestiti! La moda a volte poteva giocare brutti scherzi. Amanda sospirò e giocherellò con i suoi stivaletti di pelle, per poi tornare con lo sguardo verso di noi.

«Che corsi avete, adesso?» domandò, per rompere il silenzio.

«Io ho quello di chimica, mentre Peter...» stavo per continuare, quando approfittai del momento per far parlare un po' il ragazzo. «Che corso hai, Peter?» domandai, facendo un sorrisetto malizioso.

Sapevo benissimo che Peter aveva il corso di cinema, ma dovevo lasciarglielo dire da lui personalmente. Aveva bisogno di allenarsi a parlare con Amanda; un giorno mi avrebbe ringraziato. Lui subito si scosse, sorpreso di quella domanda.

«Ehm... i-io ho... c-corso... film, cioè...» Peter scosse di nuovo la testa. «D-devo mettere... maccheroni... nella cassa. Cioè, devo corsare... i-il corso, voglio dire... i p-peperoni...»

«Corso di cinema.» Dissi, prima che potesse continuare.

Peter mi guardò e annuì. «Peperoni.»

Amanda, che prima era confusa, mi guardò ancora un po' imbarazzata. «Ah, okay. Allora ci vediamo dopo, va bene?»

«Certo.» Risposi sorridendo.

La ragazza si voltò e camminò verso la sua classe, mentre io e Peter restammo immobili a guardarla andare via. Subito mi voltai verso il rosso, che era ancora un po' imbambolato.

«Peperoni?»

«Ero impreparato!» si difese lui, spalancando le braccia.

Sospirai e guardai da un'altra parte. Aiutarlo a parlare con Amanda sarebbe stato più difficile di quanto pensassi. Non appena riconobbi una figura in lontananza il mio sguardo diventò più serio: Chase. Era insieme a Miles, Scott, Tyler, Lucas e anche Bethany, che se ne stava accanto al suo fidanzato.

«Ma che hanno tutti?» la sentii lamentare. «Fango sui vestiti? Roba da sfigati.»

Ovviamente Miles la incoraggiava e le dava retta. Rabbrividii, quando spostai lo sguardo verso Chase e vidi che mi stava guardando con due occhi assassini e un sorriso beffardo sul volto: come faceva a farmi sentire così a disagio? Prima che potesse succedere qualcosa di brutto, decisi di tagliare la corda.

«Meglio se vado a lezione.» Dissi a Peter, a bassa voce.

«Oh, okay.» Fece lui, non capendo quello che stava succedendo.

Ci salutammo ed ognuno andò nelle proprie aule. Quel ragazzo mi faceva paura, stavo seriamente pensando di non essere tanto al sicuro, e che oltre a preoccuparmi di fare buone azioni, avrei dovuto preoccuparmi anche di lui.

//ANGOLO AUTRICE//
Finalmente si stanno avvicinando le vacanze di Natale!
Non vedo l'ora... almeno avrò più tempo per aggiornare (si spera u.u)
Dato che negli angoli autrice non so mai cosa scrivere... vi saluto :)
Byeee

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