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By shawnsmind

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A soli 17 anni, Lena Martin era già riuscita a mandare a monte la sua vita. Costretta a tornare nella sua cit... More

Chapter 1
Chapter 2
Chapter 3
Chapter 4
Chapter 5
Chapter 6
Chapter 7
Chapter 8
Chapter 9
Chapter 10
Chapter 11
Chapter 12
Chapter 13
Chapter 14
Chapter 15
Chapter 16
Chapter 17
Chapter 18
Chapter 19
Chapter 20
Chapter 21
Chapter 22
Chapter 23
Chapter 24
Chapter 25
Chapter 26
Chapter 27
No Sense
Chapter 28
Chapter 29
Chapter 30
Chapter 31
Chapter 32
Chapter 33
Chapter 34
Chapter 35
Shena's music
Chapter 36
Chapter 37
Chapter 38
Chapter 40
Chapter 41
Chapter 42
Chapter 43
Chapter 44
Chapter 45
Chapter 46
Chapter 47
Chapter 48
Chapter 49
Chapter 50
Here
Chapter 51
Chapter 52
Chapter 53
Chapter 54
Chapter 55
Chapter 56
Chapter 57
Chapter 58
Vi ringrazio dal profondo del mio cuoricino
Questions
Answers

Chapter 39

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By shawnsmind

"Pain splattered teardrops
on my shirt."

Give me love, Ed Sheeran


Non avevo mai visto niente di più dolce di Shawn ed Aaliyah che litigavano guardando Harry Potter.

Ridevo guardando mentre si lanciavano insulti sulle proprie case di appartenenza o commentavano una scena del film che conoscevano a memoria.

Fummo interrotti a metà del secondo film dalla voce di Karen, la madre di Shawn, che ci chiamava per la cena.

"Shawn." Lo chiamai fermandomi a metà della scale impedendogli il passaggio. Aly, intanto, era corsa subito al piano di sotto.

"Si?" Domandò scrutandomi con i suoi grandi occhi da cerbiatto stando un gradino sopra rispetto a me.

"Sei sicuro che vada bene? Insomma, stare qui con la tua famiglia e cenare con loro. Mi sento di troppo." Ammisi rendendomi conto di non avere idea di come funzionassero le normali abitudini di una famiglia.

"Non dirlo neanche per scherzo. A mia madre piaci, mia sorella ti adora e io ti voglio qui. Niente storie." Decretò in tono secco.

Annuii lentamente tenendo di reprimere un sorriso.

"Andiamo?" Chiese poi con un sorriso che avrebbe potuto scaldare la più fredda delle giornate invernali.

Mise un braccio attorno alle mie spalle mentre io avvolsi il suo polso con le mie dita. Scendemmo al piano di sotto ed entrammo in cucina ancora stretti l'uno accanto all'altro.

Karen, al solo vederci, sembrò nascondere un sorriso che però notai e, con tutto l'imbarazzo del mondo, mi allontanai da Shawn per sedermi accanto ad Aaliyah. Shawn, invece, si sedette accanto a sua madre, davanti a me.

Il tavolo in mezzo alla stanza luminosa era apparecchiato con cura ed un'enorme teglia, contenente quello che sembrava coniglio con patate, era posizionata al centro di esso.

"Forza, servitevi!" Disse Karen incitandoci.

"Mamma, ma papà?" Chiese Aaliyah mentre riempiva il suo piatto.

"Ha avuto un'urgenza al lavoro, mangia fuori. È una fortuna avere Lena qui con noi, non saremmo mai riusciti a finire tutto da soli!" Mi sorrise Karen.

Le sorrisi e la ringrazia un'altra volta. Era una donna splendida e, in un attimo, mi ritrovai a chiedermi se anche mia madre fosse così. Se avesse un sorriso gentile, se fosse dolce e premurosa. Da quello che mi aveva raccontato papà, doveva esserlo.

Iniziai a mangiare e mi sentii quasi a mio agio in quella situazione così normale che non avevo mai sperimentato.

"Allora..." Karen prese parola mandando giù un boccone. "Da quanto state insieme?" Chiese in tono allegro interrompendo i miei pensieri.
Quasi mi strozzai con una patata.

Aaliyah mi batté un paio di colpi sulla schiena. Tossii con forza finché non mandai giù il boccone con un bicchiere d'acqua.

"Mamma, noi non stiamo insieme." Le sussurrò Shawn completamente rosso in viso.

Mi piaceva così tanto quando arrossiva, non lo faceva spesso. Shawn era piuttosto sicuro di sé, ma vederlo imbarazzato davanti alla mamma era una scena adorabile ai miei occhi.

"Oh, scusate. Pensavo, sai, dato che passate così tanto tempo insieme..."

Non passavamo poi così tanto tempo insieme. Vero? In effetti, quella era la prima giornata che passavano interamente insieme senza litigare e di nostra spontanea volontà.

"Non si preoccupi, siamo solo amici." Le sorrisi sentendo gli occhi di Shawn su di me.

"Dammi del tu, non sono poi così vecchia!"

"Va bene, scusami." Ridacchiai.

"Come sta andando la scuola, ragazzi?" Chiese poi cambiando argomento.

"Abbasanta bene." Risposi.

"Lo stesso." Disse Shawn con noncuranza mentre faceva rigirare la forchetta nel piatto.

"Shawn non ha ancora scelto il college. Tu, tesoro, sai già dove vuoi andare?" Mi domandò la donna.

"Mamma!" Sussurrò Shawn prengandola con gli occhi di smettere di riempirci di domande.

"Ho sempre voluto andare alla Columbia o alla NYU, ma ora non ne sono molto sicura. Vedrò cosa fare più avanti." Le sorrisi cordialmente.

"Spero che entrambi facciate la scelta giusta."

Il resto della cena passò velocemente e Aaliyah mi raccontò di come Shawn in campeggio fosse caduto fra le ortiche e di come in Canada le aveva insegnato a giocare ad hockey.

Mi piaceva parlare con loro, erano una vera famiglia.

Aiutai Karen a mettere in ordine la cucina e, prima di raggiungere Shawn in camera, mi disse qualcosa che mi lasciò spiazzata per qualche secondo.

"Non spezzargli il cuore." Disse appoggiando entrambe le mani sulle mie spalle.

"Come?"

"Sono una mamma, le capisco certe cose. A mio figlio piaci e penso che te ne sia accorta anche tu."

"Sì." Abbassai lo sguardo.

"E a te? A te piace?" Quel tono così materno mi fece quasi venire voglia di gettarmi fra le braccia di quella donna. Erano questi i discorsi che si facevano fra madre e figlia?

"Io... credo di sì." Ma non avrebbe potuto funzionare.
Non aveva funzionato con una persona così simile a me come Taylor, come poteva farlo con Shawn? Eravamo troppo diversi e l'idea di portarlo sul fondo del barile con me mi tratteneva.

"Non so molto di questa nuova gioventù, ma l'amore è lo stesso per ogni età. Buttatevi e se vi sbuccerete le ginocchia almeno ci avrete provato."

Mi chiesi se quella donna potesse leggere nel pensiero o semplicemente leggere le mie insicurezze sulla faccenda Shawn.
Annuii e mi lasciai attirare da lei in un abbraccio inaspettato.

Quando raggiunsi Shawn in camera, lo trovai seduto sul letto con la chitarra poggiata sulle gambe, intento ad accordarla.

"Hey, ci hai messo tanto." Osservò sorridendomi e facendomi cenno di sedermi accanto a lui.

"Già, io e tua mamma abbiamo parlato." Dissi accomodandomi al suo fianco sul materasso morbido.

"Di cosa?" Alzò allarmato un sopracciglio facendomi ridere.

"Cose nostre." Dissi vaga stuzzicandolo.

"Ah si?" Domandò appoggiando la chitarra accanto a sé e avvicinandosi a me.

"No!" Urlai quando le sue mani solleticarono i miei fianchi.

"Me lo dici, allora?" Chiese continuando la sua tortura e ridendo della mia risata.

"Va bene! Basta!" Esclamai arrendendomi.

Le sue mani fermarono i loro movimenti e finalmente tornai a respirare regolarmente.
Shawn era sopra di me, che mi ero buttata all'indietro sul letto per sfuggire al suo attacco.
Asciugai una lacrima sfuggita per le troppe risate e mi fermai qualche secondo ad osservarlo.

"Allora? Cosa vi siete dette?

"Che sei carino." Dissi baciandogli la punta del naso.

Un sorriso si aprì sul suo volto ed io mi spostai da sotto di lui.
Ovviamente non gli avrei detto ciò di cui avevamo parlato in realtà.

"Trovo difficile credere che tu e mia madre abbiate parlato per un quarto d'ora di quanto io sia mozzafiato." Disse riprendendo la sua chitarra e pavoneggiandosi.

"Credici." Scherzai.

"Sono lusingato, allora."

"E anche modesto."

"Sempre."

Scoppiai a ridere e lo guardai iniziare a pizzicare dolcemente le corde dello strumento che aveva tra le mani.

"Mi fai sentire qualcosa?" Chiesi. "Qualcosa di tuo." Aggiunsi.

"Le mie canzoni non sono ancora pronte. Magari un'altra volta." Mi sorrise.

Mi imbronciai e continuai a guardarlo accordare lo strumento.

"È vero quello che dice tua madre? Non hai deciso a che college andare?" Chiesi rompendo il silenzio.

"Mi piacerebbe andare al college, ma quello che vorrei davvero è far musica." Mi rispose accarezzando la chitarra come se fosse la cosa più preziosa che avesse.

"E non puoi fare entrambi?"

"Non lo so, non ci ho ancora pensato bene. Se devo essere sincero, il futuro mi spaventa. Forse sto solo cercando di rimandare le mie decisioni al più lontano possibile." Ammise.

"Già, anche io." Sospirai dandogli ragione.

"Cosa c'è alla Columbia che ti piace così tanto?"

"Niente. Il fatto che sia a New York. Io e Grayson abbiamo sempre voluto andarci. La scuola non è il motivo principale."

"E la danza? Non è per te come la musica per me?"

"Un tempo pensavo di sì, ma ora non ne sono più sicura. Il mio unico tentativo di fare della danza la mia vita è finito nel peggiore dei modi."

"Scusa, non volevo riprendere questo argomento." Disse cercando la mia mano.

"È okay." Dissi rassicurandolo.

Erano tanti gli argomenti che non prendevo mai in considerazione, che non volevo affrontare.
Ad esempio, era passato un giorno dall'episodio nella discoteca sul Willamette River e non avevo ancora permesso alla mia mente di soffermarsi sull'accaduto.
Non volevo pensarci.

"Vuoi vedere una cosa?" Mi chiese Shawn sorridendomi.

"Certo." Dissi alzandomi dal letto per seguirlo.

Si fermò davanti alla scrivania accendendo il suo pc e cercando qualcosa in rete.

Aprì un video e strabuzzai gli occhi quando lo vidi nello schermo.
Sembrava molto più piccolo, avrà avuto due anni in meno.
Era in una camera da letto, probabilmente la sua vecchia stanza in Canada, e stringeva fra le mani la stessa chitarra che era ora a pochi metri da me.

"Ma cosa?" Chiesi interrogativa.

Presto il piccolo Shawn nel video iniziò a cantare e la sua voce armoniosa riempì la stanza.

Shawn cantò a bassa voce sopra il volume del video facendomi notare come fosse cambiata la sua voce nel giro di qualche anno. Da sottile ed giovane si era fatta più roca ed armoniosa.

Give me love like never before,

'Cause lately I've been craving more,

And it's been a while but I still feel the same,

Maybe I should let you go.

Canticchiò nel mio orecchio, prima di sfiorare la mia guancia con la punta del suo naso. Trattenni il fiato sentendo una scarica di brividi risalire lungo la mia spina dorsale. L'effetto che mi faceva mi spaventava ed incuriosiva al tempo stesso ed avrei tanto voluto fare qualcosa al riguardo, ma non riuscivo a muovermi.
Shawn si allontanò di poco permetrendomi di tornare a respirare e chiuse il portatile mettendo fine alla melodia. Scrutò la mia espressione in attesa che dicessi qualcosa.

"Shawn, diamine!" Esclamai.

"È un'imprecazione positiva o negativa?"

"Positiva, idiota! Non mi hai detto che caricavi video online! E neanche che avessi tutte quelle visualizzioni!" Dissi ricordando il numero elevato accanto al video.

"Sei l'unica persona che cerca di farmi un complimento e allo stesso tempo mi dà dell'idiota." Mi sorrise alzando gli occhi al cielo.

"Dovrai abituarti." Gli sorrisi a mia volta. "E non dimenticarti di noi, povera gente comune, quando diventerai famoso." Con quel noi, intendevo me, non dimenticarti di me.

"Quando sarò famoso ti farò conoscere i Coldplay." Mi fece l'occhiolino facendomi ridacchiare e mi lasciai attirare fra le sue braccia. Quel ragazzo stava portando un sorriso nella mia rovinosa vita.

"Andiamo a dormire?" Domandai ancora stretta al suo petto cominciando a sentire la stanchezza impossessarsi di me.

"Sì, ti preparo il letto." Disse sciogliendo il nostro abbraccio.

Avrei voluto dormire con lui, d'altronde non sarebbe stata la prima volta, ma non con la sua famiglia in giro. Non avrei mai voluto che si facessero un'idea sbagliata di me.

Intanto andai in bagno, mi lavai ed indossai i cambi che avevo portato con me. Un pantalone del pigiama a quadri in pile ed una maglietta a maniche corte.

Tornata in camera vidi il mio letto, che era stato estratto da sotto quello di Shawn, sistemato accanto al pianoforte, davanti alla finestra.

"Grazie." Gli sorrisi sedendomi sul mio letto improvvisato.

Shawn mi rivolse uno sguardo in risposta ed iniziò a sfilarsi la felpa e la maglietta. Oh no.

Il mio sguardo vagò disperatamente verso un qualsiasi altro punto della stanza per non soffermarsi sul fisico tonico del ragazzo davanti a me.

Sentii la sua risata quando mi vide con la testa voltata dall'altro lato e il mio imbarazzo non fece che crescere.

"Buonanotte, Lena." Disse in tono derisorio infilandosi sotto le coperte.

"Buonanotte." Farfugliai ancora imbarazzata quando spense la luce.


*


Quella notte gli incubi spezzarono il mio sonno tranquillo.
O

gni volta che pensavo di essermi liberata di loro, di poter dormire senza avere paura, puntualmente questi tornavano lasciando ogni volta un solco più profondo.


"Ti ho usata." Sussurrava Taylor nella mia mente.

"Siamo morti per colpa tua." Papà, mamma e Nate avanzavano verso di me mettendomi spalle al muro e sussurrando le loro brutali accuse.

"Non sei più la benvenuta a casa." Ringhiò mio zio.

"Ci rivediamo presto." Sussurrò, invece, Blake con un ghigno dipinto in viso.

Il suo sorriso bianco si dissolse nell'oscurità e vidi tutti i fantasmi della mia vita corrermi addosso come fumo nero che tentava di soffocarmi. Urlai.

"Lena! Lena, cazzo!" Sentii la voce di Shawn urlare.

Spalancai gli occhi trovando il ragazzo accanto a me.
La stanza era illuminata dalla luce soffusa della piccola abat-jour ed il volto preoccupato di Shawn era davanti al mio. Solo quando tentai di aprire bocca mi resi conto di non riuscire a respirare.

Iniziai ad agitarmi ed un dolore lancinante alla testa mi fece portare entrambe le mani a coprire le orecchie. Ero davvero sveglia o era un altro gioco della mia mente?

"Lena, va tutto bene. Respira." Mi pregò Shawn poggiando le mani sulle mie spalle.

Lacrime calde iniziarono a rigare le mie guance mentre la mia trachea rimaneva serrata e l'ennesimo attacco di panico si riversava con violenza su di me.

"Lena, dove sono le pillole?" Chiese Shawn allarmato.

E fu in quel momento che ricordai di non essermene procurata altre dopo l'ultima volta. Scossi la testa piangendo facendogli capire che non le avevo.


Dalla mia bocca non uscivano altro che singhiozzi strozzati e sentivo che la mia testa sarebbe potuta esplodere da un momento all'altro.


Shawn's POV


"Fallo smettere." Pianse raggomitolandosi su se stessa.

Stava avendo un'altra crisi ed io non avevo la più pallida idea di cosa fare. Non ero preparato a questo, ma non potevo restare a guardare mentre si sgretolava sotto i miei occhi.
Corsi verso il telefono per chiamare aiuto, ma lo schermo del cellulare non si accendeva neanche. Era totalmente scarico.


Iniziai a spaventarmi e la strinsi fra le mie braccia cercando di calmarla.

"Era solo un incubo, solo un incubo, Lena." Sussurrai al suo orecchio.

La ragazza annaspò per un po' d'aria e scosse la testa. Non era solo un brutto sogno? La paura che a tormentarla fosse la realtà stessa in cui viveva e che io non potessi far nulla per strapparla ad essa mi fece male.

Mi guardai freneticamente attorno cercando una qualsiasi cosa avrebbe potuto aiutarla. Assolutamente niente.

"Aiutami, ti prego." Mi pregò con gli occhi arrossati che cercavano un appiglio nei miei.

Esaurita ogni possibile alternativa e ogni autocontrollo sulle mie azioni, il mio sguardo cadde sulle sue bocca schiusa in cerca d'aria.

Appoggiai le mie labbra sulle sue, bagnate da alcune lacrime salate, e sentii il suo corpo rilassarsi contro il mio.

××××

Ave♡
Doppio aggiornamento oggi per farmi perdonare perché forse non riuscirò a pubblicare prima del 4/5 settembre.

Perdonatemi, finisco gli esami e poi sono tutta vostra e porterò tante sorprese lol.
Mi sento Babbo Natele, vabbé.

Spero che il capitolo e la storia vi piacciano, lasciate un commento, adoro leggere i vostri pareri.

Un bacio grande,

Ella xx

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