Titolo: IRON HEART – Una donna dal cuore di ferro può amare?
Autore: Audrey Nolan (audrey_nolan)
Beta: Cerco
Genere: Fantascienza
Stato: Completa – Autoconclusiva
Classificazione dei contenuti: PG
Tematiche forti/ Contenuti per adulti: il racconto contiene alcune scene di violenza e di tortura ma non tali da essere sconsigliati per i "deboli di cuore"; ci sono anche alcune parole volgari, però in una percentuale molto, molto bassa.
Consenso Social: Sì
Trama:
Anno 2990. Siamo alla fine del millennio e il mondo come lo conosciamo ora non esiste più: i continenti si sono spostati mutando l'aspetto del pianeta, i popoli si sono uniti sotto un unico governo chiamato Impero e la tecnologia è avanzata talmente tanto da permettere la creazione di cyborg. L'arrivo delle macchine ha portato problemi e la razza umana è sull'orlo dell'estinzione, ma in questo nuovo mondo c'è forse una speranza e si chiama Alhena De Lancey.
Alhena era una bambina timida e spensierata che viveva in una bellissima casa insieme ai suoi genitori e ai suoi due fratelli. Una sera le fiamme inghiottirono tutto ciò che amava e che conosceva, tutto venne bruciato, compresa la sua famiglia e lei. Da allora ha cambiato identità e si è unita a un'organizzazione che combatte per la vita, la DHL. E' determinata a vendicare la morte della sua famiglia e per farlo è pronta a pagare ogni prezzo, anche perdere l'ultima briciola di umanità che le è rimasta. Lei, rinata dal fuoco, è diventata una Fenice e ora, nemmeno le fiamme dell'inferno potranno fermarla. Ma il destino è sempre in agguato e ha in serbo per lei molte sorprese che presto le faranno capire che i suoi ultimi dieci anni sono stati caratterizzati da un'infinità di segreti; il fato però, non è solo crudele e le donerà anche un raggio di sole che le dimostrerà che quella notte non ha perso tutto, che l'amore esiste ancora.
Copyright © 2015-2016 Audrey Nolan, tutti i diritti riservati all'autrice.
Cos'è per me il femminismo?
Il femminismo per me è un cancellino che elimina la distinzione sesso forte-sesso debole: noi donne non siamo deboli, non abbiamo bisogno di un principe azzurro che perennemente ci protegga rinchiudendoci in una campana di vetro; no, noi donne abbiamo carattere, abbiamo la forza di mettere al mondo delle nuove vite e di combattere per ciò che amiamo.
Il femminismo per me è la liberta di poter essere una moglie fedele e una madre presente ma al tempo stesso di essere una donna in carriera, rispettata per le sue abilità e con uno stipendio non inferiore ai suoi colleghi uomini.
Il femminismo per me è quindi un sinonimo di uguaglianza, perché non pretendo e soprattutto non voglio che noi donne diventiamo superiori agli uomini, non voglio che il mondo da maschilista diventi femminista; semplicemente voglio che io, prima di essere etichettata come "donna", venga definita come "essere umano" e come tale voglio godere dei diritti che ogni umano possiede.
Come la mia storia contribuisce all'iniziativa?
La mia storia non tratta in modo specifico del tema del femminismo, ma credo che la mia protagonista incarni alcune delle caratteristiche che secondo me dimostrano come le donne possono essere poste sullo stesso piano degli uomini. Infatti Alhena è un soldato, forte e determinato, è molto più brava dei suoi colleghi maschi e come ho detto sopra, di certo non può essere definita appartenente al "sesso debole". Lei è una combattente, una donna determinata a seguire i suoi obiettivi, pronta a fare dei sacrifici e sempre pronta a essere messa alla prova.
Alhena però non è solo questo: lei è anche una donna che in parte è ancora una bambina legata al dolore del suo passato, un dolore intenso che le ha causato dei danni sia fisici, sia psicologici, che le hanno lasciato cicatrici indelebili. Alhena quindi è anche una donna che soffre ma che cerca di non mostrare le sue cicatrici a chi le sta intorno; è una donna che come tante altre, combatte ogni giorno con i suoi demoni e allo stesso tempo combatte per il bene di chi ama.
Capitolo Extra, POV di Hacker
La guerra è finalmente terminata, Impero è stato sconfitto e la DHL smantellata. Le vittime sono state tante, molti soldati sono caduti con onore e altrettanti civili si sono sacrificati per seguire la nostra causa, per dare un futuro migliore ai propri figli. Un futuro che inizia da oggi con la prima riunione dell'Assemblea Governativa, il nuovo organo che gestirà gli Stati Uniti di Impero.
In questo momento sono nella stanza circolare che si trova esattamente sotto la cupola dell'enorme edificio denominato Sede Governativa e sto attendendo che tutti i membri dell'assemblea arrivino. Infatti, assieme ad altri soldati sono stata entrata a far parte del nuovo Servizio di Sicurezza diretto da Yoel, e in particolare io sono stata nominata responsabile della sicurezza informatica, ricevendo il diritto di partecipare all'assemblea.
Devo ammettere che mai in vita mia mi sarei aspettata di ricoprire un ruolo così prestigioso. Nonostante la DHL dichiarava che la sua politica fosse totalmente basata sull'equità, all'Isola Galleggiante era ben evidente che non fosse esattamente così, poiché se ripenso ai ruoli occupati dalle donne, mi accorgo che pochi erano di una certa importanza. I colonnelli, così come la maggior parte dei capitani, erano tutti uomini e per non parlare degli esperti informatici: se avessi dovuto scegliere una strada diversa da quella che prevedeva missioni direttamente sul campo, sarei dovuta andare a lavorare in uno dei tanti uffici dell'isola controllati in gran parte da dei supervisori del mio sesso opposto.
Riflettendoci bene, la DHL non era una società che inseguiva il principio dell'uguaglianza e infatti ricordo alla perfezione cosa accadde quando a solo tredici anni, mi inserii nel sistema informatico della capitale Olympia, mandando in crisi la città. Tutti furono talmente sconvolti dalle mie capacità di pirata informatico, che non volevano credere che fossi stata veramente io e mi accusarono di aver rubato l'idea a un mio collega. Aver rubato l'idea...che assurdità! Come può un hacker rubare un'idea a un altro pirata? Avrei voluto ridere in faccia al mio superiore quel giorno ma riuscii a trattenermi per mia fortuna, altrimenti mi sarebbe aspettata una bella punizione.
Comunque sia, alla fine anche i più scettici si arresero all'evidenza che ero stata io a introdurmi nel sistema di Impero e mi premiarono concedendomi l'opportunità di diventare uno di quei pochi informatici che lavoravano direttamente sul campo. I miei colleghi del sesso opposto si arrabbiarono molto e non persero tempo a deridermi o farmi sentire esclusa, anche perché in quegli anni ero solo una ragazzina tredicenne piena di brufoli e decisamente introversa. Trascorrevo il mio tempo libero a trovare nuovi metodi per infiltrarmi nei server di diversi computer, non avevo amici con cui parlare o distrarmi dagli intensi allenamenti che scandivano le mie giornate; praticamente ero una bambina sola, esclusa e anche molto triste.
Tutto questo per mia fortuna non durò per troppo tempo perché feci la conoscenza di una ragazza che mi cambiò la vita e che mi dimostrò come farmi valere: sto parlando del capitano Fenice, della mia amica Alhena, che in questo momento è finalmente felice nella sua isola con il suo principe.
Era una giornata di sole e mi trovavo nella piazza principale dell'Isola Galleggiante, dove si svolgevano tutte le manifestazioni tra cui la Cerimonia dei Gradi, lei era in compagnia di un altro ragazzo che in seguito scoprii chiamarsi Pantera, stavano ridendo seduti all'ombra della statua raffigurante il Generale Bane e non era la prima volta che li vedevo in quel posto. Li osservavo da distante, seduta in una panchina in uno spiazzo che offriva riparo dai raggi caldi estivi, mentre lavoravo con il mio inseparabile computer. A un certo punto però, tre ragazzi comparvero di fronte a me: erano dei miei compagni di corso, in particolare quelli che mi odiavano a causa della mia promozione e che per questo non perdevano mai occasione per importunarmi. Anche quel giorno lo fecero, iniziando a insultarmi e afferrarmi per un braccio per costringermi a dargli la panchina. Timida com'ero, non ebbi la forza di reagire ma la ebbe qualcun altro per me.
-Vi sentite tanto forti vero? Vi sentite forti a prendervela con qualcuno più debole di voi, con qualcuno che non reagisce, che non combatte. Ma come vi sentireste se ora cominciassi io, prendere di mira voi imbecilli?- disse Alhena, intervenendo per difendermi e a quel punto i miei tre aggressori scapparono. –Codardi!- urlò lei. –Che razza di idioti...- sospirò per poi puntare i suoi occhi su di me e regalarmi un sorriso rassicurante. –Stai bene?-
-Sì...- risposi intimidita, alzandomi dalla panchina e raccogliendo il computer che mi avevano gettato a terra. –Ti ringrazio per l'aiuto.-
-Non devi permettere a nessuno di metterti i piedi in testa.- mi disse.
-Ma loro erano tre ragazzi, cosa potevo fare io sono solo un'informatica troppo timida per...-
-Per cosa?- mi bloccò lei. –Per reagire? Per difenderti? Per combattere?-
-Ma sono una ragazza...- dichiarai abbassando il capo intimorita.
-Sei una ragazza e allora?- ?- cominciò a sgridarmi e poi mi disse delle parole che mi cambiarono la vita. –Anch'io sono una ragazza e questo non vuol dire che siamo deboli. Devo ricordarti chi era Johanna, capitano della squadra ottanio? Lei è stata uno dei migliori colonnelli della DHL, intelligente, astuta, una stratega eccezionale ed era una donna!- dichiarò orgogliosa. –E sai perché tutti ricordano il suo nome e le sue abilità? Perché lei non ha avuto paura di imporsi, di dimostrare che le sue idee e le sue intuizioni erano corrette. Perché lei ha reagito quando qualcuno gli diceva che non poteva fare qualcosa, che era troppo giovane per diventare colonnello e che era solo una donna. Johanna ha insegnato a tutti che non importa chi tu sia, se donna o uomo, se giovane o vecchio, perché hai gli stessi diritti di ogni altra persona. Hai il diritto di essere rispettata per ciò che sei e per ciò che fai, e perciò devi reagire se qualcuno vuole toglierti questo diritto. Reagisci e combatti per quello in cui credi e per ciò che sei.- concluse il suo discorso e le sue parole vennero scritte nella mia mente con un pennarello indelebile.
Da quel giorno, da quell'esatto momento, decisi di reagire e di combattere.
Gradualmente mi trasformai: la bambina introversa che ero, lasciò il posto alla donna decisa e fiera che sono oggi, alla ragazza che ride davanti ai bulli che si atteggiano da uomini forti quando in realtà sono bambini deboli. Oggi, dopo cinque anni da quel giorno, non ho più paura di combattere per ciò in cui credo e di essere ciò che sono, sono orgogliosa dei miei progressi e questo lo devo tutto ad Alhena, la donna che mi aprì gli occhi.