Ogni scommessa, ha le sue con...

By Hermione-Malfoy

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E se Draco Lucius Malfoy lanciasse una scommessa ad Hermione Jane Granger? E se Hermione Jane Granger accett... More

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Rivelazioni

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By Hermione-Malfoy

12.Capitolo
Rivelazioni

Si trovavano nell'Ufficio del vecchio preside ormai da un po'.

Hermione Granger era seduta tra Draco Malfoy e Ron Weasley. Di Harry Potter nessuna traccia.
Le mani del biondo Serpeverde e della mora Grifondoro, si erano separate non appena avevano oltrepassato la porta della grande stanza.
Albus Silente continuava ad andare su e giù, percorrendo con corte e brevi falcate la lunghezza dell'ufficio.

«Signorina Granger, Signor Weasley-mormorò, rivolgendosi ai due ragazzi-la situazione è critica»

I due Grifondoro si scambiarono una rapida occhiata, prima di puntare lo sguardo sul vecchio mago.
Alto, magro e segnato dai segni dell'età ormai avanzata, Silente si toccò con le mani rugose la barba, talmente lunga che - insieme ai capelli argentati - teneva infilata nella cintura. Indossava abiti lunghi, un mantello color giada che ad ogni suo passo strusciava per terra.

«Dov'è Harry?»chiese Ron, facendosi di coraggio.
«In questo momento il Signor Potter è in compagnia del professor Browning»rispose, guardando da dietro gli occhiali a mezza luna il ragazzo dai capelli rossi.

Per qualche secondo nella grande stanza regnò il silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri.

Draco Lucius Malfoy si guardava intorno, infastidito dal fatto che il preside non avesse fatto il suo nome, mentre nella sua testa si materializzava l'immagine di qualche minuto prima.

Era entrato nell'ufficio del preside, mano nella mano, con la ragazza seduta al suo fianco.

Aveva stretto le sue dita nelle proprie, cercando di infonderle coraggio.

Perché anche se la Grifondoro si dimostrava forte agli occhi degli altri, la corazza di acciaio che si era costruita nel tempo lentamente si stava sgretolando, come una piccola clessidra formata da due recipienti di vetro, dove i piccoli sassolini di sabbia scorrono lenti, ma veloci.

Infondo questo è il tempo.

Il nemico più grande della vita.

Hermione Granger era colei che aveva il cuore ricco di cicatrici e il sorriso stampato negli occhi.

Aveva la capacità di emozionarsi per le piccole cose nonostante le delusioni e le avversità che le circondano.
Aveva la capacità di camminare sempre a testa alta e mai abbassarsi agli altri. Perchè come tu non sei superiore a nessuno. Nessuno è superiore a te.

Era in grado di soffrire in silenzio, di non farsi mangiare dalla gelosia delle persona che la circondavano. Era in grado di vivere.

E non c'è nulla di più bello al mondo dell'alzarsi ogni mattina con le labbra piegate all'insù, per affrontare la giornata che ci si presenta davanti agli occhi con il volto illuminato dal sorriso.

Tuttavia, la gabbia di cui per anni si era munita, ora si era aperta. E lei si trovava da sola, davanti a un mondo dal quale per anni si era nascosta, rifugiandosi nella penombra di se stessa.

«Come mai ci ha chiesto di raggiungerla?»chiese la ragazza in questione, spostandosi una ciocca di capelli ribelle, dietro l'orecchio.
«Adesso arrivo al punto, Signorina Granger»le sorrise gentile il mago, sedendosi dietro l'enorme scrivania.
I suoi occhi azzurro chiaro, luminosi e scintillanti si puntarono su Fanny, la sua fedelissima fenice, la quale sonnecchiava tranquilla sul trespolo di legno dov'era poggiata.

«Come ho detto prima la situazione è critica-riprese-Bellatrix è tornata in vita, e i Mangiamorte fedeli all'Oscuro Signore hanno fatto si che il Marchio Nero tornasse ad illuminare i cieli del mondo magico, uccidendo l'anima innocente di un bambino. Tempo fa ho spiegato al Signor Potter qualcosa che ora spiegherò anche a voi. Tom Riddle era più furbo di qualsiasi altro mago abbia mai conosciuto. Il Castello fu fondato da quattro maghi molto potenti: Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso, Priscilla Corvonero e Salazar Serpeverde. Tra questi quattro fondatori nacquero dei disaccordi, se cosi possiamo chiamarli...-mormorò pensieroso-...ognuno voleva selezionare i suoi allievi in base a delle caratteristiche precise, e cosi nacquero anche le quattro case: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Salazar Serpeverde, teneva conto della differenza tra purosangue e mezzosangue, e cosi a sua volta senza dire nulla agli altri tre maghi costruì la camera dei segreti. Tra i quattro fondatori, però, non si crearono solo dei disaccordi, ma si creò una guerra in cui Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso, Priscilla Corvonero e Salazar Serpeverde si uccisero a vicenda. Il loro sangue si mischio, dando vita a un talismano»concluse.

«Che cosa è successo al talismano?»chiese subito Malfoy.

«Oh be'...-borbottò, passandosi la lingua sulle labbra asciutte-...il talismano è divenuto il nono Horcrux»rispose poi, tranquillo.

Quella notizia lasciò i tre ragazzi sconvolti.

Le loro bocche lentamente presero la forma di una "o". I loro occhi si dispersero per l'ufficio, mentre nelle loro menti l'idea di cui - in particolar modo Ron e Hermione - nemmeno sapevano l'esistenza, si materializzava con una velocità quasi disarmante.
«Vuole dire che...?»iniziò Ron.
«Voglio dire che...-sospirò il preside, interrompendolo-..la guerra non è ancora finita».
Il tono di voce con cui aveva pronunciato quelle poche parole era pesante, grave e stanco.

Passò a rassegna con lo sguardo i dipinti dei presidi che lo avevano preceduto. Soffermandosi di più sulla figura di Phineas Nigellus Black, e Armando Dippet.

Quella era la verità.

La guerra non era mai finita, la luce non aveva ancora illuminato il buio.
La vita è fatta di scelte.
Bello o brutto.
Buono o cattivo.
Basso o alto...
Il bene ed il male, però, rimangono le scelte più importanti. Sono frutto delle nostre invenzioni, perché se ci pensiamo non esistono in senso assoluto. Alcune persone fanno azioni che in automatico vengono smistate nella categoria "male", soltanto perché vanno oltre alla semplice vita quotidiana.
Ma se una persona è normale nella propria anormalità? Allora deve essere condannata? Soltanto perché non rispetta le regole che la società perfetta approva?

La normalità è semplicemente una galera senza senso.

E loro stavano vivendo rinchiusi in quella galera ormai da anni, e quando pensavano di aver trovato la chiava delle sbarre che li teneva prigionieri, ecco che il buio li avvolgeva,facendoli cadere nei meandri del ricordo.

«Signore, cosa sta facendo Harry con il professor Browning?»mormorò Hermione, preoccupata.
Il vecchio preside la guardò tacitamente.
«Penso che di questo ve ne debba parlare il vostro amico»rispose infine.

Il silenzio tornò a regnare all'interno della stanza, rotto solo dai respiri pesanti dei tre ragazzi, e dai pensieri incessanti di Albus Silente.

«Ragazzi-riprese quest'ultimo-se vi ho messo al corrente di questa notizia, c'è un motivo...-si alzò, passandosi le mani sul vestito color giada-del talismano oggi non vi è alcuna traccia, ma esiste un sigillo, che anche solo pronunciare il suo nome per intero è sinonimo di morte...-si fermò per qualche secondo, intanto che Hermione Granger e Draco Malfoy si scambiavano un'occhiata complice-...molti maghi di quell'epoca, pensavano che il sigillo e il talismano fossero un'unica cosa, che si fossero fusi per mano di magia oscura molto potente. Per mano di qualcuno che andava oltre allo stesso Voldemort...»finì.

«Ma professore, vuole dire che esiste qualcuno più pericoloso... del Signore Oscuro?»domandò tremante la giovane Grifondoro.

«Oh Signorina Granger, sono tanti i segreti che il mondo magico tiene celati, ma ancora non è arrivato il momento di rivelarli. Per sette anni, lei, il Signor Weasley e il Signor Potter vi siete intromessi in problemi che andavano oltre la vostra tenera età, uscendo da ogni battaglia vincitori. Ora sono io stesso che chiedo il vostro aiuto, sperando che voi siate concessi a concedermelo. Sarò sincero, la guerra che andremo a combattere sarà qualcosa di talmente forte da portare morte e distruzioni. Ma noi saremmo ancora più forti di lei, e attenderemo di combatterla con ansia, e fame di vendetta»concluse, accarezzando la fenice Fanny.

«Ora potete andare. Tranne lei Signor Malfoy...».

Draco si guardò attorno intanto che i due Grifondoro, ancora scossi dalle notizie appena date si allontanavano dall'ufficio.
Prima di chiudersi l'enorme portone alle spalle, Hermione Jane Granger incrociò gli occhi del giovane Serpeverde, leggendo nel suo sguardo qualcosa di simile alla lussuria, e al desiderio più peccaminoso.
Quando rimasero da soli, per qualche secondo, tra il giovane Serpeverde e l'ex Grifondoro regnò il silenzio.

Il biondo era agitato, anche se curioso di sapere cosa avesse da dirli il vecchio mago.

«Draco Malfoy...-mormorò Silente dopo qualche minuto, perso nei suoi pensieri-mi ha sempre incuriosito questa particolarità della tua famiglia. I vostri nomi fanno riferimento all'astronomia...»alzò lo sguardo verso l'alto, puntandolo sulle enormi vetrate che ricoprivano la parete della stanza.

Il Serpeverde lo guardava, confuso, chiedendosi se quello che doveva essere il preside di Hogwarts non fosse caduto, e avesse preso una brutta botta alla testa.

«Ma ora bando alle ciance-continuò quello, facendo finta di non notare lo sguardo gelido e ricco di odio del giovane mago-ho una cosa molto importante da dirti. E tu-lo guardò da sopra gli occhiali a mezza luna-una volta uscito da questa stanza, dovrai giurarmi di non riferire a nessuno, quello di cui ora io ti metterò al corrente»finì.
Il tono di voce calmo e autoritario di poco prima, si era trasformato in un tono di voce minaccioso, dietro il quale si nascondeva una nota - a malapena udibile - di paura.

Il ragazzo lo guardò annuendo, senza dare veramente importanza alle parole del mago.

«Allora- iniziò a dire quest'ultimo. Si alzò da dietro l'enorme scrivania, e riprese a camminare per l'ufficio. Le mani incrociate dietro la schiena-come dicevo prima, tra i quattro maghi nacque una vera guerra, durante la quale Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso, Priscilla Corvonero e Salazar Serpeverde si uccisero. La magia scatenata dai loro incantesimi, fu talmente forte da creare questo talismano, forgiato dal loro stesso sangue...».
«Senta...»lo interruppe Draco, ma il preside non gli diede modo di continuare, e andò avanti con il suo racconto.

«Con la nascita del talismano, però, si venne a creare qualcosa che andava oltre la magia stessa. Oltre il potere del Signore Oscuro... Si creò un rapporto fra Custode e Protetto»concluse, lo sguardo perso nel vuoto più assoluto.

«Custode e Protetto?»domandò Draco, interessato dalle parole del vecchio preside.
Quest'ultimo annuì, puntando i suoi occhi azzurri in quelli color tempesta del ragazzo.

«Il mondo della magia, non è soltanto quello formato da bacchette e Castelli incantati, da bene e male-rispose-ci sono cose che non si vedono, ma che possiedono un potere immenso. Per proteggere Hogwarts, nel 993 d.C, con la nascita del talismano, la magia stessa creò un custode. Diciassette anni fa, quando il male scomparve da occhi indiscreti, sconfitto da un bambino di nome Harry Potter, quest'ultimo divenne il Protetto»finì, continuando a camminare.

«E io... Che compito ho io in tutto
questo?»chiese ancora il Serpeverde, che dopo il discorso del preside era ancora più confuso rispetto a quanto lo potesse essere qualche minuto prima.

«Sono passati oltre mille anni da quando i fondatori del Castello si uccisero. Diciassette anni fa Harry Potter divenne il Protetto, oggi diciassette anni più tardi, Draco Malfoy, tu diventi il Custode».

***

«Ripetimi il sogno...»mormorò l'Auror Matthews Browning, al bambino sopravvissuto.
«Gliel'ho detto-scosse il capo esausto quest'ultimo-mi trovavo in una stanza buia e fredda. Ero nel centro della stanza, e intorno a me non c'era nulla.
Nel sogno avevo capito che c'era qualcosa di strano, tutto quel buio...-chiuse gli occhi, prima di riprendere-dopo un po' si sono accese le torce attaccate alle pareti, e ho iniziato a sentire freddo. Un freddo gelido, che non avevo mai sentito prima. Si sono sentiti dei rumori, e poi delle urla.
Davanti a me c'erano delle persone vestite di nero, anche il loro viso era completamente nero. Ho provato ad usare la magia, ma questa era come... bloccata. E dopo...-prese un respiro prima di proseguire-dopo ho sentito la sua voce»concluse.

«Cosa ti ha detto?»chiese il professore.
«Ha detto qualcosa riguardo il modo in cui vorrebbe vendicarsi, per poi aggiungere che mi avrebbe fatto vivere con il continuo pensiero di una nuova guerra, per, alla fine, sconfiggermi».
«E dopo?».
«Dopo... Le torce si sono spente, gli uomini sono spariti e le urla sono riprese. E io... Ho sentito il dolore, un dolore atroce invadere ogni mio osso, ogni mio muscolo».

Per qualche secondo nella piccola aula in cui erano chiusi, regnò il silenzio, rotto subito dopo dalla voce sicura di Matthews Browning.

«Silente mi ha detto che hai già avuto un sogno simile...»

Il bambino sopravvissuto annuì in risposta.«Durante il quinto anno ho sognato che il Signor Weasley veniva aggredito da Nagini, il...».
«Serpente di Voldemort»finì per lui l'Auror.

Lo sguardo di quest'ultimo era duro, segnato dal disprezzo che provava verso il mostro. La bestia che per anni aveva tormentato l'intero mondo magico.

«Signore...»iniziò a dire Harry, ma venne interrotto dal professore.

«Chiamami Mattwhes e dammi del tu, non sono tanto più vecchio di te».
Il giovane mago annuì, riprendendo a parlare.
«Mattwhes... Cosa sta succedendo?»chiese.
«Caro Harry Potter, vorrei tanto saperlo anche io»sospirò quello in risposta.

Si guardarono a lungo. Occhi negli occhi.
Sui loro sguardi si poteva leggere paura, odio, rabbia, terrore.

«Prima, vi ho sentito parlare di un sigillo...».
«Il magicae sigillum»lo interruppe l'Auor.
Il bambino sopravvissuto annuì in conferma.
«Non so dirti molto a riguardo, ma è pericoloso. È intriso della magia oscura più potente-sospirò-il compito del sigillo è quello di riportare in vita una persona, a patto che qualcuno venga sacrificato. Ricorda Harry, nessuno fa qualcosa se in cambio non ottiene niente».
«C'è una leggenda-continuò a parlare-secondo la quale in passato c'era un ragazzo, la cui anima era ricoperta dalla magia più brutta di tutte. Quella del diavolo. Nessuno conosceva il nome di questo ragazzo, ma dal giorno in cui si scoprì che aveva venduto la propria anima al diavolo, a condizione che rubasse le anime a tutte le persone a lui care e vicine, iniziò ad essere soprannominato Thief, ladro».

Harry Potter ascoltava le parole del professore con sguardo attento, spinto dalla curiosità di scoprire nuove cose, e dalla voglia di vendicarsi che ardeva ogni minima cellula del suo organismo.

Voleva distruggerlo. Voleva annientare Voldemort una volta per tutte. Renderlo il nulla sotto le sue mani.
Renderlo polvere sotto il tocco della sua bacchetta.

Quella che stava vivendo lui, insieme a tutti i maghi e a tutte le streghe, appartenenti al mondo magico e non, era una battaglia che durava da anni.

Ma anche la guerra più terribile, prima o poi fine dovrà raggiungere la sua fine.

«E riguardo il velo? Cosa puoi dirmi riguardo questo?»domandò quest'ultimo, ancora, cercando di trovare una risposta a tutte le sue innumerevoli domande.

A quelle parole lo sguardo del giovane Auror cambiò notevolmente.
Da preoccupato era passato ad arrabbiato, furioso, rosso d'ira, per poi ritornare ad essere preoccupato.

«Il velo...-mormorò a se stesso il professor Browning, perso nei propri pensieri-il velo può forse essere definito come una delle cose più pericolose appartenenti all'intero mondo magico-iniziò a camminare, riempiendo con enormi falcate la circonferenza della stanza in cui si erano rinchiusi-tutti conoscono la tua storia, Harry Potter. Tutti sanno chi sei, cosa hai vissuto da quando sei nato, cosa hai fatto insieme ai tuoi amici da quando ad undici anni hai iniziato a frequentare questo Castello, e a scoprire i segreti che si celano dietro le sue enormi pareti-si fermò, puntando i suoi occhi in quelli del ragazzo-conoscevo i tuoi genitori Harry, Lily e James, conoscevo anche il tuo padrino, e so com'è morto».

Sentendo il nome delle persone che lo avevano messo al mondo, e di colui che anche se in breve tempo era diventato un po' come un secondo padre, sentì gli occhi riempirsi di lacrime.

Gli mancavano.

Avvolte pensava a come sarebbe stato se i suoi genitori non sarebbero stati uccisi per mano del mostro. Pensava a cosa avrebbe potuto provare crescendo con un padre è una madre che tenevano veramente a lui.

Magari a quest'ora sarebbero stati tutti e tre insieme nella loro modesta casa.
Sua madre occupata a cucinare, mentre l'odore di buono si diffondeva per le pareti della piccola, ma accogliente abitazione. Lui, invece, intento a scambiare qualche parola con il padre, aspettando che la cena fosse pronta, e aiutato dalla sua famiglia a decidere cosa farne del proprio futuro.
Dopo cena sarebbe arrivato Sirius, e tra qualche stupida battuta, e qualche allegra risata, si sarebbe sentito amato, felice di essere nato.

Ma tutto quello era impossibile. Era solo un desiderio, un sogno che non avrebbe mai preso vita.

«Sirius Black è caduto nel velo-riprese l'Auror-quello stesso velo posseduto nella stanza dei misteri...».
«Sentivo delle voci-lo interruppe il giovane mago-dietro il velo, sentivo delle voci».
Il nuovo professore non rimase sorpreso da quelle parole. Era un cosa normale, d'altronde.
«Dietro il velo c'è la morte, Harry, quelle pura. Le voci che hai sentito erano di persone defunte, persone a te care...»lasciò la frase in sospeso, lasciando che il Grifondoro capisse da solo quello che stava cercando di dirli.

«Vuoi dire...-sospirò-vuoi dire che le voci che sentivo erano dei miei genitori?»chiese infine.
«Esattamente. È un po' come con i Thestral, solo chi ha perso qualcuno, riesce a sentire i sussurri.-spiegò-Vedi, come già detto dietro il velo si nasconde la morte, le anime delle persone morte in terra, ma quando Sirius è caduto nel velo era ancora vivo. È rimasto bloccato in un limbo senza uscita, senza via di fuga. Sirius Black è imprigionato dentro se stesso»concluse.
«Ciò vuol dire che Sirius...-iniziò a dire il famoso bambino sopravvissuto-..che Sirius è ancora in vita?»mormorò, la voce spezzata da un emozione che tutto voleva tranne che ritenere falsa.

Il professore lo guardò, non volendo darli false speranze.
«Non so dirti se Sirius è ancora in vita. So solo che nel velo finiscono le persone già morte, mentre quelle non morte rimangono imprigionati in un vortice con se stesse».
«Ma c'è qualche possibilità che lui sia vivo? Una volta ho chiesto a Nick quasi senza testa come mai fosse morto, ma in qualche modo fosse ancora qua con noi...»borbottò il Grifondoro, ricordando la conversazione avuto con il fantasma qualche anno prima.
«Cosa ti ha risposto?»domandò l'Auror.
«Mi ha risposto che hai maghi è possibile lasciare un'impronta sulla terra, così che una volta morti, la loro anima possa continuare a percorrere le stesse strade calpestate in vita. Ma che solo in pochi scelgono di farlo. Mi ha detto che Sirius era andato avanti. Che vuol dire?»

Il professor Matthews Browning sospirò prima di rispondere.
«Come già detto, Sirius non è morto. Non è né di qua né di là. È bloccato in se stesso... È una cosa difficile da spiegare...».

«Come si fa?-si alzò di scatto Harry-come si fa a farlo tornare in vita?».
L'Auror si maledisse mentalmente per aver parlato troppo prima di rispondere.
«Harry, non si può. Per farlo c'è bisogno della magia oscura più potente...».
Gli occhi del giovane mago sembravano bruciare. Li sentiva ardere dalla voglia di sfogarsi, di urlare al mondo che il suo padrino era ancora vivo, che non era morto, che sarebbe tornare e che sarebbero andati a vivere insieme, dopo tanto tempo, ma mentre il professore parlava, lui sentiva le sue forze abbandonarlo, e intanto, la speranza, lentamente lasciava il suo corpo.

«Si che si può! Ci deve essere un modo!»urlò, accasciandosi sul pavimento freddo.

«Harry, il Magicae Sigillum si collega al velo, per far uscire Sirius dal vortice in cui si trova, qualcuno deve sacrificarsi, e per farlo c'è bisogno della magia del demonio».

«Come ha fatto Bellatrix ha tornare in vita?».

«Questo non me lo so spiegare neanche io. So solo che Jacob Mackenzie è stato ucciso per essere una vittima sacrificale».

"Non si può cambiare il corso del destino" furono le ultime parole che udì prima che le sue guance venissero rigate da quelle lacrime che tanto avevano combattuto per uscire.

***
«Malfoy!-urlò Hermione, cercando di attirare l'attenzione del giovane Serpeverde-Malfoy!».

Quando finalmente il biondo si voltò nella sua direzione, la Grifondoro rilasciò un sospirò di sollievo, felice di non doverlo più rincorrere per i corridoi del Castello.
«Cosa vuoi, Granger?»domandò, brusco. Non avrebbe voluto usare quel tono con lei. Ma era ancora troppo scosso dopo le rivelazioni di cui lo aveva messo al corrente il vecchio e strambo preside.

Era una Custode. Un fottuto custode!
La cosa divertente di tutta quella storia era che il suo protetto altro non era che il famoso Harry Potter, una delle persone che più odiava al mondo.

Lui, Draco Malfoy, re dei Serpeverde, avrebbe dovuto proteggere il suo acerrimo nemico.

Che poi, come funzionava questa cosa... Si chiedeva, come faceva ad essere il custode di qualcuno.
Cosa doveva fare? Seguirlo? Starli dietro come se fosse un bambino?
Per lui Harry Potter sarebbe anche potuto morire, ma mai, sarebbe diventato il suo custode.
Era grande e grosso, poteva proteggersi benissimo da solo.
Scosse il capo a quei pensieri, rivolgendo là propria attenzione alla ragazza di fronte a lui, la quale lo guardava incuriosita.

«Cosa ti ha detto Silente?»domandò la Granger, subito.

E ora? Che doveva fare? Doveva dirglielo? Si chiese mentalmente il ragazzo, ricordandosi della promessa che aveva fatto al vecchio mago.

Alla fine decise di non dirle niente, conoscendola sarebbe subito andata a fare qualche stupida e inutile ricerca.

«Nulla di importante»rispose quindi, passandosi una mano tra i capelli disordinati.

Hermione lo guardò non del tutto convinta, ma per una volta volle crederli, e fu per questo che non aggiunse altro.

«Dobbiamo parlare»disse invece, afferrandolo per un polso.

A quel contatto, quando le loro carni si toccarono, quando la mano di lei strinse in una debole, ma allo stesso tempo forte presa il polso di lui, Draco si sentì improvvisamente bene, nulla più problemi, nulla più pensieri.
Solo lui e lei. Lei e lui.

Il Serpeverde e la Grifondoro.

Ma quel momento non durò a lungo, perché presto lui si fermò, liberandosi dalla presa di lei.

«Dove stiamo andando?»chiese, costringendola a voltarsi verso di sé.
«Non lo so. Lontano da occhi indiscreti»rispose rigida, offesa dalla reazione che aveva avuto il biondo pochi minuti prima.
Quest'ultimo non ci fece caso, e iniziò a camminare nella direzione opposta.
Quando notò, però, che la so-tutto-io di Hogwarts non lo stava seguendo, ma rimaneva immobile a fissarlo, dovette fermarsi e tornare indietro.
«Allora, vieni o no?»domandò retorico, sapendo già la risposta.
Lei annuì e insieme raggiunsero la Torre di Astronomia.

«Di cosa mi volevi parlare?»chiese Malfoy, sedendosi sul freddo pavimento della torre e accendendosi una sigaretta.
Hermione gli lanciò un'occhiataccia, ricordando quello che era successo l'ultima volta che lo aveva visto fumare.

«Lo hai sentito il preside, no?»disse, fissandolo negli occhi.
Draco annuì, aspirando il fumo che subito invase i suoi polmoni.
«Ha parlato di un sigillo, e ha detto che anche solo pronunciare il suo nome è sinonimo di morte...-continuò a parlare lei-intendeva il Magicae Sigillum»mormorò, con la sua solita area da saputella.
«Questo lo avevo intuito anche io»borbottò lui, rilasciando andare il fumo, quest'ultimo creò una piccola nuvoletta bianca intorno al suo volto che scomparve qualche secondo più tardi.

«Si, ma ha detto anche che molti maghi di quell'epoca, pensavano che il sigillo e il talismano fossero un'unica cosa, che si fossero fusi a causa della magia oscura, provocata da qualcuno che andava oltre Voldemort...».

«Secondo te esiste qualcuno ancora più stronzo è brutto di Voldemort?»cercò di alleggerire la tensione che lentamente si era venuta a creare, Draco, ma con scarsi risultati.

«Può essere»sussurrò lei, seria, persa nei suoi pensieri.
«Il vecchio ha detto che il talismano è divenuto il nono Horcrux».
Per alcuni secondi tra i due regnò il silenzio, Hermione si era seduta accanto a Draco, la teste le faceva male dopo tutte le cose che aveva scoperto in meno di ventiquattro ore.

«Già-mormorò stanca-e se le parole di Silente sono vere, quell'Horcrux deve essere il più potente, composto dal sangue dei quattro fondatori del Castello...».

«Sono stanca-aggiunse dopo un po', portandosi le ginocchia al petto e avvolgendole con le braccia-stanca di tutto questo, delle continue guerre, delle lotte, del bene, del male... Vorrei solo vivere una giornata normale, prendere una burrobirra e fare un giro per le vie di Hogsmead in tranquillità, senza la continua paura che da un momento all'altro possa succedere qualcosa»sussurrò, più a sé stessa che al Serpeverde.

Quest'ultimo finì la sua sigaretta senza dire nulla, ripensando a quello che aveva appena detto la mora.

Stava per parlare, quando sentì un peso poggiarsi sulla sua spalla, abbassò il viso notando che la giovane Grifondoro si era addormentata.
Avrebbe potuto svegliarla, alzarsi a farla cadere, farle prendere uno spavento, ma non fece nulla di tutto questo, al contrario poggiò la propria testa su quella di lei, sperando che le braccia di Morfeo lo accogliessero al più presto.

«Ti prometto che presto vivrai la tua giornata normale»fu l'ultima cosa che disse prima di addormentarsi.

***
Intanto, lontano dal Castello e da Hogwarts, una donna incappucciata di nero, puntava il suo sguardo sui Mangiamorte davanti a sé.
Il suo volto era per metà illuminato dalla luce della luna, ma il suo nome rimaneva celato dietro i meandri del mistero.
Fermò il suo sguardo su una figura poco lontana da lei.
«È pronto?»domandò.
La voce rauca e decisa.
«Per la notte di Natale il Signore Oscuro sarà di nuovo tra di noi»rispose quello, rivolgendole un mezzo sorriso.

***
Ciao ragazze!!! È passato più di un mese dall'ultima volta che ho aggiornato, e per questo vi chiedo scusa, ma in queste ultime settimane la scuola è stata abbastanza stressante, e il tempo per scrivere era poco. Avevo iniziato a scrivere il capitolo già da un po', ma non volevo pubblicarlo perché mi sembrava troppo breve, e così questa mattina mi sono armata di buona pazienza e l'ho concluso💪💪 spero comunque che vi sia piaciuto, fatemi sapere, un bacio😘😘

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