ASHER
Ogni goccia di sangue che cade è come una maledizione che viene lanciata. Ogni volta che ho bevuto il sangue di Neide le mie labbra si sono macchiate di peccato.
Ho sempre creduto che nessuno potesse farmi sentire al sicuro, eppure mi sbagliavo, sì mi stavo solo illudendo. Non avrei mai creduto che una giovane ragazzina qualunque avrebbe avuto il potere e il coraggio di farmi tornare a provare sentimenti umani. Se lo avessero detto all'Asher di un anno fa si sarebbe messo a ridere in faccia, mentre quello che è diventato ora... è totalmente diverso. Ha uno scopo nella sua esistenza. Ecco perché farò qualsiasi cosa per tenerla al sicuro, non mi comporterò più da egoista quale ero un tempo. Non importa se ai miei fratelli creerà problemi, non mi separerò mai più da lei per nulla al mondo, dovesse anche andare a fuoco l'intero Sistema Solare.
Neide è sdraiata sul letto, mentre io sono seduto su una sedia accanto a lei. Non posso fare a meno di contemplare la sua innocenza. È così pura.
Ad un certo punto le si formano le fossette sulle guance, così capisco che ormai è sveglia. Neide inizia a stropicciarsi gli occhi e fa un silenzioso sbadiglio, per poi mettersi seduta con le coperte che le coprono tutto il bel vedere.
«Buongiorno, splendore.»
Il suo sguardo scivola su di me, caldo e compiaciuto. «'Giorno» mormora, con voce assonnata. «Quanto ho dormito?»
«Non molto, solo qualche ora.» Lei sgrana gli occhi, facendo un'espressione tipo: be'-questo-non-me-l'immaginavo; poi cerca di nascondere lo stupore buttandosi indietro e sprofondando tra i cuscini.
Mi alzo di scatto dalla sedia e prima che possa rendersene conto sono accanto a lei,sul letto. L'ho desiderata per così tanto tempo che adesso mi sembra un sogno. L'enorme voragine che si è andata a formare quando avevo saputo che l'avevo persa è inspiegabile. Mi sono sempre preoccupato solo di me stesso, ho preso vite di giovani donne senza curarmi di chi facevo soffrire, chi avrebbe potuto piangerle. Ma ora tutto è cambiato, io sono cambiato. Solo quando ho rischiato di perderla per sempre ho capito quello che per anni mi sono rifiutato di sentire: il dolore.
«Ti amo» le sussurro, avvicinandomi al suo orecchio.
Neide si scopre la testa e mi fissa con i suoi occhioni da cerbiatta che mi sorridono. Conserverò quest'immagine per sempre, fino alla fine dei miei giorni.
Improvvisamente le sue iridi diventano più grandi e... lucide. Sta iniziando a piangere. Gira il viso dall'altra parte per non farsi vedere da me, portandosi una mano all'altezza degli occhi, iniziando a stropicciarli.
«Ehi, ehi. E ora che ti succede?» le domando, avvinghiandomi su di lei per abbracciarla e farla aderire a me.
Ny continua a singhiozzare, fino a stringere talmente tanto forte il diaframma da non riuscire quasi più a prendere l'aria.
«Ti prego, smettila di piangere. Ora è tutto finito, sei al sicuro con me.»
«Non sarò mai al sicuro! Forse era meglio se non fossi mai venuta a casa vostra, era meglio che non fossi mai nata...»
Non ci riesco, non posso sentire una sola parola di più. Come può non vedere che cosa rappresenta lei per me? Senza di lei io sono perduto, ora che l'ho finalmente ritrovata non riesco ad immaginare un mondo senza di lei.
Le prendo il viso tra le mani e la bacio, dapprima con esitazione, poi non appena constato che non si oppone inizio ad andare molto più a fondo, asciugandole con i polpastrelli le lacrime che che continuano a scenderle sulle gote.
«Ascoltami, Neide Di Fazio. Giuro sul tuo Dio, nel quale hai tanta fede, che io non mi separerò mai più da te perché ti amo. Hai capito?» Lei annuisce timidamente, arrossendo.
«Perdonami, sono stata troppo egoista» mormora, con voce strozzata.
Scuoto la testa. «Non importa, mi basta che tu abbia capito che per me sei importante.»
«Sei la persona che amo di più al mondo, Ash» mi dice, con la voce tornata finalmente melodica e tranquilla.
«E tu sei la mia.»
Neide si accoccola appena sotto il mio mento, cercando un contatto fisico che le è stato privato per troppo tempo da quando l'avevano rapita. Il suo respiro è finalmente tornato regolare. Ora non me la sento proprio di privarla dell'unica cosa di cui ha bisogno: me.
†
NEIDE
I raggi del sole cercano di entrare dalle tende della finestra. Mi stropiccio gli occhi e metto a fuoco la stanza. Mi ero addormentata un'altra volta. Fantastico. Mi giro sul fianco per tirarmi su, ma vengo invasa da una strana sensazione di vuoto.
Mi rigiro nel letto: Asher non c'è.
A piedi nudi mi avvio verso la porta. Ho bisogno di Asher.
Quando provo ad aprire la porta e mi accorgo che non si apre mi ritornano alla mente le immagini di quando ero rinchiusa. Non riesco a respirare, mi manca totalmente il respiro. Una scia di brividi pervade il mio corpo e la mia fronte inizia a sudare freddo.
Inizio ad urlare e mi rannicchio contro il letto, portandomi in posizione fetale.
Improvvisamente la porta si apre ed entra Drake con aria seriamente preoccupata.
«Ehi, bimba che hai fatto?» mi domanda, inginocchiandosi accanto a me.
«N-non riuscivo ad aprire la porta» gli rispondo a fatica, cercando di tranquillizzarmi.
Drake fa un lungo sospiro e mi porge una mano. Provo a rialzarmi per mettermi seduta sul letto. «Non ti preoccupare, ci sono io, ora» mi rassicura.
«Grazie, Drake. Dov'è Asher?»
«E' uscito, ma sarà di ritorno a breve. Ti serve qualcosa?»
Scuoto la testa, scrutando il viso. È bello, virile, con gli zigomi non troppo alti e il viso magro, rettangolare, con una fossetta sul mento. Sembra acconciato e tinto per una notte in discoteca. Passandomi una mano su un braccio, Drake mi fa trasalire. Così mi accorgo di averlo fissato troppo a lungo.
«Neide! Drake!» chiama Asher, con voce tagliente. Io e Drake ci giriamo di scatto. Asher è sul balconcino con le mani e la bocca sporche di sangue. Sembrava sinceramente arrabbiato.
«Ash! Che cosa ti è successo?» gli domando, alzandomi dal letto e andandogli incontro.
«Sono stato a caccia. Non è mio questo sangue», sentirglielo dire mi rassicura molto. Almeno per nutrirsi non ha dovuto bere il mio sangue. A quel pensiero, abbozzo un sorriso. Asher inarca un sopracciglio. «Ed ora perché ridi?»
Scuoto la testa. «Nulla.»
«Be', vedo che ora stai meglio. Me ne posso anche andare, allora» annuncia Drake, alzandosi da terra.
«Perché, che cosa ti era successo?» Asher sembra seriamente preoccupato, anche se non è solo preoccupazione che vedo nel suo viso. C'è anche rabbia, ma per quale motivo? Se non fosse stato per Drake, a quest'ora starei molto peggio.
«Che cosa ti è successo durante la mia assenza?» chiede di nuovo Asher, tenendomi per le braccia come se temesse che cadessi.
«Mi è venuto un attacco di panico, perché non riuscivo ad aprire la porta» taglio corto. Asher si lascia sfuggire un sospiro di esasperazione. Mi divincolo dall'abbraccio per potermi sentire nuovamente libera in maniera brusca, inizia a stressarmi. Sono in grado di reggermi anche da sola, non ho certo bisogno del baby-sitter.
«Cos'hai adesso?» mi domanda esasperato, allungando la mano nell'intento di toccarmi il braccio. Indietreggio.
«Ci ho pensato a fondo, Ash. Credo che sia giunto il momento che io me ne ritorni a casa, a Roma.» Il vampiro pare basito dalle parole che dico, quasi come se avessi detto una parolaccia.
«Ma non puoi andartene, non mi puoi abbandonare. Non ora che ti ho ritrovata» piagnucola.
Mi avvicino per accarezzargli il viso, dispiacendomi per la scelta così improvvisa. «Mi dispiace, ma non posso fare altrimenti. Da quando sono venuta a vivere con voi me ne sono successe di tutti i colori. La mia famiglia si è frantumata, non è rimasta nessuna traccia dei bei ricordi di quando ero solo una bambina!»
«Ma ci sono io» dice quasi in un sussurro.
Scuoto la testa. «Non mi basta più, ormai.»
«Che cosa vuoi, esattamente?»
«Dimenticarti. Non averti mai incontrato, ad essere onesta. Puoi farlo?» gli domando, lasciando scendere una lacrima.
«No» mi risponde secco.
«Se non hai il coraggio di farlo, prenderò il tuo posto» interviene una voce alle nostre spalle. Io e Asher ci giriamo all'unisono.
Steven.
«Che cosa ci fai tu qui?» ringhia Asher.
«Non credo siano affari tuoi» gli risponde il fratello, in maniera del tutto pacata.
«Non ti azzardare a toccarla!» lo minaccia Asher.
«Asher, adesso piantala!» gli urlo. Il vampiro si gira a guardarmi, con aria di rimpianto.
«Ny, ti prego... non abbandonarmi» mi dice, come se mi stesse pregando.
«No, oramai ho deciso. Addio, Ash» concludo, avanzando verso Steven.
Prendo la mano del giovane immortale, separandomi una volta per tutte da colui che ha rapito il mio cuore. Finalmente posso tornare alla normalità, spero.
L'ultimo ricordo è legato alle labbra di Steven che si poggiano sulle mie tempie e che mi sussurrano parole che hanno a che fare con dei dolci suoni rassicuranti.
«Ny!» sento chiamare, straziantemente.
Poi niente più. Il buio totale.
Continua...
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♡Angioletti,☆
eccoci giunti alla fine di quest'avventura. Spero che vi sia piaciuta e che vi siate divertiti mentre la leggevate. Vi avverto già che ci sarà un seguito, ma ancora non so quando inizierò a scriverlo, perciò pazientate, ve ne prego. Lasciate un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto e aggiungetemi tra i vostri follower, perché so dove abitate ☆♡
Un abbraccio, Marts :3