Tecniche di scrittura

By ThomasPesaro

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No, non sono un professore, un maestro e nemmeno uno studente, anche se amo leggere sempre, tutto e comunque... More

La Punteggiatura
Punteggiatura: il punto.
Punteggiatura: l'uso della virgola
Punteggiatura: uso della "," prima della congiunzione "e" - la Crusca risponde
Punteggiatura nel dialogo, 1
Punteggiatura nel dialogo, 2
La D eufonica, 1
La D eufonica, 2 (opera a parte)
L'uso degli accenti: grave e acuto
Mappa caratteri di Windows: accenti sulle vocali
C'è, ce n'è, ce ne
Le Maiuscole
Elisione e troncamento
Analisi logica
Uso degli avverbi nella scrittura
Predicato nominale
Predicato verbale
Verbi: condizionale
Verbi: congiuntivo
Verbi: imperfetto e passato prossimo - Come si usano
Verbi: sull'uso del passato remoto. La Crusca risponde
Verbi: trapassato remoto, come quando e perchè
Verbi: Consecutio Temporum, 1
Verbi: Consecutio Temporum, 2
Congiuntivo in calo, nessun dramma. La Crusca: la lingua è natura, si evolve
Scrittura unita e separata (cong.,avv., locuzioni avverbiali e preposizionali)
Dieci errori comuni da figuraccia
Scrivere una sinossi (prima ancora del romanzo)
Scrivere un romanzo fantasy, 1
Scrivere un thriller, 1
Scrivere un thriller, 2 - I consigli di Ian Fleming
Scrivere un romanzo storico, 1
Scrivere un romanzo storico, 2 (esempi famosi da seguire)
Scrivere un romanzo storico, intervista a Bernard Cornwell
Scrivere un horror, 1
Scrivere fantascienza, 1
Scrivere un giallo, 1
Scrivere un giallo, 2 - Regole e consigli per un "delitto perfetto"
Scrivere le emozioni, 1
Scrivere scene d'azione
Scrivere un combattimento, 1
Scrivere una scena erotica, 1
Scrivere una storia breve, 1
Scrivere una storia breve, 2
Scrittura in prima o terza persona?
Come Inventare un Personaggio di sana Pianta
Come Scrivere un Dialogo
Infodump, 1
L'importanza della backstory
Scrivere in prima persona, 1
Scrittura in prima persona: errori da evitare
Come gestire le storie in prima persona
Scrivere in seconda persona singolare al presente (SPSP)
Scrivere in seconda persona, esempi, come e perché
Scrivere un dialogo che funziona
Diciotto esempi perfetti per iniziare un libro
Come documentarsi per scrivere un romanzo?
Come concludere una storia, 1
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5 modi per scrivere in terza persona
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Concorso letterario LIBRI IN VIAGGIO 2016
IL CONCORSO LETTERARIO "STAZIONATI PASSEGGERI"
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Riordino capitoli
Scrittura, essere costanti
Scrivere, quando entra in gioco l'invidia

Verbi: passato prossimo o passato remoto? Semplice guida a un corretto utilizzo

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By ThomasPesaro


Passato prossimo o passato remoto? A differenza dell'inglese, in cui la differenza tra past simple e present perfect è netta, e del francese, in cui il passato remoto è caduto in disuso, in italiano l'uso dell'uno o dell'altro tempo non deve creare problemi: entrambi possono essere utilizzati indistintamente, anche se sono necessarie alcune considerazioni.

Anzitutto, a nulla serve pensare a un uso che vari a seconda della lontananza dell'azione; in altri termini, non si può optare per il passato remoto solo perché l'azione fa riferimento a tanto tempo fa; lo scrive chiaramente il linguista Luca Serianni in Italiano. Grammatica, sintassi, dubbi:

"Gli stessi termini di 'passato remoto' e 'passato prossimo' sono da tempo discussi, dal momento che un passato 'remoto' può indicare un'azione molto più recente di quel che accada con un passato 'prossimo' ('due anni fa andammo in Scozia'/'Dio ha creato il mondo')".

Premesso questo, entrambi i tempi verbali fanno capo all'indicativo, che, in linea di massima, è il modo della realtà e della certezza; vediamo un esempio: il passato remoto del verbo "amare" è "amai, amasti, amò, amammo, amaste, amarono"; il passato prossimo, "ho amato, hai amato, ha amato, abbiamo amato, avete amato, hanno amato". La formazione del secondo, dunque, avviene, come qualsiasi altro tempo composto, attraverso l'ausilio del verbo "avere" (che non è usato, perciò, con funzione propria).  

La differenza tra l'uno e l'altro dipende essenzialmente dalla compiutezza dell'azione. Se questa, infatti, è finita (non si ripete più e non ha effetti sul presente) si tende a utilizzare il passato remoto; se, invece, non è finita (e i suoi effetti si ripercuotono sul presente o con esso instaura un legame), si utilizza il passato prossimo. Si tratta, però, di una distinzione da prendere con la dovuta cautela: vale sempre l'assunto secondo cui i due tempi sono intercambiabili.Prendiamo, a titolo d'esempio, il verbo "nascere" e le seguenti frasi:


A) Sono nati  in America.

B) Nacquero in America.


Nel primo caso è facile intuire che le persone a cui si fa riferimento sono ancora vive; nel secondo caso, no: più che parlare di una norma grammaticale da seguire, si potrebbe dire senza dubbi, insomma, che il tempo utilizzato è portatore di varie sfumature. Ma procediamo con un altro esempio:


A) Ti pensai moltissimo allora, ma poi ti lasciai perdere.

B) Ti ho pensato moltissimo finora e non ti ho mai lasciato perdere.


Come vedete, l'utilizzo del verbo è influenzato anche dalle altre parti del discorso: con "pensai" e "lasciai" è presente l'avverbio di tempo "allora"; con "ho pensato" e "ho lasciato", invece, "finora" e "mai".


A tutto questo va aggiunto che le abitudini del parlante variano da zona a zona, quindi lungo l'asse diatopico: al Sud, infatti, si utilizza il passato remoto; al Nord, invece, il passato prossimo. Vediamo cosa scrive Luca Serianni a tal proposito:

"Il quadro che abbiamo abbozzato vale soltanto per l'italiano letterario e per l'uso toscano. Infatti nel Settentrione e in parte dell'Italia centrale i parlanti anche cólti tendono a non adoperare mai il passato remoto [...]; mentre nelle regioni meridionali 'il passato remoto è molto più tenace, anche se la tendeza verso un'espansione del passato prossimo ai danni del passato remoto è ugualmente presente (Sorella 1984: 8)'".

Se non vi sono elementi che spingono verso l'uno o l'altro tempo, insomma, utilizzate quello che più si confà al vostro stile.   



da linkuaggio.com

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