Mi fido di te

By Ibelieve93

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Rebecca ha vent'anni ed è iscritta al primo anno alla facoltà di Storia. Il suo desiderio più grande? Capire... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14

Capitolo 9

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By Ibelieve93

"Due sere fa!" pensò allarmata Rebecca.

 " Davide deve aver deciso di ritornare ad essere un cacciatore. L'ha fatto per ciò che gli ho urlato in faccia ? Io non volevo...oh, Davide scusami! "

I suoi discorsi mentali furono interrotti dalle insistenti parole di André : " Mio padre dice che questo cacciatore biondo seduto sul paraurti dell'auto è il figlio del capo dei cacciatori, il presidente del loro gran consiglio. Il suo nome è Davide Emanuele Monforte. "

Rebecca scosse la testa energicamente: " Non è possibile" riuscì a dire con un filo di voce roca.

"Non posso crederci! No, si sta sbagliando, non può essere! Questo proprio non posso accettarlo! " pensò totalmente prese alla sprovvista. Tutto si sarebbe aspettato , tranne che Davide fosse il figlio del capo dei cacciatori.

"Ecco perché Dylan fissava Davide in quel modo" ricordò

" Pazzesco, vero? " confermò André imperterrito guardandola dritto negli occhi " solo che suo padre è andato su tutte le furie quando ha saputo che si era innamorato di un'umana, almeno così dicono. Era andato via da questa città, ma adesso è tornato. Il motivo del suo ritorno però rimane ancora un mistero. Mio padre sta cercando di scoprirlo. "

"Che padre odioso! Cosa aveva che non andava quella ragazza? I cacciatori hanno una parte umana dentro di loro. Non sono del tutto alieni." commentò Océane incrociando le braccia con una smorfia di disgusto dipinta sul volto.

"I cacciatori non possono innamorarsi di un umano o di un Aleni, come anche noi umani del resto non possiamo avere rapporti con cacciatori ed Aleni. Nei patti che abbiamo stipulato con i cacciatori qualsiasi unione tra i nostri popoli è vietata! Chi viola questo patto viene scacciato e disprezzato dalla società! Suo padre avrà avuto un bel da fare per tenere a bada il consiglio per colpa di suo figlio! E mio padre afferma che Davide se ne sia andato di sua spontanea volontà proprio per non mettere il padre in una scomoda posizione. "

" Clara si era innamorata del figlio del capo dei cacciatori? Perché Davide non mi ha detto chi è veramente? Perché cacciatori e umani non si possono amare? Adesso capivo anche perché i miei odiassero Davide così tanto ! Clara e Davide non si potevano amare per entrambi i nostri popoli!" man mano che metteva tutti i pensieri al proprio ordine e tutto diventava più chiaro, altre domande non potevano che sorgerle spontanee nella testa : "perché è tornato? Come mai adesso la sua gente l'ha rivoluto come cacciatore? Che sta succedendo? Gli Aleni stanno diventando troppo pericolosi e i cacciatori hanno bisogno di tutto l'aiuto possibile? "

"Siamo soltanto due popoli stupidi!" commentò Océane " perché non possiamo amarci? Cosa succede? Pensiamo di essere una razza superiore? Oppure sono loro a considerarci dei perdenti?"

"Non lo so" ammise André facendo spallucce: " questo è qualcosa che anche mio padre non sa spiegarsi. Sui patti è stato scritto questo molti anni fa, forse perché nessuno ha voglia di contaminare la " nostra razza" con soggetti che hanno qualcosa di simile con quegli alieni spregevoli."

"Ah , poi vedete questo ragazzo dai capelli rossi?" riprese, dopo qualche minuto di silenzio. 

" Lui si chiama Matteo Blanchi. Suo padre è un membro del consiglio del loro popolo. La sua famiglia ha origini inglesi proprio come me." concluse con aria soddisfatta.

" Davide è il figlio del capo, Matteo è il figlio di uno dei tredici consiglieri del loro popolo...wow! Ho conosciuto in un giorno tutti questi pezzi grossi ?!" pensò con una certa ironia " anzi...a dirla tutta conoscevo già Davide, ma non sapevo nulla di tutto questo."

"Rebecca sei pallida, tutto ok?" le chiese Christian con sguardo preoccupato

Lei annuì a fatica: "Si, perché?" domandò

"Hai una faccia!" le fece notare Océane guardandola in modo strano " sembra che tu abbia visto un fantasma!"

"Oppure un Aleni in persona!" scherzò André , ma non sapeva che per Rebecca non era affatto una cosa su cui scherzare.

"Oggi andrò in giro per l'Università per vedere se tra noi ci sono cacciatori!" dichiarò Christian battendo un pugno sul banco, per confermare le sue parole . " Chi viene con me?"

André scosse la testa con una smorfia : " Si diventa veri cacciatori dopo anni di duro addestramento , e di sicuro quelli in questa università sono ancora novellini! Ancora non hanno fatto fuori nemmeno un Aleni, ci scommetto ! Io voglio incontrarne uno vero , o magari una bella cacciatrice , che sappia cosa vuol dire far fuori Aleni ogni giorno ! Quanto vorrei vederne almeno uno in azione! Sapete che si fanno riconoscere portando un anello al dito dove è inciso lo stemma del loro presidente? Così , chi incontra loro per strada può decidere se star alla larga da loro o meno, oppure farsi riconoscere dalle autorità quando succede qualcosa. Funziona come una sorta di distintivo, figo non trovate? "

Era così entusiasta mentre parlava dei cacciatori che Rebecca si domandò se André avesse fatto volentieri a cambio con lei quel giorno in cui gli Aleni la scelsero come pasto . In quell'occasione avrebbe conosciuto Matteo e Davide insieme a Leandro , loro ex-maestro, e Dylan l'allievo di Matteo. Sorrise a quel pensiero e scosse la testa . Si, era più che sicura che l'amico avrebbe accettato senza alcuna esitazione quello scambio.

"Adesso non esagerare. Non hanno tempo per parlare!" Océane guardava André di traverso e con entrambe le sopracciglia alzate.

"Scommettiamo?" sfidò l'amico guardandola dritto negli occhi .

"Non metterti nei guai" si intromise Rebecca prendendo parola " gli Aleni sono ovunque e i cacciatori non possono sempre difenderci da tutto. Spetta anche a noi saper allontanarci dai guai."

*****

Pioveva.

Lampi scheggiavano il cielo notturno e illuminavano l'atmosfera con una singolare luce color blu elettrico . Tuoni rimbombavano nell'aria gelida , propagandosi come onde sonore in tutta la città mentre pesanti e cariche nuvole nere nascondevano trionfanti la luna e le sue stelle .

Erano le tre , e le strade della città erano deserte . Soltanto qualche macchina sfrecciava di tanto in tanto interrompendo la magica quiete notturna . I marciapiedi erano liberi , al contrario dei margini delle strade , dove numerose auto era posteggiate una dietro l'altra .

La frenesia degli uomini si assopiva ormai da qualche ora , e piccoli e piacevoli rumori , come il soffio del vento, qualche volta riuscivano anche farsi udire in maniera distinta da chi ancora non era rientrato a casa per lavoro o per divertimento .

Il silenzio.

Da sempre sovrano indiscusso della notte, era ben desiderato dall'udito stanco dei cittadini e perfino dalla stessa natura presente tutt'intorno . Per gli uomini stare nella propria casa in compagnia della propria famiglia, al riparo dal freddo e da qualsiasi altro pericolo , era fondamentale per recuperare le forze e ripartire il mattino seguente . In quella parte del giorno, ciascun sogno aveva la possibilità di avverarsi , di diventare concreti, oppure di essere distrutto da costanti o effimere paure sorte per puro caso : ciò dipendeva da questioni di prospettiva di ciascun individuo . L'uomo era da sempre padrone di se stesso e del suo destino , signore delle sue paure , così come dei suoi sogni, e spettava a lui e alle sue forze scegliere chi far prevalere .

Matteo alzò lo sguardo verso il cielo, i capelli rossi incollati alla testa . Era appena riuscito a sbarazzarsi di un Aleni, dopo diversi minuti di dura lotta , e iniziava a sentire una tremenda stanchezza . Tremava per il freddo , i muscoli irrigiditi e un gran mal di testa gli impediva di pensare in maniera lucida . Con la sua arma ancora ben stretta tra le mani , sperava che almeno il cielo la smettesse di rendere impraticabile quello che lui aveva definito poco prima : "il terreno di gioco ".

La pioggia continuava a ticchettare ormai da diverse ore sulle acque fredde e scure del gran lago naturale intorno al quale era stata costruita la loro città .

Il rosso poteva notare , grazie alla luce diffusa dai lampioni , piccole imbarcazioni a motore e a vela che continuavano a dondolarsi sulle acque strattonando le funi che le tenevano saldamente ancorate ai pontili scricchiolanti.

Il rumore della pioggia e dei tuoni sembrava sovrastare perfino i rumori prodotti dalla loro lotta . Otto Aleni si erano avvicinati al lungolago, e il rosso e altri quattro protettori della sua stessa squadra, stavano tentando di respingerli.

Matteo, assieme ad una delle sue compagne , si era allontanato senza volerlo dal resto del gruppo per inseguire tre Aleni, che stavano tentando di squagliarsela .

I tre mostri erano infatti troppo affamati per combattere e tentare di nutrirsi anche di un solo protettore . Bramavano una preda più facile , ma sfortunatamente per loro non erano riusciti nel loro intento .

"Oggi doveva capitarci proprio il turno di notte?" pensò sfinito , massaggiandosi per un attimo il collo con la mano libera .

Un urlo.

"Ci siamo riusciti ! Se ci nutriremo di lei staremo bene ! Facciamola fuori , prima che riesca a liberarsi."

Un pensiero. Il pensiero tagliente di un Aleni raggiunse la sua stanca mente come una scheggia , sovrastando tutti gli altri pensieri ormai smarriti nella confusione che aveva in testa .

Il rosso posò lo sguardo su Estelle . Era stata lei ad urlare .

La cacciatrice aveva perso la presa sul suo stiletto e sulla sua pistola , ed in quel momento era completamente disarmata e tenuta ferma da due Aleni desiderosi di farla a pezzi e di nutrirsi di lei . Cercava di liberarsi con violenti strattoni , ma i suoi sforzi risultavano essere vani .

Ben presto sarebbe crollata , e Matteo non poteva permetterlo . Decise di aiutare l'amica senza pensarci due volte, e stringendo bene la pistola che teneva in pugno , l'alzò e mirò al petto di uno degli Aleni . Gli erano rimasti soltanto due proiettili di diamante , ma era sicuro di riuscire a colpire in pieno petto almeno uno dei due Aleni senza sbagliare . La sua mira era infallibile, difficilmente mancava il suo bersaglio . Premendo il grilletto della sua pistola, una SIG Sauer P225 con qualche modifica in aggiunta , riuscì a colpirne uno . Estelle gli sorrise da lontano per ringraziarlo , poi diede una violenta gomitata all'altro Aleni, che aveva ancora avvinghiato addosso . Il mostro ululò di dolore ma non si arrese e ripartì all'attacco, e fu in quel momento che Estelle aprendo il palmo della mano destra richiamò il potere. L'alieno fu circondato da un torrente di fuoco che riuscì a metterlo fuori gioco , quel tanto che bastava da permettere alla cacciatrice di recuperare le sue armi da terra .

"Furba, ma i tuoi trucchetti non basteranno a fermarmi!" minacciò lo spettro schiumante di collera guardandola con occhi rossi , come tizzoni ardenti . Il lungo mantello nero che indossava era a brandelli e la pelle diafana fumava ed emanava uno strano odore , simile a gomma bruciata .

Estelle alzò la pistola e sparò senza esitare : "Taci" sibilò prima di vederlo sparire sotto i suoi stessi occhi in una nuvole grigia .

Il mucchietto di cenere che si venne a creare , fu spazzato via dal vento gelido e volò in direzione delle acque del lago .

Soddisfatta, la ragazza dai corti capelli neri cercò lo sguardo di Matteo : " ne hai visto altri?" gli chiese da lontano facendo roteare lo stiletto in mano .

Il rosso scosse la testa e lei annuendo posò anche la pistola nel fodero attaccato alla cintura : "perfetto" rispose con sollievo avvicinandosi all'amico .

Matteo, avvicinandosi a lei, le sorrise dandole una spallata : " La mia adorata cinesina stasera ha avuto qualche difficoltà, come mai ?"

Lei roteò gli occhi a mandorla dopo esserseli stropicciati : " Sono così stanca!" ammise mettendo il broncio " sul serio non possiamo continuare così! L'anno scorso non dovevamo lottare ogni giorno."

Matteo non rispose . " Ha smesso di piovere finalmente" fece notare all'amica al suo fianco che nel frattempo si stava strizzando i capelli.

"Già , era ora!" mugugnò acida cercando di sistemarsi " Davide, Chanel e Miguel dove saranno finiti?"

Il rosso scosse la testa poi starnutì : " Fantastico!" esclamò seccato

Estelle scoppiò a ridere: " Wow, il nostro sciupa-femmine si è beccato un bel raffreddore! Adesso come conquisterai i cuori delle cacciatrici di tutto il mondo ? "

Matteo le rivolse un'occhiataccia, mentre le sue mani tastavano i pantaloni alla ricerca di un fazzoletto , che era sicuro di essersi messo in tasca.

Quando lo tirò fuori lo sollevò fino all'altezza degli occhi e per lunghi istanti l'osservò gocciolare.

"Emh temo sia bagnato" cercò di fargli notare la compagna di squadra punzecchiandogli un braccio con un dito.

" Ma non mi dire!" sbraitò lui , perdendo del tutto il controllo.

*****

Davide era sfinito . Nonostante avesse continuato a tenersi in forma in quei cinque anni di assenza come cacciatore, non era ancora del tutto riabituato ad una lotta vera e propria contro un alieno, e quella notte stava rischiando diverse volte di essere fatto fuori. Una mossa falsa, una decisione mal presa e le cose per lui si sarebbero messe molto, ma molto male. Un Aleni era riuscito a colpirlo al braccio destro aprendogli un piccolo ma doloroso squarcio, e l'aveva fatto talmente arrabbiare da dargli la forza di spezzargli tutte e dieci le dita scheletriche. Lo spettro aveva urlato così forte da costringerlo a fare numerosi passi indietro tappandosi le orecchie, ed era stata in seguito Chanel a porre fine alle sue urla, affondandogli lo stiletto nel petto con tutta la forza bruta che aveva in corpo.

"Grazie" fu l'unica cosa che riuscì a dirle prima di essere nuovamente attaccato da altri due nemici.

Uno dei due Aleni riuscì a dar un calcio alla pistola che teneva nella mano destra , perse così la presa sull'arma . Davide ringhiò contro l'alieno nel momento stesso in cui lui gli sferrò un altro calcio all'addome. Il biondo sentì tutto il fiato che aveva nei polmoni uscirgli fuori dalla bocca di colpo, lasciandolo completamente privo di ossigeno . Cadde a terra con un gemito, e per miracolo riuscì ad evitare un altro calcio malevolo che sicuramente l'avrebbe colpito in piena faccia . Rialzandosi con una capriola all'indietro, afferrò il suo stiletto ancora attaccato alla cintura e scattò in avanti. Caddero insieme sul terreno. Il mostro sotto di lui che gli urlava in faccia mentre lui cercava di colpirlo a morte, ignorando le unghie del nemico conficcate nei suoi fianchi . Era quasi sul punto di farlo fuori quando un altro l'afferrò per le spalle e lo sollevò di peso scaraventandolo il più lontano possibile , come se i suoi 75 chili non fossero che il peso di una piuma. Nel volo perse lo stiletto e per sua sfortuna andò a finire nel lago senza aver possibilità alcuna di evitarlo. L'impatto con l'acqua fu sgradevole , e impiegò parecchi istanti per riprendersi. Cercando di riprendere il pieno controllo sulle sue membra gelate, iniziò a nuotare per raggiungere la superficie seppur con notevole difficoltà . Sentiva il cuore pulsargli nelle orecchie e la testa girargli, ma sapeva di non poter mollare . Nonostante i vestiti addosso riuscì a conquistare abbastanza presto la superficie e l'aria. Prendendo ampi respiri, dopo aver sentito per un po' i polmoni protestare per mancanza d'aria , scoprì di avere un freddo terribile, tanto da farlo tremare completamente appena riuscì ad uscire dall'acqua . La pioggia, che fortunatamente aveva deciso di non cader più , l'aveva già reso fradicio , ma mai quanto l'aveva fatto quel bagno. Tossendo crollò in ginocchio e si afferrò il braccio dolorante, era già stufo di quella vita.

"Adesso seriamente, BASTA!" pensò infuriato rialzandosi . Individuò ancora una volta i due Aleni e ripartì all'attacco. Aveva freddo, tremava forse come non aveva mai fatto in vita sua, ed aveva una gran voglia di stringere sua figlia. Furono queste tre cose a dare a lui il coraggio di richiamare ciò che a stento aveva riscoperto qualche settimana prima. Aprendo entrambi i palmi  verso gli Aleni, che si erano concentrati su Chanel e Miguel - compresi i due che gli avevano regalato quello splendido bagno nel lago - con un urlo richiamò l'attenzione su di sé e l'asfalto intorno a lui prese a sgretolarsi come fosse fatto di burro.

Delle grosse ed imponenti radici si innalzarono sopra di lui svettando verso il cielo.

Gli Aleni rimasti in vita, compresi i suoi due compagni di squadra, si voltarono verso di lui con sgomento.

"Abbiamo perso abbastanza tempo a causa vostra!" urlò contro i tre spettri, che tentarono un contrattacco. 

Nessuno riuscì a provocare al ragazzo un solo graffio.

Le radici si erano avvolte intorno a lui proteggendolo , ed in seguito si erano riaperte schizzando verso i tre, pronte a trapassarli da parte a parte.

Gli Aleni non fecero in tempo a sparire , ritrovandosi completamente avvolti da quelle radici comparse dal nulla per opera di Davide .

Le creature si guardarono terrorizzate e capirono ben presto che per loro era finita.

Sapevano bene infatti, che una volta fermate in qualche modo dal potere dei cacciatori non potevano più sparire o usare le loro abilità per respingere chi tentava di fermarli.

Davide avanzò con un ghigno sulla faccia e si fermò poco distante dall ' Aleni che aveva osato spingerlo in acqua , e che fino a poco tempo prima stava lottando contro Chanel.

"Adesso dimmi" esordì mettendosi le mani sui fianchi e passandosi la lingua sulle labbra : " vuoi sparire dalla faccia della terra in maniera veloce o lenta?" 

Tremava ancora vistosamente ma il desiderio di sbarazzarsi di quella creatura era molto più forte.

Il mostro aprì la bocca lanciando un grido terrificante verso di lui.

Davide sorrise : "D'accordo, deciderò io!" , e dopo aver recuperato il suo stiletto, lo lanciò contro l'Aleni.

L'arma roteò per qualche metro prima di conficcarsi nel petto dello spettro. Davide lo vide esplodere e trasformarsi in un mucchietto di cenere.

Chanel e Miguel finirono gli altri in un baleno.

Quando pose fine al suo attacco Davide si sentì mancare e crollò in ginocchio per riprendere fiato.

"Avevo dimenticato cosa si provasse ad avere Davide in squadra." esordì Miguel stupito.

" E' un Monforte, suo padre è a capo del consiglio del nostro popolo. Noi due siamo solo due semplici cacciatori." precisò Chanel con un sorrisetto " Il suo potere è di gran lunga superiore al nostro."

Miguel sbuffò: " Mi turba avere compagni così forti. Al massimo noi potevamo bloccarne due, ma non quattro. Avrebbe fermato anche il quinto se non l'avessi fatto fuori prima. "

"Beh , avremmo risparmiato un bel po' di tempo se avesse usato le sue incredibili abilità un po' prima." ribatté Chanel guardando Davide di sottecchi . Il ragazzo stava roteando gli occhi seccato.

Si rialzò da terra a fatica, e riservò loro un'occhiataccia quando Chanel fece per aggiungere altro .

"Magari avrebbe potuto evitare anche di sguazzare per un po' nel laghetto come una paperella !" aggiunse d'improvviso Matteo, appena arrivato in compagnia di Estelle .

"Invece di vedermi sguazzare , perché non mi hai aiutato?" domandò Davide spalancando le braccia e gli occhi perplesso.

"Avrei voluto, ma poi hai fatto tutto da solo "

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