Forever Styles || Harry Style...

By Juliette170389

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"Noelle Amy Zacklin... ...vuoi sposarmi?" così ci eravamo lasciati...cosa avrà risposto Noelle alla prop... More

Prologo
- 1 - Say yes!
-2- Tu vaneggi!
-3- Harry sei proprio tu?
-5- Hello from the other side
-6- klaus
-7- When I'm with you
-8- George
-9- Night Changes
-10- Come non sono un parente?
-11- purpose
Epilogo - History

- 4 - Eight years

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By Juliette170389

-4-

Eight years

Noelle

Sto correndo ma mi rendo conto che non sono abbastanza veloce, mi stanno raggiungendo, se mi prendono sono morta. Sono a lato della Grand Place e devo trovare al più presto un nascondiglio, non potrò correre ancora per molto. È buio e nonostante le temperature notturne solite fa troppo caldo e i vestiti mi si appiccicano addosso, o forse sono io che sento questo caldo soffocante per via dell'adrenalina che mi scorre nelle vene. Svolto l'angolo ed entro in un vicolo, corro più veloce che posso, ma sento le voci avvicinarsi, sono esausta e la mia corsa è molto più lenta, uso una pila di bancali nel retro di un locale come appoggio e scavalco un cancello, salto atterrando sia sui piedi che sulle mani, mi rialzo più veloce che posso quando sento urlare "Eccola li!" in francese da uno dei due gorilla; faccio mente locale alle scorciatoie che mi ha insegnato mio padre ma non me ne ricordo neanche una, l'addestramento ha delle falle e questo non mi sarà d'aiuto. Devo arrivare in fondo al vicolo e sperare che ci sia qualcosa, qualunque cosa che possa nascondermi, cerco di aumentare la velocità e svolto l'angolo. L'impatto che ricevo e tanto forte da farmi perdere i sensi per qualche secondo, ma non abbastanza da non capire che due braccia enormi mi stanno stritolando e tenendo la bocca per non urlare.

Urlo ma proprio non esce nessun suono.

Mi sento scrollare, toccare sulle braccia e mi divincolo per liberarmi.

Ma niente.

Apro gli occhi.

Metto a fuoco.

È Harry.

"Ehi! Noelle! Ci sei? Stai bene?" mi chiede quasi sussurrando.

Lo guardo ancora un po' incredula...quel sogno era così reale...non posso credere che stavo solo sognando. Assurdo.

"S-si...era...solo un sogno."

"Sei completamente zuppa...la tua maglietta è tutta bagnata. Sicura di stare bene? Non è che hai la febbre?"

Mi appoggia una mano sulla fronte e scuote la testa, poi continua:

"Sembra ok, ma almeno cambiati la maglia...ma che diavolo stavi sognando?"

"Non...non mi ricordo..." mento...e mento perché non voglio che pensi in alcun modo che sia spaventata dalla situazione; odio mentirgli ma non sopporterei di dirgli che il solito incubo che mi accompagna da otto anni, si è evoluto in qualcosa che avevo rimosso. La mia fuga dal luogo dell'incidente fino a casa di Tessa, ma qualcosa non quadrava: non mi avevano presa. Ero riuscita a salvarmi. Perché ho sognato di essere stata presa? E poi...l'addestramento di mio padre? Si è vero...era una famiglia particolare...ma addestramento mi sembra esagerato.

Mi alzo dal letto e vado verso la cassettiera, cambio la maglia con una di Harry...anche se è nel mio letto ho bisogno di sentirlo vicino. Dio ma perché non riesce a capirlo? Come se lo sente una donna dovrebbe sentirlo anche l'uomo no?

No amica mia. Tu nutri delle speranze assurde!

Mi abbasso la maglia che scende fino a metà coscia e vengo presa da un improvvisa voglia di marshmallow. E ora? Come glielo spiego? Decido semplicemente di non dirgli niente e mi avvio verso la porta.

"Dove vai?"

"Ho sete. Scendo a prendere l'acqua. L'ho finita."

"Ok."

Mi giro e apro la porta.

"Ehi?" mi blocca con la voce più roca del solito. Mi pietrifico sul posto perché so benissimo che percepisce che c'è qualcosa che non va. Mi volto, forse troppo in fretta e un giramento di testa si impadronisce del mio corpo, le gambe diventano gelatina e mi aggrappo allo stipite della porta per non cadere. Harry balza fuori dal letto e aggancia le sue braccia ai miei fianchi per sostenermi.

"Ehi ehi. Piccola! Sono qui!"

"Non è niente...tranquillo...solo uno svarione."

"No...ma tu domani ti fai visitare. Perché mi pare ovvio che non stai bene."

"Ok. Va bene." non mi metto a ribattere perché anche se non sa il perché devo davvero andare a farmi visitare. Abbasso lo sguardo perché reggere il suo diventerebbe impossibile, lui lo capisce e mette il suo indice sotto il mio mento costringendomi a tuffarmi nel mare verde dei suoi occhi.

"Parlami. Non tenermi fuori." dice con la voce talmente bassa e roca da farmi tremare ogni parte del corpo, scandisce quelle parole così piano da farmi capire che gli fa male pensare al fatto che lo stia tenendo fuori. E di fatto è così: lo sto tenendo fuori. Non sa del sogno...non sa il perché del sogno e non sa che diventerà padre. Questa situazione mi sta tagliando a metà come se fosse una lama affilata che gioca con la punta sul mio cuore. Lo guardo e proprio non riesco a farlo. Non posso continuare così. Deve sapere.

"Siediti. Dobbiamo parlare."

Aggrotta le sopracciglia, colpito dalla mia reazione, mi prende per mano e mi porta fino al letto dove ci sediamo. Apro il cassetto del comodino, tiro un pugnetto sul fondo e la piccola placca di legno si alza rivelando un doppio fondo. Prendo il quadernetto di pelle marrone, sotto di esso trovo la piccola catenina con attaccata una chiave...o meglio: la chiave.

Mi volto verso Harry e gli porgo entrambi, lui li prende con cautela, quasi sapesse cosa contiene...la cosa che non sa è che quel quaderno contiene la vera me.

Harry

Mi porge un piccolo quaderno di pelle marrone e per un attimo mi si gela il sangue perché è fottutamente identico al mio. Il terrore che me l'avesse rubato e letto tutto quello che ci ho scritto mi terrorizza; nel mio quaderno ci sono tutte le cose che vorrei dire a mio padre, ma che non gli ho mai detto. Cose che mi rendono debole, cose che mi fanno ancora male, cose che non so spiegare nemmeno a me stesso figuriamoci a lei. La guardo. Scandaglio i suoi occhi brillanti in cerca di un qualcosa che non so neppure io cos'è. Non lo trovo. Muovo le dita e la catenina che mi sembra d'argento si muove sinuosa scivolando fra le mie dita. Cosa aprirà questa chiave?

"Apri e leggi la prima pagina." mi dice e io eseguo. Apro il laccetto color marrone scuro che lega la copertina. I miei occhi si fissano in alto a destra dove c'è una data: Agosto 2013. In alto a sinistra un incipit: Caro Diario. A quel punto i miei occhi sono attaccati alle tracce d'inchiostro e niente potrà distoglierli da leggere quelle righe.

Caro Diario,

Alzo lo sguardo sulla bellissima donna che ho davanti e nonostante quello che ho appena letto, non trovo alcuna differenza, non sento nessuna distanza, è semplicemente lei, anche se la pagina di questo diario dice il contrario.

"Amelia Zackelei?"

"Già...questo è il mio vero nome...o per lo meno quello che usavo a Bruxelles. Il mio nome completo è Noelle Amelia Zackelei. Per mamma, papà e l'anagrafe ero e sono ancora Amelia...per gli amici sono sempre stata Noelle."

"Allora è per questo che Tessa una volta ti ha chiamato Noelle Amy Zacklin?"

"Esatto...Amy è il diminutivo di Amelia."

"E Zacklin? Come lo sapeva?"

"Zackelei è la pronuncia fiamminga, io e Tessa siamo comunque madrelingua inglese, visto che le nostre famiglie vengono dall'Inghilterra, era...una sorta di storpiatura linguistica."

"Capisco...ora...dimmi solo una cosa." fa un cenno di assenso con la testa e io continuo:

"Cosa vogliono da te?"

"Quello che i miei genitori cercavano di nascondere..."

"E cosa diavolo sarebbe?"

"Non ne ho idea Harry. Otto anni fa sono scappata e non ho più messo piede in Belgio. A dire la verità sono uscita da Holmes Chapel da quando sei arrivato tu. Vivevo in una bolla Harry e avrei continuato a farlo se non fossi inciampato nella mia vita facendo scoppiare quella bolla." La accarezzo con lo sguardo, le ginocchia sono rannicchiate contro il petto che si alza e si abbassa per via del respiro, le mani incrociate davanti, piccole e affusolate, indossa l'anello e le sta maledettamente bene e la cosa che non lo tolga neanche per dormire mi piace un sacco, i capelli sono legati in una crocchia disordinatissima, il viso è un pochino tirato, ma il rosso delle sue labbra è vivido e i suoi occhi brillano. Brillano sempre. E io sono follemente innamorato di questa cosa. Nonostante tutto: brillano. Come sono felice di aver fatto scoppiare questa bolla. Mi avvicino e sciolgo le sue mani, lei abbassa le ginocchia sul letto e mi guarda facendomi una domanda silenziosa, le rispondo come se potessi leggerle nel pensiero, la voce mi esce più bassa e roca del solito:

"Sai? Da oggi sono io la tua bolla. Ci sono e ci sarò sempre. Perché voglio."

Si spinge verso il mio viso e imprigiona il mio labbro inferiore, reagisco al contatto ma qualcosa mi stupisce...non ho la solita irruenza, il solito istinto quasi primordiale di farla mia...voglio...voglio semplicemente che si senta tale. La stendo sul letto e quando sono sopra di lei capisco che realmente non posso desiderare di più; la bacio, le afferro una mano e me la porto dietro il collo, lei aggancia le sue gambe ai miei fianchi, rotolo sulla schiena, le mie mani scorrono sulle sue gambe arrivando al bordo della maglietta che le sta decisamente grande, ma le sta anche fottutamente bene. Gliela levo e la lancio chissà dove. Le mie mani riempiono gli spazi lasciati vuoti dal tessuto di cotone, la mia pelle è bollente, ma la sua lo è ancora di più. Il fuoco che brucia fra noi non ha eguali. Piega la testa nell'incavo del mio collo dove lascia dei baci umidi che mi riempiono la pelle di brividi, il controllo che questa donna ha su di me mi lascia ancora spiazzato dopo due fottuti anni. I suoi capelli mi solleticano il petto, ci infilo le dita e li raccolgo in una coda immaginaria, ondeggia su di me con un ritmo costante e sinuoso e io...lo dico...posso morire. Entro in lei talmente piano da sentire il suo corpo sussultare, siamo fronte contro fronte, labbra unite e le mie mani non si muovono dai suoi fianchi, la tengono e la spingono verso di me. Il ritmo accelera, i respiri si affannano e i battiti cardiaci aumentano fino al culmine del piacere, dove lei è mia e io sono suo.

Zayn

Sono in camera e cerco di scrivere una cazzo di canzone, sono tre giorni che ho in testa un motivetto...ma...insomma Niall quando serve non c'è mai! Ho già le parole in testa e vorrei tanto scriverci la musica. Mi butto sul letto cercando ispirazione nel soffitto. Inutile dire che non la trovo. Vengo distratto dal cellulare che inizia a suonare, mi allungo verso il comodino e rispondo.

"Dimmi sorellina!"

"Zayn, ciao. Ascolta...ho...ho bisogno del tuo aiuto."

"Che c'è? Hai combinato qualche disastro?"

"No no...solo...ho bisogno di un tuo parere. Ma non mi va di parlarne per telefono. Possiamo vederci stasera? Harry tornerà a Londra per registrare tutta la settimana ma io rimango qui, perché non posso assolutamente lasciare la botega...ho una marea di ordinazioni per l'ultimo dell'anno."

"Non c'è problema, io ho già registrato, parto oggi e in serata sono da te. Ma...sicura che sia tutto a posto?"

"Si...cioè no...uuuufff non lo so!"

"Dai...ci vediamo tra qualche ora...il tempo di arrivare!"

***

Parcheggio l'auto e scendo, apro la porta a una vecchietta ed entro dopo di lei, salgo dietro il bancone e saluto mia sorella con un bacio sulla guancia. All'inizio ci sembrava strano, ma avere un contatto fisico tra fratelli per noi è stato abbastanza semplice e naturale, non abbiamo mai provato imbarazzo o altro. Mi dice che ha bisogno ancora cinque minuti per sistemare delle cose in modo da lasciare a Liz solo la chiusura. Prende un blocchetto e annota qualcosa velocemente, si infila la matita dietro l'orecchio e si muove come se fosse in un video con la funzione velocità x 8. Fa ridere! Mi appoggio al bancone incrocio le gambe all'altezza delle caviglie e le braccia davanti all'addome, mi perdo ad osservarla un po'. Mi piace farlo con le persone: guardarle, osservare i dettagli, capire determinate movenze, vedere le smorfie che fanno a seconda di quello che gli succede, registrare ogni piccolo particolare. Tra i suoi tratti ho notato che gioca sempre con le ciocche dei suoi capelli, li attorciglia ripetutamente tra le dita, quando pensa si mette sempre la matita tra le labbra, quando è concentrata poi fa una smorfia buffissima, arriccia il naso e si morde il labbro inferiore appena! Ve l'ho detto: è buffa! Stasera ho notato che si tiene spesso un braccio sul fianco, non so se sia una sua posizione solita o se abbia magari qualcosa. In ogni caso dopo qualche minuto è pronta e usciamo dalla botega diretti al pub di Arthur dove c'è la serata fish&chips.

Dopo i saluti e quattro chiacchere con Arthur ci sediamo e aspettiamo la nostra cena. Guardo mia sorella negli occhi e capisco che quello che mi deve dire è veramente difficile per lei, perché continua a mordersi il labbro e a giocare con le dita. Cristo! Te lo vorrai mica staccare!

"Forza! Sputa il rospo!"

Mi guarda...allunga il braccio verso il mio bicchiere di birra e non capisco perché lo stia facendo, pensavo non le andasse visto che ha ordinato una soda! Beve un sorso, riappoggia il bicchiere mentre prende un lungo respiro.

"Ok. Sarò di poche parole: sono incinta!"

"Tu...cheeee???" chiedo sbigottito sputando parte della mia birra. L'altra parte ovviamente mi è andata di traverso, quindi inizio a tossire come un ossesso provando in ogni modo a non soffocare sul posto.

"Non morire. Lo so...è un disastro!" dice e si butta la testa fra le mani.

"Ma che disastro! È una cosa bellissima! E Harry come la presa?"

"Non l'ha presa."

"Come non l'ha presa! Brutto pezzo di merda! Io giuro ora torno a Londra e gli spacco la faccia! Cosa pensa che tu abbia fatto tutto da sola? Insomma Noelle, non è per sminuirti...ma di Maria ce n'è una sola!"

Scoppia a ridere, non so se per il mio paragone con l'immacolata concezione o se perché è nervosa come una corda di violino.

"Non hai capito Zayn. Non l'ha presa, perché non lo sa ancora. Non...non gliel'ho ancora detto."

"E cosa aspetti? Che ti veda diventare un baule con le gambe?"

"Ehi non sei carino!" alza la voce e mi tira il tappo della sua soda addosso.

"A parte gli scherzi, anche se il fatto che diventerai un baule non è uno scherzo ma la pura realtà, devi dirglielo Noelle. Chi lo sa? A parte Tessa mi pare ovvio."

"Lei...Gemma...Anne...e ora tu."

"Be...io se fossi in te non aspetterei ancora."

"E...e se non lo volesse?" mi chiede, un misto tra preoccupata e avvilita.

"Se non lo volesse è un uomo morto." dico secco. Lo ammazzerei giuro.

"Sai...ho paura della sua reazione, perché so quanto gli pesi il fatto di non aver avuto un padre per gran parte della sua vita. So che questa cosa lo turba e lo blocca nel rapporto con gli altri...io non vorrei mai si sentisse bloccato nei confronti di nostro figlio."

"Si ma Noelle...non puoi semplicemente escluderlo a priori. È sbagliato!"

"Lo so. Gli ho fatto leggere la prima pagina del mio diario sai?"

"E...?"
"E...non ha fatto una piega...cioè...è stato stranamente comprensivo e...tranquillo...sempre protettivo ma...senza...esagerare, ecco."

"Vedi? Ha imparato a controllarsi."

"Già. Forse hai ragione tu: devo fidarmi di lui."

"Cosa hai intenzione di fare con tutta la questione Niall?"

"Non ne ho idea. Non voglio cambiare la mia vita di nuovo...ho creato un equilibrio e non voglio distruggerlo ma voglio anche avere delle risposte, voglio smettere di farmi domande a causa di persone come loro. Non so perché mi stiano cercando ma credo di sapere dove posso trovare le risposte che cerco."

"E dove?"

"A Bruxelles. A casa."

"Pensi di riuscire a tornarci?"

"Penso che sia arrivato il momento di sapere a cosa serve il codice che ho tatuato sul collo, cosa apre questa chiave e cosa c'è in quella maledetta cassetta di sicurezza. Ammesso che ci sia qualcosa."

"Verrò con te."

"No. È fuori questione. È pericoloso e non saprei come tenerti al sicuro. È una città che non conosco più così bene."

"No è fuori questione lo dico io. Verrò con te. Non andrai da sola a cacciarti in chissà quale guaio."

"Zayn..."

"Noelle."

"Ok. Direi che non ho possibilità di scelta."

"No. Appunto."

"Tessa verrà con noi."

Mi strozzo per la seconda volta in pochi minuti e vedo mia sorella con un ghigno stampato in faccia.

Stronza. Lei sa.


31 dicembre

Continuo a chiamare Harry ma non risponde al telefono, sono le cinque del pomeriggio e dovrebbe arrivare tra un'oretta. Abbiamo deciso di passare l'ultimo dell'anno da soli, con un cenetta per due direttamente in camera da letto e goderci ogni minuto insieme. Ho anche deciso che questa sarà la gran sera: gli dirò che aspetto...anzi che aspettiamo un bambino. Chissà come reagirà. Spero che sia contento come lo sono io adesso che ho accettato la cosa, infondo il piccolo despota inizia a piacermi. Sorrido e guardo fuori dalla finestra, la pioggia si sta trasformando in neve...amo la neve...rende tutto così...romantico. Riprovo a chiamare Harry e finalmente risponde al telefono:

"Ehi! Amore!"

"Harry finalmente! Non rispondevi iniziavo a preoccuparmi!"

"Sono in macchina avevo lo stereo alto e non ho sentito il cellulare!"

"Tra quanto sarai qui?"

"Poco...credo un'ora. Sta nevicando ma le strade sembrano pulite."

"Perfetto! Perché...ho preparato tante cosine buone."

"Ma come?! Hai già cucinato? Avevamo detto che l'avremmo fatto insieme!"

"Ma di fatti lo faremo! Mi sono limitata a fare il dolce!"

"Ok. Così si ragiona!"

"Ma...ma non sei in auto!"

"No. Tecnicamente ora no...sono sceso, perché mi dovevo fermare un attimo in un posto."

"Ah si? E dove?"

Sento un click dall'altra parte del telefono e dopo un secondo Harry mi dice:

"Guarda...ti ho mandato una foto!" metto il vivavoce e guardo la foto che mi ha mandato. È un suo selfie con alle spalle una casa...aspetta un attimo...non è una casa. È La Casa! E manca qualcosa ma non saprei dire bene cosa.

"O mio Dio Harry! Ma che ci fai li? Dovevamo tornarci settimana prossima!"

"Lo so...ma...non potevo più aspettare e quindi..."

"E quindi...?"

"L'ho fatto."

"Cosa?"

"Ho firmato!"

"L'hai comprata?! Harry ma sei matto?! L'hai comprata davvero!"

"Certo! È ufficialmente casa nostra bambolina!"

Non riesco a smettere di sorridere e per placare il mio sorriso mi mordo il labbro.

"Ora finisco di firmare altre carte e poi riparto. Tu, invece, smettila di morderti il labbro perché tra un'ora lo farò io svariate volte!"

"Ti amo Styles!"

"Ti amo anch'io Noelle."

Attacco il telefono e rifletto sul fatto che scoprire che Noelle non si propriamente il mio nome non l'ha turbato più di tanto. Appoggio le mie mani sulla pancia...

"Ehi piccolo despota tra poco conoscerai il tuo papà." dico con la voce un filino più bassa del normale, mi dirigo verso il bagno, riempio la vasca e quando è pronta mi ci infilo dentro, rilassandomi nell'acqua bollente.

***

Guardo l'orologio per l'ennesima volta. Sono le undici. Harry non c'è. Non è arrivato. L'ho chiamato mille volte ma non ha mai risposto. Non so se sono più incazzata o più preoccupata per lui. È saltata la cena. È saltato tutto. E non so se sta bene. Sono così preoccupata che continuo a camminare avanti e indietro senza sosta aspettando di vedere i fari della sua auto illuminare la via. Chiamo Tessa che prova a calmare sia la mia preoccupazione che la mia incazzatura. Mentre parlo con la mia amica mi stendo sul letto e dopo aver chiuso la telefonata mi addormento. Non so se è l'ultimo dei miei pensieri o il primo dei miei sogni ma vedo il viso di Harry sorridere quando gli faccio vedere il test di gravidanza.

Harry

Sono intrappolato in questa cazzo di macchina, sommerso di neve, in una via sommersa di neve. Fanculo! Fanculo! Fanculo! Sbatto entrambe le mani sul volante. Possibile che non passa un cazzo di nessuno a pulire la strada? Ci sono io e altre tre auto, bloccati sotto mezzo metro di neve. Merda! Il cellulare non prende e non so come avvertire Noelle. Le cose sono due: sarà incazzata a morte e preoccupata anche di più. Cristo santissimo! Possibile che ultimamente non me ne va bene una?! È quasi mezzanotte ormai e io non sono li a festeggiare con lei. Non sono li a darle l'ultimo bacio dell'anno, né il primo. Non sono li a vederla sorridere mentre io combino qualche disastro in cucina, non sono li a prenderla per i fianchi e appoggiarla sul bancone. Butto la testa all'indietro preso dalla disperazione e mi strapazzo Millicent a non finire: devo trovare una soluzione. Dopo circa mezzora di frustrazione e nervoso inizio a frugare nel cruscotto dell'auto e mi accorgo di un cavetto; un piccolo e insulso cavetto nascosto: cazzo! Un carica batterie! Cazzo si! Non potevo pensarci prima a frugare qui dentro?! Attacco subito il telefono e dopo pochi secondi riprende vita...finalmente! Guardo l'ora...è quasi la una, ho tipo duemila chiamate e altrettanti messaggi. Cerco il contatto di Noelle per chiamarla subito ma vengo distratto da un messaggio di Zayn.

Ehi amico! A quest'ora l'avrai già saputo. Congratulazioni! Come ci si sente?

Cheee??? Zayn deve essere completamente ubriaco! Come dovrei sentirmi? Sono fottutamente rinchiuso dentro una fottuta auto sotto un fottuto metro di neve. Cerco il contatto e avvio la chiamata.

"Pro...pronto?"

"Tessaaa??"

"Har---ry..."

"Ma perché rispondi al telefono di Noelle? Sei con lei?"

"No genio. Io sono in albergo con 38 di febbre. E stavo maledett..."

"Tessa!"

"Dormend..."

"Tessa aspetta...rimani sveglia...dimmi...dimmi perché Zayn mi ha mandato un messaggio con le congratulazioni! Tanto lo so che è li con te."

"Zayn? Non ho idea di dove sia...e non so perché ti... - sbadiglia – abbia scritto..."

"Tessa! Forza!"

"Aaaaaaaa...non ti sopporto più...senti Noelle è incinta ok! E ora buonanotte. Io torno a dormire! Ciao."

Spengo la comunicazione. Mi appoggio lentamente al sedile e faccio un respiro profondo cercando di non farmi venire un attacco di panico. Nella mia mente prende forma una sorta di film che viene riavvolto e mette insieme pezzi di situazioni fino ad ora inspiegabili. Le nausee, i giramenti di testa, i continui sbalzi d'umore, i dolci usciti male, le papille gustative fuori uso, niente alcol, neanche una goccia...è tutto così chiaro ora. Però...non capisco...se prende la pillola...e so che la prende perché l'ho vista più volte, come diavolo ha fatto a rimanere incinta? Avrebbe dovuto che so...stare male...vomitar...Mi blocco all'istante e un flash colpisce la mia mente.

Dublino.

È stata quella sera.

Lo avverto e lo percepisco con ogni fibra del mio essere.

Devo correre da lei...devo arrivare da lei il prima possibile. Ma come cazzo ci arrivo?

Una luce arancione riflette nel mio specchietto retrovisore è una cazzo di pala per la neve. Era ora! Esco dall'auto e inizio a correre in direzione della pala mi agito per farmi vedere e il signore decisamente sovrappeso che la guida si ferma e mi guarda come se fossi un matto. Sicuramente avrò gli occhi rossi e i capelli tutti strepennati. È ovvio che sembrerò matto da legare!

"Ragazzo! Ma che sei matto a stare in mezzo alla strada? Potevo investirti cazzo!"

"Mi scusi! Ma la mia è un'emergenza! Ho bisogno di un passaggio! Devo arrivare a Holmes Chapel il prima possibile. Con la macchina non ci arriverò mai!"

"Come ti chiami?" mi chiede mentre mi scruta dall'alto al basso come per capire chissà che cosa.

"Harry." incrocia le sopracciglia in modo stano e i suoi baffoni si inclinano in un...sorriso?

"Salta su ragazzo! Scateniamo il mostro. In meno di mezzora saremo dalla tua ragazza!"

Fantastico! Salto sul mezzo chiamato "mostro" e il signore al mio fianco mi squadra con attenzione sotto la luce.

"Cristo santo che mi venga un colpo ma tu sei quel cantante che ascolta sempre mia figlia e continua a ripetere "che bonazzo!"...mi devi un autografo Harry!"

"Se vuole facciamo anche una foto! Sta facendo davvero tanto per me."

"Dimmi come mai devi correre dalla tua ragazza? Cosa devi farti perdonare?"

"Niente...a parte essere rimasto bloccato da una tempesta di neve. Devo correre da lei perché...devo baciarla!"

"Ragazzo fattelo dire: tu sei davvero strano!"

"Non sono strano: devo baciarla perché mi ha fatto il regalo più bello del mondo." dico con la voce un po' tremolante e mi rendo conto che provo una marea di emozioni tranne una: paura. Non ho paura. Non so nemmeno io come possa essere possibile...mio padre è stato assente e un completo sacco di merda e ho sempre avuto paura delle emozioni, specialmente se nate dal rapporto con una persona speciale...e ora sono qui...che non vedo l'ora di stringerla e farle capire che ci sono dentro non perché devo...ma perché voglio.

"Oooo Harry...non dirmi che stai per diventare papà?"

Lo guardo e davvero non mi spiego come un estraneo di cui non so neanche il nome possa aver capito una cosa del genere. A volte non siamo poi così tanto libri chiusi.

*** 

Scendo di corsa dalla pala salutando Paul, così si chiama il mio miracolo dell'anno nuovo, e salgo le scale per arrivare nella piccola mansarda di Noelle. Attraverso il micro salotto e arrivo in camera da letto: lei è li. Immaginavo dormisse ma mi sbagliavo di grosso.

Sta di fronte a me in piedi. Jeans e felpa grigia. Sul letto c'è la sua giacca e nella sua mano sinistra tiene un borsone. Immediatamente il peggiore dei miei pensieri si realizza proprio di fronte a me e l'immagine di lei che se ne va come sempre mi stringe lo stomaco in una morsa troppo forte per essere sopportata. Non un'altra volta. Non lo sopporterei.

"Che diavolo significa quello Noelle?"

"Me ne sto andando. Non è chiaro?" dice in tono duro.

"Ok. Senti capisco che sei arrabbiata. Non abbiamo festeggiato insieme e sei rimasta sola ma ti prego. Non è colpa mia...sono rimasto bloccato nella neve, ho fatto di tutto per arrivare qui il prima possibile. Sono arrivato qui su una pala della neve!"

"Lo so Harry che non è colpa tua. E non sono arrabbiata con te."

"E allora perché diavolo stai li con un borsone in mano?! Spiegamelo!" eccola lì: la paura. Tornata a farsi sentire nel giro di pochi minuti. La mia voce suona più alta di quanto io non voglia e questo stupisce Noelle tanto da farle trattenere il respiro.

"Non urlare per favore che è piena notte."

"Non urlare?! Non urlare?! Noelle io davvero non ti capisco. Giusto due cazzo di giorni fa ti ho chiesto di non lasciarmi fuori, mi hai confidato quello che credo sia il tuo più grande segreto e pensavo davvero di esserci riuscito, di aver buttato giù l'ultimo muro. Dimmi che non mi sto sbagliando."

"Non ti stai sbagliando Harry. Tu hai buttato giù ogni mia piccola difesa, hai annullato ogni paura, fatto a pezzi il mio equilibrio e costruito uno nuovo dove se non ci sei tu niente funziona, ma ci sono delle cose che mi porto dietro da troppo tempo, sono il mio fardello e non posso continuare così, non posso andare avanti senza prima trovare delle risposte, non dopo quello che è successo a Niall."

"Si ma non puoi andare via ora. E non da sola! Aspetta un po' di tempo troveremo una soluzione insieme."

"Non posso aspettare che qualcun altro di voi rischi la propria vita. Niall è stato fortunato, ma se fosse successo a una delle ragazze o a te? Non voglio mettere in pericolo nessuno, per questo andrò da sola. Ho bisogno di risposte e le troverò."

"Ma non capisci Noelle!? Prima i tuoi genitori...poi Niall...quanto credi ci metteranno ad arrivare a te, eh? Ti uccideranno Noelle, finché non avranno quello che vogliono."

"Tu non puoi sapere cosa vogliono!"

"Neanche tu! Ed è proprio questo che ti fa partire in svantaggio! Devi fermarti."

"Harry ho il tatuaggio, la chiave e gli insegnamenti di mio padre, ho la situazione in mano."

"No. Non è vero. Ce l'hanno loro. E se non smetti subito di cercare ti uccideranno."

"Ma di che cosa stai parlando?"

"Cosa credi che non ti abbia mai vista scrivere ogni fottuta sera su quel diario? Pensi che non mi sia mai chiesto cosa mi nascondevi? Pensi che non sappia che tutte le volte che ti fermavi da me andavi in biblioteca a Londra? Lo so. So tutto quello a cui pensi. Tutte le domande che ti poni e alle quali non sai come rispondere. Quindi ho deciso di capire cosa mi stessi nascondendo e ho trovato una persona. Tuo padre prima di morire a inviato una busta sigillata ad un...amico, un amico di cui si fidava...conteneva informazioni che potevano incriminare quello che c'è dietro a tutto ciò che è successo, tuo padre stava cercando di proteggerti, ma la busta è arrivata soltanto dopo la tua partenza per la Cina...poi l'amico di tuo padre ha...ha fatto un accordo con loro: se ti avessero lasciata in pace la busta con le informazioni che conteneva non avrebbe mai visto la luce del sole ma hanno posto una condizione: dovevi consegnare quella chiave e smettere di indagare. Ecco perché sei ancora viva Noelle: perché ti sei fermata."

Si impietrisce sempre più al suono di ogni singola parola e so davvero di aver rotto la sua fiducia nei miei confronti in mille pezzi.

"E tu come lo sai?" dice con un soffio di voce.

"Per far rispettare l'accordo qualcuno doveva accertarsi che tu ti fermassi."

"E-eri complice in questa cosa?" i suoi occhi si riempiono di lacrime e il mio cuore si strappa a metà.

"Cercavo solo di tenerti al sicuro." si volta e va verso la parete opposta, si gira e mi guarda:

"Mentendomi!? Mentendomi sulla cosa più importante della mia vita?"

"Quella bugia era l'unico modo per proteggerti." dico pensando a tutte le volte che l'ho fatta seguire quando non potevo controllarla di persona.

"Harry non volevo la tua protezione! Quello che volevo erano delle risposte e tu me le hai nascoste per un anno!" avanza verso di me, stringe la mascella e i pugni, poi continua: "Chi è l'amico di mio padre? Dove posso trovarlo?"

"È solo una voce al telefono o un ombra in un vicolo buio."

"L'hai persino incontrato? Chi ti dice che non ci sia lui dietro l'omicidio dei miei genitori? Chi ti dice che non sia coinvolto? E perché mi hai fatto una cosa del genere!?" alza la voce e le lacrime che già tratteneva a fatica escono dai suoi occhi.

"Perché ti amo! E perché sei incinta di nostro figlio! Ma tu questo già lo sai vero? Lo sai da due mesi! Cosa aspettavi a dirmelo?!"

"Stai scherzando vero? Me ne vuoi parlare proprio adesso? Dopo avermi confessato di avermi fatta spiare? Dopo aver tradito la mia fiducia?"

"Noelle ascoltami..."

"Ascoltarti? Perché dovrei ascoltarti Harry, eh? Dimmi come faccio a crederti adesso? A fidarmi di quello che dici!"

"Come fai a fidarti? E tutto quello che abbiamo condiviso non conta niente? Ogni persona che si è avvicinata a loro è stata uccisa...o quasi. Non posso permettere che accada anche a te! Io ti amo Noelle e se ti importa di me, ti prego smetti di cercare delle risposte."

"Se mi importa di te Harry? Hai deciso arbitrariamente della mia vita come se fossi una bambina: la mia vita. La mia. Non spetta a te decidere."

"Se continui a cercare saranno loro a decidere. Verranno a cercarti."

"Che vengano pure. Hanno mandato una squadra speciale quando ero neonata e sono sopravvissuta, hanno mandato due sicari per provocare l'incidente e sono sopravvissuta, hanno mandato un loro braccio destro e sono sopravvissuta, sono otto anni che mi cercano: otto anni e come vedi sono ancora qui Harry, e sono pronta."

"Pronta a cosa? A morire per la tua curiosità? Non è più solo capire perché i tuoi genitori sono morti...è diventata una guerra."

"Se vogliono la guerra, la guerra avranno. E sarò io ad attaccare per prima." Si infila la giacca, prende il borsone ed esce dalla stanza correndo giù per le scale, la seguo: fermarla è il mio unico obbiettivo.

"Fermati Noelle. Non è più solo la tua vita...è anche la sua. La nostra." si blocca come se le avessi appena scagliato contro una freccia e che questa l'avesse colpita in pieno petto. So di aver toccato un tasto estremo per farla ragionare, ma ha funzionato. Si è fermata. Si volta e, per la prima volta da quando l'ho incontrata, il suo viso per me è indecifrabile, duro e asettico.

"Si...è anche sua. Ma...non è tua. Il bambino è di Niall."

La portiera dell'auto sbatte, prende posto al volante, ingrana la marcia e sparisce e io mi rendo conto di sentire freddo, soprattutto alle ginocchia. Già sono caduto a terra...ora sento freddo anche alle mani. Sento anche dell'acqua ma non nevica più e nemmeno piove...mi rendo conto che sono io...sto piangendo. Le sue parole sono state come una pallottola in pieno cuore e hanno messo fine a un qualcosa...prima o poi ti rendi conto che arriva una fine...per tutto...l'ultimo giorno d'estate, salutare un amico in partenza, l'ultima pagina di un bel libro...ti godi tutto il tempo fino a che...arriva il momento: inizia l'autunno, saluti l'amico, chiudi il libro. È questo che devo fare: chiudere il libro. Perché sopportare questo peso è impossibile.

Chiudo gli occhi e rivedo il suo sguardo quando mi ha detto che il bambino è di Niall. Il dolore è fortissimo e la rabbia mi acceca. Ma la luce nei suoi occhi la conosco fin troppo bene: stava mentendo.

Mi alzo e inizio a correre verso casa mia, prendo l'auto di mia madre e parto. C'è solo una persona che può aiutarmi per andare a Bruxelles senza destare sospetti a nessuno.


Sono le tre del mattino e sono davanti a questa fottuta porta marrone.

Busso.

Nessuna risposta.

Busso di nuovo.

Una figura alta e robusta mi apre la porta, appena mi inquadra esclama:

"Harry! Ma che ci fai qui?"

"Ho bisogno di te...papà."


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