InazumaEleven: Complicated ch...

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Il sogno di Eileen è sempre stato il Giappone. È dovuta rimanere a Londra visto che sia la madre che il padre... अधिक

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
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Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Speciale 2,2K
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Speciale 5K
Speciale 5K pt.2 (Finale)
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Avviso
È stato deciso che...

Capitolo 35: THE END

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Eileen's pov
A passo spedito, ci dirigemmo nella stanza del capitano. Non mi meravigliai affatto quando la trovai vuota, così ipotizzai una cosa: "Trina, per caso ci sono più stanze in cui si svolgono gli allenamenti?"
La ragazza annuì, cercando di ricordare dove si potessero trovare: "Mi dispiace, ma non so come aiutarti nel trovare le altre. Sono riuscita a portarti in quel campo perché ci sono stata un paio di volte. Ma possiamo provare a controllare in sala conferenze se riusciamo a trovare Skye."
"Sei un genio." sorrisi, avviandomi di corsa -cercando di far sì che anche Trina rimanesse al passo- verso la stanza in questione.
Nel frattempo mi guardai in giro, ma non c'era traccia di nessuno dei ragazzi.
Come le porte si aprirono, mi trovai gli occhi di tutta la squadra puntati contro.
"Gentile da parte vostra lasciare fuori dai meeting di squadra me e Trina. Ad ogni modo meglio così, c'è qualcosa di cui dobbiamo parlare." dissi tutto d'un fiato.
"Prima di tutto, rilassati." ridacchiò Riccardo.
"Arion aveva detto che probabilmente stavi riposando, quindi abbiamo pensato che non era il caso di venire a disturbarti." spiegò quello che doveva essere Buddy. Non sembrava affatto un ragazzo della nostra età, gli avrei dato qualche anno in più.
"Nel caso di Trina, invece," decise di continuare il discorso Falco "avevamo mandato il suo principe azzurro a cercarla, ma a quanto pare non è stato abbastanza bravo."
Sembrava divertirsi nello stuzzicare il ragazzo che, a quanto pare, aveva già detto chiaramente ciò che provava per la ragazza.
"O, semplicemente, visto che non dovevate disturbarmi, non è venuto a controllare nella mia stanza." sorrisi a Falco, per fargli capire che le sue prese in giro erano a dir poco infantili.
Non odiavo quel ragazzo, ma certi suoi comportamenti mi infastidivano.
Raccontai loro dell'incontro con il capitano del nostro futuro avversario e della teoria che avevo: "O lui è un umano e quindi non dobbiamo preoccuparci di niente in particolare; oppure i miei calcoli erano sbagliati ed io e Yahiko non siamo gli unici a possedere dei totem leggendari. E questo sarebbe un bel problema."
L'aria nella stanza si era fatta alquanto tesa, ma soprattutto pullulava di faccie ora ansiose o terrorizzate, tutti immersi nei loro pensieri.
D'altro canto, anche io mi stavo ponendo la mia parte di domande a cui non sapevo che risposta dare.
Era umano o si riferiva al totem?
Che animale sarebbe stato il suo?
Yahiko era salvo?
Quanto forte sarei dovuta diventare ancora?
Poi l'immagine dei suoi occhi ricomparve nella mia mente e la conseguente fitta alla testa mi fece portare la mano tra i capelli. Ne seguì un'altra, al che uscii dalla stanza senza dire niente, correndo verso una delle stanze d'allenamento.
Era la stessa che avevo usato fino a poco tempo prima e alcuni palloni erano già sparsi per il campo.
Troppe domande, debole umana. La tua forma fisica sta lentamente peggiorando, quindi che ne dici di provare una nuova tecnica?
"Hai già qualche idea?"
Il mio tono era sfacciato, ma dentro di me l'unica cosa che speravo era di riuscire a gestire la tecnica prima del nostro arrivo o, perlomeno, prima della fantomatica partita.
Ovviamente si, ma non c'è modo di potertela spiegare in questa forma.
Il dolore lancinante alla testa sparì, la sua voce scomparve da un momento all'altro.
Solo quando mi voltai alla mia sinistra e notai una copia di me stessa con gli occhi rossi capii. Non ero a conoscenza di queste sue abilità e ne rimasi alquanto stupita.
"Ascoltami bene, ragazzina."
Nonostante ciò però, il suo atteggiamento non era cambiato.
"Ti farò vedere come si fa solo una volta, dopodiché avrò fatto la mia parte."
Sì avvicinò ad un pallone, ci fece qualche palleggio avvicinandosi verso la metà campo.
Posizionò la sfera sul dischetto, per poi iniziare a correre molto velocemente verso l'obbiettivo. La stanza materializzò automaticamente degli avversari, che vennero però spazzati via nel giro di pochi secondi.
Stranamente iniziò a spiegare come si portasse a termine la realizzazione della tecnica.
"Il primo passo è quello di formare il cerchio di fiamme intorno a te, così da tenere lontani i tuoi avversari. Questa parte risiede nella concentrazione e nel liberare la mente da ogni distrazione. Si chiama Dai Enkai."
Il fuoco si propagó intorno a lei e produsse una piccola onda d'urto che fece smaterializzare gli ologrammi rimasti.
La palla iniziò a fluttuare davanti a lei. Riprese a parlare: "La seconda parte, consiste nell'incanalare l'energia formatasi nella palla. Il che la porterà ad alzarsi e a raggiungere l'altezza necessaria per lo step successivo: Entei."
La palla era tornata a terra, senza rivelarmi in cosa consistesse quell'ultima parte.
"Non la completi?" chiesi perplessa.
"Vuoi forse che distrugga tutto?" aveva sorriso beffarda, vantandosi dell'enorme potere che le era stato concesso.
"Posso farti una domanda?"
Aveva alzato un sopracciglio, restando in silenzio ed in attesa che proseguissi il discorso.
"In realtà quanti siete? Perché non mi hai mai detto che c'erano altri come te e Hikari?"
La sua espressione ad un tratto si fece seria: "Come fai a sapere queste cose, umana?"
Quindi ci avevo preso in pieno.
"La mia era solo una teoria," sospirai "ma penso che quel ragazzo di poco fa, fosse come noi."
"È impossibile, lo avrei percepito." rispose aggressivamente, i nervi a fior di pelle.
Rimasi in silenzio, lasciando trascorrere un paio di minuti in silenzio per non peggiorare la situazione.
"In questo momento non dovremmo parlarne, se ce ne fosse il bisogno, ti darò le risposte che cerchi."
E con ciò, mi lasciò nuovamente sola.

Rientrai nella stanza per raccogliere i vestiti necessari per potermi cambiare e dirigermi poi verso i bagni per concedermi un paradisiaco bagno caldo.
Quando uscii, mi trovai Victor accanto, appoggiato allo stipite della porta con in mano un asciugamano e una bottiglietta di un energy drink.
Mi sorrise porgendomi quanto aveva con sé, invitandomi a reidratarmi.
"Ti ho preparato il bagno, stavo per venirti a cercare." sorrise.
Non avevamo parlato molto da quando eravamo partiti, poiché entrambi passavamo le giornate chiusi nelle nostre stanze o ad allenarci; quindi eravamo abbastanza imbarazzati e impacciati. 
Stavo per ringraziarlo, quando aggiunse qualcos'altro.
"Mi dispiace davvero tanto."
Quello sguardo sincero e distrutto nel contempo mi fece sentire una persona orribile.
Ero stata così egoista, voltando le spalle a tutti e lavorando sulla mia singola forza, non pensando minimamente a come si fosse sentito lui dopo che Yahiko gli era praticamente scivolato via dalle mani.
Lo abbracciai e nascosi il viso nell'incavo del suo collo, facendolo sussultare dalla sorpresa.
Per un istante disorientato, si irrigidì senza fare niente. Quei muri per cui avevo tanto lottato affinché cedessero, sembravano essere a metà della loro ricostruzione.
"Eileen che cosa...?"
"Ti prego, abbracciami e basta." supplicai a bassa voce e tutto d'un fiato.
Lui senza farsi ripetere la cosa due volte, mi strinse a sé, facendomi capire che entrambi sentivamo la mancanza dell'altro.
In qualche modo, anche se spaventata, continuai a parlare: "È a me che dispiace. Mi dispiace averti lasciato solo dopo che lo avevano preso. Mi dispiace essere stata così egoista da pensare che solo io ci sarei rimasta male, senza aver pensato a come ti fossi sentito tu. Mi dispiace e sono stata un'idiota, ma non ho intenzione di lasciarti andare e far sì che ti sposi a quest'età. E soprattutto non con una ragazza del genere."
Il blu arrossì, anche se la ragazza non se ne accorse.

Dopo giorni passati tra allenamenti estenuanti, una videochiamata ai miei genitori, diverse videochiamate con Vladimir e varie riunioni di squadra, era arrivato il giorno della partita.

Lo stadio era gremito di persone urlanti, alcuni tifosi avevano strani oggetti e sventolavano due bandiere che non avevo mai visto prima.
Ci trovavamo tutti in panchina, aspettando che Travis dicesse qualcosa. Come era suo solito, lasciò i discorsi di incoraggiamento nelle mani del capitano, sedendosi nel posto che gli spettava.
"Ragazzi, mettetecela tutta e soprattutto divertitevi."
Non mi ero mai riuscita a sopportare quei discorsi così infantili, quindi mi allontanai tranquillamente e lasciai che Arion parlasse alla squadra. 
"Eileen." mi voltai, trovandomi il nostro portiere intento a sistemarsi la fascia che teneva i capelli distanti dagli occhi. "Li riporteremo a casa entrambi." il suo tono di voce era calmo e sicuro.
"Non lo-"
Non riuscii a terminare la frase a causa dell'interruzione di Frank: "Noi ce la facciamo sempre." sorrise orgoglioso.
Sentii qualcuno tirarmi delicatamente i pantaloni, il che mi fece voltare. Trina era al mio fianco e, per la prima volta, la vedi sorridere senza timore, con uno sguardo pieno di sicurezza.
"Credi in noi." fu tutto ciò che mi disse.
Feci un respiro profondo, cercando di liberare la mente.
Il ragazzo dai capelli blu mi stava davanti, stregando il mio sguardo con i suoi occhi ambrati.
"Sei la cosa più bella che mi sia capitata."
Persi un battito, dimenticandomi per un istante come si respirasse e rimasi stupita da quelle parole così dirette da parte sua.

Prima che quel discorso potesse continuare, nello stadio rimbombarono le urla di qualsiasi persona li presente, intenti ad acclamare quella che doveva essere la squadra avversaria.
Kitamura portava la fascia di capitano. Guardò nella mia direzione e, sorridendomi come se fossimo compagni d'infanzia, mi salutò con un cenno della mano.
Subito il mio sguardo si spostò su Yahiko: i suoi occhi non erano gli stessi. Quell'azzurro calmo, caratteristico dell'oceano dall'acqua più pura, aveva fatto spazio a due chiarissimi occhi di ghiaccio.
Lui non era più lui. Ma lo avrei riportato a casa.
Con un fischio, l'arbitro ci fece allineare ed entrambi i ragazzi a guida delle rispettive squadre si strinsero le mani augurandosi una buona partita.
"A quanto pare, la squadra dei nostri avversari è conosciuta con il nome di Reunion Team." disse Arion, confermando quanto era stato constatato nelle ricerche di Sky.
Il trio della Raimon era rimasto a fissare un componente della squadra avversaria che sembrava molto diverso dal resto dei presenti in tutto lo stadio, fatta eccezione per altri due componenti della squadra che assomigliavano alla sua specie.
"Lo conoscete?"
Annuirono e Riccardo prese la parola: "È Aruberga Gordon, capitano della Magmavia Eleven con cui ci siamo scontrati lo scorso anno."
"Sembra che Lalaya abbia sfruttato un po' troppo il suo potere da regina." aggiunse Keenan che si era avvicinato poco prima.
"E ci sono anche i ragazzi della Falam Orbius, li hai visti anche tu Victor?" gli aveva fatto notare Arion.
Il blu aveva annuito, sembrando leggermente teso per quella cosa.
Diedi un ultimo sguardo agli avversari, squadrando da capo a piedi una ragazza da un aspetto perlomeno familiare.
Un ghigno comparve sul suo viso quando i nostri sguardi si incontrarono, non feci in tempo a correre verso di lei a causa del fischio iniziale dell'arbitro.

La coordinazione era ciò che mancava loro, il che rispecchiava uno scarso allenamento collettivo, il quale era stato probabilmente incentrato sulle migliori capacità dei singoli giocatori.
Nonostante ciò, anche se mi ero già allenata, la leggera differenza di gravità stava giocandomi brutti scherzi.
Per di più non riuscivo a sviluppare l'ultima fase della nuova tecnica.
E questo stava facendo innervosire Kuro.
Eravamo entrati in possesso palla per l'ennesima volta, anche se questa volta ci trovammo davanti Kitamura e Yahiko. Il vederlo da così vicino, vederlo assomigliare così tanto ad un ragazzo a cui avevano sottratto la vita, comportò una mia svista.
A quel punto ne approfittarono e ripartirono in contropiede.
La ragazza affiancò mio cugino e li capii di chi si trattava.
"Armata del clan!"
Il nome di quella tecnica mi riportò alla mente il giorno in cui ci eravamo incontrati dopo anni e avevamo giocato a calcio, scontrandoci con la squadra della Shinsengumi.
Yuri Kimizu.
Ragazzina, questo è troppo. Ora lascia il resto a me, così capirai cosa vuol dire schicciare degli insetti.
Kuro stava scalpitando per prendere il sopravvento.

Victor's pov
Avevo subito notato un cambiamento in Eileen. Stava per effettuare la rimessa quando vidi che i suoi occhi erano di due colori diversi e le punte dei suoi capelli erano già diventate nere.
Secondo quanto mi era stato spiegato da Yahiko, quello non era niente di buono.
Passò la palla a Trina, nonostante nelle vicinanze ci fosse uno dei giocatori della Magmavia e nonostante io fossi completamente smarcato.
Poi con uno sguardo, le fece capire che avrebbe dovuto passarle la palla in quell'istante.
Anche se il ragazzo dai capelli bianchi e suo cugino si lasciarono scartare, fu molto rapida nell'evitare gli altri.
Ad un tratto, un cerchio di fiamme si formò attorno a lei e disse: "Dai Enkai!"
In seguito la palla venne immersa da fiamme roventi, fino a diventare una palla di fuoco con un diametro incredibile.
Saltò e nel raggio di pochi secondi la palla era in rete.
Eravamo tutti sbalorditi, ma subito andammo verso di lei per complimentarci.
Era tornato tutto normale, il che mi fece tirare un sospiro di sollievo.

Nella pausa tra i due tempi, Lalaya a quanto pare avrebbe tenuto un discorso.

Eileen's pov
"Miei cari abitanti, è la vostra regina che vi parla. Volevo innanzitutto congratularmi con i giocatori di entrambe le squadre, che ci stanno rendendo partecipi di questa fantastica partita. E dal risultato di tale partita, si deciderà se sia finalmente giunto il momento per questo paese di aver un sovrano." si fermò a causa delle urla d'approvazione del popolo, poi proseguì "Sono sicura che ognuno dei presenti sarà pronto a dare il meglio di se, portando a scopo la missione che si è prefissato." quando pronunciò l'ultima frase, ero convinta che i suoi occhi fossero puntati su di me "Io voglio portare a termine la mia: quindi invito i giocatori che rappresentano tutti noi di iniziare a giocare sul serio."
Con quella frase concluse quanto aveva da dire.
Se loro ora scopriranno tutte le loro carte, lascia che ci pensi io qui. Yahiko non è più in se ed Hikari non può fare niente per aiutarlo. Non so quante speranze avresti al tuo livello attuale per riportarli indietro entrambi.
Ma non stavo più ascoltando né Lalaya, né il mio totem, nemmeno la strategia di gioco che avremmo adottato il tempo successivo.
Tutto quello che avevo nella mente era quanto era stato difficile placare Kuro e quanta potenza portasse dentro di sé.
Lascia che-
"Facciamolo e basta..." sussurrai per non farmi sentire.
Un'orribile risata risuonò nella mia testa, prima di venire sommersa dall'oscurità più assoluta che si celava nel cuore del mio totem e venire isolata da tutto il resto.

Victor's pov
Quando ci voltammo tutti, pronti a ritornare in campo, un orribile spettacolo ci attendeva: Eileen non era più la Eileen che conoscevamo.
Mi avvicinai subito a lei e la scossi per spalle, ma in tutta risposta si formò un sorriso compiaciuto sulle labbra di quella persona che non sapevo più chi fosse.
"Eileen? Torna in te, Eileen!"
Ridacchiò e, prima di scendere in campo, disse: "Se si mettono finalmente a giocare, facciamolo anche noi."
I capelli neri vennero smossi da una leggera brezza e i suoi occhi ora erano solamente concentrati su un'unica cosa: vincere la partita ricorrendo a qualsiasi mezzo.

Il secondo tempo fu un insieme di alti e bassi, dove i portieri fermarono tutti i tiri delle rispettive squadre avversarie.
Il totem che aveva preso il controllo su Eileen era alquanto spazientito, il che lo portava a fare azioni che lo mettevano a rischio di un cartellino giallo o rosso.
Se ciò fosse successo, sarebbe stata ancora più dura giocarsela contro undici giocatori di quel livello.
Gli avversari stavano controllando l'azione corrente e lasciammo tutto nelle mani della difesa, fiduciosi delle capacità dei nostri compagni.
Ma non avevamo minimamente pensato ad un così alto livello di collaborazione tra due membri di quella squadra: furono in grado di evocare un Avatar in due persone, unendo probabilmente le capacità dei loro singoli.
Il potere di quell'Avatar era forse uguale a quello di Gryphon, lo Seijuu Shining Dragon di Bailong e il Dark Exodus di Tezcat messi assieme.
La gravità aumentava la potenza dei tiri.
Per Terry non ci fu niente da fare, nonostante ricorse anche al suo totem.

Il secondo tempo era trascorso velocemente. I giocatori di entrambe le squadre erano quasi tutti allo stremo delle forze, quindi quei cinque minuti rimasti erano l'ultima speranza.
"Non pensavo di dover ricorrere anche a questa tecnica, ma visto che ho voglia di divertirmi e di farvi vincere questa partita, ci ho ripensato."
Come se quelle parole lo avessero riportato da un stato di trance, finalmente Yahiko fece sentire la sua voce.
"Non puoi usarla! Non quella!"
La ragazza dai capelli corvini scoppiò in una fragorosa risata e, ignorando completamente quanto le era stato detto, iniziò a camminare e calciare la palla davanti a sé.
Evocó un Avatar mai visto, ma che comunque assomigliava ad Expiria, senza pronunciare, però, alcun nome.
"Tecnica proibita: caos."
Il cielo divenne nero e la ragazza si spostò come un ombra, arrivando alla metà campo e, dopo essersi alzata la palla da terra e fatto qualche palleggio, la tirò in alto per arrivare a colpirla in rovesciata.
Non sembrava averci messo molta potenza, ma i due attaccanti migliori del Reunion Team si posizionarlo davanti alla porta, evocarono l'Avatar e si prepararono a fermarlo.
Per un istante, parve che nemmeno la forza di Seiichi bastasse, ma un momento dopo furono in grado di incrementare la potenza del tiro iniziale e di mandarlo indietro.
Il totem, nonostante fosse fastidiosamente rimasta stupito, fece la stessa identica cosa: si posizionò davanti alla porta e si preparò a reindirizzare il tiro agli avversari.
Evocó l'Avatar e indossò l'armatura in pochissimo tempo. Quel tiro sembrava comunque esageratamente potente.
"Non mi farò fermare da degli esseri come voi! Non da qualcuno che non può nemmeno arrivare ad avere una forza come la mia!"
Il tiro perse tutta la potenza che vi era stata incanalata e tutto tornò come prima. Eileen compresa, che ora però se ne stava sdraiata a terra senza dar alcun segno di potersi rialzare.
Iniziai subito a correre verso di lei, ma finalmente incontrai i suoi occhi.
"Andate e vincete questa partita! È la nostra ultima occasione!" lo aveva urlato con tutte le sue forze.
Cercai l'appoggio di qualcuno e subito vidi Falco, pronto a mettere fine a tutto quello.
Approfittammo del fatto che Kitamura e Yahiko erano ormai fuori gioco, usando ogni briciolo di forza che ci era rimasta per scaraventare Alba Nera in porta.
Aruberga, amch'egli stremato, non fu in grado nemmeno di alzare il braccio, finendo in rete con il pallone.
E, dopo ciò, finalmente il fischio che pose fine a quelle sofferenze.

Lo stadio era esploso tra fischi ed urla.
Subito Arion era corso verso Riccardo e lo aveva abbracciato in preda all'eccitazione.
Buddy restava a guardare Trina, che però non sorrideva affatto. Guardava semplicemente nella direzione di Terry.
La felicità di essere riuscito a portare a casa quella vittoria si spense all'istante, lasciando spazio alla preoccupazione per la ragazza dai capelli rossi che finalmente era tornata in se.
Ma prima che potessi raggiungerla, Lalaya fece la sua comparsa, affiancata da due guardie.
Mi porse la mano e gliela strinsi.
Prima che potessimo iniziare un discorso, una voce proveniente dalle mie spalle urlò: "Non lascerò che lui diventi tuo marito solo per lo stupido capriccio di una ragazzina che gioca a fare la regina di un Paese!"
Mi voltai e vidi Eileen in lacrime che cadde a terra subito dopo aver solamente posato il piede a terra.
Cercai di andarmene, ma le guardie mi bloccarono.
"Sì vede che non è destino. Non sarai tu quell'uomo destinato a governare su questo popolo."
Lei sorrideva, mentre tutto ciò che provavo dentro di me erano ribrezzo, rabbia e dolore.
"Lalaya ora è finita per sempre, falli spostare. Devo occuparmi della mia ragazza."
Visibilmente ferita dalle mie parole, fece un cenno ai due uomini, che finalmente mi lasciarono passare.

Frattura composta, probabilmente del perone.
Questa era la diagnosi dell'allenatore Travis, l'unico con competenze minime in campo medico.
Ci eravamo procurati qualsiasi cosa assomigliasse a garze o quant'altro fosse necessario.
Travis ci aveva riferito che sarebbero riusciti a diminuire i tempi di viaggio fino a tre giorni, usando costantemente una maggiore velocità.
Aveva chiamato anche sua figlia, una delle infermiere che stava nell'ospedale di Vlad. Avevo origliato la conversazione e, a quanto pareva, portarla in ospedale dopo così tanti giorni, non era una cosa vista di buon occhio.
Le aveva però dato una data e un orario preciso, per far si che un'ambulanza fosse subito presente al momento del nostro arrivo.
Yahiko dormiva da dodici ore, mentre Eileen aveva già perso i sensi due volte a causa dell'implacabile dolore che le procurava la gamba.

Erano le tre di notte del terzo giorno ed ero sveglio, intento a guardarla dormire nella sua stanza e a tenergli la mano. Mancavano un paio d'ore all'arrivo, ma solo il passare dei minuti corrispondeva al trascorrere degli anni.

Quando finalmente Percival Travis si presentò e la prese tra le sue braccia per portarla fuori, capii che fummo arrivati. 
Invidiai l'allenatore in quel momento.
Non mi lasciarono salire nell'ambulanza e nemmeno Yahiko, nonostante fosse un parente.
Così lasciai tutto dove si trovava ed iniziai a correre per arrivare il più veloce possibile all'ospedale, seguito a ruota dal moro.
In circa un quarto d'ora eravamo al cancello, diretti verso la reception con i respiri affannati. 
"Signorina...ho bisogno di sapere...dove hanno portato Eileen Hace..." respiravo a fatica, ma in quel momento qualsiasi altra cosa era poco importante.
"Le stanno facendo delle lastre, il piano è il terzo, lungo il corridoio e poi girate a sinistra. Ad ogni modo ci sono le indicazioni."
Non ringraziai nemmeno, a differenza di Yahiko, ma mi precipitai all'ascensore con il cuore in gola.
Anche se era una sola frattura, se avesse dovuto rinunciare a giocare a calcio come Vladimir per causa mia, non riuscirei mai a perdonarmelo.
Trovammo Travis, che se ne stava a parlare con una ragazza dai capelli lilla dallo sguardo dolce, probabilmente sua figlia.
"Ci vorranno ancora un paio di minuti, poi uscirà e andremo a vedere se riescono a mandarci subito i risultati." sorrise, rivolgendosi a noi.
Mi sedetti sulla sedia, portando le mani tra i capelli.
Per la prima volta, vidi il signor Travis sorridere, capendo all'istante da chi avesse preso la figlia. Mi posò una mano sulla spalla e mi assicurò che non sarebbe stato nulla di grave.
Probabilmente il mio sguardo sembrava davvero perso e disperato per arrivare a fargli dire certe cose.

Quando finalmente la portarono fuori, era stesa su un lettino e priva di sensi. L'avrebbero accompagnata alla sua stanza, dove sarebbe rimasta per il resto della settimana, se non di più.

Il sole stava tramontando quando finalmente riaprì gli occhi e sorrise debolmente.
"Non c'era bisogno di restare qui per tutto il giorno." sussurrò continuando a sorridere.
La guardai ed i miei occhi si inumidirono: senza ripensarci due volte la baciai e finalmente le lasciai capire quanto male ero stato, quanto ero spaventato, quanto mi fosse mancata, ma nonostante tutto, quanto fossi felice di vederla finalmente sveglia.
"Abbiamo avuto alti e bassi come tutti..." ridacchiò, cercando di sistemarsi nel lettino.
"...ma siamo ancora qui, piccola." le sorrisi di rimando, stringendole la mano restando a guardare i suoi occhi.
Perlomeno fino a quando entrambi ci addormentammo.

MA CHAO!
RAGAZZE SUL SERIO VI DO IL PERMESSO DI LANCIARMI DIETRO QUELLO CHE VOLETE.
Sono finalmente riuscita a ritagliare del tempo per me e finalmente per tornare qui su Wattpad a scrivere (cosa che non facevo da prima del Paleolitico, lol.)
Purtroppo siamo arrivati alla fine di questa storia ╥﹏╥, ma ci tengo a sottolineare che solo questo capitolo contiene 3882 parole circa.
MA. SI C'È UN MA.
Starà a voi lettrici scegliere se ci deve essere un sequel o meno
Aitor: beh, se non hai intenzione di farmi comparire in quello, puoi tranquillamente fare a meno di scriverlo.
Io: Sì, hai perfettamente ragione *se lo scrive su un foglietto*
Tornando a noi, ho già qualche idea su un possibile continuo, ma sarete solo voi a decidere.
Davvero non so quante volte dovrei dirvi grazie. Grazie per il sostegno, grazie per gli aiuti, grazie per le belle parole che mi lasciavate nei commenti, grazie alla mia consulente libri, grazie alla mia sorellina, grazie a chi mi ha detto che mi avrebbe lanciato una capra se non avessi aggiornato al più presto.
Ma un grazie enormemente grande va a chi è rimasto nonostante questo mio metterci così tanto ad aggiornare.
Io sono davvero contenta di aver avuto delle lettrici come voi perché mi avete fatto sorridere anche nei momenti peggiori.
E grazie anche per aver inventato un nome alla ship tra Victor ed Eileen.

Se volete scrivermi qualche volta in privata perché vi annoiate (o per qualche motivo a me sconosciuto) fatelo pure perché io rispondo always (~‾▿‾)~

EILEEN E TUTTI GLI ALTRI:
Arigatou minna! (づ ̄ ³ ̄)づ 

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