Centuries 3

By Little57

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Ho visto l'amore celarsi nei loro sguardi. I sorrisi nascosti e le segrete risate. Un continuo via vai, di ge... More

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Capitolo 191
Capitolo 192
Capitolo 193
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Capitolo 206

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By Little57

Non pensavo che avrei avuto una camera tutta mia qui, ed invece..

Ed invece mio padre a quanto pare, avvolto dalla certezza che un giorno mi avrebbe rivisto, ne aveva una protna per me da sempre. Barcley l'ha definita la stanza più bella di tutta la casa Harvey, e ci credo, nonostante sia una stanza non del tutto completa, visto e considerato che anche l'animo speranzoso di mio padre ad un certo punto si arrese al fatto che non mi avrebbe più trovato, ed allora eccola qui, un po' incompleta, ma bellissima , avvolta dai suoi muri bianchi, con un bel letto al centro e delle finestre alla fracese bellissime sul lato destro..

Agli altri deve sembrare che io la ami particolarmente tanto visto che non esco da qui da circa tre giorni. I miei pensieri hanno bisogno di scagliarsi l'uno contro l'altro per trovare un colpevole in una situazione nella quale i colpevoli possono essere tutti tranne me.

Ho fissato il soffito, ho guardato con attenzione i quadri che sono stati appesi ai muri e alcuni che sono stati lasciati appoggiati ad essi, per terra.. senza che qualcuno trovasse una ragione valida di appenderli se ci sarebbe stato nessuno ad ammirarli.

Harry è da sempre qui con me, dice che faccio degli incuibi orribili di notte, che mi sveglio grondate di sudore e di lacrime.. e queste le verso ormai solo quando la notte cala, perché il giorno pare prosciugare le mie energie, e mi manda in uno stato confusionale in cui l'unica cosa di cui sono capace è stare immobile a fissare cose che non ci sono, fuori da una delle finestre..

Ma ieri sera, per essere più precisi, alle tre di mattina, quando Harry è caduto in uno stato di sonno profondo, meritato tra l'altro viste le notti precedenti passate a farmi da baby-sitter, sono giunta ad una conclusione.

Ripensavo a come avevo vissuto nella casa precedente, a come avevo vissuto solo nella mia stanza, credendo, in modo più che errato, che essa fosse il mio rifugio, quando invece era solo la mia scappatoia per evitare le risposte che cercavo: la mia prigione.

Ebbene, non voglio che questa magnifica stanza diventi come quella vecchia che avevo, non voglio che si trasformi in una prigione per me.. Non sto bene, sento il male scorrere dentro di me assieme al dolore, e sono sicura che così sarà per molto tempo, ma non posso permettere che una cosa così riaccada. Perché in situazioni come la mia gli sfortunati possono decidere solo tra due cose: fingere che nulla di questo ci abbia ferito nel modo in cui ci ha invece ferito e perdonare gli errori ai nostri carnefici.. oppure fare quello che io ho scelto: vivere nel dolore per cercare di impedire il suo ritorno, circondandomi di persone di cui veramente posso fidarmi, persone che mi hanno da sempre mostrato fiducia.

Perciò, dopo tre giorni e tre notti passate rintanata nella mia stanza decido che è ora di uscire allo scoperto, che, come ha detto Harry, questa è casa mia, solo e solomante mia, e mai nessuno potrà fare qualcosa contro di me qui dentro, per il semplice motivo che è abitata solo da persone che amo.

Chiudo la porta bianca alle mie spalle e mi dirigo a passo lento verso il corridoio..

La mia stanza è bella perché è posizionata in un punto strategico, se così lo si vuol chiamare. Una scala a ciocciola porta nel piccolo corridoio dove si trova la mia stanza, e lì, in quel corridoio minuscolo c'è solo questo: la mia stanza.. è una po' una tana, una torretta, e lo adoro.

Quando scendo la scala a chiocciola, percorso il corridoio ben più lungo del secondo e quello ancor più lungo del primo, arrivo finalmente al pian terreno. Dalla cucina giungono delle voci, devono essere Terry, Gemma, Barcley ed Harry.. che confabulano come al solito credendo che nemmeno oggi scenderò dalla mia torretta e che nemmeno oggi spiccerò parola.. ma si sbagliano.

Quando avanzo in cucina, con un aspetto un po' migliorato da quello di ieri (e di stanotte), si voltano a guardarmi.

Harry sorride, poi sorride Gemma, Terry e Barcley sono i seguenti. "Buongiorno!" esclamano in coro facendomi leggermente sorridere.

"Buongiorno a voi." rispondo con voce leggermente più roca del solito.. urlare nel modo in cui ho fatto negli ultimi giorni avrebbe lasciato chiunque altro senza voce.

Harry si avvicina a me e mi stringe in un caldo abbraccio, reso ancor più caldo dal maglione grigio chiaro che sta indossando. Affoga il viso nell'incavo del mio collo e io faccio lo stesso sul sul petto, avvolgendo le braccia il suo busto.

Gli altri, un po' arrossiti e leggermente a disagio per una dimostrazione così affetuosa, si apprestano a parlare di colazioni.

Un bacio sulla mia tempia e poi Harry intreccia le sue dita alle mie incamminandosi verso il tavolo della cucina, già apparecchiato, ma senza cibo.

"Lo sa Miss.." sorride Barcley alla mia vista. Harry si siede e poi mi fa sedere sulle sue gambe. "Stavamo giusto discutendo su che cosa preferisse per colazione, se dolce o salato." sorride luminoso nella mia direzione.

"Harry deve aver avuto un grande vantaggio su voialtri." li faccio ridacchiare lanciano un veloce sguardo al ragazzo su cui sono seduta.

"In realtà." commenta Terry mettendosi a sedere sulla sedia di fronte a noi, nel piccolo tavolo quadrato. "Ha preferito non usufruire del suo vantaggio sui tuoi gusti e tenersi i suoi pensieri e le sue conoscenze per se.. abbiamo dovuto un po' arraggiarci." ridacchia prendendo la mia mano e stringendola nella sua, con occhi lucidi.

"Harry.." lo richiama Gemma con un grembiule bianco addosso, dietro i fornelli. "Smettila di infastidire Cher e vieni qui ad aiutarmi, subito." ridacchiando si alza e io mi rimetto seduta qui, davanti a mia zia, che mi guarda come se, ritrovando me, avesse ritrovato un po' di suo fratello.

"Barcley ha fatto un lavoro eccellente.. non so come ti abbia trovato, ma Dio lo benedica in eterno per questo."

"Sei credente?" le chiedo, così, giusto per saperne di più.. in realtà, anche se c'è un forte legame di sague lei per me è quasi una sconosciuta.

"No." scuote la testa facendomi ridere. "Per nulla, solo che quando la gente nomina Dio tutto sembra farsi un po' più inportante sospira." si sistema i corti capelli neri. "Tu? Credi in Dio?" mi chiede.

"Dovrei dopo tutto quello che ho subito?"

"Oh cara.. non dovresti chiedermi cose del genere, ti direi subito di no, perché questo è proprio il perché io ho smesso di credere in lui. Giura sempre di esserci, ah se giura di esserci, e non c'è.." sorride tristemente. "Ho perso i genitori, poi mio fratello.. e mai nessun uomo mi è stato fedele per più di tre mesi." ridacchia.

"Siamo simili." le sorrido.

"Oh.. io credo proprio che tu sia la coppia spiaccicata di me e di tuo padre..hai l'essenza di lui e di me quando eravamo giovani." ridacchia toccandosi la punta del naso. "Eravamo dei ribelli assoluti, non puoi nemmeno immaginare i capelli bianchi che facevamo venire ai nostri." mi guarda. "E tu mi sembri proprio una ribelle." ridacchiamo.

"Com'era Alexander?" le chiedo.

"Tu già lo conosci tuo padre Cher.." mi accarezza il dorso della mano. "Basta che tu ti guardi allo specchio, basta che tu rifletta sul modo che hai di fare le cose, ecco, questo era lui.. Lui era come te, o meglio, tu sei come lui, e questo ti deve consolare tesoro mio, perché infondo tu lo conosci tuo padre, e non smetterai mai di conoscerlo, perché più crescerai e più diverrai lui.."

Sfioro con le dita una guancia per cogliere un fragile lacrima e le sorrido. "Grazie Terry." ricambio la stua stretta.

"Grazie a te, di essere ritornata."

Harry's POV

Se solo si potesse spiegare la gioia che provo nel vederla qui, con tutti noi, un po' meno dolente di quanto non fosse giorni fa, il mio cuore scoppierebbe di gioia.

Abbiamo passato una giornata rilassante tutto sommato (per quanto possa esserlo), ma almeno non ci sono stati altri attacchi di panico o altre crisi di pianto, e sembra che le memorie dolenti stiano già diventando sfumature in confronto ai contorni definiti di quello che sarebbe dovuto essere il suo passato.

Sono circa le 22:30, e tutti quanti decidiamo che non ci può essere nulla di megio da fare se non una bella dormita, e io sono molto d'accordo con loro se solo non temessi così tanto i suoi incubi. Non so come reagire e come comportarmi quando la vedo piangere in un sonno bastardo, dimenarsi nelle lenzuola calde.. non è quella l'immagine che ho di lei, eppure faccio del mio meglio per accoglierla, perché la amo.

Sapevo che qualsiasi cosa Barcley avesse detto a Cher (se questa fosse stata una cosa strettamente correlata a lei e al suo passato) mia madre ne sarebbe stata sicuramente già a conoscenza, e questo mi infondeva timore e inquietudine, perché non so nemmeno con che coraggio mi guarderà di nuovo in faccia.

Posso capire che non abbia detto nulla fino a poco fa, ma quando le cose tra me e Cher sono diventate serie, era suo compito avvertire, sputare fuori la verità, perché non puoi tenere nascosto il passato di una persona che è la migliore amica di tua figlia e la donna che tuo figlio giura di amare. Senza contare che per noi Charter è sempre stata come una di famiglia... (eccetto i miei schifosi precendeti a cui ancora oggi certo di porre rimedio).

Quando ci infiliamo a letto resta a guardarmi negli occhi e io guardo lei..

"Lo sai che sei l'unica ragione per cui non ho ancora posto fine alla mia esistenza inutile?" sorride.

"Cher.." la avverto, odio che parli in questo modo.

"No, no, sul serio Harry, sei l'unica cosa che mi tiene ancora qui, e se te ne vai non ci sarà più nulla a trattenermi questa volta.." sbadiglia leggermente stiracchiandosi.

"Ma io non ho nessuna intenzione di lasciarti." le sorrido avvicinandomi un po' di più.

"Ne sono felice.." accarezza il mio profilo con le dita fredde e chiudo gli occhi a quel contatto così freddo e caldo allo stesso tempo.. una lacrima solitaria le solca la guancia. "Perché odio questa vita quasi quanto lei odia me." sussurra lasciandomi un bacio sulle labbra.

La stringo a me.. tanto, come se potesse scapparmi.

"Ecco perché Roosalie mi ha smepre intimato di starti alla larga." parla a fior di labbra. "Perché tu le ricordavi Alexander.." sorride amareggiata. "Ma non ha capito una cosa.." sembra star facendo un discorso a se, come se fosse arrivata a un'ulteriore deduzione. "Io non sono lei, io ti amo e mai e poi mai farei a te, o ai nostri figli, quello che lei ha fatto a me e a mio padre." sussurra allontanandosi.

Sorrido. "Mi credi, non è così?" chiede preoccupata.

"Certo che ti credo principessa, so chi sei, e so di sicuro che non sei lei.. solo che causi un effetto così piacevole ogni volta che metti in mezzo il fatto che un giorno avremo una famiglia nostra, dei bambini." sorrido come un ebete.

Lei arrossisce terribilmente tanto, come non faceva da molto.. "E mi piace ancora di più il fatto che tu lo dia per scontato." le stampo un bacio sulla fronte spostandole da essa alcune ciocche scure.

"Sono disposta ad andare avanti Harry." sussurra. "Ma ti chiedo di fare un'ultima cosa per me, prima che questo possa accadere."

La guardo con attenzione e curiosità. "Cosa?" sussurro cogliendo la nota di disagio che le percorre le iridi nere. Automaticamente il mio sguardo cade sull'anello che le ho regalato per il suo compleanno, appeso al suo collo tramite la catenina. Non lo toglie mai.

"Distruggi tutto quello che c'è nella mia vecchia camera ad Holmes Chapel, distruggi la camera stessa." sussurra con voce carica di sicurezza ed odio. "Capirò se non puoi farlo." aggiunge.

La guardo per un periodo indeterminato di tempo, poi la stringo di nuovo a me, forte forte. "Dormi principessa." le sussurro sui capelli.

E lei si addormenta anche, tra le mie braccia sicure, ma la mia mente viaggia e viaggia e viaggia.. come alla ricerca di ispirazione.

Arriva in un attimo, verso le quattro del mattino.. bramata dalla mia mente come Charter brama la vendetta.

Mi alzo dal letto.. un po' intorpidito. Cher dorme.

Prendo il telefono e mi dirigo fuori dalla porta, nel piccolo corridoio tella torretta, affianco alla piccola finestra rotonda e mi siedo sul muretto sporgente che la circonda mentre guardo fuori.

Questa che sto per fare è una chiamata a tre, di solito le faccio solo quando ho delle conferenze coi ragazzi via telefono, ma questo per me è anche più importante delle conferenze.

I due non rispondono subito, ma conoscendo la loro estrema pigrizia, non mi meraviglio di doverli chiamare una seconda volta perché si decidano a rispondere.

"Harry.." bisbigliano entrambi con la voce etremamente impastata dal sonno.

"Che diavolo.. è una dobbia chiamata?" chiede ridacchiando uno dei due.

"Ho bisogno di voi due.." parlo con voce seria.

"Che diavolo succede amico?"

"Vi spiegherò quando sarete qui, sono a Winford."

"Hai bisogno di noi.. ok. Quando?" chiede uno dei due.

"Domani notte."

"Domani notte? Mica sarai diventato un uccello notturno." ridacchiano alla loro squallida battuta.

"Sono serio ragazzi. Potete o no?"

"Sicuro amico, sempre.. cazzo, sei mio mio fratello, passerò sopra al fatto che hai interrotto il mio sonno pacifico alle quattro del mattino." ridacchia.

"Io non sono sicuro di poterci passare sopra." si aggrega l'altro. "Ma si, ci sono, quando vuoi, sempre."

"Vi ringrazio. All'una di notte davanti a Walmart, sulla Gring Avenue, è appena entrate a Winford, ci vediamo lì?" chiedo.

"Sicuro."

"Sicuro che non si può proprio sapere che succede? A questo punto non riuscirò più a riprendere sonno." si lamenta il più spiritoso dei due, con notevole nota di sarcasmo.

"Ho bisogno che i vendicatori per eccellenza mi aiutino a portare a termine la vendetta più sanguinosa della storia." Esprimo serio e un po' seccato dalle tante domande.

"Cavolo Styles.. non ti sentivo così vendicativo da non so.."

"Dai tempi in cui portava i jeans larghi." completa l'altro ridendo.

"Riguarda Charter." ed entrambi si ammutoliscono, capendo che non scherzo affatto.

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