The Daughter Of The Alpha

Oleh lettrice_inincognito

273K 13.8K 426

" The Daughter Of The Alpha " ; primo libro del genere: "Werewolves" Quando sei una normale sedicenne le unic... Lebih Banyak

Capitolo I
Capitolo II
Capitolo III
Capitolo IV
Capitolo V
Capitolo VII
Capitolo VIII
Capitolo IX
Capitolo X
Capitolo XI
Capitolo XII
Capitolo XIII
Capitolo XIV
Capitolo XV
Capitolo XVI
Capitolo XVII
Capitolo XVIII
Capitolo XIX
Capitolo XX
Capitolo XXI
Capitolo XXII
Capitolo XXIII
Capitolo XXIV
Capitolo XXV
Capitolo XXVI
Capitolo XXVII
Capitolo XXVIII
Capitolo XXIX
Epilogo
Ringraziamenti

Capitolo VI

12.4K 632 21
Oleh lettrice_inincognito

" Vecchi e Dolorosi Ricordi "

**

Era passata ormai una settimana da quando Amanda aveva scoperto tutto. Sette giorni da quando la sua vita era completamente cambiata. Il rapporto con i suoi genitori si era leggermente incrinato visto che non riusciva a digerire il fatto che le avessero rivelato la verità dopo tutti questi anni. James, dopo un litigio furioso per via del fatto che anche lui sapeva e aveva taciuto, le era stato accanto e la stava aiutando a capire meglio il loro mondo, la loro mentalità e le loro leggi, aiutato anche da Eliot ed il resto della combriccola.
Quel sabato mattina era sola in casa, visto che suo fratello aveva un appuntamento con una persona misteriosa, così aveva deciso di rilassarsi e prendersi del tempo solo per se stessa.
Si era alzata abbastanza tardi, si era concessa un lungo bagno caldo e ristoratore, seguito da una deliziosa cioccolata calda. Infine si era buttata sul divano, telecomando nella mano destra e popcorn a sinistra, scegliendo tra vari film e serie TV. Dopo aver trovato un bel thriller, era rimasta incollata alla televisione finché il suo cellulare non emise una leggera vibrazione, avvertendola dell'arrivo di un nuovo messaggio. Sbloccò lo Smartphone con semplicità e aprì la casella dei messaggi, leggendo più e più volte il contenuto di quello che aveva ricevuto non riuscendo a comprendere affondo il significato delle parole.

Da: Contatto Sconosciuto
Testo: Pensi mai al passato Bambina?

Rimase svariati minuti a cercare di capirci qualcosa, ma proprio non aveva idea di quello che volesse dire. Per di più il numero non era salvato nella rubrica, poteva essere chiunque. Quel bambina però le aveva provocato i brividi lungo la colonna vertebrale, perché sapeva bene che c'era solo una persona che la chiamava in quel modo, tuttavia era una cosa impensabile visto che lui non si era fatto sentire per più di due anni. Doveva per forza essere lo scherzo, di cattivo gusto, di qualcuno. Così prese il toro per le corna e gli scrisse a sua volta.

A: Contatto Sconosciuto
Testo: Chi sei e come fai ad avere il mio numero?

E la risposta non tardò ad arrivare, e poté sentire più che bene il suo cuore sprofondare.

Da: Contatto Sconosciuto
Testo: Come, non ti ricordi di me? Così mi ferisci nel profondo... Ne abbiamo passate così tante insieme bambina, ma tranquilla. Sto tornando e questa volta non ti lascerò più.

Quelle parole la mandarono nel panico. Sentì le lacrime bagnarle il viso. Le mani le tremarono quando digitò in fretta il numero di James.
-Amy? Adesso proprio non...-
-Per favore. Ho-ho bisogno di aiuto.- lo interruppe singhiozzando.
-Amy, che succede? Stai bene?-
-Io-io non.- il groppo in gola le impedì di continuare. Cercò di fare respiri profondi, ma le fu impossibile.
-Amy, sto arrivando. Cinque minuti e sono lì da te, d'accordo?- disse il ragazzo, chiudendo la chiamata.
La mora si rannicchiò sul divano e continuò a piangere, non riuscendo a calmarsi.
Quando sentì la porta chiudersi si tirò su e lanciò uno sguardo all'ingresso.
-Amy!- la chiamò il fratello, raggiungendola e abbracciandola. La più piccola si lasciò stringere e nascose il viso nel suo incavo del collo. -Mi vuoi spiegare che succede?- le domandò accarezzandole i capelli. Amanda annuì e si allontanò il giusto per poterlo guardare negli occhi verdi, come quelli del padre.
-Io...- iniziò a dire, ma la presenza di qualcuno la bloccò. -Che ci fai tu qui?- chiese, asciugandosi il viso e cercando di ricomporsi. Odiava farsi vedere debole, anche se con il fratello era un altro discorso.
-L'ho chiamato io, pensavo che una persona in più avrebbe fatto comodo.- le rispose James, facendo un cenno verso Luke, che rimase in piedi con le braccia incrociate. -Ma il punto è un altro adesso. Che cos'è successo per terrorizzarti in questa maniera?-
Amy prese fiato, allontanandosi dal moro per mettersi seduta. Prese il cellulare e aprì la casella messaggi, passandolo poi al giovane accanto a lei.
-È tornato.-

Dopo quello scambio di SMS, il maggiore degli Evans chiamò i genitori e spiegò loro la situazione. In poco tempo nel salone si presentò metà del branco, tutti pronti a seguire gli ordini del loro Alpha.
Amanda, dopo il pianto isterico, si era chiusa in camera sua e si era sdraiata sul letto per cercare di riposare almeno per una manciata di minuti. Si sentiva a pezzi, come se fosse stata messa sotto da un treno. L'ansia le stringeva lo stomaco in una morsa e non riusciva ancora a concepire il fatto che lui fosse tornato e che la stesse cercando.
Non sapeva che fare, sapeva soltanto che di sicuro avrebbe dovuto spiegare quello che era successo due anni prima e sentiva di non farcela. Si chiese perché non aveva seguito i consigli dei suoi amici. Si chiese perché quando Samantha le aveva raccontato che cosa aveva fatto alla sua ex, lei l'aveva difeso dicendo a tutti che era cambiato e che mai e poi mai le avrebbe fatto del male.
Era stata una stupida. Aveva creduto alle sue dolci parole finché alla fine non aveva messo giù la sua maschera e si era rivelato per quello che veramente era.
Dei leggeri colpi alla porta la fecero alzare. L'aprì, non aspettandosi di certo di trovarsi di fronte Luke. Non vi aveva mai fatto caso, ma gli arrivava a stento al petto.
-Luke?- domandò, con un sopracciglio alzato.
-Tuo padre mi ha mandato a chiamarti.-
-Va bene.- disse, uscendo fuori dalla stanza e scendendo le scale, seguita dal giovane.
Quando arrivò in salone sbarrò gli occhi davanti al numero elevato di persone. Non riusciva a capire perché ci fosse tanta gente, era convinta che ne avrebbe parlato con suo padre e non anche al branco. Non era sicura di riuscire a spiegare tutta la storia. Si fermò sull'ultimo gradino e prese un respiro profondo, ad occhi chiusi.
"Tutto pur di non aver più a che fare con quel essere." Si disse, sospirando.

Luke osservò la mora. Quella sera sembrava talmente spaesata che ebbe un improvviso impulso di stringerla a sé e rassicurarla, di accarezzarle i morbidi capelli color pece e di prometterle che nessuno le avrebbe più fatto del male. Scosse la testa per scacciare quei pensieri, così insoliti per lui, e cercò di concentrarsi su qualcos'altro.
Non conosceva i dettagli di quello che le era capitato, gli avevano solo detto che qualcuno che aveva fatto parte del suo passato stava tornando e non era una buona notizia. Avrebbe voluto saperne di più, ma era diritto di Amanda decidere se raccontare tutto oppure no, e soprattutto a chi.
"Devo parlare con Alpha Edward, assolutamente." Decise, raggiungendo gli altri in salone. Quando sia lui che la ragazza furono a portata di orecchio, il Signor Evans si schiarì la gola, pronto a chiarire la situazione ed aggiornare su nuovi dettagli.
-Benvenuti. Quest'oggi mia figlia, Amanda, ha ricevuto dei strani messaggi, mentre io ho ricevuto prima una lettera e successivamente una chiamata che mi hanno messi sull'attenti.- tirò fuori dalla tasca un figlio di carta piegato più volte e lo aprì. -Il mittente è un nostro alleato che vive ad alcune miglia da qui e dice di avere delle novità di cui discutere. Scrive che ha notato dei movimenti sospetti da parte di un gruppo, abbastanza consistente, di demoni che si dirigeva verso i nostri territori. Chiede dunque di radunare i branchi più vicini per ideare una strategia. Ho parlato con gli altri Alpha e abbiamo deciso di organizzare l'incontro nel nostro territorio, visto che non sono disposto a lasciare la mia famiglia, in particolare mia figlia, soprattutto visto la telefonata che ho ricevuto alcuni minuti fa. Non starò qui a raccontarvi tutto nei minimi particolari, vi basta sapere che colui che mi ha telefonato si spaccia per il capobranco dei King e vuole rivendicare Amy come compagna.- dopo l'ultima affermazione, la stanza cadde nel più totale caos. Amanda era completamente senza parole, mentre sua madre Theresa la teneva stretta a sé, cercando di non ricominciare a piangere. James lasciò libero sfogo al ringhio che gli nacque nel petto. Luke cercò di mantenere la calma, ma fu costretto a stringere le mani a pugno per nascondere gli artigli. Non poteva essere vero. Non poteva essere fottutamente vero.

-Silenzio!- gridò Edward, usando il suo potere e facendo zittire tutti. Aspettò alcuni secondi prima di riprendere. -Stavo dicendo... Il presunto Alpha King pretende la mano di mia figlia, affermando che se questo non avvenisse entro la prossima luna piena andremo incontro a delle conseguenze, dice lui, davvero spiacevoli. Purtroppo non ha capito con chi ha a che fare e così gli ho semplicemente risposto di andare a fanculo.- degli urli euforici si propagarono per il salotto. -Gli ho anche detto che Amanda non sarà mai e poi mai la sua mate, anche perché ha già trovato la sua anima gemella.- disse, lanciando un'occhiata veloce a Luke, che sbiancò.
"Come ha fatto a capire tutto? Io non gli ho detto nulla." Il castano ingoiò a vuoto e fece vagare il suo sguardo fino alla giovane in questione, che guardava suo fratello maggiore non riuscendo a capire che diavolo stesse accadendo.
-Alpha, scusate. Ma non ero presente al tempo dei fatti.- affermò una giovane donna. -Non vorrei essere indelicata, ma potreste raccontarmi ciò che accadde?-

La più piccola della famiglia trattenne il fiato. E quando suo padre la guardò le sembrò di sentire il suo cuore perdere alcuni battiti. Ingoiò a vuoto e strinse le mani a pugno.
"Sono qui per me, glielo devo." Si disse per incoraggiarsi. Edward continuava a fissarla, ma lei non ricambiò lo sguardo. Si alzò in piedi e per nascondere il tremore alle mani le strinse tra loro.
-Quello che accadde due anni fa fu un'esperienza per me davvero difficile da affrontare, ancora adesso non riesco a parlarne e ad aprirmi con gli altri come vorrei.
-Quando avevo più o meno quattordici anni, ho conosciuto un ragazzo più grande di me di quattro anni. Su di lui giravano delle brutte voci, ma io ero ingenua e testarda.
Andavamo nello stesso liceo, io ero al primo anno e lui al quarto perché era stato bocciato. L'avevo fermato per chiedergli delle indicazioni e da lì abbiamo iniziato a parlare. Capitava che magari avessi ginnastica e dovessimo dividere la palestra con un'altra classe? Era sempre la sua. Magari ci incontravamo all'assemblea di Istituto e chiacchieravamo, spesso ci capitava di parlare del più e del meno e così stringemmo amicizia, la tipica amicizia tra persone della stessa scuola. Ci salutavamo nei corridoi e parlavamo se avevamo tempo, niente di che. Tuttavia in molti mi misero, come si suol dire, la pulce nell'orecchio, anche se non funzionò. Il nostro rapporto crebbe e lui divenne in poco tempo quasi un fratello per me, il mio confidente e migliore amico.
Quando mi invitò al ballo di inverno non ne fui sorpresa, ma avevo iniziato a notare certi suoi atteggiamenti. Era diventato geloso, tanto che non potevo neanche abbracciare un mio amico che mi faceva una paternale lunga quanto la Prima Guerra Mondiale. Io ci passavo sopra, sminuendo i suoi comportamenti.- fece una pausa, gli occhi offuscati dai ricordi. Luke la guardava con apprensione, come se potesse sentire il suo stesso peso al cuore. Aspettò alcuni secondi prima di riprendere. -Comunque sia, quella sera fu davvero bellissima, magica per certi versi. Ballammo fino ad avere i piedi doloranti, ridemmo fino alle lacrime e quando fu il momento del lento, lui mi strinse a sé con tale trasporto che mi sembrò di essere la protagonista di quei film d'amore per adolescenti che guardavo spesso in TV. Ma la realtà era un'altra ed io mi ritrovai impreparata a quell'esperienza.
-

A fine serata mi riaccompagnò a casa, mi prestò la giacca per ripararmi dal freddo e continuò a ripetermi quanto fossi bella quel giorno. Quando parcheggiò lo salutai, ma lui disse che non sarebbe stato un vero cavaliere se non avesse accompagnato fino alla porta la sua dama. Così quando ci trovammo davanti al portone, mi voltai per ringraziarlo di tutto ma lui mi baciò, andandosene via senza dire una parola. Entrai in casa, sconvolta, non sapevo che fare, perché in fondo sapevo bene di non provare quel sentimento profondo che al contrario lui sembrava provasse. Lo vedevo come un fratello, fine della storia, e questo mi faceva stare male, perché avevo paura di ferirlo e mi sentivo in colpa.
Purtroppo conoscevo bene Alexander e quando si metteva in testa una cosa era impossibile fargli cambiare idea. E così accadde che due giorni dopo mi chiese di diventare la sua ragazza ed io accettai lo stesso pur non provando quei sentimenti. Di certo non mi aspettavo che le cose sarebbero peggiorate.
-La sua gelosia raggiunse livelli incredibili, divenne possessivo, aveva la paura costante che io me ne potessi andare da un momento all'altro e quindi, secondo lui, l'unica soluzione era controllarmi, mandandomi messaggi ogni venti minuti e chiamate ogni ora. Non potevo più uscire con il mio gruppo di amici, neanche con le mie amiche perché aveva paura che mi facessero aprire gli occhi su quella situazione, e così si inventava scuse su scuse.
Per mia fortuna a scuola era più difficile controllarmi e così io parlavo liberamente con Elisabeth e le altre durante le lezioni, tranne durante ginnastica e la pausa pranzo. Mi accompagnava e mi riportava a casa lui, ed era sempre lui a decidere che cosa fare il pomeriggio o la sera.
Se i primi due mesi mi fecero quasi cambiare idea sui miei sentimenti, gli ultimi mi fecero pentirete amaramente di quel detto troppo velocemente. Divenne quasi una condanna. Mi vergognavo talmente tanto da non riuscire più a parlare con i miei genitori o con mio fratello. Non sapevo più che fare, mi sembrava di essere in un limbo. Mi chiusi in me stessa, non riuscivo più a vivere. I miei voti peggiorarono visto che non riuscivo più nemmeno a concentrarmi nello studio. Alla fine decisi di smettere di parlare con le mie amiche, non volevo essere un peso per le altre persone.
A metà del quarto mese sentivo di non farcela più, così una sera lo avvisai che non saremmo potuti uscire perché avevo una cena di famiglia. Uscii dalla finestra e corsi verso la casa di Elisabeth. Quando arrivai, avevo le lacrime agli occhi e il respiro corto. Sua madre mi guardava come se fossi un alieno, mi fece entrare e mi disse che sua figlia mi stava aspettando. Quando la vidi non riuscii a non correre incontro e abbracciarla, scoppiando in lacrime. Parlammo fino a tardi, ma quando mi propose di dormire da lei rifiutai, il mio istinto mi gridava di tornare a casa e lo feci. Quando rientrai in camera mi sembrava tutto tranquillo e mi diedi della paranoica, ma poi le luci si accesero ed io lo vidi sdraiato sul mio letto, come se fosse il suo. Mi guardò attentamente prima di alzarsi e raggiungermi.
-Ricordo bene il suo sguardo, carico di disprezzo ed ira. Mi urlò contro per alcuni minuti, mentre io cercavo di calmarlo. Mi accusò di avere un altro, mi disse che gli avrebbe fatto del male se solo avesse scoperto chi fosse. Non sapevo più che fare, poi all'improvviso divenne violento. Non riusciva più a controllare le sue emozioni e si avventò su di me. Mi prese per la gola e mi sbatté contro il muro. Cercavo di riprendere fiato, ma lui sembrava stringere sempre di più, ancora e ancora finché non svenni.
Non so quello che successe dopo, mi risvegiai dopo alcuni istanti sul mio letto, mia madre accanto e un dottore che mi visitava.
Non so perché Alexander volesse me, ma non voglio averci più niente a che fare.- sussurrò le ultime frasi, un nodo alla gola non le permetteva di respirare bene. Sentiva ancora lo sguardo profondo di Luke su di lei, ma era stanca. Stanca di tutto e di tutti. All'improvviso un uomo si alzò in piedi, fece un leggero inchino e prese la parola.
-Alpha, posso ben capire quello che si prova, anch'io ho una figlia. Io ci sarò se bisognerà combattere.-
-Anch'io.- affermò una donna, e così lentamente tutte le persone che occupavano il salone diedero la loro disponibilità. Amanda le guardò stupita, non riusciva a capire perché lo stessero facendo.
-Tu sei parte del branco, e il branco è una famiglia che non abbandona o dimentica nessuno.- le sussurrò ad un orecchio James, baciandole la fronte.

Lanjutkan Membaca

Kamu Akan Menyukai Ini

250K 10.7K 92
Un nome. Kathrine Black. Sguardo sicuro e cuore pieno di lividi. Sorride ma ingoglia lacrime . Passato pieno di demoni . Ragazza fredda e vendicativa...
200K 7.7K 36
Secondo libro della serie: "Sangue di lupo" "Non te l'ho detto non perché non mi fidavo di te, ti affiderei la mia vita se potessi. Non te l'ho detto...
105K 3.3K 29
PUBBLICATO IL 10/12/22 Come lupo avrei dovuto sperare di incontrare il mio compagno predestinato, ma questa imposizione non faceva per me. La mia lib...
792K 35.3K 47
I figli della luna, così erano definiti, ma come due fratelli in competizione, la guerra tra licantropi e vampiri durava ormai da secoli, forse sin d...