Obsession

By therealangi

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Sarah e Dave, 17 e 18 anni, due mondi apparentemente lontani, che si scontreranno inevitabilmente. Riuscirà... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
//AVVISO
Capitolo 58
Capitolo 59
Epilogo
IMPORTANTE!!!
!!!!!

Capitolo 9

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By therealangi

<<Io esco!>> urlai, prendendo al volo la giacca e catapultandomi verso l'ingresso.

Zia Rose si affacciò dalla cucina con uno strofinaccio in mano. <<Hai già finito di studiare?>>

Annuii e lei mi lasciò andare.
Corsi verso la fermata della metro più vicina, ero in un incredibile ritardo, ma purtroppo non era stata colpa mia. Era passato a trovarmi Matt e avevo dovuto fingere di studiare intensamente prima che lui si convincesse ad andarsene.

Oggi alle 18 a Regent's Park. Ti aspetto. E io avevo accettato, ovviamente, chiedendomi cosa diamine avesse in mente David per farmi divertire.

Arrivai con un quarto d'ora di ritardo e lo trovai all'ingresso, attento a scrutare la folla, in cerca di me. Il mio cuore perse un battito: aveva una t-shirt bianca e pantaloncini neri e una fascia nera tra i capelli; sembrava appena uscito da un match di tennis, ed era bellissimo.

Mi riscossi e lo raggiunsi; appena mi vide il suo sguardo si illuminò, scaldandomi il cuore. <<Allora, cosa hai intenzione di farmi fare?>> chiesi, posizionando le mani sui fianchi.
<<Jogging. Ti aiuta a scaricare la tensione.>>
<<Io non sono tes...>> provai a dire.
<<Oh si che lo sei>> mi bloccò lui.

Ci inoltrammo nel grande parco e cominciammo a fare esercizi di stretching; poi, per circa due ore, corremmo. E scoprii che in effetti David aveva ragione: correre ti annullava i sensi, ti toglieva via ogni pensiero, era un ottimo modo per soffocare i dolori del passato.

Il sole calò, lasciando il posto alla luna, quando finalmente David mi disse di smettere. Ero allo stremo delle mie forze, sudata e affaticata come mai prima di allora, ma mi sentivo bene. I fantasmi del passato cominciavano a svanire.
<<Forza, ti riaccompagno a casa.>>

Mi lasciò sulla soglia di casa con un altro appuntamento: quella sera stessa, in un altro locale nel centro di Londra.

Accettai, gratificata per tutto quello che stava facendo per me nonostante io non glielo avessi mai chiesto.

Mi feci una doccia e mi vestii, poi decisi di chiamare mio padre e Julie.

<<Ti fai sentire sempre meno!>> si lamentò mio padre, quando gli telefonai. Gli spiegai che ero sempre impegnata e la sera stanca, e lui parve piuttosto contento della mia vita frenetica. <<Sono contento che ti stia distraendo>> disse. <<Ricorda sempre di stare attenta, però. E i ragazzi, tienili lontani da te.>>

Arrossii, ricordandomi di non aver detto nulla di Matt a mio padre. Decisi comunque di non dirglielo ancora: quando e se fosse durata abbastanza, lo avremmo comunicato a tutti.

A Julie, invece, dissi tutto. Lei sapeva della mia relazione con Matt e anche dei miei dubbi, e mi aveva già detto che non ero ancora innamorata.

<<E quell'altro ragazzo?>> mi chiese, dopo che le parlai dell'anello e di ciò che Matt aveva cercato di fare la sera prima.
<<Quale ragazzo?>> chiesi confusa.
<<Andiamo, Sarah! Quello bello con cui ti scontrasti il primo giorno di scuola...David, no?>>

Arrossii ed esitai un attimo prima di rispondere. <<Siamo diventati amici. Mi aiuta a dimenticare Margot e il passato>> spiegai.

Lei ridacchiò dall'altro capo del telefono. <<Amici...non prendermi in giro, Sarah!>>
Sbuffai e lei si ricompose. <<Comunque secondo me è per via di lui...si, insomma ora neghi, ma ti piace eccome!>>
<<Non credo Juls. Mi fa innervosire, anche se negli ultimi giorni mi ha stupito. Ma non mi piace>> ribattei, categorica.

Lei continuò con la sua teoria "Sarah è innamorata di David" per un po', poi decisi di riattaccare per prepararmi per la serata.

Avevo scelto una gonna azzurra e un top bianco, e avevo raccolto i miei capelli in una treccia.

Fortunatamente Aiden era fuori casa, così potei uscire dalla porta e non dalla finestra.

<<Carina la gonna>> commentò David quando mi vide, facendomi arrossire. <<Andiamo?>>

Mi portò in una discoteca nel cuore di Londra, gremita di ragazzi ubriachi e ragazze che ballavano. Ordinai un drink e mi inoltrai anche io nella folla danzante, con David poco dietro di me.

Ballammo per una decina di minuti, poi andammo a sederci su dei divanetti di velluto viola in un privè.

David mi fece bere tre o quattro bicchieri di vodka, e io cominciai a sentirmi la testa che girava. <<Devi dirmi perché lo fai>> gli intimai, chiudendo gli occhi. <<Perché ti ubriachi o passi il tuo tempo libero con me per aiutarmi.>>

Lui sospirò e mi portò in una saletta deserta. Chiuse a chiave la porta e si sedette su uno sgabello. <<Perché anche io sto scappando dal passato>> sussurrò.

Mi raccontò di una storia assurda, risalente a quando era bambino e viveva felice insieme alla sua famiglia. Aveva una sorella gemella di nome Shirley. <<Era bellissima>> raccontò, la voce strozzata.

David e Shirley vivevano l'uno per l'altra, si capivano e confortavano a vicenda, come solo due gemelli sanno fare. <<Aveva gli occhi verdi più belli di questo mondo>> affermò, e io gli credetti, pensando ai suoi di occhi.

Quando avevano dieci anni un maniaco li aveva notati in un parco, e aveva preso a seguirli. Aveva annotato l'abitazione e cominciato a studiare i movimenti di Shirley, fino a sapere tutto di lei.

Un giorno erano soli, David e Shirley, e giocavano nel giardino della loro casa. Il maniaco si era avvicinato e con una scusa aveva spedito David dentro casa.

<<E quando sono tornato fuori, lei non c'era più...>> sussurrò, e il mio cuore si raggelò. <<L'ha rapita e io ho perso mia sorella, capisci?>>
<<L'ha...uccisa?>> mormorai con il fiato sospeso.
David scosse la testa. <<Non credo>> rispose. <<Io sento che è viva, capisci? È la mia gemella, me lo sento!>> esclamò con foga.

Io aspettai che si calmasse e non dissi nulla, ma improvvisamente mi sentii stringere i polsi. Era David, e mi stava vicinissimo, la presa sui polsi sempre più forte, fino a farmi male. <<Te l'ho detto solo perché tu sei stata sincera con me>> ringhiò. <<Ma questa storia non esce dalla tua bocca, intesi? Non una singola parola.>> Annuii terrorizzata, e lui si calmò.

<<Scusa>> mi sussurrò. <<È solo che non l'ho mai detto nessuno, ed ecco, io...mi fido di te.>>
<<Anche io mi fido di te>> riuscii a rispondergli. David mi guardò con affetto e mi accarezzò una guancia con la sua mano fresca.

Poi, pian piano, si avvicinò ancor di più, superando il limite, finché non mi resi conto dell'enormità di ciò che stava accadendo. Eravamo soli, chiusi a chiave in una saletta di una discoteca, entrambi un po' brilli. E David stava per baciarmi.

Mi scostai ed evitai di incrociare il suo sguardo magnetico, per non cadere in tentazione. David cominciavo a considerarlo un amico e per di più ero fidanzata, non potevo baciarlo.
<<David...>> sussurrai. Lui si riscosse e arrossì. <<Scusa, ho anche bevuto...>> si giustificò.

Tornammo nella discoteca solo per uscire all'aria aperta. Mi feci riaccompagnare a casa, la testa che mi girava sempre più forte, il senso di nausea che mi attanagliava lo stomaco.

<<David, sto male...>> bisbigliai, cominciando a piangere.
<<Tranquilla, passa tutto. Tranquilla>> mi consolò lui, asciugandomi le lacrime.
Continuai a piangere e a mormorare il nome di Margot finché non chiusi gli occhi e mi addormentai profondamente.

Mi svegliai in camera mia nel cuore della notte; ero in pigiama e sotto le coperte, il che significava che David doveva avermi svestita e messa a letto.

Arrossii eloquentemente, il panico che si prendeva possesso di me e pregai che Aiden e zia Rose non si fossero accorti del mio stato ne di David che entrava furtivamente in casa con me addormentata.

Mi girai e sul cuscino trovai un biglietto:

Quando ti sarai svegliata ti sarà passata la sbornia. Dormi tranquilla, piccola principessa.
Il tuo David

Sorrisi e accartocciai il biglietto. Il mio David? In fondo si, condividevamo un tragico passato, eravamo più simili di quanto potessi immaginare.

Ripensai a quando stava per baciarmi e io mi ero divincolata: avevo fatto bene? Come sarebbe stato ora se avessi accettato di baciarlo?

Scossi la testa. David non mi doveva tentare, era un semplice amico e tale sarebbe rimasto.

E poi, rompere con Matt...non volevo, in quel momento. Lui era gentile con me, mi aveva regalato un anello!
Eppure i miei sentimenti erano confusi, non sapevo se credere a testa o al cuore.

Matt era la luce, il giorno, la parte bella della vita, ti regalava gioie, sorrisi.
David era il buio, la notte, il mistero, la parte più oscura della vita.
Luce e buio, giorno e notte , due poli opposti.

E, anche se non volevo ancora ammetterlo, prendere una decisione, sapevo già quale preferivo.

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