Redamancy: "L'Amore che ritor...

By AnnabelBlack129

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"Ho perso tutto, ogni cosa io abbia mai amato, mi è scivolata tra le dita, come sabbia in un giorno di vento... More

.Prologo.
.Capitolo 1.
.Capitolo 2.
.Capitolo 3.
.Capitolo 4.
.Capitolo 5.
.Capitolo 6.
.Capitolo 7.
.Capitolo 8.
.Capitolo 9.
.Capitolo 10.
.Capitolo 11.
.Capitolo 12.
.Capitolo 13.
.Capitolo 14.
.Capitolo 15.
.Capitolo 16.
.Capitolo 17.
.Capitolo 18.
.Capitolo 19.
.Capitolo 20.
.Capitolo 21.
. Capitolo 22.
.Capitolo 23.
.Capitolo 24.
.Capitolo 25.
.Capitolo 26.
.Capitolo 27.
.Capitolo 28.
.Capitolo 29.
.Capitolo 30.
.Capitolo 31.
.Capitolo 32.
.Capitolo 33.
.Capitolo 34.
Spazio autrice
.Capitolo 35.
.Capitolo 37.
.Capitolo 38.
.Capitolo 39.

.Capitolo 36.

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By AnnabelBlack129

Quando apii gli occhi, dopo non so neanche quanto tempo, mi trovai davanti al viso le balze di una gonna marrone che subito riconobbi: ero appoggiato con la testa sulle ginocchia di Agnese.
Appena mi domandai il perchè, come una cascata gelida, i ricordi di cosa era appena successo mi piombarono addosso, accompagnati dall'imbarazzo e da un certo senso di timore nei suoi confronti. Ma che mi era preso? A piangere così come un cretino per forse delle ore?? Cazzo, ero stato torturato, preso a pugni, calci, frustate e avevo sempre retto tutto con stoico silenzio, ma se mamma mi mette sulle sue ginocchia per qualche sculacciata, mi prende da piangere?
Inghiottii tutte quelle domande per il momento, volgento cauto il mio sguardo verso l'alto, dove la figura di Agnese troneggiava. Ero pronto ad affrontare i suoi occhi severi, pronti probabilmente a darmi il resto di quello che mi meritavo a parole, ma....era a correggere dei compiti?

Sbattei un paio di volte le palpebre per controllare che stessi vedendo bene, si era messa a controllare delle verifiche, appoggiata al bracciolo del divano con il busto rivolto verso il mobiletto che vi era accanto, dove aveva appoggiato le sue cose per lavorare. Solo allora notai che la sua mano sinistra riposava su di me, alternandosi tra busto e braccio, in delle carezze confortanti. Era così presa dal suo lavoro che non si era neanche accorta che mi ero svegliato. Decisi di lasciarla stare e lentaaaaaameeeente ritornai nella posizione di prima, con lo sguardo perso nel vuoto, rivominandomi addosso tutte quelle domande.

Ma tra tutte, UNA in particolare si insinuò nel mio cervello come un verme: visto che io mi ero comportato da stronzo con Agnese, e alla fine era solo un capriccio gigantesco, lo ammetto anche da solo, per avere una conferma definitiva che lei fosse "mamma" al 100%, nel bene e nel male, nella buona e cattiva sorte etc, etc...... non è che forse avevo frainteso tutto quello che era successo con i ragazzi? Non è che forse, quello che avevano fatto non era nient'altro che un capriccio che nascondeva altro sotto? Se non mi volevano, perchè sono tornati? Non avrebbero neanche mantenuto i contatti con Agnese se non avessero voluto più avermi intorno........

Mentre mi traviavo in quel groviglio di domande su di loro e su me stesso, un bacione sulla tempia mi riportò alla realtà:<< ma buongiorno!>> mi sussurrò mamma con la solita dolcezza di sempre.... come se non mi avesse appena battuto come un Mochi giapponese!
Sospirai e mi stiracchiai per bene, apprezzando il dolore diffuso sul mio lato B che mi avrebbe accompagnato per settimane. Cercai di evitare lo sguardo di Agnese, anche se prima lo avevo cercato, un pò per vergogna e un pò per timore, ma lei non si fece problemi:<< Stellina, è finita. La punizione te la sei presa e sei stato perdonato, non sono più arrabbiata, ok?>> mi confortò, sollevando il mio viso verso di lei con una mano sulla guancia, per poi sbaciucchiarmi tutto, facendomi ridacchiare.

Presi un respirone profondo, prima o poi tanto glielo dovevo dire:<< ..... mi dispiace....per....>> cercai di fare mente locale, ma erano davvero troppe cose. Poi mi passò di mente la lista che mi aveva chiesto, prima che mi sentissi male, e forse era davvero il momento di dirgliela:<< .... per averti preso ad insulti, anche pesanti, e allontanato da me ....e tenuto all'oscuro di quello che stava succedendo....e aver carcato di risolvere una situazione di stress con la chimica piuttosto che venire da te e parlarti...........e aver tirato giù un casino gigantesco per nulla solo perchè pensavo che se te ne fossi andata sarebbe stato meglio per entrambi.................e per averti messo le mani addosso..................e per aver pianto come un coglione fino ad ora.>> dissi, prendendomi tante pause per cercare di ricordarmi e infilare tutto.

Agnese ridacchiò e dopo avermi regalato uno sguardo di pura tenerezza, mi rispose con un bacione sulla fronte, per poi tirarmi in un abbraccione che mi fece tremare.
Era così.....bello! Anzi, no, Bello! Con la B maiuscola!!!
Appena affondavo tra le braccia di Mamma, sentivo il corpo chiuso in una delicata morsa che mi dava l'impressione di essere protetto da tutto e tutti. La testa fermava i suoi mille pensieri, invasa da una sensazione di affetto e amore che sapeva di agrumi. Rilassai i muscoli, appoggiai la testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi, assaporando quel momento come mai avevo fatto, scoprendo solo ora quanto fossi stato fortunato a trovarla.

<< ti perdono! Tutte tutte, ad eccezione dell'ultima.>> mi disse, coccolandomi.
<<perchè? È stata una scena pietosa mi immagino...>> risposi pigramente senza spostarmi dalla mia posizione accoccolata sulla sua spalla.
<< non è stata pietosa!>> mi sgridò con dolcezza, dandomi anche uno schiaffetto delicato sul sedere, che si sentì comunque viste le sue condizioni doloranti:<< smettima. Di. Darti. Addosso. Prima o poi finirai sulle mie ginocchia anche per questo motivo, ti avviso! Sirio, se ti sei sentito male e hai pianto così, ci sarà stato un motivo più profondo, non credi?>> mi domandò.
Io sbuffai:<< non lo so. Quello che so è che è stato imbarazzante, spiacevole e.......>> la realizzazione mi fece sollevare dall'abbraccio, solo per farmi sentire se era vero quello che percepivo. Agnese mi sorrise vittoriosa, sapeva che cosa era successo già da prima:<< ...e.....liberatorio...... mi sento come se un macigno mi fosse stato tolto dal petto.>> la guardai, sconvolto e confuso.

<< ne avevi bisogno...da tanto! Ti sentivi addosso una marea di colpe, molte delle quali neanche ti appartenevano. E penso che una cosa in particolare ti è tornata in mente, parlando di quell'argomento di morte e cose varie..... io penso che finalmente tu abbia smaltito lo shock del tuo tentato suicidio, la paura, lo stress e anche il pensiero stesso di aver rischiato di morire. Ti sono sempre rimasti addosso, fino ad ora. Hai pagato il prezzo di tutto, ti sei liberato.>> mi spiegò, come se fosse la cosa più normale del mondo. Ma aveva ragione.
Aveva DANNATAMENTE ragione. Io non avevo avuto nessuna reazione dopo quell'evento, se non incubi, aggressioni a chi mi stava vicino e forse, inconsciamente, quella sera con gli ansiolitici sapevo che rischio stavo correndo, ma avendo forzatamente allontanato il pensiero, non me ne ero reso conto fino in fondo.

Agnese non mi lasciò troppo lì a pensare, tringendomi di nuovo in un abbraccio:<< ora sei al sicuro. Abbiamo fatto piazza pulita e ora si può ricominciare da zero, senza paura e senza vergogna...>> mi consolò con premura. La strinsi forte, e lasciai, almeno questa volta, che il Bambino prendesse il comando:<< lo rifarai....?>> domandai, arrossendo. Lei capì al volo:<< comportati bene e non ce ne sarà bisogno! Altrimenti, sì, dovrò intervenire con qualche sculacciata di tanto in tanto per fare manutenzione. Secondo me sono meglio di qualsiasi altra medicina, almeno nel tuo caso.>> sentenziò, dandomi una pacca sul sedere, accompagnandola poi a una carezza sulla coscia malmenata.
Sospirai, mi andava bene.
Ma poi chiesi, con un filo di paura nella voce:<< ....ma quindi....resti?>>
Lei mi baciò sulla guancia, per poi appoggiare la sua testa alla mia:<< sì. Sì e cento volte sì. Te lo prometto, non ti lascerò mai. Sei la mia stellina e non vedo l'ora di riaverti in mezzo ai piedi mentre cucino a casa o a bisticciare con Ginny. Chissà quando incontrerai Edo, vi picchierete ne sono certa!! Con Viola ed Elia andrà alla grande invece.... ti voglio con me Sirio, hai tanta luce dentro di te, tanta bontà e voglio aiutarti a farle uscire. Piuttosto, la smetterai di cercare di allontanarmi? Anche perchè ora lo sai come va a finire..>> disse, facendo tap tap tap sul mio culetto.

Ridacchiai e la strinsi forte, prima si aprire il mio cuore e dirle:<< ........voglio averti come mamma. Voglio veramente tanto avere qualcuno che mi copre le spalle e su cui fare affidamento. Sono stanco di vagare da solo su questa terra.... la smetterò di cercare di farti fuori, promesso!>>
Agnese mi sbaciucchiò tutto, facendomi ridacchiare:<< e io ci sarò! Nel bene e nel male! Magari la prossima volta, parlami e non andartela a cercare!>> mi sgridò, furbescamente.
<<COSA!?! Non me la sono venuta a cercare!! Sei tu che mi hai costretto con la faccenda che avresti fatto la spia a Louis....e poi sennò andavi via quindi...>> dissi, un pò offeso dalle sue insinuazioni.

Mamma sospirò paziente: <<Io non ti ho costretto! Potevi benissimo mandarmi via come era nei tuoi piani..... >>
Mi innervosii un pò a quella sgridata, incrociando le braccia:<< guarda che tutto è cominciato perchè mi sei sempre stata addosso.... se tu non ti fossi accollata, non ti saresti evoluta a farmi da madre!>> insistetti, cercando di non sembrare io "l'orfanello disperato".
<<non provare a dirmi che sono stata sempre io quella appicicosa e materna, sei tu quello che è sempre venuto a cercarmi, chiedendomi conforto e consiglio, sin dall'inizio. Dopo che io mi sono fatta avanti per aiutarti con i tuoi problemi, te lo concedo, ma non ti ho cercato sempre io eh! Anche se non lo vuoi ammettere, tu mi hai mostrato quanto avessi bisogno di una figura di riferimento. È bastato mostrarti che potevi fidarti di me che ti sei subito appiccicato, mi seguivi di classe in classe, anche solo per parlare 3 minuti. Per non parlare di tutti i gesti servizievole che incosciamente hai portato avanti, è che non si possono di certo confondere come galanteria, come portarmi il caffè la mattina, e la borsa piena di libri...>> continuò.

Io ormai avevo cambiato colore, non avevo notato nulla ma ora che lei me lo stava descrivendo, devo ammattere che sono stato parecchio attaccato a lei sin da subito. Cercai di difendermi: <<...vabbè quello è norm....>>

Ma lei continuò:<< Aspettarmi se facevo tardi e veniva buio per poi accompagnarmi alla macchina per non farmi stare da sola nel parcheggio, essere difensivo con i nostri colleghi e "Lucianino" alla prima malelingua, portarmi il caffè e la merenda direttamente in classe se avevo verifica e saltavo la ricreazione, portarmi il pranzo o se andavamo insieme al bar davanti scuola, mi aprivi la porta, spostavi la sedia, lasciavi sempre il miglior boccone o l'ultimo se condividevamo qualcosa e se pagavo io invece di te poi diventavi anche peggio! Queste non solo solo galanterie, ma sono gesti di affetto e premura molto precisi. Sirio tu mi hai inconsciamente scelto, probabilmente perchè sono stata io la prima a mostrarti un comportamento materno e ti sei letteralmente "fatto adottare". E io l'ho visto e percepito sin da subito e ti ho piano piano lasciato avvicinare, anche perchè all'inzio ero un pò confusa, devo ammetterlo. Non faccio entrare nella mia vita il primo che passa, lo dovresti sapere.... pensa a Luciano che mi sta al culo da 5 anni!>> concluse, con quello sguardo amorevole che ormai riservava solo a me.

<<E tutti i litigi? Le volte che ci siamo allontanati? Quelli che sono?>> le domandai, confuso di come questa dinamica tra noi due si fosse conclusa con un "adozione".

<<Sirio, avere una madre e fare bene il lavoro di madre, sono cose che di solito non si scelgono, ma capitano nel grande schema delle cose che sono parte della vita. Infatti non tutti i figli vanno d'accordo con le loro famiglie come non tutte le mamme sono brave ad esserlo, basta che pensi a quei due ragazzini, Marcus e Lawrence, e vedrai che ho ragione. A loro la sorte gli ha dato due famiglie orribili, finchè non hanno conosciuto te....Quindi per coprire quel ruolo inconscio di una figura materna, ci vorranno anche delle garanzie, no? Un pò come un genitore ha il timore di trovarsi davanti a un teppistello ribelle o un drogatello quando adotta un ragazzetto più grande di una certa età, se non di peggio ovvio! Tu avevi bisogno delle tue sicurezze nel lasciarmi entrare, io avevo bisogno delle mie nell'avvicinarmi. Non mi sarei lanciata a gamba tesa a prendere a sculacciate un ex-soldato di 2m se non fossi stata sicurissima di quello che stavo facendo. Anche perchè me l'hai praticamente chiesto tu!>> disse, sghignazzando.

Avvampai indignato, rispondendo subito a balbuzii: <<Io!?!?! Perchè mai avrei voluto farni prendere a schiaffi ??? Ma che ti dice la testa?>>

Agnese ridacchiò, sorrisendomi e appoggiandomi una mano sulla guancia mi disse: <<Ooohh andiamo... non te la sei certata, l'hai direttamente ordinata al cameriere. Volevi anche tu la certezza che se ci stavo, ci stavo dentro al 100%! Ora sai che sono capace di testa, che non tollero e non lascerò correre quei momenti di incazzatura che ti vengono, sarai costretto a imparare a controllarli se non vuoi arrivare a capodanno con il didietro rosso senza bisogno di intimo abbinato, ma.... sai anche che non mi spaventano i tuoi momenti più bui e non temo le tue paure ricorrenti. Ci sono e ci sarò sempre...>> si avvicinò, baciandomi sulla punta del naso, mandandomi in subbuglio lo stomaco in un misto di timidezza e affetto che non avevo mai provato.

Abbassai lo sguardo, consapevole di una cosa:<< Come farò mai a ripagarti? Lo capisci che è letteramente un "prestito d'amore" senza interessi e non c'è modo che io lo restituisca?>> ancora non capivo come si fa ad amare senza nessuna garanzia di essere ricambiati....
Agnese sospiro, coccolandomi ancora e ancora, non lasciandomi mai tregua dal suo affetto:<< Prima di tutto, a me fa piacere stare con te, spupazzarti e averti intorno. Una non diventa madre se a prescindere non accetta certe cose, come il contatto fisico e le dismostrazioni di affetto, ma anche la pazienza di vedere qualcuno sbagliare o che ha un opinione diversa dalla tua. Credi davvero che io ti coccolo solo come un obbligo morale? È piacevole anche per me...tu non lo ammetterai mai, ma sei davvero un tesoro quando ti lasci prendere dalle coccole, mi dai tanta soddisfazione, ti rannicchi tutto addosso a me e mi cerchi. Hai tante carenze di questo tipo di contatto fisico, sculacciate comprese eh .... 38 o meno poco importa, ora ci penso io!
E poi c'è molto altro, tu non sei, ripeto, una brutta persona, per quanto tu ti possa definire tale, che prima o poi ti sculaccio a riguardo. Hai già fatto tanto stando con me di quanto ti possa immaginare! Apparte l'orgoglio personale di aver tirato giù un omaccione di 2m.... da quando ti tengo d'occhio sono riuscita anche a tenere testa a Luciano, fai te.>> sghignazzò vittoriosa.

Io ero sempre più confuso:<< Del tipo?>> domandai.

<<....... io.... grazie a te, Gineva e io ci parliamo di nuovo. Si è anche fatto vivo Edoardo.... che non vedevo da un pò...>> mi rispose, abbassando lei per la prima volta lo sguardo.
<<Che cosa? Tu e Gin non vi parlavate?>> le risposi, sconvolto.

Mamma non smise di guardare in basso, ammettendo a me una sua grande colpa: <<....quando lei rimase incinta di quel ragazzaccio io.... l'ho buttata fuori di casa. Dopo un litigio riguardo un ipotetico aborto e la sua relazione instabile con un buono a nulla, lei voleva tenerlo anche se quell'Alberto non l'avrebbe riconosciuto alla nascita e io l'ho cacciata, perchè aveva rifatto il mio stesso errore. Di rimanere incinta e senza un uomo serio con sè, troppo giovane e all'inzio della sua carriera. Era tornata per prendere le sue cose quel giorno e abbiamo parlato un attimo di cosa era successo in quei 5 mesi. Di te. Lei si è incuriosita, forse anche spaventata dopo i casini con quel violento di Cedric, e....non so cosa le hai fatto. È voluta restare per conoscerti. Ma lei è tornata, è tornata anche se aveva deciso di farsi una vita da sola e partorire da sola come la donna autonoma e indipendente che è. Ora invece è tutto un mamma di qui e di là, mi ha persino comprato la tutina per la bimba con "amore della nonna" scritto sopra. Ed è tutta uno Zio Sirio, un sirioo ha detto che mi aiuta a montare la culla, sai dov'è sirio, ho bisogno di un consiglio per un caso... stravede per te, sei il suo fratellone.>> alzò lo sguardo, sorridendomi.

Non capivo come avessi potuto fare tutto questo, un effetto a farfalla che non riuscivo a metabolizzare: <<Io.. non..... >> Balbettai, senza parole.

Lei mi prese il volto con entrambe le mani, sgridandomi amorevolmente per ficcarmi in testa un concetto importante: <<Tu sei semplicemente stato te stesso e hai dato quello che ti riesce meglio dare. E questo è bastato. Anche se tu non lo vedi non vuol dire che non puoi fare del bene! Avevo già visto questa tua capacità di unire le persone, di ispirarle e amarle, nascosta dietro tutto quel dolore e rabbia. Insomma ti eri dedicato a due ragazzini senza motivo solo perchè avevi avuto un imprinting, e lo avevi fatto con amore, dedizione ma soprattutto unendo la testa al cuore.
Ora però, ansiamo a CASA e voglio che riposi, ti ho conciato per le feste, sarai esausto e sappi che non ti tiro più indietro con le coccole e l'affetto, per tutto quello che hai pianto vogli solo stringerti e spupazzarti e sbaciucchiarti tutto! Non te lo meriteresti ma... hai quasi 2 mesi di carenza quindi chiudo un occhio>> e detto questo, mi infilò la mano sotto la camicia, inodandomi la schiena di grattini che mi fecero spegnere come una marionetta senza fili. Mi stesi di nuovo in braccio a lei, concedendole di coccolarmi e concedendo a me stesso di apprezzare quelle coccole.

<<Ma è normale?>> Le chiesi dopo un pò, con la testa infossata nel bracciolo del divano.
<<Che cosa?>> mi rispose lei, continuando meticolosamente a farmi i grattini tra le scapole e le spalle, fregandosene delle millemila cicatrici che c'erano.
<<Che tu...insomma...così?>> ero così rilassato che neanche riuscivo a parlare.
<<Ah, gli ormoni. La risposta fisiologica ad avere una stellina tra le braccia! E a te è presa la mammite...>> mi rispose, facendo scorrere la mano sul bordo dell'ascella, così io schizzai sù con il busto da solletico. <<Non è vero!!!>> le risposi tra le risate
<<Uuu si sì che è vero, stellina mia. Mi sei appiccicato tutto addosso, guarda qui. Sei un amore!>> scherzò, abbracciandomi di nuovo tutto e neutralizzando le mie difese.

<<Umhh...>> Migugnai sconfitto con il viso nell'incavo del suo collo.
<<Vergoganti quanto ti pare, resti un amore!>> mi rispode, accarezzandomi la guancia.
<< sei al sicuro, puoi riprenderti tutto quello che ti è mancato... tranquillo che ho Edo che dorme ancora nel lettone a 28 anni e Ginny che mi chiama piangendo a ogni casino che combina e ne ha 32. E ora abbiamo Sirio che si fa coccolare e va bene così...>> mi sussurrò, tra una carezza e un bacio.
Fanculo... mi appicciai a lei, avevo 38 anni di contributi in coccole da recuperare.

Andammo alla macchina dopo un altro paio di ore di crecchi e una sgridata finale a concludere la punizione, giusto per essere sicura che mi fossero entrate in testa quelle cose. Agnese mi aveva già accennato che avrei rivisto quel caro quadernino di pelle rossa nella mia punizione aggiuntiva, ma che me la abbonava per un paio di giorni visto che ero ancora bello fresco delle sue sculacciate.
<<stellina ti va bene se invito Ginny? Ti vuole vedere...> mi domandò lei mentre, per mano, ci avviavamo dalla scuola al parcheggio. <<sì certo....posso farti una domanda?>> le chiesi, preso da un dubbio esistenziale.
<<certo!>> disse mamma prestandomi poca attenzione, mentre messaggiava Ginevra al cellulare.

<<perchè mi chiami "stellina"? Cioè così perchè ti piace o c'è qualcosa dietro questo soprannome?>> le chiesi. Effettivamente non avevo ancora capito perchè, tra tutti i nomignoli aveva scelto quello.

Agnese si bloccò sul posto, guardandomi sconvolta:<< per il tuo nome?>> mi fece notare. <<che c'entra il mio nome?>> le risposi, ancora più confuso.
<<aspetta, tu non sai che...>> mi domandò, sconvolta, prima di iniziare a guardare il cielo, in cerca di qualcosa.
<<ma che cazzo stai a fare?>> le chiesi, ancora più stordito.
<<ECCOLA! LA VEDI? Quella stella, la più luminosa di tutte!>> esclamò di punto in bianco, indicando un puntino blu-argento nel cielo.
<<si? La vedo....>> dissi cauto.
Oddio, Agnese sta avendo un ictus?
<<QUELLA È SIRIO! È la stella più luminosa di tutto il cielo, fa parte della costellazione del Canis Major ed è chiamata il "fuoco ghiacciato" perchè porta gli ultimi freddi della stagione. Sirio, tu porti il nome di una stella, la più brillante di tutta la volta celeste. Davvero non lo sapevi?>> mi spiegò Agnese.

Guardai quel puntino luminoso in trance per diverso tempo.... io porto il nome di una stella? Non avevo mai dato troppo peso a quello che mi avevano lasciato i miei genitori biologici prima di morire, sapevo che non mi era stato cambiato il nome come ai bambini più piccoli dell'orfanotrofio. Ma adesso, gli ero come riconoscente. Era un nome pieno di significato, potente e delicato insieme.
Scossi la testa:<< no...non........non lo sapevo. Nessuno me lo aveva mai fatto notare.>> dissi atono.

Agnese mi strinse la mano, facendo sì che io la guardassi:<< è un nome stupendo. E soprattutto pensato, non è scelto casualmente da una lista, è stato selezionato apposta per il suo significato. Lo si capisce perchè è un nome alquanto raro.>> mi suggerì, e quello che lei intendeva tra le righe aveva ancora più valore.
I miei genitori lo avevano scelto apposta. Ero stato amato. Mi avevano amato.

Mi presi ancora un attimo a guardare il cielo, per poi prendere di nuovo la mano di Agnese:<< ...andiamo a casa mamma....>> le dissi solo.
<< certo, stellina mia>> mi rispose con un sorriso.
Mentre ci avviavamo alla macchina, non riuscii a trattenere un'altra importantissima domanda:<< che c'è per cena?>>

Agnese scoppiò a ridere, accarezzandomi con il pollice in dorso della mano:<< non cambierai mai!>>

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