Redamancy: "L'Amore che ritor...

By AnnabelBlack129

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"Ho perso tutto, ogni cosa io abbia mai amato, mi è scivolata tra le dita, come sabbia in un giorno di vento... More

.Prologo.
.Capitolo 1.
.Capitolo 2.
.Capitolo 3.
.Capitolo 4.
.Capitolo 5.
.Capitolo 6.
.Capitolo 7.
.Capitolo 8.
.Capitolo 9.
.Capitolo 10.
.Capitolo 11.
.Capitolo 12.
.Capitolo 13.
.Capitolo 14.
.Capitolo 15.
.Capitolo 16.
.Capitolo 17.
.Capitolo 18.
.Capitolo 19.
.Capitolo 20.
.Capitolo 21.
. Capitolo 22.
.Capitolo 23.
.Capitolo 24.
.Capitolo 25.
.Capitolo 26.
.Capitolo 27.
.Capitolo 28.
.Capitolo 29.
.Capitolo 31.
.Capitolo 32.
.Capitolo 33.
.Capitolo 34.
Spazio autrice
.Capitolo 35.
.Capitolo 36.
.Capitolo 37.
.Capitolo 38.
.Capitolo 39.

.Capitolo 30.

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By AnnabelBlack129

Eravamo entrati nel mio studio, non prima che Agnese mi avesse fatto andare avanti, tenendomi la porta, come per farmi una cortesia, solo per tirarmi uno sculaccione appena le ero passato accanto, facendomi sobbalzare e scattare dentro, con le mani sulle chiappe in difesa di esse! << su, non ti lamentare.... è solo il primo di tanti!>> disse, quasi contenta.
Mi si erano rizzati i peli del collo da quel momento: lei non stava giocando, non era tutta una farsa, emanava, dietro quel viso tranquillo e quel sorriso pacato, un aura così forte da mettermi con le spalle al muro.
Lei aveva un piano malefico e io ero il suo burattino!

<<se tu pensi di potermi spaventare io....>> cercai di darmi tono, ma lei tagliò corto:<< io non ti voglio spaventare! Voglio farti capire la gravità delle cose che hai detto e fatto, che tu sia spaventato dalle CONSEGUENZE di queste ultime, non è problema mio.... io sono solo un umile esecutore, hai fatto tutto da solo...>> mi rispose, sempre con la solita calma, appoggiando il borsone per terra e mettendosi sul divano, invitandomi a sedermi davanti a lei, sul tavolinetto da caffè.
Tutto il mio corpo, i miei muscoli e il mio istinto primordiale, quello da bambino, non da soldato, che prima era tanto spavaldo e ora sulla difensiva, mi impedirono di muovermi, e dovetti ancora ricordarmi che Agnese non mi avrebbe ammazzato o abusato e di restare calmo. Riuscii ad obbedire e mettermi davanti a lei, senza però un pò di fatica.

Lei cercò di allungare la mano per accarezzarmi il braccio, come faceva sempre, forse per confortarmi, vedendomi non proprio rilassato, ma io mi ritrassi, pensando fosse un modo per farmi abbassare la guardia.
<<va bene....>> disse, come se non fosse successo nulla:<< .... io non ti voglio costringere a fare qualcosa che tu non vuoi fare, ma allo stesso tempo non posso neanche far passare sotto il radar il tuo scatto di rabbia di ieri.... per il tuo bene...>> le ultime parole uscirono dalla sua bocca con una dolcezza velata che quasi mi ferì.
<<...per questo, rinnovo un'ultima volta la possibilità di chimare Louis, notificarlo dell'accaduto e quello che sarà è di sua pertinenza come medico. La scelta è tua.>> concluse, appoggiando la schiena.

Mi sorprese che lei mi avesse lasciato tale libertà, certo entrambe le opzioni che avevo facevano schifo, ma apprezzavo la sua gentilezza e disponibilità a riguardo. La sua punizione non era una vendetta o un tornaconto, era per il mio bene....più o meno...
Ma mi faceva molta più paura rischiare di finire in un istituto psichiatrico e non uscire mai più piuttosto che non sedermi per un paio di giorni!
<< mi va bene la tua....>> dovetti deglutire per finire la frase, preso dallo sconforto, cosa che la fece sogghignare:<< ...la tua punizione....e...>> mi feci serio, incrociando le braccia al petto:<< ...la nostra scommessa!>> le dissi, alzando il mento e guardandola con superiorità, cercando di impormi.

Agnese non si scompose, socchiudendo gli occhi:<< certo! Non me ne ero dimenticata... vuoi a tutti i costi dimostrarmi di essere forte, confondendo la tua durezza di corpo con la stabilità emotiva, fai pure! Io ho fatto in modo che ogni singolo colpo che sarò costretta a darti sia giustificato, così vedrai che non ho abusato del mio potere, ti permetto anche di contestare se qualcosa ti sembra ingiusto: sopravvivi indenne, potrai fare di me e del nostro rapporto quello che vuoi!>> disse, facendomi ridacchiare alla facile vittoria che avevo tra le mani.
<<MA...>> Il suo cambio di tono di fece soffalzare, togliendomi immediatamente il ghigno dal volto:<< ...se ti scappa da piangere o sei costretto a sospendere perchè è troppo oppure cerchi di coprirti con le mani o spostarti, insomma non riesci a reggere il peso delle conseguenze delle tue azioni e la mia "punizioncina da mamma" come l'hai chiamata tu ieri, vinco io e da quel punto in poi farai TUTTO quello che ti dico, senza se e senza ma....patto??>> disse, tendendomi la mano.

La guardai, i suoi occhi solitamente marroni color cioccolato, erano neri. Quella donna non me la raccontava giusta!
Presi tutto il coraggio che avevo e le strinsi la mano, senza sapere di stare firmando un patto con il Diavolo.
Lei sorrise, continuando come fosse nulla:<< allora.... ora non si torna indietro! Questa punizione coprirà ieri, queste ultime settimane e il tuo fantastico comportamento a riguardo, infine voglio discutere con te dell'evento dell'alcol e ansiolitici che per poco non ti mandano al Creatore. Capito?>> lei mi disse con un tono quasi neutro, manco stesse elencando la lista della spesa, che però non rese più semplice sentire quelle cose. Era come se, nonostante la mia testa volesse resistere e mantenere la mia autorità e dignità da uomo, il mio corpo si piegasse alla sua volontà e alle sue parole, mettendomi addosso imbarazzo e sconforto. Fui costretto ad allontanare lo sguardo per quanta pressione mi sentivo addosso!

Potevo percepire il mio bambino interiore farsi più presente dentro di me ogni secondo che batteva l'orologio, e questa cosa non aiutava il mio piano di resistere!
Non dissi niente, ottenendo un'occhiataccia che finalmente mi fece sbiascicare: <<capito...>>
<<Bene!>> disse tutta contenta:<< diamoci una mossa, prima che mi muori per la pressione.... >> si alzò, prendendo in mano un cuscino, andando dietro il divano e appoggiandolo sullo schienale:<<su forza, mettiti qui!>> mi ordinò, severa ma quasi gioviale.

MA STA SUCCEDENDO PER DAVVERO!??!?!?

Un'altra ingiustificata ondata di panico mi pervase, facendomi tremare le gambe, mentre un sudore gelido di appiccicò i vestiti alla schiena: era la stessa paura di quando ero al collegio, lo stesso terrore di sapere di stare andando incontro a un castigo. Dentro di me, un piccolo Sirio stava per mettersi a piangere, costretto a subire l'ennesima punizione. Solo la voce di Agnese mi riportò alla realtà:<< Sirio... un passo alla volta.... non vado avanti senza averti prima detto cosa voglio fare e senza essere sicura di non provocarti del dolore inutile.... non ti metto fretta, hai tutto il tempo che ti serve.>> disse dolce e delicata.

DOV'È QUELLO STRONZO DEL SOLDATO QUANDO MI SERVE!?!?!?
SA SOLO ATTENTARE ALLA VITA DELLA GENTE CHE AMO LUI!?!?!?

Chiusi gli occhi, invocando il mio spirito da guerriero, richiamando quel mostro che già due volte per poco non la mandava al Creatore. Mi dovetti spogliare di tutto, delle mie paure come delle mie sicurezze.
Anche...anche togliendomi di dosso quelle sensazioni di calore e amore che lei mi aveva messo lei prima, con la sua premura e preoccupazione.

"Se la mandi al Creatore, non ci saranno più nè la sua dolcezza nè i suoi modi gentili...anzi... se sopravvive a uno dei tuoi attacchi potrebbe persino tramutarli in odio" pensò il mio cervello cinico.
Ah si, questo è lo """spirito""" giusto!
Presi un respirone, mi alzai e andai da lei tutto forte e sicurò di me, per poi rimanere lì davanti al cuscino come un imbecille.
<<suuu, ti ho anche messo comodo...>> mi incoraggiò Agnese, facendomi un pò girare le scatole.
<<disse il boia...>> le risposi, mentre mi posizionavo con il bacino sullo schienale:<<...a quello che mette la testa sul ceppo!>> conclusi, tirandole un'ultima occhiataccia prima di chinarmi.

Si in effetti, non ero scomodo....
Avevo il busto praticamente libero, come le gambe ed ero appoggiato con i gomiti tra i cuscini del divano, non mi sentivo in trappola. Quando però il mio cervello si collegò effettivamente alla spina dorsale, mi resi conto di essere col culo per aria, alla portata di Agense. Un onda anomala di imbarazzo mi invase, facendomi diventare paonazzo! E ringrazio di avere ancora tutti i vestiti addosso!!
<<Sirio, si dovrebbe arrossare la parte dietro, non quella davanti!>> disse lei ridacchiando, ma io la smorzai con un ringhio:<< ricordati che lo faccio solo per non farmi internare!! Non ti dimenticare chi sono...>> la intimai, ma a leì la mia minaccia passò sopra la testa:<< un 38enne capriccioso e irascibile come se ne avesse 3! Quindi...>> fece finta di niente, mentre io continuavo a volermi scavare la fossa.

<<... tra poco inizio con un pò di sculacciate, nulla di tragico, giustò per darti una riscaldata, metterti si spera nel mood che questa è una punizione e d'ora in avanti i tuoi commentini passivo-aggressivi si addizzioneranno ad essa e anche farti sentire a cosa andrai in contro come "sensazioni". Chiaro?>> mi domandò.
Per qualche strano e idiota motivo, decisi di non risponderle, giusto per farle un dispetto, fino a quando uno sculaccione fortissimo mi tolse il fiato dalla gola.
<< ho detto: chiaro?>> ripetè lei.
È QUESTO LO STANDARD?!?!?
Che cazzo si è mangiata Agnese stamattina a colazione? Redbul e metanfetamine?!?!?!

Rimasi allibito dalla potenza che quella donna aveva nel braccio, poi mi ricordai che ne aveva tirati su 5 di figli a schiaffoni e tutto ebbe più senso. Era dopata insomma...
<<chiaro...>> le risposi con tono strozzato.
<<umh. E ricorda, se hai bisogno di un bicchiere d'acqua o stai avendo un attacco di panico per qualcosa legato al tuo passato, dimmelo. Queste cose sono escluse dalla scommessa.>> mi disse, appoggiandomi la mano sinistra sull'osso sacro, decretando ufficialmente, che mi piacesse o no, lei stava per cominciare.
<< ...va bene...>> dissi, cercando di entrare in quello stato mentale di resistenza che mi ero imposto di mantenere, anche se.... nonostante io abbia rischiato di farle male, più volte, l'ho mandata a fanculo, l'ho apostrofata con i peggio termini, lei continuata anche adesso, durante il mio castigo, a prendersi cura di me.

I primi schiaffi furono quasi surreali, a malapena credevo che tutto questo stava effettivamente succedendo: Agnese mi stava sculacciando! E pure forte!!
Mentre cercavo al mio meglio di accogliere il dolore, cosa che avrebbe aiutato a lungo andare con la resistenza, mi soffermai ad apprezzare quanto fosse predisa e metodica: mai due schiaffi sullo stesso punto, o troppo in alto o troppo in basso, stessa forza, ritmo forte ma da non togliere il fiato o sovrapporre il dolore di due serie diverse.
Insomma, sembrava quasi volesse farmi vincere, queste sculacciate le posso sopportare!

Dopo forse, boh non lo so, una decina di minuti, si fermò, accarezzandomi la schiena:<< tutto intero?>> mi chiese.
Io ero entrato nello stato mentale giusto, avrei potuto sopportare qualsiasi cosa, anche la tortura, ma qualcosa mi diceva che non potevo fare il capriccioso adesso, o rischiavo di farla incazzare e mandare tutto in fumo:<< sì, sono tutto intero!>> risposi atono. <<Bene! Stai fermo lì, non muoverti dalla tua posizione mi raccomando.>> mi disse, prima di fare il giro e tornare davanti a me, mettendosi all'altezza del mio viso per potermi parlare. Qui non promette bene...
<<come ti ho detto prima, questa è  stata solo una riscaldata.... ora passiamo alle cose serie...>> disse tranquilla, passandomi il quaderno che aveva portato con sè rosso fuoco.

Feci leva sui gomiti per sollevarmi un pò e poter usare le braccia e lo presi in mano, alzando un sopracciglio:<< che dovrei farci? Vuoi che scriva delle frasi?>> le chiesi, effettivamente ignorante su cosa volesse da me.
<<aprilo...>> mi disse solo.
Lo aprii e un brivido gelido mi percorse tutta la schiena: pagine su pagine delle frasi che le avevo rivolto, con tanto di data e ora. Questo non era un lavoro di una giornata, ma di settimane! Aveva raccolto ogni mio singolo insulto, critica, bestemmia e frase inopportuna dentro quel maledetto coso.
Mentre io mi stupivo davanti al numero di pagine che era riuscita a scrivere, lei andò avanti:<< come vedi, non sono poche le cose che hai detto... che MI hai detto... accanto a ogni "citazione" c'è un numero, quello è quanto ti meriti, secondo me, per ogni. Singola. Frase. Ora, io prenderò uno strumento dal borsone, e a una a una tu mi rileggerai data, ora, cosa hai detto e il numero associato e io provvederò a punirti. Ci siamo capiti?>> mi disse, fredda e severa.

Ero senza parole, altro che sculacciatina o "punizioncina da mamma", questa è una pena capitale!!!
La cosa mi terrorizzava, le pagine non finivano più, ma non avevo altra scelta se non accettare. <<sìssignora...>> dissi solo.
Se mi ritiravo adesso era tutto perduto.
Agnese si alzò altezzoss e andò a prendere il borsone che aveva portato con sè: sembrava contenere un sacco di cose e questo mi terrorizzava a morte!
Quando tirò fuori una bacchetta di giunco, il mio cuore accellerò drasticamente, preso dal panico!

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