Redamancy: "L'Amore che ritor...

Από AnnabelBlack129

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"Ho perso tutto, ogni cosa io abbia mai amato, mi è scivolata tra le dita, come sabbia in un giorno di vento... Περισσότερα

.Prologo.
.Capitolo 1.
.Capitolo 2.
.Capitolo 3.
.Capitolo 4.
.Capitolo 5.
.Capitolo 6.
.Capitolo 7.
.Capitolo 8.
.Capitolo 9.
.Capitolo 10.
.Capitolo 11.
.Capitolo 12.
.Capitolo 13.
.Capitolo 14.
.Capitolo 15.
.Capitolo 16.
.Capitolo 17.
.Capitolo 18.
.Capitolo 19.
.Capitolo 20.
.Capitolo 21.
. Capitolo 22.
.Capitolo 24.
.Capitolo 25.
.Capitolo 26.
.Capitolo 27.
.Capitolo 28.
.Capitolo 29.
.Capitolo 30.
.Capitolo 31.
.Capitolo 32.
.Capitolo 33.
.Capitolo 34.
Spazio autrice
.Capitolo 35.
.Capitolo 36.
.Capitolo 37.
.Capitolo 38.
.Capitolo 39.

.Capitolo 23.

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Από AnnabelBlack129

Dopo aver stretto la mano a Givevra, presentandomi ufficialmente, mi ricordai in che condizioni mi trovavo: in pigiama, barba incolta e occhiaie da fare spavento!
Volevo sotterrarmi dall'imbarazzo, ero così senza parole che neanche l'autrice sapeva cosa scrivere per iniziare questo capitolo!!! La prima volta incontravo la figlia biologica della donna che mi ha salvato la vita, e io al posto di essere vestito di tutto punto e docciato, ero appena uscito da sotto le coperte....

Lei non sembrava turbata dal mio stato, e questo mi fece angosciare ancora di più: chissà cosa gli aveva raccontato Agnese su di me! Gli avrà parlato dei miei traumi? Che per poco non mi ammazzo? Che per poco non LA ammazzo?? Che sono un pericolo ambulante????
A proposito, ma Agnese non me lo poteva dire stamattina che avrei incontrato per la prima volta mia """"sorella""", così da darmi una rassettata? Limortacci....

La ragazza mi sorrise, per poi scusarsi: <<perdonami se mi sono presentata senza preavviso e sono vestita da "casa"! La gravidanza sta rendendo tutto più complicato, anche mettere un paio di jeans!! Mamma mi ha parlato tanto di te, ma non mi aveva detto che eri qui.. cioè sapevo che stavi da noi, ma non ha specificato dove! Sono venuta qui per stare un pò tranquilla e lavorare in santa pace e non ci ho ripensato a dirglielo. O meglio, gliel'ho detto troppo tardi... Forse l'avrai vista un pò agitata, vero?>> mi domandò con un mezzo sorriso.
Io mi ripresi velocemente, cercando di dire qualcosa di coerente:<< ma figurati! Io sto messo pure peggio... anzi chiedo perdono se sono in questo stato. >> tossicchiai imbarazzato.
Lei era come Agnese, sembrava che le mie condizioni deplorevoli non la scalfissero, anzi, mi regalò un altro sorriso sincero.

Per smorzare la tensione andai verso la cucina, prendendo un bicchiere d'acqua:<< allooooora... posso offrirt.... no aspetta è la tua cucina, insomma vuoi....>> intrippai da solo nelle mie stesse parole, facendo ridere Ginevra, che si sedette in una delle sedie dell'isola della cucina:<< è praticamente la nostra cucina! Anche se non so niente di te, se mamma ti ha fatto entrare, vuol dire che si fida e sei di famiglia. Però se mi passi un bicchiere di succo dal frigo, mi faresti un favore!>> disse tutta tranquilla.
Quelle parole mi spiazzarono, facendomi capire che lei si fidava ciecamente del giudizio di Agnese, e di conseguenza anche di me. Le versai il succo un pò impacciato, chiedentole la domanda fatidica:<< ....che ti ha raccontato....mamma.... di me?>> domandai, arrossendo.

<<nulla di che... mi aveva già parlato di te quando eravate a scuola, gli stavi simpatico, che per i suoi standard è davvero un miracolo, e poi le hai svegliato qualcosa dentro, per fortuna non romantico, lei ha iniziato a tenerci e a preoccuparsi e poi....silenzio stampa.... alla fine, quando ti sei rifatto vivo, mi ha solo detto che stavi molto male e avevi bisogno di stare al sicuro e di averci qualcuno che ti ronzasse intorno per darti una mano.>> mi rispose, sorseggiando il succo.
<< non so quanto tua moglie sia d'accordo che tu sia qui con un'altra donna però!>> disse, indicando la fede che portavo ancora al dito.
<< divorzio?>> mi domandò subito dopo.
Ops, Agnese ha sorvolato questo piccolo particolare. Una voglia malsana mi invase il cervello, davanti quell'errore così stupido, decisi di giocare un pò:<< ah lei? Nah, non penso....insomma non gliel'ho mai chiesto!>>
Dissi con sarcasmo.
Ginevra mi guardò male, come se stesse giudicando le mie azioni di marito:<< e scusa non hai intenzione di dirglielo? Sei via da casa da quanto, 2 mesi?>> mi chiese, con una punta di indignazione nella voce, proprio come faceva di solito Agnese.

<<guarda, glielo direi anche.. è solo dove si trova lei prende un pò male...>> continuai, mentre ridevo sotto i baffi.
La ragazza assottigliò lo sguardo:<< ...vi siete  separati? Insomma dov'è? È in vacanza visto che prende male la linea?>> mi domandò.
<< più o meno... sì diciamo che se ne è andata lei. Insomma...non so se esiste il paradiso o simili, ma sta 3m sotto terra, non credo mi possa sentire...>> dissi fin troppo tranquillo.
Ginevra strabuzzò gli occhi, mettendosi le mani davanti alla bocca in shock:<< oddio non sai quanto mi dispiace! Non lo sapevo!!>> cercò di scusarsi disperatamente, ma io, di mia volontà, le presi le mani:<< ma figurati! Non ne eri a conoscenza e io volevo scherzarci un pò su... è successo gennaio scorso, mi sto riprendendo piano piano.>> le dissi con un sorriso leggero.

Lei sospirò, stringendomi le mani:<< mi dispiace da mor.........tanto>> si corresse, facendomi scoppiare a ridere.
<< almeno hai dei figli?>> mi domandò, cercando di cambiare argomento.
Il mio sadismo non voleva mollare la presa, e i due coglioncelli non mi passarono neanche per sbaglio per la testa, così continuai:<< sì...più o meno!>> dissi.
Ginevra sospirò:<< bene, quanti?>> dissi tutta contenta.
<<tre...>> le risposi. <<bene e...dove sono di bello mentre tu sei qui?>> mi chiese ignara del mio sadismo.
<<con la madre .....>> dissi sempre pacato, mentre un altro sguardo di orrore si disegnava sul suo volto. Sotterrò la testa tra le braccia, presa dall'imbarazzo, facendomi scoppiare a ridere.

<<su su, non potevi saperlo dai! Io sono un cinico di natura, volevo solo sdrammatizzare....>> le dissi ridacchiando, e accarezzandole la schiena.
<<che figura di merda ...ti prego sotterrami...>> mugugnò.
<<accanto a mia moglie ti va bene?>> domandai bastardo, ottenendo un pugno amichevole sulla pancia.
Lei sollevò la testa, guardandomi innervosita ma con il sorriso:<< mi piaci.>> disse solo.
Le sorrisi di rimando, avendo ricevuto la migliore risposta che potessi ottenere.

Rimasi lì come un coglione per troppo tempo, rimbambito da quella situazione "familiare" a me totalmente ignota. Come se il mio cervello non avesse già cominciato a ricordarmi che se facevo un'altra una figura di merda con lei o mi prendevo troppa confidenza, ero automaticamente fuori di casa!

<<a che lavori? Per...per curiosità...>> cercai di distogliere l'attenzione dall'argomento, e penso che lei colse al volo. Infatti si sedette di nuovo sul divano, lasciandomi posto, per poi passarmi i documenti che stava leggendo:<< sto revisionando...questi casi!>>
Presi i fogli dalle sue mani, mi sistemai gli occhiali e inisiai a scansionarli con gli occhi: erano documenti di un tribunale, riguardo dei minori.... ma che?
<<divorzio?>> la presi un pò in giro, domandando la stessa cosa che aveva chiesto a me, ottenendo un altro pugno amichevole.
<<sono avvocato...e assistente sociale. Insomma sto dalla parte dei bambini! >>
Mi disse tutta fiera.
<<per quello che ti è successo con Cedric?>> chiesi, diretto. Era il mio turno di fare l'impiccione. Lei annuì e io le strinsi la mano. Ci stavo prendendo gusto ad essere affettuoso.
<<Stavo revisionando un'ultima volta questo caso prima di chiuderlo.... non mi tornano alcune cose, sembra che non ci siano segni di abuso ma quel bambino... qualcosa non mi quadra>> mi raccontò, ma io avevo un pò smesso di ascoltarla....

Leggendo quel caso, vecchi ricordi mi avevano fatto visita, forti e aggressivi, quel comportamento che era scritto lì, lo conoscevo. Tornai a quando le suore ci minacchiavano di picchiarci se dicevamo qualcosa di quello che ci succedeva. Sapevo benissimo cosa non tornava:<< qui c'è scritto che la segnalazione è stata fatta dai maestri, perchè il bambino non vuole andare a casa, se prende voti bassi ha attacchi di panico e perchè evita certe cibi come se fossero veleno ma non ha allergie. Forse i genitori sono dei maniaci del controllo? Hai notato eccessivo entusiasmo da parte sua quando è con i genitori, come se stesse recintando?>> la fermai nel suo racconto, come in trance, chiedendole domande ben precise, respirando forte e deglutendo a fatica.

Ginevra mi guardò con due occhi sgranati, forse ora era lei ad avermi preso sotto scacco:<< si? Ecco perchè non ci torna, sembra sempre felice in presenza di mamma e papà....>> mi disse.
Io andai avanti:<< hai notato se lo tengono per mano o ce l'hanno poggiata sulla sua spalla quando parla e racconta le cose che succedono a casa? E se quando gli lasciano la mano se la nasconde?>>
Lei iniziò a mettere insieme i pezzi, seguendo il mio ragionamento.
Io non mi fermai, conoscendo troppo bene quei comportamenti:<< tiene le mani spesso dietro la schiena? Come se....>>
Non mi lasciò finire:<<... come se avesse paura di essere colpito da dietro. Non si siede mai su sedie non imbottite, non a caso...>> si fermò per cercare una cosa tra i vari fogli:<< ...le assenze fatte per "malattia" sono tutte dopo la cosegna di verifiche con voti bassi... ok, ho una strada da seguire! Informo subito i miei colleghi di prestare attenzione a questi dettagli e... >>

Io mi ero spento, stavo lentamente scivolando dentro al solito vortice. Erano così evidenti gli abusi che avevo subito da piccolo? Così deducibili con un minimo di attenzione? O le persone non si erano mai preoccupate di fare qualcosa? Io....
<<hey Sirio!>> Ginevra mi riportò al presente prendendomi per mano.
Scossi la testa, svegliandomi da tutte le sensazioni che avevo addosso:<< perdonami... io...>> non sapevo che dire.
Lei mi guardò per un attimo, prima di poggiare la testa sulla mia spalla, lasciandomi spazio ma sicuramente aveva capito che qualcosa che non tornava c'era anche per me.

Mi rilassai sul divano, con lei che piano piano si prendeva sempre più libertà, e ora mi stava massaggiando la mano per aiutarmi a stare tranquillo. Glielo lasciai fare, era piacevole, ma soprattutto lei poteva capire... non c'era stato bisogno di dirci altro, lei aveva mandato una lunga mail ai colleghi, anche con il mio aiuto, dicendo che "suo fratello" insegnante le aveva fatto notare queste discrepanze nel comportamento del bambino.

Il "fratello insegnante" ero proprio io.
Appoggiai la testa sulla sua, che era accoccolata alla mia spalla in un silenzioso affetto recipro.
<<film?>> domandai, afferrando il telecomando.
<<si dai...basta che non ci siano mogli morte, padri abusivi e altre cose così...>> mi disse svogliata. Si, in effetti ne eravamo pieni.

<<dinosauri?>> mi domandò.
<<ci sta>> le risposi

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