Questione di fiducia

By Ellaa_aa45

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QUESTIONE DI FIDUCIA Per tutti quei bambini che sono cresciuti prima del dovuto. Una mattina di fine settembr... More

T R A M A
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By Ellaa_aa45

E L L A

Nulla è più complicato della sincerità.
Luigi Pirandello

-Si può sapere da quanto tempo ti scrivi con mio fratello?

-Non mi scrivo con tuo fratello, lui mi scrive, è diverso!- esclamo.

-Dio, non urlare Ella! Mi stoni i timpani- implora Edith dell'altro lato del telefono.

-Sto urlando?

-Il tuo pretendente ti saluta- afferma invece la rossa, e dalla videocamera si vede Ivan che passa dietro, ora le mie guance erano dello stesso colore dei capelli di Am- Dice che è stanco di sentirti dal telefono.

Oh Santo Dio, aiutami ti prego.

-Wow questa non me l'aspettavo- dice Edith.

-Nemmeno io- rispondo.

-Non mi dispiacerebbe averti come cognata- riflette Am.

Che finisca tutto questo al più presto.

-Vi immagino alle cene di Natale insieme.

-Edith!- richiamo.

-Saresti la zia dei miei figli, e la cognata acquisita di Liam!- sarebbero uno schianto i figli di quei due insieme.

-Am, ci conosciamo appena- chiarisco.

-Certo, certo- mi stava arronzando, bene- Ragazze belle, vi lascio, la doccia mi chiama- saluta prima di staccare.

-Finalmente- cosa?- Ora possiamo parlare.

-Parlare?- chiedo a Dith.

-Questo tipo, ti piace o no?- chiede di botto.

-Diciamo...

-Ella...

-Sembra uno psicopatico- cedo.

-Bhe andate d'accordo allora.

-Scema!- le dico- non mi piace Dith, nemmeno un po'..

-È così carino, andiamo.

-All'inizio mi interessava un pochino, mi dava attenzioni... ma non c'è nulla da fare- spiego masticando una gomma.

-E io che mi stavo già immaginando tutto- sbuffa.

-Non mi piace il modo in cui parla, si prende troppe confidenze...

-Sono i ragazzi di oggi così, El- spiega.

-Bhe a me non piacciono.

-Almeno diglielo.

-Cosa dovrei dirgli? Probabilmente mi scambierebbe per una narcisista- rifletto.

-Ma non dargli speranze.

-Non gliele do!- affermo- Dam dice che non è un buon tipo.

Alle mie parole si intradeve di nuovo la pelle scura della mia amica nello schermo.

-E da quando tu parli con Damiàn?

-Non parliamo in realtà.

-Però ti ha detto che Ivan non è un buon tipo, sa che vi scrivete- astuta la ragazza

-Diciamo.

-C'è qualcosa che devi dirmi?- un momento...

-Cosa? Certo che no!

-Tu devi spiegarmi meglio questa situazione- dice alzandosi dalle lenzuola disfatte, e io che mi sentivo pigra...
Ma questo era il bello dello sciopero, specialmente se era di venerdì.

-Eri ancora a letto?- chiedo, ma al contrario di ridere, Edith diventa nervosa.

-Io.. oh si, mi sono svegliata tardi.

-Stai bene?- chiedo.

-Si, sto bene- afferma- Sai, sai cosa... devo andare, ci vediamo tra un'ora.

-D'accordo.

-Non addormentarti!- esclama.

Avevo detto qualcosa di male?

Mi preparai in fretta per il saggio di danza di Licia, era una ballerina professionista e ci aveva invitato al saggio di beneficenza per Carlos, un ragazzo che aveva bisogno di un trapianto di cuore, non sapevo esattamente cosa mettere dato che il motto era indossare qualcosa di azzurro, avevo optato per una gonna azzurra, ma faceva ancora freddo, quindi avrei messo una felpina corta con zip e per completare il look una bandana azzurra, so che è un accessorio estivo, ma ci stava davvero bene.

Sarebbe passato a prendermi Liam, insieme ad Am, per poi andare direttamente al teatro dove si sarebbe svolto il saggio, Edith invece veniva accompagnata da Marcedes, purtroppo non c'era il ragazzo girasole.

"Stasera ci vediamo, bimba?"
Mi sentii a disagio, era ed è inspiegabile il mio amore verso la privacy di WhatsApp che permetteva il non visualizzato.

Non era la prima volta che mi chiamava così, ormai era un misto tra cucciola, piccina, bimba, bimba cattiva, bimba brava, buona, tesoro e altre cose imbarazzanti...

Magari era ironico, ma in certi messaggi era inquietante.

Mi piaceva l'auto di Liam, aveva un buon profumo.
Entrai in macchina e vidi che oltre alla coppietta felice c'era anche il Dobermann scontroso.

-Ciao cognata- questo no Am, per favore.
Sentii lo sguardo superbo di Damiàn scrutarmi di profilo, mi coprii coi capelli ma non smetteva di guardare. E se avevo qualcosa tra i capelli?
Grazie per mettermi sempre a disagio, Harrison.

-Ella ti si è rotta la boccetta di profumo addosso?- chiede Liam, forse avevo esagerato.

-È molto forte?- domando.

-Oh, deve fare una bella figura con il dilf- interviene Damiàn.

-Dilf?- chiedo perplessa.

-Il maschile di milf, Ella- interviene Am- Dad I'd like to...

-Ho capito!

-Ehi rognoso, sarai tu un dilf!- si gira Am.

-E comunque Ivan non ci sarà- affermo.

-Ci accompagna lui dopo- spiega Am- Liam ha un impegno.

-Mio padre passa di qui, può venire lui- propongo.

-Che c'è rubia? Non vuoi vedere il tuo ragazzo?

-Non voglio rivedere la tua faccia- dico.

-Volevi lasciarmi a piedi?- chiede.

-Tu non l'hai fatto con me?

-Ma è corso il troll ad aiutarti, io sarei un povero ragazzo indifeso.

-Potresti smettere di insultare mio fratello?- sbocca Am.

Una volta a teatro saluto Edith, era arrivata prima per dare buona fortuna a Licia, dopo vado a prendere dell'acqua al bar, per prima che inizi lo spettacolo.

Non sapevo quale fosse la sala, per questo non dovevo staccarmi dalle persone che conosco, e soprattutto non dovevo cadere da qualche scalino ofsre qualche altra figura del genere.

-Ehi Dobermann- chiamo sedendomi su uno sgabello- tanto per precisare, Io non voglio attirare l'attenzione di nessuno.

-E perché parli come se mi interessasse?

-E tu perché parli delle mie frequentazioni?- chiedo.

-Perché non mi piace vedere un ipersessuale prendere per il culo una ragazzina.

-Non è un ipersessuale- dico con calma.

-Tu dici?- chiede guardandomi fisso- l'unica cosa che vuole è metterti le mani tra le gambe, Ella, svegliati.

Deglutii pensando a quella orribile scena.

-E tu come lo sai?- chiedo.

-Perché guarda qualunque donna con malizia, le molesta con lo sguardo senza nemmeno accorgersene- ora avevo i brividi, grazie Dam- sta' sempre lontano dalle minorenni, ma ti ha visto ingenua e ha chiuso un occhio.

-Mi guarda con malizia?

-Verificalo tu stessa dopo, quando salirai in auto.

-Così mi metti paura- ammetto.

-L'importante è che tu gli metta dei punti.

-Dam...- sussurro.

-Si?- sussurra lui per niente sorpreso.

-Ha... ha qualche problema mentale?- chiedo sottovoce, ma lui scoppia a ridere- Idiota!

-Che io sappia no- risponde- ma è il tipo di ragazzo che se ti vede anche solo con una gonna del genere inizia ad avere pensieri sconci per poi tirarti per i capelli, nonostante tu non sia la sua ragazza.

-Dici dul serio?

-Questo è quanto ha dimostrato.

-Io non sono ingenua.

-Sei astuta, ma rimani ingenua, leoncino- ora leoncino?

-Leoncino ci chiami tua sorella.

-Ti si addice, hai i capelli dello stesso colore della loro chioma- lo guardo stranita- preferisci canarino?

-Non credo che tu abbia bisogno di chiamarmi in realtà.

-Sta' lontana da tipi come lui Ella, prendilo come un consiglio.

-Grazie mille, davvero.

-Prego duemila- non sopportavo quando facevano così.

-E comunque non mi piace.

-Ora posso morire in pace.
Il mio sguardo si posò su una chioma ramata che sventolava tra le dita di un ragazzo dall'aria spensierata.

-Che carini- sussurro ammirando Liam ed Am nel bel mezzo di un momento dolce.

-Mhm...- sento dire dall'altro lato.

-Che c'è?

-Non dureranno ancora a lungo- che pessimista.

-Non proclamare!

-Non sto proclamando, sto solo dicendo la verità.

-Hai detto la stessa cosa con Dith e Dylan- gli faccio notare incrociando le braccia.

-Appunto.

-Appunto, porti iella!- esclamo-E sentiamo, perché mai non dovrebbero durare, Signor so tutto io?- domando.

-Conosco Liam, non è innamorato di lei.

-Sembrano presi l'uno dall'altro- rifletto.

-Ma non lo sono- aggiunge.

Intanto mi focalizzai su com'era vestito, aveva rispettato bene il codice dei vestiti azzurri, portava un gilet in maglia a giromanica, altro motivo per crederlo pazzo, con questo freddo poi... era evidente a torso nudo sotto, il gilet era di un azzurrino chiaro e dei ricami bianchi come il pantalone, e come tocco di grazia quella che sembrava essere una fascia per capelli usata come bracciale, era dello stesso colore della mia gonna, l'aveva probabilmente presa a sua sorella.

-Questo è ciò che pensi tu- dico spostando lo sguardo sui due protagonisti della conversazione-io dico che durano, invece- lo sentii ridacchiare, mi girai indignata.

-In meno di quindici giorni questa storia finirà.

-Io dico di no.

-Scommettiamo allora- propose, alzai un sopracciglio curiosa- se entro il venticinque di questo mese si lasciano, vinco io.

-E se durano più di altri due mesi vinco io- concludo- Ci sto.

-Sicura?- chiede prima di porgermi la mano.

-Certo che sono sicura- affermo- Se vinco, però, dovrai coprirmi con i compiti e le risposte di matematica.

-Non ti facevo così.

-Sono disperata, okay? Non riesco a fare nulla e non ho bisogno di ulteriore stress- spiego- devi solo passarmi le risposte. A meno che tu non mi voglia spiegare tutto il programma...

-No no no, va bene così- specifica- E se vinco io?

-Cosa vuoi in cambio?- chiesi, poi lo vidi riflettere per un secondo in modo falso.

-Ci devo pensare.

-Nessuna cosa illegale o che mi metta in cattiva luce- specifico.

-Non puoi rifiutarti però- aggiunge.

-In casi estremi posso.

-Il mio non è un caso estremo.

-Parla e basta- ordino.

-Voglio un bacio.

-Un cosa?- oh no, non avevo tempo per le prese in giro.

-Un bacio- e lo diceva con tutta la calma del mondo!

Guardai a destra e sinistra confusa, poi mi indicai.

-Da me?

-Da te- stava scherzando... stava scherzando, giusto?- hai paura di perdere?

-Avevamo detto nessuna cosa che mi metta in cattiva luce!

-Cosa vorresti dire? Baciarmi sarebbe un onore.

-Perché mai vorresti un bacio da me?- chiedo inorridita, poi lo vedo ridere.

-Pura curiosità- giustifica- poi hai detto che Ivan non ti piace, quindi non dovrebbe essere un problema.

-Non sto capendo, tu davvero vuoi che ti dia un bacio?- lo vidi annuire- sulle labbra?

-Giusto, dimenticavo il tuo schifo verso gli esseri umani- dice rassegnato- se non vuoi partecipare allora...

-Non ho detto questo!

Se voleva un bacio doveva pur significare qualcosa, magari voleva solo prendermi in giro, o forse è davvero curioso.

Perché dovrebbe incuriosirsi su di te se discutete sempre?

-È solo un bacio, rubia.

-Tu stai scherzando.

-Ti sembra la faccia di uno che sta scherzando?- chiede indicandosi il viso.

-Mi sembra la faccia di un idiota- dico.

-Quindi ti assomiglio?

-Perché vuoi un bacio da me se hai detto più volte di aver voglia di strozzarmi?- chiedo.

-Mi piace vedere la tua faccia schifata al solo pensiero di dover avere il mio DNA per sei mesi nel tuo organismo.

-E poi sarei io quella che si comporta da bambina?

-Ahimè, certe cose non si possono controllare- ammette.

-Come il tuo gusto nel darmi fastidio?

-E come la mia attrazione verso i chihuahua fastidiosi- aveva appena detto di essere attratto da me ma allo stesso tempo che sembravo un cane?

Impossibile, no.
Non era attratto da me, non poteva esserlo.

Finalemente ragioni come si deve, trattore, a chi mai potresti piacere?

-Smetti di fare il salapuzio quando sei solo un collerico dall'ego ferito.

-Come se non ti piacesse l'idea.

-Ma sta zitto!

-Non mi contraddici?- non spreco il mio tempo con i presuntuosi.

- Cosa ci guadagni?

-Ci guadagni più tu che io in realtà, dimostrerai a Ivan che non ti piace e io... ho le mie ragioni per farlo.

-Ti pagano?

-Non abbastanza, credimi.

-Giuro che se ti allarghi...- inizio col dito puntato.

-Parli come se avessi già perso, e poi sono io il pessimista.

-Meglio che tu stia zitto Harrison!

-Allora, ti tiri indietro?- chiede con aria di sfida.

-Io non mi tiro mai indietro.

Ci guardammo per un secondo negli occhi e per quanto mi dia fastidio ammetterlo mi sentii nuovamente intimidita ma allo stesso tempo attratta dalla profondità del suo sguardo, gli occhi color oceano avevano molti punti a loro vantaggio, che lasciavano chiunque li vedesse... lasciavano me, paralizzata.

Non ero intimidita dal suo sguardo, ma dagli sguardi in generale...
In ogni caso, pur se intimidita non avrei mai interrotto il contatto visivo.

-Vi muovete voi due? Così perdiamo i posti!- grida Nate... un momento, Nate? Non era un personaggio della scorsa stagione? Che ci fa qua?

-È il cugino di Licia- ma che cavolo, questo tipo leggeva anche nel pensiero?

Il saggio fu qualcosa di meraviglioso, salti, acrobazie, sceneggiature, presenza scenica, talento, musica, luci... era molto più che danza.
Licia era una delle tre che stavano davanti, rimasi sorpresa dalla sua passione così coinvolgente, ma la cosa più bella fu la fine, quando Tulio, il suo ragazzo le portò un mazzo di rose rosse davanti a tutti.
Ora avevo voglia di piangere e sclerare, erano davvero cromaticamente perfetti e soprattutto molto belli.
Quando toccava a me?

-Quando tocca a me Edith? Quando?- mi lanento ironicamente vicino alla mua amica.

-Quando inizierai ad uscire di più- mugolai alle sue parole.

-Ne voglio uno- ripeto.

-Eccolo lì- o Santo Dio, no.

-Vado in bagno!- esclamo scappando.

-Tu non vai da nessuna parte- mi prende Dith.

-Mi scappa, devo correre!- correre dietro le persone per non farmi vedere.

Aumentai il passo, come se stessi correndo ma camminando, sembravo una di quelle mamma impazzite alla comunione dei figli che non sanno dove andare.
Non guardarmi, non guardarmi.
Non sapevo il perché di questo mio evitamento, okay forse li sapevo...

Ricordai gli strani nomignoli e i messaggi fuori luogo che mi mandava, e aumentai il passo verso la mandria di persone, ma la mia promessa di non fare figure di niente si infranse non appena urtai contro qualcuno, gli feci cadere tutta la coca cola addosso.

-Scusa, scusa, scusa!- esclamo con le mani in faccia mentre sento le mie gambe indietreggiare- Mi dispiace!

-Guarda dove vai, rimbambita!- esclama la donna, ma non avevo tempo per rispondere, così mi scusai ancora per fare altri due passi indietro e come se la vita mi stesse prendendo in giro, mi scontro con un'altra persona.

-Ma il tuo è un vizio, chihuahua!

-Non chiamarmi così, puffo deformato!- gli grido girandomi.

-Ah, però tu puoi chiamarmi Dobermann- che stavo facendo? Così Ivan mi avrebbe sentito.

-Coprimi!- ordino nascondendomi dietro di lui.

-Cosa c'è? Non vuoi salutare il troll?- eravamo spalle a spalle e quello stupido faceva tutt'altro che ciò che gli avevo chiesto di fare.

-Tu coprirmi e sta' zitto!

-Sta' zitta tu chihuahua, io vado a prendere uno spritz- dice allontanandosi ma gli prendo il braccio convinta.

-Dam, no ti prego- imploro rimanendo dietro di lui, ma siccome non mi ascoltava più di tanto mi attacai letteralmente addosso.

-Da chihuahua a koala?

-Ehi, Harrison!- oh cazzo.

-Ivan, da quanto tempo!- che ipocrita che era, li sentii persino darsi il cinque- Ah, cerchi Ella? È proprio qui dietro di me, mi abbracciava per riscaldarsi un po' con questo freddo.

Brutto bastardo.
Gli diedi un pugno sulla natica, non so con quale coraggio o confidenza.

-Ahia!- esclama- Stronza...- sussurra poi.

-Non lo stavo abbracciando- mi giustifico lasciandomi vedere con un finto sorriso.

-Bhe ora abbracci me, o non vuoi salutarmi?- aprì le braccia pronto ad accogliermi, deglutii pensando a quello che il cretino dietro di me mi aveva nesso in testa, poi lo abbracciai.

-Poca differenza d'altezza vedo.

-Ti ho chiesto un parere, Dobermann?

-Ivan, mettila a bada, il leoncino è arrabbiato- sentii una mano sulla spalla e inviai un'occhiata di pietà a Dam, sapeva del mio disagio.

-Il leoncino sta per darti un ceffone sulla faccia da procione che hai.

-Nomignoli molto originali- riflette Ivan.

-Sareste una bella coppia voi due insieme- ti prego Damiàn, basta...

-Siamo solo amici- intervengo.

-Eppure la differenza d'età non è molta...otto o nove anni?

-Siamo solo amici- ripeto.

-E poi non siamo persone che si basano sull'età, noi- aveva ancora quella cazzo di mano intorno alla mia spalla, come se mi stesse abbracciando, sentii il suo tocco accarezzarmi e spalancai gli occhi.

Si aspettava che ponessi dei punti, per questo non reagiva, ma il suo sguardo che si divideva tra la mano che mi accarezzava, il viso di Ivan e il mio, parlava da sé.
Mi distolsi per prendere un bicchiere, facendo finta che fosse mio, casualmente il bicchiere era dal lato di Damiàn.

-D'altronde l'amicizia no ha età- continua Ivan- come l'amore- sapevo che mi stava guardando, per questo guardai per terra.

Poi guardai a sinistra, notai la mano del ragazzo accanto a me diventare sempre più bianca, stava stringendo il pugno, io lo facevo per non andare in ansia... Dam era in ansia? O arrabbiato?
Eppure stava sorridendo...

-Tempo al tempo- aggiunge l'altro.

-Finalmente! Sono ore che vi cerco!- dice Am, non l'avevo mai amata come in questo momento.

-Avete bisogno di un passaggio?- chiede Ivan.

-Oh si, loro due vengono con noi- okay, ora la amavo un po' di meno.

Arrivammo all'auto e un'ansia strana si faceva spazio nel mio corpo, non volevo nemmeno sapere il perché.

-Va' avanti tu- mi sussurra Am.

-Non ci pensare- tronco per poi aver piacere per la prima volta di sedermi affianco a Damiàn.
O meglio, non eravamo "vicini" lui era da un lato ed io da un altro.

-Metto un po' di musica?- chiede la rossa, ed Ivan da buon fratello le passa il cavo Bluetooth-Avete preferenze?

Non avendo risposta, in macchina inizia a suonare "Somos de calle" di Daddy Yankee, tutto molto sobrio...

Sobrio come il mio umore, che stava variando dall'ansia all'indifferenza, Dam stava esagerando, magari era solo un donnaiolo, ma addirittura chiamarlo ipersessuale, magari vuole solo dargli una cattiva luce.
Ma se non dovevo preoccuparmi perché la mia gamba tremava?
Perché la mia mente immaginava cose così...?

Parli come se potresti piacere a qualcuno Ella, ma per favore, non dire cazzate.

Sentii un colpo, un piccolo calcio alla gamba tremante, guardai dall'altro lato del seggiolino e Damiàn mi mimò con le labbra un "Tutto okay?" al quale mi limitai ad annuire, in seguito incrociai le gambe per fermare il nervoso.

-Prego, signorina- Am aveva un bellissimo giardino dall'esterno.

-Bene, io vado- dice uscendo dall'auto- State attenti- avvisa prima di farmi un occhiolino.

-Qualcuno vuole passare avanti?- chiese, si riferiva a me, e i suoi occhi dallo specchietto retrovisore lo confermarono.

Nessuno rispose.

-Dam, ti accompagno a casa?- sperai con tutte le mie forze che dicesse di no, i miei occhi lo guardarono, e lui lo sapeva, ma mi ignorava il codardo.

-In realtà avrei bisogno di un favore- ammette- mia sorella ha avuto il tempo pieno oggi, esce alle sedici.

-Vuoi che passi a prendere la bambina?

-La strada è la stessa.

-Non so, ho delle cose da fare- ovvio che non era vero, mi aveva detto di essere completamente libero oggi.

Forzatamente gli poggiai la mano sulla spalla.

-Ivan, perché non passiamo per la scuola? Mi piacciono i bambini- ero una brava attrice, certo, non stavo mentendo su questo, ma fingere così tanta confidenza ed intimità mi riusciva da premio nobel.

Mi guardò, aveva le pupille dilatate e lo sguardo fisso, non mi piaceva questa cosa.
Finse di guardare il telefono... mentre guidava, non dissi nulla nonostante volessi.

-Ho disdetto- annuncia- Dov'è questa scuola?

Se dopo questa avrebbe continuato a fare lo stronzo mi sarei incazzata di brutto, ci avevo letteralmente provato con Ivan solo per sua sorella!
Girammo per un altro paio di isolati, sentivo lo sguardo del guidatore addosso, sinceramente il fatto che ci sarebbe stata una bambina in auto con noi mi tranquillizzava.

-Ecco, fermati qui- informa Damiàn.
La scuola era tutta colorata e c'erano un sacco di bimbi con le loro mamme. Dam uscì dall'auto, e per quanto mi costi ammetterlo la sua premurosità verso sua sorella era adorabile.
A distrarmi da i miei pensieri è Ivan, che si gira di colpo verso di me.

-Non c'era bisogno della scusa della sorella per passare più tempo con me- ah no, questa presunzione no.

-Non era una scusa- rispondo fredda.

-Si, come no- non mi piaceva quel l'atmosfera- che dici se lo lasciamo a piedi e andiamo a fare un giro?

-Assolutamente no.

-Andiamo!- esclama dando un colpetto sul volante- Voglio stare un po' da solo, senza rumori o persone indiscrete.

-Bhe, hai disdetto tutto quindi ora ci accompagni a casa e puoi stare solo.

-Da solo con te, Ella.

-Oh...- mi lascio scappare- devo studiare Ivan, mi dispiace.

Studiare l'anatomia del mio letto mentre dormivo.

-E cos'hai intenzione di fare?- chiede accarezzandomi il braccio- Ti piace farti pregare?

Damiàn, strano a dirlo ma mi manchi come l'aria in questo momento, e mi sa che a breve anche l'aria mancherà del tutto.

-No, davvero devo studiare- ripeto- magari un'altra volta.

-Cos'è che devi studiare? Il corpo umano?

Oh cazzo, questa cosa era davvero controversa.

-Letteratura.

-Ti piace leggere?- annuii alla sua domanda-Una ragazzina acculturata allora- respirai pesantemente- magari mi dededichi qualche poesia.

-Non dedico poesie.

-Ma io sarei un'eccezione. Che genere leggi?- chiede- Non dirmi che ti droghi di libri erotici.

-Non sono il tipo- dico per poi deglutire.

-Sei una brava bambina tu, dimenticavo- era un mix tra l'essere imbarazzante e pauroso.

-Leggere libri spicy non significa essere dei pochi di buono...

-Bhe se ti capita di leggerli non pensarmi troppo- mi mancava l'aria- viverli è meglio che leggerli, ragazzina.

-Non ho bisogno di viverli per stare bene.

-Il tuo umore non dice lo stesso. Hai bisogno di lasciarti andare, di scoprire le necessità che il tuo corpo richiede, che esige, come fa il mio quando sono con te- dice facendo scivolare le dita sul mio braccio in modo delicato, cercai di toglierlo ma mi trattenne con la mano- Non vuoi che ti tocchi?

-Stai esagerando- avverto- Stai prendendo confidenze che non ti ho dato.

-Che non mi hai dato?

-Non mi piace essere trattata così, specialmente da chi considero mio amico!- esclamo per poi staccarmi definitivamente in modo bruto.

-E da quando noi siamo amici?- chiese riprendendo il contatto fisico- Non provocarmi, ragazzina.

Rimasi sconvolta da quella conversazione e come per magia salí Damiàn in auto con una bambina, la mano di Ivan dal mio braccio scomparve dopo vari tentativi di allontanarlo ed io ero ancora paralizzata.

-Ciao!- esclamò una voce squillante che mi distratte dai miei pensieri, alzai il capo e mi incontrai con due occhi grandi e azzurri, profondi ed affascinanti come quelli di Dam, seguiti da una chioma boccolosa ma non troppo, dello stesso colore del miele, un nasino piccolo, delle guance piccole e rosee, insieme a delle labbra fini con un sorriso a trentadue denti.

-Ciao, Abbie!- sorrisi distraendomi da tutto quello che era accaduto poco prima.

Ad Ivan ci avrei pensato una volta arrivata a casa.

-Tu sai il mio nome?

-Oh, io so tutto- scherzo.

-Hai i poteri?- chiede entusiasmata.

-No che non ho i poteri.

-Sei un'amica di mio fratello?- sorride.

-Chiedilo a lui.

-È una tua amica?- gli chiede un modo allegro.

-È solo un chihuahua rumoroso- risponde anche lui sorridendo.

-Non è vero! Ti sembro un chihuahua rumoroso?- le chiedo.

-No, i chihuahua sono brutti, e tu sei carina.

-Tua sorella è molto più simpatica di te- dico a Damiàn.

-Non cantare troppo presto rubiecita, scoprirai quanto è fastidiosa- dice alla sorella.

-Anche tu sei molto bella- le dico io.

-Mi assomiglia- dice Dam.

-No che non ti assomiglia, lei è molto più bella e simpatica.

-E io cosa sono?- contrabbatte.

-Un Grinch odioso- rispondo.

-Adoro quel film!- afferma Abbie.

-Lei preferisce i troll- informa occhi di ghiaccio indicandomi.

-Che film ti piacciono, Abbie?- chiedo per iniziare una conversazione, ero felice della taciturnità di Ivan.

-Ehi, taxi, accompagna prima la signorina- ordina Dam- Se così vogliam chiamarla- termina- Casa sua è più vicina.

-Siamo in un vero taxi?- chiede Abbie entusiasta.

-No che non è un taxi, è un nostro amico!- rispondo.

Ero grata che Harrison mi avesse capito senza che gli dicessi nulla, ma allo stesso tempo mi faceva passare per qualcuno di prevedibile.

Passai il resto del tempo con Abbie a parlare di cartoni animati, film, barbie, e cose simili, con Damiàn che ogni tanto mi attaccava scherzosamente, ma per fortuna Ivan davvero accompagnò prima me a casa.

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