πˆπŒπŒπ€π†πˆππ€ | π…πˆπ‹πŒ οΏ½...

By Ggold_

3.7K 55 5

|πƒπŽπ•π„ scrivo una raccolta di ✨️film mentali✨️ creati da me (il punto di vista Γ¨ principalmente femminile)... More

1. βœ¨πƒπˆπ’π‚πŽπ“π„π‚π€βœ¨οΈ
2. βœ¨οΈπˆπ‹ πŒπ€π’π’π€π†π†πˆπŽβœ¨οΈ
3. βœ¨οΈπ‹π€ π‚π‡πˆπ€πŒπ€π“π€βœ¨οΈ
4. βœ¨οΈπˆπ‹ π‚π€π‘πˆπ‚π€ππ€π“π“π„π‘πˆπ„βœ¨οΈ
5. βœ¨οΈπˆπ‹ π‚π€ππŽβœ¨οΈ
6. βœ¨οΈπˆπ‹ ππˆπ‚π‚π‡πˆπ„π‘π„ 𝐃'π€π‚ππ”π€βœ¨οΈ
7. βœ¨οΈπ€π†π‹πˆ π€πŒπŽπ‘πˆ πŒπ€πˆ π…πˆππˆπ“πˆβœ¨οΈ

8. βœ¨π€πππ”ππ“π€πŒπ„ππ“πŽ π†π€π‹π€ππ“π„βœ¨

195 3 0
By Ggold_

Eri lì, immobile. Ferma davanti all'armadio spalancato, stracolmo di vestiti appallottolati e tantissimi altri sparati alla rinfusa su tutto il pavimento della stanza, alla ricerca della soluzione al problema catastrofico che ti si era presentato davanti: trovare un abbigliamento adatto ad un appuntamento galante.

Il problema non era tanto l'appuntamento in sé o il trovare qualcosa adatto all'occasione.

Il problema era il fatto di esserti trasferita da poche settimane a Miami, nella villa del nuovo fidanzato di tua madre e del suo irritante figlio presuntuoso che non ti dava tregua da giorni.
Per questo, una volta arrivata, hai approfittato della scusa di voler conoscere e curiosare in città per allontanarti il più possibile da quella casa ogni qual volta ti fosse stato possibile.

E il problema non sarebbe stato neanche quello.
Ma il fatto di non aver avuto il tempo e le forze per sistemare la tua camera e di conseguenza tutte le valigie, che ti avevano costretta qualche giorno prima a buttare i vestiti spiegazzati nell'armadio senza neanche un minimo di senso logico, in quel momento ti stavano letteralmente complicando la vita.

Perlopiù eri in estremo ritardo, e per la fretta decidesti di indossare le prime cose che ti passarono tra le mani, ma che fossero per lo meno accettabili per fare bella figura e, contemporaneamente, che ti consentissero di mimetizzarti il meglio possibile tra tutte le persone snob che sarebbero state presenti nel ristorante di lusso che lui aveva prenotato.

Perciò optasti per un semplice vestito aderente lungo bianco, con uno scollo quadrato, un'unica spallina fine sul lato sinistro e uno spacco lungo la coscia destra, abbinato a dei tacchi alti alla schiava e la tua amata borsa Prada, anch'essi bianchi.

Scegliesti un trucco molto leggero, raccogliesti i capelli con cura in una coda alta e riponesti il minimo indispensabile nella borsa per poi scendere al piano di sotto, stando attenta a non romperti l'osso del collo nello scendere le scale di corsa per la fretta.

"Dove pensi di andare tu vestita così a quest'ora?"
Ammiccó il tuo "fratellastro" sbucando dal salotto e scrutandoti da capo a piedi divertito, appoggiato allo stipite della porta che affacciava sull'atrio della villa, là dove conducevano le maestose scale di marmo dalle quali eri appena scesa.

"Mah da nessuna parte, mi faccio una nuotata nello stagno nel bosco qui dietro casa e torno..."
Ironizzasti, senza prestargli attenzione, intenta a rovistare nella borsa, per poi sbuffare subito dopo esserti resa conto di aver lasciato i soldi al piano di sopra.

Alzasti un attimo lo sguardo, notando l'espressione scettica dipinta sul volto del ragazzo davanti a te, e, riservandogli una breve risposta, cercasti di levartelo dai piedi.

"Esco idiota, e sono pure in ritardo, quindi vedi di sparire e non farmi perdere altro tempo"
Ti girasti di spalle e tornasti al piano di sopra a passo spedito.

"Sei in ritardo e torni in camera tua? Che c'è hai per caso deciso di dare buca a quel povero disgraziato che ti sta aspettando?"
Continuó lui con tono a presa di culo fermandosi ai piedi delle scale.

Decidesti allora di ignorarlo, e una volta arrivata al piano di sopra, entrasti nella tua stanza per prendere l'occorrente.
Una volta riscesa, però, trovandolo sempre lì nella stessa posizione di prima, sbuffasti prima di mettere in chiaro la situazione una volta per tutte.

"Ciò che è la mia vita privata non ti riguarda, ma giusto per chiarire i tuoi dubbi, non c'ho ripensato, avevo semplicemente lasciato i soldi di sopra"
Lo superasti alzando gli occhi al cielo e ti dirigesti verso l'ingresso.

"Prenota un ristorante, sicuramente di lusso, e non si preoccupa di rassicurarti sul fatto che pagherà lui la cena? Che gentiluomo..."
Si avvicinó a te lentamente, portando alla luce un punto sul quale non ti eri neanche soffermata.

Beh, sul fatto che non ti avesse rassicurata aveva ragione, ma mettere in discussione il fatto che una persona fosse un gentiluomo, senza neanche averne mai sentito parlare o averlo mai visto in faccia, era decisamente esagerato e inaccettabile.

"Esistono anche donne indipendenti, lo sai? Non tutte si approfittano della ricchezza degli altri."
Cercasti di difenderlo in qualche modo, perchè nonostante neanche tu lo conoscessi affondo, era irritante il modo in cui si permetteva il lusso di sparare giudizi infondati sulle persone riguardanti la tua vita. Come se stesse anche di conseguenza, in qualche modo velato, giudicando le tue scelte.

Forse però non era così irrispettoso come credevi, perché a quelle parole abbassó la testa, quasi a voler nascondere il sorrisetto formatosi sul suo volto, e avvicinatosi di più a te, posó l'attenzione su un portagioielli in vetro, riposto su un mobiletto dell'ingresso, a cui non avevi mai fatto caso prima.

"Girati"
Si rivolse a te con tono fermo e deciso, ma allo stesso tempo quasi dolce, facendoti di conseguenza precipitare in uno stato di totale confusione.

"Una donna non può andare ad un appuntamento senza una collana che la valorizzi."
Si spiegó facendoti intravedere la collana dalle sue mani, quei pochi secondi che bastarono per farti rendere conto dell'enorme responsabilità che ti avrebbe peró conferito.

Era una catenella in oro bianco rifinita con ciondoli di diamanti.
Un dono che, anche se in prestito perchè l'avresti senza ombra di dubbio restituita una volta tornata dell'appuntamento, era troppo importante e di valore da donare ad una che era appena piombata nella tua casa e nella tua vita. E poi soprattutto perché sospettavi fosse un cimelio di famiglia di sua madre, ormai scomparsa da qualche anno.

"No. Non se ne parla, non posso accettarla. Non posso indossare una cosa così preziosa"
Scattasti di un passo indietro per rafforzare il concetto, sperando di scoraggiare il ragazzo davanti a te tanto da convincerlo delle tue parole.

Al contrario. Lui si fece avanti, deciso a fare come ormai si era messo in testa.

"Non farti pregare. Avanti, girati."
E dopo qualche secondo di riluttanza, finalmente ti girasti per farti agganciare la collana.

"Grazie, è bellissima"
Sorridesti riconoscente per il gesto appena compiuto nei tuoi confronti, una volta rigirata nella sua direzione, conscia del fatto che non fosse cosa da poco per lui.

"Poi, appena ti vede, fammi sapere quanto tempo ci mette a dirti che sei stupenda"
Sorrise dall'alto, divertito dell'immediato ritorno della tua espressione confusa.

"E per quale motivo dovrei?"
Domandasti quasi indispettita da quel cambio di argomento, ma senza cattiveria, notando subito dopo come il suo sguardo fosse passato ad ammirare con miracolosa attenzione tutto il tuo corpo, dall'alto in basso, come se volesse stamparsi quell'immagine ben impressa nella mente.

"Perché se non lo fa entro tre secondi è per forza gay"
E non sapendo esattamente come reagire, rimanesti qualche secondo immobile davanti a lui, sorpresa da quell'improvviso complimento, seppur fatto in maniera contorta come al suo solito, ma che in qualche modo ti lusingó e imbarazzó allo stesso tempo, facendoti scattare indietro alla ricerca di ossigeno.
Per fortuna ti squilló il telefono in quel preciso istante, facendovi uscire dallo stato di tensione in cui eravate precipitati.

"Emh... devo andare, mi sta aspettando il taxi"
Indicasti distrattamente la porta alle tue spalle regredendo di qualche passo.

"Non ha avuto neanche la decenza di venirti a prendere quell'idiota?"
Sbuffó lui una risatina disprezzante, ma che aveva tutta l'aria di essere una presa in giro nei confronti del ragazzo con cui avevi deciso di passare la serata, e non verso di te che invece ti eri dovuta accontentare di un mezzo pubblico, a tue spese, per raggiungere la parte opposta della città.

"È stata una mia scelta, non volevo dare il mio indirizzo a una persona che non sono certa di voler rivedere."
Tentasti di smentire le sue accuse, perché seppure avessi rifiutato tu la sua iniziale proposta di accompagnarti, lui non aveva neppure avuto la premura di insistere e cercare di convincerti ad accettare il passaggio, perché forse lasciarti attraversare l'intera Miami per raggiungere un ristorante scelto rigorosamente da lui, pagando interamente di tasca tua, non sarebbe stato il massimo della galanteria.

"D'accordo, fingo di crederci"
Annuí lui con fare poco convinto mentre tu apristi la porta per uscire.

"Buona serata"
Augurasti a lui, un po' come speranza che l'augurio si prospettasse poi anche nei tuoi confronti. Sentivi di averne bisogno.

"Divertiti con l'idiota"
E malgrado non riuscissi ad andare d'accordo con le persone che giudicano senza conoscere, quella volta non riuscisti proprio a trattenerti dal ridere.

-

Arrivasti al ristorante alle otto precise e lui ti stava aspettando da qualche minuto davanti allentrata.
Vi siete salutati e siete entrati nel locale, dove un cameriere è subito corso da voi per farvi sistemare a un tavolo, rigorosamente con vista sulla città.

In quel momento, una volta accomodati, notasti i suoi occhi indugiare per qualche secondo di troppo sul tuo corpo, che così facendo ti misero in una posizione di leggero disagio.

"Si emh, scusa, forse il vestito non è dei più adatti, ma mi sono trasferita da poco e la mia stanza è ancora un macello"
Rompesti il ghiaccio ridacchiando queste parole, cercando di smorzare un po' il clima imbarazzante che si era creato.

A quelle parole lui distolse lo sguardo immediatamente, puntandolo nel tuo, e consapevole di essere stato colto in fragrante, cercó, impacciato, di recuperare.

"Oh, no no. Tranquilla, sei molto carina."

Carina? Ok, non ti reputavi la donna più bella del mondo, come certe modelle che partecipano ai concorsi per accaparrarsi almeno qualche titolo che soddisfi il proprio orgoglio. E capivi anche che le sue parole fossero state dettate da un momento di piena agitazione. Ma quello era decisamente il peggior complimento da fare in una situazione simile. Cioè andiamo, non ti aspettavi certo che si mettesse a recitare una poesia o chissà quale opera teatrale in un modo esageratamente plateale, soprattutto davanti a tutte quelle persone esremamente composte. Però non si stava rivelando esattamente ciò che ti aspettavi da un gentiluomo ricco come lui.

Decidesti però di sorvolare e concedergli comunque il beneficio del dubbio, sperando che la serata sarebbe potuta procedere meglio e che lui, alla fine, si sarebbe rivelato di ottima compagnia.

Ordinasti i piatti più ricercati e sfiziosi che c'erano sulla carta del menù, vini pregiati e dolci mai assaggiati prima, cercando di ingannare al meglio il tempo che sentivi di star in qualche modo sprecando, e sperando che, al terminare della cena, si sarebbe proposto lui di pagare tutta quella roba.

Di certo il portafogli striminzito riposto con cura nella tua borsa Prada non sarebbe stato in grado di affrontare una spesa di quel genere.

Quel tuo ottimismo si concretizzó appena uno dei camerieri vestito di tutto punto vi portò al tavolo il conto, rigorosamente inserito in un taccuino di pelle nera, e una volta pagato, vi dirigeste fuori.

La scena che ti si prospettò davanti, però, ti lasciò incredula: lui era lì davanti a te, appoggiato al cofano della sua maserati a braccia conserte, un sorriso spavaldo sul volto e un completo elegante, composto da camicia e pantaloni neri, addosso.

"E tu che diavolo ci fai qui?"
Era l'unica cosa che riuscisti a dire, accompagnando la frase con un gesto del tuo indice destro puntato nella sua direzione.

"Ti porto a casa"
Disse lui con nonchalance, come se fosse una cosa quasi rituale tanto da essere scontata.

"Non c'era bisogno. Avrei preso un taxi."
Rispondesti tu quasi infastidita, cercando di liquidare la conversazione, che aveva fatto calare uno stato di tensione nell'aria, e desiderando che da un momento all'altro lui si sarebbe smaterializzato lasciandovi nuovamente soli, come se niente fosse successo.

Evidentemente no. Perché lui sembrava sempre più ostinato a sistemare la situazione, cercando di far emergere sempre di più il fatto che, il ragazzo con cui eri uscita, si trovasse in difetto nei tuoi confronti. E la conferma fu la frase che ne seguí dopo.

"Preferisco rimetterci la benzina piuttosto che lasciarti pagare più di trenta dollari un pervertito e farti tornare a casa in una lurida bidoniera gialla."
A quel punto, qualcosa dovette attirare la sua attenzione, perché immediatamente distolse gli occhi dai tuoi e portò uno sguardo di sufficienza a scrutare il ragazzo al tuo fianco.

"È questo il famoso gentiluomo da "prenoto il ristorante di lusso per la mia ragazza e la lascio a piedi" ?"
E all'istante scattò in piedi, come se l'auto avesse iniziato a bruciare e non riuscisse a starci sopra un attimo di più. Poi si avvicinò a voi, più precisamente a te, mentre attendeva la risposta dell'altro.

"Non è la mia ragazza veramente"
Si lasciò sfuggire l'uomo al tuo fianco, visibilmente confuso, non sapendo di aver appena messo in chiaro l'unica verità che l'altro voleva uscisse dalla sua bocca.

E infatti, a quell'ammissione, lui non riuscì a nascondere il sorrisino strafottente e soddisfatto che si era venuto a formare sulla sua bocca, mentre adagiava un braccio sulle tue spalle portandoti più vicino a sé.

"Oh, lo so bene"
E non appena ti girasti per lanciargli un'occhiataccia di rimprovero, lui, captandola, si voltò immediatamente nella tua direzione con dipinto sul volto lo stesso stupido sorriso beffardo, e senza la minima intenzione di lasciarti allontanare neanche di un centimetro dal suo corpo.

"Scusami... lui chi è?"
Ti chiese colui che era ancora impalato davanti a voi, più confuso che mai.

"È il mio fratellastro"
Sospirasti per quel pietoso giro di presentazioni in cui ti eri ormai ritrovata, ma che non avresti voluto affrontare per niente al mondo.

"Non abbiamo legami di sangue, quindi io direi più coinquilino"
Si affrettò a puntualizzare il tuo cosiddetto fratello, o perlomeno come tua madre insisteva che lo chiamassi.

"Beh, io vado allora... è stata una piacevole serata"
Parlasti con tono più dolce, rispetto a quello usato fino a quel momento nel battibecco, salutandolo e mettendo fine quindi alla serata.

"Sì, d'accordo. Ci vediamo allora."
Cercò lui di ricambiare il saluto, ancora visibilmente scosso dell'episodio insolito a cui aveva appena assisitito.

"Non credo, ma metterò una buona parola per te"
E con i suoi soliti modi bruschi, il ragazzo al tuo fianco, rovinó anche quel piccolo momento di gentilezza, con la quale cercavi di rivolgerti all'altro uomo per farlo sentire almeno un minimo a suo agio.

E prima che ti potessi scusare per i suoi modi sgarbati, lui ti condusse verso la sua macchina tenendoti sotto il suo braccio, e una volta aperto lo sportello e averti fatto salire, si assicurò di richiudertelo.

"Ma ti pare il modo?"
Gli facesti notare appena fu salito anche lui in macchina.

"Per te"
E con un gesto inaspettatissimo, ti porse un mazzo di rose bianche, laciandoti completamente spiazzata.

Erano quindici. Un mazzo di quindici rose bianche. Proprio come quelle gli avevi regalato tu il giorno dell'anniversario della morte di sua madre, un piccolo segno di tregua e di scuse per i tuoi comportamenti dei giorni precedenti nei suoi confronti.

La rosa bianca esprime la purezza, la sincerità dei propri sentimenti e l'intenzione di spazzare via gli sbagli del passato. Mentre le quindici rose simboleggiano il perdono. Perciò, insieme, erano la combinazione perfetta ed esprimevano a pieno quel messaggio.

Erano bellissime, e profumate. Era bastato quel semplice gesto per scaldarti il cuore e, involontariamente, a farti sorridere come una scema, svoltandoti decisamente la serata.

"Sono stupende, ti ringrazio"
Confessasti sincera, senza scollare gli occhi da quei fiori meravigliosi.

"Sapevo che gli avrei risposto male e che tu mi avresti rimproverato per questo, nonostante ti abbia decisamente fatto un favore. Ma dato che sicuramente quell'idiota non ti chiederà un secondo appuntamento a causa mia, queste qui sono in segno di scuse."
Confessò lui sincero, voltandosi nella tua direzione per guardarti.

"Si beh, avresti potuto rivolgerti in un modo più carino, ma non fa niente. Non lo avrei rivisto in ogni caso."
Ti girasti verso di lui e, vedendo il suo sorriso, il tuo si allargò, se possibile, ancora di più.

"Mi fa piacere"
Ed eccolo lì, quel suo sorrisino soddisfatto, riprendere posto sul suo volto.

"Ma si può sapere perché fai così? Prima mi provochi, poi sei carino con me, subito dopo aggredisci il ragazzo con cui esco e ti scusi di nuovo... non capisco, seriamente."
Quasi gridasti quelle parole, stanca di non capire i suoi comportamenti e snervata dalla sutuazione.

"Cazzo"
Sibiló lui in un sospiro frustrato, passandosi una mano nervosamente fra i capelli.

"Che co-"
Provasti a chiedere spiegazioni per l'ennesima volta, prima di essere interrotta però da lui che nel frattempo si era girato nella tua direzione e avvicinato sempre di più.

"Zitta"
Fu l'unica cosa che disse, prima di far scontrare le vostre labbra e trascinarti in un bacio travolgente che ti fece perdere il respiro.

"Ora ti è chiaro il perché?"
Sussurró sulla tua bocca, una volta staccato, per poi allontanarsi e rimettersi dritto sul sedile, lasciandoti ancora stordita, con fiato corto e le labbra stiracchiate in un sorrisino incredulo.

Qualche secondo dopo però ti eri già ripresa, e la voglia di risentirlo così vicino si fece più forte che mai, facendoti pronunciare parole che mai ti saresti sognata di dire a lui.

"Ho comprato un piccolo appartamento a venti minuti da qui"

Ti girasti verso di lui giusto in tempo per vederlo mettere in moto l'auto con il sorriso più bello che gli avessi mai visto, l'attimo dopo eravate già distesi nudi sul tuo letto, a godervi le prime ore del mattino di Miami.

-

Spazio autrice:

Non sapevo se farlo in prima o in seconda persona, al presente o al passato... non avete idea di quanto tempo ci abbia messo per far combaciare tutto, ma alla fine ce l'ho fatta e sono abbastanza soddisfatta di come è riuscito il finale.

Mi raccomando, se vi è piaciuto lasciate una stellina.⭐️

Baci,
Ggold.

Continue Reading

You'll Also Like

148K 3.4K 54
Amy studia medicina a Milano. Non segue lo sport non frequenta piΓΉ suo padre, Zak Brown da due anni, da quando una storia con un pilota della McLaren...
21.2K 590 5
Raccolta di immagina su Tony Effe, il componente della Dark Polo Gang.
416K 9.6K 62
@charles_leclerc ha iniziato a seguirti. Cover by @aliss19
549K 9.8K 91
Gemma Γ¨ una ragazza fragile. I suoi genitori l'hanno abbandonata quando era molto piccola. Da allora cerca disperatamente qualcuno che le voglia bene...