I Temibili 10

By GiulSma

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•Terzo volume della serie Le cronache dei Prescelti Celestiali• «We are here...» Negli Stati Uniti si sta ve... More

Prologo
1|Proprio come Eleven
2|Kitsune
3|Strizzacervelli
4|Di nuovo coi guardiani
5|Il MMantello
6|Chi è L. Degare?
7|Terapia di coppia
8|Team Anti-Killer X
9|Un gelato a marzo
10|L'avventuriera
11|Un pomeriggio col principino viziato
12|Killer X
13|Sebastian
14|Resisti
15|Una pessima babysitter
16|Fuggire dai problemi
17|Biscotto?
18|Necessario per vincere
19|Marta, sei un genio!
20|Petali blu
21|Pagina bianca
22|Segreti
23|Sta succedendo
24|Chiamata alle armi
25|Odi et amo - M&A
25|Odi et amo - R&D
25|Odi et amo - B&J
25|Odi et amo - E & A/S
25|Odi et amo - D & T
25|Odi et amo - G & T
25|Odi et amo - Loro...
26|Salvare i salvatori
27|Requiem
28|Sei il nostro piccolo Sole
29|Harron
30|Pace?
31|Regina dei mostri
32|In viaggio per Zurigo
33|Il succo è la mia debolezza
34|C'è un asino dietro di te! Ah no, è Nicholas
35|Basta bugie
36|Il tempo scorre
37|Impossibile tocco di due dita
38|Chiromante
39|Non si torna più indietro
40|Non dimenticare le calze
42|Φιλία
43|È finita
44|Duo mortale
45|Esprimi un desiderio...
Epilogo
⚜️ Curiosità ⚜️
Ringraziamenti

41|Che la missione abbia inizio

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By GiulSma

Cinque dita guantate si strinsero attorno al suo collo.

Sentì la pelle dei guanti stridere nel tentativo di soffocarla.

Lacrime scendevano sulle sue guance.

Preghiere inutili provavano ad uscire senza successo.

La mano strinse.

Strinse ancora.

Strinse di nuovo.

L'aria uscì dal suo corpo, abbandonandola per sempre. E morì.

Eleonora aprì di scatto gli occhi, riprendendo a respirare.
L'aria stantia le entrò nei polmoni, facendola tossire.
Aveva bisogno di altra aria, aria fresca.

Si alzò e aprì l'ampia porta finestra della sua stanza. Il vento gelido la investi violentemente, facendo impazzire le tende bianche.
Il freddo la riportò alla realtà e pian piano il battito del suo cuore si acquietò.

Si toccò incredula il collo. Chi mai avrebbe potuto farle una cosa del genere?

Chiuse gli occhi e rivide la pelle nera e lucida di quei guanti attorno al suo collo. Scavò in quel ricordo doloroso, ma l'unica cosa che trovò fu il braccio a cui apparteneva quella mano assassina.

"Non è un gran indizio" pensò simulando un sorriso amaro.

Si sporse in avanti, superando la barriera di vento fino a toccare la ringhiera del balconcino. Da lì poteva vedere tutta la Città Aurea. I tetti dorati luccicavano sotto la luce della luna.

Eleonora si era sempre chiesta come in un posto fuori dal tempo e dallo spazio, come raccontavano, ci potesse essere un'alternanza del giorno e della notte. Erano gli stessi corpi celesti che osservavano i Normali?

In nessuna pergamena o libro antico vi era scritto nulla su quello e nessuno sembrava prestarci molto caso. Tutti lo avevano accettato senza farsi domande, ma lei, anche se cercava di nasconderlo, era ancora la vecchia Eleonora testarda e ribelle piena di curiosità.

Gadreel lo sapeva sicuramente, ma non aveva mai avuto il coraggio di chiederglielo. Non perché lo temesse come tutti quanti - persino Ceithir ne aveva paura -, ma perché non voleva mostrarsi troppo curiosa.

Gadreel le aveva insegnato a combattere e ad atteggiarsi come una vera sacerdotessa bianca: non doveva provare emozione alcuna di fronte alle massime autorità e se si trovava di fronte a un nemico, non avrebbe mai dovuto mostrare pietà.
Doveva sembrare elegante e spietata allo stesso tempo, insomma, un'impresa non troppo difficile che però l'aveva cambiata totalmente.

"Sigilla ogni sentimento che provi per le persone che hai amato in passato"

Questo era stato l'ordine e il consiglio del guerriero il giorno in cui lei era diventata sacerdotessa.
Doveva abbandonare la vecchia vita e abbracciarne una nuova, ma così facendo aveva finito per perdere se stessa e ancora era troppo ingenua per accorgersene.

Finché aveva il lusso di stare sotto la protezione dei Mikael e il rispetto da parte di tutti i cittadini per via del suo ruolo di sacerdotessa, tutto il resto non le importava.

Mira e il potere erano tutto ciò che lei desiderava, il suo passato invece era qualcosa da eliminare, così come i sentimenti per le persone che lo abitavano.
I suoi genitori, ormai arresi alla possibilità che lei fosse morta, erano già stati dimenticati.

Ma la prescelta, la sua vecchia amica, la ragazza che aveva fallito a proteggerla e aiutarla, me... io ero difficile da dimenticare, perché ero una ferita che si riapriva ogni volta che ero nella sua stessa stanza.

Non perché le mancassi, no, lei ormai mi odiava, ma perché provava dei sensi di colpa per il solo fatto che non le sarebbe dispiaciuto se io fossi morta.

Così mi diceva e così io ho voluto crederle, ma sotto sotto sapevo che non era la verità e che lei la stava nascondendo a se stessa.

Lei non poteva pensare veramente quelle cose, non sarebbe stata Eleonora altrimenti.
Però la assecondai, le lasciai nelle sue convinzioni e la abbandonai.

Il come ve lo spiegherò con calma tra un po' di tempo.

༺ 𓆩♱𓆪 ༻

«Quindi, fatemi capire, quanti siamo ad andare a Roma?» chiese Paul, bianco in volto.

Viola contò uno ad uno i presenti indicandoli col dito. «Siamo undici»

«Tredici» precisò una voce. Mira apparve dietro Damiano con un sorriso vittorioso. Al suo fianco, fredda e apatica, c'era Eleonora con la sua veste bianca.

«Tredici? Ragazzi siamo più di una squadra di calcio!» si lamentò Paul.

«Fate quattordici» Federico Flores scese lungo la piccola collinetta e si sistemò di fianco a Luca e Daniel. «Se c'è anche solo la minima possibilità di potersi battere contro l'Ordine, io verrò»

«Ma l'Ordine non sa del fiore» dissi. Mi tremava la voce. Nemici, nemici ovunque, e la paura di veder realizzato il mio più grande incubo aumentava.

«Loro sanno sempre tutto» continuò Flores. «E io ho un conto in sospeso con uno stregone»

«Ragiona» lo interruppe Daniel. «Non puoi buttarti in una missione del genere senza sapere i rischi. Anche se vuoi salvare Lara, non è detto che tu riesca a sopravvivere abbastanza da riuscirci. I nemici che troveremo saranno ben peggiori di uno stregone»

«Credi che io non lo sappia?! Io-»

«Ora basta!» tuonò Viola.

Silenzio totale.

«Siamo in quattordici, bene, nessuno noterà mai un gruppo composto da quattordici persone» La sua ironia mi fece venire i brividi. «Ci divideremo in gruppi, come pensato all'inizio. Ne faremo solo tre e ognuno dovrà essere bilanciato in modo da poter cercare il fiore e al contempo gestire un combattimento contro Infernali, Mezzosangue e Ordine»

«Per il Mezzosangue abbiamo già trovato un rimedio» ricordai.

«Sì, per lui, ma per Lidia? O per Scorpione? O per...» diede un'occhiata a Gregor. «...la nuova arrivata?»

Non ci avevo pensato. Morgan poteva aiutarci contro Madrigale, ma contro gli altri non avevamo alcun piano. Il panico iniziò a crescermi dentro.
Sarebbe scoppiato se solo Megan non mi avesse tranquillizzata con un sorriso.
Edison invece mi diede direttamente una pacca rassicurante - un po' troppo forte - sulla schiena.

«Andrà tutto bene» sussurrarono quasi all'unisono.

«Lo spero...»

Viola batté le mani per richiamare l'attenzione. «I gruppi saranno questi: Daniel, Luca, Federico, Billy e Raymond, voi sarete il primo gruppo che partirà questo pomeriggio dal Piemonte e farà scalo in Toscana. La mattina presto prenderete un treno per Roma e inizierete a perlustrare il territorio»

Billy lanciò un'occhiata emozionata a Raymond, ottenendo come risposta un grugnito.
Il norvegese era felice di essere in squadra con lui, tranquilli, era solo il suo modo di fare.

«Secondo gruppo» continuò Viola. «Io, Paul, Edison, Megan e Gregor partiremo direttamente da lì. Alloggeremo tutto il tempo in un hotel a Roma e perlustreremo per primi la zona. D'altronde è compito di Paul trovare il fiore»

Edison e Megan si scambiarono il cinque.
Un momento, se Edison e Megan erano insieme e tutti gli altri prescelti erano in altri gruppi, questo voleva dire che...

«Terzo gruppo» disse infine Viola. «Giulia, Damiano, Mira e la sacerdotessa bianca»

Si scatenò il caos.

«Come sarebbe a dire?!» sbottò Mira. «Ti ordino di cambiare i gruppi, io non starò con una falsa prescelta»

Viola la fulminò con lo sguardo, mettendola immediatamente a tacere. «Potrai pure essere figlia di Ceithir Mikael, ma in questo momento sei al pari di tutti. Lo stesso vale per la sacerdotessa. Ah e spero per lei che non indossi quella tunica anche in missione. Non dobbiamo dare nell'occhio»

«Questa è un'ingiustizia!»

«No, è un modo per risolvere le vostre divergenze. Non so perché vi odiate ma è ora di smetterla. Restando divisi continuerete a farlo, restare in gruppo insieme mi sembra un buon modo per fare pace con voi stessi e con gli altri» Poi si voltò verso di me. «Cercate di capire, non vogliamo litigi durante una battaglia. L'unico modo per vincere è essere uniti»

«Potremmo partire per Roma domani mattina» propose Damiano, ignorando i comportamenti della sua ragazza. «La mia famiglia possiede un'abitazione nelle Marche. Da lì ci basterà fare un paio di ore in macchina e saremo a Roma. Resteremo lì per la notte, prepareremo il necessario per il giorno dopo e poi partiremo»

Viola annuì con approvazione. «Va bene, mi sembra una buona idea»

Billy saltellò sul posto, emozionato per l'imminente missione. «Perfetto! Ora andiamo!»

Paul alzò una mano in segno di stop. «Fermi qui, manca ancora una cosa» Prese lo zaino dietro di lui e tirò fuori tre telefoni. «Questi sono dei prepagati. Non perdeteli e non rompeteli. Serviranno a tenerci in contatto senza che nessuno riesca ad intercettare le nostre chiamate. Gli stregoni sono abili a deviare portali e messaggi, ma con la tecnologia non ci sanno per niente fare. Ringrazio il cielo che non siano all'avanguardia come i Normali»

Prese i telefoni e ne lanciò uno a Daniel e l'altro a me, l'ultimo lo tenne lui.

«Ora possiamo veramente and-»

«Tutto questo per un fiorellino che forse non esiste?» la voce roca e profonda di Harron attirò l'attenzione di tutti. «Ci tieni proprio a non essere punito, eh?»

Paul fece di tutto per mantenere il controllo. Doveva apparire maturo e sicuro di sé, non avrebbe dato alcuna soddisfazione a quell'uomo.

«Quando un tuo superiore ti parla, TU RISPONDI!»

Harron ora era davanti a lui, in tutta la sua altezza, e le gambe di Paul sembravano sul punto di cedere.

«Harron Strike, giusto?» intervenne Mira. «La tua voce mi infastidisce»

Il guardiano si girò di scatto e incontrò lo sguardo annoiato della ragazza. «Signorina Mikael, non pensavo che ci fosse anche lei»

«La missione è ben più importante di quel che ci volete far sembrare. Ho ritenuto opportuno prenderne parte»

«Sì, sono certo che il suo aiuto porterà certamente buoni esiti alla missione»

Megan si avvicinò al mio orecchio e sussurrò: «Lecchino»

Trattenni una risata. «Hai ragione» risposi. «Oh Mira, non fare la spia al tuo paparino»

Harron dovette avermi sentito perché mi guardò come un leone guardava la sua preda prima di azzannarla.
Forse non dovevo spingermi a tanto, ma non mi sarei mai rimangiata le mie parole. Mai.

«Buona missione, allora, signorina Mikael. Porti i miei saluti a suo padre»

«Ti ringrazio, lo farò»

Harron chinò lievemente il capo, poi squadrò Paul e infine tornò sui suoi passi, allontanandosi da noi.

Billy tornò a respirare. «Ragazzi, quel tipo è spaventoso»

«E un'idiota» precisò Mira. «Come tutti gli uomini fedeli a mio padre. Sembra che condividano un solo neurone. Sono snervanti»

Abbozzai un sorriso. Forse stare con Mira non sarebbe stato così male, a patto che lei continuasse a farsi beffe di Ceithir e il suo esercito di leccapiedi approfittatori.

Paul si portò due dita alle labbra e fischiò forte. «Ottimo! Che la missione abbia inizio. Abbiamo esattamente 32 ore, 45 minuti e 18 secondi, 17, 16, 15...» Viola gli diede un colpetto sulla spalla. «Buona fortuna e che gli arcangeli ci assistano»

༺ 𓆩♱𓆪 ༻

Vedete una mandibola per terra?
Se sì ridatemela, è la mia.

La villa di Damiano era di una grandezza e di una bellezza a dir poco vergognosa. Era mastodontica, la riuscivo a vedere dal finestrino della macchina quando eravamo ancora in viaggio per arrivarci. Situata sopra un colle, sembrava risplendere di luce propria.

Bianca, moderna... gigante... CON PISCINA! O PER TUTTI GLI ANGELI, LA PISCINA ERA STUPENDA!

Tutto quel lusso ed era solo una casa dove andavano ogni morte di papa. Che spreco.

Però era ben pulita e credo l'affittassero ad alcuni ragazzi o famiglie benestanti che volevano passare qualche giorno lì in estate o dare una festa.

"Nuovo piano: dopo aver trovato il fiore mi trasferirò qui assieme al mio gatto" pensai prendendo il mio borsone dal bagagliaio della macchina nonostante un signore mi stesse pregando di farmi aiutare.

"Nuovo piano ancora: prendere un gatto" Stavo bellamente ignorando quel signore.

«Non riesci mai a darti alcun tipo di contegno? È solo una casa» La voce della sacerdotessa era affilata quanto il coltello che teneva nella sua cintura.

«Be' io non conosco il lusso, quindi direi che il mio stupore è più che normale» risposi mantenendo la calma. Alla fine le rivolsi anche un caloroso sorriso.

Il volto furioso che ne ricavai fu il premio perfetto per la mia pazienza. Una vendetta passivo-aggressiva era proprio ciò che mi serviva per iniziare quella piccola "vacanza".

Appena Damiano aprì la porta della sua casa, mi ci fiondai dentro ad ammirarne ogni singolo centimetro con gli occhi che brillavano dalla curiosità e dall'emozione.

A Damiano non dispiaceva il mio entusiasmo, ormai si era abituato ai miei modi di fare, ma Mira ed Eleonora sembravano alquanto infastidite. Non volevano stare nella stessa stanza con me, o almeno così mi sembrava dato che si allontanavano sempre.

Il mio compagno prescelto, invece, mi assecondava, mostrandomi fieramente ogni stanza della casa.
Si vantava parecchio dei quadri e delle sculture moderne, specificandone il prezzo di milioni e milioni di euro.

Ma nulla catturò la mia attenzione più dell'enorme schermo piatto in soggiorno, circondato da un lungo divano di pelle nera, per il momento incelofanato per evitare che vi si accumulasse la polvere.

Damiano rimosse il celofan e ci si sedette sopra, rimbalzando un paio di volte.

«Sai, ti facevo una persona piuttosto noiosa»

Assottigliai gli occhi e strinsi le labbra. «E questo sarebbe un complimento?»

«No, è una constatazione. Pensavo tu fossi noiosa e imbranata. Invece sei piuttosto vivace... e imbranata»

«Be' è impossibile rimanere impassibili di fronte a tutto questo» Indicai tutti i punti della stanza con un movimento semicircolare delle braccia.

«Mira e la sacerdotessa non hanno detto nulla...» abbozzò un sorriso amaro.

Poi una lampadina si accese nel mio piccolo cervello. «Ci hai portate qui per fare colpo su Mira, non è vero? Che cosa dolce»

Damiano arrossì lievemente. «Be' non che abbia avuto molto effetto. Lei è abituata a queste cose, anzi, è abituata a qualcosa di migliore. Nella Città Aurea lei vive in un palazzo meraviglioso grande quasi quanto un quartiere intero. È difficile stupirla, ma speravo solo...» Scosse la testa. «Non importa, che stupidata»

«L'amore non è un sentimento superficiale, o almeno quello vero non lo è» spiegai. «Se Mira ti ama, forse non ha bisogno che tu provi a dimostrarglielo con cose sfarzose. Se vuoi farle un dono, regalale qualcosa che hai fatto tu dedicandoci tempo e passione e amore, non collane o braccialetti o diamanti comprati col patrimonio di famiglia. Mira vuole il tuo amore, non l'amore di un oggetto»

Damiano sembrò riflettere per qualche secondo, poi annuì silenziosamente e alzò lo sguardo. Era la prima volta che notavo i suoi occhi grigi. Non mi ero mai avvicinata molto a lui, lo consideravo off limits, un po' come Raymond.

Il mio problema col norvegese, però, era il timore che provavo ogni volta che si avvicinava. Sembrava che con i suoi occhi di ghiaccio potesse penetrarmi l'anima. Brrr...

«Spero che i tuoi siano dei buoni consigli»

«Certo che lo sono!»

Alzò un sopracciglio. «E cosa me lo conferma?»

«Be'... sono miei!»

Scoppiammo a ridere entrambi. Ma il momento felice durò poco perché entrò Mira.
Sentendosi minacciata, percorse a grandi falcate il soggiorno, afferrò Damiano per un braccio e lo trascinò via.
Tutto questo senza staccare gli occhi da me. In quei pochi secondi doveva avermi insultata in milioni di modi diversi. Era Mira Mikael, cosa potevo aspettarmi da lei?

E poi quale mente malata avrebbe mai pensato che io potessi stare con uno come Damiano?

Insomma, poteva essere uno dei ragazzi più ricchi del mondo, ma non sapeva cosa volesse dire amare veramente. C'era voluto il consiglio di una che non era mai stata fidanzata per fargli aprire gli occhi, perché mai avrei dovuto mettermi con un banano del genere? Non avrebbe avuto il minimo senso.

Inoltre io... avevo altre preferenze...

«Giulia» mi chiamò Damiano. Era riuscito a sfuggire da Mira. «Vieni, ti mostro la tua stanza»

Raccolsi immediatamente il borsone e saltellai da lui, emozionata all'idea di avere una camera tutta mi in quella casa stupenda.

Attraversai un lungo e largo corridoio pieno di quadri preziosi alle pareti.
Non l'ho mai capita l'arte moderna, quei tagli sulla tela dovevano significare qualcosa?

Ignorai quei dettagli e mi focalizzai sulla finestra ad arco alla fine del corridoio. Non ne avevo mai vista una e il suo fascino mi catturò sin da subito.
Alla base c'era una panca di legno dipinta di bianco dove sopra era appoggiato un materassino non troppo sottile. I vetri partivano dalla fine della panca fino ad arrivare al soffitto.

La sera, in quel punto, si potevano vedere le stelle in tutto il loro splendore.

Il terreno dov'era situata la casa di Damiano era di proprietà dei suoi genitori e non c'erano luci in cima se non quelle della piscina all'esterno o del cancello.
Poco inquinamento luminoso, insomma: l'ambiente perfetto per ammirare il cielo stellato.

Bloccai le mie fantasie e mi costrinsi a seguire Damiano fino ad una porta di legno scorrevole. Lui la aprì e mi mostrò la stanza più confortevole che avessi mai visto.

Il letto era così grande che sembrava uno matrimoniale, e a prima vista sembrava così soffice che ci sarei potuta sprofondare dentro.
L'arredamento non era per nulla assente: un armadio copriva per intero il muro perpendicolare al fianco del letto e poi, più avanti, i miei occhi si posarono affascinati su un televisore di dimensioni per niente modeste.
Sullo scaffale bianco sotto di esso intravidi un'xbox.

«Adottatemi» sussurrai.

«Cosa?»

«Cosa?»

«Ti stupisci con poco, tu. Dovremo passare tutta la giornata qui. Non ha senso struggerci sui piani e cose varie, divertiamoci! Godiamoci il pomeriggio e la sera prima della gitarella a Roma di domani» Sorrise. «Se riesco provo a preparare dei muffin. Un guardiano simpatico mi ha passato una ricetta niente male»

«Drake?»

«Sì! Lui, Drake. Un tipo simpatico» Si batté le mani sui fianchi. «Bene, io vado. Divertiti! Ci vediamo a cena... ah! E se vuoi farti una doccia ci sono asciugamani e accappatoi puliti nell'armadio della tua stanza. Sentiti libera di usarli»

Poi si avvicinò di più e mi bisbigliò all'orecchio: «Ah, e non dirlo a Mira ma ti ho riservato l'unica stanza col bagno annesso. Ho notato che sei una a cui piace stare da sola e pensavo che ti sarebbe potuto tornare comodo avere tutto vicino nel caso tu non volessi uscire troppo dalla stanza»

«Grazie, è un bel pensiero»

Mi diede una lieve pacca sulla spalla. «Di nulla. Ora vado veramente, divertiti!»

Lo salutai con la mano e chiusi la porta a chiave.
Un po' di solitudine era quel che mi ci voleva.

Finalmente sono riuscita a mostrarvi di più questo dongiovanni di un Damiano! Evviva!
Impressioni? Lo credete ancora un idiota?

Nessun prescelto è terribile come pensate.
Hanno tutti il cuore tenero, devono solo avere il modo di dimostrarlo ☺️

Ah! E la villa mastodontica... aspettate, ho trovato una foto di Pinterest bellissima.

CHE. MERAVIGLIA. 🤩

Ma c'è gente che ci abita davvero?
...
Adottatemi. PORTATEMI CON VOI! FATEMI VIVERE QUESTO SOGNO, VI PREGO 🤣

Okay, fine momento "desideri da poveracci che spendono tutto in libri". Ricchi dentro, poveri fuori... 🤣🤣🤣

GiulSma

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