8|Team Anti-Killer X

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«Riesci a crederci?» Mi buttai per terra, sopra il tappeto della camera di Kitsune, mentre lei analizzava l'ennesimo articolo su Killer X. «Ci ha praticamente forzati a diventare amici. Ma che razza di psicologa è?! Io volevo solo parlarle delle mie questioni personali»

Kit accennò un sorriso. «Io rimango ferma nell'idea che gli amici siano decisamente migliori degli strizzacervelli, almeno loro riescono a capirti perché ti conoscono meglio»

«È per caso una frecciatina perché non ti ho parlato dei miei problemi?»

La vidi fare spallucce senza staccare lo sguardo sul suo computer. Si era fissata col trovare degli indizi sul caso e ormai era diventata un'ossessione. La notte rimaneva sveglia fino alle tre di notte per ricevere in diretta informazioni sugli omicidi paranormali e la mattina faceva fatica a concentrarsi.

Era martedì 9 marzo 2021 e le notti in rosso ammontavano ormai a cinque, ma di Killer X ancora nessun indizio. La polizia statunitense sembrava non impegnarsi più del dovuto a trovare indizi e così ci stava pensando Kitsune.

Dubitavo che non avessero ancora trovato nulla, probabilmente avevano solo deciso di non condividere i risultati della ricerca per impedire a Killer X di capire che si stavano avvicinando a lui.

«Dovresti staccare un po' gli occhi da quel caso o il tuo cervello verrà risucchiato dal computer e diventerai uno zooooombieeee» dissi muovendo le braccia come un non-morto.

Kitsune non mi degnò nemmeno di uno sguardo e aprì Google Earth.
La osservai mentre digitava i luoghi degli omicidi e li contrassegnava in rosso. Ma proprio quando stava digitando l'ultimo luogo del primo omicidio, il computer si spense di colpo.

Mi scoccò un'occhiata impaurita. «Lo hai visto anche tu?»

«Sì, è stato... strano» risposi. Mi avvicinai al computer e toccai il retro. Ritrassi subito la mano, agitandola. «Kit, è bollente! Credo tu lo abbia usato troppo»

«Non è stata una coincidenza» affermò allontanandosi dalla sua scrivania. «Qualcosa o qualcuno non vuole che mi avvicini alla verità, ma è proprio questo che mi spinge ad andare avanti! Deve esserci giustizia per quelle vittime»

Sospirai. «Ci sarà giustizia ma non devi farla, non hai alcun motivo per-»

«Mio zio è morto, Giulia» Sbarrai gli occhi. «L'unico fratello di mio padre è stato ucciso da Killer X ed è stata la sua prima vittima. Dio, era andato lì solo per un viaggio di lavoro! Credi che io non abbia alcun motivo per cercare giustizia? Be' ti sbagli di grosso» Mi allontanò dal suo computer e cercò di riaccenderlo. «È morto. Che ironia, non trovi?»

«Kit, mi dispiace...»

Scosse la testa. «Non importa. Non potevi saperlo»

Lo schermo del computer era nero nonostante i ripetuti tentativi di rianimarlo. Gli ci voleva... una piccola scossa.
Catalizzai l'elettricità presente nell'aria sopra la punta del mio indice e lo premetti sul tasto di accensione. E luce fu. Avrei potuto lavorare alla Apple! "Giulia aggiustatutto" sarebbe stato il mio soprannome.

«Come hai fatto?» chiese Kit, incredula.

Le ammiccai. «Un mago non rivela mai i suoi trucchi» Ma non era in vena di scherzare. «È stata solo fortuna, immagino. Per ora lascia raffreddare il processore del tuo computer, lo hai usato troppo in questi giorni»

Finalmente decise di seguire il mio consiglio, anche se ogni tanto lanciava delle occhiate piene di curiosità al computer.

«E ora che si fa? È chiaro come il sole che non era una coincidenza e che c'è qualcosa sotto»

I Temibili 10Where stories live. Discover now