Il cielo grigio d'Inghilterra la accoglie come un abbraccio malinconico.
Un altro normale weekend di lavoro - pensa Elsa mentre scende dall'aereo.
Come se in cinque anni non avesse ancora imparato che non c'è nulla di 'normale' nel suo lavoro. Eppure ci spera davvero, per qualche ora mentre si prepara alla prima riunione vuole crederci davvero, che andrà tutto liscio, che sia facile fare il suo lavoro, che abbia trovato un equilibrio nella sua vita.
A Silverstone c'è anche Daniel, convocato dalla Redbull per un weekend che sarà fondamentale per il suo futuro. In tutto il paddock forse lo sanno appena una decina di persone, ma, a pochi chilometri dal circuito, il pilota australiano ha lavorato per settimane chiuso dentro il simulatore di Milton Keynes migliorandosi giro dopo giro e contribuendo in modo fondamentale per gli sviluppi della macchina... e il team ha scelto lui per i test Pirelli del lunedì dopo la gara.
Quando Daniel ne ha parlato con Elsa lei per un attimo ha pensato che avrebbe preferito non saperlo. Ma poi si era resa conto che non era possibile, e non era nemmeno la cosa giusta. Daniel aveva bisogno di lei e lei aveva bisogno di lui. Anche se forse l'unico modo per pensare di far funzionare la loro relazione sarebbe stato quello di tenere sempre separate le loro carriere e le loro vite lavorative, non sapere mai nulla del lavoro l'una dell'altro, non parlarne, non discuterne.
Che poi, lei e Daniel avevano veramente una relazione? Boh, non lo sapeva. Non se l'erano mai detto.
Meglio così - pensava - se noi non sappiamo se stiamo insieme, non lo possono sapere nemmeno gli altri.
Si erano incontrati qualche giorno prima della gara, in un locale un po' buio di Londra, poco dopo l'arrivo di Elsa, e lui le aveva raccontato tutto. Avevano parlato fino a tardi, Daniel le spiegava tutti gli scenari possibili ed Elsa gli dava consigli. "Il marketing è quasi più importante della guida, non è un segreto che tu gli stia portando molti soldi e che anche per questo ti rivogliono. Per una volta la simpatia paga. Continua a fare il loro gioco, scherza con Max, saluta i fan... insomma, sii te stesso. Ai test cerca di essere prudente, comincia piano e migliora il giro poco alla volta senza strafare, se non rompi la macchina e fai un buon giro il posto è tuo. Soprattutto se non rompi la macchina". Dove 'non rompere la macchina' è il suo modo per digli 'non farti male'.
Elsa quasi si stupisce da sola di quanto riesca ad essere fredda e vagamente cinica nel dare consigli a Daniel come se fosse uno di quei manager insensibili che regolano le sorti della F1 contendendosi i sedili. Elsa vuole bene a tutti i suoi piloti, e per loro sono molto più che 'i suoi pazienti', ha imparato a conoscerli bene, sa perfettamente cosa pensano e cosa provano, sa quanto la Formula Uno sia tutto per loro, sa quanto sono felici di correre e sa quanto fa male perdere il posto. Ma sa anche quanto il loro mondo sia governato dai soldi e da dinamiche di potere che hanno ben poco a che fare con i sentimenti, e sa che per farsi strada in questo mondo bisogna usare più l'intelligenza che il cuore.
La mattina dopo, come se non avessero passato la notte insieme in una camera d'albergo poco fuori Londra, Elsa e Daniel arrivano separatamente al circuito e si mettono al lavoro: lei al centro medico a fare visite, lui davanti alle telecamere a fare il cretino con Max.
Di solito tutti i piloti vengono portati dagli addetti stampa dei loro team davanti al suo ambulatorio cinque minuti prima del loro appuntamento. Durante un weekend di Formula Uno la scansione oraria è sacra, e gli organizzatori che si fanno in quattro perché ogni appuntamento venga rispettato al minuto sono come i sacerdoti di questa strana religione che venera il cronometro.
Per questo, anche Elsa è tenuta a rispettare perfettamente gli orari dei suoi appuntamenti, senza mai poter sforare nemmeno di un minuto.
Ogni appuntamento con lei deve durare al massimo 29 minuti e 45 secondi, contando i 15 secondi che servono per aprire e chiudere la porta, e ogni volta, appena accompagna il pilota che ha appena finito fuori dalla stanza trova in corridoio già pronto il suo prossimo paziente.
In perfetto orario finisce la visita di controllo di George, quasi si affretta nel firmare l'autorizzazione perché il suo orologio segna già le 10.30 quindi è in ritardo di quasi un minuto, poi lo saluta e apre la porta dell'ambulatorio, ma fuori in corridoio non trova nessuno.
Torna indietro e riguarda lo schermo del suo iPad, appoggiato sulla scrivania, per cercare il nome di chi avrebbe l'appuntamento a quell'ora:
Time: 10.30 Driver number: 21 Racing team: Alpha Tauri Driver: De Vris Nyck
Molto strano - pensa Elsa che sospira e si siede su una delle sedie lungo il corridoio che di solito i piloti usano al posto della sala d'attesa, potrebbe andare in giro a cercarlo ma si sente molto stanca, forse dovrebbe dormire di più la notte, si limita ad aspettare lì seduta guardandosi intorno e a chiedere di lui ad ogni persona che passa.
Dopo 15 minuti, finalmente, vede entrare dalla porta tutta trafelata Francesca, l'addetta stampa dell'Alpha Tauri, con Nyck che cammina molto più lentamente di lei qualche passo indietro.
"Ci scusi dottoressa! Siamo in ritardo, mi dispiace! Si può fare lo stesso la visita adesso senza perdere tempo vero? Nyck ha il prossimo appuntamento alle 11.20 e Yuki dovrebbe fare la visita subito dopo di lui alle 11.00 ma se vuole per guadagnare tempo posso scambiarli all'appuntamento della Fan Zone, così facciamo Yuki alle 11.20 e poi viene qui a fare la visita e poi porto di là Nyck oppure facciamo il contrario..."
"Tranquilla Francesca, adesso recuperiamo i ritardi, non ti preoccupare" le risponde Elsa quasi divertita dal tipico modo di fare da addetta stampa che sembra la copia esatta del Bianconiglio di Alice Nel Paese delle Meraviglie.
"Ehi Nyck! Dov'eri finito?" chiede Elsa mentre gli apre la porta.
"Eh, si lo so... una riunione." risponde molto sbrigativo, un po' scocciato, con poca voglia di parlare, mentre l'addetta stampa lo spinge dentro l'ambulatorio quasi a forza, con tanta fretta che potrebbe spogliarlo lei e metterlo di peso sopra il lettino pur di guadagnare quei preziosissimi minuti sul ritardo che ha accumulato.
"Ok, non ti preoccupare, facciamo in fretta e finiamo in tempo" dice Elsa mentre la ragazza esce e li lascia soli.
"Tutto bene? Che succede?"
"Niente."
"Mhm... ma stai bene o c'è qualcosa che non va e che dovrei sapere?"
"Sono solo stanco. Se facciamo in fretta è meglio"
"Va bene, come vuoi... se vuoi puoi anche stenderti sul lettino, così ti riposi intanto che preparo il kit per l'antidoping, facciamo prima quello e poi ti visito in cinque minuti, ok?"
Nyck risponde con un "mhm" appena accennato, poi si gira disteso sul fianco, verso la parete e comincia a piangere in silenzio cercando di non farsi sentire. Elsa è girata di spalle, concentrata sulle siringhe e le provette da preparare sul carrello con le etichette da compilare, ma appena si gira e fa un passo verso di lui se ne accorge subito.
Ci mette solo pochi secondi, le basta guardarlo e capisce subito perché sta piangendo. La riunione da cui è appena uscito con almeno mezz'ora di ritardo dev'essere stata con i vertici della scuderia e dell'accademia Redbull, e se ora sta piangendo può solo voler dire che il suo sedile in Formula Uno presto non sarà più suo.
Non sa cosa dirgli, vorrebbe dirgli quanto gli dispiace, eppure si sente un'ipocrita: quel posto è l'ultima chance per Daniel. Le sue lacrime significano che il suo Daniel tornerà in Formula Uno.
Ma dentro di lei sente il suo cuore stringersi come se avesse un peso dentro, come se sentisse il dolore di Nyck su di lei con un'empatia che non lascia nessuno spazio al cinismo e ai calcoli di vantaggio. Elsa sa quanto Daniel è stato male quando ha perso il posto, e sa perfettamente quanto Nyck stia male adesso, mentre continua a piangere nascondendo la faccia tra il lettino e la parete, cercando di soffocare i singhiozzi per non farsi sentire.
Elsa rimette tutto il kit sul carrello e torna da lui. Senza dire niente gli appoggia una mano sulla spalla e gli fa una carezza mentre lui continua a piangere senza alzare la testa, gli circonda il petto con un braccio e lo stringe a sé per abbracciarlo.
Rimangono così in silenzio per un po', lui non ha niente da dire, lei non sa cosa dire, poi ci prova.
"Ehi. Passerà tutto, andrà tutto bene."
"Mi hanno licenziato" mormora lui singhiozzando, mentre trova il coraggio di girarsi verso di lei. La sua voce rotta e quelle tre parole in mezzo alle lacrime arrivano dritte al cuore di Elsa come una spada.
"Mi dispiace un sacco, Nyck. Vorrei fare qualcosa per te o riuscire a dirti le parole giuste, ma so che adesso fa male e basta. So quanto sarà difficile guidare nei prossimi giorni e so che sarà ancora più difficile dopo. Ma ricordati sempre che non è stata colpa tua, che tu hai fatto del tuo meglio e questo è l'importante. Ricordati che tu vali, tanto, come pilota e come persona e non lasciare mai che nessuno dica il contrario. Ricordati che tutto quello che hai fatto finora non perde valore solo perché ora è andata male. Ricordati che fuori è pieno di opportunità e che la fortuna prima o poi gira, soprattutto per le brave persone che se lo meritano, come te. Ricordati che il mondo è pieno di persone che ti vogliono bene e che ci saranno sempre per te, soprattutto quando avrai bisogno di aiuto. Io ci sono sempre per te, ok? Comunque vada, sarò sempre a una telefonata da te."
Lui continua a piangere davanti a lei, mentre lei gli accarezza le guance e pensa che sfogarsi un po' gli farà bene.
Poi riguarda l'orologio.
11.03, e non ha ancora iniziato a visitarlo, più di mezz'ora di ritardo.
Se facesse come era abituata a fare nelle salette d'urgenza del pronto soccorso di Chicago, potrebbe fare una visita completa a un paziente in sei o sette minuti, non sa nemmeno lei perché continui a distanziare i suoi appuntamenti di mezz'ora l'uno dall'altro quando ne basterebbero meno di dieci.
È che forse, per una volta, nel mondo in cui la velocità è tutto, forse il miglior aiuto che può dare ai suoi piloti è offrirgli la possibilità di rallentare.
Potrebbe girare Nyck di peso per farlo stendere correttamente sul lettino, prendere lo stetoscopio, ascoltargli cuore e polmoni, poi prendergli il braccio fargli il prelievo del sangue e in due minuti avrebbe finito. Invece prende una provetta di vetro dal carrello, la solleva e la lascia cadere per terra, guardandola mentre si rompe in mille pezzi.
Poi prende il telefono e chiama la segretaria del centro medico: "Ciao Michaela, scusa, mi è scivolata una provetta e ho fatto un disastro, puoi chiedere a Mark di visitare lui i due piloti che mancano per stamattina? Sisi, qui mi arrangio, sistemo tutto io ma ci vorrà un po' di tempo. Di' alla PR di De Vries che deve annullargli le interviste per stamattina. Grazie ancora e scusa del problema".
Nyck dal lettino, con gli occhi ormai asciutti dopo essersi calmato, la guarda esterrefatto.
"Perché l'hai fatto?"
"Per guadagnare un po' di tempo." Risponde Elsa alzando le spalle, che in realtà voleva dire per far finta che questa mezz'ora l'abbiamo passata a lavorare.
Poi pazientemente si mette a ripulire il pavimento, butta via il kit danneggiato e ne prende un altro.
"Ora dobbiamo farlo per davvero però" gli dice, voltandosi verso di lui con il disinfettante e il laccio emostatico.
"Va bene, grazie." - risponde lui con un'espressione di gratitudine che va molto oltre le sue parole - "Sarà l'ultima volta?"
"No, Nyck, non sarà l'ultima volta. Tu puoi tornare da me quando vuoi. E poi lo sai che questi controlli si fanno in tutte le categorie, qui o da un'altra parte ci rincontreremo presto, vedrai."
"Non so se riuscirò più a trovare un posto dopo essere stato cacciato così dalla Formula Uno."
"Io sono certa che troverai un altro posto, in Formula Uno o altrove, molto prima di quanto tu immagini. Magari in Endurance, chissà... se dovessi cambiare categoria io forse andrei lì, sono più tutti simpatici e più felici." Risponde Elsa sorridendo mentre gli infila l'ago nel braccio prendendo la vena al primo tentativo.
"E sono anche bravi come te a fare i prelievi?"
"Ehh quello me lo racconterai tu" risponde Elsa facendogli l'occhiolino.
Appena finiscono Elsa lo accompagna fuori, per scusarsi personalmente con l'addetta stampa e prendersi la colpa del ritardo.
Da lontano mentre cammina tra i box vede Daniel da lontano e accenna un sorriso con un sospiro. Non sarà certo lei a dirgli che sa che il posto è già suo, e almeno per oggi non riuscirà a non vedere le lacrime di Nyck dietro la felicità di Daniel.
E poi infondo ha ancora paura. Finché il garage dell'Alpha Tauri non avrà il suo nome sopra, non è sicuro che quel sedile andrà a Daniel. Forse tutto dipenderà dai test Pirelli di Lunedì ... a questo stava pensando mentre Mark la interrompe, comparendo all'improvviso tra la gente nel Paddock.
"Ah eccoti! Finalmente ti ho trovato! Grazie per i due piloti in più che ho dovuto visitare stamattina al tuo posto eh... volevo proprio perdere un'ora di pausa pranzo..."
"Ah ciao, Mark, scusami... è stata colpa mia, la provetta mi è caduta... non mi era mai successo non so come farmi perdonare..."
"Ecco appunto, risolviamo subito: lunedì io ho trovato un biglietto per Wimbledon, ti inviterei a venire con me ma so che il tennis ti annoia più dell'uncinetto quindi... mi sostituiresti ai test? Grazie mille sei un tesoro"
Ovviamente Mark non ha dato il tempo ad Elsa né di rispondere di sì né di inventarsi una scusa per dire di no...
Fantastico - pensa - dovrò stare tutto il giorno in ansia a guardare i monitor dei tempi di nascosto, fingendo che non me ne importi niente, pregando che Daniel non faccia incidenti mentre cerca di fare il giro da cui dipende la sua carriera. Forse con medico sono brava, ma come attrice sarò un disastro.