(Un)expected

بواسطة anna_storiess

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SPIN OFF DI (IM)POSSIBLE Ally. Chioma corvina. Postura sicura. Sguardo glaciale. Reputazione di ragazza faci... المزيد

Book Trailer 🎬
Dedica✨🖤
Prologo
Chapter two
Chapter three
Chapter four
Chapter five
Chapter six
Chapter seven
Chapter eight
Chapter nine
Chapter ten
Chapter eleven
Chapter twelve
Chapter thirteen
Chapter fourteen
Chapter fifteen
Chapter sixteen
Chapter seventeen
Chapter eighteen
Chapter nineteen
Chapter twenty
Chapter twenty-one
Chapter twenty-two
Chapter twenty-three
Chapter twenty-four
Chapter twenty-five
Chapter twenty-six

Chapter one

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بواسطة anna_storiess

«Al mio tre.» la voce entusiasta ed energica di Charlotte mi porta a roteare gli occhi al cielo.

Sbuffo infastidita.

«No.» le rivolgo una smorfia seccata, mentre lei mi tira un buffetto sul braccio.

Mi autoimpongo di non scaraventarla dall'altra parte del bagno, e inspiro profondamente, per evitare di urlarle contro.

Potremmo anche convivere nella stessa stanza del campus da ormai quattro mesi, ma non riuscirò mai a sopportare il costante entusiasmo ed energia della mocciosetta. Il suo ottimismo, nonostante sia felice che sia tornato dopo tutto ciò che ha affrontato, a volte riesce a infastidirmi talmente tanto da farmi uscire dalla camera e stare fuori per ore e ore.

«Dai, non fare la noiosa!» agita le mani in aria, inarcando le sopracciglia quasi fino all'attaccatura dei capelli.

Roteo gli occhi al cielo, ignorando il fastidio di questo momento, e la lascio proseguire.

«Uno... Due...»

Posiamo entrambe le mani sui lembi delle asciugamani avvolte intorno alle nostre teste.

«Tre!»

Con un gesto abbastanza veloce, lasciamo che i tessuti, ormai bagnati, cadano sul pavimento e che le nostre rispettive chiome ricadano lungo le spalle, creando le une con le altre un incrocio di colori diverso dal solito.

Sposto istintivamente lo sguardo sullo specchio dinanzi a me, e schiudo le labbra.

I capelli, dapprima illuminati dal biondo, si allungano sulla schiena in ciocche more. Il colore nero si abbina completamente alle sopracciglia, anche esse più scure, contrastando invece con i miei occhi azzurri.

Sfioro le punte con i polpastrelli, lasciando andare distrattamente che un lieve sospiro mi increspi le labbra.

Mi tingo e schiarisco i capelli da quando ho quindici anni. Diversi colori sono infatti passati su questa chioma disordinata: a partire dal castano, dal rosa, fino a finire al biondo. Ho da sempre sfogato sui miei capelli ciò che mi tormentava, cercando di rispecchiare il mio stato d'animo o ciò a cui ambivo.

Quando feci il biondo era per simboleggiare un nuovo inizio: avrebbe dovuto delineare un periodo più allegro, luminoso, con una consistente e ben visibile luce in fondo a quello che è il tunnel della mia vita.

Tuttavia, nonostante abbia sperato per diversi mesi che qualcosa potesse cambiare e questo colore potesse servire a riaccendere la speranza, ho ormai capito che questa si era spenta del tutto. La consapevolezza che niente più nella mia vita sarebbe andato per il verso giusto avrebbe dovuto certamente farmi male, ma la verità è che negli anni ho subito e affogato dentro di me talmente tanto dolore che ormai ogni delusione sembra soltanto una piccolissima goccia nel mio oceano della malinconia.

«Mi mancavano i miei capelli biondi...» la voce di Charlotte mi ridesta dai miei pensieri, e calamita il mio sguardo sul suo riflesso.

Le ciocche chiare, esattamente come quelle di un tempo, le accarezzano la base della schiena. La luce che le conferiscono al viso ricorda un girasole baciato dai raggi solari, mentre gli occhi azzurri risplendono come due diamanti da sotto le folte ciglia nere.

Ho sempre pensato che fosse molto bella, ma ovviamente, esattamente come tutte le altre volte, chiudo le labbra, impedendomi di farle complimenti.

Le smancerie sono qualcosa di più insopportabile dell'insalata fra i denti...

Charlotte, però, non deve essere dello stesso pensiero, poiché con gli occhi sgranati mi osserva con ammirazione.

«Ally, ma-ma stai benissimo!» osserva con minuziosa attenzione il modo in cui le ciocche scure si appoggiano sulla schiena, con le curtain bangs bagnate che mi accarezzano la mascella. Ammira le mie pupille azzurro, di un colore molto simile a quello di un cielo d'estate, e scuote la testa. «Questo è il tuo colore naturale? Perché non l'hai fatto prima?» domanda con un ampio sorriso.

Mi limito ad annuire e, senza darle alcuna spiegazione, mi volto verso la porta del bagno e pronuncio:

«Ho bisogno di cambiare ogni tanto. Vado a fumare in giardino.»

Lascerò che i capelli si asciughino lì, date le temperature non troppo basse. Uno degli aspetti positivi della Florida e, in particolare, di Miami, è che gli inverni non sono mai troppo rigidi. E io non posso che esserne entusiasta, data la mia adorazione, o peggio, la mia ossessione nei confronti del caldo e in particolar modo del mare.

Ricordo che quando ero bambina, tutte le volte che avvertivo l'ansia opprimermi e l'angoscia farmi da seconda pelle, scendevo in spiaggia. Mi sedevo sulla sabbia bianca, la facevo scorrere da una mano all'altra, e con uno sguardo malinconico osservavo il mare.

Ero affascinata dal fragore delle onde che si scontravano contro la battigia, dai gabbiani che si posavano sulla superficie, creando delle lievi increspature, o dal modo in cui il sole rifletteva sull'acqua le sfumature dei suoi colori. Il tramonto era il mio momento preferito della giornata: vedere il cielo colorarsi d'arancio e di giallo, e il sole assumere la forma di una mezza luna rossastra mi trasmetteva serenità. Riusciva a tranquillizzarmi e a scacciare via le paure che incombevano su di me.

«Παράδεισος...» lo definivo.

Mi aveva insegnato mia madre, di origine greca, questa parola. Significa "Paradiso". Ricordo che me la sussurrava prima di andare a dormire. L'attribuiva a me perché sosteneva che ero la cosa più bella che avesse mai visto, ciò che le dava la forza di andare avanti, di coltivare quella speme a cui anelava da una vita intera.

«Lo dirai alla cosa o alla persona che sarà capace di farti bruciare di un sentimento tanto forte da renderti la più felice di tutte...»
mi sussurrava prima di concedermi il suo abitudinario bacio sulla fronte e augurarmi la buonanotte.

Ed ecco che io l'avevo concesso al mare, il mio unico e inseparabile Παράδεισος...

Senza neanche rendermene conto, arrivo sin al giardino del dormitorio.

Il sole riflette i suoi raggi sull'acqua della fontana, lucente dal suo calore, illuminando l'erba verde e avvolgendo gli alberi e i vari studenti che siedono su di essa.

Cerco perciò una panchina all'ombra e, appena ne trovo una, sfilo il pacchetto di Camel dalla tasca dei jeans neri, per poi accendermene una. Il gusto abbastanza forte mi invade da subito la bocca, lasciando che il fumo mi arrivi ai polmoni.

«Lei assomiglia molto a una mia amica, sa?» una voce baritonale, profonda e a me molto familiare mi giunge da dietro le spalle.

Non è necessario neanche che mi volti, poiché il profumo fresco della menta unita al geranio, alla vaniglia e a una punta di muschio di Quercia riesce a farmi intuire da subito di chi si tratta.

Matt-il migliore amico della mia compagna di stanza, Charlotte-, e il suo inconfondibile profumo Versace Eros si avvicinano, fermandosi a pochi centimetri dal mio orecchio.

Il biondino si piega infatti verso di me e poggia entrambi gli avambracci sullo schienale della panchina. Gli lancio una fugace occhiata, che si posa con un riflesso istantaneo sui bicipiti contratti. Sono avvolti da una t-shirt blu, che mette in risalto l'indaco dei suoi occhi. Questi si posano su di me, cogliendomi in flagrante a fissarlo ammaliata.

Sposto quindi repentinamente lo sguardo, riuscendo però a notare il ghigno compiaciuto che gli si stampa in volto. Subito dopo aggrotto le sopracciglia, poiché fra di noi non scorre neanche un briciolo di amicizia. Abbiamo infatti iniziato ad andare a letto insieme qualche mese fa e la nostra relazione è di mero sesso. Niente di più. Niente di meno. A stento ci parliamo e, quando accade è unicamente per provocarci.

«Non sono tua amica.» chiarisco.

Ispiro una piccola quantità di nicotina, per poi rigettare una nuvola di fumo subito dopo.

Sospira divertito e scrolla le spalle, raggirando la panchina per sedersi proprio accanto a me. La scia di profumo che lascia mi inebria le narici per una frazione di secondo, perciò mi costringo a concentrarmi- senza troppe difficoltà- sul filtro fra le mie dita.

Assottiglio gli occhi, a causa del fumo, e calo in un silenzio rilassante, disturbato soltanto dal suo respiro che mi solletica la spalla, dalla voce di alcuni studenti e dal cinguettio degli uccelli che volano fra le foglie degli alberi, facendone cadere qualcuna.

Lo sguardo di Matt, inoltre, come se non bastasse, mi scruta con attenzione ogni centimetro del volto. Percorre i lembi delle guance, del collo, dell'ombellico scoperto dal top nero, per poi finire sulle gambe fasciate dai jeans.

Le guardo anche io, e improvvisamente il ricordo di lui che le stringe nei suoi grandi palmi mi inonda la mente.

Sbatto le palpebre più volte, cercando di scacciare via l'immagine di noi due che facciamo sesso. Non che sia capitato solo una volta, certo, ma non ho dato così tanta importanza da conversare con lui in ambienti che non siano il letto o qualsiasi altro luogo possibile per fare sesso.

«Stai molto bene.» commenta semplicemente, con la voce lievemente rauca, riferendosi ai capelli.

Lo ignoro, senza neanche ringraziarlo, e continuo a fumare in tranquillità la mia sigaretta.

Lui capisce che non mi mostrerò grata, perciò sospira divertito e scuote il capo, puntando lo sguardo altrove.

«Crisi dei vent'anni?» mi stuzzica allora, riferendosi al cambio di look.

Roteo gli occhi al cielo.

«Se avessi un minimo di cervello sapresti che non esiste.» scrollo le spalle, inarcando le sopracciglia.

«Oh no, bambolina. Il mio cervello non sarà grande quanto il mio amichetto laggiù, ma ti posso assicurare che c'è.» sorride beffardo, parlando in modo esplicito del suo membro.

Forse spera di ottenere in me qualche frase di adulazione o qualche sguardo consapevole, eppure dovrebbe sapere che per me accrescere l'ego dei ragazzi è più doloroso di una pugnalata in pieno petto.

Perciò ghigno semplicemente in modo derisorio e incastro le mie iridi nelle sue.

«Facciamo a gara a chi ce l'ha più grosso?» domando con entrambe le sopracciglia sollevate.

Lui aggrotta impercettibilmente le sue e getta uno sguardo alla mia intimità.

«Vuoi dirmi che hai un-» finge di esserne incuriosito, eppure io decido di prenderlo comunque in giro:

«Parlavo del cervello.»

Sospiriamo entrambi divertiti, interrompendo il contatto visivo. E mentre io faccio un ulteriore tiro alla sigaretta, lui mi lancia un'occhiata intrigata e afferra anche lui il suo pacchetto di Marlboro.

Porta il filtro alle labbra e lo accende, per poi inspirarne a fondo la nicotina.

Senza sapere neanche perché, osservo il modo in cui le dita lunghe e affusolate, ornate da diversi anelli in argento, accompagnati da alcuni braccialetti in cuoio neri, mantengono il filtro. Le sue labbra indugiano su di esso per vari secondi, per poi lasciare andare una nube di fumo che lo costringe a socchiudere le palpebre.

Consapevole del mio sguardo, divarica le gambe, alzando lievemente il bacino, e pone una mano sul suo sesso ben visibile da sotto i jeans.

Inclino il capo.

Audace...

Sorrido lievemente, compiaciuta nel ricordare le volte in cui ho cavalcato sul suo bacino e ho stretto tra le mani la dura erezione.

Matt non mente.

Le sue dimensioni sono notevoli, fra le più grandi che abbia mai visto. Ogni volta che eravamo nudi, l'uno di fronte all'altra, il membro eretto mi arrivata fin sotto i seni. Sicuramente influiscono i suoi venti centimetri in più di me, ma non potrei mai negare- per quanto sarebbe allettante- le sue dimensioni.

Sospiro a questi pensieri e volto il capo altrove.

«Ci vieni alla festa di West stasera?» domanda a un certo punto, cogliendomi di sorpresa.

Eppure non glielo faccio notare, poiché mantengo lo sguardo imperscrutabile.

Scrollo le spalle.

«Vedremo.»

Che, in realtà, significa un "sì, ovviamente". Matt dovrebbe sapere che sono presente a praticamente tutte le feste organizzate in case o locali.

Perché in realtà non si tratta soltanto di un mezzo di divertimento o di svago, bensì lo considero un modo per... non pensare.

Il momento che odio di più della giornata è infatti la sera, quando mi ritrovo nel mio letto, da sola, con la testa tormentata dai pensieri. Quei bastardi si affollano nella mia mente e mi rendono impossibile addormentarmi. Mentre invece da ubriaca o dopo una notte di fuoco, è più facile liberarsi da qualsiasi paranoia.

«"Vedremo"...» ripete Matt tra se e se con un mezzo sorrisino in volto, che non riesco a decifrare.

Aggrotto infatti le sopracciglia.

«Perché? Ti interessa?»

Volto il capo verso di lui, incastrando i miei occhi ai suoi. Le sue pupille indaco mi scrutano a fondo, concedendomi uno sguardo indeciso. Probabilmente non sa se rispondere o meno, ma alla fine, dopo aver lanciato un'occhiata alle mie labbra, scrolla le spalle e risponde:

«Nah.»

Assottiglio gli occhi, intrigata dalla sua risposta e dal modo in cui inspira subito dopo ulteriore fumo facendo alzare e abbassare il prorompente pomo d'Adamo.

«Bene.» concludo con un sospiro, sfregando le mani sulle cosce.

E subito dopo, senza un reale motivo per andarmene, continuo: «Ci vediamo, Taylor.»

Mi alzo dalla panchina e getto il mozzicone nella spazzatura qui vicino. Tuttavia, poco prima che me ne vada, sento la voce di Matt che mi stuzzica:

«Fatti bella per me, stasera.» alza il mento in modo provocatorio e mi fa un occhiolino.

Io, invece, lo guardo con un sopracciglio inarcato, divertita da ciò che ha appena detto. «Non cerco di compiacere neppure me stessa, figuriamoci gli altri. Però se vuoi, puoi crederlo. In fondo chi sono io per mandare in frantumi i tuoi desideri?» gli rivolgo il suo stesso occhiolino e, con un sorrisetto sghembo, mi volto e me ne vado.

Il suo sguardo mi perfora la schiena, bruciandomi addosso come lava bollente. Eppure non mi volto, né mostro segni di un qualche cedimento.

Semplicemente ancheggio appositamente in modo sensuale, evidenziando i glutei fasciati dai jeans stretti in vita, e lasciandolo lì, da solo, su quella panchina.

***

Circa due ore dopo mi ritrovo a uscire dal campus con i ragazzi, diretta alla festa organizzata da West. È in occasione del suo compleanno: compierà ventuno anni e, ovviamente, per lui non vi era modo migliore di festeggiare se non con una delle migliori feste del college. Lui e Lily Brown sono i migliori organizzatori in tutto il campus. Le loro feste sono sempre pregne di gente, alcool, intrattenimenti vari e alcuni giochi, compresi quelli sessuali. In particolare questi ultimi sono organizzati soltanto da West, che quasi ogni mese si diletta a far eccitare la gente soltanto nell'osservare i partecipanti.

Mentirei se dicessi di non aver mai partecipato. In realtà sono una delle persone fisse che vi giocano, e ogni volta è un vero diletto partecipare con gli "amichetti" dei ragazzi e farli ergere ad aste dure e grosse con una semplice carezza.

Sorrido, mentre scendo dalla macchina insieme a Sam, Travis e Finn.

West è già in casa, mentre la mocciosa ha detto che ci avrebbe raggiunti direttamente lì con Jason e Sally.

Sposto una ciocca di capelli che si era posata sulle labbra coperte da uno strato di rossetto matte abbastanza scuro, e punto gli occhi sull'enorme villa che si eleva con tutta la sua bellezza e la sua eleganza.

L'ampio giardino si estende fino al retro della casa, decorato da diversi divanetti da esterno, accompagnati dai rispettivi tavolini. L'amaca nera che dondola da una parte all'altra è legata a due alberi, verdi e rigogliosi. Dal lato opposto invece è presente una piscina rettangolare, accompagnata da una vasca circolare idromassaggio. Diversi ragazzi vi fanno il bagno, schizzandosi l'un l'altro, mentre altri si penetrano sott'acqua, consci di essere perfettamente visibili.

Fortunatamente la circolazione dell'acqua è attiva, o sarebbe davvero disgustoso bagnarsi dei loro liquidi...

«Andiamo, West ci aspetta.» la voce dura e perentoria di Travis, il quale presenta sempre il suo solito broncio in volto, mi induce ad annuire.

Avanzo quindi di un passo, camminando sui tacchi dodici rossi, e mi avvio verso l'ingresso.

Non appena entro, una folla di gente, insieme al loro odore nauseante di droga, alcool e sudore, mi investe le narici.

Assumo un'espressione disgustata, ma faccio finta di niente, ormai abituata a quest'atmosfera durante le feste.

Poso quindi il blaser nero nella stanza adibita a guardaroba, e osservo per qualche secondo la mia figura allo specchio posto all'ingresso. I seni rotondi e sodi sono messi in risalto dallo scollo a V, che arriva sino alla fine dello sterno. I tacchi rossi richiamano il colore del vestito, lanciando le due gambe lasciate scoperte dal vestito corto. Mi arriva poco sotto il sedere, evidenziandone la rotondità.

«Sei bellissima, ora andiamo.» Samantha mi sorride da dietro la spalla, cercando forse di compiacermi gentilmente. Tuttavia, non la ringrazio.

Emetto semplicemente un sospiro e, dopo aver lanciato anche uno sguardo a lei- il cui vestito verde smeraldo le fascia alla perfezione ogni singola curva, mi avvio verso il salotto.

Come al solito, sul grande tavolo di cristallo sono posizionati una serie di bicchieri, ciotole di patatine e alcune bottiglie vuote. Persino un paio di mutandine in pizzo è posato, in procinto di cadere, su di esso.

Sospiro divertita e mi volto verso Sam.

«Vado a prendere qualcosa da bere.»

Cammino con la schiena dritta fino in cucina, intenta a versarmi del gin. Tuttavia, non appena supero la soglia della porta, ecco che due figure a me molto familiari che si baciano e si strusciano l'una sull'altra mi si parano davanti.

Aggrotto le sopracciglia e inclino il capo.

Si tratta di Charlotte e Jason.

La sua chioma bionda oscilla da un lato all'altro, intenta a sbranare le labbra del suo ragazzo, il quale senza poi tanto pudore le palpa un seno. Respira sulla sua bocca in modo ansante, tenendola stretta a lui da un fianco.

Non mi metto a disagio, semplicemente li supero e pronuncio: «Così la metterai incinta senza neanche scoparla.»

La mia rudezza colpisce la mocciosetta, che si stacca con un gesto repentino da lui. Le sue guance si colorano immediatamente di un color porpora, imbarazzata che qualcuno li abbia appena visti. Al contrario del suo fidanzato, ovviamente, che posa due mani sui fianchi di Charlotte, sbuffando per essere stato interrotto.

«Ciao, Ally. Stavo per chiamarti, ma poi...» indica Jason, sottintendendo il fatto che il loro bacio glielo abbia impedito.

Annuisco disinteressata, non capendo neanche perché me lo abbia spiegato, e continuo a versarmi tranquillamente un bicchiere di Gin.

«Perché non partecipate ai giochi allora? So che per Charlotte è la sua prima volta qui, ma se non erro è sempre quella più eccitante.» scrollo le spalle, sorseggiando l'alcolico con nonchalance.

La biondina aggrotta le sopracciglia, gettando uno sguardo curioso a Jason.

«Di che parla?» affonda le sue iridi in quelle del ragazzo, mentre lui scuote il capo.

«Niente, solo degli stupidi giochetti sessuali. West li fa a ogni festa che organizza.» fa spallucce, minimizzandoli.

E io posso chiaramente notare il suo fastidio, perciò, da bastarda quale sono, avanzo con sicurezza.

«Sono molto divertenti, ma ti spoglieresti di tutta la dignità.» bevo un altro sorso. «Io partecipo.»

La biondina mi guarda con curiosità e le sopracciglia lievemente aggrottate. Sembra persino rifletterci su qualche istante, indecisa se partecipare o meno. Tuttavia, nel momento in cui realizza che non sono giochi del tutto adatti a lei, scuote il capo e lascia perdere.

«No, non penso sia una buona idea. Ma cosa si fa?» si scosta lievemente dal petto di Jason, intenzionata a guardarmi meglio.

La guardo con un sorrisetto compiaciuto, divertita dalla sua ingenuità. «Lo vedrai con i tuoi occhi, stanno per ricominciare.»

Detto questo, senza darle un'ulteriore spiegazione o soffermarmi a chiarirle i dubbi, li supero ed esco dalla cucina.

Giungo infatti nuovamente nel salotto, il quale, data l'imminenza dei giochi, è colmo di studenti. Fuoriescono dalla stanza, a causa dell'ingente quantità. Si spingono a vicenda, cercando di scorgere i partecipanti o i giochi. Nessuno riesce però a passare, data la calca di gente che si affolla col passare dei minuti.

Tuttavia, nel momento in cui mi schiarisco la voce, alcune ragazze spostano lo sguardo su di me e, senza neanche che io chieda niente, fanno un passo indietro. Suggeriscono con una semplice e lieve gomitata ai ragazzi accanto a loro di fare spazio, fino a creare una sorta di passaggio fra i loro corpi.

Come al solito, non li ringrazio, né sorrido. Lascio che la mia espressione indifferente calamiti la loro attenzione, fino a quando non giungo al centro della stanza.

Qui, a differenza dell'ingresso del salotto, non vi è nessuno, poiché lasciato libero ai partecipanti. Loro infatti ci circondano, come se ci fossero delle transenne a bloccarli.

Ciò che è successo con me, accade anche ad altri partecipanti: fanno passare infatti Richard- il fratello di Samantha, nonché compagno di stanza di Jason- Melany- una ragazza del mio corso- Finn, Amber- una delle cheerleader - i gemelli Bryan e Britney, e infine...

No, non può essere.

Una chioma bionda, resa ancora più lucida dalle luci dei lampadari di cristallo, precede una figura imponente, il cui metro e novanta incombe su alcuni studenti che lo guardano dal basso.

Avanza nella folla di gente con un sorrisetto malizioso, rivolgendo qualche occhiolino ad alcune ragazze e un cenno di saluto col capo a Charlotte e Sally, posizionate in prima fila grazie alla presenza di Jason.

Matt.

Getta uno sguardo fugace nella mia direzione, mentre io lo guardo con le palpebre assottigliate.

Partecipa anche lui?

Incrocio le braccia al petto e lo guardo incuriosita, nel ricordare che si è sempre rifiutato di fare questi giochi, poiché sosteneva che vi assistessero soltanto dei semplici "arrapati".

Taylor dovrebbe fare un corso di coerenza, penso che scarseggi un po' nella sua vita...

Sollevo quindi velocemente le sopracciglia e, roteando gli occhi al cielo, sposto lo sguardo altrove. In particolare mi concentro sulla figura di West. Ha una felpa blu over indosso, con sotto una semplice cannottiera bianca. Al collo è presente un crocifisso d'oro che oscilla a ogni suo passo. L'aria spavalda e ironica accompagna il suo ampio sorriso.

Questa è infatti la sua parte preferita delle feste, perciò ogni volta che si tiene uno di questi giochi lui è sempre presente, in prima fila, a dilettarsi del modo in cui noi partecipanti ci provochiamo l'un l'altro.

Ma ovviamente, come buon padrone di casa, si appresta sempre prima a presentarli...

«Grazie a tutti i presenti per essere qui. Come tutti sapete, e come accade in ogni mia festa che si rispetti, è arrivato il momento che aspettavate tutti: ovvero quello dei "Sex games".» alcuni urli eccitati seguono le sue parole, mentre alcune ragazze in prima fila battono le mani entusiaste.

«Signorine, potete prendere un po' d'acqua per bagnarvi il viso e rinfrescarvi, perché a farlo con le mutandine ci penseranno loro.» ci indica con un braccio, mentre tutti noi lo guardiamo con fare annoiato.

Se c'è una cosa che non sopporto di West è il suo essere logorroico e il suo modo di riuscire a parlare per ore e ore senza fermarsi un attimo. Per questo lascio andare il capo all'indietro sfinita, e al contempo rassegnata, nel momento in cui prosegue:

«Per i ragazzi ho consigliato di indossare delle mutande di una taglia più grande. Le erezioni dovranno pur essere trattenute in qualche modo.»
fa loro un occhiolino e sghignazza fra se e se.

«Possiamo sempre svuotare il nostro... "figlioletto" nella tua bocca, West.» Finn, accanto a me, lo stuzzica con un sorriso sornione, generando una potente risata da alcuni studenti.

«Ti piacerebbe, stronzo.» l'altro alza il mento infastidito, riuscendo però a riprendere la sua solita aria scherzosa subito dopo.

«Comunque... creerò io stesso le tre squadre, queste si scontreranno in una serie di giochi a tema sessuale, e chi riceverà il boato del pubblico più grande vincerà.» sfrega le mani le une sulle altre e si volta, entusiasta, verso di noi. «Bene... Le ragazze di questa sera sono: Melany Towards, Amber Keller, Britney Collins e, la nostra veterana, Ally Jackson.» indica ognuna di noi, generando potenti applausi, per poi passare agli altri. «Per quanto riguarda i ragazzi, invece, questa sera avremo: Finn Yale, Bryan Collins, Richard Williams, e Matt Taylor.» altre urla, più femminili, riempiono la sala, suscitando sorrisetti divertiti proprio a loro quattro.

Roteo gli occhi al cielo.

Quanto è egocentrico il genere maschile...

Incrocio le braccia al petto e, posando il peso del corpo sulla gamba destra, continuo a concentrarmi sulle parole di West.

«Le squadre si formeranno in base all'ordine, casuale, con cui li ho presentati. Quindi, vediamo...» posa una mano sul mento per ricordare chi ha pronunciato per primo, per poi continuare: «Melany con Finn, Amber con Bryan, Britney con Richard, e Ally con Matt.»

Sospiro.

Bene, ci sarà da divertirsi...

Passo la lingua sull'arcata superiore dei denti e concentro tutta la mia attenzione sul biondino davanti a me, il cui sguardo è già puntato nella mia direzione. Sulle sue labbra è presente un sorrisetto strafottente, che ricambio con un ghigno malizioso.

Ridi ora, Matt, perché dopo tutto ciò che vorrai sarà urlare dalla frustrazione... Inclino il capo, compiaciuta di aver appena trovato una nuova preda molto appetitosa.

In fondo Taylor non ha mai giocato con me, non sa come mi muovo, come parlo o come tocco durante i "Sex games", perciò sarà tutto una sorpresa per lui. Certo, siamo stati a letto insieme diverse volte, ma durante i giochi sono abbastanza più... provocatrice.

Vedere infatti le espressioni dei ragazzi che seduco quando mi ritiro in modo brusco proprio nel momento in cui stanno per venire è pura droga per me. E, stasera, lo sperimenterà Matt sulla sua pelle...

Sorrido soddisfatta e faccio un passo verso di lui, fino ad averlo di fianco.

«Bambolina...» mi saluta con un cenno del capo, ma non ricambio.

Semplicemente punto nuovamente gli occhi su West e poso una mano sul fianco.

«Il primo sarà il gioco più semplice, ovvero il body shot.» indica i quattro tavoli di legno dietro di noi, completamente liberi. «Il ragazzo o la ragazza, a vostra scelta, si stenderà lì e l'altro dovrà fare Tequila, sale e limone sul suo corpo.»

Sposto una ciocca di capelli dietro la schiena con un semplice movimento della spalla, e mi rivolgo a Matt.

«Ti stendi tu.» la mia voce è perentoria e in grado di farlo ghignare.

«Vuoi sedurmi?» domanda con un sorrisetto impertinente.

Solo farti impazzire... Penso fra me e me.

Tuttavia, lo tengo per me, conscia che quando lo scoprirà da solo sarà ancora più divertente. Perciò, con un semplice sorrisino sotto ai baffi, scuoto una spalla.

«Seguirà poi "Lo specchio" e, per ultimo, il "massaggio misterioso". Vi spiegherò le regole di ognuno di questi in seguito.» West sposta lo sguardo da noi agli studenti, per poi proseguire: «La coppia che riceverà meno applausi verrà eliminata e si fermerà. Le altre, invece, andranno avanti.»

Gli altri partecipanti annuiscono e si muovono come se non stessero nella pelle di iniziare.

«Bene, ora che ho detto tutto, potete iniziare.» fa un passo indietro. «Benvenuti al "Sex games", amici e amiche...» subito dopo, saluta con un cenno la folla di persone che si è riunita nel salotto per guardare le scene erotiche, e si posiziona accanto a Charlotte, in prima fila.

«Iniziamo, bambolina.» mi sussurra Matt all'orecchio, posandomi una mano su un fianco per farmi avanzare.

Alcuni brividi mi percorrono la spina dorsale nel momento in cui le sue dita mi sfiorano la schiena nuda, lasciata scoperta dalla scollatura del vestito, ma tento di non farci troppo caso. Mi avvicino infatti insieme a lui a uno dei quattro tavoli e mi fermo davanti al suo fisico alto e statuario.

Nonostante i tacchi, gli arrivo comunque al petto. Il mio naso sfiora infatti il colletto della sua camicia, inspirandone- in un gesto istintivo- l'odore di menta, muschio, geranio e vaniglia, mischiati ad altre fragranze che per un momento mi rendono impossibile muovermi con la mia solita sicurezza.

Tuttavia, è sufficiente un battito di palpebre per ridestarmi senza troppa difficoltà e ordinargli:

«Toglila.» gli indico la camicia con il mento, e lui inclina il capo con un lieve sorrisetto.

«Sicura non vuoi che tolga qualcos'altro, bambolina?» mi stuzzica con fare malizioso, inumidendosi il labbro inferiore.

«Tra poco ne sentirai da solo l'esigenza...» lascio la frase senza ulteriori spiegazioni, godendomi la scintilla di curiosità che gli attraversa lo sguardo.

Tuttavia, si limita a ghignare divertito e a liberare dalle rispettive asole i bottoni della camicia. Nel momento in cui i due lembi del tessuto nero si separano e il suo torace diventa ben visibile, i miei occhi ricadono lì. Percorro in particolare i solchi degli addominali ben definiti, talmente luminosi da sembrare aver attratto la luce della stanza tutta per loro. Passo poi ai pettorali, affascinanti e seducenti, come se fossero stati disegnati dal migliore artista. Le clavicole sono visibili e rimandano l'attenzione al pomo d'Adamo, che si alza e si abbassa in modo lento e misurato.

L'improvvisa voglia di leccarlo e succhiarlo mi attanaglia lo stomaco, ma tento di reprimerla, soprattutto a causa del compiacimento che intravedo nelle sue iridi.

Distolgo quindi lo sguardo.

Matt si distende poco dopo, insieme agli altri partecipanti che hanno scelto questo ruolo, e osserva con minuziosa attenzione ogni mio movimento.

Prendo infatti da un carrellino poco lontano da me una fetta di limone, un bicchierino di Tequila e un piattino con del sale.

Mi riavvicino a lui, avanzando sui tacchi vertiginosi, e, dopo aver scoperto interamente il petto e l'addome di Matt, con due sole dita faccio ricadere il sale poco sopra la cintura, da cui è intravedibile la "V".

Lungo tutti gli addominali, invece, faccio cadere la Tequila, in modo da bagnare il più possibile la pelle nuda.

E, come ultimo passaggio, posiziono la fetta di limone nella sua bocca. Prima che possa farlo, però, ecco che si affretta a sussurrarmi:

«Leccami, bambolina.»

Ghigno maliziosa e mi pulisco fra loro le mani dai residui di sale.

Una volta che anche tutti gli altri partecipanti hanno finito, mi fermo a un lato dal tavolo, in modo da essere comoda per tutti i passaggi. Aspetto poi l'inizio di West e, spostando i capelli da un lato all'altro con un semplice movimento del capo, mi piego verso il corpo di Matt, il quale fuoriesce dal tavolo a causa della sua altezza e della sua imponenza.

Che i giochi abbiano inizio...

Sorrido lievemente e raggiungo il suo busto, fino a sfiorargli la pelle con il naso.

In seguito, appoggiandomi con entrambi i palmi al bordo del tavolo, apro la bocca e allungo la lingua verso di lui.

La passo sulla zona del sale, il quale sprigiona un gusto abbastanza aspro non appena lo prendo in bocca.

Lecco il punto in cui si trova con lentezza e nella maniera più erogena possibile. Di fatto, una leggera protuberanza sembra iniziare a pressare i pantaloni nel momento in cui allungo la lingua fino al bordo dei jeans.

Percorro gli accenni della V con malizia, mugolando di piacere.

Un gemito soffocato scuote il corpo di Matt e mi induce a sorridere.

Come immaginavo...

Contenta della sua prima reazione, sollevo di poco il capo e, con una lentezza ancora più disarmante, lecco con languore ogni solco dei suoi addominali, beandomi di come questi si imperlino della mia saliva.

Gli alti gradi della Tequila si mescolano al sale, producendo un sapore destabilizzante ma piacevole.

Matt sospira, mentre io inizio ad avvertire i capezzoli inturgidirsi a causa del contatto con la sua pelle calda e tonica.

Percorro tutto il suo toccare, bagnando gli addominali, le clavicole e il collo. Qui, in particolare, mi soffermo per qualche secondo, gemendo sommessamente non appena lo spigolo del pomo d'Adamo tocca la mia lingua.

Vengo sopraffatta dall'improvviso desiderio di prenderlo in bocca e succhiarglielo, ma poi rammento che il mio obiettivo di questa sera è un altro.

Perciò, seppur con una lieve frustrazione, sollevo il capo.

Mi piego verso le sue labbra, che ricordo essere morbide e rosee, e con i denti afferro la fetta di limone.

Nel farlo, gli occhi di Matt si incastrano inevitabilmente nei miei. Creano fra loro un intreccio intenso e arduo da sciogliere, che ci costringe a restare incatenati per fin troppo tempo.

Mi perdo infatti nell'indaco delle sue iridi, riuscendo perfettamente a scorgere la malizia e il desiderio che divampano in lui.

"Finiamola e chiudiamoci in una camera", mi sta proponendo tacitamente.

Tuttavia, voglio che questo desiderio e questa voglia di possedermi rimontino in maniera smisurata fra un po', in modo che lui non possa controllarle e fare altro che arrendersi a esse con tutte le sue energie.

Interrompo perciò il contatto visivo e, risvegliandomi da quel fin troppo intenso stato di trance, mordo la fetta e la ingoio.

«Bene... Siamo fortunatamente tutti interi, seppur con qualche erezione in più e una temperatura più alta addosso.» la voce di West fa voltare tutte le coppie. «Devo ammettere che siete stati tutti molto eccitanti, ma due di voi, ahimè, dovranno fermarsi. Perciò, lascio che decidano loro...» si volta verso la folla di ragazzi e ragazze, e domanda: «Un applauso per Finn e Malany!» molti studenti acclamano questi due e in particolare ciò che hanno fatto durante il gioco, coinvolgendo anche altri componenti della folla. «Uno per Bryan e Amber!» un applauso decisamente meno intenso soppianta quello precedente, inducendo questi due a sospirare dispiaciuti. «Uno per Richard e Britney!» la folla riprende la sua energia, applaudendo e acclamando il rossiccio e la gemella Collins. È un applauso molto intenso, tuttavia non mi preoccupo per quello che potrebbero riservare a noi. «E infine, uno per Matt e Ally!»

E, esattamente come mi aspettavo, un boato energico e vigoroso riempie l'intera sala. Urla e versi di apprezzamento si estendono per tutto il salotto, provocando in me e Matt un sorrisino compiaciuto. Acclamano con fischi, grida e applausi fragorosi, riuscendo a superare di gran lunga tutte le altre coppie.

In fondo per me non è una sorpresa. È praticamente dal primo anno di Università che partecipo a questi giochi e, nonostante ci siano spettatori più veterani e altri invece nuovi arrivati, riesco sempre a catturare la loro completa attenzione.

Mentirei, però, se dicessi che questa sera non mi ha aiutata anche Matt. Tutte le altre volte, infatti, riuscivo a superare senza tranquillità tutte le altre coppie, ma mai come stasera vi era stato così tanto apprezzamento.

Scrollo una spalla.

In fondo il biondino è uno dei più libertini del college. Non mi stupisco che molte ragazze si accaldino nel vederlo mezzo nudo.

«Come avrete capito tutti, purtroppo Bryan e Amber sono out, ma tranquilli ragazzi, potrete rifarvi alla prossima festa.» West li saluta in modo cordiale e, una volta che hanno raggiunto il resto della folla, ripone nuovamente l'attenzione su di noi.

Passiamo al secondo round... Posiziono una mano sul fianco e mi scosto una ciocca di capelli dietro la spalla, mentre, con fare libidinoso, lecco l'angolo delle labbra.

È ancora presente il sapore della pelle di Matt, capace di provocarmi l'incessante desiderio di continuare a leccargli l'intero corpo, persino il membro grosso e duro, che non è ancora mai entrato nella mia bocca.

L'immagine del suo bacino che pompa in un ulteriore foro di me e viene accarezzato dalla mia lingua mi induce a serrare le cosce e a schiarirmi la voce. Di solito non mi eccitano i pensieri sessuali, sono infatti necessari i fatti a crescere la libido dentro di me, ma con lui... beh, con lui riuscirei a bagnarmi anche soltanto guardandolo.

Cerco tuttavia di rimuovere questi pensieri dalla mia testa, e riporto l'attenzione sulla spiegazione di West del secondo gioco:

«Proseguiremo con "Lo specchio". Uno di voi dovrà iniziare alcune mosse, che dovranno essere ripetute di riflesso dall'altro. Per esempio, se uno di voi due accarezza il torace dell'altro, il membro della coppia dovrà fare la stessa cosa. Sono consentite tutte le mosse, a parte i baci in bocca. Esagerate, amici, perché se vi limiterete sarete...» si volta verso la folla che, entusiasta, emette in un urlo: «OUT

Alcuni fischi e frasi di incitamento sanciscono l'inizio del secondo turno, inducendoci a posizionarci l'uno di fronte all'altro.

Non appena Matt si ferma dinanzi a me, però, ecco che le sue note profumate di vaniglia, menta e muschio si mescolano alle mie, la cui fragranza risulta un mix di mandorla, bergamotto e limone.

Inspiriamo entrambi l'odore l'uno dell'altra, inebriandoci delle fragranze estasianti e decise. Siamo a pochi centimetri di distanza, e ciò ci consente di respirarci a vicenda.

I miei capezzoli turgidi gli premono contro il torace ancora scoperto. Riescono a farlo irrigidire visibilmente, provocandomi un sorriso compiaciuto. Le sue mani grandi e venose mi si posano istintivamente sui fianchi, avvolgendoli in una morsa calorosa.

«Hai già iniziato, Taylor?» gli domando strafottente con un sopracciglio inarcato, riferendomi al gioco.

Lui ghigna, cercando di farmi captare le sue intenzioni. E subito dopo essersi inumidito il labbro inferiore, inizia a muoversi:

Mi attira verso di sé con uno scatto, mozzandomi il respiro per qualche secondo. Le nostre bocche riescono a sfiorarsi. Il suo respiro fruttato mi accarezza le labbra. Le sue iridi affondano nelle mie.

Con gesti lenti ed erogeni, è costretto a inclinare di molto il capo a causa della nostra differenza d'altezza. Si protende verso il mio collo e, dopo averne annusato per l'ennesima volta l'odore, mugugna ammaliato.

«"Good Girl".» constata, riferendosi al nome del profumo. «Carolina Herrera.» si lecca il labbro inferiore, e mi sospira sul collo, ornato da una collana in oro.

La afferra infatti con un polpastrello e allunga la lingua proprio lì. Traccia il diametro sotto la collana, imperlandomi il collo con la sua saliva.

Chiudo le palpebre, deglutendo in modo eccitato, e sollevo ancora di più il capo nel momento in cui afferra fra i denti alcuni lembi di pelle. Li stuzzica con i canini, bagnando la parte lesa con la lingua. Succhia con ardore, dondolando il capo sul mio collo come se mi stesse baciando.

Gli poso due mani sulla nuca e lo spingo verso di me, vogliosa di ottenere di più. Tuttavia, come se avesse percepito i miei desideri e volesse contrastarli, si scosta da me.

«Tocca a te, bambolina.» lecca l'angolo della bocca, esattamente come ho fatto io poco prima, e mi fa l'occhiolino.

Io invece inarco un sopracciglio e assottiglio le palpebre.

«Puoi contarci.» gli poso quindi due mani sul petto e, muovendomi in modo ancora più erogeno, mi allungo verso il suo collo.

Punto in particolar modo il pomo d'Adamo, con il solo obiettivo di soddisfare le voglie che mi stanno assalendo da ormai tutta la sera, e lo accolgo nella mia bocca.

Lo avverto abbassarsi dentro di me, come se avesse appena deglutito. Protendo la lingua verso di esso e lo lecco, tentando di ricoprirlo interamente.

Un gemito sommesso gli sfugge dalla bocca, e ciò mi porta a voler andare oltre: sposto infatti le mani sulla sua nuca e lo attiro di più a me. Afferro lievemente con i denti la pallina sensuale e comincio a succhiarla.

«Cazzo...» le sue mani si posano autonomamente sui miei fianchi, e le sue palpebre si chiudono.

Ondeggio su si lui, con una carica erotica maggiore rispetto a quella usata prima, e cospargo di saliva e rossore il pomo d'Adamo.

«Vorrei vederti succhiarmi qualcos'altro in questo modo, bambolina...»

Sorrido maliziosa, iniziando ad avvertire una protuberanza sempre più dura pressare i pantaloni. Mi tocca il bacino, poiché stretta nei jeans, e mi induce a serrare le cosce.

Matt mi attira a sé, come se volesse prendermi in braccio e liberare la sua eccitazione. Tuttavia, deve rammentare che stiamo giocando, e io, da buona giocatrice, non abbandono mai la partita senza prima averla vinta...

Mi scosto perciò da lui, facendolo imprecare a denti stretti, e attendo che prosegua con la prossima mossa.

«Sono ancora indeciso se toccarti per come vorrei che lo facessi tu o essere più...» getta uno sguardo alla folla di studenti che ci circondano e ci osservano come se stessimo girando un film porno. «rispettoso

Sbuffo sadica, facendogli intuire già la risposta. Poiché la verità è che non mi importa se la gente ci sta guardando o meno. Sono sicura che ciò che stiamo facendo noi sia uno dei loro desideri più proibiti. Essere osservati mentre ci si tocca può essere una fonte di imbarazzo, ma in fondo in fondo abbiamo tutti la consapevolezza che provoca un'eccitazione immensa.

Questo, però, per me non vale per il sesso. Non mi piace che qualcuno mi guardi durante l'atto. E non perché sia una romantica o consideri questo momento speciale, ma perché considero chi fa sesso come immerso in una bolla, unica e personale. È una delle poche volte in cui si può essere se stessi, donarsi interamente con tutte le nostre voglie e i nostri desideri. È un momento in cui si può concedere e rivelare la parte più intima di noi, quella più impudica e perversa: e questo, secondo me, può essere condiviso soltanto con la persona alla quale ci si offre.

Adesso, però, stiamo giocando. Si tratta di una semplice partita sessuale, con un vincitore e un perdente.

Ed è da quando sono bambina che mi sono sempre schierata dalla parte dei primi...

Perciò, con una scrollata di spalle, rispondo: «Potresti anche inginocchiarti qui davanti a me e leccarmi interamente, io non batterei ciglio.»

Ed ecco che, con un sorriso intrigato e uno sguardo compiaciuto, riduce impercettibilmente le palpebre a due fessure, e pronuncia:

«Ti farei volentieri altro stasera, ma atteniamoci al gioco.»

Detto ciò, con un ghigno malefico, mi attira ancora di più a sé, fino a far aderire i nostri toraci, e allunga un braccio verso la mia intimità.

È coperta dalla stoffa corta del vestito, ma non ci vuole molto affinché lui infili una mano all'interno delle cosce e la raggiunga.

Mi si blocca il respiro.

La ricopre interamente con una mano, stuzzicando da sopra le mutandine - ormai bagnate- il clitoride con un pollice. È pronto a essere stimolato dalle sue dita esperte, che si muovono con maestria. Piega poi l'indice e il medio e sfrega le nocche sulle labbra.

Serro gli occhi, stringendo di riflesso la mano di Matt fra le cosce, e poso le mie dita proprio sul suo polso, cercando di spingerlo quanto più possibile.

«Uh,» mi sussurra all'orecchio, con il respiro ansante. «Quanto sei fradicia...»

Constata con piacere l'effetto che le sue mani provocano su di me, e continua a farmi strusciare contro il suo polso.

Ansimo eccitata, e schiudo le labbra.

Tuttavia, esattamente come ho fatto io poco fa, forse per diletto forse per vendetta, allontana velocemente la mano da me.

Passa la lingua sull'arcata superiore dei denti e, notando la mia frustrazione, solleva le mani in segno di resa.

«Sono le regole, piccola.»

Gli rivolgo quindi un falso sorriso e mi avvicino a lui, intenzionata a vendicarmi nel suo identico modo. Affilo infatti lo sguardo, in modo da assumere un'espressione sicura e maliziosa, per poi allungare un braccio verso la protuberanza.

Poso una mano sopra di essa, e avverto sui palmi il membro grosso e duro, intenzionato soltanto a ergersi in tutta la sua maestà.

Individuo i testicoli e li palpo con sfacciataggine, mentre con l'altra mano mi occupo di far indurire ancora di più il marmo del suo membro.

Serra la mascella e inclina il capo all'indietro.

«Uh,» gli pronuncio a un soffio dal suo petto. «Quanto sei duro...» gli ripeto le esatte parole che mi ha rivolto lui prima, e questo lo induce a spostare lo sguardo nella mia direzione.

Scrollo una spalla e continuo a concedere i miei massaggi alla sua erezione. Strofino una mano sul membro, avvertendolo pressare ancora di più i jeans.

Mi sta chiedendo di essere liberato, di farlo smettere di perire. Tuttavia, il mio sadismo è talmente elevato che inizio ad ansimargli sul petto, con versi impudici e sfacciati.

Lui geme, dando vita a suoni rochi, che risultano estremamente eccitanti.

Incastra i suoi occhi nei miei e mi guarda con un'intensità tale da farmi desistere qualche secondo dal continuare a muovermi.

Mi osserva le labbra, gli occhi, la fronte, per poi passare alla scollatura generosa.

Le rivolge infatti uno sguardo d'apprezzamento e mi induce a continuare a muovermi, trasportato da uno strano desiderio.

Tuttavia, proprio quando sto per ricominciare, ecco che la voce squillante di West mi interrompe:

«Perfetto, amici!»

Ritraggo la mano, generandogli una frustrazione palpabile, e sposto una delle curtain bangs che mi era ricaduta sulla guancia.

«Anche il secondo round è finito, quindi passiamo a votare la coppia che verrà eliminata.»

Mi serve qualche minuto per riprendermi e riconnettermi con la realtà. Per una frazione di secondo avevo persino dimenticato che stessimo ancora giocando. Pensavo di essere catapultata da sola in una stanza con lui, pronta a soddisfare i miei desideri più perversi. Eppure siamo qui, in un salotto pregno di gente, con centinaia di occhi che ci guardano, in attesa di votare per la coppia che li ha eccitati di più.

«Un applauso per Richard e Britney!» diverse urla estasiate, accompagnate da fischi di apprezzamento, inducono il rosso a sorridere e a ringraziarli con un semplice cenno del capo.

«Uno per Matt e Ally!»

Ed ecco che, in maniera ancora più intensa rispetto a prima, gli studenti iniziano a urlare e ad applaudire con foga. Sprecano molto fiato per gridare versi soddisfatti e ridere entusiasti.

Matt sospira compiaciuto, posandomi una mano sulla spalla.

«E, infine, uno per Finn e Melany!»

Alcuni studenti iniziano ad applaudire, ma con meno foga rispetto a noi altre coppie. Le urla si dimezzano, i fischi risultano assenti, è presente soltanto qualche ragazza che incita Finn.

Lui, però, non sembra esserne dispiaciuto, poiché occupato a palpare il sedere della sua compagna.

Sospiro divertita e scuoto il capo.

«Mi dispiace, amico, ma voi siete...» indica la folla, che prosegue al suo posto: «OUT!»

West si avvicina al castano per salutarlo con una pacca sulla spalla e gli sussurra qualcosa di divertente, per poi inumidirsi il labbro inferiore e tornare al suo ruolo di presentatore:

«E ora, l'ultimo gioco di questa sera: Il massaggio misterioso. Il ragazzo della coppia dovrà bendarsi e lasciare che la donzella» pronuncia in modo ironico. «lo massaggi dove preferisce con una parte del corpo. Lui dovrà indovinare che cosa ha usato, fino a quando io non sancirò la fine del turno.» spiega in maniera molto chiara, riferendosi più alla folla che a noi partecipanti.

Subito dopo, ci porge delle bende, che io e Britney leghiamo attorno al capo di Matt e Richard e, dopo essersi accertato che non vedano niente, West dà il via al round.

Osservo bene la figura del biondino, riflettendo con quale parte del corpo potrei massaggiarlo. Scruto l'addome scolpito, i pettorali sodi, le gambe dure e la protuberanza che minaccia di rompere il tessuto dei jeans da un momento all'altro.

Potrei continuare a muovermi lì e farlo impazzire. La frustrazione di dover rimediare a questo... problemino da solo sarebbe immensa, e il mio compiacimento supererebbe i soliti limiti.

Sorrido sadica.

Matt non ha mai giocato con me, ma avrebbe dovuto sapere che non lo avrei di certo accontentato a farmi provocare per tutto il tempo. Probabilmente starà anche immaginando che a fine dei giochi soddisferò le sue voglie con il sesso, che mi concederò a lui per far sì che la mia eccitazione si fondi con la sua.

Emetto un sospiro divertito e malizioso.

Povero illuso...

Raddrizzo perciò le spalle e punto il suo membro come se fossi un leone in procinto di azzannare la sua gazzella.

Avanzo infatti lentamente, facendo sì che sia solo il rumore dei tacchi sul parquet a giungere alle sue orecchie.

Noto le sue narici dilatarsi nel momento in cui il mio profumo lo avvolge, e indurlo a stuzzicarsi con i denti il labbro inferiore, estasiato dalla mia fragranza.

Soddisfatta di averlo distratto, mi volto di spalle verso di lui e indietreggio lentamente, fino a ritrovarmi completamente aderita al suo bacino.

Annaspo lievemente nel momento in cui avverto l'erezione molto più dura di prima spingermi sulle natiche.

Chiudo persino per un attimo le palpebre, immaginando come sarebbe averla dentro di me in questo momento, in un punto ancora vergine e non attraversato da nessuno. Tuttavia, cerco immediatamente di scacciare questi pensieri dalla mente e di concentrarmi sul mio obiettivo.

«Giochi sporco...» mi sussurra Matt all'orecchio.

La voce è roca, inebetita a causa della stretta vicinanza fra il suo membro e il mio sedere.

Sorrido sfacciata e volto il capo di lato, fino ad appoggiarlo sul suo petto.

«Con le figlie di puttana come me si gioca sapendo di perdere, Taylor.» gli sussurro a un soffio dalla sua pelle nuda, e inizio a strusciarmi sul suo sesso.

Spingo il sedere contro il bacino con gesti osceni e ansimi eccitati. La protuberanza diventa ancora più dura, simile alla durezza del migliore diamante sul mercato.

Mi punge contro la schiena con prepotenza, come se volesse liberarsi e penetrarmi a dovere proprio lì, nella parte del mio corpo con cui lo sto torturando.

Gli poso due mani sulla nuca, aggrappandomi a lui a causa del lieve tremore delle gambe dovuto all'eccitazione. Sollevo poi il capo, in modo da avere le nostre labbra a un millimetro di distanza, e mi beo del suo respiro caldo e fruttato.

Continuo a muovermi su di lui, spingendo in modo lento ma intenso le natiche. Mi muovo in modo circolare, verticale, spingo verso l'interno, per poi costringerlo a seguirmi quando mi sposto in avanti.

Sembra attaccato a me in modo irreversibile, come se i miei gesti lo stessero torturando ma al contempo non potrebbe respirare senza.

Ansimo voluttuosamente, emettendo quasi un urlo, e subito dopo un suo gemito roco mi si schianta sulle labbra.

«Porca puttana...»

È ancora bendato, perciò non può notare quanto i miei occhi brillino di soddisfazione e lussuria.

Il suo membro dietro di me porta le mie mutandine a bagnarsi maggiormente e le mie gambe a serrarsi d'istinto.

Diavolo...

Chiudo gli occhi, respirando a fatica a causa di quel contatto, e sfioro le sue labbra con le mie.

Sta respirando la mia aria, così come sto facendo io. Si sta nutrendo della nostra vicinanza e dando vita a ogni sua cellula con il calore prodotto dallo sfregamento dei nostri corpi.

A un certo punto si inumidisce il labbro inferiore, sfiorandomi, data la vicinanza quasi nulla delle nostre bocche, anche il mio.

La punta calda e bagnata mi provoca strani fremiti in tutto il corpo, inducendomi però a muovermi con più insistenza verso la sua erezione.

«Cazzo, bambolina...» scandisce le parole a fatica, impossibilitato a causa del desiderio e della libido sempre più prorompente. «...se continui così mi costringerai a legarti a un letto e ficcarti questo coso in gola fino a farti soffocare...»

Il tono roco e lento con cui pronuncia queste frasi è capace di mandarmi immediatamente in estasi. In particolare nel momento in cui immagino la scena appena descritta, con la mia testa fra le sue gambe e la bocca pronta ad accoglierlo in tutta la sua grandezza.

Alcuni liquidi mi bagnano ulteriormente le mutandine in pizzo e mi costringono a mordermi il labbro inferiore.

Scivolano via alcune gocce di sangue, imperlandomi la bocca e sprigionando il loro sapore metallico. Questo, misto al suo profumo, riesce a inebriarmi talmente tanto da farmi mugolare estasiata.

Continuo quindi a strusciarmi contro di lui per minuti che sembrano interminabili, mentre le sue mani rimangono ancorate ai miei fianchi. Le dita lunghe affondano nella mia pelle, provocandomi un dolore che risulta quasi... piacevole.

Gli ansimo sulla bocca, mentre i battiti del suo cuore risuonano nella gabbia toracica in simultanea ai miei. Sono accelerati, veloci e intensi, esattamente come i nostri respiri. Nessuno dei due riesce a vedere nulla: lui per la benda e io per l'eccitazione.

E potrei giurare di voler rimanere in questa posizione per sempre, con il mio bacino a sfregarsi sul suo, il torace sulla mia schiena e la protuberanza dura e grossa che mi preme le natiche.

Tuttavia, la voce di West che ci interrompe per sapere da Matt e Richard la parte del nostro corpo col quale sono stati massaggiati riesce a riportarmi alla realtà.

Roteo gli occhi al cielo e sbuffo scocciata.

Mi scosto da Matt, il quale deglutisce e solleva il capo. Con un semplice gesto della mano si sfila la benda e incastra i suoi occhi nei miei.

Riescono ad avere la capacità di paralizzarmi sul posto, ammaliata dai suoi due diamanti che ha incastonati al posto degli occhi.

Alterna lo sguardo dalle mie iridi alla mia bocca, in modo serio. Sembra star pensando a qualcosa, eppure dalla cripticità dei suoi occhi non riesco a decifrarlo.

«Culo.» pronuncia semplicemente.

Aggrotto tuttavia le sopracciglia, non capendo a cosa si riferisca.

«Come?» la mia espressione è confusa, mentre la sua alquanto... divertita.

«La parte che hai usato: il culo.» lo indica con un dito e mi sorride.

Io non riesco a fare lo stesso, ancora turbata dall'eccitazione lasciata in sospeso, e mi passo una mano sul volto, per poi voltarmi subito dopo verso West.

«Fine del terzo round, signori e signore!» si avvia verso il centro della sala. «Come avete visto, sia Richard che Matt hanno indovinato le parti con cui sono stati toccati: seno e sedere. Quindi adesso saranno loro a decidere.» si rivolge agli studenti, per poi esclamare a gran voce: «Un applauso per Richard e Britney!»

Diverse acclamazioni, meno intense di quelle precedenti, si dispendono nel salotto, accompagnati da alcuni fischi.

«E uno per Matt e Ally!» l'esclamazione euforica di West viene seguita da applausi, urla e fischi entusiasti. Alcuni studenti battono persino i piedi sul pavimento per aumentare la foga con cui stanno acclamando. Gridano con fulgore, soddisfatti della nostra prestazione, ed eseguono diversi cori per i nostri nomi.

Sorrido compiaciuta.

«Beh, penso che abbiamo capito tutti i vincitori di questa sera... Perciò signori e signore, Matt e Ally!» ci indica come se fossimo alla proclamazione di un Oscar, facendo sghignazzare Matt.

Io, invece, rimango abbastanza seria, seppur soddisfatta dell'esito.

Non che per me fosse una sorpresa, certo... D'altronde vinco questi giochi da anni.

«E adesso si continua la festa, amici miei!» esclama West con entusiasmo, invitando la folla di studenti a proseguire i festeggiamenti nel resto della casa.

E sto anche per seguirli, fino a quando, però, la mano di Matt avvolta al mio polso non mi ferma:

«Aspetta un attimo, bambolina...» incastra i suoi occhi nei miei, come se volesse imprimermi al meglio queste parole.

«Stasera ti ho lasciato giocare, ma la prossima volta che ti muoverai su di me in quel modo giuro che ti sbatterò talmente tanto forte da non farti camminare per giorni.»

La voce roca. Lo sguardo tagliente. Le labbra rosee che si imporporano per la saliva.

Rimango inizialmente attonita da questi suoi punti erogeni. Tuttavia, riesco a ridestarmi velocemente con un semplice sorrisino malizioso.

«Non vedo l'ora.» gli sussurro semplicemente a un soffio dal suo viso.

Il mio tono è provocatorio, i miei occhi un costante segnale di sfida, e ciò sembra intrigarlo, poiché ghigna malizioso.

Mi volto perciò soddisfatta e, poco prima di superare la porta del salotto, pronuncio ancora di spalle:

«Almeno puoi pensare a me quando ti impegnerai per mettere a cuccia il tuo amichetto.»

Detto ciò, lo sento sospirare divertito e schioccare la lingua sul palato. Avanzo poi verso il corridoio, e lo lascio lì a rimuginare su cosa avremmo potuto fare stasera se fossimo stati soli...

💖SPAZIO AUTRICE💖

Non so neanche io come sto dopo aver pubblicato il primo capitolo di una storia che non sia quella di Charlotte e Jason, ma that's it.

Non vedo l'ora di scoprire le vostre prime impressioni su Ally come protagonista🙈

Comunque, spero che il capitolo vi sia piaciuto, se così e se vi va lasciate una stellina🌟

Pagina Instagram della storia:

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Profilo tik tok:

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