Questione di fiducia

By Ellaa_aa45

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QUESTIONE DI FIDUCIA Per tutti quei bambini che sono cresciuti prima del dovuto. Una mattina di fine settembr... More

T R A M A
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By Ellaa_aa45

E L L A

Era il compleanno di Edith, la prima a compiere diciotto anni, questo perché aveva fatto un anno in più alla scuola materna, avevo passato un mese a decidere cosa comprare e indossare, e a distanza di quattro ore sono ancora indecisa.

Ho varie opzioni, e nessuna mi fa sembrare più magra, nonostante questi ultimi due mesi abbia saltato più pasti di quanti mangiati, la mia costituzione non era cambiata come volevo, certo, non si possono fare miracoli in due mesi.

Odiavo le feste, persone che ballavano, si divertivano, con vestiti che il loro corpo poteva indossare, poi c'ero io, seduta.

Sí, solo seduta, dicendo che non sapevo ballare o non mi piaceva, a parte quando assaggiavo un po' di vino o qualcos'altro, in fondo avevo quasi diciassette anni, ero quasi maggiorenne, ma non avrei bevuto nulla, non stasera.

Cerco di truccarmi decentemente e rifiuto a prescindere di provare a fare l'eyeliner, che rovinerebbe tutto.

Sono anni che provo a farlo, e sono anni che non ci riesco.

Il trucco è venuto abbastanza bene, e non ho mai avuto brufoli, quindi non sono un problema.

Ora tocca ai vestiti.

La parte che più odio quando devo uscire, perché finisco sempre per rimanere a casa, ma non posso farlo, è Edith, e fa diciotto anni, sarei una pessima amica se non ci andassi.

Mi faccio coraggio mentre il mio stomaco brontola per la fame, prendo i vestiti e senza rovinare i capelli cerco di indossarli.

La prima opzione è un vestito nero un raso, con la schiena e le braccia scoperte, non era tanto corto quindi le mie cosce non erano un problema, avrei messo un cappotto dello stesso colore e degli stivali neri, non tanto alti, non vorrei finire al pronto soccorso, ma con le mie gambe così corte non facevo proprio una bella figura.

C'era solo un problema, il seno.

Queste due palle di grasso ingombranti non potevano rimanere senza reggiseno, e non avevo le bretelle trasparenti, quindi ho dovuto cercare per tutto l'armadio di mia madre delle bretelle.

Vidi l'orario ed era tardi, sarei andata con Am, accompagnata da suo fratello.

Quella ragazza è splendida, ha letteralmente tutto, se un giorno dovessi uscire da sola con lei, probabilmente rimarrei a casa.
Metto il profumo, e poi scendo, non ne metto poco, quindi devo stare alla larga da mia madre, che quando sente troppo profumo si fa assalire dalla nausea e inizia a tossire.

In macchina mi misi a pensare, non avevo scampo.

Edith era la festeggiata, non poteva stare con me, Am sarebbe stata con lei e il resto dei suoi amici e da lì iniziai a sentire un nodo allo stomaco, ci sarebbero stati I loro amici.

Stupida mente, stupida.

Andiamo Ella, risparmiati questa figura.

Zitta.

Sembrerà che tu vada lì solo per mangiare.

Uno sforzo di vomito mi assale e metto la mano davanti alla bocca, questa schifosa mi stava tentando.

Sei ridicola.
Sei di troppo.

Conto fino a dieci, ignorando la mia stupida mente che continuava a dire sciocchezze, non potevo fare la figura della stupida, ero in macchina con Am. Stringo forte il cappotto che tengo poggiato sulle cosce, mentre sento i brividi salire per la schiena, infine ricordo a me stessa di non tenere le gambe rilassate. D'improvviso, l'auto si ferma.

Ti sto avvertendo, moderati col cibo.

-Va tutto bene?- domando.

-Oh, sí. Dobbiamo prendere Liam e Dam- risponde Am girandosi.

Oh Dio, perché non lo sapevo?
Non avevo motivo di essere nervosa, andavo a scuola in condizioni non eccellenti dato che ci andavo per studiare, non sfilare, e non mi ero fatta dei problemi, ma in una situazione del genere il mio essere per quanto odi dirlo, è vulnerabile, sta sulla difensiva più del solito col capo basso e stando allerta ad ogni sguardo, per paura di qualche giudizio, che non arriverà mai, ma ho lo stesso paura, come se quel giudizio potesse farmi qualcosa.

Sposto i capelli da dietro le spalle a davanti, per coprire le guance e automaticamente tutto il mio profilo, di cui mi vergognavo non poco.

Il mio naso è dritto, quindi per molti è bello, ma la mia faccia è troppo grande e non ho la mandibola molto definita, specialmente quando dimenticano di fare i massaggi, quindi è meglio lasciarli davanti.

Sento qualcuno che apre la porta e vedo subito il gesso di Liam spuntare fuori da una camicia nera, d'improvviso però mentre ero appoggiata alla porta, qualcosa mi fece cadere all'indietro, o meglio qualcuno.

Chi, se non Damiàn poteva aprire la porta alla quale ero appoggiata pur vedendo che il posto era occupato?
Mantieni la calma...

-Potresti per favore salire dall'altro lato?- chiedo con una falsa gentilezza.

-No- risponde secco-Spostati.
Alla sua arroganza divento rossa dal nervoso.

-Soffro di mal d'auto, se non vuoi che ti vomiti addosso, ti conviene salire dall'altro lato- continuo con calma.

-C'è anche Liam, su cui potresti vomitare.

-C'ero prima io- era vero che soffrivo di mal d'auto, ma era anche vero che non ci tenevo a stare nel mezzo, tra loro due, mi sentirei osservata tutto il tempo, pur sapendo che non mi stavano guardando.

-Non fare la bambina e spostati- continua lui.

-Ragazzi, dovremo arrivare lì per oggi- ci sollecita Am, al che cedo e mi sposto.

Quei due avevano dei profumi che invadevano l'auto, Liam non faceva altro che guardare Am dallo specchietto, Damiàn sembrava in lutto mentre guardava fuori dalla finestra, Am si ritoccava il rossetto rigorosamente rosso e suo fratello si limitava a guidare, alla radio c'era "It's My Life" di John Bovi a volume più che basso e io stavo per scoppiare a ridere.

Questo silenzio era imbarazzante e ho dovuto piegarmi su me stessa e mettere le mani sulla bocca per non ridere, credendomi di essere calma ritorno alla mia posizione normale, appoggiando la schiena allo schienale e praticamente obbligando Damiàn a spostarsi, ma proprio sul punto in cui credevo che il momento fosse passato, quello stupido dalla colonia nauseante fa un colpo di tosse, a quel punto non ne posso più e scoppio a ridere, ma a ridere sul serio.

-Perché ride?- domanda Liam mentre la mia risata lo contagia, e intanto sentivo lo sguardo sconcertato di Damiàn su di me.

-Avete fumato qualcosa?- domanda, e questo mi fa ridere ancora di più, ma poi riprendo il controllo e mi fermo.

-Scusate...- dico con la mano davanti alle labbra- è che c'era molto silenzio.

-E questo ti fa ridere?- domanda di nuovo Damiàn.

-No, cioè, si, o meglio...- okay, ora stavo diventando ancora più imbarazzante- lascia stare.

-È quello che farò, tu intanto pensa a comportarti come una persona normale- deglutisco, pensando a quante volte mi hanno detto che ero troppo seria, non sapevo letteralmente cosa fare, se ero troppo chiusa mi veniva detto di farmi una risata, se ero estroversa invece che ero immatura, poi mi venne in mente qualcosa.

Passato
-Il nonno dice che mi si addice di più il karate- disse Kate.

-Non passare il tuo tempo ad impegnarti per piacere agli altri- risposi io.

-Perché?

-Perché è tempo perso. Poi non piacerai a qualcuno. Cambierai di nuovo,
e finirai per non piacere a te stessa.

Presente

Cazzate.

Ero ipocrita, passavo il tempo a cercare di piacere agli altri senza nemmeno rendermene conto, questo però non significava che Kate dovesse prendere la mia stessa strada, anzi, meno mi assomiglia, meglio è.

Una notifica mi distrae da i miei pensieri che cercavano di farmi sentire ridicola, era mio padre.

"Cerca di divertirti, fallo per me♡"

Questi messaggi facevano bene al cuore, sapeva che non mi piaceva stare con tante persone, e mi spronava sempre a fregarmene di tutto e tutti.

Intanto diventavo sempre più nauseato da tutti i profumi mischiati insieme, avevo bisogno di aria.

-Il navigatore dice che è qui- dice finalmente il fratello di Am, al che quest'ultima lo saluta ed esce dall'auto, Damiàn fa lo stesso è io subito dopo di lui, si stava leggermente stretti in quell'auto.

Apro la telecamera del telefono e cerco di sistemarmi, mentre una parte di me mi obbliga a togliere il cappotto, non lo avrei tenuto addosso tutta la serata, faceva caldo e quindi per me stessa, decisi di posarlo in quella che sembrava essere una cabina.

C'erano davvero tante persone, più di quelle che immaginavo, e me conoscevo al massimo dieci, con Edith compresa, con la coda dell'occhio non perdo di vista Am, dato che non avevo intenzione di rimanere sola, e poi saluto Edith con un abbraccio, era inutile parlargli dato che la musica era troppo alta.

Stava davvero bene, aveva uno di quei vestiti da cerimonia, ma corto e col corsetto ricoperto di brillantini, i capelli erano rigorosamente piastrati e il trucco altrettanto luccicoso quanto il corsetto del vestito, senza contare i tacchi che erano letteralmente altissimi, e ci sapeva anche ballare sopra.

C'era il buffet, quindi non sarebbe stato un problema non mangiare, ma mi sentivo debole, non potevo prendere gli integratori ad un diciottesimo, ero apatica già di mio, figuriamoci se avessi preso delle medicine.

Dith aveva festeggiato il giorno con i parenti, per poi festeggiare la sera con tutti gli amici, quindi non potevo nemmeno mettermi a parlare con qualche anziano per passare il tempo.

Al momento del brindisi, che facemmo in piccoli gruppi dato che eravamo poco o più di cento persone, dubitai se bere o no lo champagne, a stomaco vuoto faceva più effetto e dopo avrei avuto mal di testa, poi senza pensarci lo mandai giù come se fosse acqua fresca.

Edith non smetteva mai di ballare, la musica era altissima e tutte queste luci led mi stavano facendo male alla testa, era la sua prima notte da maggiorenne, quindi non ci pensò due volte prima di iniziare a bere, mentre io la tenevo d'occhio di tanto in tanto, ed era anche contraddittorio dato che avevo già bevuto un drink, una specie di roba al cocco, buona ma troppo forte, so che in teoria non potrei bere, ma qui è pieno di maggiorenni, ed io sembro più grande, e poi reggo bene l'alcol.

Sono stata costretta a scegliere, o bevo o mangio, ho controllato col cellulare cosa mi convenisse fare e la vocina è riapparsa.

"L'alcol ha poche calorie" diceva.

E io ragionavo, dicendomi che non potevo bere avendo digiunato.

Una cosa che non avevo mai provato, era il famoso sale, tequila e limone, mi ero sempre fermata, ma siccome per stasera avevo via libera, mi avvicinai al bancone per la seconda volta.

-Non è ammesso ai bambini- mi dice una voce familiare.

-Allora dovresti andartene- rispondo io.

-Signorina?- chiese il barman con cortesia.

-Sale, tequila e limone, per favore.

-Fanne due- si aggiunse Damiàn.

-Che noiosi siete- disse una terza voce, appartenente a Liam- Vodka liscia senza ghiaccio, grazie.

Mi trovai davanti un piattino con al centro un bicchierino da caffè, in vetro trasparente, e ai lati una manciata di sale, con uno spicchio di limone.

Come si fa?

Per mio grandissimo piacere e sorpresa, iniziò a suonare I Feel like I'm drowning, dei Two Feet, vi prego, iniettatemi questa canzone nelle vene.

You keep dreaming and dark scheming, yeah, you do.

Incrociai gli occhi magnetici che mi osservavano con un sopracciglio inarcato, pronto a smentire e contraddire ogni mia azione, come ci riusciva con ogni mio muscolo, che non capiva se quella che il mio corpo sentiva era voglia di averlo lontano come due sconosciuti che non hanno nulla a che vedere, o più vicino, fino ad arrivare a sentire il profumo dei suoi vestiti e del suo respiro profondo e borioso.

Non chiedetemi come fa un respiro a risultare borioso, perché non lo so, ma Damiàn sapeva farlo.

Andai per istinto mentre sentivo gli occhi di entrambi su di me, presi un pizzico di sale e lo deposi insieme alla tequila, poi ci spruzzai il limone sopra.

You're a poison and I know that is the truth.

Una risata fragorosa attirò la mia attenzione, Damiàn aveva quasi le lacrime agli occhi.

All my friends think you're vicious.

-Ma che cazzo stai facendo?- chiese Liam- Che spreco, non si beve così!

-Ah no?- chiesi ingenuamente.

And they say you're suspicious.

-Osserva e impara, bionda- chiamò fermo e serio Damiàn.

You keep dreaming and dark scheming.

Eseguii quello che sembrava essere un ordine, ed esaminai come Damiàn prese il sale soavemente ma in modo dinamico.

Lo sparse omogeneamente sul lato esterno del palmo, e con la mia vista periferica mi presi il permesso, per una volta, d'essere io a scrutarlo.

Aveva i primi due bottoni della camicia sbottonati, era a maniche lunghe ma lui la portava con i rivoltini fatti in modo disordinato, fino agli avambracci, che erano esposti dalle sue vene sporgenti.

Partivano dalle mani, e sembravano voler esplodere.

Mi chiesi se sotto la camicia fossero continuate, e in quel momento la parte più nascosta di me fu sommersa da un forte interesse nell'esplorare e verificare con le mie stesse mani se fosse fatto di marmo come sembrava.

Marmo scolpito e smaltato, ecco cosa giaceva sul quel corpo che sembrava dannatamente perfetto.

Ero un po' invidiosa, magari della perfezione che emanava e che non riuscivo a raggiungere, o della perfezione che possedeva e non potevo avere.

Yeah, you do.

Leccò il sale sul suo palmo velocemente, ma la mia cazzo di testa lo ripeteva a rallentatore, fece una smorfia, e bevve d'un sorso la tequila buttando il collo all'indietro, una volta retto, aveva alcuni capelli ribelli a coprirgli la fronte, aggrottò per un secondo le sopracciglia folte, e succhiò il limone fino a prosciugarlo.

Oh, non fraintendete.
Tutto ciò è successo in una frazione di secondi, è la me logorroica che ha fatto caso ad ogni suo minimo movimento cercando di dimostrarmi indifferente.

I feel like I'm drowning

Si bagnò le labbra, aspettando che facessi il suo stesso procedimento, possibilmente senza strozzarmi.

Deglutii.

Mi sentivo veramente come se stessi annegando, lo sguardo di Damiàn era penetrante, perché certo, pur essendo un grandissimo coglione, mi faceva un certo effetto.

I'm drowning

Sparsi anch'io il sale sul palmo, ed al posto di leccarlo, lo succhiai, bevvi velocemente come Dam la tequila, e trattenni la tosse.

You're holding me down and

Presi il limone e lo succhiai a denti stretti, era una sensazione strana.

Holding me down

Mi ricordava i tempi in cui bevevo dell'acqua col sale per vomitare.

-Va tutto okay?- chiese Liam.

-È alle prime armi, sta bene- rispose Damiàn, avevo voglia di dirgli di non parlare al posto mio, ma aveva ragione, ed io non avevo la forza, ero troppo combattuta, e brucia ammetterlo, ma combattevo proprio per non guardarlo.

You're killing me slow

Cosa di cui lui non si faceva scrupoli, mi analizzava tranquillamente da cima a fondo, come se non gli importasse che lo sapessi.

Non sapevo se fosse disprezzo, indifferenza o desiderio quello che provava, non lo guardavo negli occhi, non ora, ed anche se lo avessi fatto, non riuscirei a decifrarli, sono così ammalianti che coprono ogni via d'entrata per decifrarli, ma era solo questione di tempo, mi piacevano le cose difficili, e sapevo che sarei riuscita a breve a leggere anche i suoi occhi.

So slow, oh no

Mi sentivo estremamente chiamata in causa, perché era così che faceva Damiàn, era questo quello che traspariva, mi uccideva lentamente con lo sguardo, e siccome non sono una che alimenta questo tipo di cose, decisi di andarmene, ma mi precese,
e voltò strada prima che me ne accorgessi.

Feci un respiro profondo.

Era dicembre, ma faceva caldo.

Decisi di prendere un altro drink.

*****

"Sono una persona molto matura, so decidere cos'è giusto per me, e so controllarmi, quindi non c'è nulla di cui preoccuparsi".

Penso per poi bere l'ultimo sorso che rimaneva nel bicchiere, vedo Am seduta in lontananza e quindi la raggiungo, nel tragitto mi assale una forte voglia di ridere, peggio di quella avvenuta in macchina, ma mi trattengo.

-Tutto bene?- urlo sedendomi vicino a lei.

Si, urlo, perché la musica è davvero troppo alta.

-Si- grida lei- Faccio compagnia a Liam, non può ballare- dice, e a quel punto scoppio a ridere, erano troppo carini.- Tu stai bene?

-Si, si sto bene- rispondo prendendo fiato per poi continuare a ridere.

-Hai bevuto?- domanda pei, poi qualcuno le passa un bicchiere, è Damiàn che si siede accanto a lei.

E che cazzo, questo tipo è ovunque.

-No che non ho bevuto!- urlo per poi alzarmi ed andarmene, sentendo i loro sguardi perplessi.

Quella cosa al cocco era fin troppo buona, ne volevo un'altra, e così fu. Era troppo dolce, e sicuramente era piena di calorie, ma l'avrei vomitata, quindi potevo continuare a bere.

-Un momento, ci vedo bene?- domanda Dylan mentre tornava dal bagno- Tu che bevi?

-È solo un drink- urlo per farmi sentire.

-Si ma sai che si sorseggiano, vero?- domanda proprio mentre bevevo un sorso.

-È quello che faccio!

-Non sembra- ride.

Mi faceva male la testa, e stavo ridendo come una pazza da sola.

Metto le mani sulla fronte per poi stringermi la testa mentre continuavo a ridere.

D'improvviso una mano mi tira, alzo gli occhi e vedo di nuovo i capelli biondi di Dylan entravano nel mio campo visivo.

-Sai cosa? Vieni con me- affermò urlando.

Mi tirava, non sapevo per dove, do un ultimo sorso alla bevanda al cocco tanto buona ma che mi faceva girare la testa per poi lasciarmi trascinare dal mio amico.

-Tu, oggi devi ballare- urla lui, ma non capisco nulla, ridevo così tanto e la musica era così alta che ciò che diceva era indecifrabile.

-Cosa?- domando.

-Devi ballare!- continua ad urlare.

-Cosa?- chiedo di nuovo io urlando, ma lui mi ignora e continua a trascinarmi, poi capisco che mi stava trascinando a ballare.

In un altro momento avrei esitato, sarei tornata a posto e avrei continuato ad osservare, ma non era quel momento, quindi mi lasciai andare.

Non sapevo ballare, non sapevo farlo sul serio, ma non mi importava, avevo voglia di ridere e Dylan mi faceva ridere, quindi meglio seguire questa testa calda che buttarmi su qualche altro drink, ma era troppo tardi.

L'alcol mi aveva già dato alla testa e anche lui era brillo, abbiamo iniziato a ballare come due stupidi, io sembravo ridicola di mio, quindi non avrebbe avuto importanza, e lui non faceva altro che ballare, il problema è che ero così brilla che non riuscivo a seguire il suo tempo.

Erano anni che non ballano così, sarà perché non lo so fare o per il mio fisico, ma mi stavo divertendo, e sapevo che mio padre sarebbe stato fiero di me.

O meglio, non fiero, lui credeva che fossi stupida se non facevo cose che per lui erano normali, quindi quando ci riuscivo mi diceva "E ne vai fiera? È una cosa che fanno tutti" E mi verrebbe da dirgli che lo so, lo so che lo fanno tutti, ma non io, e che per me è importante, poi mi ripeto che non ho bisogno del suo supporto.

Non del fatto che ho bevuto, ovvio, quello non lo deve sapere, bensì del fatto che io stia ballando con un mio amico, che mi stia divertendo.

Ero brilla, si, ma non così tanto da notare Edith, che di tanto in tanto ci guardava, mentre Dylan faceva l'orgoglioso, e questa cosa non mi piaceva.

Al termine di una canzone di cui non conoscevo il nome, parte un remix di Daddy Yankee, si può dire che non era tra i miei preferiti, ma ugualmente continuo a ballare, non ci capivo nulla e mi faceva male la testa, poi guardai alla mia sinistra dove c'era Edith ballando con una sua amica, non potendone più spingo Dylan verso di lei, incitandoli a ballare, mentre il mio stupido cervello mi faceva continuare a ridere, ma l'impresa riuscì, e Dylan iniziò a ballare con Edith, mentre io mi dirigevo verso il bancone, per prendere un bicchiere d'acqua, e fui felice di vedere che i miei due amici ballavano ancora insieme, dall'euforia iniziai a saltellare.

Poi l'euforia divenne ancora più forte quanto iniziò a suonare una delle mie canzoni preferite, iniziai di nuovo a saltellare, volevo ballare con qualcuno, erano più unici che rari questi momenti, per questo volevo goderli il più possibile, ma Dylan continuava a ballare con Dith, Am era dall'altro lato della sala a baciare qualcuno e...

Un momento.

Am che baciava qualcuno?

Sgrano gli occhi per vedere chi fosse, e instintivamente mi avvicinai un po' ma senza farmi vedere, poi qualcuno mi prese il braccio.

Mi girai di scatto dalla paura e misi una mano sul petto.

-Lasciali in pace.

-Quello è Liam?- domando.

-Si, ed è meglio che tu te ne vada da qui.

-Non me ne vado se tu non te ne vai- dissi con forse un tono infantile.

-Non era una domanda, vattene.

-Sei il loro bodyguard?

-No, ma se continui a parlarmi divento automaticamente un butta fuori- risi allegramente alla sua battuta stupida, non biasimatemi, ero ubriaca.

-Quanto sei antipatico.

-Perfetto, non parlarmi.

-Vaffanculo.

-Okay- mi stava arronzando, come si permetteva?

-

Cosa stai bevendo?

-Roba di cui non hai bisogno.

-È tanto forte?

-Per te si- dice lui.

-Cosa vorresti dire?

-Che hai già qualche rotella fuori posto, bere cose del genere ti farebbe ubriacare- non ne posso più e scoppio a ridere di nuovo, a ridere forte come se mi stessero facendo il solletico, metto istintivamente le mani sulla fronte mentre Damiàn balbetta qualcosa sul fatto che fossi già ubriaca, poi sentii una certa melodia che mi fece ricomporre.

-La senti?- chiedo euforica.

-Sarebbe un problema altrimenti.

-AH!- esclamai felice, ero letteralmente fuori di me- Balliamo?

-No- risponde fermo- Cos'hai bevuto?

-Una pigna al cocco.

-Un piña colada?

-Pignatta colorata?- chiedo ridendo.

-Sei decisamente andata.

-Per favore- dico a mani incrociate e avvicinandomi.

-Ho detto di no.

-Andiamo occhi di ghiaccio- lo pregai tirandolo dalle mani- balla con me.

-No, Ella.

-Non fare il bastardo- implora col labbro inferiore all'esterno.

-Perché vorresti mai ballare con me?

-Perché sei trai pochi che conosco e che non è ubriaco fradicio o a limonare con qualcuno- spiego.

-Cazzo, tu nemmeno da ubriaca perdi la parlantina?

Felice notai che lasciò il bicchiere da parte e si fece trascinare.

-Solo perché sei brilla, ed è pericoloso.

-Grazie grazie grazie!- esclamai saltellando.

E per quanto sorprendente possa essere, per quanto io non ricordi nulla, quella sera io e Damiàn ballammo sulle note di Can't Take My Eyes Of You.

Fu il primo momento che passammo senza voler tirarci i capelli, e fu stranamente piacevole.

You're just too good to be true

-Hai bevuto così tanto?- domanda avvicinandosi al mio orecchio per la musica troppo alta.

Can't take my eyes off of you

-Forse un po'- grido alzandomi sulle punte per raggiungere il suo orecchio.

You'd be like Heaven to touch

-Non direi- dice, e io scoppio a ridere mettendo le mani sulla faccia e appoggiandomi su di lui per riavere equilibrio.

I wanna hold you so much

Non stavo bene.

At long last, love has arrived,
And I thank God I'm alive

You're just too good to be true
Can't take my eyes off of you.

Volteggiai su me stessa per poi prendergli la mano calda e farlo con lui, non sapeva ballare, ed io ero peggio di lui, per lo meno da ubriaca.

I love you, baby.

Ripresi a muovere tutto il corpo senza un vero senso logico, mentre vedevo il sorriso di Damiàn espandersi sempre di più.

And if it's quite alright
I need you, baby

-El, va tutto okay?- grida, ma non ce la feci a rispondere, ebbi uno sforzo di vomito e misi immediatamente le mani davanti alla bocca, iniziai poi a correre per cercare un bagno.

La gente ballava e quindi mi riusciva difficile caminare senza urtare qualcuno, avevo bisogno d'aria, ma la mia sbadataggine mi fece cadere su qualcosa di liquido sul pavimento tra le persone che ballavano, ebbi un altro sforzo di vomito mentre la me ipocondriaca pensava a cosa potesse essere e a chi l'aveva bevuto, qualcuno mi aiuta a rialzarmi e mi guida verso l'esterno, dove mi fermo a decidere tenendomi in equilibrio sulla porta se dover andare in un bagno o a sedermi, ma Damiàn decide per me, e mi tira verso un divanetto all'esterno.

-Hai bisogno di un bagno?- cerca di domandare mentre sentivo le sue mani calde prendermi la testa e facendomi poggiare sullo schienale. Alla domanda, nego con la testa tenendo gli occhi serrati- Cos'hai bevuto dopo?

Avevo perso il conto, dopo la bevanda al cocco e la tequila ne avevo presi minimo altri due, e sinceramente, non mi reggevo più sulle mie stesse gambe.

-Una bevanda al cocco- rispondo pentita sul punto di svenire.

-Si, intendo dopo.

-Un'altra bevanda al cocco- ripeto- Ah no, era un'altra cosa.

-Ovvero?

-La casa di Barbie.

-Tu non stai bene- conclude.

-Davvero, casa di Barbie!

-Non penso che esista un drink di nome "Casa di Barbie".

-Malabù!- esclamo.

-Malibù?- chiede-Stai scherzando? Non dovresti nemmeno toccarla quella roba se questo è l'effetto che ti fa l'alcol- dice con cautela.

-All'inizio non sapevo che fosse alcolica, l'ho scoperto dopo- spiego ancora ad occhi chiusi mentre mi accomodo meglio sul divanetto.

-È un superalcolico del cazzo, come fai a non saperlo?

-Senti, era buono e l'ho bevuto, ora..- ebbi uno sforzo di vomito xhe mi fece contorcere in due, ma non cacciai nulla, stavo solo male.

-El, andiamo in bagno, ora.

Scoppiai a ridere, in un altro momento avrei risposto, ma furono i miei occhi a parlare divertiti.

-Andiamo, non in quel senso- chiarisce.

-Mi hai chiamata El.

-No- nega.

-Si che l'hai fatto.

-No che non l'ho fatto- continua- l'unico posto in cui si può parlare con voce normale è qui, quindi avrai sentito male.

Inizio leggermente a ridere guardando in alto, non sapevo perché, lo facevo e basta.

-Ti prendo dell'acqua?- domanda e io rimango sorpresa dalla sua disponibilità.

-No, grazie- rifiuto girandomi verso di lui e appoggiando il mento sugli avambracci- perché mi stai aiutando?

-Forse perché non voglio averti sulla coscienza nel caso ti accadesse qualcosa?- serro di nuovo gli occhi cercando di rilassarmi.

-Vattene- dico con calma.

-E lasciarti così? Certo che no, se ti succede qualcosa diranno che sono stata l'ultimo ad interagire con te.

-Ho detto vattene.

-Rayos, io non so perché ti sto aiutando e tu mi ringrazi così?

-Ti sono grata per ciò che stai facendo, ma non sono ubriaca, ato benone- afferma con una scarsa credibilità- e Abbie potrebbe essere gelosa.

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