Questione di fiducia

By Ellaa_aa45

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QUESTIONE DI FIDUCIA Per tutti quei bambini che sono cresciuti prima del dovuto. Una mattina di fine settembr... More

T R A M A
P R Ó L O G O
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C A P I T O L O 2
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By Ellaa_aa45

E L L A

Come spazi tu nella mia mente. 
Sei un sarto che cuce e ricuce
le mie speranze..
e dopo non lasci niente per terra.

 La prova del tuo amore?
È solo l'aria che si respira.

—Alda Merini


Amavo la letteratura.

Ho riflettuto varie volte sul perché di questa mia passione, ma nessuna spiegazione è idonea.

Leggere è la via per una strada senza ritorno, è il vivere milioni di vite in una sola, è viaggiare in tanti posti diversi rimanendo nella tua cameretta, una fabbrica di emozioni prodotte da inchiostro su carta, che lasceranno sempre un segno dentro di te.

Ogni libro, ogni parola, è fonte di libertà, libertà di pensiero, è istruzione l'unica cosa che può salvare il mondo.

Chiunque mi vede può pensare che sia una sapientona, una professorina o una persona intelligente, ma la verità è che leggere non mi rende intelligente, mi rende solo meno ignorante.

Mando un messaggio ad Edith per chiederle il numero di Dylan, che stava risultando più simpatico di quanto immaginassi, ma sembra ignorarmi, poi risponde.

Dith:
Non lo avevi già?

Ella:
Nop

Dith:
Non c'è bisogno di fingere El
È stato lui a chiedermi il tuo numero

Ella:
Davvero?
Ma non mi ha contattato

Dith:
Si sarà fatto prendere dalla timidezza
Lui è così


D'improvviso mi viene in mente un'idea.

Ella:
Me lo potresti passare lo stesso?

Ed Edith così fece, mi passò il numero di Dylan, e senza pensarci due volte lo contattai.

Ella:
Hai dato il mio numero a qualcuno

Fu la prima cosa che digitai.

Dylan Cooper:
Dipende.
Chi sei?

Ella:
Ella

Dylan Cooper:
Ma io non ho il tuo numero
O meglio, ora si

Ella:
Edith mi ha detto che l'hai chiesto

Dylan Cooper:
Edith dice tante cose

Ella:
Quindi non l'hai chiesto?

Dylan Cooper:
No

Ella:
Non ti credo

Dylan Cooper:
Non sei tenuta a farlo

Lo sapevo, il mio sesto senso non sbaglia mai.

Ella:
E a chi serviva?

Dylan Cooper:
Non posso dirlo

Ella:
Dylan
Dimmelo

Dylan Cooper:
Serviva ad Harrison
Per chiederti scusa

Ella:
Grazie per aver confermato i miei dubbi
Ma non finisce qua
Ne hai altri da colmare

Dylan Cooper:
Glielo dirai?

Ella:
Forse
Ma non lo dirò ad Edith

Dylan Cooper:
Perché?

Ella:
Perché prima devo sapere una cosa

Potranno essere emotivamente immaturi, ma questi due si amano, e qualcosa mi spinge a fargli aprire gli occhi.

Quindi, si può che non sono riuscita a tirare fuori da Dylan le informazioni che volevo, per oggi, ma solo per oggi.

*****

Edith negli ultimi giorni si comportava in modo strano con me, ed era perché credeva che il suo amico avesse chiesto il mio numero per proprio interesse, ed era palese che Dylan fosse innamorato di lei, non lo faceva notare, questi sí, ma da tanto leggere i libri ho imparato a leggere anche le persone.

Dopo la scuola Am ha accompagnato Liam a casa, mentre io ed Edith siamo rimaste per strada, aveva bisogno di un caricatore dato che aspettava una chiamata importante, e quindi abbiamo dovuto raggiungere Dylan che ne aveva uno portatile.

In quel momento mi pentii di averla accompagnata, la strada era in salita, faceva caldo e dovevo stare dritta per riuscire a tenere la pancia indentro, può sembrare cosa da nulla, ma erano sette ore che lo facevo, non ne potevo più.

Siamo dovute arrivare nell'associazione di calcio dove giocava Dylan, che era decisamente molto più bravo del resto, cosa che non mi aspettavo, abbiamo dovuto aspettare quarantacinque minuti, dato che per colpa mia siamo arrivate giusto all'inizio del primo tempo, per fortuna c'erano delle panchine e ci siamo potute sedere.

Al termine della partita, Edith andò a frugare tra le cose del suo amico per cercare il caricatore, mentre lui, stanco, si asciugava il sudore e finiva la seconda bottiglietta d'acqua.

Correva come un ratto in fuga, in senso positivo. Rimasi sorpresa dell'intimità che avevano quei due, per andare addirittura a frugare tra le sue cose.

—Avete molta confidenza tu ed Edith— noto.

—Forse— risponde lui.— Sembri più esausta di me.

—È per la salita— chiarisco, poi mi siedo di lato, vicino a lui ma non troppo, non solo per non dare brutte impressioni, ma perché era sudato fradicio, e a me fa un po' schifo —Siete mai stati qualcosa in più?— domando di scatto mentre Dylan beveva, e sentendomi stava per strozzarsi.

—Era questo quello che volevi sapere ieri?— chiede.

—Forse— rispondo imitandolo, lui mi guarda, poi guarda ciò che ha di fronte.

—Immaginavo.

—Hai intenzione di rispondermi o no?

—Credi che ci sia stato qualcosa?

—Credo che ci sia qualcosa, è diverso— rispondo.

—Credi male— insinua lui per poi tornare a bere.

—O forse sei tu che non sai fingere.

—Metti a bada i pensieri Ella— dice sgranchiandosi la schiena per poi guardare in alto, e rimanere col capo in quella posizione— Io ed Edith? Non potrebbe mai accadere.

—Ma vorresti— mi lascio scappare.

—Sei un tantino impicciona.

Aveva ragione, da lì mi fermai e smisi di parlare.

—Bionda, scherzavo— dice guardandomi— Edith è una delle persone più speciali per me, c'è stata in qualsiasi momento— inizia a dire, poi si ferma— mentirei se dicessi che il mio bene si conforma a quello di un migliore amico, ma questo è il mio posto.— spiega, poi mi guarda— E mi va bene. Sempre meglio che non averla nella mia vita.

—E se lei...

—No— dice prima che potessi parlare.

—Si, ma...

—Ho detto di no.

Non sono insistente, non più, perché so che posso dare fastidio, quindi rimasi zitta.

È la loro vita, spero solo che riescano a gestirla nel migliore dei modi.

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