I Temibili 10

By GiulSma

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•Terzo volume della serie Le cronache dei Prescelti Celestiali• «We are here...» Negli Stati Uniti si sta ve... More

Prologo
1|Proprio come Eleven
2|Kitsune
3|Strizzacervelli
4|Di nuovo coi guardiani
5|Il MMantello
6|Chi è L. Degare?
7|Terapia di coppia
8|Team Anti-Killer X
9|Un gelato a marzo
10|L'avventuriera
11|Un pomeriggio col principino viziato
12|Killer X
13|Sebastian
14|Resisti
15|Una pessima babysitter
16|Fuggire dai problemi
17|Biscotto?
18|Necessario per vincere
19|Marta, sei un genio!
20|Petali blu
21|Pagina bianca
22|Segreti
23|Sta succedendo
24|Chiamata alle armi
25|Odi et amo - M&A
25|Odi et amo - R&D
25|Odi et amo - B&J
25|Odi et amo - E & A/S
25|Odi et amo - D & T
25|Odi et amo - G & T
25|Odi et amo - Loro...
26|Salvare i salvatori
27|Requiem
28|Sei il nostro piccolo Sole
29|Harron
30|Pace?
31|Regina dei mostri
32|In viaggio per Zurigo
33|Il succo è la mia debolezza
34|C'è un asino dietro di te! Ah no, è Nicholas
35|Basta bugie
36|Il tempo scorre
37|Impossibile tocco di due dita
39|Non si torna più indietro
40|Non dimenticare le calze
41|Che la missione abbia inizio
42|Φιλία
43|È finita
44|Duo mortale
45|Esprimi un desiderio...
Epilogo
⚜️ Curiosità ⚜️
Ringraziamenti

38|Chiromante

55 6 108
By GiulSma

62 ore 32 minuti 10 secondi mancanti.

Erano le 9:28 a Roma e le 8:28 a Londra, dove Paul cercava goffamente di coprirmi con un grosso ombrello nero.

Le strade brulicavano di londinesi e turisti, tutti con ombrelli scuri a schermarli dalla pioggia. Si muovevano come zombie in processione, seguendo un percorso preciso proprio come stavamo seguendo noi.

Ci eravamo immessi da poco su Victoria Street.
Eravamo schiacciati da enormi palazzi con migliaia di finestre ormai piene di tante piccole goccioline che facevano a gara per raggiungere il fondo.
Se alzavo un po' lo sguardo, superando gli ombrelli e i palazzi, alla fine della strada potevo vedere il London Eye muoversi lentamente. Il Big Ben doveva essere più a destra, ma per ora era celato dietro la vastità di quei palazzi.

Paul sembrava a suo agio a camminare in quei marciapiedi nonostante fossero pieni di persone. D'altronde quella era la sua città, il suo piccolo regno. Ne conosceva ogni angolo. Mentre camminavamo ci raccontava dei posti migliori dove mangiare o dove riposarsi. Riempì me e Viola di nomi di vie, negozi, parchi, musei e stazioni.
Era felice di aver avuto l'occasione di portarci lì, glielo leggevo negli occhi.

Arrivati alla fine della strada, ad accoglierci c'era il meraviglioso edificio bianco simile a un castello gotico dell'Attorney General's Office.
Rimasi stupita dalla quantità di biciclette di tutti i colori e dimensioni possibili e immaginabili parcheggiate dietro una lunga ringhiera proprio sul fianco della struttura.
A chi appartenevano? E soprattutto, perché metterle in un luogo del genere?

Frenai la curiosità e cercai di restare al passo con Paul e Viola. Ringraziai mentalmente che ci fosse tanta gente che bloccava le strade e obbligava ad avanzare lentamente, altrimenti avrei dovuto correre per stare dietro ai due guardiani. Loro due erano alti, un passo loro equivaleva a due passi miei, forse anche tre.

Entrammo in una piccola piazza triangolare creata dalla facciata principale dell'Attorney General's Office e il Santuario di San Edoardo il Confessore.
Mi sentivo minuscola in una città piena di edifici giganteschi. Chissà come si dovevano sentire quelli che ci vivevano. Ma che dico, loro probabilmente ci avevano già fatto l'abitudine.

Basta prendere Paul come esempio. Anche se il suo sguardo brillava di meraviglia nel vedere la sua città animata da tutte quelle vite sconosciute, molte di quelle costruzioni non avevano lo stesso effetto che magari avevano su di me o su Viola.

Proseguimmo per quella stradina e finalmente ecco il Big Ben, ma la chiromante dov'era?
Ci fermammo nel parchetto triangolare di fronte alla chiesa medievale di San Margaret.

Il terreno era fangoso e io avevo delle scarpe da ginnastica, non degli stivaletti come Viola o delle scarpe impermeabili come quelle di Paul. Ma non era quella la mia maggiore preoccupazione, il problema era trovare la persona che mi avrebbe permesso di parlare un'altra volta con l'Avventuriera.

«Quindi? Dove si trova?» chiese Viola, portando le mani sui fianchi.

Paul mise una mano fuori dall'ombrello e lasciò che venisse toccata da tante piccole goccioline gelate. Gli doveva piacere molto la pioggia di Londra.

«La mia fonte mi ha detto che si trovava qui vicino» riferii.

«Poteva essere più specifica, non credi?» si lamentò Viola. Riuscivo a vedere la sua frusta nascosta con cura dentro il cappotto.

«Ha rischiato molto dandomi questa informazione. Lei appartiene all'Ordine, proprio come lo apparteneva la chiromante. Non so come funziona lì, ma sembrano essere piuttosto intransigenti con i traditori»

«Mai come i Celestiali. E noi saremmo i "buoni"...»

«Hai ragione» intervenne Paul. «La società dove viviamo è sbagliata, basti pensare al modo in cui governa il Consiglio o alla crudeltà di Harron nei confronti di decine di piccoli guardiani innocenti. È tutto sbagliato, ma non possiamo fare nulla. Siamo solo dei ragazzi, loro non ci ascoltano e non ci ascolteranno mai e sapete perché? Orgoglio. Gli adulti, specialmente i membri del Consiglio, hanno un orgoglio smisurato che sfocia nell'arroganza e nella presunzione di sapere sempre tutto. Persone così non sono tagliate per governare, non portano al progresso, rimangono fermi secondo le vecchie ideologie e non lasciano spazio alle nuove. Ma ovviamente, se si fa notare una di queste cose, si viene zittiti e, nel migliore dei casi, imprigionati. Le menti libere non piacciono a nessuno... e Gregorio era una mente libera» Abbassò lo sguardo. «Non ci credo che sia stato il Mezzosangue a ucciderlo. Non mi bevo quelle stronzate che ci rifila il Consiglio. Lo hanno ucciso loro, perché ci ha resi liberi e capaci di pensare con le nostre teste. E ora, per paura che possano perdere il controllo su di noi, ci stanno costringendo a subire la tirannia di Harron Strike» E poi aggiunse a bassa voce: «Sono tutti marci... assassini... ce lo hanno portato via...»

Viola lasciò cadere l'ombrello e lo abbracciò, baciandolo in mezzo al parco, di fronte ai miei occhietti da terza incomoda.
Sorrisi imbarazzata e mi allontanai di un passo.

Raccolsi l'ombrello lasciato a terra e lo usai per coprirmi. Amavo la pioggia, ma odiavo quando mi inzuppava i capelli e mi andava negli occhi.
Londra stava piangendo, e Paul si era aggiunto alla tristezza della sua città.

Non lo avevo mai visto in quello stato. Si era fatto forza per tutto quel tempo senza mai versare una lacrima, nemmeno al funerale di Gregorio e Frederich. Solo in quel momento si era lasciato andare, crollando tra le braccia della sua fidanzata.

Commovente...

"Porta rispetto, sono tristi"

Oh, mi spiace, ma conosco dolore peggiore della perdita di qualcuno. Sai, la morte non è molto gentile...

"Dimmi cosa vuoi"

Innanzitutto, tu non potresti mai fare nulla per me, semmai il contrario, e comunque volevo farti notare che la chiromante che stai cercando non è qui...

"Come se non lo avessi notato"

Vuoi o non vuoi il mio aiuto?

"Sì, uffa, dimmi cosa sai"

Ora mi sono offesa...

"Non sapevo che i fantasmi fossero in grado di offendersi"

Oh, sono anche in grado di fare questo:

Sentii un dolore, come quello di un pizzicotto, sul braccio. "Ahia! Ehi! Cattiva..."

Ora mi ascolti? Il destino tuo e dei tuoi amici dipende da questo. No Avventuriera: no vittoria, ricordalo...

"Va bene, va bene... Sai dov'è?"

La voce ridacchiò malignamente.

"Ehi, che c'è di divertente?"

Niente, stavo ascoltando i pettegolezzi dei miei colleghi fantasmi. John ha divorziato per la milletrecentoquattordicesima volta, uno spasso. Comunque, la chiromante-

Un forte botto fece tremare il terreno. A primo impatto pensai che fosse stato un tuono, poi mi accorsi del fumo che stava salendo nel cielo nonostante la pioggia.
La voce, dov'era finita?

"Ehi? Dove si trova? Voce? Fantasma? Mi senti?"

Era scomparsa, forse aveva avuto paura o forse c'era qualcuno in ascolto. Con la coda dell'occhio notai un'ombra muoversi furtivamente verso di noi.
Sentii il suono di una lama che veniva estratta e reagii appena in tempo.

Ametron aveva risposto immediatamente ai miei comandi, salvandomi la vita dal mio aggressore. Indossava la veste blu e la maschera d'argento dell'Ordine. E così ci avevano seguiti per tenderci un'imboscata, l'esplosione era stata solo un diversivo.

Ridussi la distanza tra me e l'alchimista, lo afferrai per il braccio che teneva il coltello e lo disarmai.
Ma poi lo vidi estrarre un sacchetto nero con una piccola miccia. «Lunga vita all'ordine» sibilò. Sfregò la miccia sul metallo della maschera.

Partì una scintilla.

«Viola, Paul, allontanatevi!» gridai, ma loro avevano già provveduto.

Tirai una gomitata in faccia all'adepto, rubai la bomba e la lanciai verso un punto vuoto. Numerose zolle di terra schizzarono in aria.
Buttai a terra l'aggressore e gli strappai con violenza la maschera dal volto.

«A-Andrew?»

No, non era lui. Il suo volto mutò. Un momento prima era Andrew, ora era Marisol. Trattenni il fiato stupita, poi il volto cambiò ancora. Passò da Marisol a Thomas, da Thomas a Bryn, da Bryn a Shirley e infine diventò Eleonora.

«Sorpresa?» chiese con un ghigno.

«Ma cosa...»

«Giulia!» urlò Paul. «È un mutaforma del Quinto Regno!»

«Muta... forma?»

Il volto cambiò un'ultima volta. Un paio di occhi affilati come quelli di un serpente si posarono su di me, stregandomi con la loro bellezza. Erano di un verde intenso, sovrannaturale, che faceva contrasto con i capelli rosso scuro e la pelle grigia come il cielo di Londra, costellata di tatuaggi simili a rampicanti che gli correvano lungo il collo.
Ma ciò che mi stupì di più erano le sue orecchie appuntite, piene di orecchini d'argento tondi e sottili.

«Madame Daleen sarà felice di incontrarti» ghignò.

«Chi è Madame Dalan?»

«Madame Daleen» mi corresse. «Comunque, pensavo che foste venuti per lei, no? Vi sta aspettando»

Viola scoccò in aria la sua frusta. «Hai tentato di ucciderci»

«Touché, volevo solo mettervi alla prova» Posò gli occhi da rettile su di me. «Ora mi lasceresti alzare? Questa posizione preferirei sfruttarla per altre cose, non so se mi spiego...»

Arrossii schifata e mi alzai immediatamente in piedi. «Sei... sei...»

«Magnifico? Sì, lo sono» Fece un inchino teatrale e poi si mise sull'attenti. «Madame Daleen richiede la presenza della prescelta di Michele»

Paul e Viola avanzarono con me.

«No, solo della prescelta» disse il mutaforma.

«Non se ne parla, non la lasciamo nelle mani dell'Ordine»

«Ma io non sono un vero membro dell'Ordine»

«Ma tu...»

Sogghignò. «Shh sono sotto copertura! Lavoro per Madame Daleen, ma sono anche un apprendista alchimista. Uso una delle mie tante facce. Più guardo nei ricordi delle persone e più facce conosco!»

«E questa è la tua vera faccia?» chiesi.

«Ti piacerebbe che lo fosse?» Mi fece l'occhiolino, prendendomi gentilmente per mano. «Seguimi»

Paul si oppose. «Verremo anche noi»

«Certo che siete degli scocciatori! Non posso mai svolgere il mio lavoro in pace!» Si ingobbì, facendo oscillare le braccia. «E va bene, potete venire, MA rimarrete fuori. L'incontro deve essere solo tra la prescelta e Madame Daleen»

Paul borbottò qualcosa che dovette sembrare parecchio offensivo dato che Viola gli tirò una gomitata per zittirlo.
Lo seguimmo fino ad arrivare ad un tendone rosso incastrato in uno stretto vicolo di Londra.

A quel punto il mutaforma si girò verso Paul e Viola. «Voi aspettate qui, da bravi»

Il guardiano ringhiò in tutta risposta, portando lo strano individuo a guardarmi preoccupato. «Fa sempre così lui?»

«No, sei tu che lo irriti» risposi.

Ghignò portandosi la mia mano al petto. «Adoro la tua sincerità»

Lo spinsi indietro disgustata. Quale razza di mente perversa poteva mai avere quel tizio?

«Non fare quella faccia, ho sedici anni... in una delle mie tante forme, sono perfetto per te!»

«Ma anche no!» Sospirai. «Portami da Madame Daleen, per favore»

«Va bene, ma ricordati che poi vorrò un compenso» Ridacchiò posando lo sguardo sui miei jeans.

«Il tuo compenso sarà non ritrovarti una lama nel petto»

«Sono un abile spadaccino, nessuno è mai riuscito a battermi, men che meno a infilzarmi»

«Io ti ho battuto»

Finse uno sguardo stupito. «Oh, davvero?»

Assottigliai gli occhi. «Mi hai fatta vincere, quindi»

«Sì. Ti immaginavo più abile, invece lotti peggio dei bambini nel mio vecchio villaggio»

Non mi diede neanche il tempo di urlargli contro che mi spinse dentro la tenda, in una piccola zona d'ingresso priva di qualsiasi arredamento. Un altro drappo, questa volta persino più spesso del precedente, ci divideva da Madame Daleen.

Il mutaforma mi cinse la vita con le mani, appoggiando il petto contro la mia schiena. Le sue labbra erano a due centimetri dalle mie orecchie. «La regina ti porta i suoi saluti» sussurrò. «E io ti porto i miei...» Sentivo il suo respiro caldo sul collo.

Lo scansai immediatamente senza dosare la forza, e lui finì a gambe all'aria.

«Pezzo di cretino, ma che diamine fai?! Ti sembra modo? Che schifo!»

Disgustata, aprii immediatamente la tenda.
Venni subito travolta da una forte zaffata di incenso. A volte mia madre lo accendeva per profumare l'aria dopo aver cucinato, ma questo... questo era esagerato.

Mi tappai il naso tossicchiando un po' e mi guardai intorno.
Da dentro, il tendone appariva molto più grande che da fuori. Il mio sguardo analizzò attentamente i disegni dei tappeti persiani, un intreccio di ghirigori che per me non aveva alcun significato, poi si spostò su un paio di candelabri a sette braccia che illuminavano la tenda e infine si posò su un bancone di legno.
Dietro quello notai una donna dall'aria concentrata.

Teneva gli occhi chiusi mentre, con le mani ricoperte di anelli dalle pietre fin troppo grandi, toccava una sfera viola in cui turbinava una piccola tempesta.
Provai a non fare caso al suo vestire un po' bizzarro: lunga e larga maglia arancione scuro, riempita di ghirigori fatti con un filo d'oro. E ovviamente non poteva mancare il girocollo dorato che sembrava pesare almeno mezzo chilo tanto era grande.

Le candele sfrigolarono e lei aprì improvvisamente gli occhi.
Trattenni il fiato per non urlare dal terrore: non ce li aveva.
Al loro posto c'erano due cavità scure e profonde come l'abisso.

«Ti stavo aspettando...» disse. Le sue labbra erano così secche che mi stupì non vederle sgretolarsi quando aveva parlato.

«Ho bisogno di-»

«Creare un collegamento con l'Avventuriera, una ragazza che hai incontrato solo nella dimensione onirica. Sì, io so tutto»

«Ma come...»

«Posso leggere l'anima delle persone. È in quella che sono contenuti i ricordi e le emozioni»

«Io pensavo nel cervello...»

La donna sembrò infastidita. «E secondo te dove si trova l'anima?»

«Oh...»

La donna prese un grosso respiro e mi indicò un letto di fianco a lei. «Sdraiati, inizieremo subito. Prima il lavoro, poi parleremo del mio compenso»

"Di certo sarà migliore di quello che voleva quello stupido tizio grigio" pensai.

«Sì, immagino che sarà meglio di quello che desidera Kaelyar»

Sentendosi chiamato, il mutaforma entrò nella stanza salutandomi vivacemente con la mano.

«Lei può sentire i miei pensieri?»

La donna sorrise. «Posso fare molte cose. Un tempo le usavo per conto dell'Ordine, ora cerco di aiutare la gente in tutti i modi che posso»

«Perché ha lasciato l'Ordine?» Marisol me l'aveva già detto, ma volevo sentirlo da lei.

Il suo sorriso si spense. «C'era qualcuno con un cuore troppo oscuro, le sue energie erano così negative che non riuscivo a sopportarle, e pensa che ero abituata a quelle dello Stregone Cremisi che non sono poco» Appoggiò il palmo della mano sulla mia fronte. «Ringrazio che non abbia più i suoi poteri»

«E se li risvegliasse? La Mano della Morte potrebbe-»

«Non ci pensiamo ora. Rilassa i muscoli»

Obbedii. Era difficile rilassarsi quando un mutaforma in pieno periodo ormonale mi stava fissando intensamente, come a voler entrare lui nella mia mente al posto della donna, ma ci provai lo stesso.

Chiusi gli occhi, sentendo la lieve pressione del palmo sulla mia fronte e mi abbandonai al sonno.

༺ 𓆩♱𓆪 ༻

Sopra un cumulo di macerie vidi l'Avventuriera.

Sembrava preoccupata anche lei, come se avesse intuito già il motivo della mia visita. Nonostante ciò giocherellava sopra i detriti, cercando di mantenere l'equilibrio.

«Ho bisogno del tuo aiuto»

«Ecco, lo sapevo che questo momento sarebbe arrivato prima o poi...»

Saltò giù, atterrando a pochi passi da me. Sembrò analizzare il mio volto con i suoi luminosi occhi dorati, celati nell'ombra del suo cappuccio verde.

«Sembri più matura...» disse.

«Forse perché sono più consapevole di quel che sta accadendo. Ho bisogno del tuo aiuto, Avventuriera, ho bisogno di sapere dove sei. Ci servi, devi combattere il Mezzosangue, tenerlo impegnato mentre noi cerchiamo il Giglio Blu del Paradiso»

Incrociò le braccia. «E perché dovrei farlo?»

«Ti prego... ti prego, Avventuriera, io non so che altro fare. Senza di te ad aiutarci potremmo... potremmo perdere. Morirei senza aver avuto il tempo di vivere veramente»

Sospirò. «Ciò che ti sto per fare è un grande favore, lo sai?»

«Sì»

«Va bene, allora ti aiuterò. Ma il mio aiuto ha delle condizioni» Mi diede le spalle mentre tutto il paesaggio iniziò a cambiare.

«Uno: basta chiamarmi Avventuriera, quello è il mio titolo, il mio ruolo, insomma, il mio nome è Morgan»

«Due: nessuno, e dico, nessuno dovrà venire a conoscenza della mia vera identità e della mia posizione attuale. Ci tengo ai miei nascondigli, non voglio che il Mezzosangue li scopra e li distrugga quindi acqua in bocca, mi raccomando. E tre...»

Si tolse il cappuccio.

«Seguimi»

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