Redamancy: "L'Amore che ritor...

By AnnabelBlack129

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"Ho perso tutto, ogni cosa io abbia mai amato, mi è scivolata tra le dita, come sabbia in un giorno di vento... More

.Prologo.
.Capitolo 1.
.Capitolo 2.
.Capitolo 3.
.Capitolo 4.
.Capitolo 5.
.Capitolo 6.
.Capitolo 7.
.Capitolo 8.
.Capitolo 9.
.Capitolo 10.
.Capitolo 11.
.Capitolo 12.
.Capitolo 13.
.Capitolo 14.
.Capitolo 15.
.Capitolo 16.
.Capitolo 17.
.Capitolo 18.
.Capitolo 19.
.Capitolo 21.
. Capitolo 22.
.Capitolo 23.
.Capitolo 24.
.Capitolo 25.
.Capitolo 26.
.Capitolo 27.
.Capitolo 28.
.Capitolo 29.
.Capitolo 30.
.Capitolo 31.
.Capitolo 32.
.Capitolo 33.
.Capitolo 34.
Spazio autrice
.Capitolo 35.
.Capitolo 36.
.Capitolo 37.
.Capitolo 38.
.Capitolo 39.

.Capitolo 20.

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By AnnabelBlack129

<<Sirio, su! Mi stai facendo impazzire...>> sbottò Agnese, con la forchetta carica di lasagna in mano:<< ...un boccone, non ti sto chiedendo molto, forza! UNO di numero!!!>> cercò di suonare severa, anche se la sua preoccupazione la tradiva, avvicinando il cibo alla mia bocca, ma io mi ero impuntato, così storsi le labbra e girai la testa di lato.

Mi ero imposto che non avrei mangiato, e manterrò la mia parola, costi quel che costi! Dovrà prima o poi stancarsi di me questa donna no? Volevo farla esasperare, esaurire, rimpiangere persino di avermi conosciuto, figuriamoci essersi presa cura di me. Rinuncerà a questa impresa che è starmi dietro?!?
Lei sbuffò spazientita, abbassando per un attimo la materna arma d'offesa:<< sono quasi 3 giorni che non mangi nulla, non puoi continuare così! Hai un fisico massiccio, che necessita di cibo, e sei pure in fase di guarigione... hai bisogno di mettere su nuova ciccia se non vuoi che il tuo corpo usi la tua per rigenerarsi!>> mi sgridò amorevolmente, cercando ancora di nutrirmi, ma senza successo.
Mi alzai da tavolino, andando a buttarmi sul divano, scappando da quella scenetta come un bambino di 5 anni costretto a mangiare i broccoli.

Da quando c'era stata la scenetta con il peluche a leoncino, pensieri sempre più neri mi avevano contaminato il cervello, rendendo per me impossibile uscire da quello stato depressivo: era come se mi fossi autoconvinto di non meritare nessun tipo di affetto, figlio bastardo, assassino e cinico com'ero, e che l'unico modo dignitoso per continuare a vivere era da solo, senza nessuno, perchè altrimenti sarei stato la rovina di chiunque mi avesse amato.
Insomma i miei genitori mi avevano amato, e sono morti, Tito mi aveva amato, ed è morto, Selene mi aveva amato a tal punto da provare ad avere dei figli con me, e non solo ha sofferto a causa degli aborti, ma le è venuto un tumore ed è morta, ci manca solo Agnese.... o meglio lei....lei per poco non la ammazzo io quella sera.....
Insomma c'è un pattern, sono di certo io il problema!

Per questo il mio piano era quello di allontanarla a forza prima che fosse troppo tardi. Non potevo andarmene io da solo, certo che no, doveva essere per forza lei a buttarmi fuori, così da convalidare la mia tesi che nessuno m'incula!
Non a caso il leoncino è rimasto sul comò, intoccato, non vorrei si sciupasse, qualora lei lo volesse regalare alla nipotina o ad altri, perchè io so bene di non essere degno di un regalo così ricco di affetto, impegno e sacrificio....
Sentii Agnese sbuffare disperata, ma non perse l'occasione per sgridarmi un altro pò:<< ho capito, vuoi farti morire di fame!Tanto lo so che questa non è depressione, ma è qualcosa che la tua testaccia dura ha partorito giusto per rovinarti un altro pò la vita....il cibo ti piace troppo per darti allo sciopero della fame senza motivo!>> disse, mentre sistemava i piatti. Non aveva tutti i torti....

<<mi sembrava di averti avvisato che ho una mente brillantemente del cazzo a riguardo....>> borbottai. Lei si bloccò dal sistemare la cucina, e anche se le stavo dando le spalle, potevo percepire l'occhiataccia che mi stava rifilando:<< Non. Cominciare. Ad. Insultarti. Senza. Motivo..... DI NUOVO!>> scandì severa: <<....o è la volta buona che ti faccio rinsavire a modo mio!>> mi minacciò.
Brontolai un altro pò scocciato, giusto per darle noia, come se non stessi prendendo sul serio quello che mi stava dicendo. E infatti ottenni una reazione molto coerente da parte sua, anche se non quella che speravo io: Agnese infatti avanzò veloce verso il divano dove mi trovavo rannicchiato, si sporse dallo schienale per rifilarmi uno schiaffo sul sedere da farmi scattare e mettere seduto.

<<AHIO! MA SEI.....>> le urlai, ma Agnese tagliò corto e non ci mise molto a farmi capire che questo "simpatico" gioco tra me e lei stava per finire esattamente come la sua pazienza:<< ascoltami bene: io non so cosa ti sia preso, rispetto il fatto che tu stia male, sia dolorante, abbia sicuramente fame e questo so molto bene quanto ti renda scorbutico e dulcis in fundo hai chissà cosa per la testa in questo momento per farti comportare così, non mi fa specie nè mi da fastidio che un uomo di 36 anni faccia tutti questi capricci, per la cronaca, quindi continua pure che tanto non mi smuovi di lì....MA ti avviso che se continui a mancarmi e a mancarTI di rispetto, io poi perdo la pazienza, e questo schiaffo è solo un assaggio di quelli che prendi se non ci dai un taglio, intesi?>> mi sgridò, con voce calma ma di certo arrabbiata.
Guardai altrove non abbassando lo sguardo per non dagliela vinta: più cercavo di togliermela dal cazzo, più lei si stringeva a me, come se fosse fatta di colla. Anche se mi era presa un pò di strizza, non l'avevo mai vista così arrabbiata.

Lei decise di lasciar perdere, per ora, e tornò a sistemare le sue cose, abbandonandomi a me stesso e i miei pensieri. Erano giorni che gliene combinavo di ogni e lei ancora insisteva a volersi prendere cura di me!!?!
Non capivo, e meno capivo più mi arrabbiavo! Io con i ragazzi avrei......... non importa..........
Decisi di voler vedere se davvero alla fine della sua pazienza c'era veramente ciò che diceva lei, o se finalmente mi avrebbe chiesto di fare le valigie e levarmi dal cazzo.
Ma avevo bisogno del momento ideale per far si che funzionasse ...

<<.......insisti a volerti prendere carico dei miei problemi, rischiando costantemente morire e farti male, avendo a che fare con un bastardo problematico in preda a crisi e psicosi, io non capisco se sei scema o semplicemente masochista!>> lanciai questa bomba dopo un paio d'ore, avendo sapientemente ragionato a come includere tutto quello che pensavo, e sapevo l'avrebbe fatta infuriare, in poche frasi, mentre lei si era messa a ricamare un bavaglino rosa nella poltrona davanti al divano, ovviamente perchè le avevo impedito di sedersi accanto a me.

La vidi sbuffare e abbassarsi gli occhiali con fare drammatico:<< cosa devono sentire le mie orecchie! Tu non sei un problema, nè un peso nè nulla di simile: sei traumatizzato, ferito e arrabbato con il mondo, e a me sta bene prendermi cura di te.... poi non sono nè scema nè maschista, ti voglio un mondo di bene, è diverso!>> disse senza smuoversi, tornando a ricamare tranquillamente. Ovviamente quell'ultima frase aveva fatto più male del dovuto.....
Non era abbastanza, dovevo aizzarla di più!
<<...vallo a dire al tuo secondo marito....>> dissi con un filo di voce, abbastanza da farmi sentire.
Il gelo calò nella stanza, "è fatta!" Pensai stupidamente: "adesso lei mi butterà fuori e avrò ragione io che nessuno mi ama nè potrà mai amarmi!" Il mio cervello davvero credeva che questo ragionamento fosse intelligente.....

Agnese mi guardò, arrabbiatissima, stavo davvero mettendola alla prova, e lei non tardò a darmi un ultimatim:<< tu oggi stai davvero premendo tutti i pulsanti giusti per farmi incazzare Sirio! Ti avverto, alla prossima frasetta, commento o insulto, metto io fine a questa messa in scena, chiaro? Ti tratto come se tu fossi mio figlio, è per questo sei pericolosamente vicino a vedere l'altro lato di mamma Agnese. Ultimo avvertimento!>> mi rimproverò, alzandosi per andarsi probabilmente a fare una tisana per calmate i nervi.
<<...di farmi da madre non te l'ha chiesto un cazzo di nessuno...>> borbottai con un filo di voce, ma lei fece finta di non sentire, ma sapevo che mi stava ascoltando perchè stava gradualmente facendo sempre più rumore man mano che i miei insulti sussurrati.

Non so cosa mi fosse preso, era come se le sue parole avessero acceso una fiammella, volevo sfidarla e testare quanta verità di fosse nelle sue parole, se davvero la sua sopportazione di me nascesse dall'affetto e non da qualche compresso da crocerossina. Volevo davvero vedere cosa serbasse per me l'altro lato di """"mamma Agnese""""".
Ma anche a darle della "troia" sottovoce, lei non si era ancora sporta verso il mantenimento di quella famigerata promessa. Sembrava anzi che, come sempre, il mio malumore non la scalfisse...
Sbuffai, incazzato con lei come mai prima di allora, così sul punto di rinuciare al farla infuriare, sussurrai:<< ...era meglio per tutti se morivo quel giorno...>> e forse proprio quella sincerità non voluta nelle mie parole scatenò l'ira di Agnese:<<OH NO, QUESTA NO!>>

Mentre un brivido mi percorreva la schiena, consapevole di aver fatto arrabbiare la persona più calma e dolce del mondo, lei a passo rapido si dirigeva verso di me. Ecco l'ho fatta incazzare...
Alzai il mento con fierezza, pronto ad affrontarla:<< forza, fai la tua scenetta da mammina arrabbiata, prendimi a schiaffi!>> dissi, come se fosse la cosa più tranquilla del mondo venir preso a manate. Ero stato preso a frustate, a calci, a pugni, a colpi di canna e bastone, non mi facevano di certo paura...che cosa?....due schiaffetti in faccia? HA, no di certo!
Ma lei aveva progetti ben diversi per me e la mia insubordinazione:<< ti piacerebbe! No signorino, ti comporti come un bimbo di 5 anni, le prendi come un bimbo di 5 anni!!>> mi disse, arrabbiata come non l'avevo mai vista.

Prima che io potessi effettivamente processare cosa mi stava dicendo, Agnese mi afferrò con forza per l'orecchio e iniziò a tirare, costringendomi a seguirla come se fossi al guinzaglio:<< AHIA! AHIA! MOLLA LA PRESA, MI STAI FACENDO MALE!>> Sbottai, colto alla sprovvista, ma presto il dolore venne sostituito dallo stupore quando mi accordi di essere steso sulle sue ginocchia!

FERMI TUTTI!!! OH NO! Oh no..... No, no, NO!!!!

Cercai immediatamente di tirarmi su, ma Agnese ne sapeva una più del diavolo, infatti mi prese per il braccio sano e me lo bloccò dietro la schiena, e l'altro braccio, essendo dolorante e ingessato, non poteva di certo sorreggere il mio peso, impedendomi di sollevarmi da quella posizione.
Quando mi resi conto di non poter scappare, cercai di dissuaderla, dando la colpa al dolore, alla depressione, al fatto che ero malato e tutto quello che mi passava per la testa. A poco servirono le mie scuse quando una pioggia di schiaffi si scaraventò sul mio culo, protetto solo dal pigiama!
E facevano pure un male cane!! Era letteralmente come se Agnese avesse deciso di prendermi a mazzate con una padella bollente!
<<ora sì che ti sistemo io! Sono stata zitta fin'ora, ma adesso hai superato il limite...>> disse, riempiendomi di sculacciate.

Con tutto quel dolore e l'essere immobilizzato, dolorante, malaticcio e imbarazzato, io......io non ero in preda al panico?!? Insomma con tutti gli abusi che avevo subito, chiesi a me stesso, tra uno sculaccione e l'altro, perchè non stessimo iperventilando in preda a ricordi di qualsivoglia natura abusiva.
Ma più mi concentravo su quell'azione, di essere sdraiato dulle ginocchia di Agnese a prendermi una, diciamo meritato, batosta, più una sensazione di calore di diffondeva dentro di me.
E no, non proveniva dal mio sedere che si stava arrossando!

Rifrettendo mi resi conto che era la prima volta che mi trovavo in una posizione simile, il dolore che stavo provando era intenso, ma non insopportabile, qualcosa nella mia testa mi diceva che se mi fosse venuto un attacco di panico o simili lei si sarebbe fermata, e che nonostante mi stesse tenendo bloccato, potevo lo stesso muovermi un pò e respirare. Io ero sempre stato picchiato o in piedi, o appoggiato al muro o a una scrivania, o peggio rintanato in un angolo, e quando mi tenevano fermo, ero inerme e non potevo fare nulla, a malapena respirare qualche volta...

Mi rilassai, per quanto potessi durante una sculacciata, e mi lasciai andare: nonostante tutti i miei tentativi, anche molto poco ortodossi, per sbarazzarmi di lei, Agnese si era messa alla fine a fare la cosa più naturale di tutte: farmi da madre. Per quanto io pensassi che non mi meritavo quell'affetto e attenzioni, che non c'era posto per me per avere qualcuno che mi amasse, eccola lì, a prendermi a sculacciate per rimettermi con la testa nel posto giusto.
<<ahi ...>> sussurrai, stringendo i denti. Mi stava effettivamente facendo un parecchio male!
<<ahi un corno!>> mi rimproverò, fermandosi un attimo:<< non puoi ogni volta che ti prende la depressione o il periodo giù, darti addosso e insultarti così! Mandi in fumo tutti i progressi che hai fatto.... ma che diamine ti è passato per la testa stavolta? Quale abominio sei riuscito a partorire? Che non ti voglio? Che mi stai sulle palle?? No sentiamo...>>

Si era messa comoda, con la mano destra appoggiata alle mie natiche bollenti, giusto per ricordarmi che quello era il prezzo della mia insoburdinazione, e la mano che mi teneva ferma era finita a stringere con sicurezza la mia, per darmi sostegno.
Presi un respirone profondo, cercando le parole:<< sto solo cercando di farti un favore... fidati ...>> e secondo voi, io glielo avrei detto così che mi passa per la testa?
Manco per il cazzo!
<<Sirio, fidati tu di me, stai solo cercando di metterti ancora un altro pò nei guai! O sputi il rospo, o te lo faccio sputare io!>> mi minaccio con tanto di quell'amore nella voce da farmi più male degli schiaffi.

<< io non ti voglio sulla coscienza!>> le sbottai contro. Agnese sbuffò scocciata, esaurita dalla mia testardaggine:<< come vuoi tu! Passiamo alle maniere forti....>> mi disse, tranquilla come se non avesse tra le mani un mostro omicida.
Maniere forti?!? Che c'è di più forte di una sculacciata in piena regola???
Purtroppo per me, scoprii presto che Agnese non si fa davvero nessun tipo di scrupolo o problema quando si parla di "dare una lezione", e infatti alzò la gamba per sollevare il mio culo per aria, senza nessun imbarazzo mi abbassò il pigiama e andò dritta a far piovere schiaffoni sull'attaccatura delle cosce, il punto più doloroso in assoluto!

Non mi passò neanche per la testa di imbarazzarmi, tempo 6 schiaffi, ed ero già a chiedere venia:<< VA BENE! Te lo dico, te lo dico!>> le urlai, aspettando che la sua ira si placasse. Con calma, e un altro paio di sculaccioni da lasciare la stampa giusto per promemoria, si fermò:<< vuoi dirmi che ti passa per la testa per essere diventato così antipatico?>> mi domandò, per poi aggiungere:<< so bene che quello che è successo da Louis ti ha sconquassato, e non ti vengo certo a dire di piantarla dato che so che "quella" era una cosa molto intima e tua. Io parlo di questi ultimi 3/4 giorni che ti sei dato allo sciopero della fame tipo Mahatma Gandhi....>>

Sospirai, non potevo più nascondermi ormai, o mi avrebbe fatto veriddio capire che mi voleva bene come una madre a ritmo di sberle:<< è stato proprio delle cose che ci siamo detti quel giorno che hanno scatenato...."""Questo"""".... io>> cercai di dirglielo, ma era davvero difficile. Avevo paura della sua risposta e reazione, ma in cuor mio sapevo come sarebbero andate le cose:<< ....insomma cerca di capire quello che sono, ex-soldato, che ha commesso parecchi crimini non da poco, ha vissuto la sua vita da solo con tanto di promemoria costante che ero il figlio di nessuno. È normale che il mio cervello si chieda "che cazzo vi fa lei a prendersi cura e ad amare uno come te". E io ho paura di farti del male. Ho il terrore che anche tu, come tutti quelli che mi hanno voluto bene, faccia una brutta fine, soprattutto per mano mia!>>
Gli occhi mi bruciavano, avevo il cuore a mille e la gola stretta in un origami, parlare con lei di queste mie paure era quasi impossibile, ma ero stato costretto...

<<l'unica brutta fine la farà il tuo sedere se non la smetti di dire queste stupidaggini! Su vieni qui....>> disse per poi sistemarmi il pigiama e tirarmi su con delicatezza per le spalla, accogliendomi tra le sue braccia.
Fui un pò titubante questa volta, spaventato che potesse succedere qualcosa, qualsiasi cosa solo per rovinare questo momento. Non lo so che esplodesse il sole o venisse un inondazione, ma l'unica cosa che accadde fu Agnese che mi strinse a lei, forte, e disse:<< Sirio, questa volta non ti dirò di farmi fare la madre.....ma, ti dico, concedi a TE STESSO di fare il figlio! Va bene avere paura, avere una o più giornate storte, va bene aver bisogno di rassicurazioni e di conforto. Smettila di pensare che ci sarà prima o poi un motivo che mi faccia cambiare idea! Quando fai un figliolo non è che lo cresci per 5 anni e poi ti stufi.... vale lo stesso per te!>>

Io mi ero raggomitolato in braccio a lei, con il viso nascosto sulla sua spalla, vivendo quella situazione come se fosse surreale: solo nei libri avevo letto di queste dinamiche mamma-figlio, e trovarmi lì, con sedere arrossato, in braccio ad Agnese a farmi sgridare e dire la morale, era davvero strano. In una frazione di secondo, tornai a quando ero bambino, nel collegio da solo al freddo, dove la notte mi appoggiavo al cuscino, cercando di immaginare il giorno in cui avrei stretto la mia nuova mamma. Strinsi Agnese più forte, come se volessi essere sicuro che non fosse un sacco di piume e cotone, ma davvero lei, dopo 30anni.

Lei non so come, capì che qualcosa non andava, mi passò la mano tra i capelli con dolcezza:<< tutto bene? Spero per il tuo didietro che tu non stia a distorgere le mie parole per farti venire un altra paranoia...>> disse con dolcezza.
Ridacchiai, strusciandomi contro di lei per una volta senza farmi paranoie:<< no, mi sono bastate queste grazie!>> dissi, scherzando.
Lei mi sbaciucciò un pò la guancia, facendomi calmare un pò, per poi andare dritta al punto:<< quindi....ora che ti è passata la nuvola nera dalla testa, che vuoi fare? Mangi qualcosa adesso o aspetti cena?>> mi propose.
Il mio stomaco rispose per me gorgogliando.

Scoppiammo a ridere entrambi, e Agnese non perse l'occasione per farmi la morale:<< ecco, vedi! Ora chissà che gastrite ti viene, a mangiare come un bue e poi fare ramadan...>>
Lei era incredibile, era riuscita a togliermi ogni paranoia di dosso! Sapevo che non sarebbe durato a lungo, ma mi bastava per godermi un pò la convalescenza da "figlio".
Finchè una vocina non mi disse:

"Lei è l'unica che ci può togliere il dubbio..." persai.

Mentre la osservavo andare verso la cucina, seduto un pò dolorante sul divano, rimuginavo su quella cosa senza tregua.
Agnese osservò il mio sguardo perso nel vuoto per un pò, prima di cercare di aiutarmi a uscire da quella trance:<< oi, Terra chiama Sirio! Tutto bene?>> mi domandò, mentre si metteva ai fornelli.
<<si..........ti posso parlare di una cosa?>> le chiesi, titubante.
<<certo stellina, tutto quello che vuoi>> mi tranquillizzò, con il suo solito nomignolo.

<<.....posso raccontarti di Tito?>>

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