Redamancy: "L'Amore che ritor...

By AnnabelBlack129

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"Ho perso tutto, ogni cosa io abbia mai amato, mi è scivolata tra le dita, come sabbia in un giorno di vento... More

.Prologo.
.Capitolo 1.
.Capitolo 2.
.Capitolo 3.
.Capitolo 4.
.Capitolo 5.
.Capitolo 6.
.Capitolo 7.
.Capitolo 8.
.Capitolo 9.
.Capitolo 10.
.Capitolo 11.
.Capitolo 12.
.Capitolo 13.
.Capitolo 14.
.Capitolo 15.
.Capitolo 16.
.Capitolo 17.
.Capitolo 18.
.Capitolo 20.
.Capitolo 21.
. Capitolo 22.
.Capitolo 23.
.Capitolo 24.
.Capitolo 25.
.Capitolo 26.
.Capitolo 27.
.Capitolo 28.
.Capitolo 29.
.Capitolo 30.
.Capitolo 31.
.Capitolo 32.
.Capitolo 33.
.Capitolo 34.
Spazio autrice
.Capitolo 35.
.Capitolo 36.
.Capitolo 37.
.Capitolo 38.
.Capitolo 39.

.Capitolo 19.

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By AnnabelBlack129

Avevo la testa pesante come un macigno, che girava come se fosse una giostra a ritmo di musica. Feci una smorfia infastidita e cercai di coprirmi il viso con la mano destra, la luce e il rumore mi stavano soffocando, ma la trovai pesante, finchè una fitta di dolore non mi penetrò il palmo arrivandomi al cervello. Mi lamentai, non capendo cosa stesse succedendo, rigirandomi nel letto, prima che qualcuno mi afferrasse la mano fasciata con delicatezza.
Mi sentii coprire gli occhi da un qualcosa di soffice, mentre quella persona teneva il braccio ferito al suo petto, al sicuro da urti e dolori improvvisi.

.......profumo di agrumi.......

....Agnese....
Mi sentii accarezzare il viso, un sussurro mi calmò quasi subito:<< su su, rilassati. Sono qui. Sei in pronto soccorso.... Ora che ti sei svegliato, tra poco andiamo via, hanno gia fatto tutto, ti hanno tolto anche flebo!>> mi disse con voce dolce ma felice. Io ero tutt'altro che contento....ero confuso, dolorante e soprattutto avevo ancora addosso tutta quella rabbia che veniva da....non ci voglio pensare....
Mi tirai su a forza, facendo una fatica immensa, come se la gravità terrestre fosse diventata quella di Giove, ignorando Agnese che preoccupata mi diceva di star fermo.
Ora ricordavo cos'era successo, di Louis, dello scatto d'ira e di....di Tito.
Mi guardai la mano, sapevo che mi ero fatto male, ma non sapevo l'entità del danno.

<<15 punti......>> mi disse Agnese, mentre studiavo la stecca e la fasciatura con sguardo angosciato.
<< 15 punti e un paio di ossa rotte del polso. Diciamo che dovrai tenerla così per un mesetto.... ci ha pensato Robertini, te lo ricordi? Il dottore mio amico... ti ha anche dato un pochiiiiiino di sedativo, eri parecchio agitato...>> cercò di metterla giù piano.
Un "pochino" agitato? Ricordo bene che tra poco non lancio un infermiere in orbita quando hanno provato a mettermi l'agocannula. Meglio così....

<<hey....>> Agnese si avvicinò a me con fare dolce, ma io presto mi ritirai e ributtai giù a letto, dandole le spalle.
Man mano che i ricordi affioravano, anche i soliti bastardi pensieri si facevano strada per la mia testa, incoraggiandomi a starmene da solo, ad allontanarla, ricordandomi che tanto nessuno mi avrebbe mai amato. Le diedi le spalle, chiudendo la conversazione lì.
La sentii sospirare, per poi accarezzarmi il braccio amorevolmente.
No....non potevo permettermi che succedesse come con Tito, non potevo amare Agnese come una mamma o prima o poi ne sarei rimasto fregato. Aveva ragione Louis....

________

Erano passate 2 settimane, e io non avevo ancora trovato la forza di lasciare il letto. Ero esausto, mentalmente e fisicamente anche se passavo tutto il giorno a dormire. Non riuscivo a mangiare e ad essere una persona normale, come se una forza invisibile mi costringesse a non muovermi. Ero costantemente circondato da pensieri bui, così neri da non farmi vedere neanche la luce del mattino.
Tutto quello che era successo era stato per me l'ultimo chiodo nella bara della mia salute mentale, e non potevo far altro che dormire pur di non pensare.
Agnese bussò educatamente, ed entrò per darmi un'occhiata: aveva deciso di fare lo sporco lavoro di prendersi cura di me, nutrendomi e aiutandomi a fare il minimo indispensabile per restare in vita.

Prima o poi si stancherà di me, no?

<<oh, bene! Ce l'abbiamo fatta a buttare giù qualcosa...bravo...>> disse con un pochino di entusiasmo e voce dolce al misero morso che avevo tirato al pranzo che mi aveva preparato. Non la degnai di uno sguardo, chiuso nella mia bara di pensieri.
Lei non si scompose, mi rimboccò le coperte, accarezzandomi il braccio:<<su tieni duro, passerà....>> cercò di incoraggiarmi, ma non c'era molto che potesse farmi uscire da quello stato. Louis aveva ragione, io non sono fatto per essere amato, sono un bastardo figlio di nessuno che ha avuto la fortuna di incontrare una persona che gli ha voluto bene. Fine!

Sospirai, nascondendomi con la testa sotto al cuscino, cercando di scacciare via Agnese.
La sentii uscire dalla camera senza dire altro, abbandonandomi a me stesso.
Louis tra l'altro aveva provato a venirmi a trovare, per sapere come stavo, ma le urla della padrona di casa erano state chiare riguardo alla sua presenza in mia prossimità. Lei non aveva tutti i torti, ma lui aveva ragione.
Non riuscivo proprio a togliermi dal cervello le parole che mi aveva detto, riguardo al fatto che non c'era nessun motivo al mondo per il quale Agnese volesse stare con me.
Infatti ritengo e confermo con estrema amarezza che lei è solo una brava persona con complessi da crocerossina, sennò non mi spiego la sua disponibilità.

E.....non metto in mezzo Tito nel mio flusso di pensieri solo perchè non ci voglio pensare......
Anche se apprezzo quello che lei ha fatto, rispettandomi a tal punto da non chiedere nessuna spiegazione nè motivo per il mio scatto d'ira folle.

Poco dopo però la sentii rientrare in camera, zampettando intorno alle tende per aprire un pochino la finestra. Ringhiai con forza, nascondendo il braccio bendato e raggomitolandomi sotto le coperte.
<< non ti voglio rompere le scatole, ma....avevo da fare una cosa molto meccanica e dovendo star seduta a farlo ho deciso di farti compagnia!>> disse raggiante. Dio quando odio quando è così pimpante e felice di vivere!
Cos'è sta volta? Delle verifiche? Dei conti da controllare?
Si sedette e sentii la pressione del suo corpo spostare l'equilibrio che c'era sul materasso.
Ringhiai di nuovo, facendola ridacchiare, ma aguzzai l'orecchio per capire cosa stesse facendo senza uscire dal mio nascondiglio, come facevo ogni volta che lei si ostinava a venirmi in camera a rompere i coglioni!
Non sentii rumore di carta, non era a sistemare o correggere fogli, ma sentii rumore di....ferri?

Sbirciai spostando un lembo del lenzuolo per vedere cosa stesse combinando: era a lavorare a maglia? Stava finendo un piccolissimo maglioncino rosa confetto, con dei ricami rossi, sferrazzando con ritmo incalzante e senza distogliere lo sguardo dalle maglie.
Feci un verso confuso, erano 2 settimane che non aprivo la bocca, non mi ricordavo neanche che voce avessi.
<< è per mia nipote! Ginevra è incinta, ormai mancano 3 mesi e io le sto preparando un corredo...>> disse tutta tranquilla.
Vederla lavorare a maglia mi rincoglioniva il cervello, era quasi ipnotico.
Che cazzo è un corredo?

<<lo sai che mia madre non me lo fece un corredo quando sono nata? Non era donna da mettersi lì a ricamare, invece a mio fratello e ai suoi figli ha ricamato anche le tende di casa. Bah!>> esclamò, pensando ad alta voce. Ok, un corredo è tipo un set di vestitini e altre cose che si fa prima della nascita di una creatura, capito.
Finì di sferruzzare e piegò elegantemente quel maglioncino, con tanta premura e uno sguardo pieno d'affetto: non vedeva l'ora d'essere nonna. Un senso immenso di tristezza mi invase, ma feci finta di nulla mascherandolo come sempre.

Lei si sgranchì, per poi accendere la Tv e tornare a cercare tra i gomitoli di lana altri tessuti all'apparenza morbidissimi i colori giusti. Che aveva intenzione di sferruzzare stavolta?
Trovai d'intrattenimento guardarma scegliere i colori con attenzione e prepararsi a creare qualcos'altro, ovviamente con un pensiero fisso in testa: beata sua nipote, che non è ancora nata ed è già tanto amata...

Ci mise un paio d'ore a terminare quello che stava creando e porco cane se era veloce! Messa su una sitcom, neanche finita la sigla iniziale ed aveva già iniziato la seconda fila di maglie. Passai tutto il tempo a guardarla, cercando di capire cosa stesse facendo. Non era un vestito, era di sicuro un giocattolo o cose così....
Alla fine, tirò l'ultimo filo ed ecco fatto: aveva creato un leoncino tutto a maglia da zero, dal corpo beige-giallo e la criniera rossastra! La più cosa buffa e simpatica erano i due bottoni verdi che aveva usato come occhi.
C'è qualcosa che non sapeva fare quella donna?!?!?!
Era anche bello grande per essere un peluche per una bimba, sarà stato 50cm di lunghezza, con ogni singolo ricciolo della criniera fatto a sè.

Rimasi impressionato, in quel mix di triste e rassegnato che ormai colorava di merda le mie giornate. Una parte di me era così invidiosa, potevo sentire il piccolo me fare un capriccio! Nessuno mi ha mai regalato un gioco, un peluche...eccetto......eccetto il coniglietto blu di Tito, che quelle Puttane delle suore mi hanno sequestrato.
Ricordo ancora di essere andato da Tito piangendo e lui, dopo avermi preso in braccio, mi diede il permesso di chiamarle troie. Era stato liberatorio!
Me ne comprò uno identico il giorno dopo, e rimase in accademia sulla mia branda finchè non partii per la guerra.

<<oh, ecco! Era da ben due settimane che volevo fare questo progetto, ma non avevo mai trovato un paio di ore libere per mettermi sotto!>> disse soddisfatta.
Accennai un minuscolo sorriso, ma quello che successe dopo portò i miei occhi a gonfiarsi di lacrime.....
Agnese approfittò di uno spazio che si era creato tra il mio braccio sano e quello ferito per infilarci il leocino.
Aspetta ma...?

Mi baciò la fronte, accarezzandomi i capelli che era da troppo tempo che non lavavo, per poi abbracciarmi forte, stando attentissima a non farmi male:<< almeno ti tiene compagnia mentre non ci sono! Passerà questo brutto periodo, amore della mamma.... sei un leone, ricordatelo! Ti risolleverai anche questa volta!>>
Inutile dirvi che bagnai la sua maglia di tutte le lacrime che per due settimane non avevo osato versare....

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