Amber

De coopercroft

37.6K 1.3K 697

James Emory è un giovane avvocato di successo, ma la sua vita personale è in frantumi. Il suo matrimonio sta... Mais

Prologo: La diagnosi
Amber
Margot
James Emory
Lo studio Wallace & Roberts
Benedict e Gabe
La collera
Ossessione
Una notte tranquilla
Chiarimenti dolorosi
L'incidente di Benedict
La rabbia di Gabe
Dov'è James
L'incontro con Margot.
Benedict è la mia famiglia.
Rapporti complicati
Prendersi cura
Amber è in pericolo
Il passato è il nostro segreto.
La scelta di Benedict
La parte nascosta di James
Ricucire gli strappi
Riportare a casa Gabe.
Il filo rosso del destino
Lise
Nuove responsabilità
Il dolore
Fine di un incubo
Une jolie petite fille
Siamo dei lussuriosi...degni dell'inferno dantesco
La nostra famiglia.

Giorni di tristezza e di desiderio

814 34 16
De coopercroft

Per tutta la settimana successiva, James rimase ricoverato al saint Bartholomew.

Gabriel voleva che fosse in salute prima di dimetterlo, la perdita di sangue lo aveva indebolito e la ferita non era del tutto guarita, anche se scalpitava per tornare a casa con Amber e Lise.

Lei riprese il lavoro a Oxford con il supporto di Ben, ma non mancava di andarlo a trovare alla sera.

Gli promise che, se avesse avuto qualche pomeriggio libero, gli avrebbe portato la bambina per dare a entrambi la possibilità di conoscersi. La piccola era contenta di passare del tempo insieme, arrivava con le sue scatole di carte, si sedevano al tavolo della stanza e iniziavano a giocare.

La compagna finiva per sgridarli perché erano tutti e due competitivi e Lise si dimostrò imbattibile nelle partite che le piacevano di più.

Madre e figlia ridevano complici, quando perdeva per l'ennesima volta, e sbuffava puntando l'indice verso di loro per chiedere la rivincita.

La bimba sorrideva e scuoteva la testolina bionda in modo educato e intelligente ma nascondeva una timidezza difficile da scardinare. Crescere lontana dalla mamma, priva della figura paterna e con un problema di salute importante, generava in lui un senso di protezione che non credeva di possedere.

Damien sarebbe stato orgoglioso, si ripromise di starle accanto cercando di non oscurare il ricordo del vero padre.

Amber che aveva capito, ne apprezzò la scelta e lo incoraggiò a continuare con naturalezza, senza fretta.

Spesso, tornando a casa, lei gli sfiorava la guancia con un bacio casto evitando di creare problemi alla piccina. A volte, mentre le osservava andare via si sentiva malinconico.

"Bonne nuit James." gli sussurrava la piccola agitando la manina.

"Bonne nuit ma petite Lise."

Una sera, spinto da una strana sensazione di tenerezza, le baciò la fronte. La bambina sorrise e arrossì così tanto che il nasino le divenne di color porpora. Si strinse alla madre appoggiando la testolina al fianco.

La compagna le accarezzò i capelli in un gesto materno e lo ringraziò con gli occhi lucidi.

"Ci vediamo presto ragazze, fate le brave stasera." Disse con un nodo in gola.

Le sue giornate finivano in una attesa snervante e si dava dello stupido per quella sensazione di mancanza che avvertiva.

Ogni mattina chiacchierava con Gabriel o con il fratello, che lo andava a trovare prima del lavoro. Benedict si accorse della sua impazienza e decise di portargli qualche caso, visto che Jacob gli accordò tutta la fiducia necessaria per riprendersi. Tutto ciò gli permise di non annoiarsi e di non pensare troppo.

La data del funerale di Wallace si avvicinò in fretta, sentì un peso insostenibile divorarlo. Non poteva partecipare perché Gabe non lo ritenne guarito, giudicò pericoloso che uscisse dall'ospedale.

Quella notte si agitò e dormì poco. Il cognato, che era di turno, arrivò a sgridarlo ma capì che aveva la testa altrove.

Chiamò Amber al cellulare per farlo conversare e cercare di calmarlo. Preoccupata per la sua marcata irrequietezza decise, il giorno dopo, di rimanergli accanto.

La mattina successiva, Gabriel con Ben presenziarono in sua vece, ma prima di recarsi alla cerimonia si assicurarono che stesse bene aspettando che arrivasse la compagna.

"Ciao, ragazza, bada a questo testone, fa che non si stanchi troppo." esordì il fratello appena entrò nella stanza.

Comprese la situazione e li salutò con un sorriso aperto. "Andate pure, anche se tenerlo fermo diventa ogni giorno più difficile."

Il cognato sollevò gli occhi al cielo e uscì dalla camera rassegnato, in realtà era contento che fosse in ottima compagnia.

Loro due si guardarono complici. La donna si tolse il cappotto e rise per il comportamento apprensivo di Gabe.

Vedere il suo corpo snello gli fece salire il calore alle guance, eppure indossava una semplice maglietta di cotone e dei jeans neri, nulla di provocante.

Si avvicinò per abbracciarla. Sentirla vicina lo tranquillizzava per la lunga attesa del funerale, rimasero stretti per un po', finché non le disse a voce bassa.

"Vorrei andare alla finestra in fondo al corridoio, glielo devo Amber."

Annuì consapevole che da lì si vedeva l'obitorio.

Verso le undici, ora fissata per la cerimonia, raggiunsero la vetrata che dava sul parcheggio interno.

Il palazzo si ergeva poco oltre al cancello, alto e tetro. Osservarono una fila ordinata di auto di parenti e conoscenti di Wallace.

James, rivide nella mente l'immagine del ex suocero e barcollò.

"Amore mio, lasciamo che il perdono sia la nostra scelta." mormorò cercando di sostenerlo.

Lui annuì e si strinse al suo corpo.

Lo tenne stretto con una forza inaspettata.

Quel conforto lo aiutò a lenire il dolore di ciò che accadde in quei mesi, non avvertì nemmeno il fastidioso tormento della ferita.

"Non avrei mai pensato finisse così." balbettò il giovane.

"Nessuno se lo aspettava." cercò di consolarlo.

"Ti ha fatto del male Amber e tu non hai voluto che reagissi, ma mi rendo conto che fu la scelta giusta." Scosse la testa appoggiandola alla sua spalla minuta.

"Non ho rancore, mi basta saperti vicino, il resto è passato." Con un gesto di conforto, gli sfiorò la fasciatura sotto al pigiama, e indugiò in una carezza.

Voleva che lui assorbisse la tristezza.

"Margot ne uscirà devastata, Henry l'ha manipolata fin da bambina. Chissà se capirà quello che le ha fatto." Fece un lungo respiro e sollevò lo sguardo per fissare la compagna.

"Ci vorrà del tempo," rispose guardandolo negli occhi. "Gabe mi ha detto che sta elaborando il lutto."

"Pensi che dovrei rivederla e parlarle? " chiese pizzicandosi il labbro inferiore.

"Certo, lo devi fare, alla fine è stata tua moglie."

"Non sei gelosa di questo?" James le accarezzò la guancia.

"No, perché ho fiducia di te e so che mi ami."

Sorrise, mentre dalla finestra videro il triste corteo ripartire. Non avvertiva rabbia ma solo una strana malinconia; Henry Wallace si era perso nella sua stessa violenza.

"Andiamo ora," lo avvolse a sé e lo trascinò via. "basta dolore. Cerchiamo di andare avanti."

"Sei saggia e buona. E hai una figlia meravigliosa."

"E anche competitiva." Aggiunse la donna ridendo.

"Pensi che accetterà la mia vicinanza?"

"Dalle tempo, lo sai che per ovvi motivi è stata sempre distante da me, dovremo crescere tutti e tre insieme, ma ora non darti pena, facciamo le cose adagio. Devi riprenderti."

Ritornarono nella stanza a piccoli passi.

Ben e Gabe, dopo il funerale, passarono a casa, sapevano che Amber era con lui. Il cognato sarebbe arrivato per il turno della sera.

Lise soggiornava dalla signora Lumet, chiamata tante Ernestine, infatti, oltre a essere di origini francesi, conversava nella stessa lingua madre, aiutando la piccola a tenersi in esercizio.

Parlarono del loro futuro, del progetto di stare tutti insieme in una villetta più grande, appena il lavoro di avvocato glielo avesse permesso.

La giornata passò in fretta, e la tristezza finalmente si sciolse.

Prima di andarsene lo aiutò a infilarsi la maglietta e il pigiama.

Trasalì sentendo il tocco delle sue mani.

"Che hai?" chiese preoccupata, "tutto bene?"

"Nulla, è che mi sei così vicina..." rise notando il suo imbarazzo.

"Ti faccio questo effetto? Stai molto meglio a quanto pare." Le lambì con l'indice il mento, sorridendo divertita.

D'impulso la prese per i fianchi, e l'attirò a sé, vacillò avvertendo, sotto alla stoffa dei vestiti, quel calore che aveva imparato a conoscere.

"James!" lo sgridò trattenendolo, "se entrasse qualcuno..."

Lui inclinò la testa, un sorriso intrigante in volto, le afferrò il polso e la trascinò in bagno.

Non fece resistenza per quella foga inaspettata. Si lasciò andare a una risata spontanea.

"Non ne posso più amore..." sussurrò mentre chiudeva la porta.

Le scrutò gli occhi verdi, chiedendole il permesso, si sarebbe fermato se lei non avesse voluto.

Amber, arrossì per quel gesto smanioso, non disse nulla e gli premette sulla nuca con entrambe le mani, gli accarezzò il collo, intrecciò le dita nei suoi capelli. Gli baciò la guancia, poi l'altra e lo ripeté più volte.

Entrambi pretendevano carezze e contatto fisico.

Lui ansimò, scivolò con la mano sotto alla maglietta. Tremava per quanto la desiderava, per quel sentimento che si erano negati da molto.

La pelle calda e morbida lo provocava, ne risalì dolcemente la schiena, le sollevò l'ultima difesa e si accalorò davanti al reggiseno di pizzo che le fasciava il seno sodo.

Lo sfiorò con un bacio e la liberò dalla stoffa ricamata per poterla accarezzare. Le baciò l'incavo e respirò, si inebriò del suo profumo. Le sue labbra percorsero la curva del petto arrivando ai capezzoli turgidi, li succhiò con lentezza assaporandoli. Lei inclinò la testa all'indietro, appoggiandosi al muro.

"Donna, non so perché mi prendi in questo modo." I suoi occhi erano pozze scure e profonde. "Se penso al male che ti ho fatto..."

La risposta della compagna fu una forte stretta sulla nuca. "Lascia andare il passato, amore."

Con la piccola bocca, gli assaggiava il collo irrigidito. Umida e affamata, risalì le sue guance accalorate e su fino all'orecchio. Un piccolo morso delicato sul lobo lo fece trasalire.

"Ti amo, ragazzaccio e ti sento anch'io." Gli prese un lembo del pigiama, tirò il tessuto, staccandolo dalla linea dei pantaloni, così che con il palmo, gli toccò la pelle accaldata. Le sue dita si arricciarono attorno al fianco sano.

Si staccò, il suo autocontrollo andò in frantumi. Puntò a quello sguardo grigio ammiccante che l'affascinava.

Sorrise maliziosa. Gli afferrò la mano e con lentezza, la portò nell'elastico dei jeans neri, guidandolo oltre agli slip, e giù nel punto più intimo che potesse donargli.

James trasalì al tocco umido, il bisogno pulsava dentro di lei, reciproco e intenso, a differenza delle prime volte in cui la scoprì distante.

Respirò affannato per quella concessione.

Amber era esposta al suo desiderio, lo lasciò esplorare il suo corpo femminile senza fretta. Ansimarono entrambi mentre lui disegnava, con il dito, piccoli cerchi concentrici nel punto più sensibile.

Si appoggiò a lei, cercando intimità nel contatto delle loro gambe. Voleva trasmetterle il piacere che lo pervadeva. Era importante farle capire che la sua attrazione non si limitava al sesso, ma dimostrava una connessione più profonda. Sognava di diventare l'uomo che potesse comprenderla e accompagnarla nel suo percorso, essere il partner ideale."

Gemette quando sentì la sua durezza, non riuscendo a smettere di baciarlo, di assaggiare le sue labbra.

Ormai libera dalle catene, sembrava incapace di fermarsi.

In quel momento capì che la fredda escort che conobbe tempo prima, la donna che trattò senza rispetto, non esisteva più.

C'era amore in quella eccitazione reciproca. Se avesse voluto l'avrebbe presa lì, in quel bagno, sapendo che lei non si sarebbe opposta.

Ma non era quello che voleva.

La giovane capì i suoi pensieri e sorrise.

Le diede modo di riprendersi, si fermò, permettendo ai loro occhi di incrociarsi. Ne percepiva il calore del corpo, un sorriso sincero le disegnava la bocca, tanto che poteva sentire il battito del suo cuore contro il petto.

"Ti amo Amber. Voglio godere con te, ma non ora, non così, non in questo posto."

La giovane ansimava, lo sguardo languido, compiaciuta del suo rispetto, lo teneva fermo per la vita, per compiacersi di lui e della sua voglia.

"Mi piace così tanto starti vicino uomo, che desidero condividere ogni cosa con te."

Fu percorso da un brivido di gratitudine, rimasero abbracciati in quel bagno anonimo, che odorava di disinfettante, illuminato da una fredda luce bianca, eppure non c'era posto più bello.

Si premevano contro, le mani insaziabili si nutrivano delle emozioni di entrambi.

Quando gli accarezzò la fasciatura nel fianco si fermò.

"Non forzare mio dolce avvocato." Gli sussurrò premurosa.

"Je t'ame." Si schernì sorridendo.

Ridacchiò sorpresa. "Hai preso lezioni di francese, mon amour?"

"Mi farò insegnare da Lise, mon coeur." Si staccarono e ridendo si sistemarono i vestiti. Gabriel entrò nella stanza e lì chiamò.

"Ma che state facendo?" esclamò appena li vide sulla porta dei servizi igienici scarmigliati che cercavano di darsi un tono.

"Ma guardali!" brontolò appoggiando la cartella sul letto. "Due adolescenti con gli ormoni a palla! Amber, vuoi fargli saltare i punti? "

Vedere il volto arrabbiato di Gabe fu impagabile, James si schiarì la voce, prese la mano della compagna.

"Mi aiutava a vestirmi..."

"Lo vedo come ti ha sistemato il pigiama, ragazzo." fece una smorfia e scosse il capo.

"Non riuscite più a trattenervi voi due! Meglio mandarti a casa! Almeno non combinerete dei guai e sarete... più comodi." 

Continue lendo

Você também vai gostar

27.5K 1.8K 57
[COMPLETA] Occuparsi del progetto di costruzione di un resort di lusso nel Montana è il lavoro più ambizioso per Evie Nelson, che non vuole deludere...
138K 6.5K 26
-dove stai andando?-le chiese Draco appena si fu ripreso dalle parole della ragazza. -via. Non servono altre parole, Malfoy. Non ho più niente da dir...
269K 7.8K 67
Scarlett è una giovane segretaria che di punto in bianco abbandona la sua città per lasciarsi i problemi alle spalle, o almeno così crede. A Manhatta...
87.6K 3.7K 55
Amy e Scott frequentano lo stesso college ma non si conoscono affatto. Sono pure vicini di casa a dire il vero eppure non hanno mai scambiato una sol...