Straordinario ||Alessio Caval...

By Nausicaasworld

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"𝔼 π•šπ•  𝕔𝕙𝕖 𝕧𝕖𝕕𝕠 𝕀𝕠𝕝𝕠 π•šπ• π•₯𝕦𝕠 π•€π• π•£π•£π•šπ•€π•  ℂ𝕙𝕖 𝕗𝕒 π•€π•–π•žπ•“π•£π•’π•£π•– π•₯𝕦π•₯π•₯𝕠 𝕀π•₯𝕣𝕒�... More

🌷- Capitolo 1.
🌷- Capitolo 3.
🌷- Capitolo 4.
🌷- Capitolo 5.
🌷- Capitolo 6.
🌷- Capitolo 7.
🌷- Capitolo 8.
🌷- Capitolo 9.
🌷- Capitolo 10.
🌷- Capitolo 11.
🌷- Capitolo 12.
🌷- Capitolo 13.
🌷- Capitolo 14.
🌷- Capitolo 15.
🌷- Capitolo 16.
🌷- Capitolo 17.
🌷- Capitolo 18.
🌷- Capitolo 19.
🌷- Capitolo 20.
🌷- Capitolo 21.
🌷- Capitolo 22.
🌷- Capitolo 23.
🌷- Capitolo 24.
🌷- Capitolo 25.
🌷- Capitolo 26.
🌷- Capitolo 27.

🌷- Capitolo 2.

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By Nausicaasworld

Quella sera tornato in hotel si sentiva sfinito come non mai. Era felice, perché era riuscito ancora una volta a ballare lì, a mettersi alla prova non solo con sé stesso ma anche con i professori stessi ricevendo comunque un riscontro parecchio positivo.
Poteva decisamente ritenersi soddisfatto!

Nel pomeriggio aveva girato un pó per Roma-facendo il turista visto che ne aveva la possibilità- e poi in serata tornò il hotel dopo aver cenato, con tutta la calma del mondo e tutta la voglia di mettersi finalmente a dormire.
Fu un pó quel che fece quando arrivò in camera- dopo aver ovviamente fatto una doccia rigenerante- quando si buttò sul letto a peso morto e dove si addormentò nel giro di pochi secondi.

Ma nonostante la stanchezza di quel giorno riuscì a dormire solo per qualche ora. Alle 4:00 in punto infatti si ritrovò a fissare il soffitto della sua camera, a ripensare al giorno prima, completamente incapace di ributtarsi tra le braccia di Morfeo. Era stato tutto un circolo di emozioni, indescrivibili per chi non le prova davvero sulla sua pelle, e la curiosità di sapere se quell'anno ce l'avesse fatta, se fosse andato bene o se avesse fatto un altro buco nell'acqua era talmente tanta da tenerlo sveglio. Non aveva ricevuto nessuna chiamata, il che gli fece dedurre che o non avevano ancora deciso o che anche quell'anno gli toccava sperare di farcela l'anno prossimo, ma cercò di convincersi che fosse troppo presto. Non erano passate nemmeno 24 ore infondo!
L'adrenalina era troppa, l'ansia pure. Fu quando sentì che la testa gli stava per scoppiare che decise di alzarsi e scendere a prendere una boccata d'aria.

Indossò la sua solita giacca rossa, un paio di scarpe- perché scendere in ciabatte forse era esagerato visto il freddo di Novembre che ti entrava nelle ossa gelandoti l'anima- ed uscì correndo verso la Hall con il cellulare e la chiave della stanza in tasca e un cubo di Rubik tra le mani, usato rigorosamente come anti stress.

Uscì dalla porta d'ingresso e come aveva già immaginato venne investito dall'aria fredda. Per fortuna non c'era tanto vento, ma comunque sentì la necessità di incrociare le braccia al petto, stringendosi in un piccolo abbraccio con l'intento di scaldarsi un pó.


E poi non sentì più nulla. Era letteralmente nella pace dei sensi più totale.

Nessun rumore fastidioso, oltre che al via vai di macchine ogni tanto, nessuna persona nei paraggi a distrarlo da quel piccolo momento di pace. C'erano solo lui, il suo respiro ed il battito lento del suo cuore sul quale si stava totalmente concentrando eliminando ogni altro pensiero.
Chiuse gli occhi per un secondo beandosi completamente di quel momento di solitudine, prima che il cigolio della porta lo riportasse alla realtà.
Si girò di scatto e guardò sorpreso la ragazza che a sua volta se ne stava lì a fissarlo quasi come fosse sconvolta. Come se non si aspettasse di trovarlo proprio lì, in quel momento.
Ed in effetti era così.
Aurora che non riusciva a dormire a sua volta aveva deciso di scendere a fumarsi una sigaretta. Certo non si aspettava di ritrovare proprio lui li.

Anche se forse avrebbe dovuto immaginarlo, visto che letteralmente erano lì per lo stesso motivo e l'hotel in cui soggiornavano era lo stesso per tutti gli aspiranti al banco.
"Ciao!" gli sorrise lei con fare contento, togliendo la sigaretta dalle labbra per poter parlare meglio. "Che bella coincidenza! Era proprio destino ci rivedessimo evidentemente." disse riferendosi a quando aveva espresso il desiderio di rivederlo in sala relax il giorno prima. "Ne sono contenta!"
"Anche io sono contento." mormorò lui, quasi timidamente. La ragazza che aveva davanti sembrava decisamente più sicura di lui, che invece era timido di natura. Sapeva di solito nasconderlo bene, ma in quel momento forse non era riuscito troppo nell'intento. Però era tutta una questione di adattamento, sapeva bene che una volta messo a suo agio sarebbe diventato un fiume in piena di parole. "Non riuscivi a dormire?"
"No, speravo di potermi distrarre un pó dai miei mille pensieri venendo qui." gli rispose, sedendosi su un muretto li vicino in tutta tranquillità. Anche lei indossava un giubbotto bello imbottito, sembrava anche abbastanza caldo, e poi c'era quell'enorme sciarpa a circondarle il collo nella quale ogni tanto nascondeva il volto per potersi riscaldare un pó di più. Alessio la trovò carina e tenera allo stesso tempo.
"

Se vuoi ti lascio da sola." le disse, guardandola dritta negli occhi ancora una volta. Era come se così facendo stesse cercando di dirle che non voleva andarsene per davvero e forse lei lo capì, perché sorridendo scosse la testa in segno di negazione.
"No no rimani ti prego, ho bisogno di qualcuno che condivida la mia stessa ansia!" ridacchiò, facendogli cenno di sedersi accanto a lei, e così fece.
Il silenzio cadde per qualche secondo tra di loro, anche se non fu imbarazzante come credeva. Era più un momento di transizione che sicuramente prima o poi sarebbe terminato per dar spazio ad una nuova conversazione.
"Com'è andata oggi?" e fu proprio lui a decidere di rompere il ghiaccio.
La mora fece spallucce, riprendendo la sigaretta di prima con la quale aveva giocherellato fino a quel momento.
"Sono abbastanza soddisfatta, due professori su tre hanno apprezzato, non è male." portò la sigaretta tra le labbra ed in un nanosecondo l'accese, facendo un lungo primo tiro. "A te com'è andata?"
"È andata bene, ho avuto un buon riscontro."
"Della Celentano che mi dici?"
"Un sorriso l'ha fatto, non si è esposta molto ma non sembrava nemmeno così inorridita." pensò bene al volto dell'unica donna in giuria che l'aveva accolto . "Sembrava abbastanza soddisfatta, credo."
"Wow! Devi essere stato straordinario allora per piacere anche alla maestra!" esclamò e nell'esclamarlo sembrava felice come una Pasqua per lui, che a mala pena conosceva. Alessio fece un piccolo sorrisino osservandola fumare con grande attenzione. Oltre ai suoi occhi- che erano decisamente la prima cosa che ti colpiva di lei- si accorse solo in quel momento delle mille lentiggini che aveva in volto. Erano piccole piccole, quasi invisibili, forse per questo non se n'era accorto subito. E poi i capelli, lunghi, ricci e color nocciola. Veramente, non c'era un solo centimetro di pelle sul suo volto e nessun particolare che gli occhi curiosi del ballerino non avessero notato o esplorato. Ed avrebbe potuto continuare così, rimanere in silenzio a fissarla per il resto del tempo passato là seduto accanto a lei senza lamentarsi mai, ma la cantante aveva evidentemente voglia di chiacchierare.
"Tu balli giusto?" chiese la mora, buttando in seguito fuori una nube di fumo grigio che svanì nell'aria in pochi secondi.
"Si, faccio hip hop."
"Bello l'hip hop! Mi sarebbe tanto piaciuto, ma ho avuto solo una breve carriera da ballerina classica, anche se carriera si fa per dire." disse lei, ricordando il suo breve- ma intenso- tentativo di trovare uno sport che facesse per lei. "Il mio massimo è stato uscire con le mezze punte da uno scatolone per la recita di Natale, credo che fossi all'asilo più o meno, poi ho smesso poco tempo dopo."

"Non scherzavi quando dicevi che è stata breve!" le disse il biondino, guardando un pó il cielo blu notte, prima di iniziare effettivamente a giocherellare con il cubo di Rubik tra le sue mani. "Io non potrei mai rinunciare alla danza, per me è tutto, è veramente qualcosa di indescrivibile." disse tornando con la mente sul palco, alle mille emozioni provate, all'adrenalina in corpo, al senso di benessere che gli trasmetteva ogni esibizione, anche breve. "Mentre ballo è come se dimenticassi tutto ciò che ho intorno, i giudizi, gli sguardi delle persone, veramente tutto." spiegò con fare serioso aprendosi un pó di più ad Aurora che dal canto suo sembrò bloccarsi a quella vista. Guardò il suo profilo, scannerizzandolo letteralmente per tutto il tempo. La mascella ben definita, l'accenno di barba sul mento, gli occhi glaciali di nuovo puntati verso l'alto, l'aria sognante mentre descriveva ciò che amava di più al mondo.
"Penso solo a me stesso, a quello che provo, a divertirmi cercando di lasciare comunque qualcosa di quel che provo io anche a chi mi osserva, ed è bellissima la sensazione che provo subito dopo vedendo che sono riuscito nel mio intento, vedendo i volti felici o emozionati tanto quanto lo sono io." sorrise finalmente, girandosi verso di lei. Per la prima volta non lesse nessun tipo di timidezza, era come se l'insicurezza fosse svanita nel nulla, lasciando al suo posto un ragazzo determinato, con gli occhi che brillavano come tante piccole stelle, le stesse che ricoprivano il cielo in quel momento. "Amo quello che faccio e voglio farlo per tutta la vita." concluse con grande convinzione, ed un brivido le attraversò il corpo improvvisamente. Si sentiva fin troppo connessa a lui, quasi come se potesse capirla meglio di chiunque altro. Quello che provava lui per la danza era tutto ciò che aveva provato lei per il pattinaggio, finché non le era stato più possibile provarlo ed un senso di malinconia le riempì il cuore.

La sigaretta nel frattempo si era praticamente consumata e tutto ciò che ne era rimasto era un filtro che Aurora si sbrigò a buttare nel posa cenere là accanto, schiacciandolo un pó e schiarendosi la voce per buttare giù quel nodo che le si era formato in gola.
"Non sei così timidone come pensavo allora." gli disse ed a quelle parole Alessio si sentì andare a fuoco. Era rosso dalla vergogna e dalla consapevolezza di aver fatto un discorso fin troppo profondo, proprio degno di un filosofo d'altri tempi, con una totale sconosciuta.
"Oddio scusami!" esclamò. "Mi sono fatto prendere dal momento!"
"Ma non devi scusarti, te l'ho già detto!" ribattè lei, avvicinandosi leggermente per potergli arruffare un pó i capelli, beandosi della loro morbidezza per qualche secondo di troppo. "Hai fatto un discorso bellissimo e ti capisco alla perfezione. Anche io voglio vivere di musica per tutta la vita." confessò poi con tutta sincerità. "Sarebbe bellissimo."
Alessio annuì, sarebbe stato bellissimo per davvero.

"Comunque in tutto questo non ci siamo nemmeno presentati." disse. "Praticamente tra poco conoscerò tutto di te tranne che il nome." rise.
"Hai ragione, me ne sono dimenticato proprio." rise anche lui. "Alessio." disse poi semplicemente, ed Aurora fu ben attenta dall'imprimerselo in testa, non volendo dimenticarlo.
"Aurora." disse poi lei al ballerino che pensò a quanto effettivamente quel nome le stesse bene. Era come se fosse stato creato per lei, per poter dare un nome a quel luccichio che non faceva altro che vedere nei suoi occhi. Ed era sicuro che non se lo sarebbe dimenticato facilmente.
"Hai un nome bellissimo." commentò dando voce ai suoi pensieri. "Ti sta proprio bene."
"Aaw grazie." sorrise lusingata. "Sai che adesso che ti ho conosciuto spero veramente di riuscire ad entrare Amici, però insieme a te." gli disse subito dopo. "Almeno potrei avere già un volto familiare in quella marea di sconosciuti."
"Non mi sembri mica una che fatica a fare amicizia eh!" la prese quasi in giro Alessio. "Insomma, non ho mai conosciuto persona meno timida di te, sprizzi energia da tutti i pori."
"Non mi conosci ancora bene, ma anche io quando voglio riesco ad essere timida!"
"

Ma quando mai!" esclamò ancora il napoletano- tirando fuori tutto il suo accento marcato- dandole una spintarella nel mentre. "Non ci credo, mi dispiace ma proprio no."
"Ti dico di sì invece!" disse giocherellando con l'accendino tra le sue mani. "È solo che... mi succede principalmente quando c'è qualcuno che mi piace." ammise senza troppi giri di parole, arrossendo leggermente dalla vergogna.
"In poche parole mi stai dicendo che non ti piaccio." le disse ridendo. "Grazie eh."
"Non è che non mi piaci!" si sbrigò a chiarire. "È che ci siamo letteralmente appena conosciuti!"
Quella strana conversazione- perché strana era se si considerava che fossero partiti da tutt'altro argomento- terminò quando su di loro calò una luce rossastra, tendente all'arancio. Subito si resero entrambi conto del fatto che il sole stesse sorgendo. L'alba apparve dinanzi a loro bella più che mai e Alessio si chiese quanto tempo fosse effettivamente passato da quando avevano iniziato a chiacchierare, perché era decisamente volato.
La guardò- fissò- mentre lei guardava a sua volta il cielo sopra di loro ed un formicolio sempre più intenso gli pervase lo stomaco. Era una bella sensazione, la vera pace dei sensi che aveva cercato nella notte buia e silenziosa, l'aveva trovata invece in Aurora. E con decisione pronunciò una frase che forse era fin troppo prematura, ma che gli partì direttamente dal cuore ignorando la sua solita razionalità che nulla poté fare contro la valanga di emozioni che l'aveva totalmente investito.
"Vorrà dire che se dovessi entrare ad Amici insieme a te cercherò di piacerti di più."
Aurora spalancò un secondo gli occhi sorpresa- imbarazzata totalmente dal momento creatosi- ed abbassò lo sguardo osservando l'accendino che teneva tra le mani, metabolizzando quelle parole che l'avevano presa completamente alla sprovvista. Si girò poi a guardarlo dopo un breve lasso di tempo, trovandolo già intento ad osservarla. E fu lì che circondato dai raggi del sole che piano piano saliva in cielo che si ritrovò a pensare per la primissima volta a quanto fosse effettivamente bello.
E per quanto prematura potesse essere tutta quella situazione alla fine sentiva che fosse giusto così, perché anche lei voleva che Alessio iniziasse a piacerle di più.
Per questo sorrise e senza distogliere lo sguardo, con voce ferma e grande convinzione si ritrovò a pronunciare un chiaro invito a provarci per davvero, quasi a sigillare una promessa.
"In bocca al lupo allora."

✨🌷✨🌷✨

Non so se sia necessario o meno specificarlo, ma- ovviamente oserei dire!- non tutti gli eventi narrati corrisponderanno alla realtà.
Spero comunque di riuscire a creare qualcosa di bello, anche se non totalmente veritiero.

A presto🤗

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